Athletic Club: Aranzubia; Expósito, Sarriegi, Amorebieta, Javi González; Iraola (70' Llorente), Murillo; Etxeberria (52' Urzaiz), Javi Martínez, Gabilondo (52' Yeste); Aduriz.
Real Madrid: Casillas; Cicinho, Cannavaro, Sergio Ramos, Torres; Diarra, Emerson; Beckham, Raúl (87' Reyes), Robinho (76' Guti); Van Nistelrooy (65' Higuaín).
Reti: 14' Sergio Ramos, 34' e 49' Van Nistelrooy, 80' Llorente, 83' Guti.
Arbitro: Muñiz Fernandez (Colegio Asturiano).
Fa male, malissimo, perdere con questo punteggio contro il "nemico" storico, il Real. Il dolore diventa quasi insostenibile se si considera che Athletic e merengues hanno giocato alla pari fino al 3-0, anzi, a dirla tutta sono stati i biancorossi a farsi preferire; l'unica differenza l'ha fatta la capacità del Madrid di concretizzare ogni occasione, mentre i Leoni hanno palesato un'incredibile leggerezza sotto porta che li ha portati a fallire palle-gol in serie. La solita banda del buco in difesa, poi, ha completato l'opera, guidata dal sempre inguardabile Sarriegi (Amorebieta entra spesso come il peggior Materazzi, ma almeno l'uomo qualche volta lo tiene); vedere per credere i primi due gol dei blancos, con Ramos e Van Nistelrooy, non propriamente Gianni e Pinotto, lasciati liberissimi di colpire di testa all'interno dell'area piccola...roba da tribuna immediata. E pensare che la partita non inizia male per l'Athletic: guidata da un Etxeberria in gran forma, la squadra pratica un bel pressing alto, mette in mostra una buona corsa e supera gli avversari nel possesso palla, prendendo in mano senza troppi problemi le redini del gioco. Nei primi 10 minuti Aduriz si trova per ben due volte davanti a Casillas, sbagliando lo stop nella prima occasione e venendo fermato per un fuorigioco inesistente nella seconda (bellissima l'azione di Etxebe, conclusa con un assist di esterno destro davvero perfetto). Le cose sembrano mettersi bene per i padroni di casa, ma il Real decide di mettere subito le cose in chiaro e passa in vantaggio alla sua prima vera azione del match: solito cross tagliatissimo di Beckham, Sergio Ramos viene dimenticato in area e non ha difficoltà a insaccare di testa, indisturbato, scatenando la rabbia di un esterrefatto Aranzubia verso i proprio difensori. La reazione dell'Athletic c'è ed è veemente, purtroppo la mira difetta sia al Gallo, che spedisce fuori un diagonale di sinistro, sia, soprattutto, ad Iraola, il cui destro sul primo palo, a lato di un metro, getta al vento la più ghiotta occasione creata dai biancorossi nel primo tempo. La sfuriata dei Leoni, purtroppo, si esaurisce presto, anche perchè Javi Martinez non è in condizione, Murillo ha una giornata da incubo e Iraola non può cantare e portare la croce; il risultato è che la squadra si sfilaccia, le distanze tra i reparti si allungano e il centrocampo non riesce a fare filtro e a pressare come nella prima mezz'ora. Logico quindi che il Real, trovando ampi spazi nella trequarti offensiva, riesca a rendersi pericoloso grazie a qualcuno dei suoi eccezionali solisti; con Robinho e Raul fuori dal match, tocca ad un ottimo Beckham guidare l'offensiva merengue, che trova in Van Nistelrooy il solito terminale implacabile. Prima è l'inglese a sforare il 2-0 con un colpo di testa stoppato da Aranzubia, poi la palla per il cabezazo tocca al liberissimo Ruud che, ben imbeccato da Cicinho, non si fa pregare e mette in porta il 2-0 della sicurezza. La doppietta dell'olandese ad inizio ripresa chiude definitivamente il match e a nulla servono i cambi tardivi di Mané; l'ingresso di Urzaiz, paradossalmente, ha l'effetto di peggiorare il gioco dei Leoni, che abbandonano la palla a terra per prodursi in una sfibrante serie di lanci lunghi per Isma, schema usurato a cui si dovrebbe cercare un'alternativa a tutti i costi. Il gol di Llorente serve solo per le statistiche, mentre il sigillo finale di Guti è ottimo per deliziare i palati fini (tocco sotto meraviglioso a chiudere uno splendido contropiede) e umilia oltre i suoi demeriti oggettivi un Athletic capace di tenere testa al Real e di giocare spesso meglio della Capello's band. I complimenti finali del mister italiano, secondo il quale il 4-1 non rispecchia ciò che si è visto sul terreno di gioco, non ripagano i baschi di una partita buttata via per la totale insipienza nelle due fasi, sia quella difensiva che quella offensiva; a parer mio, infine, Mané ha dimostrato di non avere le idee chiarissime, effettuando scelte di uomini francamente inspiegabili. Tratterò nei prossimi giorni questo punto in modo più approfondito.
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