martedì 30 settembre 2008

5a giornata: Athletic 0-1 Getafe.

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz, Yeste (71' Javi Martínez), Gabilondo (58' Del Olmo); Ion Vélez (83' Íñigo Vélez), Llorente.
Getafe FC:
Jacobo; Cortés, Ibrahim Kas, Mario, Licht; Manu, Celestini (68ì Polanski), Casquero, Gavilán (52' Guerrón); Albín; Soldado.
Reti: 87' Casquero.
Arbitro: Fernández Borbalán (Colegio andaluz).

Giocare meglio dell'avversario, creare 5-6 nitide palle gol, tenere il campo con autorità, mostrare un gioco a tratti più che discreto e uscire alla fine sconfitti, piegati da uno dei pochi tiri in porta altrui, una vera e propria magia davanti alla cui bellezza non si può che togliersi il cappello ed inchinarsi. Qualcuno direbbe che questo è il calcio, ma la retorica non mi è mai piaciuta, perciò mi limito a sottolineare, come ha fatto Caparros (e, in serata, lo ha imitato Mourinho nel commento post-derby milanese), che in questo gioco il pragmatismo è tutto e bisogna rendere atto al Getafe di aver giocato, in tal senso, un match perfetto. Athletic bello ma pollo: sciupare tutto quel ben di Dio e farsi anche uccellare in zona Cesarini è un peccato mortale, specialmente se tutto ciò avviene in casa, nella gara meglio giocata di questo inizio di Liga e con una raffica di impegni alle porte da far tremare i polsi.
Novità nell'undici iniziale dei Leoni, che rispetto a Huelva presentano in campo Gabilondo e l'inedita coppia di centrocampo Orbaiz-Yeste, con Fran che fa il suo rientro tra i titolari dopo due partite guardate dalla panchina. Caparros, però, non accontenta chi (e io sono tra questi) invoca per il talentuoso trequartista di Basauri un ritorno al ruolo prediletto di fantasista, e piazza dunque il numero 10 sulla linea mediana con l'incarico di dare imprevedibilità ad una manovra parsa asfittica nelle passate giornate; ad Orbaiz, invece, spetta il compito di tamponare e organizzare il gioco come solo lui tra i biancorossi sa fare. Nel Getafe di Victor Muñoz solo panchina per Guerron, talentuoso esterno ecuadoregno di cui si dice un gran bene, mentre è all'esordio nella Liga il terzino turco Kas. L'Athletic parte bene e, pur non creando moltissimo, sin dai primi minuti dà l'impressione di tenere in pugno le redini del gioco; la manovra scorre con piacevolezza dal centro alle fasce, dove Iraola e Balenziaga si sovrappongono con frequenza e discreta qualità, Yeste tenta spesso l'imbeccata per le punte e tutta la squadra si muove in modo armonico, mantenendo le distanze tra i reparti e cercando il gol senza scoprirsi troppo. Il Getafe, dal canto suo, opera quasi esclusivamente di rimessa, affidandosi alla buona vena di Soldado, alla velocità di Manu del Moral e alle geometrie del suo capitano Casquero, centrocampista centrale dai piedi squisiti. La pressione dell'Athletic è costante e, nonostante la linea mediana non abbia il fosforo di Gurpegi e Javi Martinez, gli ospiti sono tenuti a bada grazie ad una gestione intelligente del possesso palla e al movimento di tutti i biancorossi in campo, tuttavia i Leoni mancano proprio nell'ultimo passaggio o, più in generale, quando si tratta di portare a compimento un azione ben condotta fino alla trequarti avversaria; risultato di ciò è che nella prima mezz'ora i bilbaini tirano pericolosamente una sola volta, al 22', con una punizione dal limite di Yeste sventata non senza affanno da Jacobo. Non pervenuti dalle parti di Iraizoz gli azulones, la partita vive solo aspettando il momento in cui l'Athletic riuscirà ad affondare i colpi, momento che arriva puntuale nell'ultimo quarto d'ora della prima frazione; un paio di cross pericolosi di Gabilondo e Yeste e un'iniziativa palla al piede di Llorente disinnescata sul più bello sono il preludio alle due occasione più ghiotte del match: al 36' Ion Velez, imbeccato a centro area da un cross rasoterra di David Lopez, cicca la sfera quando dovrebbe solo toccarla in rete a Jacobo sbilanciato, mentre al 39' Llorente, appostato sulla linea, non riesce incredibilmente a mettere dentro un pallone che attraversa tutta la porta del Getafe. In mezzo, un gol giustamente annullato a Nando per fuorigioco e un paio di mischie pericolosissime in area madrilena. Il tempo si chiude con un'iniziativa di Ion Velez, che entra in area defilato sulla destra, supera il portiere uscito malamente ma si allarga troppo e si vede ribattere il tiro in angolo. Si va all'intervallo con la sensazione che il gol dell'Athetic fosse nell'aria e che il duplice fischio dell'arbitro abbia salvato il Getafe un po' come fa il gong col pugile alle corde. I baschi rientrano in campo ancora belli carichi e sfiorano subito il gol con l'iperattivo Velez, tanto generoso quanto poco lucido sotto porta, che conclude fuori dopo essere stato liberato solo davanti a Jacobo. L'Athletic riprende il suo monologo e torna ad assediare la porta altrui, ma stavolta lo fa sfilacciandosi visibilmente e lasciando ampie porzioni di campo al contropiede getafense; Victor Muñoz se ne accorge subito e spedisce dentro Guerron, veloce e dal grande dribbling, proprio per sfruttare le falle che si aprono nello schieramento biancorosso. La partita diventa così molto combattuta, con i Leoni a fare il match e gli azulones a difendersi con ordine e ripartire rapidamente, e le occasioni per segnare non mancano. Al 57' entra Del Olmo per Gabilondo e un minuto più tardi l'ex Eibar non arriva per un millimetro sulla respinta di Jacobo dopo una conclusione di David Lopez, ma non c'è nemmeno il tempo di imprecare perché Soldado viene lanciato in contropiede e spara su Iraizoz in uscita, lamentandosi poi per una trattenuta di Amorebieta piuttosto evidente. Episodio più che dubbio al 66': Iraola fa un gran numero in area ospite, palleggiando un paio di volte per poi superare Manu del Moral con un pallonetto, il getafense lo stoppa di mano ma l'arbitro fa finta di niente, scatenando le proteste di giocatori e pubblico. Caparros vede che i suoi soffrono a centrocampo e toglie Yeste, applaudito dal pubblico, per inserire Javi Martinez, però l'Athletic non riesce più ad accorciare come nel primo tempo e mostra il fianco alle iniziative di Guerron e di un ottimo Soldado, sfiorando la rete in diverse occasioni e al contempo rischiando di prendere gol in contropiede. All'83' Jokin si gioca la carta Iñigo, messo dentro al posto di Velez, e per l'attaccante di Vitoria è l'esordio ufficiale con la maglia zurigorri; l'ex centravanti del Murcia entra però in un momento di stanca, nel quale i bilbaini mostrano di non avere più energie e paiono accontentarsi di un punto che sarebbe quasi stretto. Non è dello stesso avviso Casquero, che all'87' vede Iraizoz fuori dai pali e tenta un pallonetto da più di 20 metri, cogliendo impreparato Gorka e andando a insaccare il pallone proprio all'incrocio dei pali: è senza dubbio il gol della giornata nella Liga e consegna i tre punti ad un Getafe che, in verità, ben poco aveva fatto per meritarseli. Lo shock tra i biancorossi è evidente e non bastano 3' di recupero per poter imbastire un'azione degna di nota, cosicché la vittoria se ne va a Madrid e a Bilbao restano solo amarezza e rimpianto. Non ci voleva questa sconfitta, non alla vigilia di un mese di fuoco e soprattutto non in questo modo beffardo, visto che i Leoni avrebbero potuto tranquillamente vincere con un paio di gol di scarto senza rubare nulla. Consoliamoci con la bella prestazione dei biancorossi e incrociamo le dita da qui a inizio novembre, sperando che lo schema favorito di Caparros (catenaccio+contropiede, per dirla in soldoni) dia i suoi frutti contro quattro delle migliori squadre di tutta la Spagna.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: buon segnale la prestazione di Yeste in un ruolo dove aveva palesato, l'anno scorso, alcuni limiti evidenti. I centrocampisti del Getafe non lo pressano molto e ancor meno ne sollecitano le scarse capacità di copertura, dunque Fran è libero di creare gioco e di mostrare i suoi colpi migliori; con squadre che impongono il loro gioco sarebbe meglio vederlo trequartista puro, ma per adesso ci accontentiamo. Le fasce fanno il loro dovere sia in fase di contenimento che di spinta: meglio a destra i Leoni, grazie alla buona intesa sull'asse Iraola-David Lopez (gran partita del terzino, ma anche il riojano ha ben figurato), un po' più bloccata la corsia sinistra dove Gabilondo comunque non demerita alla prima da titolare. Llorente si mangia un gol clamoroso, è vero, però ci mette fisico, testa (buone alcune aperture sugli esterni) e tecnica, saltando in dribbling diverse volte i difensori del Getafe; il punto è che non può fare tutto lui ed è normale che arrivi al tiro molto meno del suo compagno di reparto, purtroppo. Elogio anche per Orbaiz: fa cose semplici eppure non banali, apre dopo un paio di tocchi e dà buon ritmo al gioco biancorosso.
Che Ion Velez non fosse il classico bomber si era intuito già l'anno scorso, ma le tre nitide palle gol che fallisce davanti al portiere reclamano vendetta: non sempre fare tanto movimento e giocare senza risparmio significa essere dei bravi attaccanti. Del Olmo entra e fa rimpiangere Gabilondo: smania dalla voglia di incidere e, come spesso capita in questi casi, finisce per essere tanto fumo e poco arrosto. Soldado è un brutto cliente, però Amorebieta ci mette del suo facendosi saltare più di una volta e rischiando anche un rigore più espulsione che a termini di regolamento poteva starci tutto.

sabato 27 settembre 2008

4a giornata: Recreativo 1-1 Athletic.

Recreativo de Huelva: Riesgo, Pablo Oliveira, Morris, César Arzo, Poli; Sisi (77' Akale), Jesús Vázquez, Javi Fuego (63' Adrián Colunga), Camuñas; Javi Guerrero, Marcos Ruben (75' Barber).
Athletic Bilbao: Iraizoz, Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Gurpegui (46' Orbaiz), Javi Martínez (72' Etxeberría), David López; Vélez (52' Yeste), Llorente.
Reti: 71' Javi Guerrero, 75' David López.
Arbitro: Durienzo Álvarez (Colegio castellano-leonés).

Prendersi il punto, tenerselo stretto in vista del drammatico calendario di ottobre e dimenticare in fretta la partita di ieri. Ecco la ricetta magica per rendere digeribile la prestazioni di ieri dell'Athletic, tornato ancora una volta a palesare i limiti già visti nella prima trasferta dell'anno, quella di Malaga, dove i Leoni non furono capaci di andare oltre lo 0-0 contro una squadra che deve ancora segnare il suo primo gol liguero (e siamo alla quarta giornata...). I problemi sono sempre gli stessi: difficoltà ad impostare, poche idee in fase di possesso palla, difficoltà ad attaccare una difesa schierata e via dicendo; se gli avversari non lasciano il proprio fianco scoperto al contropiede biancorosso e si trincerano dietro sono dolori, e il risultato non può che essere un match ai limiti della denuncia penale come quello visto al Colombino. Urgono soluzioni, anche se gli impegni di ottobre (Siviglia, Real, Barcellona e Villarreal a inizio novembre) se non altro sembrano fatti per esaltare il calcio sparagnino di Caparros.
Il tecnico di Utrera rispetta i propositi della vigilia e conferma in toto la formazione vittoriosa con il Valladolid, mentre Zambrano, allenatore del Recre, mostra subito che tipo di partita vuole giocare tenendo fuori il giovane attaccante Adrian Colunga e aggiungendo un uomo a centrocampo, visto che Javi Guerrero fa l'esterno aggiunto più che la seconda punta; logica l'intenzione del mister locale di non ripetere la prestazione da "banda del buco" mostrata dai suoi al Calderon di Madrid, nell'intento di occupare gli spazi nella propria trequarti e di lasciare palla e iniziativa all'Athletic, che, come al solito, non sa bene cosa farsene. Gurpegi e Javi Martinez non trovano soluzioni, sugli esterni stavolta c'è poco movimento e non bastano la generosità di Ion Velez e la brillantezza di un sempre elettrico Susaeta a creare pericoli dalle parti di Riesgo; dal canto loro, i padroni di casa non si azzardano quasi a mettere il naso fuori dalla propria metà campo e si affidano unicamente alla buona vena di Sisi per farsi vedere in avanti, anche se la giovane ala destra predica nel deserto del reparto offensivo andaluso. Il primo tempo scorre così tra gli sbadigli e le occasioni da gol si contano sulle dita di una mano: Llorente spedisce alto un cabezazo al 22', Sisi risponde chiamando alla parata Iraizoz ma è di Ion Velez l'occasione migliore, un rasoterra scaricato in porta dopo aver saltato Morris su cui Riesgo è bravo a salvare. Dopo 45' penosi ci si aspettano dei cambi e Caparros mostra di essere un allenatore elastico, capace di leggere il match e di saper rimediare a delle scelte sbagliate. Fuori dunque Gurpegi per Orbaiz, sostituzione seguita al 52' da quella di Velez che lascia il posto a Yeste: Fran si piazza dietro Llorente con libertà assoluta di movimento, il ruolo che da un po' di tempo invocavo per lui. La partita migliora, anche perché era impossibile che peggiorasse, le due squadre giocano in modo più aperto e anche il Recre comincia a rendersi veramente pericoloso, con Javi Guerrero che al 63' trova un grande Iraizoz sul suo colpo di testa a colpo quasi sicuro. Zambrano vede che i suoi uomini stanno alzando sempre più il baricentro e si gioca la carta Adrian Colunga, spedito in campo al posto del mediano Javi Fuego, avanzando poi Guerrero in posizione di trequartista; la mossa coraggiosa del tecnico di casa viene subito premiata dal gol del vantaggio andaluso, siglato da Javi Guerrero con un gran diagonale sinistro. Strano caso quello del numero 23 del Recre: si chiama come il nostro inimitabile Julen, ma è di Madrid e deve avercela con l'Athletic, visto che i Leoni sono da sempre una delle sue vittime preferite... Caparros capisce che non c'è tempo da perdere, inserisce Etxeberria per Javi Martinez e ridisegna la squadra secondo un 4-4-2 che diventa un rombo in fase offensiva, con Orbaiz vertice basso e Yeste a sostegno delle punte. Come successo in precedenza a Zambrano, anche stavolta la dea bendata sorride all'allenatore coraggioso e lo premia con il gol: l'autore è il redivivo David Lopez, imbeccato da un gran pallone in area di Yeste, ma va detto che la volee mancina dell'ex giocatore dell'Osasuna è poco più di un passaggio e che dunque il merito della rete va quasi tutto a Riesgo, capace di farsi uccellare sul suo palo da un tiro-cross quasi innocuo. 1-1 e sentiti ringraziamenti al portiere nato e cresciuto nella Real Sociedad, ricordato da molti tifosi dell'Athletic per i diversi regali concessi ai biancorossi nella sua carriera. La parte finale della partita è accesa e vibrante, le squadre finalmente sembrano giocare più per vincere che per non perdere e si susseguono diversi rovesciamenti di fronte potenzialmente pericolosi; la palla gol più grande, tuttavia, arriva solo a 2' minuti dal termine ed è per Adrian Colunga, il cui rasoterra dall'interno dell'area, secco e potente, viene sventato con un miracolo da Iraizoz, che salva il punto grazie ad un riflesso eccezionale. Non succede più nulla fino al fischio finale, Athletic e Recreativo si dividono giustamente la posta in palio e non fugano i dubbi emersi nelle prime giornate di Liga. Meglio i biancorossi con Orbaiz e Yeste, ma non è una notizia che Gurpegi e Javi Martinez soffrano in fase di impostazione; contro squadre del genere va inserito un regista (Pablo o Iturraspe) e soprattutto c'è bisogno di qualcuno che accenda la luce nella trequarti avversaria, cosa che non può fare sempre e solo Susaeta, che peraltro gioca sulla fascia. Contro difese schierate serve lo Yeste trequartista, c'è poco da fare. Tenerlo in panchina mi sembra un'operazione masochistica e spero che anche Caparros arrivi a pensarla così.

lunedì 22 settembre 2008

3a giornata: Athletic 2-0 Valladolid.


Luis Prieto, ex dell'Athletic, a inizio partita con un bambino vestito di biancorosso in braccio.

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Javi Martínez, Gurpegui (78' Iturraspe), David López (63' Del Olmo); Ion Vélez (87' Etxeberria), Llorente.
Real Valladolid: Asenjo; Baraja, Prieto, Nano (70' Canobbio), Marcos; Alvaro Rubio, Borja (57' Ogbeche); Aguirre (57' Víctor), Vivar Dorado, Jonathan Sesma; Escudero
Reti: 50' Llorente, 81' Iraola (rig.).
Arbitro: Rubinos Pérez (Comité madrileño).

E' buona la terza per l'Athletic di Caparros versione 2008/09, con tanti ringraziamenti al Valladolid che ha giocato una gara penosa, come lo stesso Mendilibar, allenatore dei pucelani, ha confermato in sala stampa, parlando di peggior partita giocata sotto la sua gestione. Un po' troppo duro il nostro ex tecnico, probabilmente, ma è innegabile che i biancoviola siano stati più uno sparring partner (e di livello non eccelso, peraltro) che un avversario vero. Meglio così, ma occhio a non esaltarsi troppo per una vittoria certamente preziosa e tuttavia non del tutto sincera, proprio a causa dell'atteggiamento ultra-rinunciatario degli ospiti.
Come anticipato ieri, Caparros lascia in panchina Yeste e ripropone sulla mediana la coppia Gurpegi-Javi Martinez, poco convincente nell'esordio liguero con l'Almeria soprattutto per le carenze in fase d'impostazione; sulle fasce giostrano Susaeta a destra e David Lopez, titolare al San Mamés per la prima volta dopo sette mesi, a sinistra, con Balenziaga confermatissimo dopo la buona prova di Malaga. La prima mezz'ora sembra ribadire le perplessità già emerse alla prima giornata, visto che basta un Valladolid appena ordinato per mettere in crisi la manovra offensiva dei Leoni, incapaci di creare azioni manovrate e di farsi vedere con pericolosità dalle parti di Asenjo; dal canto loro, i pucelani rinunciano da subito a giocare a calcio, limitandosi a intasare gli spazi nella propria trequarti e a lasciare il povero Escudero solo nella morsa dei due centrali dell'Athletic. Poco prima del 30', però, Caparros azzecca la mossa giusta invertendo di fascia Susaeta e David Lopez, con il riojano finalmente protagonista di una buona partita; i biancorossi salgono improvvisamente di tono e iniziano a martellare la retroguardia della squadra di Mendilibar con azioni in serie, andando vicini al gol con Llorente (cabezazo fuori di poco), Ion Velez (tiro a girare dal vertice destro su cui Asenjo risponde presente) e proprio David Lopez, che al 34' supera il portiere con un tiro-cross (o meglio, un cross sbagliato...) respinto però dalla traversa. Al 45' l'arbitro annulla un gol di Velez per fuorigioco, seconda decisione dubbia dopo un "mani" in area di Marcos al 25' non sanzionato, e il tempo si conclude dunque sullo 0-0. La ripresa si apre come si era chiusa la prima frazione: Athletic arrembante e Valladolid alle corde. Gurpegi e Javi Martinez danno sostanza al centrocampo e aprono subito sulle fasce, dove le sovrapposizioni di Iraola e Balenziaga mettono sovente in difficoltà Baraja e Marcos, e in generale si ha l'impressione che il gol dei padroni di casa sia solo questione di tempo. Asenjo dice no a Llorente al 49', ma un minuto dopo non può nulla sul colpo di testa di Nando, che salta in modo prepotente a sovrastare il proprio marcatore e spedisce in rete un bellissimo cross di Balenziaga: 1-0 meritato per i Leoni e partita che si indirizza su binari più consoni alla squadra di Caparros. Mendilibar prova a scuotere i suoi inserendo Victor e Ogbeche, ma stavolta l'Athletic non sembra risentire della "sindrome da vantaggio" di cui soffriva lo scorso anno e continua a tenere in mano le redini del gioco e a rendersi pericoloso, come dimostra il grande intervento con cui l'ottimo Sergio Asenjo sventa al 63' un gran tiro di Del Olmo, che vede sfumare così la possibilità di bagnare con il gol la sua prima presenza ufficiale con la camiseta zurigorri. Al 79' cala il sipario sul match: cross di Balenziaga (molto bravo il ragazzo), Baraja tocca col braccio, invero attaccato al corpo, e il signor Rubinos Perez decreta un rigore assai dubbio che Iraola insacca due volte, visto che l'arbitro decide di far ripetere la prima esecuzione del terzino destro non si sa bene perché. Andoni resta freddo e trasforma per il 2-0 che chiude di fatto la contesa. L'ultimo brivido è in pieno recupero, con Etxeberria a cogliere la traversa a portiere battuto. Non sarebbe stato esagerato un punteggio più pesante per il Valladolid, salvato in più occasioni dalla bravura del suo portiere, ma all'Athletic va bene così, l'importante era vincere e i tre punti sono arrivati. Le prossime partite ci diranno se è stato più per merito dei Leoni o più per l'inconsistenza dei pucelani, ma fino a mercoledì godiamoci la vittoria e le buone prestazioni di alcuni giocatori, Llorente e Balenziaga su tutti. Ci sarà tempo per parlare di Yeste e di alcune cose (che definirei sciocchezze) che sto leggendo su di lui.

domenica 21 settembre 2008

Si ricomincia.


Il nostro avversario di oggi, il Valladolid.

Un saluto a tutti i lettori. Come da titolo, il blog riapre oggi, giusto in tempo per seguire la terza giornata di Liga. Non è successo molto in queste due settimane in cui sono stato assente: un pareggio buono per muovere la classifica ma assai squallido, ottenuto peraltro contro una delle peggiori squadre della Liga, e due rinnovi importanti, quelli di Amorebieta e Javi Martinez. La prima cosa decente fatta dalla dirigenza questa stagione, senza dubbio. Oggi alle 17 ci aspetta una sfida assai delicata con il Valladolid, reduce dall'ottimo successo per 2-1 sull'Atletico Madrid e annunciato in gran forma; tutto il contrario dei Leoni, dunque, almeno a giudicare dalle prestazioni biancorosse nelle prime due gare di campionato. Caparros confermerà il buon Balenziaga visto a Malaga sulla fascia sinistra, mentre a centrocampo l'altro esordiente di domenica scorsa, Iturraspe, dovrebbe lasciare spazio a Gurpegi. Yeste, fischiatissimo contro l'Almeria, probabilmente si accomoderà in panchina per lasciare spazio al tandem offensivo Llorente-Velez, e a questo punto potremmo anche iniziare a parlare di "caso" riguardo a Fran: piazzato largo a sinistra rende la metà, come pivote si impegna ma palesa evidenti limiti nella fase difensiva e non è una seconda punta. Yeste deve essere libero di potersi esprimere nel suo ruolo, quello di trequartista centrale, altrimenti diventa un peso per la squadra. Io non lo toglierei mai, ma comunque apprezzo la scelta di Jokin: inutile mettere in campo il numero 10 a tutti i costi, o viene schierato fantasista o sta in panchina. Vedremo se il risultato sorriderà al tecnico. Altro caso è quello di Koikili, nemmeno convocato per la partita di oggi; l'anno scorso è stato una rivelazione, inferiore solo a Susaeta nel ruolo di sorpresa assoluta, e in questa temporada è un vero e proprio desaparecido, anche perché non si conosce il motivo del suo improvviso allontanamento dalla titolarità. Insomma, le premesse non sono buone e tuttavia l'Athletic è chiamato a fare risultato: gioca in casa, ha davanti a sé un rivale non di primissimo piano e deve fare punti adesso, visto che il calendario di quest'anno è davvero balordo, con impegni iniziali più facili e un ottobre "monstre" nel quale dovrà affrontare, nell'ordine, Siviglia, Barcellona, Real Madrid e Villarreal (quest'ultima partita il 2 novembre). La vittoria oggi serve come il pane, speriamo che i ragazzi non ci deludano come nell'esordio casalingo contro l'Almeria.

giovedì 4 settembre 2008

Conosciamo Balenziaga.


Balenziaga in allenamento con la maglia della Real Sociedad (foto As.com).

Ficha técnica:
Mikel Balenziaga Oruesagasti (29/2/1988)
Lateral izquierdo
Lugar de nacimiento: Zumárraga (Guipúzcoa)
Altura: 1,79 m
Peso: 71 kg

Nato calcisticamente nella cantera errealista, Mikel Balenziaga, l'ultimo acquisto dell'Athletic, è un terzino sinistro di cui si dice un gran bene. Non l'ho mai visto giocare, ma dalle informazioni che ho ricavato in rete mi sono fatto l'idea di un difensore agile e piuttosto veloce, dotato di fondo e di buone capacità di spinta; d'altra parte, non sarà un caso se ha giocato in tutte le formazioni giovanili della Spagna e se un club come il Real Madrid lo stava seguendo per incorporarlo nel Castilla (la squadra B delle merengues). Il club biancorosso lo ha pagato un milione di euro e il giocatore gipuzcoano ha firmato per cinque stagioni, concordando una clausola rescissoria da 30 milioni; ufficialmente è aggregato con il Bilbao Athletic, ma voci ufficiose parlano di un suo possibile utilizzo già dal prossimo impegno liguero a Malaga, dunque è probabile che il ragazzo segua il percorso di Susaeta l'anno passato e faccia la spola tra prima e seconda squadra. Speriamo che le buone referenze di Balenziaga si traducano in prestazioni efficaci sul campo, ma una cosa è comunque sicura: peggio del Casas visto domenica non potrà fare. Benvenuto Mikel!

Per un giocatore che viene, uno che se ne va: Roberto Martinez Ripodas, per tutti Tiko, giocherà questa stagione in prestito all'Eibar, di cui diverrà il primo "internazionale" (ha una presenza con la Spagna risalente all'epoca dei tikotazos). Centrocampista tecnico e con una buona visione di gioco, Tiko resterà nella memoria di tutti i tifosi dei Leoni per i suoi poderosi tiri dalla distanza che hanno fruttato molte vittorie all'Athletic; io ricordo con particolare affetto una sua bordata di destro che ci regalò il successo quasi al 90' nel derby con la Real Sociedad, una goduria immensa. Va però detto che il Tiko attuale non è più quello di qualche anno fa: tra età che avanza, infortuni gravi e giovani emergenti, il centrocampista navarro ha perso spazio stagione dopo stagione e si è ritrovato confinato ai margini della prima squadra. Inevitabile la sua cessione, anche se in prestito, che prelude ad un addio nel prossimo giugno.

lunedì 1 settembre 2008

1a giornata: Athletic 1-3 Almeria.


L'unica immagine da salvare della giornata di ieri: Urzaiz saluta i tifosi nel giorno del suo addio al calcio. Notate la maglia senza scritte pubblicitarie... aupa Isma! (foto Eitb24.com).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Ustaritz, Casas; Susaeta (63' David López), Javi Martínez, Gurpegui (46' Orbaiz), Yeste; Etxeberria (46' Ion Vélez), Llorente.
UD Almería: Diego Alves; Bruno, Chico, Pellerano, Mané; Julio Álvarez, Juanito; Ortiz, Corona (72' Kalu Uche), Piatti (64' Crusat); Negredo (76' Solari).
Reti: 7' Pellerano, 33' Negredo, 50' Ortiz, 57' Ion Vélez.
Arbitro: Teixeira Vitienes (Colegio Cántabro).

Vediamo il lato positivo: l'ultima volta che l'Athletic esordì in campionato con una sconfitta casalinga (Athletic-Barcellona 0-1, stagione 2003/2004, allenatore Valverde) la stagione si concluse con un ottimo quinto posto finale e la conquista dell'Europa, ad oggi il miglior risultato ottenuto dai Leoni nel nuovo millennio. Oltre a questo dato statistico c'è però poco da stare allegri, perché la prestazione dei biancorossi è stata oltremodo sconfortante: condizione fisica approssimativa, poca convinzione, mancanza di grinta e "garra", soliti limiti nell'impostazione del gioco e, cosa vista raramente l'anno scorso, inconsistenza difensiva preoccupante. Il saluto al pubblico di Urzaiz, che ha ricevuto l'omaggio del San Mamés nel giorno del suo ritiro dal calcio giocato, è servito a Macua per evitare l'annunciata pañolada contro le follie estive della società, ma la bruttissima gara dei bilbaini ha scatenato al termine dell'incontro una salva di fischi più che indicativa. Il pubblico basco, già provato dall'adozione della pubblicità sulle maglie e da un mercato ridicolo, non è disposto a tollerare prove come quella di ieri. Caparros, la squadra e soprattutto il presidente (rigorosamente minuscolo) sono avvertiti.
Jokin presenta il suo primo undici della nuova stagione schierandolo col 4-4-2 tipico della casa, anche se ci sono un paio di variazioni rispetto alla formazione che l'anno scorso sfiorò la qualificazione all'Intertoto con un girone di ritorno di ottimo livello. In porta rientra ovviamente Iraizoz, che davanti a sé non ha Amorebieta, fermatosi per un infortunio nel riscaldamento, ma Ustaritz in coppia con Ocio, mentre Yeste viene piazzato dal tecnico di Utrera largo a sinistra; la novità principale, tuttavia, risiede nella titolarità di Casas, nella scorsa stagione lasciato senza dorsale da Caparros, che prende il posto di un Koikili addirittura non convocato. Un vero mistero la situazione del terzino di Otxandio, ex campione spagnolo di letta greco-romana, passato dall'essere la vera rivelazione della scorsa temporada a giocare poco durante il precampionato, finendo poi per vedere l'esordio dei compagni dalla tribuna del San Mamés; i motivi di questo mutamento sono sconosciuti, ma è evidente che c'è qualcosa sotto, perché non si può oggettivamente preferire al buon Koi uno scarpone come Casas (scelta che, come vedremo più avanti, ha avuto le sue conseguenze...). La partita inizia su ritmi discreti, con l'Athletic che aspetta l'Almeria al varco della propria metà campo e propone un pressing che pare buono, tuttavia il registro cambia presto, anche troppo: al 7' Corona batte un corner da destra, a centro area un giocatore andaluso spizza la palla indisturbato e il difensore argentino Pellerano, anch'esso liberissimo, irrompe e devia di piatto, spiazzando Iraizoz proteso in tuffo e regalando un immediato vantaggio ai suoi. I Leoni vedono crollare subito l'idea di partita che avevano in mente e annaspano, incapaci di variare lo schema "palla lunga a Llorente-stop spalle alla porta-scarico per i centrocampisti a rimorchio" con cui creano qualcosa, è vero, ma senza dare l'impressione di poter portare pericoli in serie alla porta di Diego Alves. A centrocampo la coppia Gurpegi-Javi Martinez, ben assortita sul piano del dinamismo e dell'abilità nel filtro, si dimostra poco adatta ad affrontare una difesa schierata (adesso l'Almeria, giustamente, pensa più che altro ad occupare gli spazi e a ripartire in contropiede), mentre Yeste, isolato a sinistra, non riesce a incidere, anche se gli va dato atto di impegnarsi al massimo e di giocare con grande dedizione; purtroppo le sue caratteristiche non sono quelle dell'ala pura e avrebbe bisogno di un terzino capace di portargli la palla almeno sulla trequarti, in modo da poter crossare con profitto grazie al suo sinistro magico, ma con Casas un'opzione del genere è da scartare in partenza. Per fortuna c'è Susaeta, lui sì ispirato e volitivo, sempre rapido e ficcante palla al piede e pronto ad inserirsi quando Llorente lo serve una volta domati i palloni lunghi che Ocio gli recapita dalle retrovie; sono proprio di Markel le prime azioni degne di nota dell'Athletic, una delle quali chiama Alves ad un intervento non facile. Quando sembra che i Leoni stiano guadagnando terreno (Etxeberria alla mezz'ora sfiora la traversa con una bella volee mancina su torre di Llorente), ecco che arriva puntuale la doccia fredda: Casas, proprio lui, nel tentativo di servire Iraizoz appoggia goffamente a metà tra Ustaritz e il nostro portiere, Negredo intercetta e si invola verso la porta, superando Gorka con un delizioso tocco sotto e ringraziando infine il terzino di Sopelana, ancora una volta rivelatosi incapace di giocare a certi livelli. Il 2-0 mette quasi ko l'Athletic, che non riesce a costruire nulla di buono nel quarto d'ora finale del primo tempo. Caparros corre ai ripari durante l'intervallo e propone un cambio assai razionale: fuori Gurpegi, nullo in impostazione, e dentro il regista Orbaiz, incaricato di dare ordine alla manovra con le sue sapienti geometrie; entra anche Ion Velez al posto di un impalpabile Etxeberria, e devo dire che c'è curiosità intorno al ragazzo, visto che a lui spetta il non facile compito di sostituire Aduriz. Jokin sposta poi Susaeta a sinistra e lascia Yeste libero di fluttuare sul centro-destra, con Javi Martinez incaricato di coprirgli le spalle e il sempre positivo Iraola pronto a tamponare ogni minima falla. Il piano del tecnico non sembra malvagio, peccato però che la difesa biancorossa ne combini un'altra al 50', lasciando Corona (gran partita la sua) libero di arrivare al limite dell'area e di servire Ortiz, che brucia Casas, in ritardo nel fare la diagonale, e batte Iraizoz per la terza volta. Il pubblico della Catedral inizia a spazientirsi e piovono i primi fischi sulle teste dei Leoni, incapaci fin lì di reagire e messi al tappeto da un'Almeria sufficiente e nulla più. Forse la protesta del pubblico serve a pungolare i giocatori, o magari sono gli andalusi a mollare un po' la presa, fatto sta che l'Athletic ha una fiammata d'orgoglio intorno all'ora di gioco. Al 57' Susaeta, migliore in campo per i biancorossi, imbecca splendidamente in area Ion Velez, il cui rasoterra sinistro di prima intenzione infila Diego Alves sotto le gambe per l'1-3: primo gol in Liga per la punta di Tafalla, congratulazioni a lui. Lo stesso Velez, un paio di minuti più tardi, viene lanciato in area ma traccheggia al momento del tiro e viene contrastato in scivolata da un difensore ospite. E' il momento migliore dell'Athletic e la rimonta sembra quasi possibile, anche perché al 66' l'arbitro assegna un rigore ai padroni di casa per un netto tocco di braccio di Bruno, che ferma in maniera irregolare un bel filtrante di Llorente per Velez. Il momento è decisivo e sul dischetto va capitan Yeste, che purtroppo calcia male col suo sinistro e partorisce un rasoterra debole e troppo centrale, sventato di piede dal bravo Alves. La partita, in pratica, finisce qui, e il resto del tempo scorre senza alcuna azione degna di nota, tranne un colpo di testa alto di poco di Javi Martinez proprio al 90', anche perché l'Almeria addormenta il gioco e ai Leoni cominciano a mancare le forze, segno evidente che la pretemporada modello "Giro del mondo in 80 giorni" ha lasciato tracce non proprio trascurabili sulla loro condizione fisica. Al fischio finale di Teixeira Vitienes il San Mamés si fa sentire, bordate di fischi accompagnano i biancorossi negli spogliatoi e sicuramente non sfuggono all'orecchio del presidente Macua. La pausa per gli impegni delle nazionali non potrebbe arrivare in un momento migliore: il campionato è appena partito e stiamo già boccheggiando, speriamo di ritrovare in due settimane la condizione e la determinazione che contro l'Almeria non si sono viste.
I migliori e i peggiori dell'Athletic: copertina d'obbligo per Ion Velez, autore del gol della bandiera per i Leoni e protagonista di un buon secondo tempo. Più mobile di Etxeberria, mostra una discreta intesa con Llorente e fa vedere alcuni tagli interessanti: forse l'esperienza all'Hercules lo ha davvero migliorato molto, restituendoci un attaccante almeno decente. Chi non è cambiato rispetto all'anno scorso è Susaeta, elettrico e instancabile folletto che dà alla manovra dell'Athletic imprevedibilità e fantasia; bravo palla al piede, non si fa pregare quando deve saltare l'uomo o concludere a rete, ma sa anche assistere alla perfezione i compagni come dimostra dando a Velez un gran pallone in occasione dell'1-3. Discreta la partita di Llorente, che si batte come un leone spalle alla porta e regala quattro-cinque assist ai compagni con le sue sponde, così come è buona quella di Iraola, che dimostra sul campo di meritarsi la seconda convocazione di Del Bosque. Efficace l'impatto sul match di Orbaiz, ma non scopriamo certo oggi le grandi capacità del navarro in cabina di regia. Voglio spendere una parola di solidarietà per Yeste, che a parer mio merita la sufficienza: relegato sulla fascia sinistra, lui che non ha la velocità né il cambio di passo dell'ala, ha disputato una gara generosa, affrontandola con dedizione e spirito di sacrificio; il rigore sbagliato non basta a giustificare i fischi con cui il pubblico lo subissava ogni volta che toccava palla, a questo punto il pregiudizio verso Fran mi pare netto e assai ingiusto.
Quando ho visto in campo Casas ho pensato che il dio del calcio deve avercela con noi (o forse ama alla follia Javi, chissà): non mi sono mai spiegato come questo giocatore sia arrivato in Primera e tuttora non capisco come un tecnico possa schierarlo titolare in una partita di Liga. Il terzino di Sopelana regala il secondo gol a Negredo, è in ritardo su Ortiz in occasione del terzo e mette il suo zampino perfino nella prima rete andalusa, visto che l'azione da cui nasce il corner si sviluppa da una sua chiusura difettosa; non è un caso che l'Almeria attacchi solo sulla sinistra dell'Athletic, dove più che un difensore staziona una simpatica statua di cera. Stendiamo un velo pietoso sulla fase di spinta: un cross in curva, appoggi sbagliati e passaggi in profondità per Yeste sempre mal calibrati, tanto che il povero Fran, inquadrato dopo l'ennesima rincorsa dietro un lancio sballato di Javi, aveva una faccia più eloquente di mille parole. Se Casas si conferma penoso, va detto che anche il pacchetto centrale della difesa non fa il suo dovere: Ustaritz, rientrato da poco da un infortunio, palesa una condizione approssimativa, mentre Ocio non è il solito autorevole comandante della retroguardia basca. Dubbi sulla coppia di mediani Gurpegi-Javi Martinez: in fase di contenimento siamo quasi al top, ma quando bisogna impostare è notte fonda. O si dà maggior libertà a Yeste, oppure Caparros sarà sempre costretto a togliere uno dei due quando la squadra si troverà a dover imporre il suo gioco, cosa nella quale ha peraltro fatto sempre fatica. Che giornataccia quella di Etxeberria! Quando il Gallo ha di questi pomeriggi va tolto subito, abulico e indisponente come sa essere farebbe arrabbiare anche un santo, e bravo è stato Caparros a lasciarlo negli spogliatoi durante l'intervallo. Se questa dev'essere la stagione del riscatto per David Lopez, bisogna dire che il riojano non inizia granché bene: Jokin gli concede mezz'ora (incomprensibile la sostituzione di Susaeta, a meno che Markel non fosse alla canna del gas...) e l'ex Osasuna gioca un match grigio e senza il minimo lampo, dimostrandosi una volta di più la fotocopia sfocata del buon giocatore visto a Pamplona.