martedì 27 novembre 2007

13a giornata: Athletic 2-2 Deportivo.


Taborda prende l'ascensore e incorna il pallone del 2-2 (foto As).

Athletic Club: Aranzubia; Iraola, Ocio, Amorebieta, Koikili; David López (84' Ustaritz), Orbaiz, Yeste, Gabilondo; Etxeberria (70' Susaeta), Llorente (75' Aduriz).
Deportivo de La Coruña: Aouate; Barragán (58' Taborda), Piscu, Coloccini, Manuel Pablo; Juan Rodríguez (55' Riki), Sergio, De Guzmán, Guardado; Verdú; Xisco (40' Bodipo).
Reti: 23' Barragán (ag), 53' David López, 62' Riki, 90' Taborda.
Arbitro: Rodríguez Santiago (Comité Castellano-Leonés).

Problema: gettare al vento una vittoria già in tasca. Svolgimento dell'Athletic: dominare in lungo e in largo nel gioco e portarsi sul 2-0 a mezz'ora dal termine; prendere un gol a causa di una punizione evitabile; impaurirsi, far entrare un difensore in più ma evitare accuratamente di rimpolpare una mediana sguarnita; addormentarsi in difesa al 90' e beccare la rete del pari su un cross lento dalla trequarti. Voto: 10 e lode.
A parte l'ironia, non par vero di lasciare altri due punti per strada proprio all'ultimo minuto: dopo la beffa del Montjuic (autogol incredibile di Aitor Ocio nel recupero), ecco il 2-2 interno contro il Depor di Lotina, squadra inguardabile che per 60 minuti non riesce a costruire un'unica azione degna di nota. Sarà bene che Caparros rifletta a lungo su questa incapacità dei Leoni di gestire un risultato favorevole, senza dubbio il limite più evidente che la squadra ha mostrato fin qui sotto la sua gestione. Il tecnico di Utrera deve forzatamente rinunciare a Javi Martinez, squalificato, e opta per l'inserimento dal primo minuto di Yeste, positivo in Coppa contro l'Hercules, protetto in mediana da Orbaiz; in realtà, il rombo che dovrebbe derivarne si trasforma spesso in un centrocampo in linea, visto che Fran ripiega spesso e volentieri e agisce più come regista che da fantasista puro. La mossa di Jokin non è del tutto nuova, poiché anche "baffone" Mané aveva provato il numero 10 nel doble pivote la scorsa stagione, a dir la verità con risultati non troppo esaltanti...stavolta Yeste sembra trovarsi più a suo agio, anche perchè la coppia centrale del Depor, formata da De Guzman e Sergio, bada solo a spezzare il gioco altrui e non costringe Fran ad un lavoro di interdizione che non è nelle sue corde e che infatti viene svolto senza troppi patemi dal solo Orbaiz, tra l'altro solitamente esentato dal grosso dei compiti di copertura. La coppia offensiva Etxebe-Llorente, con quest'ultimo preferito ad Aduriz dopo la buona prova di Alicante, trova così ottimi rifornimenti dai centrocampisti e mostra subito di poter creare pericoli alla porta dei galiziani, in particolar modo grazie ad un Nando finalmente incisivo. I biancorossi prendono subito il comando delle operazioni e schiacciano fin dai primi minuti di gioco gli avversari nella propria metà campo, creando anche palle gol ad una frequenza maggiore del solito. All'11' Iraola fa tremare il palo alla sinistra di Aouate con una bordata impressionante da 30 metri, calciata di collo esterno di prima intenzione: poteva essere il gol della giornata, invece al terzino resta solo una grande amarezza. Ciò che la fortuna ha tolto ad Andoni, lo restituisce al 23' sotto forma di un autogol che ha del clamoroso: Llorente controlla male un cross del solito Iraola, la palla si impenna e Barragan, nel tentativo di liberare, colpisce malamente di testa spedendola con un pallonetto beffardo nella propria porta. I Leoni quasi si vergognano per essere passati in vantaggio così e tentano di restituire il favore con Amorebieta, che sfiora di nuca una punizione tagliata di Verdú e batterebbe Aranzubia se Koikili non apparisse all'ultimo momento deviando la sfera in angolo. Senza regali del genere il Depor non è mai pericoloso e sembra anzi già rassegnato alla sconfitta, tanto che i biancorossi continuano a disporre a loro piacimento del match, attenti in difesa e molto bravi nel mantenere un produttivo possesso palla. Llorente al 37' potrebbe segnare il 2-0, ma il cross di Iraola (e chi sennò?) stavolta è lungo di un paio di centimetri....Nando vola in spaccata senza trovare la palla, meritandosi però gli applausi convinti del San Mamés.
La ripresa riparte da dove era terminata la prima frazione, e dopo appena 8 minuti l'Athletic raddoppia. Yeste pesca magicamente Gabilondo sul lato sinistro dell'area di rigore, Igor è bravo a rientrare ed a servire Llorente il cui tiro ciabattato diventa un assist involontario per David Lopez, che ringrazia madama fortuna, batte Aouate in uscita e sigla il suo primo gol in biancorosso. Quando la Dea Bendata manda tutti questi segnali positivi, è difficile pensare di non vincere la partita. I Leoni però decidono di complicarsi la vita e a meno di mezz'ora dal termine Yeste regala una punizione dal limite a Riki, che non si lascia sfuggire l'occasione e silura Aranzubia con un sinistro rabbioso sul palo del portiere. Il Depor, fin qui inesistente, come spesso accade trae dal gol una spinta notevole e inizia a rendersi pericoloso, anche perchè Lotina aveva inserito in precedenza ben tre attaccanti (Bodipo, Riki e Taborda) e il loro peso specifico si fa sentire, anche se nel contempo gli spazi lasciati dai galiziani al contropiede basco aumentano in modo esponenziale. Llorente, grande protagonista della gara, dà al pubblico biancorosso l'illusione del gol al 67', ma la sua girata da posizione defilata dopo un bel controllo spalla alla porta finisce sull'esterno della rete. E' l'ultima occasione utile per Nando, che al 75' lascia il campo tra gli applausi ad Aduriz e segue negli spogliatoi capitan Etxebe, sostituito da Susaeta al 70'. Caparros si tutela togliendo due punte per inserire un altro attaccante e un centrocampista, tuttavia non sembra comprendere che l'Athletic soffre adesso in mediana per la scarsa copertura fornita dal tandem Yeste-Orbaiz; il cambio più logico sarebbe quello di Fran con Muñoz o Murillo, ma il tecnico di Utrera non è di questo parere e tiene in campo questa coppia di mediani poco incisiva in fase di copertura. Al 77' Riki cicca clamorosamente un pallone servitogli in area da Bodipo, Jokin si tutela subito e mette dentro Ustaritz per marcare l'ispiratissimo numero 11 galiziano. Gli ultimi minuti scivolano via senza grandi emozioni, quand'ecco una veloce ripartenza del Depor culminare con il pallone sulla destra per Guardado, il cui cross a centro area sembra poter essere preda del portiere: Aranzubia però accenna solo il primo passo dell'uscita, quindi arretra e viene uccellato dal preciso colpo di testa dell'uruguagio Taborda, bravo a prendere d'infilata i centrali biancorossi con un taglio centrale. E' la rete dell'incredibile pareggio degli ospiti, gol che lascia ammutoliti i 35.000 del San Mamés e che non rende giustizia alla buona partita disputata dai bilbaini. Nelle ultime due giornate l'Athletic ha dilapidato tre punti nei minuti di recupero, cosa che potrebbe pagare cara visto il trittico di avversarie che lo aspettano, ovvero Valencia, Real Madrid e Maiorca; la speranza di tutti è che la squadra, nettamente migliorata rispetto all'anno scorso, faccia quell'ultimo salto di qualità necessario per abbandonare le zone pericolose della classifica.

I migliori e i peggiori nell'Athletic: finalmente una bella prestazione per Fernando Llorente. L'eterna promessa biancorossa gioca una partita di grande sostanza: lotta su ogni pallone, cerca e trova spesso la spizzata per i compagni, si batte come un leone in area di rigore e va anche alla conclusione con pericolosità. Seppur in modo fortuito, entra nelle azioni di entrambe le reti dell'Athletic e ciò non è un caso vista la mole di palloni giocati; meriterebbe il gol, non lo ottiene due volte per una questione di centimetri, ma in generale si può dire che giochi la sua miglior partita stagionale. Questo è il Nando che serve all'Athletic, e bene fa il pubblico a tributargli un applauso caloroso dopo tante contestazioni. Il migliore in campo è comunque Iraola, autore di un primo tempo semplicemente devastante, fatto di percussioni continue, di cross tagliati in serie e di una conclusione da manuale del calcio che si stampa sul palo a portiere battuto; Andoni cala un po' nella ripresa, però dimostra di essere in condizioni eccellenti ed è davvero incredibile che Aragones continui ad ignorarlo in chiave seleccion. Gabilondo, pur mostrando limiti a volte sconcertanti di cambio di passo e velocità, gioca una partita ordinata nella quale spicca il bel numero sullo stretto da cui nasce il gol del 2-0. Dà continuità alla prova di Coppa Yeste, impiegato in posizione più arretrata ma sempre in grado di premiare gli inserimenti dei compagni con lanci millimetrici e filtranti da palati finissimi; in due partite giocate con lui in campo, l'Athletic ha segnato 4 gol: un caso?
Il peggiore tra i Leoni, spiace dirlo, è Daniel Aranzubia, portiere da me sempre difeso a oltranza ma che non è all'altezza del ritorno tra i titolari. Riki lo impallina sul suo palo, Taborda lo beffa sfruttandone un'incertezza palese in uscita...insomma, il Depor fa due tiri e segna due gol. Continuo a pensare che, dal punto di vista tecnico, Dani sia superiore a Iraizoz, però negli ultimi due anni ha perso moltissimo in termini di sicurezza e purtroppo non sembra riuscire a riprendersi. Leggero passo indietro per Koikili, che spinge poco e non chiude su Guardado al momento del cross da cui nasce il 2-2. Etxeberria è molto fumo (tantissimo movimento) e poco arrosto (zero tiri in porta), su David Lopez vado in controtendenza rispetto ai media spagnoli: nonostante il gol non gioca bene, non salta mai l'uomo, va raramente al cross e spreca un paio di contropiedi davvero interessanti.

giovedì 15 novembre 2007

Andata dei sedicesimi di Copa del Rey: Hercules 2-2 Athletic.


Yeste, ieri sera capitano, è tornato a giocare titolare dopo quasi sei mesi (foto As).

Hércules: Aragoneses; Sergio, César, Llera, Graff; Javi González, Rodri, Cámara (77' Montenegro), Sendoa; Mariño (60' Farinós); Blas Pérez (73' Rubén Navarro).
Athletic Club: Iraizoz (54' Aranzubia); Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Del Horno; David López, Muñoz, Javi Martínez, Gabilondo (40' Aduriz); Yeste; Llorente.
Reti: 9' Llera, 36' Cámara, 71' Llorente, 78' Del Horno.
Arbitro: Muñiz Fernández (Colegio Asturiano).
Note: espulsi al 37' Sendoa (H) per gioco scorretto e il tecnico dell'Hercules Goikoetxea per proteste.

Torno a parlare di calcio giocato e l'occasione è la partita di andata dei sedicesimi di Coppa del Re, competizione storicamente "dell'Athletic" ma che da più di due decenni non regala gioie ai tifosi biancorossi. Il match di ieri vedeva i Leoni impegnati sul campo non facile dell'Hercules di Alicante, squadra in lotta per la promozione dalla Segunda e zeppa sia di calciatori conosciuti (Graff, Farinos, Montenegro, Blas Perez), sia di ex giocatori biancorossi (Sendoa, Unai Alba, Javi Gonzalez e il tecnico Andoni Goikoetxea).
L'Athletic si presenta al "Rico Pérez" senza adottare un turnover massiccio, come forse la logica avrebbe suggerito, e il tecnico Caparros decide di far rifiatare solo Orbaiz, Etxeberria e Aduriz, mettendo Yeste dal primo minuto dietro l'unica punta Llorente; stupisce la presenza di Iraizoz fra i pali, visto che Aranzubia era annunciato come portiere di coppa, e purtroppo la scelta di non far riposare Gorka si rivelerà sbagliata. Dopo aver sfiorato il vantaggio con una punizione di Yeste deviata dalla barriera, i bilbaini al 9' vanno già sotto: calcio di punizione di Javi Gonzalez, dormita colossale della retroguardia basca e per Llera è un gioco da ragazzi anticipare Javi Martinez e Iraizoz, uscito male, e segnare di testa l'1-0. Gli uomini di Caparros non riescono ad imbastire una reazione degna di tale nome e sembrano anzi poco concentrati, mentre i padroni di casa tengono ben stratte le redini del gioco, guidati da un ottimo Camara in cabina di regia e sostenuti dalla spinta sulla fascia destra di un inesauribile Javi Gonzalez (da me amatissimo, come non manco mai di sottolineare), che mostra a tutti l'errore commesso dalla dirigenza dell'Athletic nel non rinnovargli il contratto. Dopo una parte centrale senza spunti degni di nota, l'Hercules giunge al doppio vantaggio al 36' grazie ad un tiro da fuori area proprio di Camara, peraltro al rientro dopo 6 mesi di stop per infortunio, che sorprende sul suo palo un Iraizoz non esente da colpe. Sembra fatta per la squadra di Goiko, tuttavia l'arbitro decide di mettere fine al dominio alicantino e un minuto dopo il 2-0 sventola a Sendoa un rosso diretto per un calcetto innocuo, per il quale anche un'ammonizione sarebbe stata eccessiva. La partita ovviamente cambia e diviene di esclusiva marca Athletic. Caparros inserisce Aduriz per Gabilondo, giocandosi le due punte supportate da Yeste, poi è costretto a sostituire in apertura di ripresa l'infortunato Iraizoz, per il quale si prevedono alcune settimane di stop. La mossa vincente di Jokin è però l'avanzamento sulla linea dei centrocampisti di Del Horno, fin lì in ombra, che al 71' serve l'assist per il comodo 2-1 di Llorente (primo gol ufficiale in stagione di Nando), quindi, pochi minuti più tardi, segna il gol del pari con una bella volée mancina su precisa imbeccata di Yeste, autore anche del lancio per Asier in occasione della prima rete biancorossa. I Leoni costruiscono anche una ghiottissma occasione per il 3-2, ma Llorente colpisce male il pallone splendidamente servitogli da Iraola con un mezzo esterno al volo. Sarebbe stata una punizione troppo dura per l'Hercules, anche perchè gli alicantini si sono fatti di gran lunga preferire finché hanno potuto giocare a uomini pari (per tacere poi del rigore non dato da Muñiz Fernandez per un fallo piuttosto netto su Blas Perez). L'Athletic è spesso vittima di arbitraggi del genere e sinceramente dispiace ottenere un risultato in questo modo; nel ritorno al San Mamés servirà una prova più decisa e di maggior qualità per spazzare via tutti i legittimi dubbi generati dal direttore di gara ieri sera.

PS Oggi si sono svolti i funerali di Gabriele Sandri: non dimentichiamo quello che è successo, mai!

martedì 13 novembre 2007

Senza parole.



Anche questo blog, come molti altri siti di calcio, oggi si ferma. Non me la sento di parlare di partite, gol, tattiche ed altre amenità in questa situazione. Ognuno pensi ciò che vuole, l'importante è non dimenticare che un ragazzo di 28 anni è stato ammazzato. Le mie condoglianze più sincere alla famiglia e agli amici di Gabriele. Riposa in pace.

Per chi volesse vedere le immagini della partita del Montjuic, posto qui sotto il servizio della tv basca ETB.

sabato 10 novembre 2007

Nasce AupaAthletic.net!

La gloriosa fanzine della Peña Leones Italianos, AupaAthletic, cambia veste e da bollettino mensile in formato Word diventa uno spazio del sito che verrà aggiornato in base al materiale ricevuto. Qui sul blog riporterò gli articoli più interessanti, cominciando oggi con due pezzi di Simone Bertelegni, ex presidente e attuale collaboratore del mensile Eurocalcio. Prima però l'introduzione del Presidente, Emiliano Gabrielli:

Come ben saprete, durante l’assemblea annuale svoltasi a Padova si è deciso di ripensare la formula della nostra fanzine, Aupa Athletic, riducendone le uscite, senza però precludere, anzi aumentando il flusso informativo veicolato dalla peña nel suo complesso. Per ottenere un simile risultato, la soluzione a cui si è pensato è quella di arricchire il contenuto del nostro sito internet di uno spazio informativo svincolato da qualsiasi periodicità e aperto a tutti. Quando chiunque di noi sentirà il bisogno di scrivere “la propria” riguardo alla nostra squadra, potrà farlo – dovrà farlo! – senza preoccuparsi dei tempi di uscita e degli spazi imposti dalla nostra fanzine. Tanto per non tagliare troppo bruscamente i ponti con il nostro caro, vecchio bollettino, questo spazio informativo virtuale ne riprende il nome e si chiamerà AupaAthletic.net.

MACUA BOCCIATO IN ECONOMIA
di SIMONE BERTELEGNI

I partigiani della lotta anti-pubblicità possono prendersi un (breve) periodo di riposo: l'inserimento di un logo sulle vergini magliette biancorosse è stato rinviato da una sonora bocciatura dei soci delegati alle linee economiche tracciate dalla giunta Macua per la stagione in corso. Il passato 25 ottobre, presso il Palacio de Euskalduna di Bilbao, è andato in onda una sorta di psicodramma che credo non abbia precedenti nella storia dell'Athletic, almeno in quella recente. La neo-dirigenza affrontava il suo primo confronto con i cosiddetti socios compromisarios, i soci delegati, nel corso di una riunione ordinaria che di ordinario avrebbe anche dovuto avere l'esito. Pochi i punti all'ordine del giorno (tre), di grande importanza quello discusso per secondo. Si trattava del bilancio preventivo per la stagione 2007-08: in pratica, Macua e la sua accolita presentavano la "Finanziaria" dell'Athletic per l'anno a venire. Da quando seguo l'Athletic, mai e poi mai i soci delegati avevano bocciato la politica economica preventiva di una dirigenza. Lo stesso Statuto del club non contempla alcun articolo che illustri come procedere qualora la società si trovasse "scoperta" dal punto di vista finanziario dopo un voto. Se una prima volta ci doveva essere, non nascondo il piacere che essa abbia avuto luogo in opposizione a una dirigenza arrogante, sospettata di sciacallaggio nella vicenda San Mamés Berria, e neppure espressione di una maggioritaria legittimazione popolar-elettorale. Macua ha vinto le elezioni sull'onda di mille promesse: Del Horno, Iraizoz, Ocio, Ezquerro. Tutti e quattro già dell'Athletic, a sentire il neo-presidente. A urne chiuse, però, gli unici acquisti repentini sono stati quelli di Iñaki Muñoz (che sarebbe arrivato a prescindere dal risultato delle elezioni) e David Cuéllar (non certo un fulmine di guerra). Si è chiusa tutto sommato in fretta la trattativa per Ocio, mentre i "già praticamente sotto contratto" Iraizoz e Del Horno sono arrivati per il rotto della cuffia, alla vigilia dell'inizio del campionato. Ezquerro, invece, non s'è mai visto, ma di certo si è sentito: "Macua mi ha offerto soldi per poter dire in campagna elettorale che, se avesse vinto, io sarei tornato all'ovile". Dopo un tale brutto inizio, un pessimo proseguimento: palate di fango sulla gestione precedente, la più totale assenza di un piano di intervento sulla gestione sportiva di Lezama (in pratica il Nostro in campagna elettorale non aveva la minima idea di cosa fare per rinverdire la politica di vivaio) e la collocazione di qualche amichetto privo di esperienza in alcuni ruoli dirigenziali. Si è proseguito con porte in faccia ai mezzi di comunicazione meno accondiscendenti e con l'epurazione di figure "colpevoli" di essersi schierate a favore di candidati sconfitti, come Julen Guerrero. Indi, si è riaperta la già dolente ferita della pubblicità sulle maglie. L'intenzione, ferma, era di inserire un logo sulle camisetas, senza consultare la massa sociale. Si è anche giunti a frasi come "La Marca Athletic non rende, sarebbe meglio se l'equipaggiamento lo producesse un'impresa come Adidas o Nike". Diciamo che la Marca Athletic non rende perché il settore commerciale del club è in mano a una massa di inetti, gente che quasi non riesce a esportare il materiale griffato Athletic fuori dai confini dei Paesi Baschi (chiaro che una linea di abbigliamento che non si trova a 200km da Bilbao venda poco…). Questo il clima non certo idilliaco che ha scaldato il primo confronto tra Macua, la sua confraternita e la platea dei soci delegati. Passato a grande maggioranza il punto n. 1 all'odg, l'approvazione del bilancio - deficitario per circa 4 milioni di euro - della gestione precedente (Lamikiz-Urkijo), si è giunti al fondamentale punto n. 2. Riguardava le entrate previste e le strategie di finanziamento per la campagna 2007-08, ed era imperniato su due elementi: l'aumento delle quote che i soci dovranno versare a dicembre per fregiarsi di un simile titolo e l'inserimento dello sponsor sulla maglia. In campagna elettorale, Macua aveva promesso che non avrebbe aumentato le quote di adesione alla società al di sopra del tasso d'inflazione. Alla faccia! L'incremento al vaglio dei soci era del 13,87%, oltre 10 punti in più del tasso inflativo!!!! Per quanto riguarda la pubblicità sulle maglie, si doveva dire sì o… sì a un contratto da tre milioni di euro. Qualche settimana prima, Macua aveva annunciato trionfalmente che l'Athletic avrebbe incassato dall'eventuale sponsorizzazione "ben" due milioni di euro. Una simile elemosina gli aveva procurato l'opposizione persino di alcuni strenui sostenitori pro-sponsor. La cifra era così ascesa "addirittura" a tre milioni, somma comunque bassissima e incapace di costituire una soluzione strutturale alle deficienze del bilancio bilbainista. Peraltro, per non parlare apertamente di una simile, misera somma, si preferiva l'ambigua perifrasi "una delle sei cifre più alte versate da sponsor a squadre della Liga"; detta così, si nota poco che è la stessa somma percepita dal Getafe. Per evitare la bocciatura, Macua ha pensato bene di blindare il voto sulla pubblicità: anziché farlo seguire alla discussione di uno specifico punto dell'odg, ha incluso il tema nel punto n. 2, il bilancio, forte di una "tradizione" che non aveva mai contemplato la bocciatura da parte dei soci delegati della "Finanziaria" del club. Prima di addentrarci nell'esito delle votazioni, mi si permetta di giudicare molto negativamente le proposte economiche della dirigenza, anche immaginando di essere a favore del famigerato sponsor. Innanzitutto, il "grosso" della raccolta finanziaria era basato sull'aumento della "pressione fiscale" a carico dei soci, che già pagano alte quote associative e a cui in campagna elettorale non era stata prospettata una strategia lacrime e sangue. Ci vedo un'eco di alcune sciagurate scelte del governo di casa nostra… In secondo luogo, 'sto c… di sponsor apporterebbe solo briciole. Terzo, non c'è traccia di alcuna idea, strategia o politica strutturale: contratti a rendimento (quelli del marketing se lo meriterebbero), austerità e razionalizzazione delle spese, siluramento di qualche figura ben pagata e inutile piazzata in società attraverso logiche clientelari (queste figure sono anzi aumentate), miglior gestione della Marca Athletic e dei posti allo stadio non occupati di partita in partita dai soci. Si tratta, in alcuni casi, di idee che ho preso pari pari dal programma del neo-presidente. Insomma, Macua ha proposto un piano tutto sommato "facile", ma al contempo inadeguato e in qualche modo funzionale solo a breve termine. Non so quanti dei votanti la pensino come me. So però che 373 soci delegati (56%) hanno votato contro il bilancio 2007-08, a fronte di 266 favorevoli; che l'abbiano fatto per tutelare il proprio portafogli, perché contrari alla pubblicità o perché hanno compiuto il mio stesso ragionamento, per ora non importa. Segnalo anche che, dopo l'esposizione del punto n. 2 da parte della dirigenza, si è dato il via alle votazioni mentre alcuni soci stavano prendendo o prima che prendessero la parola, loro diritto sacrosanto. Una nota di pessimo gusto che potrebbe aver ulteriormente inimicato la dirigenza ai votanti. Cosa succederà? Non si sa. Probabilmente occorrerà convocare un'assemblea straordinaria, e farlo prima che parta la riscossione delle quote associative (dicembre); convocarla dopo vorrebbe dire lasciarle inalterate: si annullerebbe così il pilastro della strategia di bilancio di Macua, che verrebbe perciò nuovamente bocciato, questa volta a urne chiuse. Tanto peggio, tanto meglio (per gli anti-Macua)?

QUATTROCENTO VOLTE ETXEBE
di SIMONE BERTELEGNI

Di quell'indimenticabile generazione di campioni capaci di regalare all'Athletic, nell'anno del Centenario, il secondo posto - con annessa partecipazione alla Champions League -, dopo i recenti addii di Guerrero prima, Urzaiz poi, resta solo lui: Joseba Etxeberria Lizardi da Elgoibar, Gipuzkoa. Per dirla tutta, il 15 maggio del '98, rivale il Saragozza, fu proprio l'allora 21enne attaccante biancorosso a marcare, al 40', il gol che valse la storica qualificazione, in una lotta al fotofinish che vide i baschi di Bilbao prevalere sui semi-baschi di San Sebastián. "Etxebe" relegò in UEFA la squadra che l'aveva cresciuto, fatto debuttare in Primera neanche 18enne e incapace di trattenerlo di fronte a una faraonica offerta proveniente dal Botxo. I tifosi gliela giurarono, e tutt'ora, in quel di San Sebastián, Joseba è visto come un traditore. A Bilbao, tutt'altro. Nella gara tra decani, lo scorso Athletic-Recreativo, Etxeberria è sceso in campo con la maglia biancorossa per la 400ma volta, quinto athleticzale di sempre per presenze, ma primo tra quelli non cresciuti nel vivaio biancorosso (era pre o post Lezama, non importa). Comprendendo le coppe, Etxeberria ("la casa nuova", a voler tradurne il cognome) vanta già 455 incontri con l'Athletic, per un totale di 99 reti; la sua prossima meta statistica, manco a dirlo, è il gol numero cento con la medesima casacca (se contassimo la stagione del debutto in Primera con i cugini txuri urdin, la cifra tonda sarebbe già stata sorpassata). Tempo e partite per macinare altri primati, in teoria, ci sono tutti. Siamo così abituati ad annoverare Etxebe nelle formazioni dell'Athletic da non pensare, a volte, che ha "solo" 30 anni, e quindi altri tre o quattro da regalare alla causa. Il fatto è che Joseba calca i campi iberici da tanto tempo perché precoce è stata la sua apparizione nei medesimi. A credere nelle sue doti fu innanzitutto la squadra che l'aveva allevato, la Real Sociedad, che lo fece debuttare a metà della stagione '94-'95: sette presenze, due reti e una buona impressione sugli osservatori. Non male, per un ragazzetto nato nel 1977. L'Athletic lo fece suo a suon di quattrini, San Sebastián non la prese bene e lanciò un anatema, che sulle prime diede i suoi frutti: la stagione seguente, la prima in biancorosso per Etxebe (andato per la prima volta a segno con l'Athletic proprio nella gara d'esordio in campionato, un gol nel 4-0 rifilato al Racing), la sua nuova squadra si salvò dalla retrocessione solo seppellendo il Rayo Vallecano all'ultima giornata. Ma poi fu un continuo crescendo, per la squadra e per Etxebe. Mai eccessivamente prolifico, il Gallo (così soprannominato dal compagno di squadra Larrazabal per la spavalderia e ambizione dell'allora abbastanza tricodotato gipuzkoano) si rivelò comunque un giocatore preziosissimo, perché impiegabile sia in attacco che a centrocampo (a destra), per la sua elegante falcata (valsagli un altro soprannome, el Potro, "il puledro"), la sua capacità di saltare l'uomo creando superiorità numerica in avanti e l'abilità nel difender palla, magari in area avversaria o nei suoi pressi. Un po' perché più votato all'assist che al tiro, un po' perché spesso impiegato a centrocampo anziché in attacco, raramente Etxebe ha segnato in doppia cifra (e mai ha insaccato una tripletta); da incorniciare in particolare l'annata 1997-98 (tredici reti tra campionato e coppa) e quella 2002-03, con quattordici segnature, tutte nella Liga. Periodo d'oro, in cui a corollario delle belle prestazioni in campionato giungevano, puntuali, le convocazioni in Nazionale. Stiamo parlando del passato, seppur recente, e non vorremmo cadere nell'errore comune di esaltare un giocatore giunto a un importante traguardo statistico tributandogli solo encomi. Non nascondiamoci che, nelle passate tre stagioni, Etxebe è stato l'ombra di sé stesso. Meno sgroppate, meno dribbling, buone dosi di panchina e - ahinoi - di sgraditi impieghi a sinistra, nonché problemi fisici. L'anno scorso sembrava un giocatore letteralmente finito. "Gioca in A da quando è un bambino, è come se avesse quarant'anni", l'impietosa spiegazione del nostro impagabile amico Txemi Guerra. Quest'anno, però, i presupposti per una rinascita ci sono. Caparrós lo schiera puntualmente (e da capitano), e dovrebbe continuare a farlo, a meno che non gli preferisca, d'ora in avanti, il rientrante Yeste, comunque compatibile tatticamente col Gallo. Etxebe ha già ripagato Jokin con tre reti, tutte decisive, seppur magari non di squisita fattura. In occasione di Athletic-Almería, un mese fa, è tornato in gol al San Mamés dopo tre anni di digiuno casalingo (l'ultima rete a Bilbao col Saragozza, nel 2004). Nella gara 400 in biancorosso, col Recre, il lusso di una doppietta e di una sostituzione, al 78', per godersi l'ovazione della Catedral. "È un giocatore che può indovinare o no una partita, ma comunque è sempre lì a lottare. Un esempio da seguire", il plauso di Pablo Orbaiz. "Era una data segnata, ho goduto per i gol e per la vittoria. Non si può chiedere di più, non è da tutti raggiungere le 400 partite [con la stessa maglia, ndr], e al contempo segnare due reti è stato bello. Inoltre, la squadra ha recuperato un buon gioco e ha vinto […], le sensazioni sono buone". Queste le semplici parole del protagonista di giornata. Il suo contratto scade nel 2009: quota 100 reti in biancorosso è a un soffio; capitan Orue (481 presenze tra campionato e coppe) è il prossimo fedelissimo da scavalcare.

martedì 6 novembre 2007

11a giornata: Athletic 2-0 Recreativo.

Athletic: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Aitor Ocio, Koikili; Susaeta (87' David López), Orbaiz, Javi Martínez, Gabilondo; Etxebe (78' Yeste), Aduriz (75' Llorente).
Recreativo: Sorrentino; Moya, Beto, Cáceres, Bautista; Vázquez, Martins (46' Javi Guerrero), Varela (46' Gerard), Camuñas (66' Marquitos), Aitor; Sinama Pongolle.
Reti: 51' e 60' Etxeberria.
Arbitro: Clos Gómez (Colegio Aragonés).

La notte del Gallo. Nel giorno della sua partita liguera numero 400 con la maglia dell'Athletic, Etxebe regala a Caparros la prima vittoria in assoluto al San Mamés e fa respirare noi tifosi, seriamente preoccupati dopo la brutta prestazione di mercoledì scorso con il Getafe. Va detto però che il Reacreativo è sparring partner davvero modesto: nullo in attacco, estremamente arrendevole dietro, incapace persino di mostrare le trame discrete e la facilità di corsa che fin qui ne avevano contraddistinto lo sfortunato cammino. E nonostante ciò, ai Leoni serve più di un tempo per trovare il gol...
Ma andiamo con ordine. Dopo gli infelici esperimenti madrileni, Caparros torna all'antico e ripropone sia Iraola nel suo naturale ruolo di terzino destro, sia Javi Martinez come supporto del regista Orbaiz; vengono inoltre confermati Koikili, Gabilondo ed Etxeberria, che invece di partire in linea con Aduriz svaria spesso alle sue spalle, trasformando il classico 4-4-2 di Jokin in un più fantasioso 4-2-3-1. Il primo quarto d'ora è tutto biancorosso: l'Athletic domina il terreno di gioco, fa girare molto bene la palla e per ben tre volte si presenta pericolosamente davanti a Sorrentino. Al 7' Aduriz scavalca il portiere italiano con un pallonetto di testa e viene da lui atterrato, ma l'arbitro nega un rigore solare; al 9' Susaeta entra in area, batte in diagonale ma trova la strepitosa deviazione di piede di Sorrentino; all'11, infine, la palla buona capita ancora Aduriz, che entra in area solissimo ma conclude debole e centrale. La sfuriata iniziale dei baschi passa dunque senza danni per il Recre, che tuttavia non riesce in nessun modo ad organizzare una controffensiva decente; Sinama Pongolle, molto mobile e voglioso, resta isolato in avanti, troppo distante dai centrocampisti nonostante la buona serata del trequartista Camuñas. L'unico tiro in porta degli andalusi porta la firma della punta francese, ma Iraizoz è attento come sempre e disinnesca il buon diagonale destro dell'ex giocatore del Liverpool, sfuggito per una volta alla marcatura attentissima di Ocio e Ustaritz, sostituto dello squalificato Amorebieta. Il tempo si chiude con una buona opportunità per Gabilondo, il cui sinistro da fuori è contenuto in corner da Sorrentino, e con la solita sensazione di impotenza offensiva per un Athletic comunque più manovriero e divertente del solito.
Per una volta, però, la pressione accumulata nel corso della prima frazione arriva a tramutarsi in un gol meritato ad inizio ripresa. Ottima l'azione della squadra bilbaina (forse la migliore di questo inizio di temporada), con la palla che transita velocissima da sinistra a destra premiando l'inserimento di Iraola, sul cui splendido cross si avventano Susaeta ed Etxebe: Markel manca il pallone, non così fa il Gallo (fin lì impalpabile), che in spaccata piazza la palla sotto la traversa e può dare quindi sfogo alla sua gioia. Il Recreativo non ha nemmeno il tempo di scuotersi che l'Athletic raddoppia, ancora con Etxebe, che stavolta insacca a porta vuota dopo che Sorrentino si lascia incredibilmente antipare da Aduriz su un campanile pressoché innocuo. E' il gol liguero numero 85 per Joseba con la maglia dell'Athletic, rete che gli permette di superare mostri sacri biancorossi come la "Pantera Rosa" Manuel Sarabia e il leggendario Rafa Iriondo. La partita imbocca binari di sicurezza totale per i padroni di casa, visto e considerato che la formazione di Muñoz non segna due gol nella stessa partita da secoli...a dire la verità gli ospiti una minima occasione la creano, al 73', ma sul tiro di prima di Javi Guerrero, inseritosi benissimo in area, chiude strepitosamente Ocio, che in scivolata devia in corner. Da qui al novantesimo non accade più nulla, tranne la solita girandola di cambi che riporta sul terreno del San Mamés il miglior giocatore dei Leoni, Fran Yeste, tornato a calcare il campo dopo una lunga assenza per i postumi dell'operazione che dovrebbe aver risolto la sua pubalgia cronica. Personalmente sono strafelice di questo ritorno, vuoi perchè Fran è un mio pallino personale, vuoi perchè sono convinto che, con lui in squadra, molti dei nostri problemi davanti svaniranno come neve al sole.
Incameriamo dunque questi tre punti preziosissimi, consci che aver sfatato il tabù San Mamés avrà sicuramente risvolti positivi sulla squadra, sicuramente liberatasi di un fardello pesante. Nelle prossime giornate vedremo se ciò si tradurrà o meno in risultati concreti sul campo.

I migliori e i peggiori nell'Athletic: impossibile non partire da Joseba Etxeberria, che con il match di ieri entra di diritto nella leggenda del club bilbaino (peraltro con ampi margini per migliorare i suoi fantastici numeri). Paradossalmente, il capitano è uno dei meno brillanti fino al gol, ma è impossibile non eleggerlo "man of the match" in virtù della doppietta che decide la gara; nella ripresa, poi, regala anche un paio di serpentine vecchio stile... Partendo dal presupposto che giocano quasi tutti molto bene, mi preme citare la prestazione di Koikili: tecnicamente non vale mezzo Del Horno, ma scende sempre in campo con quella "fame" e quella rabbia tipiche del calciatore di categoria inferiore che non vuole abbandonare il palcoscenico più importante; sembra stano dirlo, ma ora come ora merita di stare al posto di Asier. Ocio dietro è monumentale (e ben supportato da Ustaritz), Iraizoz è sicuro come sempre. Occorre spendere altre parole per Iraola? Sa fare tutto e sempre con grandissima classe...da applausi il cross dell'1-0. Sempre precisa la regia di Orbaiz, Gabilondo è più propositivo e intraprendente del solito.
In questo ottimo contesto, spicca la prestazione sottotono di Aduriz, che spreca almeno due occasioni nitide. Aritz è bravo ad assistere Etxebe per il 2-0, ma sbagliare certi gol non è da lui.

venerdì 2 novembre 2007

10a giornata: Getafe 2-0 Athletic.

Getafe: Abbondanzieri; Pallardó, Mario, Diaz, Licht; Pablo (81' Granero), De la Red, Casquero, Sousa; Kepa (74' Manu), Uche (84' Alberto).
Athletic: Iraizoz; Zubiaurre, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta, Iraola, Orbaiz (80' Muñoz), Gabilondo (46' David Lopez); Etxeberria (46' Llorente), Aduriz.
Reti: 8' Casquero, 28' Uche.
Arbitro: Fernández Borbalán, Colegio Andaluz.
Note: espulso al 72' Amorebieta (A) per doppia ammonizione.

Sconfitta senza appello per i biancorossi, maturata durante un primo tempo sconcertante per mancanza di idee e per una certa leggerezza difensiva che finora non si era mai manifestata quest'anno, dopo che per due stagioni è stata stakanovisticamente presente ad ogni partita dei biancorossi.
"Jokin" Caparros, come è stato ribattezzato dai tifosi baschi, stupisce tutti presentando una formazione alquanto cervellotica: lasciato a riposo Javi Martinez, rimasto a Bilbao a far compagnia a Del Horno (che stia nascendo un caso intorno ad Asier?), piazza Iraola al fianco di Orbaiz e inserisce Zubiaurre nel ruolo di terzino destro. Ancora panchina per David Lopez e Llorente, a cui sono preferiti Gabilondo ed Etxeberria, entrambi non troppo convincenti contro il Betis. Miki Laudrup risponde affidando le chiavi del centrocampo alla coppia De la Red-Casquero e in attacco si affida a Kepa, delantero basco per parte di madre, e Uche, rivelazione della passata temporada ma ancora alla ricerca del suo primo gol stagionale. Il Getafe dell'ex stella del Barça è forse la squadra più contraddittoria della Liga: bel gioco, a tratti spumeggiante, grande facilità nella circolazione del pallone e ottima padronanza della fase di possesso, qualità che sono però negativamente compensate da una spiccata sterilità offensiva e da frequenti amnesie davanti ad Abbondanzieri. L'inizio dei padroni di casa è veemente e già al primo giro di lancette De la Red va al tiro, lasciando intendere che per i bilbaini si prospetta una serata grama. L'impressione viene confermata appena sette minuti più tardi, quando Casquero viene servito da un intelligente tocco all'indietro di Kepa e lascia partire un terra-aria dal vertice destro dell'area di rigore che va ad insaccarsi sotto l'incrocio dei pali opposto. "Golazo" dell'ottimo centrocampista degli azuolones e strada che si fa subito in salita per l'Athletic. L'undici di Caparros dà l'impressione di essere sulle gambe e di avere parecchia confusione in testa, ed è inutile appellarsi allo scarso turnover effettuato dal tecnico di Utrera visto che anche gli avversari sono praticamente gli stessi che domenica hanno perso a Santander. I biancorossi mettono insieme tre corner e un tiraccio di Orbaiz prima di essere definitivamente sotterrati dal redivivo Uche in un'azione classica di contropiede. Fa tutto bene De la Red, che recupera un pallone a centrocampo, salta Orbaiz e serve il nigeriano dentro l'area: la prima conclusione di Uche viene respinta da Iraizoz, la palla però torna sui piedi dell'attaccante di Laudrup che ringrazia il fato amico e mette dentro il 2-0. Da qui in avanti il Getafe si limita a controllare, mentre l'Athletic non riesce ad imbastire un'azione decente prima che l'arbitro fischi la fine del primo tempo.
Caparros corre ai ripari e la ripresa inizia con David Lopez e Llorente per Gabilondo ed Etxeberria, inesistenti nella prima frazione. Dopo aver rischiato di incassare il terzo gol (paratone di Iraizoz su Kepa e De la Red), l'Athletic riesce finalmente a farsi vedere dalle parti di Pato Abbondanzieri, fin lì tranquillo e riposato come uno spettatore in tribuna. Al 54' David Lopez riceve palla in area ma si vede murare la conclusione a botta sicura da un difensore, quindi Amorebieta, sul corner che ne segue, di testa manda clamorosamente alto da due passi. Il difensore di origine venezuelana protesta per una presunta trattenuta e si becca pure un giallo evitabile, che peserà non poco nei minuti a venire. La fiammata dei Leoni si spegne quasi subito e il Getafe ha buon gioco nell'addormentare il match col suo possesso palla, non disdegnando peraltro pericolose puntate offensive in contropiede o con veloci accelerazioni propiziate dalla sua ottima coppia di interni. Llorente al 66' manda alto un corner ed è questo il canto del cigno dei bilbaini, sulla cui partita cala il sipario quando Amorebieta entra durissimo su Uche, mostrando di non aver ancora eliminato certe rozzezze dal suo repertorio, e viene espulso per doppia ammonizione. E' il minuto 72 e il match finisce praticamente qui. Non accade più nulla fino al fischio finale, che arriva a sancire la seconda vittoria stagionale del Getafe ai danni di un Athletic irriconoscibile, che ai soliti problemi in attacco ha unito una sconcertante mollezza in ogni reparto.
Domenica al San Mamés arriva il Recreativo: contro una delle squadre che segna meno nella Liga, pronosticare uno 0-0 sembra quasi scontato.