venerdì 4 ottobre 2013

7a giornata: Granada 2-0 Athletic.


Ibai spreca l'occasione migliore dell'Athletic (foto Athletic-club.net).

Granada: Roberto; Nyom, Diakhaté, Murillo, Angulo; Iturra, Recio; Pereira (69' Foulquier), Buonanotte, Brahimi (80' Dani Benitez; 84' Fran Rico); El Arabi.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegi, San José, Laporte; Mikel Rico, Beñat (60' De Marcos); Susaeta, Herrera, Ibai (53' Muniain); Aduriz (72' Toquero).
Reti: 52' (rig.) e 61' El Arabi.
Arbitro: Álvarez Izquierdo (Catalunya).

Dopo 7 giornate, una porzione di Liga esigua eppure non trascurabile, la domanda è: qual è l'Athletic che Valverde ha in testa? Non parlo tanto di undici titolare, nonostante il turnover massiccio che ha quasi sempre utilizzato Txingurri, ma della filosofia di gioco, che francamente non sono ancora riuscito a capire. Che il nostro allenatore non sia più l'iper-offensivista di qualche anno fa lo si sapeva, però il suo progetto, la sua idea di squadra sono ancora avvolti nella nebbia bizkaina. Possesso palla? Contropiede? Pressing e verticalità? Mistero. La sconfitta inequivocabile di lunedì, simile in maniera inquietante a quella di Barcellona sponda Espanyol, non ha fatto che alimentare i dubbi al riguardo. Non c'è una sola spiegazione per la trasformazione dei Leoni furibondi e ispirati di Athletic-Betis negli agnellini di Granada, incapaci non solo di mettere tre passaggi in fila o di tirare in porta, ma anche di mostrare quell'orgoglio e quella furia agonistica che avevano permesso la rimonta sui sivigliani; e tutto ciò nonostante i titolari fossero gli stessi, compreso un Ibai versione "cugino scarso" di quello ammirato mercoledì scorso. Devo ripetermi: qui c'è qualcosa che non torna, a partire dal progetto di gioco di Valverde. Se in casa la squadra è corta, pressa fin dalla trequarti avversaria e gioca in modo straordinariamente verticale, tra Madrid, Cornellá e Granada abbiamo assistito a delle prestazioni imbarazzanti, veramente impossibili da difendere, e soprattutto senza uno straccio di idea. Se perfino una squadra tutt'altro che trascendentale come quella di Alcaraz riesce ad avere ragione degli zurigorri col minimo sforzo, bisogna interrogarsi a fondo su quanto fatto fin qui. Tutto ciò senza contare i dubbi sull'undici scelto da Txingurri: che senso ha spostare a sinistra Laporte, di gran lunga il migliore centrale della rosa, per far giocare l'inguardabile San José? Gurpegi è veramente indispensabile o si potrebbe pensare di panchinarlo, anche solo per provare i mai visti Etxeita (annunciato come un gran colpo estivo, e in effetti era conteso da mezza Liga) e Albizua (miglior giocatore del Bilbao Athletic l'anno scorso, rimasto nel Botxo nonostante fosse stato richiesto in prestito dall'Alaves in Segunda)? E perché insistere con Aduriz, che nelle ultime 23 partite ufficiali in maglia biancorossa ha segnato la miseria di due (2!) gol? Togliere Herrerin dopo una brutta partita, la prima dopo diverse prove incoraggianti, per rimettere un Iraizoz ormai bollito, è stata una mossa saggia? Domande che per il momento non trovano risposta, mentre Valverde un momento sembra arroccarsi a difesa delle proprie idee, un altro pare voler cambiare tutto per l'ennesima volta. Di certo non è l'inizio che il mister (e noi con lui) si aspettava, non tanto a livello di classifica, comunque positiva, quanto sul piano del gioco e della differenza tra rendimento in casa e in trasferta. Sulla partita in sé c'è poco da dire: primo tempo orrendo eppure giocato, se così si può dire, meglio dall'Athletic (che ha anche sfiorato il gol con Ibai e Susa), e ripresa altrettanto orrenda ma indirizzata sui binari del Granada da un rigore, fiscale ma che poteva starci, provocato da un intervento ingenuo di Herrera, che non ha visto un avversario e lo ha colpito nel tentativo di spazzare il pallone. Dopo il gol di El Arabi i Leoni sono letteralmente spariti, e stavolta a poco sono servite le mosse di Txingurri per cambiare il corso del match. Il 2-0, segnato ancora dal centravanti marocchino, ha certificato la resa incondizionata degli zurigorri, apparsi molli, demotivati e assolutamente confusi nell'applicazione delle direttive tattiche. Un mistero che ciò sia accaduto alla stessa, identica squadra che col Betis aveva dominato in lungo e in largo, avendo peraltro di fronte un avversario sicuramente non inferiore al Granada, anzi. Ora sotto con il Valencia, ripresosi dopo un inizio terrificante di temporada, per provare a capire qualcosa in più sulla dimensione attuale e le potenzialità di questa squadra.