martedì 28 luglio 2009

Riassunto pre-vacanziero.



Aggiornamento telegrafico prima della partenza per le (meritate?) ferie, che mi terranno lontano dal blog due settimane circa.

Coppa UEFA: come tutti ormai saprete, l'Athletic ha pescato lo Young Boys Berna nell'urna del sorteggio europeo. Un impegno che a prima vista sembrerebbe non proibitivo, e tuttavia non esente da insidie e difficoltà; gli svizzeri, infatti, hanno già iniziato il loro campionato nazionale, in cui peraltro sono primi dopo tre giornate, sono piuttosto avanti di preparazione e possiedono alcune individualità piuttosto interessanti. Copio/incollo il pezzo sulla squadra giallonera scritto da Alec Cordolcini, che ringrazio, su Indiscreto (link): "Young Boys. Vlado Petkovic è l’allenatore più innovativo visto negli ultimi anni nel campionato elvetico. Propone un 3-4-3 “elastico” (la definizione è sua) diventato ormai un autentico marchio di fabbrica. Due colpi in entrata: il roccioso centrale argentino Dudar, “scippato” al Bellinzona, e l’emergente Pasche, scricciolo di centrocampo classe '91 arrivato dal Losanna. Buon segno aver trattenuto l’ivoriano Doumbia, capocannoniere della scorsa stagione. Con la giusta continuità, ci sono tutte le carte in regola perché a Berna si torni a festeggiare il titolo. Giocatore da seguire: Xavier Hochstrasser (1988)".
Andata il 30 luglio al San Mamés, ritorno il 6 agosto allo Stade de Suisse di Berna.
La lista dei giocatori che parteciperanno al primo turno della UEFA è la seguente:

1.Iraizoz
2.Toquero
3.Koikili
4.Ustaritz
5.Amorebieta
6.Etxeita
7.David López
9.Llorente
10.Yeste
11.Gabilondo
13.Armando
14.Susaeta
15.Iraola
16.Orbaiz
17.Etxeberria
18.Gurpegi
19.Zubiaurre
20.Aitor Ocio
21.Ion Vélez
22.Castillo
23.De Cerio
24.Javi Martínez
28.De Marcos

Lista B

26-Iturraspe
27-Muniain
29-Eneko
30-Iago
31-Adrien Goñi
32-Unai Medina
33-Ismael Lopez
34-Etxaniz

Amichevoli: finora l'Athletic ha giocato 3 partite, perdendo 2-1 con il benfica (Toquero), pareggiando 2-2 con l'Anderlecht (de MArcos, Gurpegi) e vincendo 1-0 con il San Roque, squadra di Tercera (Etxeberria su rigore). Un cammino fin qui non proprio soddisfacente.

Mercato:
questa, al momento, è la situazione in casa bilbaina.

Acquisti: Iñigo Diaz De Cerio (0, Real Sociedad), Oscar de Marcos (0, Alaves), Xabier Castillo (€1m, Real Sociedad).

Cessioni: Javier Cases (0, FC Cartagena), Joseba del Olmo (0, Hercules), Inaki Lafuente (0, Numancia), Iñigo Vélez (0, Numancia), Joseba Garmendia (0, Numancia).

Joseba Garmendia, il cui contratto è stato rescisso, ha avuto parole di fuoco contro Caparros. Gli auguro di fare bene e tornare, visto che l'Athletic si è riservato un'opzione di riacquisto dopo un anno.

Per ora è tutto, ci risentiamo presto. Buone vacanze e aupa Athletic!

lunedì 27 luglio 2009

Il pagellone 2008/09 (ultima puntata): il mister.

Caparros 5: l'anno scorso il buon finale di stagione e l'Intertoto sfiorato mi avevano portato ad assegnargli un bel voto finale, ma stavolta nemmeno la finale di Copa del Rey è riuscita ad addolcire il mio giudizio su colui che ritengo ormai del tutto inadatto a sedere sulla nostra panchina. Se dovessi giudicare solo in base ai risultati lo avrei promosso senza alcun dubbio, eppure ritengo che per dare un parere (da appassionato, ovviamente) ad un allenatore si debba tenere conto di un fattore più "pesante": il gioco. Un tecnico sceglie il modulo, impone la sua filosofia, seleziona i migliori undici della sua rosa e gestisce la squadra per una stagione intera; ridurre tutto ciò al mero computo dei risultati finali mi pare molto superficiale e poco rispettoso nei confronti di chi segue la squadra con passione. Certo, Jokin ha ottenuto la salvezza (in modo meno tranquillo dell'anno scorso, questo va detto) e ha condotto i suoi ad un'insperata finale di coppa, ma lo ha fatto attraverso un gioco pessimo, uno dei peggiori di Spagna, e tramite prestazioni altalenanti e spesso poco convincenti. Ho parlato fino alla nausea dei problemi in fase di manovra, degli stenti in fase di possesso e della piattezza assoluta della proposta offensiva dei Leoni, dunque non tornerò sull'argomento (rimando a questo post per la mia presentazione di come gioca l'Athletic); mi limito a dire che ho seguito moltissime partite dei biancorossi, quest'anno, e in più di un'occasione la noia e gli sbadigli mi hanno causato seri problemi ad arrivare al fischio finale. Caparros doveva dare alla squadra una fisionomia calcistica ben riconoscibile e non credo di dire una bestialità sostenendo che abbia visibilmente fallito. L'utrerano non mi ha poi affatto convinto nella gestione degli uomini: tra canterani convocati e poi spariti dopo un paio di partite (Iturraspe, Xabi Etxebarria, Goñi), vecchi elementi della prima squadra accantonati senza complimenti (Casas, Murillo, Garmendia) e nuovi acquisti mai utilizzati (Muñoz, Del Olmo, Iñigo Velez) si è auto-imposto di non fare turnover e di utilizzare sempre i soliti 15-16 giocatori, scelta risibile specie quando le fatiche di una lunga stagione hanno iniziato a farsi sentire sui titolari. Riguardo alla Copa, infine, non trovo che Jokin abbia fatto qualcosa di eccezionale, a meno che superare squadroni come Recreativo, Osasuna e Sporting Gijon (una retrocessa e due salve per miracolo) per qualcuno non rappresenti un miracolo; direi che il bel cammino dell'Athletic nella coppa nazionale è stato dovuto soprattutto alla fortuna nel sorteggio, un po' sullo stile dell'Italia ai Mondiali 2006, visto che il primo avversario di pregio (il Siviglia) è arrivato in semifinale. La partita di ritorno con gli andalusi, senza dubbio il punto più alto dell'intera temporada, è stata sì strepitosa, ma più per motivi umorali (l'ambiente eccezionale del San Mamés, la carica di tutti i giocatori, la consapevolezza di avere davanti un'occasione storica) che per merito dell'allenatore; in finale, poi, si è vista la differenza che intercorre tra una squadra che gioca a calcio e una che non ha uno straccio di idea. Sono troppo duro? Forse, ma ricordo che con Valverde, e con una rosa più o meno simile a questa, l'Athletic giocava alla pari col Barça e batteva il Real Madrid perfino al Bernabeu, e da quei tempi sono passati 4-5 anni, non 20... Insomma, con questa rosa a sua disposizione Caparros avrebbe dovuto lottare per un posto UEFA, non certo salvarsi dal baratro della Segunda a poche giornate dalla fine della Liga.
Gioco inesistente, troppi alti e bassi, pessimi rapporti con molti elementi della plantilla (qualcuno si è scordato le liti con Ustaritz e Gurpegi?), mancanza di ambizioni e gestione confusionaria della cantera: per me, bastano e avanzano per assegnare al nostro allenatore una meritata insufficienza.

sabato 25 luglio 2009

Il pagellone 2008/09: gli attaccanti.


Llorente, protagonista assoluto della Liga appena conclusa (foto Athletic-club.net).

Llorente 8: non poteva non essere lui il miglior biancorosso della stagione, che è giunta a buon fine (leggasi: salvezza e insperata finale di coppa) soprattutto grazie alle prestazioni strepitose del riojano-navarro. Ho speso talmente tante parole su Nando, quest’anno, da rischiare francamente di ripetermi nel sottolineare l’importanza che ha avuto per le sorti dei Leoni, non tanto per il numero di gol totali segnati (18, cifra notevole) quanto per il peso decisivo nell’economia del gioco biancorosso. Come detto più volte, ogni manovra offensiva dell’Athletic si sviluppa quasi esclusivamente intorno al suo centravanti, capace come pochi altri nella Liga di riuscire a coniugare il gioco spalle alla porta con la capacità di dialogare palla a terra con i compagni. Ormai anche i sassi sanno che Llorente è un attaccante atipico e particolarissimo, che unisce un fisico da granatiere ad una tecnica impensabile per un giocatore della sua stazza; abile nel corpo a corpo come in progressione, sa far salire la squadra e difendere il pallone, così come tentare la spizzata per i compagni o improvvisare una discesa, specialmente partendo dalla sinistra per accentrarsi e liberare il suo buon tiro da fuori. Centravanti dal repertorio completo, bravo di testa, di piede e in acrobazia, è il classico giocatore capace di fare reparto da solo, vero e proprio prototipo di punta moderna in grado di unire la ricerca del gol alla predisposizione verso il gioco di squadra. Fermare Nando significa fermare l’Athletic, e questa estrema dipendenza della squadra dal suo numero 9 è forse l’unica nota stonata quando si parla di lui.

Etxeberria 6: sufficienza stiracchiata e frutto più del rispetto verso la sua monumentale carriera in biancorosso che della reale bontà delle sue prestazioni. Comportatosi molto bene l’anno scorso, in questa stagione ha mostrato più volte la corda a causa di un’usura fisica che va ben aldilà di quanto recitato dalla carta d’identità… Caparros lo ha schierato titolare a inizio stagione, ricevendo in cambio due gol e alcune buone prove, poi però la condizione è andata scemando e nemmeno la primavera è riuscita a farla rifiorire, anche perché nel frattempo la trottola Toquero ha conquistato un posto al sole agli occhi del tecnico. Inutile discutere delle capacità tecniche o della storia calcistica di Joseba, visto che tutti gli appassionati di calcio spagnolo lo conoscono benissimo; c’è solo da registrare l’avviarsi sul viale del tramonto di un giocatore che ha dato molto alla causa dell’Athletic, pur con delle lacune a livello umano che per me restano difficili da dimenticare. Il prossimo anno, l’ultimo prima del ritiro, giocherà gratis come atto di riconoscenza verso il club e il salario minimo garantito verrà da lui totalmente devoluto alla Fondazione Athletic. Chapeau.

Toquero 5,5: aldilà della simpatia, impossibile da non provare vista la spontaneità e la storia calcistica del personaggio, mi risulta davvero difficile considerare questo attaccante un elemento in grado di disputare senza problemi la massima categoria. Come ho già scritto una volta, se fosse tanto forte coi piedi per quanto è generoso sarebbe senza dubbio un campione, ma il calcio di Primera è un’altra cosa rispetto a quello che Gaizka mostra di praticare. Fin troppo altruista, non si risparmia mai se c’è da pressare o da inseguire un pallone praticamente perso, non sta mai fermo e col suo moto perpetuo riesce a tenere sempre sul chi vive le difese avversarie, specie quando devono impostare; peccato, però, che a tali peculiarità non si accompagnino una cifra tecnica decente e una senso della porta da attaccante vero, ragione più che sufficiente per spiegare il magrissimo score (3 gol, uno in campionato e due in Copa del Rey) che Toquero ha totalizzato da gennaio a fine stagione. Le sue qualità migliori sono certamente la buona velocità di base e la grandissima grinta: troppo poco per un calciatore che ambisca ad essere titolare in un club come l’Athletic. A parer mio può essere al massimo una riserva buona per entrare a partita in corso, magari per sfruttare gli spazi col contropiede o per mettere pressione ai difensori quando c’è da ribaltare un risultato, ma nulla più.

Ion Vélez 5:
già lo scorso anno non mi era piaciuto per nulla, nonostante lo avessi potuto vedere poco in campo prima che la società lo cedesse in prestito all’Hercules, dopo appena 9 presenza; Caparros, convinto da non so quali prestazioni del navarro ad Alicante, ad inizio stagione ha deciso di riportarlo alla base, ma di certo non lo ha trovato granché migliorato. Vélez è un altro esempio di attaccante assolutamente inadatto alla Primera Division, dotato sì di velocità e rapidità di gambe, ma anche totalmente sprovvisto dal punto di vista tecnico; dribbling e accelerazioni palla al piede non esistono nel suo vocabolario, nel quale addirittura non c’è traccia di alcuni fondamentali come il colpo di testa, la protezione della sfera spalle alla porta e il tiro. I 3 gol in 28 presenze di Liga parlano chiaro (ci sono difensori che segnano il doppio, tra cui Iraola) e non è un caso che Caparros si stia guardando attorno per cercare un altro attaccante di scorta che faccia al caso suo. Ion non è adatto a certi livelli e forse dovrebbe ritentare l’avventura in Segunda, categoria più consona ai suoi scarsi mezzi.

Iñigo Vélez n.g.: preso dal Murcia per giocare quattro partite, a questo punto era meglio lasciarlo dov’era. Mai visto.

venerdì 24 luglio 2009

Il pagellone 2008/09: i centrocampisti.


Javi Martinez si è confermato miglior centrocampista della stagione (foto Athletic-club.net).

Javi Martinez 7,5: atteso quest'anno al varco della consacrazione definitiva, il 21enne navarro non solo non ha deluso, ma ha addirittura messo sul piatto la stagione forse più consistente da quando gioca nella Liga. Le sue qualità sono ormai notissime al grande pubblico e lo rendono senza dubbio uno degli elementi di spicco della rosa biancorossa: eccezionali doti fisiche, grande capacità di inserimento senza palla, tiro da fuori, stacco di testa e abilità nell'interdizione fanno di lui un centrale di grandissimo spessore, simile per caratteristiche più ad un centrocampista di stampo britannico (né regista né mediano, sulla scia dei Lampard e dei Gerrard - ovviamente con le debite proporzioni) che ad un classico "medio" iberico. In effetti, non esiste nel panorama spagnolo un calciatore di questo tipo, cosa che potrebbe renderne difficoltoso l'adattamento agli schemi della nazionale, come dimostrato dai recenti campionati europei Under 21. A parer mio il suo potenziale è ancora tutto da scoprire, in quanto il 4-4-2 rigidissimo di Caparros lo limita notevolmente poiché lo costringe ad agire in tandem con Orbaiz, giocatore di grande visione di gioco ma molto lento, e spesso riduce il suo apporto al gioco alla fase di contenimento; libero da compiti esclusivi di copertura, Javi Martinez potrebbe diventare quell'incursore eccellente di cui possiede tutte le caratteristiche (quest'anno ha segnato 5 gol, per esempio) e che potrebbe risultare disequilibrante al massimo in un torneo come la Liga nel quale figure di questo tipo non sono affatto numerose.

David Lopez 6,5: temporada positiva, specie rispetto alla sua stagione d'esordio in biancorosso, ma non è certo lui il giocatore in grado di far spiccare all'Athletic il salto di qualità a centrocampo. Lo ritengo un regolarista, dotato di un buon destro e di grande fondo, ma lo trovo sprovvisto di tutte quelle caratteristiche che fanno la grande ala, ovvero fantasia, rapidità nel breve e dribbling funambolico; il riojano riesce rarissime volta a creare la superiorità sulla propria fascia e ha bisogno dell'appoggio costante del terzino, riuscendo a trovarlo spesso e volentieri solo perché il nostro fluidificante destro si chiama Andoni Iraola... Caparros ha comunque deciso di concedere a David Lopez una fiducia pressoché illimitata, e in fin dei conti l'ex osasunista non si è comportato male: 5 gol tra campionato e coppa, molti assist e una ritrovata confidenza con i calci da fermo lo hanno reso fatto un'arma importante negli schemi offensivi biancorossi, soprattutto sui piazzati. E' un po' il nostro Beckham (sic!), di certo non sarà mai un elemento in grado di cambiare una partita con un'invenzione o un lampo di classe.

Yeste 6: molti tifosi biancorossi non saranno d'accordo con la mia valutazione, ma il fascino che il calcio dal sapore antico di Fran esercita su di me è ancora troppo forte per punire il nostro numero 10 con un voto negativo. Una valutazione che, peraltro, mi sembrerebbe esagerata, visto che il trequartista di Basauri è costretto da due anni a giocare fuori ruolo, isolato sulla fascia sinistra o arretrato in una posizione da mediano per cui non è attrezzato, tatticamente e fisicamente. Yeste è una delle numerose vittime della moderna concezione del calcio, nella quale non c'è posto per i fantasisti classici e dove geni assoluti come Messi, tanto per dirne uno, giostrano in posizioni assai differenti da quelle che gli sarebbero spettate un paio di decenni fa. Sinistro capace di meraviglie, grandissima inventiva e dribbling secco, Fran non eccelle per capacità di corsa e propensione ai rientri, anche se non si nasconde mai, specie nelle partite difficili, e sa assumersi le proprie responsabilità quando è necessario. Caparros non concepisce il trequartista centrale ma, allo stesso tempo, sa che non può fare a meno della cifra tecnica ben oltre la media di Yeste, dunque lo schiera sempre, anche se fuori ruolo, e spera in un suo colpo di genio che dia senso a una manovra offensiva scolastica e troppo lineare. Quest'anno Fran ha proceduto tra alti e bassi molto frequenti, riuscendo comunque a lasciare un'impronta indelebile sulla stagione biancorossa grazie alla prova eccezionale nella semifinale di ritorno di Copa del Rey con il Siviglia; si fosse ripetuto anche in finale sarebbe un eroe, per me resta un elemento imprescindibile nell'undici dei Leoni.

Gabilondo 6: la sua temporada si è chiusa a marzo a causa di un brutto infortunio, tuttavia "Oso ondo" ha dato senza dubbio il suo contributo, pur non partendo quasi mai titolare. Regolarista come David Lopez, forse ancor più monocorde e incapace di accelerazioni (cosa grave, visto che gioca esterno di centrocampo), Igor riesce però a piazzare, di tanto in tanto, alcuni colpi geniali che non possono essere frutto del caso, visto che ogni anno l'ex errealista ne tira fuori dal cilindro almeno un paio. In questa stagione ha lasciato il segno con il pallonetto pesantissimo del momentaneo 1-1 a Gijon, nei quarti di coppa, e per il resto ha fornito le solite prestazioni senza infamia e senza lode. Utile, è una riserva ideale e sicuramente farà molto comodo ad un Athletic che da agosto sarà impegnato su tre fronti.

Gurpegi 6: voto di stima come quello di Ustaritz, dettato non tanto da motivazioni tecniche quanto da ragioni sentimentali e solidaristiche. Dopo i due anni di stop a causa della squalifica, tutto si meritava Carlos tranne il trattamento riservatogli da Caparros; inizialmente Jokin lo ha proposto titolare, quindi lo ha tolto dall'undici base dopo un paio di partite ufficiali e ha iniziato a utilizzarlo o negli ultimi minuti o come tappabuchi, arrivando perfino a schierarlo terzino destro. Sballottato e privato di minuti preziosi, Gurpe non è mai riuscito a trovare il ritmo partita, cosa fondamentale per lui dopo la lunga inattività, ed è finito giornata dopo giornata ai margini della squadra. Il suo sfogo di fine stagione verso l'allenatore è per me assolutamente condivisibile, specie dopo le parole di Caparros nello scorso precampionato ("Il nostro miglior acquisto è il rientro di Gurpegi"), e ammiro ancor di più la persona dopo la decisione di rimanere. Nota a margine: si è rotto per ben due volte il naso in scontri fortuiti di gioco...insomma, se una stagione nasce male c'è poco da fare.

Susaeta 6-:
la "sensazione" dell'anno scorso, come dicono in Spagna, ha fatto molta fatica a confermarsi lungo tutto l'arco della stagione e ha trovato una buona continuità solo nella sua ultima parte. Troppe aspettative, maggior attenzione dei difensori avversari e le normali difficoltà di adattamento di un giovane al calcio che conta hanno sicuramente influito sul rendimento di Susaeta, bravo a non deprimersi quando Caparros non lo utilizzava e a mostrare di poter ben figurare sul palcoscenico della Liga quando ha ritrovato forma e fiducia. Tecnicamente non si discute e, nonostante non sia velocissimo, possiede (lui sì!) le peculiarità di un esterno offensivo di grande livello: dribbling funambolico, creatività, ottimo cross, rapidità nello stretto e gioco "elettrico". Manca di continuità e spesso soffre di amnesie tattiche, specie a livello difensivo, difetti in ogni caso ampiamente migliorabili con l'esperienza. E' uno degli elementi di maggior prospettiva in casa biancorossa e la prossima temporada ci dirà molto sulle sue reali potenzialità.

Orbaiz 5,5: titolare inamovibile per Caparros, a parer mio Don Pablo ha dimostrato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di non essere più il grandissimo regista basso che era prima del duplice infortunio ad entrambe le ginocchia. La Liga sarà forse un torneo nel quale le velocità non sono esasperate, questo è vero, ma il navarro quest'anno ha dato di sé una versione a due facce: bravo a far girare la squadra e ad organizzare il gioco quando il ritmo era basso, in apnea e senza idee quando gli avversari alzavano il baricentro e facevano circolare velocemente il pallone. Orbaiz non è più adatto a sostenere partite di un certo tipo, insomma, e di certo non migliorerà ora che l'Athletic si prepara ad affrontare ben tre competizioni di altissimo livello. Dal punto di vista tecnico-tattico il navarro non si discute, tuttavia la sua presenza in campo spesso è risultata deleteria, sia perché impegnava Javi Martinez unicamente in interdizione, sia perché esponeva la difesa agli assalti per vie centrali degli avversari. Ho sentito che la società intende rinnovargli il contratto e non sono d'accordo: nella cantera c'è di meglio (Iturraspe su tutti) e anche Jokin non deve stimarlo come qualche tempo fa, visto che ha fatto inseguire fino all'ultimo un regista come Ander Herrera.

Del Olmo, Muñoz, Garmendia, Goñi, Iturraspe n.g.: davvero incredibile, in senso negativo, la temporada di Iturraspe, indicato nel precampionato da Caparros come possibile sorpresa della Liga e finito a fare la riserva nel Bilbao Athletic dopo un paio di comparsate. Goñi ha fatto in tempo solo ad esordire (ma evidentemente non è piaciuto a Jokin, visto che non è stato convocato per il ritiro precampionato della prima squadra), Muñoz come l'anno scorso è rimasto incomprensibilmente ai margini. Garmendia era partito bene, segnando peraltro un gol pesante all'Osasuna, poi il tecnico lo ha accantonato senza particolari motivi e di lui si sono perse le tracce (ora è in procinto di essere ceduto). Altro mistero quello di Del Olmo: preso dall'Eibar, ha giocato solo scampoli ed è stato mandato via in fretta e furia; un altro dei numerosi ingaggi senza senso della nuova giunta, da aggiungere alla lista di quei giocatori come Muñoz, Cuellar e Iñigo Velez il cui acquisto risulta davvero senza senso.

lunedì 20 luglio 2009

Inizia la nuova stagione.



Con la vittoria per 3-1 contro l'Olhanense (reti di Ustaritz, Gurpegi e Diaz de Cerio) è iniziata ufficialmente due giorni fa la temporada 2010/2011. Il mercato in entrata è stato praticamente nullo, visto che sono arrivati solo Igor Martinez dall'Alaves e l'esterno offensivo Ibai Gomez dal Sestao; in uscita, invece, si sono registrati i nomi di Yeste, accasatosi infine all'Al Wasl di Dubai, Muñoz, Etxeita (contratto rescisso, giocherà nell'Elche) e Zubiaurre (ceduto in prestito all'Albacete), a cui vanno aggiunti i ritirati Etxeberria e Armando. Da segnalare anche la rescissione del contratto di Isma Lopez, indicato da anni come uno dei giovani più promettenti di Lezama ma che non ha mai pienamente convinto; il navarro giocherà nel Saragozza B, l'Athletic dal canto suo si è riservato un'opzione di riacquisto del giocatore entro due anni.
Sempre parlando di giovani, vorrei segnalare con colpevolissimo ritardo la grande affermazione dello Juvenil, che si è aggiudicato dopo 18 anni la finale di Coppa di categoria superando per 2-0 il Real Madrid. La squadra è davvero ricca di talento, speriamo di vedere in poco tempo i suoi migliori elementi con la prima squadra (Ramalho intanto ha giocato da titolare contro l'Olhanense).
Quale stagione si prospetta per i Leoni? Per me sarà un altro anno interlocutorio, senza infamia e senza lode; la rosa è quella dello scorso anno e ci si attendono miglioramenti dai giovani, ma oltre a ciò non credo ci siano margini (specie riguardo alla guida tecnica...) per aspettarsi chissà quali risultati. Dovremo concentrarci sulla Copa del Rey e dovremo tentare di sfruttare i passi falsi delle ex grandi (Valencia, Siviglia, Atletico Madrid, Villarreal) per scalare posizioni in classifica e dare l'assalto a quelle posizioni europee che l'anno scorso ci sfuggirono per poco. Lasciatemi comunque dire che il prossimo campionato si annuncia noioso come e più dell'ultimo, con due squadre a fare un torneo a sé stante e le altre quali mere comprimarie. Liga o Scottish Premier League?

venerdì 17 luglio 2009

L'intasamento della fascia sinistra.


Il ds Irureta accoglie Xabi Castillo (foto Athletic-club.net).

L'arrivo di un altro terzino sinistro era nell'aria, giacché Caparros aveva sorprendentemente deciso di non portare Balenziaga nel ritiro precampionato di Isla Canela, e ieri è divenuto ufficiale quando l'Athletic ha chiuso con la Real Sociedad per Xabi Castillo, 23 anni e una carriera svoltasi tutta tra Segunda B e Segunda. Chiariamo subito due cose al riguardo del giovane laterale mancino: dal punto di vista tecnico l'operazione è buona (il giocatore era seguito da vicino anche da Racing, Bolton e Celtic, dunque le sue qualità sono note) e inoltre non c'è nessuno "sfregio" alla cantera, visto che Castillo è un prodotto di Lezama e il suo abbandono quando militava tra i cadetes è da imputare soprattutto alla sua passione per la pelota, sport famosissimo nei Paesi Baschi; il quattordicenne Xabi praticava infatti entrambe le discipline e, davanti alla richiesta dei responsabili del settore giovanile biancorosso di fare una scelta, rifiutò e preferì trasferirsi alla Cultural di Durango, club della sua città, pur di poter continuare la sua doppia carriera. Dopo un paio d'anni la Real Sociedad fiutò l'affare e acquistò il ragazzo, il resto è storia recente.
Ciò che mi lascia perplesso, aldilà delle considerazioni sull'arrivo di Castillo, è la gestione della fascia sinistra dopo la cessione di Del Horno al Chelsea, quattro anni orsono: da quel momento in avanti, la corsia mancina è divenuta una specie di rebus che la dirigenza non riesce a risolvere e che ogni anno sembra farsi sempre più criptico. Con la scoperta di Koikili pareva che la maglia numero 3 avesse trovato fissa dimora, ma è ormai chiaro che Caparros non consideri l'ex del Sestao un titolare inamovibile, altrimenti l'anno scorso non gli avrebbe inizialmente preferito Casas (!) e quindi Balenziaga. Quest'ultimo è stato a sua volta bocciato dopo una prima stagione non proprio esaltante, anche se al giocatore, in virtù della giovane età e di alcune doti piuttosto evidenti, doveva essere concessa una seconda possibilità. Così non è stato ed ecco dunque arrivare Castillo, la soluzione più semplice ed economica vista l'irraggiungibilità di Monreal, a parer mio il terzino sinistro migliore del panorma basco. L'utrerano sarà finalmente soddisfatto o anche stavolta dovremo assistere a una brutta sceneggiata come quella dell'anno scorso? Al campo l'ardua sentenza, io mi limito a fare il mio personale "in bocca al lupo" al neo-biancorosso Xabi.

Questa sera, intanto, inizia ufficialmente il precampionato dell'Athletic con la prima amichevole estiva, che vede i bilbaini opposti al glorioso Benfica. Un test impegnativo, dunque, al quale i Leoni arrivano in formazione rimaneggiata per le assenze di Llorente (in vacanza perché ha giocato la Confederation Cup con la Spagna), di Javi Martinez (operato al ginocchio dopo l'Europeo Under 21, ne avrà ancora per un po'), dell'acciaccato Etxeberria, del convalescente Diaz de Cerio e del nuovo acquisto Xabi Castillo. A centrocampo giostrerà senza dubbio il doble pivote Orbaiz-Gurpegi, che tante soddisfazioni ci ha regalato durante l'era Valverde, mentre l'attacco sarà formato da Ion Velez e Toquero (poveri noi...). L'aspetto più succulento della serata potrebbe essere rappresentato dagli esordi di Oscar de Marcos e, soprattutto, Iker Muniain, la perla della cantera bilbaina che tutti gli appassionati non vedono l'ora di osservare sul terreno di gioco con i "grandi". Appuntamento alle ore 22.15 su ETB-1, se avete la parabola, o su Rojadirecta.com se avete una buona connessione.

mercoledì 15 luglio 2009

martedì, 14 luglio 2009

Libertà di informazione, sempre!

Anche se questo non è un blog politico, aderisco con grandissimo piacere alla giornata di sciopero indetta dai maggiori blogger italiani contro la legge che vuole censurare financo la Rete, ultima isola di libertà di informazione all'interno di un panorama mediatico oscenamente parziale e imbavagliato. Internet non si tocca!

dirittoallarete.ning.com

martedì 14 luglio 2009

Secondo acquisto.


Oscar de Marcos durante la presentazione (foto Athletic-club.net).

Caparros qualche giorno fa aveva dichiarato di aspettarsi altri 3-4 rinforzi prima della fine del mercato: sinceramente avevo pensato che fosse una sparata di mezza estate, invece devo ricredermi di fronte all'arrivo di Oscar de Marcos, ventenne trequartista che gioca di preferenza a sinistra, anche se non disdegna la posizione di classico "dieci" alle spalle delle punte. Prodotto della cantera dell'Alaves, de Marcos ha esordito in prima squadra quest'anno, passando dalla Tercera alla Segunda Division nel giro di pochi mesi; da dicembre a giugno ha messo insieme 20 presenze e segnato cinque reti, segnalandosi come uno dei più positivi nel contesto di una stagione disastrosa per i vitoriani, retrocessi in Segunda B con parecchie giornate di anticipo sul termine del campionato. L'Athletic aveva già seguito il ragazzo durante il mercato di gennaio, segno evidente che le sue qualità erano note, tuttavia ha insistito seriamente per prenderlo solo adesso, potendo fare leva, oltre che sull'amore dichiarato di Oscar per i colori biancorossi, anche sul fattore-retrocessione che ha logicamente ammorbidito l'Alaves. De Marcos si è già aggregato al ritiro precampionato di Isla Canela e ora sta a Caparros valutarlo e decidere se dargli un posto in prima squadra o se dirottarlo in prestito da qualche altra parte. Gli articoli che ho potuto leggere sul web parlano di un giocatore in prospettiva molto interessante, bravo tecnicamente e nel dribbling, dotato di buona velocità e con un ottimo senso dell'inserimento in area; di certo ai Leoni manca un esterno sinistro di ruolo con queste caratteristiche (Yeste non è un'ala, Gabilondo è un soldatino con poca verve, David Lopez e Susaeta rendono molto di più a destra) e non è detto che de Marcos non riesca a trovare un posto al sole tra i biancorossi. Buona fortuna al nuovo arrivato!

Se de Marcos è atteso adesso dalla pretemporada a Huelva, altrettanto non si può dire dei cinque "scartati" da Caparros: si tratta di Muñoz, Garmendia, Iñigo Velez, Murillo e Balenziaga, che sono rimasti a Bilbao dopo che Jokin ha deciso di non convocarli per il ritiro estivo. Se per i primi quattro la notizia era quasi scontata (mi dispiace molto per Garmendia, verso cui nutrivo speranze migliori), altrettanto non si può dire per Balenziaga, sul quale l'utrerano aveva dimostrato di contare abbastanza nella scorsa stagione. Evidentemente la fiducia è scemata e le voci che parlano di un accordo in dirittura d'arrivo tra Athletic e Real Sociedad per il terzino sinistro giputxi Castillo non fanno che confermarlo.

Javier Irureta è il nuovo coordinatore di Lezama (in pratica, direttore sportivo) dei bilbaini. Avrei preferito vederlo in pancina ad allenare, ma questo potrebbe essere un primo passo in tal senso. In bocca al lupo, Jabo!

venerdì 10 luglio 2009

Eskerrik asko, Tiko!



Dopo quasi 10 anni di Athletic, oggi Roberto Martinez "Tiko" ha lasciato il club biancorosso con la rescissione bilaterale del suo contratto. Il giocatore non rientrava nei piani di Caparros (in questa stagione, infatti, ha giocato in prestito all'Eibar) e ha deciso che a 33 anni era meglio chiudere la carriera altrove e non tra la tribuna e la panchina del San Mamés. Centrocampista centrale con spiccate doti offensive, Tiko verrà ricordato soprattutto per il tiro al fulmicotone grazie al quale ha segnato reti memorabili, vero marchio di fabbrica per cui, anni fa, venne addirittura coniato un termine preciso, "tikotazo"; nella temporada di grazia 2001/02 il navarro esordì anche in nazionale, ma non è riuscito mai più a ripetersi sui livelli di quella stagione eccellente e la sua presenza con la Seleccion è rimasta isolata. E' stato comunque un buon elemento per l'Athletic e posso dire che si tratta di un ragazzo d'oro, come abbiamo avuto modo di verificare quest'anno a Valencia in occasione della finale di Copa del Rey. Unica macchia, il ruolo poco chiaro nella vicenda-Guerrero, che comunque non mi impedisce di omaggiarlo con il video che ho postato sopra e di ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto nella sua lunga militanza in biancorosso. Agur!

lunedì 6 luglio 2009

Il pagellone 2008/09: i difensori.


Andoni Iraola è stato come sempre tra i migliori della temporada: qui supera Henry (foto Daylife.com).

Iraola 7,5: stagione sontuosa quella del terzino di Usurbil, finalmente gratificato da una chiamata in nazionale quantomai appropriata ancorché tardiva, giusto riconoscimento alla qualità di gioco e alla continuità di rendimento di questo straordinario interpete del ruolo in chiave moderna (peccato che poi Del Bosque lo abbia trascurato per chiamare Arbeloa...mah!). Ormai posso solo ripetermi nell'elencare tutti i punti di forza di Andoni, che ora come ora, stanti la parabola discendente di Orbaiz e le "lune" di Yeste, è forse la maggior fonte di gioco dell'Athletic; numerosissimi sono i palloni che transitano sulla sua fascia di competenza, adeguatamente accompagnati dalle discese sul fondo e anche dai lanci e dai cambi di gioco che di solito sono il marchio di fabbrica di un regista. Non a caso l'ex tecnico biancorosso Mané, trovatosi senza mediani durante la sciagurata stagione 2006/07, schierò proprio Iraola a centrocampo, confidando a ragion veduta nella visione di gioco e nel senso della posizione che il numero 15 ha sempre dimostrato di possedere in notevole quantità. L'anno scorso Andoni venne un po' limitato dalle consegne di Caparros, ma quest'anno ha saputo coniugare splendidamente rigore difensivo (da sempre il suo tallone d'Achille) e propositività in attacco; le sei rete segnate, suo massimo di sempre, sono lì a dimostrarlo, compresa la spettacolare "cilena" che vado a proporvi qui sotto. Di gran lunga il migliore del reparto difensivo, c'è rammarico solo per quei due rigori sbagliati durante la stagione...



Koikili 7:
strana stagione quella dell'ex campione di lotta greco-romana, senza dubbio una delle sorprese più liete della temporada passata. Dopo il mancato rinnovo a Del Horno, sembrava chiaro a tutti che il titolare fosse lui, anche perché la società si era "tutelata" riprendendo l'orrido Casas dopo averlo lasciato un anno fuori rosa, ma Caparros fin dal precampionato ha mostrato di non gradire Koi come prima scelta. Nessuno, tuttavia, si aspettava che Jokin arrivasse al punto di schierare Casas nella prima giornata di Liga, venendo peraltro ripagato con una prestazione oscena di quest'ultimo, e corresse poi ai ripari prendendo in tutta fretta Balenziaga dalla Real Sociedad pur di non ripresentare Koikili nell'undici base. Le ragioni di questo ostracismo sono misteriose e pressoché inspiegabii, ma resta comunque il fatto che il terzino di Otxandio si è trovato ai margini della squadra per metà stagione non certo per motivi tecnico-tattici. Quando Caparros si è deciso a schierarlo a causa delle incertezze di Balenziaga, infatti, il numero 3 ha risposto con una serie di prestazioni importanti e si è riguadagnato il posto a pieno titolo. I limiti del giocatore sono noti (scarsa altezza, gioco aereo inesistente, piedi non da Primera), tuttavia sono compensati da un agonismo straordinario, che mai trascende in cattiveria o violenza, da una generosità eccezionale e dall'applicazione mentale ferrea, retaggio questo della disciplina in cui primeggiava da ragazzo. Senza dubbio è stato uno dei protagonisti del periodo migliore dei biancorossi e ha coronato la sua buona temporada giocando una finale di Copa del Rey esemplare.

Etxeita 6,5:
trasferitosi a inizio torneo dal Bilbao Athletic alla prima squadra a causa della mancanza di centrali, il 22enne di Zornotza ha finito per essere il cachorro più impiegato da Caparros e si è guadagnato senza dubbio la riconferma tra i "grandi" per la prossima stagione. Molto forte di testa e nella marcatura stretta, è un classico difensore di scuola basca, fisicamente potente, rude nei contrasti e amante più del duello rusticano col centravanti avversario che dell'anticipo pulito; tecnicamente mediocre, non è certo il tipo di giocatore col quale iniziare ad impostare l'azione fin dalle retrovie. Per il momento è un buon rincalzo, tuttavia possiede mezzi interessanti che lo rendono, in prospettiva, un elemento affidabile per la difesa dell'Athletic.

Ustaritz 6: voto di stima. Bersagliato dagli infortuni e sottoutilizzato da Caparros, Usta ha messo insieme la miseria di14 partite tra campionato e coppa, lui che dovrebbe essere titolare fisso ogni domenica. Dal punto di vista tecnico è infatti il miglior elemento del reparto arretrato: rapido nel breve, è dotatissimo nell'anticipo e ha un ottimo senso della posizione, che coniuga con un destro non disprezzabile nei rilanci e con una buona capacità di comandare la difesa. Difetta un po' nello stacco di testa e nel contatto ravvicinato con l'avversario, pertanto a parer mio si integrerebbe alla perfezione con Amorebieta e potrebbe dar vita con lui ad una coppia meglio assortita e più affidabile di quella che il basco-venezuelano forma con Ocio. Purtroppo la sfortuna e l'ostracismo ingiustificato di Caparros impediscono da tempo di verificare questa ipotesi, ma se Ustaritz rimarrà (a fine stagione ha avuto parole di fuoco contro il mister, reo di averlo messo in dubbio la reale consistenza dei suoi infortuni) credo che meriterebbe un'occasione. D'altra parte, Aitor Ocio non giocherà fino a 40 anni, no?

Amorebieta 5,5:
il trofeo "Gambero 2008/09" non glielo toglie nessuno, visto il passo indietro notevole compiuto rispetto ad un anno fa. Se la scorsa stagione era stato uno dei più positivi (addirittura il Liverpool aveva chiesto informazioni su di lui), in questa temporada il gigante di Iurreta ha deluso ampiamente le aspettative di tutti e ha mostrato di non essere ancora giunto a piena maturazione. Nel calcio come nella vita il difficile non è tanto giungere alla ribalta, quanto confermare anno dopo anno di poter stare ai massimi livelli; Amorebieta, purtroppo per lui e per noi, una volta chiamato a ripetere le belle prestazioni del 2007/08 ha fallito clamorosamente, anche se ha dato segnali di ripresa nella seconda parte della Liga. Il girone d'andata è stato però un incubo: forma precaria, concentrazione nulla e la solita testa matta hanno prodotto una serie di partite degne della tribuna. Ad un certo punto, in molti abbiamo creduto che avesse perso la bussola, visto che alternava interventi assassini a centrocampo, e dunque tanto plateali quanto inutili, a delle amnesie terribili nell'uno contro uno proprio nei pressi dell'area di rigore...per fortuna Amorebieta è andato in crescendo e, nel girone di ritorno, è tornato a fornire delle prove all'altezza dei suoi mezzi, che non sono affatto scarsi. Se al fisico straripante, al grande stacco e al buon sinistro unisse anche un senso della posizione discreto è un po' di intelligenza calcistica, sarebbe un centrale da nazionale; ora come ora, invece, è un'ipotesi di grande difensore a cui manca ancora tanto per diventare un teorema.

Balenziaga 5,5: ecco un altro giocatore in prospettiva molto interessante e tuttavia ancora ben lontano dall'essere pronto per certi palcoscenici. Acquistato dalla Real dopo la prima giornata di Liga, Mikel è stato schierato subito titolare da Caparros e ha impressiona per facilità di corsa e ottima tecnica di base; i paragoni con Del Horno si sono sprecati e al giovane di Zumarraga è stato pronosticato un futuro da campione, ma nel giro di poche giornate sono però emersi quei difetti che hanno portato in seguito all'accantonamento del ragazzo in favore di Koikili. Tali difetti riguardano essenzialmente la fase difensiva, giacché Balenziaga non ha problemi quando si spinge in avanti; quando è chiamato a difendere, invece, palesa errori di concentrazione, di posizionamento e nell'uno contro uno davvero gravi e, talvolta, addirittura decisivi per gli avversari ai fini del risultato. Il tempo per imparare a difendere e diventare quindi un ottimo terzino non gli manca, forse un prestito, anche in Segunda, potrebbe essere utile per dargli minuti e fargli acquisire esperienza.

Aitor Ocio 5: da un elemento del suo spessore ci si attenderebbero sempre prestazioni di un certo livello, ma in questa stagione il centrale di Gasteiz è stato spesso al di sotto del suo standard, specie rispetto all'ottimo rendimento dell'anno passato. Difensore roccioso e molto fisico, con il passare degli anni ha perso in velocità e rapidità nel breve, cosa che si è notata più volte quest'anno; non è inoltre riuscito a sopperire con la notevole esperienza alla differenza di passo con gli attaccanti avversari e ha finito per soffrire oltremodo anche durante partite sulla carta tranquille. Terribile, poi, il nervosismo che ha palesato a fine campionato, periodo durante il quale ha rischiato di compromettere il cammino verso la salvezza con due espulsioni pesantissime nelle partite con Osasuna e Numancia, due rivali dirette nella lotta per non retrocedere. Per la prossima stagione sarebbe consigliabile utilizzarlo come centrale di scorta, ma qualcosa mi dice che Caparros non sarà di questo avviso.

Casas, Murillo, Eneko Boveda, Xabi Etxebarria s.v.


giovedì 2 luglio 2009

Presentato ufficialmente Diaz de Cerio.


Il neo-biancorosso posa per la foto di rito insieme all'Innominabile (foto Athletic-club.net).

La paura di creare un secondo caso-Zubiaurre ha impedito di ufficializzare prima di oggi ciò che tutti sapevano, ovvero che Iñigo Diaz de Cerio è un nuovo giocatore dell'Athletic. La società ha aspettato che il calciatore terminasse il suo contratto con la Real Sociedad, che scadeva per l'appunto ieri, e questa mattina ha presentato in pompa magna (niente a che vedere con il Kakà-show, ovviamente) l'attaccante di Donostia, arrivato a parametro zero; il risalto dato alla cosa è quanto mai giustificato, giacché Iñigol rischia seriamente di essere il primo e l'unico rinforzo di una campagna acquisti partita con grandi proclami che però, giorno dopo giorno, si sono rivelati nient'altro che spacconate da bar. Caparros voleva i migliori giocatori baschi e invece non riuscirà nemmeno ad avere gli Azpilicueta, i San José e gli Herrera di turno; chissà dove sono adesso quei simpaticoni che anno fatto i nomi di Joseba Llorente - stamani si parlava ancora di un sondaggio per lui -, Arteta e Raul Garcia, come se ci fossero i soldi per comprare gente di questo livello che peraltro non credo scalpiti per venire a Bilbao, visto che ha calcato il palcoscenico della Champion's. A proposito di Herrera, solo i gonzi potevano pensare che fosse realmente intenzionato a lasciare la città e la squadra dov'è nato e cresciuto per trasferirsi nel Botxo...Ander ha giocato a tiramolla per fare pressione sul Saragozza e strappare un contratto migliore, ma non ha mai pensato di andarsene dall'Aragona: piccoli Ibrahimovic crescono, almeno per quanto riguarda certi giochetti.
A meno che non arrivino Miguel Flaño, centrale dell'Osasuna, o il deprimente Barkero del Numancia, eventi questi che non mi auguro, Diaz de Cerio sarà dunque l'unico acquisto che la giunta Macua riuscirà ad eseguire, con buona pace di Caparros e dei suoi piani di rafforzamento in vista dell'Europa. I movimenti in uscita, al contrario, finora sono stati notevoli: via Del Olmo, Casas e Lafuente, in società si cerca ora una soluzione per tagliare al più presto anche Tiko e Iñigo Velez. Non si tratta però di cessioni, ma di rescissioni o mancati rinnovi di contratto, dunque nemmeno un euro è entrato nelle casse di Ibaigane. Complimenti vivissimi, anche perché due dei partenti (Del Olmo e Iñigo Velez) vennero comprati appena un anno fa: serviva proprio spendere soldi per elementi sottoutilizzati dall'allenatore?
Tornando a de Cerio, devo dire che ho letto commenti poco lusinghieri sul suo arrivo e, in generale, sulle sue caratteristiche tecniche, solo in parte dovuti ai timori sul recupero dal grave infortunio (rottura di tibia e perone) che gli ha fatto chiudere la stagione a novembre; l'ex errealista viene accusato di non esistere fuori dell'area di rigore, di non pesare sul gioco della squadra e di non poter convivere con un centravanti come Llorente. Queste critiche per me non sono del tutto fondate: è vero che Iñigol ha giocato pochissimo in Primera, che è reduce da uno stop lunghissimo e che non è un mostro di tecnica, ma è altrettanto certo che possieda un fiuto del gol innato, che lo rende per me l'attaccante di gran lunga migliore tra quelli che l'Athletic avrebbe potuto ingaggiare. Diaz de Cerio è il classico finalizzatore d'area, scarsamente dotato in elevazione, dribbling e palleggio, eppure capace di segnare con buona regolarità e di rendersi sempre pericoloso negli ultimi 16 metri; di certo non è uno di quei giocatori che incantano la platea con numeri di alta classe, ma il suo mestiere, segnare, sa farlo benissimo. Quello dell'integrazione con Llorente è un falso problema, perché a dispetto del fisico Nando è un attaccante tecnico e mobile, che ama svariare e che non disdegna di venire a prendersi il pallone lontano dalla porta; non vedo grossi problemi di convivenza con la punta donostiarra, e credo anzi che il numero 9 troverà finalmente qualcuno in grado di sfruttare le sue spizzate e gli spazi che apre con i suoi movimenti. E poi, se Llorente ha giocato con Ion Velez e Toquero, non può forse farlo anche con Diaz de Cerio?

Iñigo Díaz de Cerio Conejero


Nació en San Sebastián el 15 de mayo de 1984

1,77 m 69 kg

Debutó en primera división el 12 de febrero de 2006 ante el Atlético de Madrid

2003-04 Real Sociedad B 2ºB 19 partidos 4 goles
2004-05 Real Sociedad B 2ªB 33 partidos 1 gol
2005-06 Real Sociedad B 2ªB 32 partidos 23 goles
2005-06 Real Sociedad SAD 1ª 3 partidos 0 goles
2006-07 Real Sociedad SAD 1ª 27 partidos 4 goles
2007-08 Real Sociedad SAD 2ªA 36 partidos 16 goles
2008-09 Real Sociedad SAD 2ªA 11 partidos 4 goles