sabato 30 luglio 2011

Numeri di maglia 2011/2012.


Allenamento a Lezama (foto Deia.com).

È stata resa nota ieri la lista ufficiale dei numeri di maglia dell'Athletic per la prossima stagione (ricordo che in Spagna le rose delle prime squadre sono ristrette a 25 giocatori, ai quali può essere aggiunto un numero illimitato di elementi provenienti dalle squadre B), che riporto di seguito.

1 Iraizoz
2 Toquero
3 Aurtenetxe
4 Ustaritz
5 Amorebieta
6 San José
7 David López
8 Iturraspe
9 Llorente
10 De Marcos
11 Gabilondo
12
13 Raúl
14 Susaeta
15 Iraola
16 Orbaiz
17
18 Gurpegi
19 Muniain
20 Ocio
21 Ander Herrera
22 Castillo
23 Ekiza
24 Javi Martínez
25

26 Igor Martínez
27 Guillermo
28 Ibai Gómez
29 Saborit
30 Aitor Fernández
31 Jonas Ramalho
32 Ruiz de Galarreta

La prima riflessione riguarda i giocatori scartati subito da Bielsa e che non ritenevo del tutto esclusi, come ho avuto modo di scrivere qui un paio di settimane fa; la mia previsione era purtroppo sbagliata e la scelta di non dare una maglia a Koikili, Balenziaga, Zubiaurre, Inigo Perez, Cerrajeria, Diaz de Cerio e Urko Vera è una sentenza definitiva. Non discuto le scelte dell'allenatore, anche perché la sua interpretazione quasi maniacale del proprio lavoro lo avrà sicuramente portato a visionare chissà quante ore di video in modo tale da conoscere i giocatori prima di incontrarli (indicativo, in tal senso, quanto dichiarato da Ibai Gomez, che è rimasto senza parole quando Bielsa ha rivelato una perfetta conoscenza di lui e del suo ruolo in campo quando ci ha parlato per la prima volta a quattr'occhi). Quello che tuttavia non apprezzo è il modo in cui i giocatori scartati vengono trattati a Lezama: si allenano separatamente, in un campo diverso e con orari sfalzati rispetto al resto della squadra, e in pratica non hanno mai avuto una chance per far cambiare idea al mister di Rosario. Una nuova dirigenza e un nuovo corpo tecnico hanno tutto il diritto di tagliare i rami che ritengono secchi, però da un presidente eletto anche per lo slogan "Gure estiloa" (difendiamo lo stile Athletic, in soldoni) mi sarei aspettato un comportamento diverso. Ricordo che mi indignai moltissimo quando a Casas venne negato un dorsal poco prima dell'inizio della Liga, cosa che lo fece rimanere senza squadra fino al mercato invernale; il caso attuale è diverso, perché è stato chiaro che i giocatori non avevano possibilità (anche il sottoscritto l'aveva capito dopo il ritorno della squadra dallo stage di Oliva) e dunque hanno avuto tempo per cercare una nuova sistemazione, tuttavia il trattamento riservato loro dovrebbe essere diverso. Di certo c'è che Bielsa anche in questo aspetto è lontanissimo da Caparros: Jokin accumulava giocatori, anche inutili (emblematica la scorsa stagione, quella dei quattro terzini sinistri), El Loco ha fatto subito capire che intende lavorare con una rosa poco ampia e facilmente integrabile dai giovani più promettenti. Maggiori informazioni sulla situazione degli elementi scartati nella sezione Mercato del post.
Da notare c'è poi l'assegnazione di un numero della prima squadra ad Aurtenetxe, cui evidentemente Bielsa riconosce ottime potenzialità pur non avendolo ancora visto dal vivo (Jon è impegnato agli europei under 19 insieme a Ramalho). Muniain avrà il 19, ovvero la sua età, mentre Herrera giocherà con il 21 (inguardabile il 10 a De Marcos, evito di commentare il 2 che Toquero non vuol proprio abbandonare!). Ekiza si è conquistato una maglia, la numero 23, mentre i giocatori con un numero sopra il 25, cioè Igor Martinez, Ibai, Aitor Fernandez, Ramalho, Guillermo, Saborit e Ruiz de Galarreta, potranno divedersi tra Bilbao Athletic e prima squadra (i primi due, comunque, di fatto fanno parte della rosa principale). Restano liberi il 12, il 17 che fu di Etxeberria e il 25, anche se colpi di mercato nel prossimo futuro sono poco probabili.

Mercato: la novità delle ultime ore è l'offerta dello Slavia Praga per Urko Vera. L'attaccante biscaglino era stato prelevato dal Lemona nel gennaio scorso ed evidentemente aveva convinto poco anche Caparros, che gli aveva riservato solo 97 minuti in tutto il girone di ritorno e aveva finito per dirottarlo presto al Bilbao Athletic; Bielsa lo ha inserito subito nel gruppo dei giocatori che non intende utilizzare, sottolineando ancora una volta come la coppia Macua-Caparros abbia toppato spesso e volentieri sul fronte degli acquisti. Alcune squadre di Segunda si sono fatte avanti nei giorni scorsi, ma l'unica offerta concreta è per ora quella giunta dalla Repubblica Ceca; il giocatore nicchia perché non vorrebbe spostarsi dalla Spagna, Ibaigane è pronta invece a dargli subito la carta di libertà (in pratica una rescissione bilaterale) ponendo però una clausola biennale di possibile ri-acquisto. Un altro giocatore che sembrava vicino a lasciare il Botxo è Balenziaga, ma la sua prevista cessione in prestito al Las Palmas si è bloccata a causa dell'interessamento del Valladolid, squadra con ambizioni da Primera; il terzino ex Real Sociedad è alla finestra e aspetta, di certo non faticherà a trovare una sistemazione. De Cerio è cercato da diversi club ma non è ancora vicino a firmare, Iñigo Perez dovrebbe accasarsi come l'anno scorso all'Huesca e Koikili è stato messo in relazione con il Neuchatel Xamas, dove lo vorrebbe il neo-tecnico Caparros. Maggiori problemi sembrano invece avere Zubiaurre e Cerrajeria. Il primo, sulla cui vicenda paradossale sono convinto che qualcuno prima o poi scriverà un libro, non ha iniziato la preparazione a causa di una forte allergia ed è reduce da un campionato pieno di ombre all'Albacete, per cui non è facile che riesca a trovare in tempo un club disposto a prenderlo; il secondo è rimasto vittima della sconfitta di Macua e del conseguente addio di Caparros, che lo aveva scelto per svolgere la preparazione con la prima squadra inducendolo a rifiutare offerte importanti (Osasuna). Bielsa non lo ha ritenuto adatto al suo nuovo corso e Galder si è così ritrovato in una situazione poco piacevole, anche perché ha appena rinnovato il suo contratto per due anni; potrebbe rientrare al Bilbao Athletic, ma per il momento continua la sua preparazione isolata con gli altri indesiderati.
In entrata tutto tace e l'operazione-Aduriz sembra essersi del tutto sgonfiata. La pista che porta ad Aritz potrebbe riaprirsi nel caso in cui la società dovesse accettare l'ultima offerta del Tottenham per Llorente, ma dubito fortemente che Urrutia desideri presentarsi ai tifosi biancorossi con una mossa autolesionistica di questa portata.

martedì 26 luglio 2011

Primi segni di un nuovo corso.


I giocatori dell'Athletic con la Memorial Cup vinta sabato (foto As.com).

I giornali titolano "Primo titolo per Bielsa" con la solita esagerazione, ma c'è davvero un senso di esaltazione collettiva che inizia ad emergere dal precampionato dell'Athletic: a crearlo non sono state tanto le vittorie (tre su tre incontri disputati finora, seppure due siano stati solo di 45 minuti) o la conquista della Memorial Cup sabato, quanto la sensazione che questa squadra possa regalare davvero grandi soddisfazioni nell’immediato futuro. Non so se i Leoni vinceranno qualcosa o disputeranno un gran campionato, ma sento che ci divertiremo molto la domenica, e non penso di essere il solo ad avere quest'impressione. Dopo il 3-0 all'esordio stagionale contro l'Alzira (partita condizionata dalle gambe pesantissime dei giocatori), i biancorossi sono stati impegnati nel triangolare in Inghilterra di fronte a Southampton e Werder Brema, e proprio in quest'ultima occasione Bielsa ha confermato che la sua idea di calcio è una delle più moderne e spettacolari attualmente disponibili su piazza: pressing asfissiante, dominio del pallone e velocità nella giocata, i tre punti cardine del suo gioco, sono già parte integrante del suo Athletic. In particolare, contro il Werder (battuto 2-1, reti di Gabilondo e Toquero) i bilbaini hanno mostrato un ottimo assaggio di quella che potrebbe essere la loro stagione; schierata con un 4-3-3 molto corto, la squadra ha impressionato per come sembra aver recepito i dettami di Bielsa, a partire dal pressing di tutti (la buona notizia è che ci risparmieremo gli scatti chilometrici, e inutili, di Toquero, definiti dal sempre arguto Valentino Tola "corsette demagogiche") per concludere col movimento continuo degli esterni e le rapide verticalizzazioni dei centrocampisti. Interessante, dal punto di vista tattico, la posizione di David Lopez, che è stato schierato da interno insieme a Orbaiz, con Herrera qualche metro avanti: un'intuizione niente male da parte dell'allenatore di Rosario, in quanto il riojano non ha il passo e lo spunto dell'ala ma può essere utile, con il suo buon destro e la regolarità, come mezzala al fianco di un mediano puro (e d'altra parte l'ex Osasuna non ha mercato, quindi in qualche modo bisogna sfruttarlo). Contro il Southampton Bielsa ha inserito molte riserve (in pratica ha proposto solo la fascia destra titolare, Iraola-Susaeta) e sperimentato qualcosa: dietro l'Athletic ha giocato con 3 centrali puri e due terzini, Saborit e Iraola, con Andoni pronto a salire ed accentrarsi in fase di possesso per passare dal 5-2-3 al 4-3-3 più consueto (Ustaritz copriva le sue avanzate spostandosi sulla destra). Contro gli inglesi i Leoni hanno giocato meno bene, tuttavia hanno controllato e sono riusciti a colpire due volte nel finale, guadagnandosi così la Memorial Cup. Anche in questo caso va rilevata la posizione particolare di un calciatore, segnatamente De Marcos, che ha agito da centrocampista centrale e non da attaccante esterno. Molto buone le prestazioni del portiere Raul, di Herrera, già entrato nel vivo del sistema di gioco, e dei fluidificanti Iraola e Castillo (incredibile, ma sembra essere sulla via della ripresa). Mercoledì sera contro il Numancia la prossima partita, che attendiamo con trepidazione inconsueta per un’amichevole di fine luglio.

Mercato: in entrata tutto tace, e a parer mio è un bene. Volatilizzatesi le voci sul portiere Goitia, resta al momento in piedi solo l'ipotesi Aduriz, ma è presumibile che il Valencia non voglia privarsi dell'unica alternativa credibile a Soldado. Il club è invece molto attivo per quanto riguarda il fronte delle cessioni. E' di ieri la notizia dell'addio a Ion Velez, vecchia palla al piede (mi perdonerà il ragazzo, per cui non provo alcun tipo di antipatia, ma tecnicamente è impresentabile in Primera) di cui la Giunta Urrutia è riuscita a liberarsi: rescissione bilaterale del contratto e la punta navarra si è così potuta accasare al Girona in Segunda, categoria più adeguata ai suoi mezzi. Degli uomini scartati da Bielsa, e a questo punto ci sono pochi dubbi sul fatto che si tratti di una bocciatura definitiva, per ora hanno ricevuto richieste concrete Balenziaga (dal Las Palmas, che lo vuole in prestito) e Diaz de Cerio, cercato da diverse società di Segunda sempre con la formula del prestito. Cerrajeria e Urko Vera presumibilmente giocheranno un altro anno nel Bilbao Athletic, dover Bielsa li potrà tenere d'occhio, mentre per gli altri si cercherà una sistemazione da qui alla fine del mercato. Mi dispiace davvero molto per Koikili, spero che in qualche modo riesca a rientrare nei ranghi.

sabato 16 luglio 2011

Conosciamo Bielsa.



E’ iniziata ufficialmente l’altro ieri, con una doppia seduta di allenamento prima della partenza per il ritiro in terra valenciana (cosa già piuttosto indicativa), l’avventura di Marcelo Bielsa sulla panchina dell’Athletic. Innanzi tutto, fatemi dire che sono estremamente orgoglioso della sua scelta di dire no all’Inter perché già accordatosi con Urrutia, peraltro senza avere alcuna certezza riguardo al suo approdo a Bilbao; leggere su blog e siti italiani le elucubrazioni più assurde per motivare il rifiuto del Loco ad accettare l’offerta di Moratti è stato divertente ma in parte anche molto triste, perché un paese nel quale pare impossibile che una persona rispetti la parola data rivela chiaramente i motivi della propria decadenza civile e morale. “Ha paura di misurarsi con la Serie A”, “Non vuole avere la pressione di dover vincere subito”, “Ha scelto Bilbao e non Milano perché è un mediocre” sono solo alcune delle frasi deliranti lette nei giorni post-rifiuto, mentre allo stesso tempo fioccavano le analisi ex post dei tecnici della domenica (della serie: per fortuna non è arrivato, non è un vincente /tatticamente non è adatto al calcio europeo/con quello schema in Italia non si vince). Vorrei far notare in particolare una chicca di Sport Merdaset, che in un profilo di Bielsa elenca tra i difetti del tecnico di Rosario il non dare il proprio numero di cellulare ai giornalisti e il mettere sullo stesso piano piccoli e grandi quotidiani (cito dal sito: “l'inviato del Clarìn (paragonabile al Corriere della Sera in Italia per importanza) o de La Opinion di Pergamino (come dire Pizzighettone) verranno trattati allo stesso modo”): due peccati capitali per la gentaglia che infesta il mondo del giornalismo italiota. Parlando di cose serie, la domanda che in questo momento corre tra i tifosi dell’Athletic è una sola: Marcelo Bielsa è adatto o no per i biancorossi? Nel mio piccolo la risposta è che il Loco non solo sia adatto, ma che calzi proprio come un guanto sulla filosofia del club bilbaino. Un tecnico che ama lavorare con i giovani, per cui non contano le vittorie ma un progetto serio, che ama il gioco propositivo in grado di esaltare i numerosi talenti che abbiamo in rosa e che promette di riportare Lezama al centro sembra quasi troppo bello per essere vero; insomma, Urrutia potrebbe davvero aver puntato sull’allenatore ideale per il particolarissimo club di cui è appena stato eletto presidente.
Al momento dubbi e curiosità maggiori riguardano sicuramente l’aspetto tattico, quello per il quale Bielsa è più conosciuto; d’altra parte, se un allenatore con pochi trofei in bacheca (un paio di campionati argentini e l’oro alle Olimpiadi del 2004 con l’albiceleste i principali) è quasi venerato dagli addetti ai lavori un motivo ci sarà. Il suo modulo di riferimento è il celeberrimo 3-3-1-3, schema avveneristico con il quale ha affrontato sia i Mondiali 2002 con l’Argentina che quelli del 2010 col Cile, ottenendo risultati alterni; in Corea e Giappone venne eliminato clamorosamente nel gironcino iniziale, nonostante la sua squadra avesse trionfato nel gruppo di qualificazione sudamericano e si fosse presentata alla competizione iridata da grande favorita, mentre in Sudafrica ha ricevuto grandissimi attestati di stima. Il Cile, infatti, è stato unanimemente riconosciuto come la formazione dal gioco più bello del torneo, anche se è caduto agli ottavi a causa del cinismo brasiliano e di alcuni infortuni di troppo. Il 3-3-1-3 di Bielsa, aldilà dei numeri, è una tattica che si basa su tre principi cardine: dominio del gioco, pressing alto e verticalizzazioni immediate. La difesa, nominalmente formata da tre centrali, in realtà viene rafforzata in fase di transizione negativa dai due esterni di centrocampo e dal mediano, figure fondamentali per la fase di non possesso. Il rosarino ama mischiare le carte e nella scelta degli uomini per questi ruoli ne ha dato spesso un esempio, specie nella sua avventura alla guida del Cile dove utilizzava Medel, un incontrista, come difensore centrale o il jolly Vidal in almeno tre posizioni differenti (esterno basso, ala o centrocampista centrale). Il fatto è che per il Loco ci sono alcuni punti cardine indiscutibili: dei tre centrali uno dev’essere bravo ad impostare, in modo tale da poter rilanciare subito l’azione o da far partire il palleggio fitto fin dalla propria trequarti (ecco spiegato il perché di un mediano arretrato in difesa), mentre uno degli altri due dev’essere un marcatore puro in grado di francobollarsi al centravanti avversario; allo stesso modo, gli esterni di centrocampo devono saper fare bene entrambe le fasi, giacché sono i loro movimenti a determinare il formarsi o meno dei buchi potenzialmente più pericolosi (facile da capire: se un esterno scatta fino alla trequarti offensiva, non viene servito e resta fermo, sul ribaltamento dell’azione dalla sua parte ci sarà una voragine per l’ala avversaria). Il pressing è fondamentale e parte da lontano, ovvero dai tre attaccanti, centravanti compreso; sono loro a dover disturbare immediatamente lo sviluppo dell’azione altrui, in particolar modo uno degli attaccanti esterni deve sacrificarsi rientrando fino a centrocampo per evitare l'inferiorità numerica. La transizione offensiva è forse il momento principale nella tattica del tecnico argentino, che mira a recuperare palla il più possibile vicino all’area avversaria per puntare poi sulla verticalizzazione immediata verso le punte. In generale, comunque, Bielsa vuole il dominio del gioco: l’asse centrale mediano-trequartista è la struttura portante su cui si basa la fitta ragnatela di passaggi in fase di possesso, mentre gli esterni (bassi ed alti) sono deputati alla creazione di un tourbillon di tagli e incroci che, unito alla ricerca della profondità del centravanti, deve allargare le maglie della difesa altrui. Il sistema offensivo si basa da sempre su uno dei dogmi immutabili di Bielsa, un enganche y tres punta: l’enganche è il regista avnazato, il trequartista in grado di fare da raccordo per i passaggi provenienti dalle retrovie, di inventare l’assist per le punte e pure di inserirsi a fari spenti per andare al tiro sugli assist delle ali; le tres punta sono il centravanti classico e i due esterni alti, che partono larghissimi per poi puntare verso il centro e aprire gli spazi per le sovrapposizioni dei fluidificanti o per le imbucate centrali. Ma Bielsa è veramente un integralista del 3-3-1-3? In realtà, come tutti gli allenatori intelligenti Bielsa sa adattarsi alle caratteristiche dei propri calciatori e, soprattutto, dei suoi avversari di giornata: se avrà contro una sola punta la difesa a 3 è assicurata, mentre se gli altri si presenteranno con due attaccanti lo schieramento arretrato sarà a 4. Ma la caratteristica forse più spiccata del Loco è la volontà di giocare un calcio “totale” attraverso l’utilizzo a rotazione dei suoi uomini in ruoli diversi, ed è da qui che nasce la sua passione per i giovani, maggiormente malleabili rispetto alle vecchie glorie. Ipotizzando comunque l’applicazione del classico schema dell'argentino alla rosa biancorossa, i risultati sono quantomai intriganti; vediamo dunque, reparto per reparto, quale potrebbe essere l’undici dell’Athletic della prossima stagione [NB: ho iniziato a scrivere questo pezzo prima delle convocazioni del mister per lo stage di Valencia, di cui parlerò in chiusura, pertanto potrete leggere i nomi di alcuni giocatori scartati per il ritiro di Oliva; personalmente non credo che le decisioni dell'allenatore siano definitive, dunque ho deciso di lasciare inalterata la mia analisi].



Elaborazione da un'immagine di Zonalmarking.net

Portiere: Iraizoz dovrebbe essere il titolare, pur tenendo presente che se c’è un tecnico in grado di sparigliare le gerarchie questi è proprio Bielsa. Raul dunque partirà come dodicesimo, ma credo che avrà più possibilità di giocare rispetto alla passata stagione. Difesa: pochi dubbi riguardo ai tre centrali, con Ekiza, San José e Amorebieta perfettamente calabili nella parte per caratteristiche fisiche e tecniche. Amorebieta ha un sinistro preciso e potrebbe essere l’uomo deputato al rilancio dell’azione, San José ha qualità spiccate nella gestione della difesa ed Ekiza è il marcatore rapido tanto caro all’allenatore di Rosario. Più problematica la posizione dei rincalzi, Ustaritz e Aitor Ocio (dati entrambi in partenza), e non è peregrina l’ipotesi che Bielsa sfrutti la cantera per trovare alternative ai titolari. In tal senso, occhio ad Aurtenetxe e a Jonas Ramalho, centrali in grado di disimpegnarsi anche sulla fascia e per questo perfetti per una difesa a tre. Centrocampo: è il cuore delle squadre del Loco, nonché il reparto chiave per lo sviluppo del suo gioco ideale. Sulle fasce col rosarino spesso si sono visti fluidificanti in grado di fare entrambe le fasi e non centrocampisti esterni di ruolo, basti pensare alla sua Argentina nella quale i laterali erano due terzini, Zanetti e Sorin. A destra Iraola è perfetto: dotato di buona progressione e ottimo piede, Andoni è estremamente incisivo quando attacca ma nel corso degli anni ha pure imparato a difendere molto bene la sua zona di competenza, e non è difficile immaginare che il nuovo mister stravedrà in breve per lui. Più complicato il discorso sulla corsia opposta: Koikili è un classico terzinaccio, Castillo è impresentabile e Gabilondo non ha il passo per dominare tutta la fascia; a questo punto potrebbe tornare incredibilmente alla ribalta il quasi dimenticato Balenziaga, con l’interessantissimo Saborit come succulenta alternativa. Indiscutibili, invece, i due centrali: Javi Martinez è pronto a rivestire la posizione di schermo davanti alla difesa come ha fatto alla grandissima nella nazionale under 21 campione d’Europa, mentre il ruolo di enganche sembra fatto su misura per Ander Herrera, giocatore dotato di visione di gioco, ultimo passaggio e anche notevole tempismo negli inserimenti, come dimostrato dai gol pesanti messi a segno proprio durante l'Europeo di categoria. Per quanto riguarda le riserve, vedo poche possibilità per David Lopez, un altro che non ha il passo adatto, e anche per Orbaiz, la cui scarsissima dinamicità rappresenterebbe un problema non da poco all'interno del sistema di gioco iper-veloce del rosarino. Al contrario, se Iturraspe vuole sfondare l'anno buono è questo: come alternativa a Herrera sulla trequarti può ritagliarsi una spazio importante, perché le qualità tecniche non gli mancano. Gurpegi non dovrebbe avere problemi grazie alla sua adattabilità (per me lo vedremo parecchio in difesa), e anche se non partirà sempre titolare di sicuro a fine stagione avrà giocato molto. Occhio pure a Galder Cerrajeria, elemento di spicco del Bilbao Athletic che farà la preparazione con la prima squadra e potrà dire la sua sia come mediano che come regista. Iñigo Perez, infine? Se non verrà prestato, potrebbe essere utile da interno sinistro. Attacco: Llorente e Muniain sono indiscutibili, questo è palese. Nando è il centravanti perfetto per il gioco di Bielsa, un puntero forte di testa, buon finalizzatore e soprattutto capace di dialogare palla a terra con i compagni; dovrà migliorare nel pressing sui difensori avversari, aspetto nel quale non si è mai distinto particolarmente, ma la sua titolarità è scontata. Muniain ala sinistra è forse una delle novità tattiche più intriganti: spostare un giocatore disequilibrante come lui diversi metri più avanti, pur non esentandolo da compiti di ripiegamento, potrebbe consacrare definitivamente Iker nell’Olimpo delle giovani stelle iberiche. A destra si giocano una maglia Toquero e Susaeta; Gaizka ha dimostrato di poter incidere partendo dalla fascia, ha servito diversi assist con i suoi cross ed è ovviamente l’elemento più indicato per portare il pressing alto e rientrare poi subito a dar manforte al centrocampo, mentre Markel, che deve rilanciarsi dopo un’annata opaca, ha più piede e può sempre creare superiorità con i suoi dribbling. La scelta non è facile, al momento vedo favorito Toquero per la sua importanza tattica e l’estrema generosità. Per quanto riguarda le riserve, De Marcos e Igor Martinez hanno finalmente l’opportunità di mostrare il proprio valore giocando in una posizione più congeniale alle loro caratteristiche, mentre Urko Vera, Ion Velez e Diaz de Cerio (almeno uno dei tre verrà ceduto, anche in prestito) si disputeranno il posto di vice-Llorente. Canterani: Bielsa ha dichiarato di voler inserire nelle rotazioni almeno 4-5 giovanissimi. Chi saranno i prescelti? Per il ritiro di Oliva sono partiti Saborit, Ruiz de Galarreta, Guillermo e, a sorpresa, il portiere classe ’94 Arrizabalaga, senza dimenticare che Ramalho e Aurtenetxe non sono stati chiamati perché impegnati con la nazionale spagnola agli Europei under 19. I maggiori indiziati sono dunque questi, Arrizabalaga a parte (troppo giovane, e poi i portieri ci sono). Non è da scartare, comunque, l’ipotesi di qualche altro salto dal Bilbao Athletic.

Il pezzo originario doveva concludersi qui, poi Bielsa ha effettuato le convocazioni per lo stage di una settimana a Oliva, vicino Valencia. Hanno fatto subito scalpore le prime esclusioni, che hanno riguardato nomi anche importanti della rosa biancorossa; a Bilbao sono rimasti Koikili, Balenziaga, Cerrajeria, Ion Velez, Urko Vera, Diaz de Cerio e Iñigo Perez, più Javi Martinez e Muniain (in vacanza dopo l’Europeo under 21) e i succitati Aurtenetxe e Ramalho. Ho letto commenti molto negativi sul fatto che il Loco abbia scartato dei giocatori avendoli visti dal vivo giusto il tempo di un allenamento, tuttavia credo che la portata della sua decisione vada ridimensionata: probabilmente 35 giocatori gli sembravano troppi e ha deciso di portarne con sé solo alcuni, in modo tale da poter osservare tutti in modo approfondito e riservandosi di dare una chance agli altri una volta rientrato nel Botxo. Sicuramente non è un buon segno per quegli elementi poco adatti al gioco dell'argentino (Koi su tutti), ma da un tecnico intelligente come lui non mi aspetto bocciature dopo mezza giornata di lavoro. Per quanto riguarda il mercato, Aduriz ha smentito ufficialmente di essere mai stato in contatto con qualcuno della società (e Macua lo dava per acquistato, complimenti!), ma è stato lo stesso Bielsa a non chiudere la porta ad eventuali nuovi arrivi, pur specificando che le sue parole erano generali e non si riferivano a qualche giocatore specifico. Resta il fatto che dal Loco vorrei valorizzazione dei giovani, non richieste di acquisto… Sia come sia, per il momento l’unico nome che viene fatto è quello del portiere del Betis Asier Goitia, prodotto di Lezama e ormai da anni accasatosi in Andalusia (Malaga prima dei biancoverdi sivigliani). Spero vivamente che sia una bufala, in quanto abbiamo un patrimonio di giovani portieri da valorizzare e non vedo per quale motivo tesserare un quasi 30enne con molta esperienza in Segunda e poca in Primera, che peraltro toglierebbe spazio ai vari Raul, Aitor e compagnia.

martedì 12 luglio 2011

Il pagellone 2010/2011: l'allenatore.



Caparros 7: ho atteso l'elezione del nuovo presidente per scrivere il giudizio sul nostro (ormai ex) allenatore, giacché un'eventuale riconferma dell'utrerano in caso di vittoria di Macua avrebbe mutato la prospettiva di valutazione della sua stagione sulla nostra panchina. L'avventura di Jokin a Bilbao si è invece conclusa, dunque questa pagella non sarà solo una mera analisi della temporada appena passata, ma avrà anche un valore di giudizio complessivo del quadriennio caparrossiano, un periodo di luci e ombre che ha comunque avuto il merito di restituirci un Athletic competitivo ad alti livelli. Andiamo con ordine: che stagione è stata quella 2010/2011? Positiva, senza dubbio. Anzi, a dirla tutta quest'anno si è visto il miglior calcio da quando il tecnico andaluso si è seduto sulla panchina biancorossa; niente di trascendentale, è chiaro, eppure per diverse giornate il gioco rapido, verticale e basato sugli incroci dalle fasce è stato divertente e produttivo. Se a ciò si sommano l'ottima figura fatta in Copa del Rey (eliminazione a causa dei gol in trasferta contro il Barcellona, messo in difficoltà come da poche altre squadre nel corso della stagione) e la qualificazione alla prossima Coppa UEFA, peraltro evitando il passaggio dai turni preliminari, si può affermare tranquillamente che l'ultimo colpo sparato da Caparros sia stato anche il migliore, nonostante l'ormai classico calo in prossimità del traguardo che ha reso le giornate finali alquanto palpitanti. A questo punto, però, dobbiamo estendere il discorso a tutta l'esperienza di Jokin nel Botxo. Sono stati quattro anni difficili, intensi e caratterizzati dalle forti polemiche tra i due schieramenti venutisi a creare nella tifoserie bilbaina, quello degli anti-caparrossiani e quello degli strenui difensori del tecnico di Utrera. Non ho mai fatto mistero di appartenere al primo gruppo, per tutta una serie di ragioni che i lettori abituali del blog ben conoscono: gioco spesso oltre i limiti dell'inguardabilità (tranne qualche momento di ispirazione, che solo quest'anno è durato più di qualche giornata), atteggiamento eccessivamente conservativo in trasferta, bilancio negli scontri con le "grandi" più che deficitario, gestione cervellotica della rosa, scelte di mercato forzate e poco comprensibili. Per i suoi ammiratori, invece, Caparros ha fatto il massimo con quello che aveva a disposizione, ha dato un'identità definita alla squadra e ha fatto esordire giovani interessantissimi, mezze verità che non mi convincono del tutto; sono d'accordo sul fatto che Jokin ci abbia restituito una buona competitività, tuttavia credo che con quella rosa avrebbe potuto e dovuto fare di più (due campioni del Mondo e svariati nazionali giovanili ce li hanno in pochi nella Liga) e non sono mai stato convinto dalla sua gestione di alcuni giovani. La finale di Coppa del Re raggiunta e persa 4-1 col Barcellona nel è stato il punto più alto della sua parabola dal punto di vista dei risultati, mentre da quello del gioco la traiettoria è stata poco lineare: il primo anno Caparros si è preoccupato soprattutto di restituire solidità alla difesa (obiettivo raggiunto), il secondo e il terzo non è riuscito a dare schemi offensivi definiti ai suoi, infine durante il quarto si sono visti dei miglioramenti ma non si è mai avuta l'impressione di un'impronta chiara lasciata dall'allenatore. Tirando le somme, non credo che Jokin passerà alla storia come uno dei migliori allenatori sedutisi sulla panchina dell'Athletic, tuttavia a lui vanno ascritti indubbi meriti (primo fra tutti, quello di aver ridato credibilità alla squadra dopo un biennio nerissimo) e va reso onore per il coinvolgimento totale, in castigliano compromiso, con tutto l'ambiente bilbaino, che non a caso l'ha adottato da subito come fa con tutti i non baschi che nutrono affetto per la zurigorri. Un 7 pieno mi sembra perciò il voto migliore con cui salutarlo. Eskerrik asko, Jokin!

venerdì 8 luglio 2011

Bentornato Josu!


Dopo 4 anni di miasmi puzzolenti di petrolio e dal retrogusto di mattone sporco, a Ibaigane si torna a respirare aria pulita. Non ci deludere Josu, anche se le aspettative sono tante sappiamo che con te lo stile-Athletic non sarà più un mero ricordo... Complimenti Presidente!

mercoledì 6 luglio 2011

Domani si vota.



Finalmente il gran giorno è arrivato. Basta con le polemiche politiche, gli attacchi feroci e le chiacchiere inutili su chi è più o meno Athletic-style: domani ci sono le elezioni e finalmente sapremo il nome del nuovo presidente. È stata una campagna stranissima, nella quale si è parlato poco dei programmi e si è polemizzato moltissimo su tutta una serie di aspetti che con il calcio c’entrano men di nulla; logico dunque che lontano da Bilbao si sia vissuto questo periodo con maggior distacco rispetto al recente passato, giacché appassionarsi sul tema “Urrutia è appoggiato o meno dai partiti nazionalisti baschi?” è più complicato rispetto al discutere di allenatori, moduli, staff tecnici, acquisti e canterani. Qualche giorno fa, poi, è scoppiata la bomba: mentre scrivevo un post di aggiornamento della situazione è uscita la notizia del rinvio a giudizio di Macua per la maxi-evasione fiscale del caso Iurbenor (43 milioni non versati per la più grande operazione urbanistica della storia di Euskadi, la “Puerta de Bilbao”), dunque mi sono fermato in attesa di sviluppi. Evidentemente noi italiani abbiamo fatto scuola: da completo ingenuo pensavo che il presidente uscente ritirasse la sua candidatura, invece lui non solo ha annunciato di non voler abbandonare la corsa alla poltrona più alta di Ibaigane, ma addirittura ha rilanciato dichiarando che il suo coinvolgimento a meno di una settimana dal voto sarebbe il frutto di un patto tra Urrutia, i giudici e il PNV (partito nazionalista basco) per far fuori lui e il PP che lo appoggia. Se vi ricorda qualcuno, e segnatamente un delinquente che è, en passant, il nostro presidente del consiglio, vuol dire che siete dei dietrologi sporchi comunisti come il titolare del presente blog. Insomma, Macua non molla e resta attaccato con le unghie alla poltrona, seppur virtuale, e il dato più incredibile è che sta rimontando sulla scorta delle polemiche dell’affaire Iurbenor (secondo alcuni sondaggi il suo svantaggio rispetto a Urrutia è passato dal 9% pre-rinvio a giudizio all’1% attuale). E i programmi? In tutto questo bailamme se n’è parlato veramente poco. Macua ha confermato Caparros e adesso ne sta magnificando le doti, anche se fino a un paio di settimane fa parlava con mezza Europa, Puel in testa; in caso di vittoria dell’avvocato bilbaino a Lezama resterebbe Irureta, in più ci sarebbe l’ingresso di alcune figure storiche del club (Txetxu Rojo, Carlos, Goikoetxea, Alkorta e Patxi Ferreira). Urrutia ha ufficializzato la scelta di Bielsa, con Ziganda al Bilbao Athletic, Larrazabal coordinatore del settore giovanile e Amorrortu direttore sportivo. Di giocatori si discute ancor meno. I due candidati hanno polemizzato su Herrera (Urrutia ha sostenuto che Ander sia stato pagato troppo, Macua ha replicato che prenderlo adesso, dopo l’Europeo under 21 vinto dalla Spagna, sarebbe stato molto più oneroso: stavolta mi tocca dargli ragione), ma a parte l’ipotesi del ritorno di Aduriz, ventilata con maggior forza da Macua, non ci sono altri nomi spendibili. E’ stato preso Mikel Orbegozo, centravanti della Real Sociedad B lasciato libero dai donostiarri, un acquisto comunque preventivato da tempo. Poca roba, dunque, e va da sé che con questi programmi è difficile dare una valutazione oggettiva alle candidature. Io, però, mi schiero con Urrutia, e lo faccio per tre ragioni: 1) sente i colori biancorossi per averli difesi centinaia di volte in campo, è legato a doppio filo con la filosofia del club ed è la persona adatta a difenderla dagli assalti del calcio-business; 2) ha scelto un allenatore fuori da ogni schema, in grado di proporre un progetto tecnico affascinante come pochi altri, specie in relazione al valore dei giovani della nostra rosa; 3) non è Macua, dunque non è un fantoccio messo lì come mero prestanome da gruppi di potere più o meno loschi (e il coinvolgimento del presidente uscente in quella bella storia della Iurbenor mi sembra confermare quanto stiamo dicendo da quattro anni a questa parte). Spero che i soci non si facciano condizionare dalla stampa, schierata quasi tutta pro-Macua, e votino secondo coscienza. Comunque vada, da domani dovremo serrare ancora una volta le fila e schierarci al fianco del nostro vecchio Athletic come un sol uomo.