martedì 29 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: gli attaccanti.


Llorente anche quest'anno è stato il miglior attaccante della squadra (foto Athletic-club.net).

Llorente 8:
dato che molti tifosi lo criticano (addirittura ho sentito cose del tipo "senza di lui faremmo bene lo stesso, o forse meglio") voglio snocciolare i numeri, che solitamente non mentono. 23 gol stagionali, 14 in 37 partite di Liga, uno in Coppa del Re e addirittura 8 in 11 partite di UEFA: si può ancora sostenere, davanti a evidenze del genere, che Nando non sia fondamentale per l'Athletic? Tutto ciò senza dimenticare che il non-gioco espresso dalla squadra lo penalizza infinitamente, lui che nonostante il fisico imponente è un centravanti di manovra abile più con i piedi che di testa. Llorente potrebbe essere ancor più letale se innescato palla a terra, e invece è costretto a giocare praticamente sempre spalle alla porta, a fare a sportellate con i difensori avversari ed a tentare di far salire i compagni o di spizzare per le corse di Toquero (sic!). Che abbia fatto una grande stagione lo testimonia la convocazione per i Mondiali sudafricani, ma sono sicuro che pure l'anno prossimo avrà molti detrattori. Faccia orecchie da mercante, l'Athletic ha bisogno di lui.

Muniain 7: la più grande rivelazione della stagione biancorossa, nonché una delle maggiori sorprese dell'intera temporada di Liga. Delle qualità e delle caratteristiche tecniche di "Bart Simpson" ho già parlato diffusamente in questo post, dunque vorrei soffermarmi soprattutto sulla sua grande personalità, che gli ha permesso di affacciarsi alla ribalta più importante con una naturalezza incredibile. Sfrontato, mai intimorito e spesso capace di entrare subito nel match, Muniain è stato l'arma in più dell'Athletic in molte partite e ha realizzato sei gol complessivi nonostante l'impiego quasi esclusivo sulla fascia sinistra (per me sarebbe da provare come seconda punta, ma tant'è). A metà stagione ha avuto una flessione fisiologica vista l'età, poi nel finale si è ripreso e ha salutato tutti con uno splendido gol all'ultima giornata contro il Depor. Giocherà l'Europeo under 19 in estate, giusto premio per una bellissima stagione d'esordio.

De Marcos 6,5: altro giovane di grande qualità, è partito fortissimo impressionando tutti nella prima parte dell'anno. Gol e ottima prestazione contro il Barcellona in Supercoppa, gol decisivo col Tromsoe in UEFA: un grande inizio, insomma, frenato purtroppo dalla difficoltà di Caparros nel trovargli una collocazione stabile in campo e da una certa difficoltà di adattamento alla Primera che è sembrata più psicologica che tecnica. Ragazzi come lui hanno bisogno di certezze, sia tattiche che di impiego, ma Oscar si è trovato un po' troppo sballottato tra la fascia e l'attacco come seconda punta, lui che di ruolo è trequartista puro, e infine ha pagato le panchine di metà stagione, faticando a ritrovare brillantezza quando è stato nuovamente chiamato in causa. Resta comunque un ottimo prospetto su cui puntare nelle prossime stagioni, magari dopo avergli trovato una collocazione stabile nella formazione base.

Toquero 6+:
merita la sufficienza per gli otto gol realizzati, pochini per un attaccante che gioca titolare ma un'infinità tenendo conto delle sue caratteristiche. Gaizka resta in ogni caso un giocatore a parer mio non adatto alla Primera, con limiti tecnici e tattici precisi che lo rendono estremamente "leggibile" per le difese altrui; è generoso, certo, tuttavia potrebbe risparmiarsi gran parte delle sue corse a perdifiato verso il portiere o i difensori più lontani, corse che mai una volta ho visto indurre gli avversari all'errore. Se un attaccante così è riuscito a segnare 8 reti deve comunque avere un'indubbia forza mentale e una capacità di concentrazione che lo porta a sfruttare al meglio i pochi punti di forza del suo gioco: il colpo di testa, la capacità di inserirsi con prontezza sulle spizzate di Llorente, la combattività. Sicuramente Caparros lo proporrà tra i titolari anche l'anno prossimo, per me invece sarebbe come minimo la seconda riserva del reparto offensivo.

Diaz de Cerio, Etxeberria, Ion Velez s.v.

mercoledì 23 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: i centrocampisti.


Javi Martinez in azione: il navarro è stato ancora una volta il migliore in mediana (foto Athletic-club.net).

Javi Martinez 8:
non ci sono più aggettivi per descrivere questo giocatore straordinario, premiato giustamente da Del Bosque con la convocazione per i Mondiali sudafricani al termine di un'annata davvero strepitosa. Le sue caratteristiche tecniche sono note e più di una volta sono state descritte in questo blog, per cui mi preme più che altro sottolineare la maturità raggiunta dal navarro, che a 22 anni da compiere è già un esempio per carattere, correttezza e carisma. Per come sta in campo sembrerebbe un veterano, un reduce di mille battaglie, e invece è semplicemente un ragazzo con un'intelligenza calcistica davvero non comune. Polmoni d'acciaio, generosità e una capacità d'inserirsi per concludere definitivamente acquisita (i 7 gol stagionali, massimo in carriera, sono lì a dimostrarlo) rendono Javi Martinez il talento forse più fulgido dell'intera rosa, e non a caso più di un club di grande caratura sta bussando alla porta di Ibaigane per avere informazioni sul suo prezzo. Resterà? Io spero di sì, ma la possibilità che cambi aria non è poi così remota.

Gurpegi 7: la stagione della resurrezione dopo i due anni di squalifica e l'oblio della passata temporada. Carlos, cuore Athletic, carattere e grinta da vendere, non si è arreso davanti alle difficoltà, ha lavorato in silenzio e quest'anno si è preso la meritata rivincita sul destino avverso e su tutti i suoi detrattori. Non ha piedi fini ma in campo si fa sentire, specie quando viene schierato come frangiflutti davanti alla difesa, ed inoltre dà sempre un contributo di garra che risulta spesso fondamentale per caricare i compagni. E' stato peraltro il protagonista dell'unico esperimento tattico di rilievo proposto da Caparros quest'anno: l'utrerano lo ha infatti schierato spesso e volentieri come falso esterno destro, garantendo in tal modo una copertura degli spazi che ha dato i suoi frutti specie nella parte centrale della stagione. A lungo andare i difetti di questa soluzione (scarsa profondità sulla fascia, iperdifensivismo, banalizzazione delle trame offensive) si sono fatti sentire anche troppo, per cui il mediano navarro è stato riproposto al centro, specie dopo l'infortunio di Orbaiz. Con Javi Martinez non si integra benissimo, giacché nessuno dei due è un regista, ma in ogni caso resta una delle colonne su cui costruire la squadra nel prossimo campionato.

Susaeta 6,5: annata senza dubbio positiva per Markel, tuttavia a metà stagione c'è stata una flessione che gli ha impedito di raggiungere quella continuità che da sempre gli fa difetto. Ci sono stati passi avanti rispetto alla scorsa stagione, però non si può ancora parlare di esplosione definitiva (o comunque di avvenuta maturazione). La domanda di fondo su Susaeta, dunque, resta ancora senza risposta: potenziale campione o buon giocatore con alcuni picchi di gran classe? Spero di sbagliarmi, ma per quanto mi riguarda credo che la seconda opzione sia quella più vicina alla realtà. L'esterno destro di Eibar ha tecnica, facilità nel saltare l'uomo e buona confidenza con il gol, tuttavia ha un'evidente carenza di personalità e non viene ancora visto dai compagni come un riferimento pienamente credibile in avanti. Sta a lui convincerli, e convincerci, di poter fare di più e di meglio, soprattutto in termini di livello medio di rendimento e di concentrazione (basta con la ricerca testarda del dribbling anche quando non si è in giornata, tanto per fare un esempio). Ci riuscirà?

Iturraspe 6,5: era atteso l'anno scorso e invece si è presentato solo in questa stagione, ma l'importante è che alla fine sia arrivato. E' lui l'erede di Orbaiz come regista dell'Athletic: buona tecnica, lucidità e visione di gioco non gli fanno difetto, così come la personalità per prendere in mano la squadra e guidarla senza timore. C'è voluto l'infortunio di Don Pablo per aprirgli finalmente le porte della titolarità, nonostante fin dalla stagione precedente fosse in predicato di ritagliarsi uno spazio importante nella formazione maggiore: Caparros, dopo averne tessuto le lodi, lo aveva però accantonato e non sembrava molto propenso a lanciarlo definitivamente. Lo stop di Orbaiz ha fatto le veci dell'utrerano e Iturraspe si è così trovato a giocare con continuità nella seconda parte della stagione, mostrando di possedere qualità molto interessanti; non a caso, da quando si è fatto trovare pronto le voci su un arrivo del regista del Saragozza Ander Herrera si sono ridotte fin quasi ad azzerarsi. A parer mio merita una maglia da titolare anche nella prossima stagione, vedremo cosa deciderà Jokin.

Gabilondo 6: stagione in linea con il personaggio, senza infamia e senza lode. Tre gol, mai decisivi, e una serie di prestazioni sufficienti ma con poche luci, esattamente paragonabili a quelle che sono le caratteristiche del giocatore. Mi viene difficile scrivere di più su un calciatore di cui è difficile ricordare giocate significative o che si discostino dall'ordinato su e giù per la fascia senza grandi squilli, il compitino che Igor porta sempre a termine. Per questi motivi è comunque la riserva su cui si può contare in ogni momento e la sua presenza in rosa è sempre utile.

Yeste 6 (8 alla carriera in biancorosso): discorso diverso, diversissimo, quello che riguarda Fran, giocatore sul quale si può dire di tutto tranne che sia lineare e banalotto. Anche la sua uscita di scena è stata sopra le righe: una trattativa infinita per il rinnovo, l'addio senza il saluto del suo pubblico (l'ultima giornata di Liga, infatti, non giocò per infortunio), le foto nudo sulla barca a Maiorca, l firma finale con una squadra degli Emirati Arabi...insomma, tutto in linea col suo personaggio. Molti non lo apprezzano, parecchi lo detestano, ma per me restano i “10” come lui l'essenza di questo sport, la classe, l'estro, la sregolatezza che a volte fanno incazzare ma spesso fanno sognare. Guardatevi il suo ultimo gol in maglia zurigorri contro il Real Madrid: è la summa della sua sapienza calcistica, il modo ideale per andarsene dopo una vita passata a Lezama. Inutile riassumere qui la sua carriera o descrivere le sue caratteristiche: basti ricordare che avrebbe potuto fare di più certo, ma avrebbe anche potuto fare molto meno. Eskerrik asko, Fran.

Orbaiz 5,5: ormai sul viale del tramonto, il navarro non riesce più a dirigere l'orchestra come sapeva fare in passato ed è praticamente nullo sul piano del dinamismo, cosa non proprio eccezionale per un centrocampista centrale. Lento e compassato, può tornare utile contro squadre che fanno poco movimento o quando bisogna addormentare una partita, ma non mi sembra più adatto a rivestire un ruolo da titolare all'interno della squadra. Il tempo passa, gli infortuni pesano maledettamente e la concorrenza nel ruolo è agguerrita: ho idea che il prossimo anno per Pablo ci sarà poco spazio.

David Lopez 5: stagione assolutamente deficitaria per questo esterno che non ha mai convinto appieno da quando è arrivato nel Botxo. Caparros sembra aver preso atto che il giocatore non ha la qualità sufficiente per fare la differenza in Primera e si è comportato di conseguenza, schierandolo quasi sempre a partita in corso o comunque sostituendolo pressoché tutte le volte in cui lo ha fatto iniziare nell'undici titolare. Una scelta che condivido, visto che il riojano non mi ha mai entusiasmato. Il suo destino è rimanere a Bilbao come riserva fino alla scadenza del contratto.

Aketxe, Iñigo Perez, Muñoz s.v.

mercoledì 2 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: i difensori.


San José controlla Kakà durante Athletic-Real Madrid.

San José 7:
la sorpresa più lieta della stagione. Il 21enne centrale navarro, cresciuto nel settore dell'Athletic e prelevato nel 2007 dal Liverpool, ha iniziato la sua nuova avventura a Bilbao in sordina e non ha praticamente visto il campo fino a dicembre, quando gli infortuni di Aitor Ocio e Ustaritz gli hanno spalancato le porte della titolarità; Mikel è stato bravissimo ad approfittare dell'occasione, ha subito convinto Caparros e non è più uscito dall'undici-tipo fino al termine del campionato. Difensore rapido, tecnicamente non disprezzabile e molto sobrio negli interventi, ha mostrato notevole maturità e, nonostante un fisiologico calo, è risultato spesso uno dei migliori. La dirigenza non ci ha pensato due volte e ha esercitato il diritto di riscatto, riportandolo in terra basca per circa 3 milioni di euro. Considerati età e potenziale, soldi ben spesi.

Iraola 6,5: l'uomo che di secondo nome fa Regolarità anche quest'anno non ha tradito, pur non riuscendo a ripetersi sugli altissimi livelli della scorsa stagione. Il perché è presto detto: Andoni non ha riposato praticamente mai. 37 partite su 38 in Liga (una l'ha saltata per squalifica), 11 su 12 in UEFA (assente solo contro il Werder Brema al ritorno, match ininfluente ai fini della qualificazione), 2 su 2 in Coppa del Re, 2 su 2 in Supercoppa. Totale: 52 presenze su 54 gare ufficiali, roba che stenderebbe un bisonte. Gli infortuni di lungo corso di Zubiaurre e del canterano Boveda, elemento molto interessante, e l'assoluta fiducia che Caparros ripone nel terzino destro di Usurbil gli hanno impedito di tirare il fiato, anche perché i molteplici impegni hanno costretto i Leoni a giocare due partite a settimana per un lungo periodo di tempo. Iraola ha come sempre risposto con professionalità e applicazione esemplari, tuttavia a lungo andare ha risentito della stanchezza e ha concluso la stagione sulle gambe, come si suol dire, cosa che ha indotto Del Bosue a non considerarlo tra i papabili per il Sudafrica nonostante l'apprezzamento che il selezionatore ha espresso verso di lui. Resta comunque uno dei più positivi nell'annata appena trascorsa nonché uno dei 2-3 migliori elementi del club, come dimostra anche il recente interessamento della Juventus.

Koikili 6+: temporada senza infamia e senza lode per il laterale sinistro di Otxandio, passato indenne ancora una volta dal confronto con un terzino più quotato e potenzialmente più forte di lui. Dopo Del Horno e Balenziaga, questa stagione è toccato a Castillo fare i conti con l'ex campione di lotta greco-romana, rivelatosi concorrente ostico e difficile da scalzare nelle gerarchie di Caparros. Il tecnico ha alternato per tutto l'anno i due giocatori, preferendo Koi nelle manifestazioni nazionali (Liga, Copa e Supercopa) e Castillo in UEFA, ma tirando le somme si può dire che il vincitore morale del duello sia stato il primo, visto che anche stavolta partiva in svantaggio rispetto al nuovo arrivato. Disciplina tattica, impegno continuo e grande affidabilità difensiva sono le armi che Koikili utilizza per mettersi in luce e ritagliarsi il suo spazio in prima squadra. Una stagione di più, possiamo affermare che l'agente Koi ha compito la sua missione.

Amorebieta 6-: lievi miglioramenti rispetto all'anno passato, tuttavia non ci siamo ancora. Dopo la stagione di grazia 2007/08 e il brutto campionato successivo ci si aspettava di più dal basco-venezuelano, soprattutto dal punto di vista della tenuta mentale; Nando ha iniziato bene, poi le fatiche di una temporada lunghissima si sono fatte sentire e nell'ultima parte del campionato ha perso lucidità e sicurezza. A 25 anni compiuti ritengo si possa tracciare un primo bilancio della carriera di Amorebieta, discreta ma non così buona come i suoi mezzi avrebbero potuto consentirgli. Il problema è sempre lo stesso: un calciatore può avere anche un fisico bestiale, per dirla con Luca Carboni, però se manca di testa (intesa come cervello, non come elevazione) difficilmente diventerà davvero forte. Fernando ha tutto per essere un difensore di grande livello, tutto tranne la maturità, la calma in campo, la capacità di leggere le situazioni che deriva solo da un'applicazione mentale costante. Riuscirà il nostro eroe a fare il salto di qualità l'anno prossimo? Francamente, comincio a essere scettico.

Ustaritz 5,5: quella che alcuni anni fa sembrava la maggior sperenza dei Leoni per il reparto arretrato si è persa forse in modo definitivo. Anche in questa stagione, infatti, il povero Usta è stato bersagliato dalla solita raffica di infortuni che lo ha messo fuori gioco nel suo momento migliore, quando aveva occupato stabilmente il posto accanto ad Amorebieta dopo il crac del ginocchio di Aitor Ocio. D'altra parte il refrain della carriera del numero 4 è proprio questo: buone prestazioni, infortunio, mesi per tornare titolare, nuovo infortunio e via così, sempre la stessa storia. Un destino più da fragile attaccante che da roccioso difensore. Ustaritz sarebbe tutto fuorché un centrale scarso, ma non è possibile riuscire ad offrire un livello decente di prestazioni quando i muscoli cedono in continuazione. Il suo destino sembra dunque essere quello della perenne ruota di scorta: un peccato.

Castillo 5: doveva essere l'erede definitivo di Del Horno, ovvero quel terzino di spinta che a sinistra manca all'Athletic dai tempi di Asier, e invece si è rivelato un solenne buco nell'acqua. Quest'anno non mi ha mai convinto, specie nella parte centrale della stagione, e non ho capito il motivo per il quale si sia ritrovato a giocare più partite di Koikili, di gran lunga migliore nonostante non abbia fatto niente di eccezionale. Dimenticabile in fase difensiva, dove si sapeva che avrebbe faticato, Xabi ha deluso soprattutto al momento di spingere, lui che era stato preso per assicurare quei cross che Koi non ha nelle corde; l'ex errealista si è rivelato invece timido e poco propenso alle sovrapposizioni, senza contare che non è mai stato davvero incisivo nel mettere dentro quei traversoni che sono pane per i denti di Llorente. Cosa succederà quando Balenziaga rientrerà alla base? Caparros concederà un'altra occasione a Castillo o lo spedirà in prestito in Segunda?

Aitor Ocio, Zubiaurre, Boveda, Etxebarria, Aurtenetxe s.v.