martedì 22 marzo 2011

29a giornata: Athletic 0-1 Villarreal.


Il colpo di testa vincente di Marco Ruben (foto As.com).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Koikili (80' Gabilondo); David López (63' Urko Vera), Orbaiz, Javi Martínez, Muniain; De Marcos (68' Susaeta), Llorente.
Villarreal CF: Diego López; Mario, Gonzalo, Musacchio, Catalá; Bruno, Marchena, Cazorla (71' Cani); Borja Valero (83' Kiko); Marco Ruben, Rossi (87' Wakaso).
Reti: 58' Marco Ruben.
Arbitro: Estrada Fernández (Comité Catalán).

Il cammino dell’Athletic verso l’Europa si complica maledettamente dopo la sconfitta con il Villarreal, un risultato forse troppo severo per i Leoni ma che è comunque sintomatico di un momento poco felice della squadra di Caparros. Ed è proprio Jokin a finire per primo sul banco degli imputati: tutti (me compreso) si erano illusi che l’utrerano avesse trovato la quadratura del cerchio, ma il ripresentarsi dei soliti alti e bassi è un chiaro indizio dell’impossibilità di fare il definitivo salto di qualità con questo allenatore. Io per primo ho voluto dargli credito, arrivando anche a scrivere che si meritasse il rinnovo (pur non condividendo tale soluzione), però adesso sono del parere che abbia esaurito le prove d’appello. Se non è riuscito a dare continuità alle prestazioni della squadra in quattro anni, dubito che lo farà nel prossimo futuro e a questo punto penso che anche in società stiano cominciando a valutare altre soluzioni, come mostrano alcune critiche all’allenatore apparse su giornali vicini ad Ibaigane.
Per quanto riguarda la partita, ieri l’Athletic ha giocato davvero male e non è riuscito ad evitare la “trappola” preparatagli da Garrido. Con i suoi giocatori reduci dalla partita di Coppa UEFA, l’allenatore del Villarreal ha giustamente deciso di impostare una partita di puro contenimento e ha irretito la manovra dei bilbaini grazie a una perfetta organizzione difensiva: squadra corta, ottima occupazione degli spazi, pressing assente e pallino del gioco lasciato ai padroni di casa, notoriamente in difficoltà contro avversari schierati a protezione della propria area. Nel primo tempo il Submarino amarillo non si è quasi mai visto dal centrocampo in su, ma allo stesso tempo ha lasciato poco o nulla all’attacco dei Leoni, peraltro guidato da un Llorente in giornata-no e che necessita visibilmente di una pausa. Un colpo di testa alto di poco di Nando e un tiro-cross pericoloso di Muniain sono stati gli unici tiri in porta degli zurigorri, produzione francamente misera per poter avanzare pretese di vittoria. La ripresa ha visto un Villarreal maggiormente propositivo, e al 58’ un gran cross di Borja Valero (giocatore straordinario, di gran lunga il migliore in campo) ha pescato Marco Ruben solissimo a centro area per il colpo di testa dello 0-1. Lo svantaggio ha dato la sveglia all’Athletic e ha ravvivato la partita, fin lì poco spettacolare e giocata a ritmi davvero bassi, ma la reazione biancorossa è stata disorganizzata e anche piuttosto sterile. Palloni buttati in mezzo tanti, azioni manovrate poche, e alla fine si può solo recriminare per un colpo di testa fuori di un niente di Javi Martinez e per le grandi parate di Diego Lopez su Susaeta e Llorente (anche Iraizoz però è dovuto intervenire su Rossi e Cazorla, giacché il Villarreal ha goduto di ampi spazi per distendersi in contropiede). A nulla è servita la mossa di Caparros di mettere dentro l’eroe di Getafe, Urko Vera, ed è chiaro che un 23enne esordiente in Primera non può essere ogni domenica il salvatore della patria. Il punteggio dunque non è più cambiato e il Submarino amarillo ha potuto festeggiare una vittoria fondamentale con cui ha riagganciato il Valencia in terza posizione.
Tutt’altra musica in casa Athletic, raggiunto dal Siviglia al sesto posto e con un vantaggio di soli tre punti sull’ottava, l’Atletico Madrid. La situazione di classifica si è fatta improvvisamente complicata e la squadra non sta fornendo un’immagine convincente di sé: troppo giocatori sono fuori condizione, il gioco si è nettamente involuto e l’assenza di Toquero, l’uomo più in forma di tutta la rosa, si sta rivelando – incredibile a dirsi – una gran brutta tegola, perché là davanti nessuno riesce ad assicurare quel costante contributo di pressing, corsa e tagli sugli esterni ad allargare le difese che il numero 2 stava fornendo con grande continuità. Se a tutto ciò si aggiunge l’immobilismo di Caparros, sempre poco reattivo quando si tratta di dare una sterzata in corsa per ribaltare un risultato, il quadro è completo e non induce a pensare positivo. Dopo la pausa per le nazionali (a proposito: complimenti a Iraola, convocato da Del Bosque; della Spagna m’importa meno di zero, ma sarebbe stato scandaloso che il rendimento di Andoni continuasse a non venire premiato) i Leoni affronteranno l’Almeria, ed è inutile dire che servirà una vittoria per riprendere a correre nella volata per un posto europeo.

mercoledì 16 marzo 2011

28a giornata: Getafe 2-2 Athletic.


L'abbraccio dei compagni a Urko Vera dopo il gol (foto Athletic-club.net).

Getafe: Codina; Víctor Sánchez, "Cata" Díaz, Marcano, Miguel Torres; Pedro Ríos (79' Sardinero), Parejo (75' Casquero), Boateng, Manu; Albín (82' Borja), Arizmendi.
Ahletic: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Koikili; Javi Martínez, Gurpegui (46' Orbaiz); Susaeta (62' David López), De Marcos (62' Urko Vera), Muniain; Llorente.
Reti: 57' e 84' Manu, 69' Manu (ag), 93' Urko Vera.
Arbitro: Ayza Gámez (Comité Valenciano).

Un finale da romanzo consegna un punto insperato all’Athletic, che non rompe la maledizione del Coliseum Alfonso Perez (mai una vittoria in questo stadio) ma almeno salva le penne e non perde terreno prezioso in classifica. L’uomo-copertina è l’ultimo arrivato in casa biancorossa, quell’Urko Vera che all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero ha spedito alle spalle di Codina un corner di David Lopez: una bella soddisfazione per un ragazzo che solo fino a un paio di mesi fa giocava in Segunda B con la maglia del Lemona. Il suo gol, peraltro, è il primo messo a segno da un biscaglino in questa stagione, segnale positivo dopo le polemiche seguite all’assenza di giocatori nati in Bizkaia nella partita col Saragozza. Il risultato riacciuffato in extremis è stato comunque l’unico aspetto da salvare di una serata per il resto assolutamente dimenticabile, nella quale il gioco è stato il grande assente e le due squadre hanno fatto poco o nulla per vincere.
L’assenza di Toquero (out 3 settimane a causa dell’infortunio rimediato col Siviglia) costringe Caparros a cambiare qualcosa nella sua scacchiera ed a proporre una sorta di 4-2-3-1 con Llorente davanti a Muniain, Susaeta e De Marcos; Amorebieta deve ancora accomodarsi in panchina, dove finalmente trovano posto i due attaccanti di scorta Diaz de Cerio e Urko Vera. Il primo tempo, tanto per parlare chiaro, è un obbrobrio degno della denuncia per atti osceni: in 45 minuti le due squadre non riescono a creare la miseria di una palla gol decente, tolto un tocco ravvicinato di Gurpegi su palla inattiva disinnescato da una scivolata di Cata Diaz, giocano a ritmi da partita di calcetto over 50 e sembrano più impegnate a far scorrere il cronometro che a tentare di segnare. I portieri non devono intervenire neppure una volta e in campo solo pochi elementi provano a ravvivare il match; in casa biancorossa si segnalano un ottimo Javi Martinez e un Muniain che, pur sbagliando molto, sembra caricato dai fischi del pubblico (polemico con lui per alcune dichiarazioni rilasciate in settimana) e non rinuncia mai a tentare la giocata. La ripresa, sempre povera tecnicamente, per lo meno è più viva e viene disputata con maggior intensità, specie da un Athletic che rientra in campo con un piglio diverso. I Leoni, con Orbaiz in campo al posto dell'acciaccato Gurpegi, sfiorano il gol due volte in apertura: al 54’ Susaeta conclude centralmente di sinistro da ottima posizione, mentre al 57’ il colpo di testa di Llorente su cross di Muniain (grande spunto di Iker nell’occasione) è debole e viene abbrancato senza problemi da Codina. Nel momento migliore dei biancorossi è però il Getafe, fin lì mai pericoloso, a colpire alla prima azione del secondo tempo, con Albin che sfrutta una dormita di San José per strappargli il pallone e mettere dentro un assist impossibile da sbagliare per Manu del Moral. I bilbaini subiscono la mazzata e non riescono a riprendersi nonostante Caparros provi a dare la scossa inserendo David Lopez e Urko Vera per De Marcos e Susaeta, ma per loro fortuna lo stesso Del Moral si improvvisa puntero biancorosso e devia in rete di nuca una punizione del neo-entrato riojano. Le due squadre a questo punto sembrano accontentarsi e tornano ad abbassare i ritmi e a manovrare quasi sempre in orizzontale, anche se in contropiede l’Athletic punge con Muniain, lanciato da Urko e murato da un buon intervento del portiere di casa. I Leoni sembrano avere il pieno controllo del match, tuttavia all’84’ Manu del Moral (ancora lui!) scappa in contropiede, arriva al limite dell’area e lascia partire una gran botta di sinistro imparabile per Iraizoz. La beffa è servita: due tiri in porta del Getafe, due gol e partita praticamente persa. La garra della squadra basca, però, non è un mito o un elemento folkloristico e gli azuolones se ne accorgono negli ultimi minuti, nei quali gli uomini di Caparros si gettano in avanti con poco criterio ma con grande generosità e collezionano cross e calci di punizione. Al 93’ David Lopez va a battere un corner per quella che sarà l’ultima azione della partita e anche Iraizoz si porta in area: il cross del riojano è perfetto, Urko Vera stacca benissimo anticipando proprio Gorka e indirizza il pallone radente al palo alla destra di Codina. E’ il 2-2, è il meritato pareggio e l’arbitro fischia la fine senza neppure far riprendere il gioco.
Il punto non è da buttare per come si era messa la partita, seppur la prestazione della squadra sia stata francamente mediocre, come ha riconosciuto lo stesso Jokin. Peccato, perché le dirette inseguitrici avevano tutte pareggiato (tranne l’Espanyol) e in caso di vittoria l’Athletic avrebbe ripreso un po’ di quel margine buttato via con la serie di quattro sconfitte consecutive interrottasi una settimana fa contro il Siviglia. Un buon brodino caldo, insomma, ma per qualificarsi alla prossima Coppa UEFA serviranno pietanze più sostanziose.

Le pagelle dell’Athletic.

Iraizoz 6: la sua prestazione è più da senza voto che altro, ma è decisivo quando sale per il corner e crea lo spazio dove si infila Urko Vera per il colpo di testa decisivo.
Iraola 6: partita del tutto normale per il terzino di Usurbil. Impegnato poco in difesa, sale meno di quanto potrebbe e incide il giusto. Un lunedì di riposo.
San José 5-: sembra aver bisogno di tirare il fiato. Spesso in affanno e impreciso nelle chiusure, fa la frittata in occasione dell’1-0 facendosi soffiare un pallone ormai innocuo da Albin. Spompato.
Ekiza 6,5: più sicuro del compagno di reparto, ci mette spesso una pezza e mostra una maturità davvero sorprendente. Meritato il rinnovo contrattuale fino al 2013 (con clausola di 20 milioni di euro) che ha firmato in settimana.
Koikili 5,5: spinge pochino, ma soprattutto non chiude sull’avanzata di Manu del Moral e gli lascia lo spazio per scoccare il tiro del 2-0.
Javi Martinez 6,5: nel primo tempo è tra i pochi giocatori attivi sul terreno di gioco. Ripresa meno incisiva, ma comunque fa il suo.
Gurpegi 6: non brilla particolarmente nel contesto di una partita che nel primo tempo è davvero moscia. Sfiora il gol in chiusura, poi viene sostituito durante l’intervallo (dal 46’ Orbaiz 6,5: a ritmi bassi la sua visione di gioco, unita alla capacità di far girare bene il pallone, risulta sempre utile. Non è un caso che l’Athletic giochi meglio con lui in campo).
De Marcos 6: si piazza sulla fascia destra e dà un buon contributo di corsa, pur non riuscendo ad esprimersi con altrettanta qualità. Esce a mezz’ora dalla fine pur non avendo demeritato (dal 62’ David Lopez 6: entra praticamente solo per battere i calci piazzati, ma Caparros ci vede lungo perché è dal suo destro che partono entrambi i cross dei gol).
Susaeta 5: non riesce a trovare continuità d’impiego e anche in campo è troppo fumoso e intermittente. Jokin quest’anno non lo sta proponendo parecchio, ma anche lui ci mette del suo quando fallisce certe opportunità da titolare. Sbaglia un gol semplice e in generale ne azzecca poche (dal 62’ Urko Vera 6: rete a parte mostra qualche lampo di buon livello, ad esempio quando lancia Muniain in porta con un tocco di prima. Di testa è davvero bravo e anche con la palla a terra può dire la sua. Interessante).
Muniain 6: il Coliseum lo sommerge di fischi a ogni palla toccata, ma non per questo decide di nascondersi. E’ troppo nervoso e cerca la giocata per tappare la bocca al pubblico anche quando non dovrebbe, segno che ha una personalità incredibile per uno della sua età. Da rivedere l’esultanza dopo il gol di Urko Vera. Unico.
Llorente 5: abulico, quasi svogliato, i compagni lo innescano poco e dal canto suo non fa molto per procurarsi qualche buona occasione. Un colpo di testa e un tiro ciabattato nel primo tempo sono i suoi unici segni di vita durante i 90 minuti.

Caparros 5,5: ancora una volta la squadra delude in trasferta, peraltro contro un avversario di livello piuttosto scarso. Non riesce a caricare i suoi e sembra puntare al pari fin dall’inizio, anche se nella ripresa presenta un undici maggiormente convinto e rivolto alla ricerca del gol. Azzecca i cambi e questo non è poco. Si poteva fare di più, l’Athletic ha perso un’ottima occasione per avvantaggiarsi sulle rivali dirette per un posto europeo.

martedì 8 marzo 2011

27a giornata: Athletic 2-0 Sevilla.


I Leoni festeggiano Iraola (con la testa fasciata) dopo il rigore del 2-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Koikili; David López (80' Orbaiz), Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (83' Gabilondo); Toquero (47' De Marcos), Llorente.
Sevilla: Javi Varas; Cáceres, Fazio, Escudé, Fernando Navarro; Navas, Medel (80' Romaric), Rakitic, Perotti; Luis Fabiano (71' Capel), Negredo (16' Kanouté).
Reti: 66' Fazio (ag), 88' Iraola (rig.).
Arbitro: Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).

Vittoria fortunata ma fondamentale per l’Athletic, che ritrova il successo dopo quattro sconfitte di fila proprio contro una rivale diretta per la corsa all’Europa. La partita non è stata indimenticabile ed entrambe le squadre hanno avuto la loro parte di responsabilità: i Leoni sono sembrati un po’ bloccati, probabilmente a causa dei risultati negativi collezionati nell’ultimo mese, mentre il Siviglia è squadra modesta, lontana anni luce da quella che solo un paio di stagioni fa vinceva anche fuori dai confini nazionali. Buon per gli uomini di Caparros che i due centrali andalusi, Fazio ed Escudé, abbiano indirizzato la partita con i loro errori; per Jokin è una vittoria che vale oro, specie di fronte al club che – si dice – vorrebbe riprenderlo sul ponte di comando a fine campionato. Da notare che i Leones Italianos hanno portato bene una volta di più: purtroppo io non sono potuto andare a Bilbao, ma i miei compagni sono stati della partita e come sempre hanno tenuto alti i colori della Peña.
Koikili, David Lopez e Muniain tornano titolari, Gurpegi è in campo dopo l’infortunio della scorsa settimana e per il resto la formazione è quella di Saragozza; in panchina si rivede Amorebieta, non convocato alla Romareda, mentre ancora una volta non ci sono punte di ruolo e il solo attaccante di riserva è De Marcos. L’Athletic deve fare risultato e prende subito in mano le redini del gioco, con il Siviglia inizialmente sornione e molto attento a non scoprirsi. I padroni di casa si fanno subito vedere dalle parti di Javi Varas con un colpo di testa di Llorente e alcuni calci piazzati messi in area da David Lopez, poi però la partita si blocca bruscamente a causa di uno scontro violentissimo tra Iraola e Negredo (quest’ultimo ha la peggio ed è costretto ad uscire: dieci punti di sutura e un dente saltato il bilancio della capocciata per il centravanti di Vallecas). Dopo alcuni minuti di interruzione il match riprende, tuttavia entrambe le squadre faticano a ritrovare il ritmo iniziale e ciò va a maggior detrimento dei Leoni, fin lì migliori per intensità e qualità della manovra. Pian piano il Siviglia guadagna terreno e nella seconda metà della frazione si fanno decisamente preferire, spaventando anche Iraizoz con un colpo di testa di Luis Fabiano e una gran botta di Rakitic che finiscono fuori di poco. La ripresa inizia con l’infortunio di Toquero, costretto a lasciare il posto a De Marcos (probabile lesione muscolare per il numero 2). La partita comunque non si accende, si trascina senza grandi squilli oltre l'ora di gioco e il pari sembra quasi segnato, quand’ecco Koikili mettere in area un pallone rasoterra su cui Fazio interviene goffamente battendo l’incolpevole Javi Varas. L’1-0 scuote il Siviglia e per due volte Iraizoz si supera su Kanouté, invano alla ricerca del 10° gol contro l’Athletic, con i bilbaini che non riescono ad allentare la pressione e soffrono le iniziative del Siviglia. Per fortuna ci pensa Escudé, fin lì positivo, a intervenire scriteriatamente su De Marcos, che si trovava in posizione innocua al vertice destro dell’area di rigore, e a commettere un penalty davvero sciocco. Dal dischetto Iraola spiazza il portiere e realizza il 2-0 che chiude l’incontro.
Non un grande Athletic, non una grande partita ma tre punti fondamentali per riprendere la corsa verso un piazzamento UEFA. Ora la squadra di Caparros è quinta in solitudine, pur con un vantaggio di sole tre lunghezze sulle immediate inseguitrici (Espanyol escluso, sesto a quota 40). Adesso serve la continuità che è sempre mancata negli anni scorsi e che ci eravamo illusi di avere trovato dopo le quattro vittorie consecutive di gennaio.
I migliori e i peggiori nell’Athletic: copertina per Gorka Iraizoz, che è un po’ il simbolo della squadra per questo suo passare da prestazioni molto positive ad altre davvero pessime, e viceversa. Stavolta il portiere navarro è in giornata-sì: pur non dovendo intervenire spesso, si fa trovare sempre pronto, è sicuro in ogni presa e mette la firma sulla vittoria con due parate fondamentali sul risultato di 1-0 per i Leoni. Bene Iraola e Koikili: il primo si riprende dopo la brutta prova di Saragozza annullando Perotti e siglando il rigore del raddoppio, il secondo controlla con profitto Jesus Navas ed è l’autore del cross da cui scaturisce l’autorete di Fazio. Gurpegi si fa sentire in mezzo al campo e dimostra che con la sua assenza la squadra perde tantissimo, De Marcos è in palla ed entra subito nel match, Ekiza gioca con grande sobrietà e non lascia occasioni facili a Luis Fabiano.
Non attraversa un gran momento Mikel San José: il centrale navarro sembra stanco e soffre oltremodo Kanouté, cui concede due conclusioni che avrebbero potuto essere fatali senza i grandi interventi di Iraizoz. David Lopez sembra tornato quello di sempre, invisibile se non sui calci da fermo e pressoché inutile all'interno della manovra dei Leoni; perché Susaeta e De Marcos devono fare panchina? Muniain è un po’ troppo fumoso, Llorente gioca bene un tempo e poi sparisce.


giovedì 3 marzo 2011

26a giornata: Zaragoza 2-1 Athletic.


Jarosik insacca il gol dell'1-1 (foto As.com).

Zaragoza: Doblas; Lanzaro (80' Da Silva), Jarosik, Contini, Obradovic; Ponzio; Boutahar (92' N'Daw), Gabi, Ander Herrera, Bertolo; Uche (76' Sinama-Pongolle).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Balenziaga; Susaeta (70' David López), Javi Martínez, Orbáiz (78' Iñigo Pérez), Gabilondo (57' Muniain); Toquero, Llorente.
Reti: 18' Llorente, 48' Jarosik, 55' Uche.
Arbitro: Undiano Mallenco (Comité Navarro).

Dopo la vittoria del 7 febbraio con lo Sporting, dalla quale sembra passato un secolo, scrivevo queste parole: “Erano 13 anni che l’Athletic non vinceva quattro partite di fila: nella stagione 1997/98 alla fine arrivò il secondo posto e la qualificazione alla Champion’s, stavolta cosa accadrà?”. La risposta, purtroppo, è arrivata dopo neanche un mese e non è stata quella che tutti aspettavamo con trepidazione e grande speranza. Ci eravamo illusi che l’Athletic fosse maturato, che avesse smesso di essere la squadra prigioniera degli alti (in casa) e bassi (in trasferta) che avevano caratterizzato finora la gestione Caparros, e invece… Invece, dopo quattro vittorie consecutive i Leoni hanno collezionato altrettante sconfitte di fila, buttando letteralmente nel cesso il patrimonio di punti che avevano messo tra loro e le immediate inseguitrici; intendiamoci, perdere con Barcellona e Valencia ci sta (specie giocandosela fino all’ultimo come hanno fatto i biancorossi), ma tornare a vedere prestazioni come quelle di Maiorca e di ieri sera è stato come precipitare di nuovo in un incubo da cui si sperava di essersi liberati per sempre. Particolarmente indecente è stata la sconfitta della Romareda: com’è possibile che una squadra giochi bene i primi 20 minuti, vada in vantaggio e poi SCOMPAIA dal campo? L’unica spiegazione è che l’accordo per l’acquisto di Ander Herrera (ieri molto positivo) prevedesse di dover pagare dazio al Saragozza nell’incontro di Liga, perché altrimenti non si spiega un crollo verticale come quello di ieri; contro il Valencia la rimonta avversaria era stata causata da un mix di sfortuna, errori e mosse azzeccate dall’allenatore altrui, mentre il Saragozza non ha fatto nulla di trascendentale per vincere, limitandosi a sfruttare gli spazi e la porzione enorme di campo gentilmente concessa dall’arretramento senza senso di tutta la squadra bilbaina.
Caparros cambia molto rispetto a domenica: Koikili, ultimamente a corto di fiato, viene sostituito da Balenziaga, fin qui mai utilizzato, Gabilondo e Susaeta sono titolari sulle fasce in luogo di Muniain e David Lopez (conferma del fatto che Jokin ha ormai in mente due coppie non intercambiabili di centrocampisti esterni) e l’infortunato Gurpegi viene rimpiazzato da Orbaiz; c’è poi il rientro tra i titolari di Iraola, con De Marcos unico attaccante, se ancora vogliamo considerarlo tale, portato dal mister a Saragozza. L’inizio del match è equilibrato, le squadre giocano a viso aperto e da ambo le parti ci sono gli spazi per far male: al 6’ Susaeta colpisce il palo con un tiro-cross, al 16’ Boutahar sfiora il gol con una bella volée e l’incontro si fa appassionante. Il vantaggio dei baschi al 18’ con Llorente (15° gol stagionale, record per il riojano) premia la pressione costante esercitata dall’Athletic nei minuti precedenti e sembra il viatico a una vittoria tranquilla, da portare a casa sfruttando l’organizzazione difensiva e il contropiede, ma dopo un’occasionissima propiziata da un’azione di Toquero la squadra sparisce letteralmente dal terreno di gioco. L’impressione è che gli uomini di Caparros siano alla canna del gas dopo neppure mezz’ora: in avanti non c’è una pressione unitaria (Toquero, poi, mostra di aver bisogno di riposare), il centrocampo si schiaccia sulla difesa e per Iraizoz comincia la paura. Il Saragozza sfiora il pareggio almeno in tre occasioni: prima Uche chiama Gorka all’intervento, quindi Herrera si vede alzare da un difensore un tiro da buonissima posizione e infine Contini colpisce di testa sopra la traversa un cross perfetto di Gabi. Si va al riposo sul punteggio di 1-0 per i Leoni, ma è chiaro che la squadra difficilmente potrà resistere altri 45’ giocando come ha fatto dopo il vantaggio, anche perché la velocità e i dialoghi palla a terra di Herrera, Bertolo e Uche hanno messo più volte in ambasce la difesa bilbaina. Dopo 3’ minuti della ripresa si concretizzano i timori di tutti: Jarosik colpisce di testa in area, Ekiza devia e il pallone torna sui piedi del ceco, che insacca con una botta di destro da due passi. L’Athletic è incapace di reagire e non riesce a mettere la testa fuori dalla sua metà campo, mentre il Saragozza ci crede e continua a spingere. Logico che al 55’ i padroni di casa trovino il vantaggio con Uche, che sfrutta un grossolano errore in anticipo di San José per scappare verso Iraizoz e batterlo con un piattone preciso. Una volta passata in vantaggio la formazione di Aguirre controlla senza problemi la partita, lasciando spesso il pallone ai biancorossi e limitandosi a difendere con estrema attenzione: tattica perfetta, visto che i minuti passano e i Leoni non tirano mai in porta. Caparros prova a smuovere la situazione con i cambi ma non ottiene risposte significative dai suoi, che riescono a riportarsi nei pressi della porta aragonese solo a una manciata di minuti dal fischio finale. L’Athletic, guidato più dalla forza della disperazione che da un’idea di gioco, inizia a buttare palloni “in the box” per sfruttare Llorente, che all’87’ quasi fa il miracolo: Nando riceve dopo un rimpallo, si libera per il tiro e conclude di potenza, trovando però un Doblas superlativo sulla sua strada.
Sarebbe stato un pareggio immeritato per quanto visto in campo e la sconfitta per 2-1 ha punito giustamente l’undici bilbaino, francamente sconfortante per quasi tutta la partita. I passi indietro compiuti dai Leoni sono ormai evidentissimi e non si capisce quale sia il problema: cattiva condizione fisica (d’altra parte per Caparros il turnover è sempre stato una parolaccia), scarsa tenuta mentale, fragilità psicologica? L’unica cosa certa è che la lotta per un posto UEFA, che sembrava praticamente chiusa due settimane fa, si è riaperta in modo clamoroso e coinvolge ora le squadre dal 5° al 12° posto, racchiuse in un arco di punti che va dai 40 dell’Espanyol ai 29 del Racing (che però gioca oggi con l’Almeria ed è in un ottimo momento grazie alla cura-Marcelino). Un altro dato su cui riflettere è che per la prima volta nella sua storia il club zurigorri ha giocato senza biscaglini in squadra, cosa che lascia un alone di tristezza ulteriore su una partita da dimenticare al più presto. E pensare che Imaz, il presidente di petroMerda, qualche tempo fa delirava di vittorie in Champion’s…
I migliori e i peggiori nell’Athletic: poche le prestazioni da salvare nel contesto generale di una prova pessima da parte dei Leoni. Llorente, al contrario di molti compagni, è in ottima forma e trasforma in oro ogni pallone toccato, ben supportato da un Toquero cui però non si può chiedere di correre come un disperato ed essere pure lucido in zona gol. Iraizoz si riprende dopo gli errori col Valencia, Susaeta è l’unico che prova ad inventare qualcosa, Balenziaga non demerita all’esordio stagionale.
Da incubo la partita di Iraola: in avanti non si vede mai, non riesce ad arginare Bertolo e commette errori in serie non da lui. Si vede che una giornata storta capita anche ai migliori. Orbaiz è impalpabile, si fa vedere con una bella progressione all’inizio e poi svanisce, ma non è che Javi Martinez faccia poi molto meglio. Male San José, che commette un errore pazzesco sul gol di Uche, Gabilondo non carbura, David Lopez non è l’uomo giusto per cambiare una partita. Tra i peggiori voglio mettere anche Caparros, da me pubblicamente elogiato nelle scorse settimane (avevo pure detto che avrebbe meritato un eventuale rinnovo, pur non condividendo questa scelta): la squadra ha fatto bene, risultato a parte, contro Barcellona e Valencia, poi però si è sgonfiata del tutto nelle trasferte di Maiorca e di ieri. Sembra che sia tornato pure lui a commettere i soliti errori, e a questo punto mi sento di dire che l'Athletic abbia bisogno di un altro allenatore che sia capace di far spiccare il volo ai biancorossi (un po' il refrain della carriera dell'utrerano, no?). Intanto speriamo che Jokin riesca a portarci in Europa, poi si vedrà.

martedì 1 marzo 2011

25a giornata: Athletic 1-2 Valencia.


Llorente da terra sigla il gol dell'illusorio vantaggio basco (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; De Marcos, San José, Ekiza, Koikili; David López (72' Susaeta), Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (83' Díaz de Cerio); Toquero (75' Gabilondo), Llorente.
Valencia CF: Guaita; Bruno, Stankevicius, David Navarro, Mathieu (73' Jordi Alba); Topal, Banega (77' Tino Costa); Joaquín, Mata, Pablo Hernández (63' Jonas); Soldado.
Reti: 13' Llorente, 70' Mata, 81' Jonás.
Arbitro: Muñiz Fernández (Comité Asturiano).

Peccato. Un Athletic grande per 70 minuti cede di schianto al Valencia nell'ultima parte del match, imparando sulla propria pelle che solo le grandi squadre possiedono il cinismo necessario per vincere anche quando giocano molto peggio degli avversari. Va detto che i Leoni sono anche stati sfortunati: se la conclusione di Llorente a metà ripresa fosse entrata, invece di centrare il palo a portiere battuto, quasi sicuramente adesso staremmo parlando di un'altra partita. Il calcio però è sport che più di ogni altro vive di episodi e stavolta a pagarne lo scotto sono stati i biancorossi, anche se un pareggio sarebbe stato senz'altro il risultato più giusto. Una nota veloce su David Navarro: un elemento del genere non dovrebbe nemmeno giocare (vedere per credere la gomitata a Llorente e la sceneggiata fatta per evitare il rosso dopo quell'intervento, che è costato tre punti di sutura a Nando), figuriamoci essere capitano di una squadra come il Valencia. Vergogna.
Caparros cambia gli esterni rispetto alla sconfitta del Camp Nou (dentro David Lopez e Muniain per Susaeta e Gabilondo) e sostituisce lo squalificato Iraola con De Marcos, provato molte volte in allenamento come terzino di spinta ma finora mai testato per 90 minuti di Liga. Il primo quarto d'ora dell'Athletic è esemplare per intensità ed efficacia: la squadra aggredisce compatta il Valencia, recupera la palla grazie alla perfetta disposizione in campo e la rigioca subito sugli esterni, producendo azioni in serie e costruendo alcune occasioni notevoli. Nessuna sorpresa, dunque, quando al 13' i padroni di casa si portano in vantaggio con un grandissimo gol di Llorente, che controlla spalle alla porta un assist rasoterra di Toquero, si gira facendo perno su David Navarro e realizza in scivolata anticipando Guaita. La reazione ché viene controllata senza troppi patemi dai bilbaini, ottimi nell'occupazione degli spazi e sempre pronti a pungere in contropiede; gli uomini di Emery si fanno vedere con Pablo Hernandez e Mata, reclamano per un fallo di mano (apparso netto) di Ekiza in area di rigore ma in generale non danno mai l'impressione di riuscire a imporre il proprio ritmo e la propria idea di calcio agli avversari. La ripresa vede scendere in campo un Valencia maggiormente convinto, che alza immediatamente il baricentro di parecchi metri rispetto alla prima frazione e costringe l'Athletic a rinculare a difesa della propria area. Così facendo, però, i bianconeri si espongono ai contropiedi condotti dai velocissimi Muniain, Toquero e De Marcos, e rischiano in più occasioni di venire infilati. L'occasione più clamorosa capita a Llorente, che tira dopo essersi liberato da grandissimo centravanti del proprio marcatore ma colpisce il palo: è questo il momento in cui l'inerzia della partita gira a favore del Valencia. Pochi minuti dopo, infatti, Joaquin se ne va sulla destra sfruttando una grande sponda di Soldado (intelligente nel portar via Koikili), mette dentro un pallone velenoso su cui Iraizoz non esce e trova la deviazione vincente di Mata. I Leoni, visibilmente affaticati, non riescono più ad effettuare le transizioni veloci che avevano messo in difficoltà i ché fino a quel momento e finiscono per schiacciarsi troppo, esattamente com'era accaduto una settimana prima a Barcellona. Emery capisce di dover osare e inserisce Tino Costa, piazzandolo tra le linee col compito di farsi dare palla e tentare la giocata; il brasiliano prima chiama Gorka ad un intervento difficile, quindi ci riprova dalla distanza e induce all'errore il portiere dell'Athletic, che si fa scappare il pallone ricalcando l'errore di Julio Cesar contro il Bayern: Jonas ringrazia e sigla il 2-1. Negli ultimi minuti i bilbaini caricano a testa bassa con la forza della disperazione, creano alcuni mischioni paurosi e sfiorano il pari con una punizione di Gabilondo fuori di un niente, tuttavia non riescono a mettere dentro il pallone che avrebbe fruttato il meritato 2-2.
La partita di ieri, terza sconfitta consecutiva dopo un filotto di quattro vittorie, ha dimostrato che la squadra di Caparros (superato nel confronto tattico da Emery) non ha ancora la maturità necessaria per competere per un posto tra le prime quattro. Le qualità ci sono e devono essere coltivate con pazienza, magari da un allenatore con un'altra idea di calcio, tuttavia per questa stagione sarà bene concentrarsi solo sul raggiungimento del settimo posto utile per la qualificazione alla UEFA e abbandonare altri sogni di gloria.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: copertina d'obbligo per Llorente, che replica la grande prestazione contro il Barça aggiungendoci una rete da vero panzer; Nando sembra aver superato il periodo di appannamento fisico di qualche settimana fa, e non a caso la squadra se l'è giocata con due delle prime tre in classifica. De Marcos è una gradita sorpresa: il vitoriano spinge abbinando quantità e qualità, è sempre attento in difesa e finisce per disputare una partita perfetta. Sulla scia di Zambrotta (in origine ala e divenuto col tempo terzino) è forse nato un gran fluidificante? Toquero strappa applausi con la sue iniziative, generose e spesso anche di buon livello tecnico, Javi Martinez gioca secondo i suoi standard recenti, la coppia San José-Ekiza si conferma davvero affiatata.
Pollice verso per Iraizoz, tornato a decidere in negativo una partita che si era ben indirizzata per i Leoni; sul primo gol Gorka non esce, sul secondo fa la frittata con un intervento goffo che regala a Jonas il 2-1. Per una volta le fasce biancorosse non funzionano: a destra David Lopez torna ad esibire la sua versione peggiore (in pratica non si vede quasi mai), a sinistra Muniain si accende a intermittenza e comunque non riesce mai a piazzare la giocata decisiva. Koikili, infine, sembra a corto di ossigeno e non riesce proprio a prendere le misure ad uno scatenato Joaquin.