lunedì 31 maggio 2010

Il pagellone 2009/2010: i portieri.


Parata plastica di Gorka Iraizoz (foto Athletic-club.net).

Iraizoz 6,5: stagione d'altri tempi per il numero 1 navarro, che ha disputato praticamente tutti gli incontri come uno Zoff anni '70. Il paragone con l'immenso Dino, però, finisce qui. Gorka ha infatti confermato di essere un portiere discreto e poco più, ben lontano dalla classe dei migliori estremi difensori della storia dell'Athletic. Quest'anno si sono rivisti ottimi interventi tra i pali alternati alle consuete insicurezze nelle uscite alte, e più in generale si è assistito ad un rendimento costantemente da 6 in pagella: pochi errori macroscopici, dunque, ma anche pochi interventi miracolosi. Iraizoz è questo, un portiere affidabile e senza grandi acuti, comunque capace di difendere con profitto la porta biancorossa in attesa della maturazione dei talentini di Lezama.

Armando s.v. (7 alla carriera): ha giocato solo tre partite, le due di Copa del Rey e l'ultima di Liga con il Depor, troppo poco per assegnargli un voto. La sua carriera, che si è conclusa al San Mamés proprio col match contro i galiziani, merita comunque di essere omaggiata, specie per gli ultimi tre anni passati con grande professionalità a Bilbao. Da sempre tifoso dei Leoni, Armando ha passato una vita a girare per mezza Spagna, tra Logroñes, Sporting Gijon, Alaves e Cadiz; a 37 anni non pensava più di poter coronare il sogno di difendere almeno una volta la porta dell'Athletic, e invece alcune fortunate circostanze (l'infortunio di Gorka, la perdita di fiducia di Aranzubia) lo hanno portato prima al trasferimento nel Botxo durante il mercato invernale del 2008, quindi a scendere in campo per tutto il girone di ritorno. Dopo la bottigliata in testa di Siviglia contro il Betis, poi, è diventato un idolo della tifoseria ed è sempre stato trattato con calore, come si è visto nel commovente giorno dell'addio al calcio. Rimarrà nel club come allenatore dei portieri. Eskerrik asko Armando!

venerdì 28 maggio 2010

Secondo acquisto.


Igor Martinez in azione nella partita Alaves-Zamora di quest'anno (foto Jaizki Fontaneda - noticiasdealava.com).

La notizia, ampiamente anticipata dai giornali nei giorni scorsi, ieri è divenuta ufficiale: Igor Martinez è un nuovo giocatore dell'Athletic. Il legame tra Ibaigane e l'Alaves è sempre molto saldo e il club di Vitoria non ha opposto resistenza al passaggio della perla della sua cantera ai Leoni, anche perché i biancoblu hanno clamorosamente fallito il ritorno immediato in Segunda e dovranno giocare un'altra stagione in Segunda B. Igor (87 partite e 12 gol in tre anni all'Alaves, 8 reti nella stagione appena conclusa) è un giocatore tecnico, veloce e versatile; il suo ruolo naturale è quello di mezzapunta, ma può occupare anche la fascia destra o agire da seconda punta accanto al centravanti. Molto contenuti i costi dell'operazione: si parla di 350.000 euro (200.000 subito, altri 150.000 se disputerà 25 partite), più il prestito di un paio di giocatori e la disputa di un'amichevole estiva a Vitoria, cifre ragionevoli per quello che è unanimemente considerato un ottimo prospetto. Fossi in David Lopez comincerei a preoccuparmi, giacché Caparros non utilizzerà certo il 21enne vitoriano da trequartista centrale...

Ibai Gomez è ad un passo dall'Athletic. L'esterno sinistro del Sestao, che in questi giorni è stato accostato ad altri club importanti di Segunda e di Primera, ha ricevuto l'offerta di Ibaigane: contratto biennale con prolungamento automatico per una terza stagione in caso di raggiungimento di un numero minimo di partite disputate. Le due parti sono molto vicine e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l'annuncio ufficiale della firma di Ibai, fortemente richiesto da Caparros visto che l'addio di Yeste lascia scoperto proprio un posto di centrocampista laterale sinistro.

Ieri è stata posta la prima pietra del San Mamés Barria, il nuovo impianto che sostituirà la mitica Cattedrale. Non ho mai parlato molto di questo argomento perché, nonostante riconosca il bisogno di un nuovo stadio, ho sempre trovato rivoltanti gli intrecci tra il governo basco del socialista Patxi Lopez, la giunta di Macua e la cricca di palazzinari di cui quel portento del nostro presidente è il prestanome. Non volendo spendere altre parole su questa vicenda dai retroscena alquanto loschi, mi limito a ricordare la protesta di alcuni lavoratori presenti ieri alla cerimonia: una ventina di manovali disoccupati ha esibito uno striscione ("Macua, Azkuna, Bilbao, Patxi López, obra pública: Trabajo para el pueblo") per sottolineare che le imprese edili incaricate di costruire il nuovo impianto assumono lavoratori portoghesi, pagati la metà, e lasciano a casa quelli locali.

sabato 22 maggio 2010

Ufficiale: Yeste non rinnova.

La notiza era praticamente certa, ora però c'è un comunicato congiunto società-giocatore a confermarlo: dal prossimo 1 luglio Francisco Javier Yeste Navarro non sarà più un calciatore dell'Athletic. Si interrompe qui, dunque, un percorso durato 19 anni, ricco di gioia e sofferenza come accade solo alle storie vissute intensamente. Giocatore squisito, dotato di un mancino educatissimo con ben pochi eguali nella Liga, Yeste ha avuto una carriera difficile da decifrare: irruppe in prima squadra come un ciclone, togliendo il posto da titolare a un certo Julen Guerrero, e proseguì in crescendo fino a toccare il picco di rendimento durante il biennio di Valverde. Txingurri capì alla perfezione le potenzialità del talento di Basauri e lo lasciò libero di esprimersi senza troppe consegne tattiche, fantasista puro nel 4-2-3-1 offensivo con cui in quel periodo la squadra giocava abitualmente; Fran lo ripagò con prestazioni eccellenti, assist deliziosi e gol in serie (11 il primo anno, 8 il secondo), alcuni dei quali strepitosi come un paio al Barcellona e quello, famosissimo, al Trabzonspor nel ritorno dei preliminari di UEFA nel 2004, rete festeggiata dall'altrettanto celebre "spogliarello" cui si riferisce la foto in apertura del post. Con l'addio di Valverde iniziò il declino del numero 10, frenato da una vita extra-campo spesso non irreprensibile e dalle terribili stagioni a rischio retrocessione nelle quali ci fu troppa pressione su di lui, giocatore emotivo e fragile; tale declino è divenuto ancor più evidente con la gestione di Caparros, che in tre anni di panchina è riuscito a non schierarlo neppure una volta nel suo ruolo. Jokin prima lo ha provato come regista nel doble pivote, ruolo per il quale Yeste non ha la necessaria capacità difensiva, quindi lo ha isolato all'ala sinistra per non privarsi del suo talento e della sua bravura nel battere i calci piazzati; ma se a inizio carriera giocare da esterno era una scelta praticamente obbligata, a 30 anni suonati Fran ha mostrato di non avere più il passo e lo spunto secco nel breve che fanno un'ala di livello. Da qui a bollarlo come giocatore inutile, comunque, ce ne corre, e lo dimostra quella convocazione in nazionale (l'esordio sfumò a causa di un infortunio nel ritiro) che, vista la concorrenza iberica nel ruolo, è più di un attestato di stima. Moltissimi ricordi mi legano personalmente a Yeste: dal gol vittoria sul campo dell'Osasuna che ci riportò in Europa nel 2004 alla già citata rete con il Trabzonspor, dalla splendida volee contro il Barcellona nell'ottobre 2004 (per me il suo gol più bello) alle lacrime dopo il destro-salvezza, lui che è un mancino puro, contro il Saragozza nel 2006, senza dimenticare altre lacrime, quelle post finale di Coppa di due anni fa, o quella rete dopo una serpentina pazzesca di due settimane fa al Bernabeu che è stata la rappresentazione perfetta del suo immenso talento. L'emozione più grande, in ogni caso, me l'ha regalata con il gol strepitoso che segnò in un leggendario Athletic-real Madrid 4-2 datato 20 marzo 2004: quel giorno al San Mamés c'ero anche io, per la prima volta in vita mia, e il suo meraviglioso sinistro a giro che si infilò imparabilmente alla destra di Casillas è stato il primo gol che ho visto alla Cattaderale. Un giornalista oggi ha scritto che Yeste è un diamante grezzo che non è mai stato ripulito del tutto, ma io sono comunque orgoglioso e onorato di aver visto la bellezza di una gemma tanto splendente. Eskerrik asko, Fran.



giovedì 20 maggio 2010

Si apre il mercato.


Mikel San José contro Bojan (foto Marca).

E' Mikel San José il primo acquisto ufficiale dell'Athletic 2010/11: la società ha infatti deciso di esercitare il diritto di riscatto una volta terminato il prestito del giovane centrale navarro e pagherà al Liverpool i quasi 3 milioni di euro pattuiti. La mossa era attesa da tempo ed è perfettamente coerente con la buona annata disputata da San José, che a soli 21 anni si è imposto con bravura e personalità al centro della difesa, sfruttando l'infortunio di Ocio e la mancanza di ritmo partita di Ustaritz, per poi non uscire più dalla formazione titolare. L'unico aspetto negativo di questa vicenda è il fatto che Mikel sia stato pagato così tanto dal club che lo ha formato come calciatore; il Liverpool lo acquistò quando militava nello Juvenil e ora ce lo rivende con una plusvalenza netta di diversi milioni, un po' quello che è successo tra Manchester United e Barcellona con Piqué. Mesi fa Platini aveva dichiarato di voler combattere contro quelle società che sfruttano il lavoro dei settori giovanili altrui, comprando promesse in procinto di esordire in prima squadra e passando addirittura per club che coltivano i giovani (le inglesi sono specializzate in queste operazioni, Arsenal in testa): qualcuno ha notizia di come si sia evoluta la questione? Michel, se ci sei batti un colpo.

Oggi è il giorno decisivo per le sorti di Fran Yeste, che si incontrerà con la società per l'ultimo atto della lunga telenovela sul suo contratto. Cosa accadrà? A leggere certa stampa vicina alla giunta Macua sembrerebbe che Yeste stia facendo delle richieste esose, ma ho da tempo imparato a diffidare di determinati giornali. Vedremo dunque come si risolverà la faccenda, che io spero si concluda col rinnovo del fantasista di Basauri, la cui classe serve ancora molto a questo Athletic.

Intanto è quasi conclusa la trattativa per Ibai Gomez, su cui la società biancorossa detiene un'opzione in quanto giocatore di un club affiliato, il Sestao. Ibaigane pagherà 10.000 euro per l'esterno offensivo nato nel barrio bilbaino di Santutxu, che si aggregherà alla prima squadra nel ritiro precampionato in attesa che Caparros decida se tenerlo o se mandarlo a fare esperienza nel Bilbao Athletic.

Nessuna novità, infine, sul fronte di Igor Martinez, centrocampista offensivo e stella dell'Alaves che dovrebbe passare all'Athletic per una cifra di 300.000 euro circa. I rapporti tra le due società sono buoni, come dimostrano gli acquisti di Oscar de Marcos e quello recentissimo di Jonathan Regueiro (passato al Bilbao Athletic), e l'intenzione del giocatore è ovviamente quella di salire di categoria, anche perché i vitoriani hanno inopinatamente fallito la qualificazione ai play-off di Segunda B e il prossimo anno dovranno giocare ancora nella terza serie spagnola. Qualche giorno fa sembrava tutto concluso, ma per il momento non ci sono state ulteriori notizie su questo fronte.

mercoledì 19 maggio 2010

Fine di un'epoca.



La partita contro il Deportivo, vinta per 2-0 grazie anche ad uno strepitoso gol di Muniain, ha sancito definitivamente l'addio ad un pezzo di storia dell'Athletic. Con Etxeberria, infatti, non solo si ritira una vera e propria leggenda del club, ma sparisce anche l'ultimo tassello della mitica squadra che giunse seconda nel 1997/98, consegnando a Bilbao una qualificazione miracolosa alla Champion's (quando ancora ci andavano solo le prime due dei principali campionati, e non cani e porci). E' la fine di un'epoca, come ho scritto all'inizio.
Il San Mamés è stato come al solito splendido nel tributare il suo omaggio al Gallo, ad Armando e pure a Muñoz, che Caparros ha avuto il coraggio di mettere in panchina anche sabato; ma l'affetto tributato dal pubblico, ne sono certo, avrà ricompensato almeno un po' Iñaki per tutte le sofferenze patite nel Botxo. Yeste non c'era: era seduto in tribuna, insieme a Zubiaurre e agli altri non convocati, e la sua partecipazione da lontano mi è sembrata davvero triste. Ancora non si sa cosa succederà tra Fran e la dirigenza nei prossimi giorni, tuttavia sono quasi certo che non lo vedremo più sul prato verdissimo della Cattedrale.
Per tornare ad Etxeberria, eccovi il video della sua uscita dal campo al 72' della partita col Depor:



domenica 16 maggio 2010

Il sabato degli addii.


Mil esker Joseba!

L'ultima giornata di campionato mi è sempre sembrata simile all'ultimo giorno di liceo: si pensa alle vacanze (a meno di non doversi sudare qualcosa all'ultimo tuffo...), si salutano gli amici e si pensa già alla stagione successiva. Per gli studenti del quinto anno, però, la situazione è diversa, perché sanno benissimo che dopo gli esami inizieranno un nuovo percorso e che quel giorno segna la fine di una fase importante della loro vita. Oggi pomeriggio, alle 18, al San Mamés di Bilbao suonerà l'ultima campanella della vita calcistica di Joseba Etxeberria Lizardi, 513 partite e 104 gol ufficiali con l'Athletic, un giocatore che è già nella leggenda del club; ma non solo. La partita contro il Depor sarà anche l'ultima gara della carriera di Armando, il secondo portiere che ha coronato il sogno di una vita chiudendo la sua traiettoria professionale nella squadra che ama; ma non solo. Stasera dirà addio alla camiseta biancorossa pure Iñaki Muñoz, i cui tre anni nel Botxo sono stati un vero e proprio incubo, con sole 25 partite disputate e un ostracismo inconcepibile da parte di tecnico e società, un comportamento vergongoso nei confronti di un professionista serio come il mediano ex Osasuna (da leggere la sua intervista al Correo, nella quale mostra infinito rispetto per la maglia nonostante il trattamento a lui riservato); ma non solo. Athletic-Deportivo rappresenterà quasi sicuramente anche il passo di addio di Fran Yeste, anzi non ci sarà nemmeno quello, visto che il fantasista di Basauri è infortunato e non scenderà in campo come Etxebe, Armando e addirittura Muñoz, che figura tra i convocati. Parlare della situazione di Yeste è come una stilettata al mio cuore di tifoso e offusca le belle celebrazioni organizzate dalla società per il Gallo. Oggi sono triste e non perché Etxeberria si ritira, ma solo perché non sopporto più una dirigenza capace di trattare a pesci in faccia sia i giocatori poco popolari e dunque indifesi (Muñoz), sia i grandi simboli del club (Yeste). Non proporre neppure il rinnovo a Fran, da 19 anni nelle fila biancorosse, è un atto indegno di una squadra con una storia come quella dell'Athletic. Oggi sono triste e non mi va di scrivere altro. Addio e grazie di tutto, ragazzi!

Il gol più importante di Etxeberria: Athletic-Saragozza 1-0, secondo posto e qualificazione in Champion's (15/05/1998, 12 anni fa).



Ancora contro il Saragozza, ma stavolta segna Yeste: 1-0 e la salvezza è vicinissima (bellissime le lacrime di Fran, commosso dopo questa rete fondamentale; era il 3 maggio 2006).



martedì 11 maggio 2010

Il punto sulla "cantera".


L'ingresso del centro sportivo di Lezama (foto Athletic-club.net).

Sabato sera non ho potuto vedere la partita dell'Athletic al Bernabeu e, data l'importanza del match, ho deciso di evitare di commentarlo basandomi solo sui resoconti giornalistici e sui video delle azioni principali, come faccio quando non riesco a seguire un incontro. Vorrei comunque sottolineare l'ennesima espulsione dubbia verificatasi contro le merengues (chi ha visto il fallo di mano di Amorebieta sa di cosa parlo), nonché elogiare il carattere dei Leoni che hanno resistito con l'uomo in meno fino a un quarto d'ora dalla fine. Se il carattere visto a Madrid fosse stato messo in campo anche in altre occasioni, la squadra adesso sarebbe ben più in alto dell'ottavo posto...
Data l'assenza dell'articolo su Real-Athletic, colgo l'occasione per pubblicare il pezzo che avevo promesso sullo stato dell'arte delle giovanili biancorosse. Ecco a voi, ruolo per ruolo, le maggiori promesse e le potenziali stelle che si stanno formando nella struttura di Lezama.
P.S. Ringrazio Javi, curatore del blog La cantera de Lezama, per la preziosissima consulenza, senza la quale questo post sarebbe stato assai meno corretto e approfondito.


Portieri: è il reparto probabilmente meno fornito, anche se non mancano gli elementi interessanti. La maggior promessa è senza dubbio Raul, ventiduenne di Bilbao dal grande fisico (1,96 m per 88 kg) e dai riflessi eccezionali. Dopo una stagione trascorsa al Conquense, quest'anno è stato nuovamente ceduto in prestito, stavolta al Granada, e pur non essendo titolare ha ben figurato quando è stato chiamato in causa; ottimo sui palloni alti e nell'uno contro uno, è anche molto bravo di piede ed è sempre sicuro tra i pali. Con l'addio al calcio di Armando alle porte, potrebbe rientrare alla base e trovare spazio in prima squadra come vice-Iraizoz. Nelle file del Baskonia, la terza squadra dell'Athletic, milita invece Aitor Fernandez, nel giro dell'under-19 spagnola. Fisicamente non è molto dotato (1,82 m per 70 kg), tuttavia risaltano la sua agilità e il suo ottimo senso della posizione. Quarto portiere quest'anno (Caparros lo ha fatto anche inserire nella lista di Coppa UEFA), nella prossima stagione difenderà la porta del Bilbao Athletic in modo da maturare ulteriormente. Infine è opportuno citare il 17enne Urtzi Erleaga, portiere del Juvenil che si è segnalato negli ultimi mesi come giocatore di ottima prospettiva; le sue buone prestazioni lo hanno portato all'attenzione dei tecnici dell'under-17 della Spagna, anche se non parteciperà al campionao europeo di categoria. Poche possibilità di farsi luce in prima squadra per Iago, portiere del Bilbao Athletic, Iturrioz e Larruskain.

Difensori: il nome su cui si concentrano le attenzioni degli addetti ai lavori è sicuramente quello di Jonas Ramalho, che già quest'anno è stato in procinto di debuttare in Liga con l'Athletic. Il 17enne di Barakaldo (e di origini africane), che si è diviso in questa stagione tra Juvenil e Bilbao Athletic, è il capitano dell'under-17 spagnola ed è uno dei difensori iberici di categoria giovanile attualmente più seguiti. Aldilà dell'aspetto "folkloristico" del giocatore, che potrebbe diventare il primo giocatore di colore nella storia dei Leoni, si tratta di un elemento fisicamente non comune, di buon livello tecnico e dotato di un senso tattico straordinario che gli permette di giocare centale, terzino e anche mediano. Una potenziale stella, dunque, che già dalla prossima temporada potrebbe fare capolino in prima squadra. Un gradino sotto a Jonas, ma comunque di grande interesse, si trova una batteria di giovani promesse di cui si parla già da tempo. Nello Juvenil giocano Enric Saborit e Jon Aurtenetxe: il primo, di madre basca ma nativo di Barcellona, è un terzino sinistro con grandi capacità offensive, mentre il secondo, che ha già esordito con i "grandi" contro il Werder Brema in UEFA, può essere schierato come laterale mancino o da centrale, ruolo in cui i notevoli mezzi fisici e le spiccate doti difensive dovrebbero risaltare al meglio. Occhio anche ad Ander Agüeros, classe '90 attualmente in prestito allo Zalla, centrale molto alto, rapido e difensivamente attrezzato. Nelle file del Baskonia spicca Unai Medina, terzino destro veloce e potente, mentre i migliori difensori del Bilbao Athletic sono Eneko Boveda e Mikel Santamaria. Boveda, che conta già 3 presenze con la prima squadra, è un altro laterale destro tecnicamente adeguato per dare un buon cambio a Iraola, mentre Santamaria, 23enne di Pamplona, è un centrale molto promettente. Secondo Javi, che come dicevo in apertura ha fattivamente collaborato a questo post, Ramalho e Saborit sono i due elementi con maggiori possibilità di trovare spazio nella rosa dell'Athletic a breve termine.

Centrocampisti: la mediana è il reparto probabilmente più coperto, con molti giocatori interessanti dallo Juvenil al Bilbao Athletic. Tra i più giovani l'elemento di maggior talento è Iñigo Ruiz de Galarreta, considerato da più parti come la "perla" della cantera di Lezama. Classico regista di centrocampo, il 17enne guipuzcoano possiede grande classe e visione di gioco, anche se per il momento è un po' frenato da un fisico assai minuto; cercato l'anno scorso dal Real Madrid, ha lasciato più di una perplessità la sua esclusione dalla rosa della Spagna under-17 che a breve sarà impegnata nell'Europeo di categoria. Secondo Javi può essere paragonato, per modo di giocare, a Xavi del Barcellona, fatte ovviamente le debite proporzioni. Altri giovanissimi da seguire sono Iker Guarrotxena, ala destra che Caparros fece aggregare al ritiro precampionato due anni fa, il centrocampista difensivo Iñigo Eguaras e il trequartista Nestor Salinas, molto tecnico nonostante l'altezza notevole (1,85 m). Diversi i centrocampisti di prospettiva che giocano (o hanno iniziato la stagione) nel Baskonia: Diego Royo, interdittore o jolly difensivo che ha fatto parte dell'under-19 spagnola, Erik Moran, regista di buon tocco e ottima visione di gioco (Javi ha proposto il paragone con Busquets), la mezzapunta Ivan Miñes (15 gol l'anno scorso in categoria giovanile) e il mediano Gorka Eraña. Gli elementi di maggior spicco si trovano tuttavia nel Bilbao Athletic. Iñigo Perez, centrale o esterno sinistro, è stato più volte convocato da Caparros e conta cinque presenze totali in prima squadra; è un giocatore ordinato, molto valido tecnicamente e con un mancino fantastico, specie nell'esecuzione dei calci piazzati. Due i pivotes interessanti, Javier Eraso e soprattutto Galder Cerrajeria (a detta di molti, il migliore della stagione dei cachorros), mentre tra le mezzepunte si segnalano Adrien Goñi, che l'anno scorso esordì in Liga a Gijon, Isaac Aketxe (esordio per lui contro il Villarreal, nel girone di andata) e il 21enne Imanol Mentxaka, trequartista tecnicamente squisito e molto difficile da fermare quando parte in dribbling.

Attaccanti: ecco i giocatori che più facilmente solleticano la fantasia degli appassionati. Il vivaio dell'Athletic, va detto, presenta in questo reparto diversi elementi di buona caratura, a partire da quell'Ismael Lopez cui dedicai un post due anni fa ma che finora, purtroppo, non ha mantenuto le promesse, nonostante le sue ottime qualità continuino a farne un possibile giocatore capace di essere protagonista in Primera (forse un prestito a una squadra di Segunda potrebbe accelerarne la crescita). Allo stato attuale delle cose, le maggiori speranze sono riposte in Guillermo Fernandez, 16enne bilbaino che ha esordito quest'anno nel Bilbao Athletic (più precoci di lui solo Muniain e Ramalho) segnando il gol salvezza contro il Lugo. Fisicamente ben strutturato, è una punta rapida e molto forte nei fondamentali che a Javi ricorda il giovane Fernando Torres. Molto interessante è anche Jon Etxaniz, classico centravanti-boa forte nel gioco aereo e gran lottatore; la scorsa stagione fu il bomber principale dello Juvenil finalista di Copa, mentre quest'anno ha faticato più del previsto tra Baskonia e Bilbao Athletic, anche se resta indubbiamente uno degli attaccanti da seguire per il futuro. Tra gli altri prodotti della cantera si segnalano poi Jonxa Vidal nello Juvenil, Daniel Suarez (ala offensiva/seconda punta dotata di grande velocità e buon senso del gol) nel Baskonia e Arkaitz nel Bilbao Athletic. Controverso, infine, il caso di Ander Vitoria, ex nazionale under-17 di cui si sono perse le tracce: gioca da tre stagioni nel Baskonia e potrebbe non rinnovare, anche se ha qualità forse maggiori di alcuni giocatori che lo hanno scavalcato nella scalata verso la prima squadra.

giovedì 6 maggio 2010

36a giornata: Athletic 1-1 Malaga.


Il corner di Duda supera Iraizoz e si insacca (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Gurpegui, Iturraspe (77' De Marcos), David López (62' Muniain); Toquero, Llorente (83' Etxeberria).
Málaga CF:
Munúa; Gámez, Stepanov, Iván González, Mtiliga; Valdo, Benachour (81' Toribio), Apoño, Duda; Obinna (93' Juanito), Caicedo (71' Baha).
Reti:
4' Toquero, 18' Duda.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Comité Madrileño).

C'è solo un modo per definire la partita dell'Athletic di ieri: oscena. Da una squadra che doveva ottenere assolutamente i tre punti per sfruttare le brusche frenate di Villarreal e Getafe, fermati a sorpresa da Almeria e Sporting, ci si attendeva una gara determinata e aggressiva, invece i Leoni hanno deluso profondamente e non sono riusciti ad andare aldilà di un misero pareggio. Detto che anche il Malaga, pur impegnato nella lotta per non retrocedere, ha giocato con una leggerezza da squadra senza più nulla da chiedere al campionato, si capisce come sul terreno del San Mamés sia andato in scena un match lento, senza ritmo e senza idee, uno di quegli incontri da mostrare a coloro i quali, immagino avendo visto al massimo un paio di partite, sostengono da mesi che l'Athletic di Caparros non giochi poi così male.
E dire che la partita era iniziata benissimo per l'Athletic, in vantaggio già al 4' con Toquero, bravo a capitalizzare al massimo un errore da Terza categoria di Ivan Gonzalez. La rete direttamente su corner di Duda al 18' (un gol "olimpico", come lo definiscono in Spagna e in Sudamerica), però, ha ristabilito quasi subito la parità e da quel momento è iniziata una partita completamente diversa. Fisicamente alla canna del gas, senza ritmo e senza idee, i Leoni hanno esibito il loro calcio peggiore, fatto di pallonate alla ricerca della testa di Llorente e nulla più; d'altra parte, per una squadra senza gioco e con solo un paio di schemi offensivi la condizione fisica è fondamentale ed è evidente ormai da diverse giornate come la maggior parte dei biancorossi abbia dato tutto, anche perché la loro stagione è iniziata a luglio e il loro allenatore non è un fanatico del turnover. Il Malaga ha capito di poter uscire indenne dalla Cattedrale, ha difeso in undici e non si è mai fatto vedere in attacco, consapevole che un punto sarebbe stato ottimo per potersi poi giocare la salvezza negli ultimi 180 minuti di Liga. Risultato della combinazione di questi due fattori? Una partita oscena, come ho già detto all'inizio. Tolta una girata di Llorente respinta da Munua al 23', in pratica non ci sono state più palle-gol. Come spesso accade, la formazione decisa da Caparros mi ha lasciato perplesso: David Lopez titolare dopo un'era geologica, il solito deludente Castillo in luogo di Koi e le panchine di Muniain e De Marcos sono state scelte discutibili, così come i cambi sono risultati assai cervellotici (perché togliere Iturraspe, uno dei migliori? E la staffetta Llorente-Etxeberria cosa rappresenta?).
I due punti persi ieri dai biancorossi costituiscono in pratica l'addio all'Europa: a due giornate dal termine e con la prossima gara da disputare in casa del Real Madrid, nemmeno il più ottimista dei tifosi scommetterebbe un euro sul sesto posto. Tuttavia, se il Siviglia arrivasse quinto e l'Atletico Madrid perdesse entrambe le finali nelle quali è impegnato, quella di Coppa del Re proprio contro gli andalusi e quella di UEFA, si libererebbe un posto (il Siviglia infatti sarebbe qualificato in virtù della vittoria copera) e anche la settima classificata guadagnerebbe la qualificazione continentale. E' molto difficile che questa combinazione si verifichi, ma sperare non costa nulla.

lunedì 3 maggio 2010

35a giornata: Athletic 1-3 Maiorca.


Lo sconforto biancorosso dopo l'1-3 di Aduriz (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Koikili (54' Muniain); Gurpegui (67' Yeste), Javi Martínez, Iturraspe (46' Susaeta), Gabilondo; Toquero, Llorente.
RCD Mallorca:
Aouate; Josemi, Nunes, Rubén, Ayoze; Julio Álvarez, Martí, Borja Valero (86' Keita), Castro (75' Mattioni); Webó (71' Mario Suárez), Aduriz.
Reti:
43' Castro, 47' pt Llorente, 49' Nunes, 51' Aduriz.
Arbitro:
Ramírez Domínguez (Comité Andaluz).

La lotta per l'Europa è sempre aperta (la zona UEFA dista solo due punti), ma le ambizioni dell'Athletic come squadra di livello escono fortemente ridimensionate dal confronto col Maiorca di Manzano, la vera rivelazione di questa stagione. L'affermazione degli isolani è poi resa ancor più dolorosa da due fattori: l'espugnazione del San Mamés, fortilizio che non veniva violato da cinque mesi (ultima sconfitta interna l'1-2 contro il Valencia del 6 dicembre scorso), e la rete del mai troppo rimpianto Aritz Aduriz, della cui cessione la dirigenza si dovrebbe vergognare fino alla fine dei tempi.
E' una partita da dentro-fuori, una finale come la definirebbe il 99% degli allenatori, tuttavia Caparros opta per una scelta iniziale alquanto conservativa: Susaeta si accomoda infatti in panchina e al suo posto, sulla fascia destra, gioca Gurpegi, con Iturraspe posizionato al centro insieme a Javi Martinez; c'è poi Gabilondo a sinistra in luogo di Yeste, altra soluzione non propriamente offensiva. L'Athletic comunque inizia col piglio giusto e costruisce diverse occasioni nel primo quarto d'ora, sprecando con Toquero (tiro di prima intenzione osceno) e soprattutto Gabilondo (sinistro fuori di poco dopo spizzata di Llorente) l'opportunità di andare in vantaggio. Il pressing e l'aggressività dei Leoni funzionano per un po', poi il Maiorca comincia a prendere campo grazie alle indiscutibili doti di palleggio del rombo di centrocampo e alla capacità di allungare le maglie della difesa avversaria di Webó e Aduriz, attaccanti rapidi e dal movimento instancabile. L'avanzamento del baricentro maiorchino non si traduce immediatamente in palle-gol, anche se ha il merito di far scomparire minuto dopo minuto l'Athletic dal terreno di gioco, ma alla prima azione utile gli uomini di Manzano passano col "Chori" Castro, bravo a correggere in rete un corner deviato da Ruben. Sembra fatta per gli ospiti, anche perché i biancorossi durante la temporada hanno raramente dimostrato di saper rimontare, tuttavia all'ultimo secondo di recupero Iturraspe butta dentro un pallone con poche pretese che Llorente trasforma in oro grazie ad una girata di testa eccezionale. Incredibile come ci siano persone capaci di criticare questo giocatore, accusato non si sa bene in base a cosa di impegnarsi poco, di segnare meno di quanto potrebbe e blablabla; a me sembra che faccia un lavoro encomiabile (quanti gol avrebbe fatto Toquero senza le sue sponde? Due, tre?) e che riesca a finalizzare con buona continuità rispetto ai pochi palloni giocabili che gli arrivano e al dispendio di energie impostogli dal gioco biancorosso. Caparros decide di osare di più e ad inizio ripresa inserisce Susaeta per Iturraspe, facendo ovviamente scalare Gurpe al centro; mossa decisa, ma che non ha il tempo di trovare riscontro sul campo poiché dopo pochi minuti il Maiorca è di nuovo avanti. Su cornere dalla destra Amorebieta si perde Nunes, bravo a girare di destro sul secondo palo, e così per la seconda volta in poco più di 45 minuti l'Athletic prende gol su palla inattiva, cosa davvero insolita per una squadra che fa di queste situazioni uno dei suoi punti di forza. Nemmeno il tempo di battere che gli isolani scappano definitivamente: Aduriz combina nello stretto con Julio Alvarez, riceve il passaggio di ritorno sul vertice sinistro dell'area e con un bellissimo destro a giro sotto l'incrocio batte l'incolpevole Iraizoz. Aritz, cuore zurigorri, non esulta. Vedere il replay del suo gol e confrontarlo con la pochezza del partner attuale di Llorente è una pugnalata e dovrebbe far riflettere chi lo ha venduto per un tozzo di pane...complimenti invece al Maiorca, che in lui ha creduto, cui auguro di qualificarsi in Champion's soprattutto perché Aduriz è sempre nel mio cuore di tifoso. Il resto del match scorre senza troppe emozioni, con i Leoni che cercano con poca convinzione di ridurre lo svantaggio (la stanchezza, fisica e mentale, è evidente in molti elementi bilbaini) e la squadra di Manzano che controlla e sfiora anche il gol con lo scatenato Castro, la cui staffilata mancina al 71' coglie il palo esterno.
Al fischio finale si conosce dunque il nome di chi continuerà a sognare nell'Europa, ma purtroppo per noi si tratta del Maiorca, che si è comunque meritato la vittoria alla Cattedrale. L'Athletic può ancora sperare, tuttavia il calendario (c'è da giocare al Bernabeu...) e lo stato di forma di chi precede i Leoni in classifica non autorizza all'ottimismo. Forse è giusto così: una squadra che riesce a fallire tutte le partite clou della stagione probabilmente non merita il palcoscenico continentale.

PS Vincendo ieri contro il Lugo grazie ai gol di Mentxaka e Guille, due promesse di cui a breve parlerò in un post approfondito sul vivaio di Lezama, il Bilbao Athletic si è matematicamente assicurato la permanenza in Segunda B. Aupa!