giovedì 25 dicembre 2008

Zorionak!

Scusandomi per non aver scritto nulla della vittoria col Betis (altra partita che non ho visto, comincia a diventare preoccupante questa media partite non seguite-successi ottenuti...), rivolgo a tutti i lettori del blog i miei più sinceri auguri di buon Natale e di felice anno nuovo. Ci rivediamo da queste parti nel 2009, fate cagnara mi raccomando!
Zorionak eta urte berri on!

venerdì 19 dicembre 2008

Una dirigenza sempre più vergognosa.



Osservate attentamente questa immagine. Notate qualcosa di strano? Per i non-patiti di Athletic e per coloro a cui non piace il gioco "Trova le differenze", rispondo io: la maglia del ragazzino a sinistra, quella nera che è stata la divisa da trasferta dei Leoni negli ultimi tre anni, presenta sul fianco destro l'innominabile scritta pubblicitaria che mi ripugna anche solo far apparire qui sul blog. Un'operazione che, tuttavia, sono costretto a compiere per rendere pubblico il mio disprezzo in continua ascesa verso Macua e la sua dirigenza, che proprio ieri ha incassato il "sì" dell'assemblea dei compromissari per il presupposto economico della prossima stagione (e va detto che il club di Bilbao resta sempre un caso più unico che raro nel panorama mondiale: in tempi di crisi, si vota compatti anteponendo l'interesse generale alle antipatie personali). Il disprezzo di cui sopra si sviluppa dalla considerazione che quella maledetta scritta non è mai apparsa sulla camiseta nera, la quale intendeva omaggiare il mitico Iribar, visto che tale maglia è stata sostituita in questa stagione dal completo blu da trasferta. La mia domanda è una sola: perché manomettere la realtà e infangare anche una divisa apprezzata e amatissima dai tifosi (io stesso ce l'ho)? Risposta semplice e scontata: questa dirigenza è di gran lunga la peggiore della storia biancorossa ed è composta da gente che al posto del cuore ha un portafoglio. Vergognatevi, cari signori. A voi va tutto il nostro disgusto e anche un monito: la gente passa, l'Athletic resta. Ricordatevelo, e ricordatevi anche che il vostro tempo alla guida del club si avvia giorno dopo giorno ad una fine ingloriosa.
PUBLIZITATERIK EZ!
MACUA DIMISION!
PETRONOR KANPORA!

mercoledì 17 dicembre 2008

15a giornata: Athletic 3-0 Sporting.

Purtroppo domenica non ho potuto vedere la partita, dunque ho pensato di sostituire il solito commento con un'ampia sintesi video del match. Devo dire che la netta vittoria contro la squadra di Gijon, la terza consecutiva in casa, è stata davvero un ottimo risultato, anche in virtù delle brusche frenate di quasi tutte le rivali dell'Athletic nelle zone di bassa classfica; unica nota stonata lo spaventoso infortunio occorso a Gurpegi, travolto da un'uscita del portiere Cuellar e rimasto semisvenuto per alcuni terribili istanti...per fortuna Carlos ha riportato solo la frattura del setto nasale e fra un mese potrà tornare in campo (peggio è andata al numero 1 dello Sporting, ricaduto malamente, che ne avrà per diversi mesi). Da notare che Gurpe non è nuovo a incidenti del genere: tre anni fa fu un'uscita kamikaze di Lafuente, al tempo titolare dei Leoni, a metterlo ko dopo un impatto davvero terrificante. Aupa Carlos, ti aspettiamo presto!

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Javi Martínez, Yeste (86' Gurpegui; 92' Iturraspe), David López; Ion Vélez, Llorente (89' Del Olmo).
Real Sporting de Gijón: Cuéllar; Sastre, Gerard, Iván Hernández, Canella; Matabuena (46' Michel), Lora; Luis Morán (61' Maldonado), Carmelo (46' Bilic), Pedro; David Barral.
Reti: 5' Llorente (rig.), 23' Iraola, 31' David López.
Arbitro: Pérez Burrull (Colegio cántabro).




martedì 9 dicembre 2008

14a giornata: Racing 1-1 Athletic.


La punizione deviata di Yeste supera Toño per l'1-0 basco (foto As).

Racing Santander: Toño; Pinillos (70' Gonçalves), Garay, Marcano, Sepsi (55' Juanjo); Munitis, Colsa, Lacen (77' Luccin), Serrano; Pereira, Tchité.
Athletic Club Bilbao: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; David López (93' Xabi Etxebarria), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (64' Gurpegui); Vélez (74' Garmendia), Llorente.
Reti:
49' Yeste, 83' Colsa.
Arbitro: Rafael Ramírez Domínguez (Comité andaluz).
Note: espulso al 76' Orbaiz (A) per doppia ammonizione.

Come valutare il pareggio del Sardinero? Due punti persi più che uno guadagnato, senza dubbio, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno questo "Derby del Norte" ha mostrato un Athletic sicuro in difesa, preciso nel mantenere le distanze tra i reparti e capace di occupare in modo logico gli spazi, anche nell'ultimo quarto d'ora di inferiorità numerica. Di certo è bene calare un velo pietoso sul gioco espresso dai Leoni, però la partita di ieri è stata una di quelle gare che un commentatore classico definirebbe "giocata prevalentemente a centrocampo", e va detto che i biancorossi l'hanno interpretata meglio degli avversari; il fatto che Llorente non abbia ricevuto un pallone decente in 90' è più frutto dell'impostazione tattica generale del match che degli arcinoti difetti bilbaini, pur ancora presenti e ben lontani dall'essere stati risolti.
E' la partita che segue la settimana di polemiche sulla presunta combine di Athletic-Levante e Caparros l'affronta con una formazione da battaglia: finalmente l'utrerano esaudisce le preghiere di molti tifosi e manda in campo Koikili al posto di Balenziaga, piazzando il rientrante Orbaiz in mediana (Yeste va pertanto a sinistra) e affiancando a Llorente Ion Veléz, più robusto e lottatore del peso piuma Garmendia; nota stonata l'assenza di Susaeta, tra i migliori domenica scorsa col Numancia, che lascia il posto a David Lopez. Da parte sua Muñiz propone il 4-4-2 delle ultime uscire del Racing, una delle squadre più in salute della Liga, con Munitis finto esterno destro e la coppia Pereira-Tchité in avanti. Il primo tempo, lo dico subito a scanso di equivoci, offre uno "spettacolo" da vietare ai minori, vista la forte componente di oscenità che caratterizza le prestazioni dei ventidue in campo; in pratica, in 45 minuti non si registra uno straccio di azione da gol, a meno che le conclusioni di Pereira e Llorente finite fuori non debbano essere considerate chiare occasioni da rete. Nel contesto di una partita inguardabile, bisogna almeno sottolineare la prestazione attenta del reparto difensivo bilbaino, nel quale Koikili mostra più applicazione e disciplina in entrambe le fasi dell'acerbo Balenziaga, e la capacità dei biancorossi di giocare corti e non lasciare varchi ai cantabrici; lodevole, poi, il lavoro in copertura di Javi Martinez, che segue Munitis quasi a uomo quando l'ex madridista si sgancia e si accentra verso l'area, così come va sottolineata la prova concreta e senza sbavature di Ocio e Amorebieta. Non sono tutte rose e fiori, però, e anche se il ritmo bassissimo del match dovrebbe dare più opzioni al regista Orbaiz, la manovra dell'Athletic perde di intensità ogni volta che giunge nella trequarti cantabrica: David Lopez è statico, Yeste fatica a incidere dalla sua posizione di ala e Veléz sa come battersi, ma col pallone tra i piedi è francamente nullo; Llorente resta così abbandonato nella morsa Garay-Marcano, bravi a raddoppiarlo sui palloni alti togliendo ai Leoni la loro fonte primaria di gioco, cosicché Nando è costretto a farsi servire troppo lontano dall'area per incidere, anche se un paio di sue progressioni palla al piede spaventano i padroni di casa (su una di queste il numero 9 entra in area e cade sul contrasto di Garay, ma pare accentuare un contatto davvero minimo). Il Racing fa anche meno degli ospiti e va da sé che per sbloccare una partitaccia del genere serva più che altro un evento casuale; tale evento si materializza in avvio di ripresa sotto forma di un calcio di punizione di Yeste, che viene deviato nettamente dal tocco in barriera di Sepsi e finisce per infilarsi in rete dopo aver preso in controtempo Toño. Il gol basco modifica lo scialbo copione recitato fin lì dai protagonisti, visto che i cantabrici devono adesso attaccare e l'Athletic può impostare il tipo di partita che preferisce, ovvero squadra chiusa e contropiede; sul campo, però, le cose non vanno così, perché il Racing si allunga terribilmente nel suo tentativo di forcing e i Leoni, rimanendo invece compatti, spezzano in due tronconi la squadra avversaria e diventano di fatto i dominatori del Sardinero. Muñiz inserisce Juanjo per Sepsi e passa ad un 3-4-3 ultraoffensivo, ma in tal modo la coperta diventa ancor più corta e i biancorossi hanno ampia licenza di raddoppiare sulle fasce e di creare azioni pericolose dalle parti di Toño. Non c'è da stupirsi, dunque, per la serie di palle-gol che capitano ai bilbaini: al 57' il portiere del Racing salva su un calcio di punizione di David Lopez e al 63' anticipa di un soffio Ion Velez, mentre al 71' Javi Martinez coglie l'esterno della rete con una bella girata di testa da azione d'angolo, dando a tutti l'impressione del gol. Caparros intanto mette dentro Gurpegi per Yeste e Garmendia per Ion Velez, nel tentativo ovvio di dare ossigeno e corsa nella zona nevralgica del campo. Quando la partita sembra ormai incanalata verso la prima vittoria esterna dei Leoni in questa Liga, ecco che Orbaiz combina la frittata rimediando un evitabilissimo secondo giallo al 76' e lasciando i suoi in 10 proprio prima del preventivabile assalto finale racinguista. I padroni di casa iniziano a premere, tuttavia non paiono in grado di impensierire una retroguardia finalmente all'altezza della situazione; in assenza di un errore clamoroso dell'Amorebieta o Balenziaga di turno, ci pensa dunque Iraizoz a regalare il pareggio ai cantabrici facendosi uccellare da un cross di Colsa che lo coglie troppo fuori dai pali. Gli ultimi minuti sono di grande sofferenza, il Racing ci crede e spinge con forza ma sono biancorosse le palle del possibile sorpasso, entrambe in pieno recupero: al 91' un superbo Iraola fa tutto da solo, avanza dalla mediana palla al piede, scarta due avversari e conclude nell'angolo trovando però un grandissimo Toño, mentre all'ultimo secondo è pazzesco l'errore di Amorebieta, pescato solo a centro area (in posizione più che sospetta di fuorigioco) da un calcio piazzato di Iraola e capace prima di concludere sul portiere, quindi di spedire fuori di testa la smanacciata di Toño. Un finale pazzesco, nel quale succedono più cose che in 90 minuti interi, chiude dunque una partita nella quale l'Athletic perde due punti che sembravano ormai in cascina. L'atteggiamento, però, sembra essere tornato quello giusto: concentrazione, compattezza e aggressività ci hanno regalato la salvezza l'anno scorso e devono essere le basi su cui costruire anche questa stagione. Le polemiche settimanali, poi, non sembrano avere lasciato grossi strascichi sul morale dei bilbaini e questo è senza dubbio un merito di quel gran motivatore che è Caparros.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: è stato davvero un piacere ritrovare il Koikili che ricordavamo, arcigno, difficile da superare e capace di spingere con intelligenza e buon profitto; Balenziaga è sicuramente un buon prospetto, ma il piccolo grande Koi deve essere titolare in questa stagione. Iraola è sempre eccezionale, salva due volte la porta biancorossa anticipando Pereira e per poco non regala ai Leoni un eurogol in chiusura che sarebbe stato da svenimento. Splendida l'interpretazione di entrambe le fasi da parte di Javi Martinez, cui Caparros chiede di sacrificarsi ricevendo una risposta davvero positiva; infine, la coppia Ocio-Amorebieta torna su livelli più che discreti e, nel caso di Nando, occorre proprio dire che non ne vedevamo l'ora.
Copertina in negativo per Iraizoz, solitamente affidabilissimo ma a cui si deve il "merito" del pareggio del Racing: capita, l'importante è riprendersi in fretta e Gorka non sembra il tipo che si abbatte. Non pervenuto, gol fortunoso a parte, lo Yeste versione ala sinistra, mentre sull'altra fascia David Lopez continua a suscitare dubbi amletici circa il suo impiego costante. Llorente e Ion Velez sono poco serviti e non riescono ad incidere, Orbaiz macchia una prova sufficiente con un'espulsione idiota che compromette il finale di gara.

sabato 6 dicembre 2008

Il caso Athletic-Levante.

Rientrato da poco, sono subito stato accolto dalla notizia della telefonata, uscita pochi giornigiorni fa sui media spagnoli, che getta dei dubbi di combine sulla partita Athletic-Levante 2-0 del giugno 2007.
L’Athletic resta in silenzio, i calciatori non parlano e, com’è giusto che sia, tutto l’ambiente biancorosso si trincera dietro un mutismo quanto mai opportuno davanti a vicende del genere. Le intercettazioni, però, restano e il loro contenuto a portata di lettura per chiunque credo che abbia generato dei dubbi legittimi sia nei tifosi dei Leoni che in tutti gli appassionati di calcio spagnolo, in particolare negli “hinchas” di Real Sociedad e Celta, le squadre teoricamente penalizzate dalle presunte combine nelle partite Malaga-Tenerife e Athletic-Levante.
In soldoni: di cosa parlano Iñaki Descarga, capitano del Levante, e il suo presidente Julio Romero? Semplice, i due conversano amabilmente (almeno a giudicare dalle risate che si fanno durante la telefonata) dell’ultima giornata della Liga di due stagioni fa. Qui occorre un piccolo riassunto, sia per quanto riguarda le vicende dell’Athletic che per dare un quadro generale di quel finale di stagione. L’annata 2006/07 sarà ricordata come una delle peggiori in assoluto nella storia del club biancorosso, salvatosi solo negli ultimi 90 minuti dopo un cammino in campionato davvero terribile; già in estate si erano avute le prime avvisaglie del dramma incombente, con l’esonero assurdo di Clemente, autore della travagliatissima salvezza l’anno prima, e con l’arrivo in panchina dello sconosciuto Felix Sarriugarte, tecnico della squadra B. L’inizio penoso della squadra porta alle dimissioni di Lamikiz (sostituito dalla prima presidentessa della storia, Ana Urkijo) e all’inevitabile esonero di Sarriu, al cui posto viene chiamato in tutta fretta l’ex allenatore dell’Alaves dei miracoli, Mané. Dopo un inizio discreto, l’allenatore baffuto sembra perdere la bussola, i risultati svaniscono come neve al sole e la società si trova anche coinvolta in una grossa polemica a causa di una frase detta dall’arbitro Mejuto Gonzalez ad Etxeberria prima di Athletic-Valencia 1-0: “Seguro que os salvais”, vi salvate di certo, sono le parole del fischietto spagnolo al Gallo, seguite da una vagonata di proteste a causa dei presunti favoritismi della federazione capeggiata da Villar, ex giocatore biancorosso negli anni ’70, alla squadra di Bilbao. Il pessimo rendimento dei baschi si protrae fino all’ultimo atto di quella Liga, alla cui vigilia i Leoni sono invischiati in una situazione da thriller: quart’ultimi a pari punti (37) col Betis, precedono di una sola lunghezza il Celta e di tre la Real Sociedad, mentre il Nastic Tarragona è già retrocesso. Il calendario dell’ultima giornata vede l’Athletic impegnato in casa con il Levante, il Betis fare visita al Racing Santander, il Celta ricevere il Getafe e la Real in trasferta proibitiva a Valencia; ai biancorossi, così come al Betis, serve la vittoria per essere sicuri della permanenza in Primera, mentre galiziani e donostiarri devono vincere e sperare nei risultati negativi delle altre rivali dirette. Al 45' di quella terribile ultima giornata Athletic e Levante pareggiano 0-0. A Vigo il Celta, andato sotto col Getafe, chiude sull'1-1 il primo tempo, il Betis a Santander pareggia 0-0 e la Real Sociedad, andata in vantaggio a Valencia, dopo la rimonta dei padroni di casa riesce ad acciuffare il 2-2 con Diaz de Cerio. All'intervallo, dunque, tutte le candidate alla retrocessione pareggiano, la situazione è immutata e l'Athletic sarebbe salvo. I biancorossi devono in ogni caso cercare il gol e lo trovano con un’autorete di Serrano (c’era comunque Urzaiz alle sue spalle, pronto a mettere dentro a porta vuota) e vanno poi a raddoppiare con Gabilondo al 76’; l'ultimo quarto d'ora è una lunga passerella verso il fischio finale, mentre sugli altri campi si accende una furiosa lotta a distanza tra Celta e Betis per evitare l'ultimo posto in Segunda (la Real Sociedad è fuori dai giochi dopo il 3-2 del Valencia). Segna Lequi a Vigo e i galiziani sono salvi, ma a dieci minuti dal termine Edu trova l'1-0 betico che significa salvezza per i sivigliani. Al 90' le quattro partite chiave per la zona retrocessione recitano: Athletic-Levante 2-0, Racing-Betis 0-2, Celta-Getafe 2-1, Valencia-Real Sociedad 3-3. Celta e Real fanno dunque compagnia al Nastic in Segunda, menre il Betis e l’Athletic si salvano.Questo per dare le coordinate sul pazzesco finale di temporada 2006/07. Nella telefonata incriminata, Descarga e Romero parlano di aver fatto un favore a Villar, di aver messo un fantomatico premio in cassaforte e di essersi assicurati amici per il futuro, quindi si soffermano a criticare l’operato di alcuni “cretini” (eufemismo) quali Molina e Rubiales, due che si impegnarono sul serio durante quell’Athletic-Levante. Detto ciò, bisogna sottolineare diverse cose:

a) nella telefonata non c’è nulla di penalmente rilevante, non c’è uno straccio di prova e soprattutto non ci sono tesserati dell’Athletic che parlano (altro che Calciopoli, come qualche solerte giornaletto italiota non ha perso tempo a scrivere, della serie “Moggi ce l’hanno tutti”);
b) nella telefonata si parla anche di un’altra partita, Racing-Betis, a proposito della quale Descarga dice più o meno che i padroni di casa non hanno mai tirato, mentre il Levante qualcosina ha fatto. Bisognerebbe poi notare che il Celta era salvo fino al gol del betico Edu…
c) diversi giocatori del Levante (Molina, Rubiales, Ettien) si sono prontamente discolpati e hanno affermato di aver giocato quella partita come tutte le altre. Le ipotesi sono tre: mentono sapendo di mentire; la combine riguardava solo alcuni giocatori levantini; non c’è stata combine;
d) le osservazioni sul gioco del Levante quel giorno (difesa alta e fuorigioco sistematico) lasciano il tempo che trovano. Abel Resino, all’epoca tecnico dei valenciani, è una sorta di Zeman spagnolo e i rossoblù giocarono sempre con quel sistema difensivo, proponendolo addirittura in trasferta al Camp Nou;
e) non se ne può più delle polemiche su Villar e sul peso politico dell’Athletic. La situazione della Federazione spagnola mi sembra più trasparente di tante altre (ad esempio, quella italiana), anche perché è ovvio che tutti tifano per qualche squadra, e mi sembra apprezzabile non negare la propria appartenenza calcistica nonostante il ruolo; la presidenza Villar, tra l'altro, non ha portato nessun titolo all'Athletic, che pure nel '98 arrivò secondo e per due volte dopo il 2000 è arrivato alle semifinali di Coppa, perdendole in entrambe le occasioni...con qualche aiutino credo che i risultati avrebbero potuto essere molto diversi. Negli ultimi anni, poi, i torti arbitrali a sfavore dei baschi sono stati talmente tanti da perderne il conto, senza dimenticare il caso Gurpegi...parlare di forte peso politico dei biancorossi quando sono stati proprio loro ad avere l’unico giocatore squalificato seriamente per doping (2 anni contro i 4 mesi di Guardiola, per esempio) mi sembra francamente eccessivo.

Ciò detto, restano gli interrogativi più inquietanti: perché la telefonata è uscita solo adesso? Chi ce l’aveva, come l’aveva ottenuta e per quale motivo l’ha tenuta ferma due anni? C’entra qualcosa il discorso di Villar sullo stato di salute della RFEF di poco precedente l’uscita delle registrazioni? Cosa c’entra questa partita con l’altro incontro incriminato, Malaga-Tenerife dell’anno scorso? C’è una relazione tra l’articolo di Epoca sui calciatori dell’Athletic vicini ad ETA e questa vicenda? Esiste forse una trama tesa a denigrare il club basco, magari per farlo retrocedere d’ufficio e poterlo trasformare in una Sociedad Anonima Deportiva? E, infine, è forse in atto un tentativo di sviare l’opinione pubblica dal ben più scottante caso dell’Operacion Puerto?
I prossimi giorni daranno una prima risposta, nell’attesa non fasciamoci la testa e serriamo le fila, nel caso in cui si trattasse dell’ennesimo attacco alla nostra squadra.