martedì 28 aprile 2009

33a giornata: Athletic 2-1 Racing.


Esulta ancora una volta Llorente: l'Athletic ritorna a volare con i gol del suo bomber (foto Eitb24).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola (87' Etxeberria), Etxeita (78' Murillo), Amorebieta, Koikili; Susaeta, Orbaiz, Yeste, David López (72' Bóveda); Toquero, Llorente.
Real Racing Club: Coltorti; Pinillos, Garay, Marcano, Sepsi (81' Toni Moral); Munitis, Moratón (46' Colsa), Lacen, Serrano (46' Jonathan Pereira); Tchité, Zigic.
Reti: 21' Llorente, 42' David López (rig.), 55' Pinillos (rig.).
Arbitro: González Vázquez (Colegio Gallego).
Note: espulsi Yeste (A) al 55', Marcano (R) al 63', Pinillos (R) all'82', Jonathan Pereira (R) al 95' per doppia ammonizione e Orbaiz (A) al 94' per gioco violento.

Stranissimo derby del Norte quello visto ieri al San Mamés; tre partite in una, così l'ha definita in modo assai azzeccato Marca, e devo dire che per una volta concordo in tutto e per tutto con il noto giornale iberico. Se nel primo tempo si è infatti assistito ad un monologo in piena regola dell'Athletic, confortato dai gol al contrario di quanto successo una settimana fa col Depor, nella ripresa c'è stata inizialmente una breve sfuriata di puro orgoglio degli ospiti, al termine della quale è cominciato lo show personale dell'arbitro Gonzalez Vazquez. 17 cartellini gialli, 5 rossi (più un'altra espulsione ad un massaggiatore del Racing) e una gestione di gara del tutto sconclusionata hanno trasformato l'ultima mezz'ora in una specie di teatro dell'assurdo, con giocatori ammoniti al minimo fallo ed un nervosismo crescente che ha impedito alle due squadre di giocare a calcio. Ai Leoni sta bene così, giacché Recreativo e Sporting Gijon hanno perso e il vantaggio sulla zona retrocessione è dunque salito a sette lunghezze; resta tuttavia il fatto che i bilbaini non riescono mai a condurre in porto un risultato in modo tranquillo, senza complicarsi la vita e senza rischiare fino all'ultimo secondo.
E dire che i biancorossi partono più che bene: cortissimi, mantengono alla perfezione le distanze tra i reparti, pressano alto come nelle giornate migliori e riescono anche a proporre un gioco non banale, sfruttando le accelerazioni sulla destra di un Susaeta ispirato e la grande giornata di Fernando Llorente, immarcabile sia per Marcano che per il tanto reclamizzato Garay, futuro madridista. Il doble pivote obbligato Yeste-Orbaiz (Javi Martinez è squalificato e Gurpegi è infortunato), libero dalla pressione dei centrocampisti avversari che devono dare una mano alla difesa, può esprimere tutta la sua capacità creativa e nei primi 45' l'Athletic mette alla frusta la squadra di Muñiz. Llorente avvisa tutti cogliendo la traversa al 9', aggiusta la mira al 15' (cabezazo parato da Coltorti) e infine centra il bersaglio al 21' grazie ad uno splendido colpo di testa in torsione su cross di Koikili, propiziato anche da una marcatura a dir poco distratta di Marcano. Il vantaggio è legittimo ma non accontenta i baschi, subito vicini al raddoppio in due occasioni con Nando: la prima volta il numero 9 ciabatta fuori col sinistro un assist di Susaeta, la seconda spedisce clamorosamente alto un cabezazo a porta vuota dopo una parata di Coltorti sull'elettrico Markel. In chiusura di tempo ancora Llorente, davvero devastante, fa in tempo a guadagnarsi un calcio di rigore per un fallo tanto ingenuo quanto netto di Lacen, che va ad agganciare il riojano nonostante questi si trovasse in posizione molto defilata; dal dischetto David Lopez non sbaglia e sigla un 2-0 meritato per quanto visto nella prima frazione. Al rientro della squadre dopo l'intervallo c'è una grossa novità: il Racing manda in campo dei giocatori veri al posto degli undici simil-amatori con cui aveva iniziato la partita e inizia a pressare seriamente sui portatori di palla avversari, provocando subito grossi danni a causa dell'estrema fragilità del centrocampo biancorosso. La traversa colta da Lacen al 53' è il classico squillo che precede il gol, che infatti giunge puntualmente dopo un giro d'orologio. Lo segna Pinillos, al primo centro liguero in carriera, trasformando un calcio di rigore decretato da Gonzalez Vazquez per uno sgambetto di Yeste su Jonathan Pereira: giusto il penalty, meno corretta la decisione di estrarre il secondo giallo nei confronti di Fran, ma non sarà l'ultimo cartellino che il direttore di gara tirerà fuori, anzi... Inizia qui, infatti, la terza partita nella partita, quella del fischietto galiziano, destinata ad eclissare il football ed a sovrapporsi alla gara vera e propria. Lo show di Gonzalez Vazquez prende l'avvio dall'espulsione di Yeste e prosegue con quella di Marcano per doppia ammonizione (la seconda pressoché inesistente), che ha l'effetto di stroncare sul nascere l'arrembaggio dei cantabrici e di permettere all'Athletic di difendersi con ordine lontano dalla propria area. Le occasioni da gol spariscono, il gioco diventa un susseguirsi di lanci lunghi e pallonate senza costrutto e i veri protagonisti diventano pertanto il nervosismo e i cartellini gialli, dispensati a pieni mani dall'arbitro ad ogni minimo contatto, come se il direttore di gara seguisse il regolamento del calcio a 5 e non di quello a 11. Pereira, Pinillos, David Lopez e il neo entrato Murillo cadono sotto i colpi della giacchetta nera gallega, che attende al varco uno degli ammoniti e all'82' riesce ad espellerne un altro, Pinillos. Finita? Macché: Toquero e Zigic vengono ammoniti per reciproche scorrettezze, quindi, in un crescendo rossiniano, Gonzalez Vazquez (ormai totalmente fuori controllo) butta fuori anche Orbaiz, stavolta con un rosso diretto, e Jonathan Pereira. Un vero e proprio delirio, in mezzo al quale si segnala solo l'esordio del canterano Eneko Boveda, terzino destro ventunenne che ha ben figurato quest'anno nel Bilbao Athletic.
Aldilà delle esagerazioni arbitrali, restano i tre punti fondamentali messi in cascina dai biancorossi, che vedono la salvezza a un passo e potrebbero conquistarla matematicamente già domenica, visto che faranno visita allo Sporting terzultimo. Non sarà facile e gli asturiani giocheranno consapevoli di non poter perdere, tuttavia la vittoria sarebbe fondamentale per potersi poi concentrare sulla finale di Copa del Rey. Ai Leoni mancheranno Yeste, Orbaiz e Gurpegi, dunque sarà curioso vedere a chi ricorrerà Caparros per ovviare a questa emergenza. La cosa importante è che il periodo nero sembra finito, anche se i miei dubbi sul tecnico e sulla reale consistenza di questa squadra non sono affatto scomparsi.

giovedì 23 aprile 2009

32a giornata: Numancia 1-2 Athletic.


Llorente festeggiato dai compagni dopo il gol dell'1-2 (foto Marca).

Numancia: Juan Pablo; Juanra, Sergio Ortega, Boris, Cisma (53' Quero); Dimas (53' Brit), Nagore; Del Pino (78' Lago Junior), Barkero, Bellvis; Goiria.
Athletic:
Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; David López (26' Gurpegui; 61' Etxeita), Javi Martínez, Yeste, Susaeta; Toquero (79' Ion Vélez), Llorente.
Reti:
10' Cisma, 30' Toquero, 47' Llorente.
Arbitro:
Fernández Borbalán (Colegio Andaluz).
Note:
espulsi Aitor Ocio (A) al 20' e Boris (N) al 69', entrambi per doppia ammonizione.

Missione compiuta, ma che fatica. Nonostante la notevole differenza di valori in campo, infatti, l'Athletic ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione di un Numancia solo generoso e tuttavia capace di mettere in difficoltà i Leoni soprattutto nel primo tempo. Diciamolo chiaramente: dopo l'1-0 di Cisma e l'espulsione di Ocio, lo spettro della Segunda ha iniziato ad aggirarsi per Bilbao, anche perché la squadra ha attraversato una fase di smarrimento totale nella quale ha rischiato di incassare il colpo del ko; madama Fortuna ci ha messo lo zampino, sotto forma di una traversa e di un gol casuale di Toquero, e una volta ritrovata la convinzione l'ostacolo dell'inferiorità numerica non è bastato a impedirela rimonta basca.
Jokin deve fare a meno di Orbaiz e decide di sostituirlo non con Gurpegi, come sembrava probabile alla vigilia, bensì con Yeste, che cede la fascia sinistra a Susaeta e si accentra in posizione di regista. La mossa dell'utrerano è condivisibile, soprattutto perché la mediana del Numancia non è dotata del dinamismo che Fran ha mostrato di soffrire terribilmente quando giostra da pivote; al contrario, se i ritmi restano bassi è il tasso tecnico del numero 10 che può fare la differenza e Caparros, che lo sa bene, decide di tentare questa strada. Nel Numancia fanalino di coda, distante cinque punti dalla salvezza, militano due vecchie conoscenze dell'Athletic, l'ex cachorro Goiria e Txomin Nagore, che giocò 17 partite nella stagione del secondo posto, nel 1998; accanto a loro c'è Barkero, ex Real Sociedad, che alcuni giornali vorrebbero in trattativa con il club bilbaino per la prossima stagione. I Leoni scendono in campo decisi ad imporre il loro gioco e si trovano davanti un avversario piuttosto arrendevole, nonostante la situazione di classifica lasci ai soriani un solo risultato utile, la vittoria; i biancorossi si installano permanentemente nella trequarti avversaria, pressando alto e attaccando con le solite folate di pura furia, e Llorente va subito vicino al gol, sfiorando soltanto un gran cross di controbalzo di David Lopez dalla destra. I padroni di casa non esistono, eppure appena fanno capolino nell'area altrui passano subito in vantaggio con Cisma, che tenta un'improbabile conclusione dai 25 metri ed è fortunato a trovare la deviazione decisiva di Ocio: Iraizoz non può più arrivarci e i castigliano-leonesi si portano a sorpresa sull'1-0. Il buon Aitor, non contento della frittata appena combinata, decide di completare da par suo il patatrac e si fa cacciare al 20' per doppia ammonizione, rimediando la prima per una baruffa in area del Numancia e prendendosi un secondo giallo, rigoroso ma giusto, per una trattenuta sullo scatto in profondità di Goiria. I rossoblu prendono visibilmente coraggio e aumentano i giri nel motore, schiacciano l'Athletic a ridosso della propria area e metteno alla frusta il povero Yeste, lasciato solo in mezzo al campo dopo che Caparros sposta Javi Martinez in difesa; Dimas ha sul destro il pallone del 2-0 che forse chiuderebbe il match, tuttavia la dea bendata stavolta sorride ai baschi e, complice un tocco lievissimo di Iraizoz, il pallone si stampa sulla traversa. I Leoni ci capiscono pochissimo in questa fase, non riescono a spezzare la manovra soriana, elementare ma ficcante, e non hanno più riferimenti a centrocampo, dunque si limitano a cercare Llorente e Toquero con delle pallonate oscene e ingiocabili. Jokin corre ai ripari, inserisce Gurpegi per David Lopez e lo piazza al fianco di Amorebieta, ridisegnando poi una linea mediana a tre con Susaeta largo a sinistra, Javi Martinez tuttofare e Yeste mezzala sul centro-destra. L'assetto della squadra è ora più razionale, tuttavia serve una combinazione di dabbenaggine altrui e discreta fortuna per giungere al pari di Toquero: i difensori del Numancia sbagliano un disimpegno elementare e regalano il pallone all'ex giocatore del Sestao, bravo ad avanzare e a tentare la sorte con un tiro da fuori che si insacca proprio all'incrocio dei pali. La mia impressione è che Gaizka tiri a casaccio, senza mirare, ma forse ho troppa poca stima delle qualità del vitoriano...sia come sia, gli zurigorri pareggiano nel momento migliore degli avversari e riprendono di slancio fiducia nei propri mezzi, così come i soriani perdono all'improvviso tutte le loro convinzioni. Il tiro dalla distanza di Nagore, respinto con sicurezza da Iraizoz, è l'ultimo segno di vita dei padroni di casa, mentre l'Athletic sfiora due volte il gol in chiusura, prima con Koikili (colpo di testa che lambisce la parte alta della traversa) e quindi con Susaeta, che fa la barba al palo con un destro da dentro l'area.
La ripresa si apre come era finita la prima frazione e dopo 2' i Leoni passano in vantaggio con un gol capolavoro di Llorente: stop a seguire di petto spalle alla porta, dribbling nello stretto che fa fuori un difensore e diagonale destro nell'angolino. Rete da attaccante di razza che conferma la dipendenza della squadra da questo giocatore sempre più straordinario. Ottenuto il vantaggio, i biancorossi non hanno troppe difficoltà nel controllare il match, pur se in inferiorità numerica, tale è il divario tecnico che intercorre tra elementi come Yeste, Javi Martinez, Susaeta, Iraola e lo stesso Llorente e i calciatori del Numancia, squadra che a parer mio faticherebbe ad imporsi anche in Segunda. Il fatto che Barkero sia il loro uomo migliore la dice molto lunga e mi stupirei non poco se l'ex errealista fosse davvero nel mirino di Ibaigane: puntare su un giocatore buono solo a tirare le punizioni e che ha disputato la sua stagione più bella a trent'anni suonati mi parrebbe quasi un insulto verso tutti i bravi canterani che scalpitano nel Bilbao Athletic, nonché un investimento tecnicamente errato (ricordiamoci che nella Real Barkero era chiusa da un certo Gabilondo...). Gli uomini di Caparros rischiano solo in occasione di un paio di piazzati del succitato Barkero, per il resto si difendono in modo ordinato e non soffrono troppo il logico tentativo di rimonta degli avversari. L'unica nota stonata è l'infortunio occorso allo sfortunatissimo Gurpegi, che si rompe di nuovo il naso dando una capocciata fortuita a Brit; Carlos è costretto ad uscire (al suo posto entra Etxeita) e lo fa in mezzo ai vergognosi "Fuera, fuera" del pubblico di Soria, che rovinano una serata altrimenti molto tranquilla (e adesso andate a farli in Segunda questi cori, ndr). L'ultima occasione è per Yeste, che combina benissimo nello stretto con Javi Martinez ma si vede respingere il sinistro da un gran balzo di Juan Pablo.
Vittoria dunque tutto sommato meritata per l'Athletic, che espugna per la prima volta nella sua storia Los Pajaritos e compie un bel balzo in avanti lungo la strada per la salvezza; buona la determinazione dei biancorossi e la capacità di reagire mostrata dopo l'1-0 e l'espulsione di Ocio, sfruttando anche alcuni episodi fortunati che hanno mutato il corso del match. Risultati favorevoli oggi e una vittoria in casa contro il Racing domenica potrebbero chiudere il discorso Liga e far concentrare allenatore e giocatori sulla finale di Copa del Rey del 13 maggio.

I migliori e i peggiori nell'Athletic: esauriti aggettivi superlativi e commenti vari ed eventuali su Llorente, autore dell'ennesimo gol pesante della stagione, i riflettori vanno puntati sulla grande prova di Susaeta. Markel inizia timido, crescendo pian piano col passare dei minuti fino a diventare fondamentale nella ripresa con le sue cavalcate che allungano il Numancia e fanno rifiatare i compagni: classe e polmoni al servizio della squadra, per una prova in linea con le grandi prestazioni dell'anno scorso. Non sono mai stato tenero con Toquero, giocatore che non mi piace e di cui apprezzo unicamente lo spirito di sacrificio, tuttavia è innegabile che il suo gol, il primo nella Liga della sua carriera, sia determinante per indirizzare la partita verso la sponda biancorossa; si batte, è generosissimo e alla fine la rete è un giusto premio per la sue ferrea volontà. Molto bene Yeste, specie quando è il responsabile della gestione del possesso durante l'inferiorità numerica, così come eccellente è l'instancabile Javi Martinez visto al Los Pajaritos. Amorebieta è molto concentrato in difesa, Iraizoz risponde sempre presente quando viene chiamato in causa.
Koikili è un po' bloccato, spinge col contagocce, non aiuta Susaeta e soffre anche troppo le avanzate di Del Pino. Ocio peggiore in campo: non contento di aver rovinato il derby con l'Osasuna, si fa cacciare anche a Soria e per di più dopo appena 20 minuti, rischiando seriamente di compromettere la partita dei suoi. Da un giocatore della sua esperienza certe leggerezze non sono tollerabili.

martedì 21 aprile 2009

31a giornata: Athletic 0-1 Deportivo.


Pablo Alvarez scocca il tiro della vittoria galiziana (foto As).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Etxeita, Ustaritz, Koikili; David López, Orbaiz (89' Etxeberria), Javi Martínez, Yeste (60' Susaeta); Toquero (85' Ion Vélez), Llorente.
Deportivo de La Coruña:
Aranzubia; Laure, Colotto, Zé Castro, Filipe Luis; Juan Rodríguez; Guardado, Antonio Tomás (11' Sergio), Verdú, Pablo Álvarez (86' Cristian); Lassad (72' Bodipo).
Reti:
85' Pablo Álvarez.
Arbitro:
Clos Gómez (Colegio Aragonés).
Note:
espulso Javi Martinez (A) dopo il termine della partita per offese al direttore di gara.

Strano sport, il calcio. Nell'ultima partita giocata in casa, quella con il Maiorca, l'Athletic aveva rimediato tre punti assolutamente immeritati, subendo una vera e propria lezione di calcio dagli uomini di Manzano e riuscendo a vincere grazie ai due soli tiri in porta messi insieme nei 90' di gioco. Il trend si è però invertito dalla domenica successiva, quando il derby in casa dell'Osasuna si è risolto in una sconfitta pesantemente condizionata dagli errori arbitrali (primo gol navarro in fuorigioco ed espulsione più che severa di Aitor Ocio a inizio ripresa), ed è continuato su binari del tutto negativi anche nell'ultima giornata di Liga, che ha visto prevalere il Depor al termine di un match letteralmente dominato dai biancorossi. Legge del contrappasso, certo, ma anche incapacità di far propria una partita che i galiziani non sembravano troppo interessati a vincere (eufemismo), difetto gravissimo per una compagine impegnata a cercare punti utili per staccarsi al più presto dalla zona retrocessione. La realtà parla ancora di un margine di 4 punti sulla terzultima, il Recreativo, ma allo stesso tempo racconta di un Athletic che non gioca una partita decente dalla leggendaria semifinale di Copa del Rey contro il Siviglia; da allora, una sola vittoria e tutte sconfitte, e adesso non c'è neppure la scusa del Tourmalet da tirare in ballo. Inutile nascondersi dietro a un dito: i Leoni hanno riperso il filo del discorso faticosamente annodato al termine del girone di ritorno e sono tornati ad essere quella squadra sconclusionata e senza idee che Caparros non è mai riuscito seriamente a disciplinare. Non si può impostare un intero campionato sulle prestazioni "di pancia", originate cioè dal furore agonistico e dalla spinta del pubblico, perché quando le energie calano e la condizione si fa più approssimativa, come in questo periodo, vengono a galla tutte le lacune tecnico-tattiche che l'utrerano non ha mai risolto. Ammetto che io stesso sono stato trascinato dall'alternarsi di risultati pessimi e grandi prestazioni e ho pertanto faticato ad esprimere un giudizio definitivo sull'operato del mister, passando dalla voglia di non vederlo più sulla panchina basca all'esaltazione per alcune grandi imprese compiute dai suoi, ma ora che siamo giunti praticamente al termine del suo secondo anno come allenatore biancorosso non posso promuovere il suo operato, tutt'altro. Mancanza di una cultura del turnover, atteggiamento ultra-difensivista e immobilismo tattico sono le cose che più rimprovero a Jokin; in particolare, continuo a non comprendere la sua riproposizione ossessiva di un 4-4-2 per il quale non ci sono gli interpreti adatti, specie dal centrocampo in su. Perché ostinarsi a giocare con quel modulo, addirittura proponendo il nostro elemento più tecnico, Yeste, in un ruolo che non gli appartiene? Preso atto che Llorente è l'unica punta che abbiamo (non voglio considerare Velez e Toquero due attaccanti), non sarebbe più logico impostare un 4-2-3-1 con Fran alle spalle di Nando e dua ali pure a mettere dentro cross su cross? Certo, è facile giocare a fare l'allenatore comodamente seduti davanti al pc in camera propria, però certe osservazioni mi paiono legittime e del tutto giustificate, specie giudicando il rendimento recente di una squadra incapace di fare punti con le migliori e ora in difficoltà anche contro formazioni che le sono visibilmente inferiori. Non scordiamoci che nell'Athletic militano due elementi della nazionale maggiore (Iraola e Llorente, per tacere di Amorebieta che è stato convocato ma non ha esordito), due nazionali under 21 (Susaeta e Javi Martinez, peraltro capitano delle giovani Furie rosse) e diversi ex nazionali (Orbaiz, Etxebe e pure Yeste, che mancò l'esordio a causa di un infortunio), cosa che molte squadre che ci precedono si sognano; eppure siamo laggiù, a pochi passi dal baratro, dunque il condottiero del vascello dovrà pur avere qualche responsabilità per questa traversata arenatasi nelle secche della bassa classifica.
Non ho visto la partita di sabato, o meglio ho visto solo parte del primo tempo, dunque non sono in grado di riportare dettagliatamente quanto avvenuto sul terreno del San Mamés, ma a leggere le cronache dei giornali spagnoli si capisce benissimo che l'Athletic non è riuscito ad affondare il colpo nonostante un chiaro dominio territoriale, fattosi quasi imbarazzante nella ripresa. Non è una scusante questa, anzi, perché una squadra appena decente sa far fruttare la sua superiorità, mentre i Leoni hanno palesato una volta di più i loro limiti nella conduzione della manovra offensiva e, cosa ancor più grave, nella finalizzazione. D'altra parte, tutte le squadre della Liga hanno capito che basta fermare Llorente per disinnescare automaticamente la formazione basca e non è raro che preferiscano raddoppiare il numero 9 lasciando solo il Toquero o il Velez di turno, consapevoli che questi due fenomeni non segnerebbero nemmeno a porta vuota (a questo punto sarebbe meglio mettere Etxeberria, bollito quanto si vuole ma dotato almeno di due piedi consoni alla serie in cui gioca). Detto fatto, il povero Nando è stato controllato benissimo e non ha avuto grosse occasioni, mentre Toquero non ha tradito le attese e ha sprecato almeno un paio di palle-gol ghiottissime, anche se va sottolineata la buona prestazione dell'ex Aranzubia. Il golletto di Pablo Alvarez (con tocco decisivo di Koikili) a 5' dalla fine è la giusta punizione per una squadra spuntata e incapace di accelerazioni e cambi di ritmo, nonché per un tecnico che fa dell'immobilismo il suo stile di conduzione tecnica. Nessuno chiede la luna, ma quando si deve vincere sarebbe il minimo aspettarsi di vedere cambi un po' più audaci di Susaeta per Yeste o Etxebe per Toquero...un tentativo di tre punte, una variazione di schema, un inserimento di giocatori più di spinta (Balenziaga per Koi, ad esempio) non mi sembrano concetti rivoluzionari, specie quando i tre punti in palio servirebbero come il pane e l'atteggiamento dell'avversario non è quello di chi lotta con il coltello tra i denti. Ma tant'è, anche questa partita è archiviata e davanti a noi c'è il Numancia, che ci attende questa sera nella sua tana del Pajaritos e da cui dobbiamo aspettarci una condotta più bellicosa rispetto a quella del Depor, visto che i soriani si giocano le ultime possibilità di permanenza nella Liga. Il divario tecnico tra le due squadre è notevolmente sbilanciato a favore dei baschi, tuttavia le partite vanno giocate sul terreno verde, non sulla carta. Intanto la Federazione ha accolto il ricorso biancorosso contro la squalifica a Javi Martinez, espulso al termine della partita per aver rivolto alcune parole di troppo al direttore di gara, dunque il giovane navarro stasera potrà giocare accanto a Gurpegi, giacché Orbaiz è squalificato per somma di ammonizioni. Inutile dire che pareggiare o perdere spalancherebbe scenari devastanti sul finale di campionato bilbaino...speriamo che i giocatori e, soprattutto, Caparros ne siano consci e si adoperino al meglio per ottenere tre punti che sarebbero fondamentali anche per poter preparare con più calma la finale di Coppa col Barcellona.

martedì 7 aprile 2009

29a giornata: Athletic 2-1 Mallorca.


Yeste, autore del primo gol biancorosso (foto As).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta, Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (77' Del Olmo); Ion Vélez (70' David López), Llorente (59' Toquero).
Real Mallorca:
Aouate (81' Lux); Scaloni, David Navarro, Nunes, Ayoze; Varela (67' Gonzalo Castro), Martí, Santana, Arango (74' Trejo); Jurado; Aduriz.
Reti:
4' Yeste (rig.), 72' Jurado, 84' Javi Martínez.
Arbitro:
Mejuto González (Colegio Asturiano).

Sono molti i santi che l'Athletic deve ringraziare per l'importantissima vittoria con il Mallorca, risultato che ha permesso di incamerare tre punti fondamentali in chiave salvezza: San Fran e San Javi, i due marcatori; San Mejuto, che ha visto un fallo da rigore netto eppure molto difficile da individuare; San Mamés, che sempre veglia sui Leoni; ma soprattutto San Aritz Aduriz che, da vero cuore biancorosso, ha sbagliato almeno tre gol fatti, permettendo così ai suoi ex compagni di ottenere un 2-1 a dir poco immeritato proprio sul filo di lana. Il successo degli uomini di Caparros non deve però cancellare le numerose ombre che hanno offuscato la loro prestazione: gioco ai minimi termini, atteggiamento remissivo, grosse difficoltà in difesa e una condizione fisica non proprio ottimale hanno posto le basi per quella che molti giornali spagnoli hanno definito "una delle peggiori partite dell'Athletic in questa stagione". Insomma, teniamoci stretti i punti, ma non dimentichiamo che servirà ben altro per affrontare nel modo migliore un finale di stagione che si preannuncia infuocato.
I Leoni tornano alla Catedral dopo la bruciante sconfitta con il Real Madrid e lo fanno praticamente in formazione tipo: Velez rientra tra i titolari dopo tre partite, Llorente è al suo posto nonostante la febbre e dunque manca soltanto il convalescente David Lopez, che si siede in panchina e lascia spazio a Susaeta sulla destra; tra le riserve non c'è Gabilondo, per il quale la stagione è già finita dopo il grave infortunio al ginocchio rimediato durante l'amichevole con il Bordeaux. Il Maiorca di Manzano, reduce da sette risultati utili consecutivi, non cambia il suo schema portafortuna e si presenta perciò con Jurado dietro Aduriz, senza dubbio il giocatore più atteso dall'alto della sua lunga storia d'amore con il club bilbaino; il guipozcano, infatti, è calcisticamente nato e cresciuto nella società basca, che lo ha svezzato e lo ha poi proposto ai massimi livelli del calcio spagnolo prima di cederlo incomprensibilmente nello scorso mercato estivo. L'inizio del match non potrebbe essere più favorevole all'Athletic, che passa in vantaggio al primo affondo serio. Il merito è non solo del rigore di Yeste, ma anche dell'occhio di lince del direttore di gara, che riesce a cogliere il tocco di mano di Ayoze gettatosi in scivolata per respingere il tiro di Susaeta. Fran dal dischetto insacca di potenza e la partita sembra mettersi in discesa per i padroni di casa, ai quali non resterebbe che controllare e mettere in pratica ciò che sanno fare meglio, ovvero il gioco di rimessa. Il problema è che il Maiorca non ci sta e, dopo una fase di fisiologica riorganizzazione in cui accetta i ritmi bassi dei Leoni, alza il baricentro ed inizia a farsi vedere pericolosamente dalle parti di Iraizoz, mentre i bilbaini palesano uno stato di forma precario e una preoccupante mancanza di idee. Con Llorente debilitato dalla febbre, i centrocampisti perdono il loro punto di riferimento principale, per non dire unico, ed ogni azioni finisce inevitabilmente per dover fare i conti con la pochezza di Velez e l'assenza di soluzioni alternative al dialogo con Nando. Dall'altra parte gli ospiti guadagnano fiducia e metri sul terreno e riescono anche a creare diverse palle-gol, difettando però al momento della finalizzazione; Aduriz ha sulla testa il pallone più clamoroso alla mezz'ora, tuttavia lo spedisce clamorosamente fuori e grazia Gorka. Nella ripresa ci si aspetterebbero dei cambi da parte di Caparros, anche solo per rinforzare la mediana con Gurpegi al posto di un evanescente Orbaiz, ma l'utrerano non tocca i suoi undici giocatori e il leit-motiv della partita resta lo stesso. I maiorchini, anzi, finiscono quasi per assediare la porta avversaria, anche se la loro pressione non si traduce in una pioggia di tiri verso Iraizoz. Il solito Aduriz salva ancora i suoi ex compagni al 60', mettendo fuori un altro colpo di testa dopo un'uscita a farfalle del portiere biancorosso, quindi è il neo-entrato Castro a spaventare Gorka con una sassata improvvisa alta di poco. L'Athletic, nel frattempo, esce definitivamente dal match dopo la sostituzione di Llorente, troppo condizionato dal suo malanno per poter incidere, al cui posto entra Toquero che va a formare con Ion Velez una delle coppie più spuntate dell'intero panorama spagnolo. "Guidati" magistralmente dal loro tandem offensivo, i Leoni spariscono dalla trequarti del Maiorca e si trovano schiacciati a ridosso della loro area, dunque il gol di Jurado al 71' (gran bella conclusione dal limite quella dell'ex Atletico Madrid) non stupisce nessuno. Manzano ci crede ed inserisce Trejo per Arango, Caparros invece prosegue nella sua linea tesa alla conservazione del risultato e sostituisce Yeste con Del Olmo, mentre al 70' (e dunque sull'1-0) aveva tolto Velez per infoltire il centrocampo con David Lopez, spostando Susaeta nel suo ruolo naturale di trequartista centrale. Il vecchio adagio secondo cui la fortuna aiuta gli audaci stavolta non funziona e il vecchio Gregorio se ne accorge suo malgrado all'82', quando il Maiorca passa dal possibile (e meritato) gol dell'1-2 alla rete che lo condanna alla sconfitta: sul colpo di testa di Aduriz, infatti, c'è la testa di Iraola a salvare sulla linea, mentre il ribaltamento di fronte porta alla conclusione Javi Martinez, bravo ad inserirsi a rimorchio e a bucare il povero Lux, subentrato da un paio di minuti all'infortunato Aouate e ancora visibilmente freddo; è una rete fortunata e ingiusta ma vale comunque tre punti, un bottino vitale che permette agli zurigorri di distanziare di quattro lunghezze la zona retrocesione.
Bisogna comunque sottolineare come i Leoni abbiano tirato in porta due volte segnando in entrambe le occasioni, dato significativo della prestazione assolutamente deficitaria in attacco e della discreta dose di buona sorte che ha consentito ai baschi di portare a casa la vittoria. Domenica il derby di Pamplona presenterà più di un'insidia, anche perché i cugini dell'Osasuna vengono da un ottima prima parte di girone di ritorno e saranno carichi al massimo dopo lo splendido 4-2 con cui hanno sbancato il Calderon. Servirà un'altra testa, serviranno altre gambe...servirà un altro Athletic.