giovedì 22 marzo 2012

29a giornata: Atletico 2-1 Athletic.


Aletico Madrid: Courtois; Juanfran, Godín, Miranda, Filipe Luis; Mario Suárez, Arda Turán (77' Perea), Gabi; Koke (69' Salvio), Falcao, Adrián (84' Domínguez).
Athletic Club: Iraizoz; De Marcos, Javi Martínez, Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe (69' David López), Herrera (46' San José), Iñigo Pérez (53' Ibai); Susaeta, Toquero, Muniain.
Reti: 48' e 70' Falcao, 91' Javi Martínez.
Arbitro: Estrada Fernánez (comité catalán).

Terza sconfitta consecutiva per un Athletic "triste e grigio", per usare le parole del quotidiano Deia. Purtroppo l'assenza di Llorente ha aggravato una situazione di per sé già non facile, e ancora una volta è apparso chiaro come la squadra in questo momento non possa prescindere dal suo centravanti; Toquero si sbatte, ci prova ma non riesce a risultare efficace in un ruolo che non è e non può essere il suo, e le alternative al numero 2 in pratica non esistono. La partita non l'ho vista, come avrete capito dal video in apertura (maledetti orari farlocchi della LFP!), però a leggere i vari articoli del giorno dopo salta subito all'occhio un dato: la prima azione veramente pericolosa dei Leoni è arrivata al minuto numero 83, un dato sul quale riflettere. La squadra ha combinato poco e per di più si è svegliata troppo tardi, ragion per cui la vittoria dell'Atletico (autore di una prestazione sufficiente e nulla più) in fin dei conti è stata meritata. Quando poi Bielsa dichiara di aver sbagliato tutte le mosse a partita in corso, beh, non resta che alzare bandiera bianca. Da notare che San José non si è ancora ripreso dall'errore col Valencia: forse occorrerebbe farlo calmare e chiamare in causa Ekiza con maggior frequenza.
Concludo comunicandovi che domattina partirò per la classica trasferta annuale dei Leones Italianos a Bilbao, dove assisteremo alla sfida di campionato con lo Sporting. I commenti sono liberi, perciò vi chiedo come sempre moderazione ed educazione. Ci vediamo lunedì prossimo, sempre se non cade l'aereo!

lunedì 19 marzo 2012

28a giornata: Athletic 0-3 Valencia.


Iraola viene espulso e la partita finisce al 67' (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Javi Martínez, San José, Aurtenetxe; Iturraspe, Herrera (71' Ekiza), De Marcos; Muniain, Susaeta, Íñigo Pérez (46' Ibai Gómez).
Valencia: Guaita; Barragán (71' Bruno), Rami, Dealbert, Jordi Alba; Topal, Parejo; Pablo Hernández (59' Jonas), Feghouli, Mathieu (75' Piatti); Soldado.
Reti: 41', 57' e 85' (rig.) Soldado.
Arbitro: José Antonio Teixiera Vitienes (Comité cántabro).
Note: espulso al 67' Iraola (A) per doppia ammonizione.

Tre giorni dopo la superba vittoria casalinga contro il Manchester United, prestazioni simile in tutto e per tutto al partitone di Old Trafford, l'Athletic torna a cadere nella Liga e il tonfo che produce è di quelli parecchio rumorosi: 0-3 al San Mamés contro il Valencia e addio alle residue speranze di agganciare il terzo posto. Resta aperta la lotta per il quarto, l'ultimo utile per la Champion's, ma le speranze per me sono poche: tra la concorrenza fortissima (il Getafe, undicesimo, è a soli sei punti dalla quarta forza del campionato, il Levante), gli impegni europei e la rosa corta, francamente sarebbe un mezzo miracolo se la truppa di Bielsa riuscisse a rimanere in corsa fino all'ultimo per la qualificazione al torneo continentale più prestigioso. Quella col Valencia è stata una partita strana, decisa da alcuni errori marchiani dei Leoni e che fino all'1-0 di Soldado è stata assolutamente alla pari, con entrambe le squadre stanche dopo l'impegno di giovedì e incapaci di imporre il proprio dominio; insomma, con un po' di concentrazione in più i biancorossi avrebbero potuto ottenere almeno un punto, perché la squadra di Emery è sembrata tutt'altro che irresistibile.
In casa Athletic regna l'emergenza-attacco: l'infortunio di Llorente e l'assenza per squalifica di Toquero obbligano Bielsa a ridisegnare completamente la linea offensiva, e il Loco non smentisce il suo soprannome tirando fuori dal cilindro l'avanzamento di Susaeta in posizione di centravanti, con il sostegno di Muniain (più al centro che a destra), De Marcos e Iñigo Perez, ala sinistra come talvolta nel Bilbao Athletic. Nel Valencia non c'è Victor Ruiz, Aduriz (rimpianto come non mai vista la penuria di centravanti) è in panchina e Soldado, che non segna da 7 gare di campionato, è titolare al centro dell'attacco. Le fatiche di Coppa UEFA sembrano pesare più sull'Athletic che sui ché, tuttavia il primo tempo scorre senza che le due squadre riescano ad imbastire chiare occasioni da gol, tranne un'incursione centrale di Jordi Alba sventata da Iraizoz; il gioco è macchinoso da ambo le parti e si impantana spesso a metà campo, dove gli ospiti mantengono di più il controllo del pallone senza però riuscire a convertirlo in azioni pericolose. I Leoni offrono una delle peggiori prestazioni degli ultimi tempi: Susaeta unica punta è improponibile e non riesce ad essere il riferimento adeguato per i compagni, che non trovano tempi e modi per combinare come al solito e finiscono per basarsi solo su azioni personali ed estemporanee; in più, molti sembrano avere le idee confuse, a cominciare da uno stranamente impreciso Iturraspe per finire con un Muniain solo fumoso, passando per un De Marcos che sembra correre a casaccio, un Iraola preso spesso d'infilata e un Aurtenetxe raramente in proiezione offensiva. Si salvano Herrera, il più lucido a centrocampo, e un Iñigo Perez generoso e anche pericoloso quando prova l'uno contro uno. Sul finire del tempo i Leoni migliorano negli scambi e arrivano due volte in area con De Marcos, lanciando dunque segnali incoraggianti in vista della ripresa, ma proprio in chiusura di tempo San José sbaglia un retropassaggio verso Iraizoz e regala il pallone a Soldado, fin lì mai visto, al quale non sembra vero poter scartare in tutta tranquillità il portiere e segnare a porta vuota. La rete è un fulmine a ciel sereno e chiaramente mina tutte le certezze che gli uomini di Bielsa stavano faticosamente costruendo dopo un inizio complicato; il rosarino prova a cambiare le carte in tavola inserendo Ibai, tuttavia a parer mio sbaglia sia a sostituire Iñigo Perez, sia a mettere il neo entrato sulla fascia invece di scambiarlo di posizione con Susaeta. Ad ogni modo, l'inizio di ripresa vede i biancorossi più volitivi, concentrati e pericolosi: Muniain si vede murare un tiro a botta sicura da un difensore, Ibai sfiora il pari con una gran punizione e un paio di cross pericolosissimi non trovano la deviazione giusta sottorete (ah, Nando, Nando...). Il Valencia, sornione, si difende con ordine e piazza la mazzata definitiva al 57': Feghouli serve in contropiede Jordi Alba, che resiste al ritorno di Javi Martinez, difende palla spalle alla porta e scarica su Soldado, bravo a piazzare il destro di prima intenzione sul palo più vicino togliendo il tempo a Iraizoz. 0-2 e partita quasi finita. Per far calare definitivamente il sipario sul match ci vuole il primo rosso in carriera di Iraola, che stende uno scatenato Jordi Alba e si becca il secondo cartellino. Da lì in avanti è un massacro, l'Athletic molla del tutto gli ormeggi e il Valncia potrebbe segnare anche più di un altro gol, come fa Soldado all'85' trasformando un rigore per fallo di mano di San José (pomeriggio da incubo quello del centrale navarro).
Insomma, senza demeritare troppo i Leoni hanno finito per perdere 3-0 e probabilmente non hanno neppure capito come sia potuto accadere. Di certo le proporzioni della sconfitta non sono veritiere, anche se va detto che Guaita ha corso qualche pericolo giusto nei primi 10 minuti del secondo tempo; troppo poco per chi vuole ambire a un posto nobile in classifica, anche se le attenuanti in questo caso non mancano. Devo ripetermi, ma a questa squadra mancano almeno due elementi di livello per essere completa. La dirigenza dovrà impegnarsi in estate, altrimenti corriamo il rischio di restare una magnifica incompiuta.

martedì 13 marzo 2012

27a giornata: Osasuna 2-1 Athletic.


Osasuna: Andrés Fernández; Marc Bertrán, Sergio, Miguel Flaño, Damià; Puñal, Nekounam; Cejudo (83' Raoul Loé), Raúl García, Lamah (89' Annunziata); Nino (67' Manu Omwu).
Athletic Club:Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe (46' Ander Herrera); Iturraspe (46' Llorente), De Marcos, Íñigo Pérez; Susaeta, Toquero (61' Ibai Gómez), Muniain.
Reti: 9' Iturraspe (ag), 31' Raúl García, 55' Llorente.
Arbitro: Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).

Purtroppo non sono riuscito a seguire il derby di ieri (è un periodo in cui riesco a seguire poche partite in diretta, ahimè), ma dall'idea che mi sono fatto è stata una partita giocata male nel primo tempo, migliorata nella ripresa grazie all'ingresso di Herrera e Llorente e che alla fine, pur tra tanti errori, avremmo potuto anche portare a casa: a pochi minuti dal termine, infatti, c'è voluto un miracolo di Andrés Fernandez su Muniain per evitare la rete del 2-2, e va detto che abbiamo anche avuto molta sfortuna sfortuna (l'autogol di Iturraspe, il palo di De Marcos nel primo tempo). La sconfitta purtroppo era preventivabile: il Sadar è un campo ostico come non mai quest'anno, l'Osasuna è una squadra lanciatissima e si sapeva che l'Athletic avrebbe pagato i ritmi sovrumani tenuti all'Old Trafford; Bielsa, inoltre, ha giustamente deciso di preservare i suoi uomini migliori in vista del ritorno col Manchester di giovedì, ed è da qui che vorrei partire per esporre una breve riflessione. Purtroppo la squadra paga moltissimo in termini di prestazioni quando il Loco effettua un po' di turnover, e non è un caso che anche ieri la pericolosità dei bilbaini sia aumentata esponenzialmente con l'entrata in campo di due titolarissimi. Insomma, come scrivevo in un commento la coperta è corta: se il tecnico ruota qualche elemento la qualità del gioco ne risente (e con essa anche i risultati), ma se non tocca l'undici titolare i giocatori si spremono e alla lunga la scarsa condizione fisica si paga. Servono elementi affidabili in grado di entrare stabilmente nelle rotazioni (è evidente che gente come David Lopez, Gabilondo o Koikili viene convocata giusto per fare numero), altrimenti Bielsa dovrà decidere di impiegare anche coloro di cui non si fida. Per questa stagione è difficile fare qualcosa, a meno che il rosarino non decida di buttare dentro qualche giovanissimo, mentre per l'anno prossimo la società dovrebbe iniziare a muoversi; personalmente punterei a rinforzare il settore centrale del centrocampo con Beñat del Betis e cercherei un sostituto per far rifiatare Llorente, in particolare uno tra Kike Sola dell'Osasuna e Aduriz del Valencia. Particolare non da poco, sono tutti ex canterani dell'Athletic, cosa che renderebbe più accettabile il ricorso al mercato per rinforzare la squadra.

domenica 11 marzo 2012

Andata degli ottavi di Coppa UEFA: Manchester United 2-3 Athletic.


La gioia dei Leoni a fine gara: l'impresa a Old Traffod entra direttamente nella storia (foto Athletic-club.net).

Manchester United: De Gea; Rafael Da Silva, Smalling (55' Carrick), Evans, Evra; Park (61' Anderson), Jones, Giggs (75' Nani), Young; Rooney; Hernández.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Javi Martinez, San José, Aurtenetxe; Iturraspe, De Marcos, Ander Herrera (84' Iñigo Pérez); Susaeta, Llorente (81' Toquero), Muniain.
Reti: 22' Rooney, 44' Llorente, 72' De Marcos, 90' Muniain, 92' Rooney (rig.).
Arbitro: Florian Meyer (Germania).

Se il 17 giugno 2007, al termine della vittoria soffertissima contro il Levante con cui l'Athletic si era salvato all'ultima giornata, qualcuno mi avesse predetto che nel giro di cinque anni avrei visto gli zurigorri impartire una lezione di calcio al Manchester United nel Theater of Dreams, non solo mi sarei fatto una grassa risata, ma probabilmente avrei denunciato l'autore della profezia per tortura psicologica. E invece ieri è successo, è successo davvero. Finiamola (io per primo) con frasi del tipo "se è un sogno non svegliateci": quanto è successo ieri sul prato dell'Old Trafford è stato meravigliosamente vero, non sminuiamo l'impresa derubricandola a frutto delle nostre fantasie perverse. Il 2-3 dei Leoni in casa dei Red Devils è il coronamento di un'idea, di una proposta calcistica differente che ha trovato finalmente il modo di esprimersi in maniera compiuta, tanto da far sperare che tutto ciò rappresenti un punto di partenza più che uno di arrivo. Non è stato facile arrivare fin qui, per nulla: la squadra e i tifosi sono dovuti passare attraverso le forche caudine di due retrocessioni sventate solo all'ultimo tuffo, hanno dovuto affrontare un doloroso periodo di ricostruzione e solo dopo lunghe stagioni spesso ai limiti dell'anonimato sono tornati a vedere la luce. Una luce che, e lo dico con malcelata soddisfazione, è riapparsa con l'arrivo di Bielsa, forse l'unico tecnico capace, per coraggio, follia e visionarietà, di trasformare l'Athletic in modo così radicale e di condurlo al trionfo di ieri. Vada come vada il ritorno, nessuno lo potrà negare. E qui fatemi peccare per un attimo di immodestia, perché questo blog è stato uno dei primi a sostenere con forza, spesso tra le battutine e gli sfottò altrui, che la squadra avesse un potenziale tale da permetterle di giocare alla pari con le migliori; solo, invocavo l'arrivo di un allenatore più propositivo e offensivista del buon Caparros, e devo dire che il Loco è perfino aldilà di ogni mia più rosea aspettativa.
Parlare della partita a questo punto mi sembra quasi riduttivo: tutti avrete visto le azioni da gol, il pressing furioso ma ragionato, la perfetta organizzazione tattica, l'occupazione scientifica degli spazi ed anche i buchi lasciati aperti al contropiede avversario (per fortuna chiusi sempre prontamente) che hanno caratterizzato la superba prestazione dei biancorossi davanti agli occhi attoniti di milioni di appassionati sparsi per il globo; una cronaca, dunque, sarebbe riduttiva. No, preferisco parlare di emozioni: la gioia nel vedere e sentire i nostri 8.000 meravigliosi tifosi, tra i quali 4 Leones Italianos, sovrastare il deludentissimo pubblico di casa, la delusione per quell'1-0 arrivato nel nostro momento migliore (e che mi ha fatto presagire una sconfitta immeritata), l'esaltazione per il pareggio, l'incredulità dopo lo strepitoso 1-2 di De Marcos, l'apoteosi sulle ali di Iker Muniain e la leggera amarezza per quel rigore evitabile che, nonostante tutto, tiene lo United ancora in corsa. Una serata così ci voleva e ripaga degli anni spesi a soffrire, con la lontananza da Bilbao e dalla squadra a rendere tutto ancor più difficile. Adesso, come sempre accade, ci sarà la corsa a "scoprire" l'Athletic: sono passati più di 30 anni dalla finale di Coppa Uefa persa con la Juventus che rivelò all'Italia la realtà zurigorri, ma la mentalità provinciale e l'ignoranza per tutto ciò che esula dai nostri confini sono ancora ben radicate nel nostro paese. Fin quando i Leoni andranno bene, leggeremo dotte articolesse sul "miracolo" bilbaino e altre amenità, poi spariranno di nuovo, come sempre, e chissà se ci saranno altre occasioni per ricomparire. Tutto ciò mi tocca ben poco. Non ti curar di lor ma guarda e passa, scrisse un mio illustre conterraneo qualche secolo fa. Nessun problema: non me ne sono mai curato in passato e preferisco evitare anche di guardarli. L'unica cosa che mi interessa è godermi questo momento fin quando durerà, con la consapevolezza che i campioni e le stagioni buone passano, mentre l'Athletic resta. Aupa Lehoiak!

martedì 6 marzo 2012

26a giornata: Athletic 2-0 Real Sociedad.


Susaeta esulta dopo l'1-0: grandissimo il derby di Markel (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe; Javi Martínez, Herrera (71' Íñigo Pérez), De Marcos; Susaeta, Llorente (61' Toquero), Muniain (85' Ekiza).
Real Sociedad: Bravo; Estrada, Mikel González, Íñigo Martínez, Cadamuro; Bergara, Aranburu (69' Agirretxe); Xabi Prieto, Zurutuza (72' Rubén Pardo), Vela (77' Joseba Llorente); Griezmann.
Reti: 24' e 80' Susaeta.
Arbitro: Mateu Lahoz (Comité valenciano).

Due gol capolavoro di Susaeta, guipzcoano di Eibar ma canterano 100% biancorosso, hanno piegato la Real Sociedad regalando all'Athletic il quarto posto solitario in classifica, posizione che potrebbe essere mantenuta se stasera il Betis dovesse fermare il Levante (purtroppo non è successo, ndr). E' stato un derby basco a due facce: i Leoni hanno dominato nel primo tempo, chiuso 1-0 ma che avrebbe potuto finire anche con un punteggio maggiore, poi nella ripresa è venuta fuori la Real, complici anche i cambi di Bielsa (giovedì c'è il Manchester United all'Old Trafford...) e un certo rilassamento dei giocatori. Le parate di Iraizoz e, soprattutto, l'incredibile errore di Mateu Lahoz in occasione del "gol fantasma" di Vela hanno però conservato il vantaggio dei padroni di casa, che in chiusura si sono evitati molti problemi grazie alla doppietta di Markel.
La squalifica di Iturraspe obbliga Bielsa ad avanzare Javi Martinez in mediana e ad inserire San José al fianco di Amorebieta, soluzione che personalmente vedrei benissimo anche in prospettiva-Manchester; per il resto l'undici titolare è quello solito. In casa Real, Montanier propone una formazione senza centravanti di ruolo, dunque non ci sono Agirretxe e Joseba Llorente e in avanti il compito di infastidire Iraizoz è affidato a quattro centrocampisti offensivi (Xabi Prieto, Zurutuza, Vela e Griezmann) con licenza di scambiarsi di posizione e tagliare alternativamente verso la porta. L'idea del tecnico francese, interessante sulla carta, si scontra però con un Athletic ordinatissimo, concentrato e volitivo col pallone tra i piedi, un Athletic insomma convincente come nelle giornate migliori. A spaventare i cugini ci pensa subito Muniain, che inventa un assist per Susaeta anticipato di un soffio da un'uscita kamikaze di Bravo, poi al 24' i Leoni passano con un'azione strepitosa. Susaeta le dà il via con un tocco verso il centro, De Marcos la prosegue saltando un avversario e lasciando a Herrera, che la rifinisce con un gesto di classe assoluta (tocco indietro a nascondere il pallone col sinistro e passaggio filtrante col destro) e smarca Iraola in area avversaria: il cross rasoterra del capitano è perfetto e Susaeta conclude quanto iniziato con un piattone imparabile sul primo palo. La Real non riesce a reagire e in pratica inquadra la porta di Iraizoz solo una volta con Griezmann (tiro peraltro centrale), limitandosi per il resto a tentare di contenere le sfuriate dei bilbaini. Gli uomini del Loco in realtà sfondano a piacimento e sfiorano la rete del 2-0 in varie occasioni, le più clamorose delle quali sono un doppio salvataggio ravvicinato di Bravo su Llorente e Susaeta e una traversa piena colpita ancora da Markel con una punizione dal limite. Si va al riposo con la sensazione che l'Athletic nella ripresa possa dilagare, ma al rientro in campo i giocatori sembrano essersi scambiati le divise, tanta è la differenza tra le prestazioni delle due squadre prima e dopo l'intervallo. La Real, peraltro, alla prima discesa va subito in gol, ma il pessimo Mateu Lahoz non si accorge che il pallone colpito - male - da Vela passa completamente la linea prima di essere tolto dalla porta da Iraizoz, e dunque non convalida una rete regolarissima. Anche nei minuti successivi Gorka ci mette più volte una pezza, specie su una doppia occasione griffata Agirretxe-Griezmann, e con le sue parate permette a un Athletic inguardabile, autore di una ripresa tra le peggiori della temporada, di arrivare indenne al finale di partita. Susaeta, poi, dimostra di essere davvero in giornata di grazia all'80', quando pennella una punizione da urlo che colpisce il palo interno alla sinistra di Bravo e regala il 2-0 ai biancorossi.
I Leoni prolungano così la loro serie positiva nei derby giocati al San Mamés, dove non perdono con i gipuzcoani da ben 11 anni. In conclusione, è strano come la storia di Bielsa sulla nostra panchina abbia nelle sfide con i cugini di San Sebastian alcuni tra i suoi momenti più significativi: all'andata fu il successo ad Anoeta a segnare la vera svolta della stagione (fin lì i Leoni non avevano ancora vinto, e si cominciava a percepire un'ostilità crescente verso il neo-tecnico), ieri i tre punti strappati ai txuri-urdin hanno permesso ai bilbaini di andare a dormire per la prima volta in zona Champion's. E anche all'andata il trionfo arrivò al termine di una partita più che sofferta, con quel palo colpito da Griezmann sull'1-1 che avrebbe potuto cambiare tutto se si fosse trasformato in gol. Così non è andata e anche ieri la sorte ha arriso agli zurigorri, che adesso possono pensare a Sir Alex e ai Red Devils con animo più leggero.