giovedì 24 dicembre 2009

Auguri a tutti!

Buon Natale a tutti i lettori del blog da me e dalla Peña Leones Italianos. Zorionak!

lunedì 21 dicembre 2009

15a giornata: Athletic 2-0 Osasuna.


Llorente esulta dopo aver siglato il gol del raddoppio (foto Athletic-club.net).

Athletic:
Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Castillo; Gurpegui, Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (79' Muniain); Toquero (85' Gabilondo), Llorente (74' De Marcos).
Osasuna:
Ricardo; Azpilicueta, Sergio, Josetxo, Oier (82' Vadocz); Puñal, Nekounam (82' Calleja); Juanfran (60' Portillo), Masoud, Camuñas; Dady.
Reti: 1' Yeste, 12' Llorente.
Arbitro: Fernández Borbalán (Comité Andaluz).

Bastano 12 minuti all'Athletic per cancellare lo 0-3 di mercoledì in Coppa UEFA e regalare un sorriso ai propri tifosi prima della pausa natalizia. 12 minuti nei quali i biancorossi segnano due gol, gettano le basi per un primo tempo ad alto contenuto di spettacolarità e chiudono virtualmente un derby basco che, in pratica, dura meno di un giro di lancette. Osasuna troppo brutta per essere vera: presentatisi a Bilbao con molte assenze di rilievo, gli uomini di Camacho disputano una partita ai limiti della denuncia penale, tanto magra è la loro proposta offensiva e tanto scarsa la resistenza che oppongono ai più motivati cugini. Il gol subìto a freddo può essere un'attenuante, tuttavia non basta a giustificare una prestazione così scialba e deludente. Abbandonato il turnover europeo ben poco producente con il Werner, Caparros torna al suo 4-4-2 mascherato che prevede Gurpegi sulla destra e un fantasista sulla sinistra (stavolta tocca a Yeste); in attacco c'è Toquero con Llorente, mentre dietro squalifiche e infortuni obbligano Jokin a proporre l'inedita coppia di centrali San José-Ustaritz. 4-2-3-1 classico per l'Osasuna: senza Monreal, Delporte, Aranda e Pandiani il tecnico Camacho schiera Oier terzino sinistro, Camuñas esterno alto mancino e Dady unica punta. Non c'è neppure il tempo di osservare la disposizione tattica delle due squadre che l'Athletic passa in vantaggio: Iraola innesca Llorente sulla destra (questa è un'azione tipica del nuovo schema col trivote mascherato: Gurpegi stringe al centro, Andoni sale e una delle due punte si allarga), Nando supera con estrema facilità Josetxo e centra per Yeste, che insacca da meno di un metro a porta vuota. Passano poco più di dieci minuti e Iraola, ancora lui, imbecca da destra Llorente, tenuto spalle alla porta da Sergio; Nando controlla, si gira velocemente e conclude con un diagonale rasoterra di destro che batte Ricardo sul palo lontano. Gran gol del numero 9, fin qui più bomber di Coppa UEFA che di campionato. Nonostante il doppio vantaggio i bilbaini non diminuiscono la pressione, ma al contrario continuano a martellare la difesa dell'Osasuna con attacchi ficcanti e sempre pericolosi, condotti spesso e volentieri da uno Yeste in grandissimo spolvero; Llorente catalizza ogni pallone, Toquero è la solita trottola inarrestabile e gli inserimenti centrali di Javi Martinez e Gurpegi regalano alla manovra sbocchi inaspettati. Al termine della prima frazione i navarri devono ringraziare la loro buona stella se il punteggio è solo di 2-0, visto che in almeno tre occasioni nette (due volte con Gurpegi e una con Javi Martinez) l'Athletic sfiora il terzo gol. La ripresa è un lento scorrere di minuti verso il 90': l'Osasuna è l'emblema stesso dell'impotenza e non riesce mai a rendersi pericolosa dalle parti di Iraizoz, mentre i Leoni decidono di non spingere e si fanno vedere solo con un sinistro alto sulla traversa di Llorente. Il risultato del derby è dunque in linea col percorso che la squadra di Bilbao ha tenuto fino a questo momento, alternando vittorie con le squadre meno attrezzate a prestazioni meno convincenti con quelle di pari valore o superiori. Per il momento godiamoci il settimo posto ad un solo punto dalla zona UEFA, una posizione che in pochi (me compreso) avrebbero pronosticato a inizio stagione.

giovedì 17 dicembre 2009

Notizie del giorno.


Jon Aurtenetxe (foto Athletic-club.net).

Il giorno dei cachorros? Questa sera contro il Werder Brema probabilmente assisteremo a ben due debutti in prima squadra: a Jonas Ramalho, spedito in tribuna all'ultimo minuto a Saragozza, potrebbe infatti aggiungersi il 17enne Jon Aurtenetxe, visto di recente ai Mondiali under-17. In realtà, dovrebbe essere quest'ultimo ad avere maggiori possibilità di partire titolare, vista la contemporanea assenza degli infortunati Koikili e Castillo. Aurtenetxe è uno dei prodotti del vivaio su cui si concentrano maggiormente le attenzioni dei tecnici biancorossi; centrale o laterale sinistro, è un giocatore regolare, concentrato ma ancora poco propositivo quando si spinge in avanti. A molti tifosi biancorossi non piace l'idea che Caparros faccia giocare questi giovanissimi, specie contro una squadra come il Werder, mentre io trovo che sia un ottimo modo per responsabilizzarli, farli crescere e renderli pronti per un futuro ingresso in prima squadra.

Sono numerose le assenze in casa bilbaina, tanto che sembra difficile ottenere quel 2-0 che darebbe all'Athletic il primo posto nel girone. Caparros, sicuro della qualificazione ai trentaduesimi, giustamente punta a recuperare gli infortunati per il campionato e farà dunque a meno di Llorente, Iraola e Gurpegi, tre pedine fondamentali del suo 11 titolare. Detto di Aurtenetxe per sostituire i terzini sinistri Castillo e Koikili, è probabile che Etxeita prenda il posto di Andoni a destra, con Iñigo Perez al fianco di Javi Martinez e Diaz de Cerio a fare coppia con Toquero in attacco.

Ecco i convocati per la partita di stasera (San Mamés, ore 21): Iraizoz, Armando; Amorebieta, Etxeita, San José, Ramalho, Aurtenetxe; David López, Yeste, Gabilondo, Susaeta, Javi Martínez, De Marcos, Iñigo Pérez; Toquero, Etxeberria, De Cerio, Muniain.

lunedì 14 dicembre 2009

14a giornata: Saragozza 1-2 Athletic.


I giocatori del Saragozza devono ricorrere alle maniere forti contro Susaeta, imprendibile come nelle giornate migliori (foto Athletic-club.net).

Real Zaragoza: López Vallejo; Diogo, Pavón, Ayala, Paredes; Pennant (68' Ewerthon), Gabi (46' Ander Herrera), Ponzio, Jorge López; Lafita; Arizmendi.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo (46' Etxeita); Javi Martínez; Gurpegui, Orbaiz, Susaeta; Toquero (83' Gabilondo), Llorente (59' Muniain).
Reti:
60' San José, 81' Susaeta, 91' Diogo.
Arbitro:
Velasco Carballo (Colegio Madrileño).

Nel contesto di una Liga francamente povera di contenuti tecnici di rilievo, per affermarsi contro le squadre della parte destra della classifica basta il minimo sindacale, ovvero difesa attenta, copertura degli spazi a centrocampo e qualche giocatore di qualità in grado di fare la differenza nella trequarti avversaria. La dimostrazione pratica di questo assunto l'ha data ieri l'Athletic sul campo del Saragozza, squadra partita per fare bene dopo l'immediato ritorno in Primera ma subito ripiombata nell'incubo della lotta per non retrocedere. Un pacchetto arretrato concentrato, una mediana solida (Gurpegi finta ala destra è la vera mossa vincente di Caparros) e le invenzioni del duo Muniain-Susaeta, tecnica e velocità al servizio della squadra: scacco matto in tre mosse agli uomini di Marcelino, peraltro licenziato al termine della gara. La chiave della vittoria biancorossa è tutta qui e spiega anche la bruttezza di una partita che per un'ora è stata letteralmente inguardabile.
Caparros conferma il 4-4-2 "mascherato" che sta facendo le fortune dell'Athletic, specie nelle trasferte in cui bisogna coprirsi; il ruolo di Gurpegi, metà esterno metà centrale, merita una spiegazione approfondita che cercherò di dare con un post apposito nei prossimi giorni. La formazione è quella titolare, con San José al posto di Ustaritz e la coppia offensiva Toquero-Llorente, entrambi acciaccati ma proposti in campo dall'utrerano (De Cerio non è nemmeno convocato). Nel Saragozza non è titolare Herrera, in estate vicinissimo ai Leoni, mentre si rivede Carlos Diogo, fuori da quasi due anni a causa di un infortunio ai legamenti. L'inizio è col botto: punizione di Orbaiz dopo un minuto di gioco, Gurpegi si inserisce sul primo palo e insacca di testa. Carlos esulta, l'arbitro però annulla giustamente per fuorigioco. Le emozioni in pratica si esauriscono qui: il Saragozza non sfonda mai nonostante il prolungato possesso palla, mentre l'Athletic si limita a difendersi con ordine. Gli uomini di Marcelino devono vincere e provano a fare la partita, tuttavia in avanti sono prevedibili; il 4-4-1-1 dell'ex tecnico del Racing Santander è statico e manca di profondità, perché non c'è movimento senza palla, mancano gli inserimenti dei centrocampisti e la manovra è costretta a seguire direttrici lineari e ripetitive, diventando in tal modo facile preda delle letture difensive dei baschi. Arizmendi, poi, è improponibile come punta unica, perché non attacca lo spazio e non è mai presente in zona gol. Ci prova solo Lafita, ma è evidente che un esterno di centrocampo adattato a mezzapunta non sia il massimo della vita per una squadra che si trova a fronteggiare un bunker composto da tre mediani e quattro difensori. Dall'altro lato i Leoni, ottimi in difesa, sono inesistenti in fase offensiva, con Llorente che non la vede mai e Toquero che corre sempre a vuoto. Serve un episodio per creare l'unica palla gol aragonese del primo tempo: Iraizoz buca un'uscita e in area bilbaina si accende una mischia furibonda, con tre conclusioni avversarie murate alternativamente dal portiere e dai difensori. La ripresa segue la falsariga del primo tempo fino al minuto numero 59, quando fa il suo ingresso sul terreno di gioco Muniain. A Iker serve meno di un minuto per prendere palla in area dopo una respinta di Lopez Vallejo, disorientare il proprio marcatore con una finta di corpo e servire col mancino una palla irresistibile per San José, che stacca imperiosamente e infila l'incrocio alla sinistra del portiere. Terza partita da titolare e secondo gol per il ventenne Mikel, tenuto misteriosamente in naftalina per quattro mesi da Caparros e ripropostosi adesso con grande autorità; il centrale di proprietà del Liverpool è preciso in difesa e sa fare male quando si porta in avanti, pertanto un eventuale riscatto a fine stagione mi sembrerebbe alquanto opportuno. Marcelino decide di osare e inserisce Ewerthon per Pennant, spostando Arizmendi sulla destra e avanzando il raggio d'azione del subentrato Herrera; l'unico risultato che ottiene, tuttavia, è di spezzare in due tronconi la sua squadra e di esporla ai contropiedi dell'Athletic. La logica conclusione arriva all'81', su una palla recuperata da San José e servita a Muniain, che conduce un contropiede da manuale: 40 metri palla al piede con Susaeta a sinistra e Toquero a destra, occhiata verso Gaizka a spiazzare la difesa e assist per Markel, che conclude di sinistro e segna il 2-0 che chiude la partita (il gol di Diogo al 91' serve solo per le statistiche).
L'Athletic espugna dunque Saragozza, inanella la quarta vittoria esterna consecutiva e si riavvicina alla zona UEFA, traguardo per il quale, a questo punto, sarà obbligatorio lottare fino al termine del campionato.

venerdì 11 dicembre 2009

Notizie del giorno: speciale Ramalho.


Jonas Ramalho Chimeno (foto Marca).

E' basco, è nero, ha 16 anni e mezzo e da ieri fa ufficialmente parte della prima squadra dell'Athletic. Sto parlando di Jonas Ramalho Chimeno (Barakaldo, 10/06/1993), difensore centrale o laterale destro, che in due giorni è passato dallo status di grande promessa delle giovanili biancorosse a quello di prossimo esordiente con i "grandi". E' successo tutto molto rapidamente: prima la società ha annunciato di aver inserito il ragazzo nella lista B di UEFA (per intendersi, quella dove si trovano i giovani), quindi Caparros lo ha convocato stamattina per la partita di domani a Saragozza. Con Ustaritz ancora fuori e Iraola costretto agli straordinari per l'assenza del suo unico sostituto naturale, Zubiaurre, ci sono forti possibilità che Ramalho possa fare il suo esordio ufficiale con la maglia dei Leoni, dopo che nel febbraio 2008 ebbe l'onore di diventare il più giovane di sempre ad esordire con la prima squadra durante un'amichevole infrasettimanale contro l'Amorebieta (in quell'occasione scrissi un post ad hoc). Se dovesse entrare in campo alla Romareda, Jonas batterebbe il fresco record di Muniain e diventerebbe inoltre il primo giocatore di colore della storia dell'Athletic: uno schiaffo in faccia alle tifoserie fasciste che, come abbiamo visto a Vienna, vedono i biancorossi come fumo negli occhi (un basco nero dev'essere il massimo per un Ultrasur o per gentaglia del genere!), nonché a tutti coloro che accusano da sempre la società bilbaina di portare avanti una politica razzista. Ramalho, padre angolano e madre basca, è pronto a dimostrare a tutto il mondo che la tradizione secolare dell'Athletic si integra benissimo con la multiculturalità della società contemporanea. In bocca al lupo, Jonas!

Ecco i convocati di Caparros per la partita di domani (ore 18) a Saragozza: Iraizoz, Armando; Amorebieta, Etxeita, San José, Iraola, Castillo, Ramalho; David López, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegi, Javi Martínez, Iñigo Pérez; Llorente, Etxeberria, Toquero, Muniain.

Interessante l'intervista di Marca ad Ander Herrera, centrocampista del Saragozza che in estate è stato davvero a un passo dall'Athletic. Secondo quanto detto da Herrera (nato a Bilbao ma vissuto da sempre a Saragozza, da qui il forte legame col club aragonese), il suo presente è la squadra allenata da Marcelino ma nel futuro potrebbero esserci i Leoni. Personalmente lo spero, viste le qualità del ventenne Ander e le carenze della rosa biancorossa nel ruolo di regista (ad oggi il solo Orbaiz è in grado di dettare i tempi a centrocampo).

martedì 8 dicembre 2009

13a giornata: Athletic 1-2 Valencia.



Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Koikili; David López, Orbaiz (63' Iturraspe), Javi Martínez, Yeste; Susaeta (49' Muniain), Llorente (30' De Marcos).
Valencia CF:
César; Bruno, Navarro, Dealbert (84' Baraja), Mathieu; Joaquín (79' Zigic), Albelda, Marchena, Pablo Hernández; Mata, Villa (88' Miguel).
Reti:
57' Muniain, 61' Villa, 83' Mathieu.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Colegio madrileño).
Note: espulso al 74' Koikili (A) per doppia ammonizione.

I soliti problemi di connessione, che dovrebbero cessare durante questa settimana, mi hanno impedito di vedere la partita. Match strano, a quanto leggo, nel quale nessuna delle due squadre è riuscita a imporsi in modo chiaro: il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, dunque, ma l'Athletic ha pagato due incertezze di Iraizoz (la seconda, più che incertezza, è una papera vera e propria) e il rigore fallito quasi al 90' da David Lopez, sfortunato a cogliere il palo. La nota più positiva è stata rappresentata senza dubbio da Iker Muniain, che ha festeggiato il rinnovo del contratto con un gol da opportunista (notate come prende posizione prima che gli arrivi il pallone, riuscendo ad imporsi su un avversario alto il doppio di lui...) e alcune giocate da applausi. Tirando le somme, il risultato lascia l'amaro in bocca: poteva essere l'occasione per dare continuità alla buona prestazione contro il Barcellona, invece è arrivata una nuova sconfitta, anche se immeritata, contro una squadra di alta classifica. Finché i Leoni non riusciranno a ottenere qualche risultato positivo contro le migliori delle classe, sarà difficile compiere il salto di qualità definitivo ed arrivare a lottare per un posto europeo.

mercoledì 2 dicembre 2009

Notizie del giorno.


Iker Muniain (foto Athletic-club.net).

La notizia che in molti aspettavano è arrivata: Iker Muniain ha rinnovato il suo contratto con l'Athletic e sarà biancorosso fino al 2015. La clausola di rescissione, aspetto assolutamente di primo piano considerata la qualità del giocatore, oscillerà tra i 36 e i 45 milioni di euro in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. Mi sembra che questo rinnovo dimostri l'attaccamento alla maglia di Muniain e la sua fiducia nelle potenzialità della squadra; le sirene erano molte, lui però ha deciso di rimanere a Bilbao. Cose che fanno sentire sempre orgogliosi di tifare Athletic.

Fra due giorni i Leoni giocheranno a Vienna per la qualificazione al turno successivo di UEFA. Basta un pareggio per passare, anche se giocare speculando sul risultato spesso è controproducente, specie se dall'altra parte c'è una squadra che non ha nulla da perdere. Caparros sembra comunque intenzionato a fare un po' di turnover, giustamente. Questa la lista dei convocati: Iraizoz, Armando, Aitor Fernández; Ustaritz, Amorebieta, Iraola, Castillo, San José; Gurpegi, Yeste, Iturraspe, Orbaiz, Susaeta, Javi Martínez, Gabilondo, De Marcos; Llorente, Etxeberria, Díaz de Cerio, Muniain.

Ci sono problemi in attacco per Jokin: Toquero non ha recuperato per Vienna e Ion Veléz, che si è infortunato proprio ieri, ne avrà per almeno due mesi. L'occasione potrebbe essere propizia per l'impiego di Diaz de Cerio, fin qui sempre fermo ai box oppure non utilizzato dall'allenatore. Mi sbaglierò, ma comincio a credere che lui e San José siano i nuovi ostracizzati di Caparros, che ogni anno deve averne almeno un paio...

Contro l'Almeria Fran Yeste è diventato "centenario". Il fantasista di Basauri, croce e delizia dei biancorossi, ha festeggiato domenica la vittoria numero 100 con la camiseta zurigorri, un record di cui possono fregiarsi solo 37 giocatori in tutta la storia del club. Augurandogli di avvicinare sempre più il grandissimo Piru Gainza, irraggiungibile a quota 200, gli faccio i miei complimenti anche per il ritrovato "peso" che sta avendo in questo momento sulle sorti dell'Athletic.

Parla Javier Clemente e, come sempre accade in queste occasioni, non dice mai cose banali. "L'Athletic in questo momento non potrebbe vincere la Liga, però sta trovando un buon livello di prestazioni e sta prendendo confidenza nei propri mezzi. Spero che un giorno la squadra possa tornare a vincere qualcosa (Clemente è il tencico degli ultimi due campionati conquistati, ndr), ma per farlo bisogna essere migliori degli altri e in questo momento non lo siamo". Il Rubio ha detto la sua anche sulla partita di Natale della selezione basca, che anche quest'anno non si terrà per i noti problemi di denominazione (la Federazione ha scelto Euskadi, mentre i giocatori vogliono Euskal Herria. In realtà, stavolta si sono impuntati solo quelli della Real Sociedad, mentre gli altri avevano trovato accettabile il compromesso di Euskal Selekzioa): "Se alcuni giocatori non vogliono scendere in campo, che se ne convochino altri. La selezione rappresenta tutte le squadre basche, non solo quelle principali; se qualche giocatore di Primera non vuole partecipare, ci sono sempre quelli di Tercera. Forse non sarà la miglior selezione possibile, ma la sospensione della partita mi sembra una cosa peggiore".

martedì 1 dicembre 2009

12a giornata: Almeria 1-4 Athletic.


Il colpo di testa di Javi Martinez per l'1-0 dei Leoni (foto Athletic-club.net).

UD Almería: Diego Alves; Juanma Ortiz, Acasiete, Pellerano, Domingo Cisma (60' Ortiz Bernal); M''Bami (46' Corona), Bernardello; Piatti, Kalu Uche, Crusat; David Rodríguez (46' Goitom).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; Gurpegi (65' David López), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (70' Castillo); Susaeta; Llorente (75' De Marcos).
Reti: 36' Javi Martínez, 40' Ustaritz, 58' Llorente, 76' De Marcos, 83' Uche (rig.).
Arbitro: González Vázquez (colegio gallego).

E' stato un Athletic tra i più convincenti della stagione quello che si è imposto con un rotondo 4-1 in casa dell'Almeria, dove i Leoni non erano mai riusciti a vincere. Risultato assolutamente veritiero e proporzionato rispetto a quanto visto sul terreno di gioco, con i padroni di casa ad esprimere un livello di gioco infimo, nonostante alcune individualità più che discrete, ed i baschi concentratissimi e bravi a sfruttare al meglio le disattenzioni avversarie in occasione dei calci da fermo. Questo blog è da tempo tutt'altro che tenero con Caparros, ma non ho assolutamente problemi a fare i miei complimenti all'allenatore: la squadra vista ieri è solida e rognosa da affrontare, e la posizione in classifica dei biancorossi autorizza sogni proibitissimi. Devo però aggiungere che l'attuale piazzamento dell'Athletic nei piani alti della Liga non corrisponde, secondo me, alla piena verità: un calendario generoso fin qui ci ha messo di fronte soprattutto a squadre medio-basse o in forte crisi, mentre nelle prossime giornate ci saranno impegni più probanti. Resta il fatto che l'Athletic ha affrontato solo quattro squadre delle prime dieci, rimediando un pareggio (Barcellona) e tre sconfitte (Getafe, Siviglia e Sporting, le ultime due in casa); sicuramente i Leoni hanno dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alla "classe media" del campionato, ma per spiccare il salto di qualità definitivo servirebbe quel minimo di gioco imprescindibile per affrontare senza paura le migliori del torneo. La partita di domenica col Valencia, in ogni caso, sarà un ottimo banco di prova per le rinnovate ambizioni dei bilbaini.
Caparros conferma l'undici che ha strappato il pari al Barça, in special modo il centrocampo formato da tre mediani, Orbaiz, Javi Martinez e Gurpegi; alcuni commentatori scrivono di un 4-3-3, altri di un 4-5-1 con Yeste e Susaeta sulla fasce, ma a me pare il solito 4-4-2 con Yeste a sinistra, Gurpegi spostato a destra e Susaeta mezzapunta dietro Llorente. Aldilà dei moduli, va detto che questa linea centrale "corazzata" impedisce agli avversari di trovare spazi e copre egregiamente la difesa, anche se in fase offensiva vengono palesati i soliti limiti di costruzione del gioco. C'è però una freccia decisiva all'arco biancorosso, almeno in questa parte della stagione: i calci da fermo. E' evidente come tecnico e giocatori adesso stiano preparando con più attenzione questa fase di gioco, spesso sottovalutata dai profani ma di fondamentale importanza nel calcio moderno, specie per quelle squadre che faticano a manovrare in modo fluido e a creare occasioni da gol tramite le combinazioni palla a terra. Il mancino di Yeste, sempre educatissimo, è un invito a nozze per colpitori di testa quali Llorente, Gurpegi, Amorebieta e soprattutto Javi Martinez, che ha un fisico e un tempo dell'inserimento fatti apposta per far male agli avversari in situazioni di palla inattiva. La partita resta equilibrata per mezz'ora, con occasioni da entrambe le parti (palo di Javi Martinez e salvataggio di Iraizoz su Piatti), poi l'equilibrio si rompe al 36': Yeste batte una punizione tagliatissima da sinistra, sul secondo palo spunta il numero 24 navarro, smarcato, che sigla comodamente l'1-0. I padroni di casa non hanno nemmeno il tempo di organizzarsi che vanno sotto per la seconda volta, ancora su un calcio piazzato; stavolta Yeste batte un corner, Gurpegi prolunga e Ustaritz imita Javi Martinez, inserendosi sul palo più lontano e appoggiando di piatto in rete. E' il primo gol in Primera per il difensore lanciato da Clemente nella stagione 2005/06, che sta dimostrando di poter essere una pedina importante per l'Athletic se gli infortuni lo lasciano in pace.
Con tutto il secondo tempo da giocare il match sembrerebbe tutt'altro che finito, ma la squadra di Hugo Sanchez tira incredibilmente i remi in barca e in pratica smette di giocare, lasciando ai baschi il controllo del campo e del pallone; il tecnico messicano in realtà prova a cambiare qualcosa, inserendo Corona e Goitom, ma i suoi spariscono dal terreno di gioco e finiscono per meritarsi i sacrosanti fischi del pubblico. La ripresa serve solo ad aumentare il punteggi e a dare le meritate soddisfazioni a Llorente (gran colpo di testa in tuffo dopo l'ennesima punizione di Yeste) e De Marcos, che segna il suo primo gol in Liga con una bellissima semirovesciata su assist prezioso di Susaeta. All'83' Kalu Uche segna il gol della bandiera su rigore provocato ingenuamente da Koikili, quindi proprio Markel sfiora la quinta segnatura colpendo il palo a Diego Alves battuto: un vero peccato per l'esterno di Eibar, che avrebbe sicuramente meritato la rete a coronamento di una bella prestazione, simile a quella altrettanto valida della scorsa settimana contro il Barcellona.
E' certamente una vittoria che fa morale in vista della trasferta di giovedì a Vienna, dove ai Leoni basterà fare un punto per passare qualificarsi; bisogna dare continuità a questo ottimo periodo (tre vittorie nelle ultime quattro giornate di campionato, serie positiva di sei partite senza sconfitte) e ottenere il passaggio del turno in UEFA, per poi concentrarsi su quello che potrebbe rappresentare il momento chiave della stagione, la partita contro il Valencia. Sarà al termine di quei 90 minuti che sapremo se l'Athletic di Caparros avrà spiccato il volo verso la definitiva maturazione o se sarà rimasto la solita squadra timida, ibrida e fondamentalmente incompiuta che osserviamo ormai da troppo tempo.

venerdì 20 novembre 2009

Notizie del giorno.


Tifosi del Barcellona in coda per i biglietti fuori dal San Mamés (foto As).

Un "clasico" senza i due centravanti titolari? Potrebbe essere così, anche se Fernando Llorente ha ancora qualche possibilità di scendere in campo, mentre Zlatan Ibrahimovic non ci sarà e rischia addirittura di perdersi anche Inter e Real Madrid. Di certo l'assenza di Nando sarebbe per l'Athletic più grave di quella di Ibra per il Barça, visto che i catalani hanno una panchina sicuramente migliore di quella basca.

Aldilà dell'eventuale presenza di Llorente, in casa dei Leoni è emergenza attacco: Muniain al 90% è fuori, Toquero è in forse, Etxeberria è acciaccato e Diaz de Cerio ha ancora pochi minuti nelle gambe. Si profila pertanto l'ipotesi Ion Velez, che Caparros sembrerebbe intenzionato a schierare dal primo minuto. Si profilano 90' tranquilli per Piqué e soci.

Buone nuove, invece, da Gorka Iraizoz. Il portiere navarro sembra essersi ripreso bene dall'attacco di gastroenterite che gli aveva impedito di allenarsi qualche giorno fa, pertanto dovrebbe essere lui a difendere la prta biancorossa domani sera. In ogni caso, Armando resta pronto a sostituirlo.

Un altro flash dall'infermeria: Eneko Boveda, giovane utilizzato alcune volte da Caparros, si è fratturato il piede sinistro durante la partita del Bilbao Athletic contro la Cultural Leonesa. Il cachorro sarà operato e resterà fuori per circa tre mesi.

Suona la carica Javi Martinez: "L'ambiente sarà fantastico, noi abbiamo le nostre armi e possiamo vincere. Di certo, quelle contro il Barcellona sono le partite che richiedono più sforzo fisico, perché loro ti fanno correre moltissimo; per questo, tutti noi sappiamo di non poter ottenere un risultato positivo se non ci applichiamo al massimo".

Chiusura con Castillo, che si smarca dalle dichiarazioni di Llorente ed Etxeberria dei giorni scorsi: "Non firmerei per il pareggio, non mi sembra opportuno prima di cominciare l'incontro. Sarebbe un buon risultato, ovviamente, ma quando si scende in campo bisogna avere in mente di vincere. Se entreremo impauriti, non ci sarà niente da fare".

Vergogna.



C'mon Ireland forever.

mercoledì 18 novembre 2009

Notizie del giorno.

E' meno grave del previsto l'infortunio occorso a Iker Munian durante la semifinale del Mondiale under-17: i medici dell'Athletic parlano di una lesione muscolare leggera, che non dovrebbe pregiudicarne la presenza nel big match di sabato sera contro il Barcellona.

Il Castellon vuole prendere in prestito Ion Veléz. La squadra di Segunda ha perso l'attaccante Tabares per tutta la stagione e sta cercando febbrilmente un sostituto tra gli attaccanti sottoutilizzati della serie superiore; tra questi, per l'appunto, anche la punta di Tafalla, finito (giustamente) in fondo alle gerarchie di Caparros. Sembra però che Veléz sia intenzionato a rimanere per giocarsi le sue possibilità; contento lui...

Aggiornamento sugli infortunati. Detto di Muniain, c'è da sottolineare che anche Llorente e Toquero potrebbero riuscire a recuperare dai loro infortuni ed essere della partita sabato. Yeste ed Etxeberria sono praticamente recuperati, mentre oggi Iraizoz non si è allenato per una gastroenterite.

Mancano ancora quattro giorni ad Athletic-Barcellona, ma sui giornali spagnoli si sprecano statistiche, dichiarazioni di grandi ex e celebrazioni dei migliori incontri del passato tra le due squadre. Un dato poco incoraggiante è che l'Athletic in casa ha vinto solo due volte negli ultimi dodici anni: nel 2000/2001 i biancorossi si imposerono 3-1 con la doppietta di Larrazabal e il gol di Yeste, stesso punteggio della vittoria targata 2005/2006 (ma in quell'occasione il Barça, già campione, si presentò in pratica con la squadra B).

venerdì 13 novembre 2009

Notizie del giorno.


Llorente a terra durante la partita col Rayo (foto Marca).

Post-partita di Copa del Rey amaro per l'Athletic: non solo i vicecampioni sono fuori ai sedicesimi, ma tre giocatori sono usciti malconci dalla parita col Rayo. Si tratta di Etxeberria, Toquero e Llorente, tutti fermi per delle lesioni muscolari. Domanda: c'era bisogno di rischiare Gaizka e Nando, entrambi reduci da infortuni, e metterli in campo dal 1' di gioco? Non scordiamoci che in rosa ci sono anche altri attaccanti...

A proposito di infortuni, dalla Nigeria cade una brutta tegola sulla testa di Caparros. Iker Muniain si è stirato al 23' della semifinale del Mondiale under-17 tra la Spagna e i padroni di casa (vinta dai nigeriani per 3-1) ed è uscito dal campo in lacrime, si spera più per la delusione che per il dolore. Non si conoscono ancora entità dell'infortunio e tempi di recupero, ma questo incidente sicuramente segnerà un irrigidimento nei rapporti tra nazionale e club basco, che aveva chiesto espressamente di non convocare Muniain (l'unico della rosa a giocare stabilmente in Primera). Io ritengo che sia stato giusto chiamarlo, ma credo di essere in minoranza.

Autocritica di de Marcos dopo la partita di Coppa: "Ho fatto molti errori, ho avuto due buoni palloni e non sono riuscito a sfruttarli". Bella dimostrazione di franchezza e maturità di Oscar, che mi sembra ogni giorno di più un ottimo elemento. Gli errori ci stanno, specie alla sua età, ma ammetterli non è da tutti.

giovedì 12 novembre 2009

Ritorno dei sedicesimi di Copa del Rey: Atheltic 2-2 Rayo.


Lo striscione per i marinai dell'Alakrana, nave basca sequestrata dai pirati somali; la scritta recita "Liberate i nostri pescatori!" (foto Athletic-club.net).

Athletic: Armando; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili (46' Castillo); Susaeta, Orbaiz, Javi Martínez, De Marcos (54' Etxeberria); Toquero (66' De Cerio), Llorente.
Rayo Vallecano: Dani; Koke, Salva, Pelegrin, Albacar; Rubén Reyes (50' Movilla), Rafa García, Ángel, Jofre (68' Quero); Piti, Collantes (80' Michel).
Reti: 42' Llorente, 72' Collantes, 75' Javi Martínez, 77' Albacar.
Arbitro: Pérez Burrull (Colegio Cántabro).

E' durata 72 minuti la speranza dell'Athletic di ribaltare il 2-0 di Vallecas e di tentare un nuovo assalto alla Copa del Rey: lo strepitoso 1-1 di Collantes, infatti, ha sancito la fine dei giochi anche prima del definitivo 2-2 di Albacar, comunque giusto per quanto mostrato sul campo dal Rayo che, ricordiamolo, gioca in Segunda. I Leoni ci hanno provato, senza dubbio, ma hanno pagato a caro prezzo i troppi gol sbagliati in entrambe le gare e l'incredibile ingenuità proprio sul gol di Collantes, che ha segnato al termine di un'azione di contropiede partita da un calcio d'angolo in favore dei baschi. Caparros ha mostrato di tenere alla Coppa schierando la formazione titolare, anche se non ho ben capito perché abbia messo dal 1' Toquero, al rientro da un infortunio e mai entrato in partita, invece di puntare su Etxeberria, Diaz de Cerio o magari De Marcos in posizione avanzata.
L'inizio dell'Athletic è arrembante e nel primo quarto d'ora a Llorente capitano ben tre palle gol nitide: prima Nando manda fuori un cabezazo da buonissima posizione, quindi tira dal limite sfiorando il palo e infine spreca un'occasione clamorosa, spedendo sulla traversa una conclusione in spaccata da un paio di metri. Il Rayo tiene bene il campo e si fa vedere un paio di volte in contropiede, ma resta la sensazione che i Leoni avrebbero potuto riaprire la gara con un po' di concretezza in più in attacco. Per fortuna al 42' ancora Llorente, unico protagonista del reparto offensivo biancorosso vista la condizione approssimativa di Toquero, raccoglie un assist al bacio di Susaeta e mette dentro di testa con la collaborazione di Koke. Sembra il preludio ad una rimonta da concretizzare nella ripresa, e invece i baschi si infrangono davanti alle parate di Dani (strepitoso su Llorente e Susaeta), sulla traversa di Etxeberria e sul già citato contropiede fatale targato Collantes, che affonda l'Athletic a 20 minuti dal termine. Il gol del centravanti del Rayo è strepitoso (tiro al giro, e al volo, col piatto destro a spedire in rete un campanile che sarebbe stato difficile anche solo controllare...), ma il posizionamento degli uomini di Caparros in occasione del corner a loro favore è roba da terza categoria. La partita finisce qui: i Leoni avrebbero bisogno di tre gol per passare e uno lo segnano pure, grazie al colpo di testa di Javi Martinez, ma dopo due minuti arriva una punizione di Albacar (Armando non irreprensibile nell'occasione) a far calare definitivamente il sipario sul match.
Passa quindi il Rayo, e con pieno merito: i madrileni hanno giocato un'ottima partita di andata e nel ritorno non si sono limitati al cinismo, in quanto hanno mostrato di saper giocare con la palla a terra e di poter tenere testa ad una squadra di categoria superiore in ogni momento del match. Riguardo all'Athletic c'è poco da dire; la volontà non si discute, ma quando il gioco latita sbagliare le poche occasioni da rete che si costruiscono è un peccato che si paga salatissimo. L'eliminazione brucia, ovviamente, ma era poco proponibile pensare di poter continuare a lottare su tre fronti con un gioco approssimativo e una rosa non proprio ricchissima (specie se l'allenatore dimentica cos'è il turnover). Sarà meglio pensare alla prossima partita, visto che a Bilbao arriverà un certo Barcellona.

mercoledì 11 novembre 2009

Novità: le Notizie del giorno.

E' già da parecchio tempo che sto pensando a una ristrutturazione del blog. Così com'è, a partire dalla grafica troppo scarna, comincia a non sembrarmi più adeguato, sia per il buon numero attuale di lettori, sia dal punto di vista dell'assiduità degli aggiornamenti. La vecchia formula (post approfondito per l'argomento del giorno) poteva andare bene quando avevo più tempo libero, ma adesso riesco a scrivere dei commenti decenti solo in occasione delle partite o di qualche post speciale, tralasciando così tutta la parte relativa alle notizie che pure è importante per capire la realtà Athletic, o comunque per essere minimamente aggiornati su movimenti di mercato, infortuni e notizie societarie.
Stamani, mentre mi lavavo i denti (notate lo spaccato di "vita vissuta", ndr), ho avuto l'illuminazione; niente di particolarmente originale, sia chiaro, ma solo una piccola idea per rendere questo blog più aggiornato e vivace. La novità è questa: ogni mattina scriverò un post, dal titolo "Notizie del giorno", nel quale ci saranno dei flash in stile-Twitter, dunque molto brevi, sulle principali news dal mondo biancorosso. Il post verrà aggiornato man mano che usciranno notizie fresche e i commenti saranno aperti lungo tutto l'arco della giornata. Accanto a questi "lanci d'agenzia" ci saranno come sempre i miei commenti sulle partite e qualche approfondimento, che spero di poter fornire con maggiore regolarità di quanto fatto finora.
Questa è solo la prima opera di miglioramento del blog che ho in mente, altre seguiranno a partire da un restyling della grafica. I tempi non saranno brevi e non posso dare delle scadenze precise, ma vi assicuro che sto lavorando per rendere questo spazio più accogliente e aggiornato di quanto non sia stato finora.
Si parte, dunque. Senza ulteriori preamboli, vado a presentarvi le "Notizie del giorno" di oggi, molte delle quali incentrate sul ritorno di Copa del Rey contro il Rayo di stasera:

Caparros: "Servirà una partita superba per passare". Il tecnico riconosce che rimontare sarà "complicato", ma non intende forzare il recupero di alcuni elementi per tentare l'impresa (Llorente e Toquero su tutti).

Parla anche il presidente Macua, che si appella allo spirito del San Mamés e si dice sicuro che "lo stadio segnerà almeno un gol". Non c'è che dire, il prepartita è molto simile a quello dell'anno scorso contro il Siviglia, anche se allora si giocava una semifinale...

L'ultima dichiarazione è del capitano, Etxeberria: "Lo spogliatoio crede nella rimonta". Una curiosità: il Gallo era in campo (e segnò una doppietta) nel ritorno degli ottavi della stagione '97/'98, quando l'Athletic rimontò il 2-0 subito all'andata contro l'Extremadura, squadra all'epoca in Segunda.

Interessante intervista a Bolo, indimenticato ex del club di Vallecas cresciuto nella cantera dei Leoni, che si immagina un Rayo disposto a dare tutto nel match di stasera. Speriamo che non finisca come nel '99/'00, stagione che vide il trionfo dei madrileni di Bolo sui biancorossi.

Pablo Orbaiz ha recentemente rinnovato il suo contratto per due anni. Se dovesse giocare 25 partite ella stagione 2011/2012, scatterà il rinnovo automatico anche per la terza. La mia opinione? Era meglio salutarlo a giugno.

C'è un dato statistico importante a confortare Caparros: la partenza di quest'anno è la migliore dell'Athletic da quando sono stati introdotti i tre punti per la vittoria (stagione 1995/1996).

Marketing e Athletic: presentati ieri l'orologio Sentimiento Athletic e la birra San Miguel in edizione speciale con i colori biancorossi.

Aggiornamento ore 15.
Ecco i convocati per la partita di stasera: Armando, Iraizoz, Iago Herrerín; Iraola, Koikili, Ustaritz, Amorebieta, Castillo; David López, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegi, Javi Martínez, De Marcos; Etxeberria, Díaz de Cerio, Llorente, Toquero.
Probabile formazione (4-4-2): Armando; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; Susaeta, Orbaiz, Javi Martinez, De Marcos; Llorente, Etxeberria.

martedì 10 novembre 2009

10a giornata: Racing 0-2 Athletic.

Non ho visto la partita di domenica a causa di problemi di connessione che si risolveranno solo fra qualche settimana, perciò - non avendo peraltro molto tempo libero - per stavolta "passo", come si suol dire, e posto un video con le azioni salienti del Derbi del Norte che i Leoni hanno vinto per 2-0.
Vittoria buonissima per la classifica e per l'importanza del match per la tifoseria, ma ottenuta (secondo quanto ho potuto leggere) più a causa dell'inconsistenza del Racing che attraverso una prestazione convincente della squadra. Ma tant'è, la musica è questa ed è ormai evidente che Caparros ha salvato la panchina contro l'Atletico, perciò mettiamoci l'anima in pace e sosteniamo come sempre il nostro Athletic, consci che pure questa stagione non vedremo un gran calcio. Teniamo comunque a mente che i biancorossi sono capaci di grandi fiammate e di exploit improvvisi, specie nelle competizioni da dentro o fuori, anche se già mercoledì saranno chiamati all'impresa per proseguire il cammino in Copa del Rey.
In chiusura, vorrei esprimere la mia gioia per il ritorno al gol dopo quattro anni di Carlos Gurpegi, che quest'anno sta trovando continuità d'impiego e sta dimostrando di essere tornato ai suoi eccellenti livelli di rendimento, che lo rendono un elemento di grande importanza per la nostra squadra. Aupa Carlos, siamo sempre tutti con te!



lunedì 2 novembre 2009

9a giornata: Athletic 1-0 Atletico.


Javi Martinez esulta dopo aver segnato il gol partita (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; Susaeta (72' David López), Orbaiz (66' Íñigo Pérez), Javi Martínez, De Marcos; Toquero (42' Gabilondo), Llorente.
Atlético de Madrid:
Asenjo; Ujfalusi, Pablo, Juanito, Antonio López; Maxi (61' Jurado), Raúl García, Assunçao, Simao (83' Reyes); Agüero, Forlán.
Reti:
19' Javi Martínez.
Arbitro:
Ramírez Domínguez (Colegio Andaluz).

Come teorizzava Gene Gnocchi nel suo eccezionale "Il culo di Sacchi", un allenatore può essere tatticamente preparatissimo e molto dotato nella gestione del gruppo, ma ha bisogno comunque di un fattore imprescindibile per avere successo: il fattore C, detto dai più educati "fortuna". Ai tempi dell'Arrighe rossonero, si sussurrava che il Milan avesse un campione anche più forte dei vari Van Basten, Gullitt, Maldini e compagnia cantante; era uno straniero, slavo probabilmente, e il suo nome era Culovic. Oggi scopriamo che anche Caparros deve conoscere il suddetto fuoriclasse, perché la vittoria di ieri contro l'Atletico va ascritta non ai vari Javi Martinez, Llorente o Iraizoz di turno, ma al noto "fattore C": vedere per credere i pali colti, nel giro di un minuto, da Forlan e Agüero con due terribili quanto stilisticamente strepitose sassate dalla distanza, sulle quali il buon Gorka non ha potuto far altro che tuffarsi a vuoto. L'ottimo Culovic, dicevo, è con tutta probabilità un amico intimo di Jokin, giacché interviene a salvarlo nei momenti in cui la sua panchina traballa vistosamente; l'anno scorso l'andaluso venne salvato da un gol di Llorente a Maiorca nel terzo minuto di recupero (in caso di sconfitta sarebbe stato esonerato), mentre stavolta a salvarlo sono stati i legni (tre, contando quello di Maxi Rodriguez a inizio partita): se non è opera di Culovic questa... La domanda che lubranamente mi sorge spontanea è questa: a chi fa bene questa vittoria? All'Athletic, tornato al successo dopo un lungo digiuno? Alla dirigenza, che non può permettersi di venire contestata ora che c'è in ballo il nuovo stadio? Oppure a Caparros, che si è guadagnato altro credito e non sarà rimesso in discussione per un po'? La mia modesta opinione è che a guadagnarci non sarà la squadra, che non inizierà a giocare bene per miracolo dalla prossima partita e che continuerà ad offrirci le partite a bassissimo tasso di spettacolarità a cui ormai abbiamo fatto il callo.
La partita di ieri è stata a due facce, caratteristica questa che per me è il vero marchio di fabbrica dei Leoni sotto la gestione dell'utrerano: dopo un primo tempo di buon livello grazie ad un pressing feroce, all'aggressività sulle fasce (Susaeta e de Marcos sono i veri punti di forza dell'undici zurigorri) e alla pericolosità sui calci da fermo, come dimostrato dall'incornata vincente di Javi Martinez su punizione di Orbaiz, l'Athletic si è sgonfiato nella ripresa e ha permesso ad un Atletico fin lì inguardabile di venire fuori e di sfiorare il pareggio in almeno cinque occasioni. La mancanza di palleggiatori capaci di congelare il gioco a centrocampo, unita all'impossibilità di tenere alti i ritmi fino al 90' e all'assenza di pericolosità in attacco, permette quasi sempre il ritorno degli avversari, anche perché raramente i Leoni riescono a chiudere la partita e finiscono quindi per soffrire fino al 90', cosa che comporta un dispendio di energie psico-fisiche da non sottovalutare visto il calendario fitto di impegni. Ieri è andata bene, ma se l'Atletico avesse segnato non avrebbe rubato nulla, anzi.
La domanda che ponevo all'inizio resta: per chi è utile questa vittoria? Come detto, ho l'impressione che serva a tutto fuorché al miglioramento delle prestazioni della squadra.

mercoledì 28 ottobre 2009

Grazie merdengues!

Meno male ci siete voi Galacticos (!) a tirarci un po' su di morale...



PS Alcorcon?!? Giusto a Football Manager l'avevo sentito nominare...

martedì 27 ottobre 2009

8a giornata: Getafe 2-0 Athletic.


Gurpegi esce dal campo dopo l'espulsione (foto Athletic-club.net).

Getafe: Ustari; Cortés, Mario, "Cata" Díaz, Mané; Boateng, Celestini (58' Gavilán); Pedro León, Parejo (75' Casquero), Manu (58' Albín); Soldado.
Athletic: Iraizoz; Iraola, Amorebieta, Ustaritz, Castillo; Susaeta, Javi Martínez, Gurpegui, Gabilondo (63' Ion Vélez); Toquero, Llorente (76' Koikili).
Reti: 60' Soldado, 70' Parejo (rig.).
Arbitro: Undiano Mallenco (Comité Navarro).
Note: espulsi al 41' Gurpegui (A) per doppia ammonizione e all'88' Ustaritz (A) per fallo da ultimo uomo.

Così non va, signori miei, proprio non ci siamo. L'Athletic ha rimediato l'ennesima sconfitta in campionato contro un rivale abbordabile e ha cancellato in 90' le sensazioni positive trasmesse a tutto l'ambiente dalla vittoria, sofferta e importantissima, contro il Nacional da Madeira in UEFA. Non è tanto il risultato a destare le maggiori preoccupazioni, quanto il modo in cui è maturato il 2-0 per il Getafe: la squadra non solo è stata distratta in difesa e nulla in attacco, come ultimamente accade spesso, ma ha anche mostrato un nervosismo e una mancanza di concentrazione davvero preoccupanti. Per rendere l'idea dello spettacolo penoso offerto dai Leoni sul terreno di gioco, cito testualmente quanto scritto dal giornalista di Marca Tomas Campos: "Es difícil saber a qué juegan los rojiblancos. Defienden mal y atacan a trompicones. Así pasa que la primera adversidad se convierte en un 'ochomil' inexpugnable". Credo non necessiti di traduzione. La metafora dell' "ottomila inespugnabile" di cui parla Campos è quanto mai azzeccata, poiché rende benissimo l'idea di una formazione allo sbando, senza idee e mal diretta, che alla prima difficoltà non è più in grado di rimanere aggrappata alla partita; nel caso di domenica, tale difficoltà è stata l'espulsione evitabilissima di Gurpegi, che ha visto il secondo giallo per aver trattenuto per la maglia Soldado, che gli aveva soffiato il pallone a centrocampo. Un fallo istintivo, fatto ovviamente senza pensare alle conseguenze, che ha pesato in maniera evidente sull'andamento della gara, eppure non sarebbe giusto dare tutte le colpe a Carlos: una squadra tosta, organizzata e dotata di carattere non alza bandiera bianca se si trova a giocare 10 contro 11, mentre l'Athletic nel secondo tempo si è arreso praticamente senza combattere. Nella prima frazione, nonostante un gioco orribile, in un paio di occasioni i biancorossi avevano spaventato Ustari con Llorente (grande azione, tre uomini saltati e sinistro fuori) e una punizione di Susaeta, ma nella ripresa non ha tirato in porta. Una vergogna, punto e basta, nient'affatto mitigata dalla buonissima gara di Iraizoz, che ha limitato il passivo con alcuni grandi interventi, senza i quali staremmo parlando di una meritata goleada degli azulones. Difficile trovare qualcuno oltre a Gorka in grado di salvarsi nel pastrocchio del Coliseum Alfonso Pérez. Ustaritz ha l'attenuante di giocare poco, ma se continua a farsi trovare impreparato quando viene chiamato in causa non ritroverà mai il posto: attualmente è l'ombra dell'ottimo difensore lanciato in prima squadra da Clemente e il fallo da espulsione commesso a due minuti dalla fine, a partita quindi già chiusa, testimonia del suo momento alquanto confuso. Amorebieta continua a non convincere per nulla, mentre Castillo dovrebbe aver finito il periodo di ambientamento ma per ora è sempre non pervenuto. Per Toquero e Llorente c'è l'alibi, fondatissimo, dell'isolamento totale nel quale sono lasciati, e se per segnare c'è bisogno che Nando scarti sempre tre avversari non c'è da stare tranquilli. Gurpegi e Javi Martinez offrono molto in termini di dinamismo, copertura e inserimenti, ma non sono centrocampisti adatti per l'impostazione, e si vede; restano le fasce, ma non è pensabile delegare tutti i compiti creativi al pur ottimo Susaeta di questo inizio di stagione (Gabilondo è il solito soldatino, urge de Marcos). Devo dire che, come al solito, anche Caparros ci mette del suo: vero che al 76' il sipario era calato, tuttavia il cambio dell'infortunato Llorente con Koikili mi lascia più che perplesso.
Insomma, citando Flaiano "la situazione è grave ma non è seria". Questo perché mi sembra che in molti (dirigenza, giornalisti e anche tifosi) siano in altre faccende affaccendati e non diano peso alla terribile serie di risultati in cui la squadra ultimamente è incappata. Sarà che io ho sempre in mente il Celta di qualche anno fa, splendido in Champion's e retrocesso in Liga, ma i discorsi del tipo "ci sono almeno 3-4 squadre improponibili (leggasi: già retrocesse)" lasciano il tempo che trovano. Io mi chiedo seriamente cosa debba fare Caparros per essere esonerato: il gioco è penoso, i risultati negativi, molti giocatori sono involuti eppure tutto tace. Speriamo che qualcuno si accorga di ciò che abbiamo davanti agli occhi prima che sia troppo tardi.

martedì 20 ottobre 2009

7a giornata: Athletic 1-2 Sporting.


Gioia asturiana mentre Toquero se ne va a testa bassa (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Etxeita, Amorebieta, Koikili (81' Gabilondo); Susaeta (81' Etxeberria), Javi Martínez, Gurpegui (62' Orbaiz), De Marcos; Toquero, Llorente.
Real Sporting de Gijón: Juan Pablo; Lora, Gregory, Botía, Canella; Michel, Rivera; Luis Morán (74' Carmelo), De las Cuevas (83' Iván Hernández), Diego Castro; Barral (67' Bilic).
Reti: 65' e 77' De las Cuevas, 82' Toquero.
Arbitro: González Vázquez (Colegio gallego).

Correva la stagione 1990/1991 quando una doppietta di Luis Enrique aveva regalato allo Sporting l'ultima vittoria tra le mura del San Mamés, e un'altra doppietta, stavolta di De las Cuevas, ha affondato l'Athletic ancora una volta. Indifendibile la squadra di Caparros: con una difesa svagata e un attacco incapace di pungere si va poco lontano, e personalmente trovo che da salvare ci sia solo la buona prestazione delle due ali, Susaeta e de Marcos, e la prova tutta sostanza di Gurpegi, che sta tornando partita dopo partita il mastino di prima della squalifica. Male invece i due centrali, specie Amorebieta: con Ustaritz spesso infortunato e Ocio che ne avrà per almeno due mesi, la situazione dietro non è rosea (ma San Josè? Qualcuno potrebbe spiegare il motivo per cui è stato preso, visto che non gioca mai?). In tanti speravano che la pausa servisse a ricaricare le pile per riuscire a riprendere il filotto di vittorie interrottosi a Tenerife, ma la gara di domenica ha confermato quanto molti altri, me compreso, sospettavano: la partenza a razzo è stata un evento puramente casuale, determinato da una condizione fisica migliore della concorrenza e dalla caratura delle squadre incontrate all'inizio (l'unica davvero buona, il Villarreal, è in crisi nerissima). E d'altra parte era quasi impossibile pensare che i Leoni avessero imboccato la strada giusta: apprezzo sempre gli ottimisti, ma dopo due anni e mezzo di Caparros credo che solo gli ingenui possano realmente pensare che la squadra, con questa guida tecnica, possa ambire a qualcosa in più di una salvezza.
Poco da dire sulla partita: dopo un quarto d'ora molto buono dello Sporting, l'Athletic prende le misure agli avversari e inizia a portare i suoi attacchi sulle fasce, dove un ottimo Susaeta e un de Marcos molto pimpante mettono in difficoltà i difensori asturiani, tuttavia le occasioni da gol non arrivano. Insomma: battaglia a centrocampo, alcune azioni individuali ma pochissimo lavoro per entrambi i portieri. Con un Llorente spesso più lontano dalla porta di Toquero, tocca a Gaizka spaventare Juan Pablo nel primo tempo: colpo di testa al 31' e palla fuori di poco. Nel secondo tempo gli ospiti, lodevoli per concentrazione, spirito battagliero e disposizione in campo, passano in vantaggio con una bella punizione di De las Cuevas, giovane interessante di proprietà dell'Atletico; l'esecuzione del giocatore è ottima (palla forte piazzata sotto l'incrocio), Iraizoz però ci mette del suo facendosi uccellare sul proprio palo. Reazioni biancorosse? In concreto poco o nulla, ma dello sbilanciamento in avanti dei baschi approfitta al 77' lo Sporting: contropiede perfetto degli asturiani, assist di Carmelo (favorito dal temporeggiamento troppo prolungato di Amorebieta) e piattone vincente ancora di De las Cuevas. Caparros butta dentro Gabilondo ed Etxeberria per Koikili e Susaeta, fin lì tra i migliori (come del resto Gurpegi, sostituito non si sa per quale motivo dopo un'ora di gioco), e dopo un minuto proprio "Oso ondo" pesca Toquero che insacca l'1-2. E' comunque troppo tardi per un Athletic che merita assolutamente la sconfitta di fronte a un rivale molto più motivato e propositivo, nonostante una cifra tecnica non proprio di primo piano.
Per evitarvi la solita litania ho deciso di auto-censurarmi e di non scrivere una parola sul gioco (?) espresso domenica sera, limitando la mia riflessione ad un solo pensiero: con tre fronti aperti (Liga, Copa del Rey, UEFA) e questo livello di prestazioni, sarà meglio pensare a salvarsi prima di fare grandi progetti.

mercoledì 7 ottobre 2009

Iker Muniain Goñi.


(foto Athletic-club.net)


Innanzi tutto mi scuso per la mancata copertura della partita con il Valladolid: attualmente ho diversi problemi di connessione e di tempo, ma cercherò di tornare ai soliti ritmi alla ripresa del campionato. Il 2-2 in casa dei pucelani, che ha messo fine ad un'emorragia fatta di tre sconfitte consecutive, è stata una gara pazza: tre espulsi (tra cui Ustaritz), la paura per il colpo in testa preso da Llorente, ribaltamenti del punteggio, bei gol e, dulcis in fundo, la rete del pareggio di Muniain, che lo rende il più giovane marcatore nella storia della Liga. Detto che Nando adesso sta bene ed è tornato a casa dopo un paio di giorni d'osservazione, mi sembra doveroso dedicare un intero post a Iker, che ho finalmente potuto seguire a sufficienza per poterne tracciare un breve profilo.

Nato a Iruñea-Pamplona (Nafarroa) il 19/12/1992. Seconda punta o trequartista di fascia, 1,69 m per 63 kg, è il miglior prodotto della cantera biancorossa degli ultimi anni e uno degli under 20 più promettenti del mondo. Baricentro basso, agilità impressionante e tecnica eccellente rappresentano il biglietto da visita di questo navarro quasi diciassettenne, che sta bruciando ogni tappa possibile e immaginabile all'interno del calcio spagnolo. Ciò che più impressiona di Muniain non è tanto la rapidità nel gioco di gambe, il dribbling secco o la fantasia che pure possiede in abbondanza, quanto la sfrontatezza con cui scende in campo e l'assoluta consapevolezza dei propri mezzi che ad ogni incontro dimostra di avere; Iker non è un giocatore timido, tutt'altro: già adesso non si nasconde mai e si prende anzi le sue responsabilità senza problemi. Un giocatore di grande personalità, dunque, più simile in questo all'Etxeberria degli esordi (il soprannome Gallo affibbiato a Etxebe non è casuale) che al primo Llorente, anche se il navarro non si è ancora dovuto confrontare con gli inevitabili problemi che sorgeranno nel suo cammino verso la piena maturazione. Un cammino che, tra le altre cose, dovrà anche portarlo a rafforzare un fisico per adesso fin troppo leggero, che potrebbe creargli dei problemi notevoli ora che gli avversari hanno imparato a conoscerlo. Da migliorare anche la bassa capacità di finalizzazione e la poca freddezza davanti al portiere, difetti che nelle categorie giovanili ne hanno limitato lo score nonostante le enormi qualità. Cresciuto nel Txantrea di Pamplona, Muniain viene subito notato dagli osservatori dell'Athletic anche grazie alla parentela con i fratelli Goñi, già portati a Lezama e di cui Iker è cugino; nel 2005 si trasferisce a Bilbao e inizia la scalata che, nel giro di 4 anni, lo porta a militare in tutte le formazioni giovanili biancorosse, per poi approdare in prima squadra all'inizio della stagione attuale su indicazione di Caparros, che lo seguiva da tempo. La partita contro lo Young Boys, datata 30 luglio 2009, lo rende il giocatore più giovane ad aver indossato in gare ufficiali la maglia dei Leoni, mentre il gol segnato al ritorno con gli svizzeri lo consacra come il più giovane marcatore della storia del club. Ma i record non finiscono qui: il 30 agosto Muniain diventa il più giovane esordiente biancorosso in campionato (Athletic-Espanyol), e con il gol di domenica al Valladolid diviene il più giovane marcatore della storia della Liga, superando alcuni carneadi ma anche giocatori come Raul e Bojan. Dati impressionanti che, nonostante la stupidità insita nel fare paragoni (specie a nemmeno 17 anni), hanno fatto accostare il suo nome addirittura a quello di Leo Messi. Aldilà delle trombonate, siamo certamente di fronte a un giocatore con caratteristiche da potenziale fuoriclasse, del quale (lasciatemi peccare di immodestia) su questo blog si parla da tempo, mentre molti "esperti" che lo hanno scoperto da un paio di giorni al massimo già si lanciano in lodi sperticate e grandi analisi del suo gioco, scritte in base a cosa non si sa. Se continua così, il futuro è suo.

lunedì 28 settembre 2009

5a giornata: Athletic 0-4 Sevilla.

Non ho visto la partita perché mi trovavo a Torino per la riunione annuale dei Leones Italianos (una fortuna, visto come ci hanno massacrato in campo...), quindi vado a postare un'ampia sintesi della partita. Nota per i tifosi facili all'incazzatura: evitate di vedere il primo e il terzo gol onde risparmiarvi di eruttare la sequela di insulti verso il nostro portiere, e non solo lui, come invece ho fatto io. Buona visione, si fa per dire.



Ecco l'album fotografio della riunione, sempre divertente e animata: Leones Italianos a Torino.

giovedì 24 settembre 2009

4a giornata: Tenerife 1-0 Athletic.


Iraizoz ferma Nino: non è bastata una grande prestazione di Gorka per evitare la sconfitta (foto Athletic-club.net)

Tenerife: Aragoneses; Aitor Núñez (68' Dinei), Sicilia, Manolo Martínez, Bellvis; Ricardo (41' Mikel Alonso), Román Martínez; Kome, Richi (60' Omar), Alfaro; Nino.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Iturraspe (50' Gurpegui), Yeste, Gabilondo; Etxeberria (64' Llorente), Muniain (46' Toquero).
Reti: 86' Mikel Alonso.
Arbitro: Alfonso Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).

L'Athletic manca l'appuntamento con la storia (con la s minuscola, ovviamente), perde a Tenerife e fa così sfumare la possibilità di realizzare il suo miglior inizio liguero di sempre. Poco male per il record svanito, ché francamente certe cose lasciano il tempo che trovano, ma è la qualità della prestazione a suscitare il rammarico più forte. Si è rivista la squadra timida e impacciata di sempre, insomma, e dopo la sbornia della settimana passata non è stato un bello spettacolo. Caparros ci ha comunque messo del suo, in quanto è vero che i fronti sono tre e gli impegni ravvicinati, ma stravolgere una squadra come ha fatto Jokin a Tenerife raramente porta buoni frutti. L'utrerano non conosce mezze misure: l'anno scorso contava unicamente su un blocco di 13-14 giocatori, mentre in questo inizio di stagione non ha praticamente mai proposto la stessa formazione. Una via di mezzo tra le due alternative non sarebbe sgradita.
Come detto in precedenza, il mister biancorosso cambia mezza squadra in previsione della partita di sabato contro il "suo" Siviglia; in difesa rientrano Castillo e Aitor Ocio, tuttavia è a centrocampo e in attacco che vengono effettuate le rotazioni più stravaganti. Sia il doble pivote formato da Yeste e Iturraspe che la coppia offensiva Etxeberria-Munian, infatti, sono novità assolute e lasciano non pochi dubbi sulla loro efficacia reale. L'inizio shockante (errore in rinvio di Iraizoz e tiro centrale da buonissima posizione di Alfaro, al primo minuto) è il preludio ad un primo tempo imbarazzante per i Leoni, schiacciati dai padroni di casa nella propria metà campo e incapaci non solo di creare uno straccio di occasione da gol, ma anche di riuscire a disimpegnarsi con azioni ragionate e non con qualche pallonata in avanti. Yeste e Iturraspe hanno caratteristiche da costruttori di gioco più che da interdittori e la mancanza di Gurpegi, vero elemento chiave delle prime uscite stagionali, si sente forse più di quella di Llorente; in avanti, comunque, il Gallo e la nuova Perla di Lezama sono impalpabili, più per demeriti della squadra (e soprattutto dell'allenatore) che per loro colpa. Quando si schierano due seconde punte tecniche, leggere, inesistenti di testa e nel corpo a corpo, con l'aggravante per Etxebe della lentezza dovuta all'età, non bisogna stupirsi se il risultato è zero tiri in porta in 45', specie se il resto della squadra non riesce a giocare basso e a recapitare un pallone pulito dalla trequarti in su. L'Athletic ha due centravanti di ruolo, Llorente e de Cerio: è troppo chiedere all'allenatore di variare il gioco, se non il modulo, quando non è in campo un puntero? Aldilà dei discorsi tattici, resta il fatto che il Tenerife domina in modo palese e non riesce a portarsi in vantaggio solo per la grande serata di Iraizoz e per gli errori dei suoi attaccanti, che sbagliano alcune occasioni davvero clamorose. Alfaro, Nino e soprattutto un devastante Kome fanno il bello e il cattivo tempo nella metà campo bilbaina, confermando che i canari dispongono di buone risorse offensive e che Oltra sa come sfruttarle, specie nelle gare casalinghe. Ai padroni di casa manca la precisione ed è per questo motivo che all'intervallo il punteggio è ancora di 0-0.
Caparros comprende di aver sbagliato completamente formazione e corre ai ripari inserendo prima Toquero per Muniain (cambio poco comprensibile, serviva una prima punta e Gaizka non lo è), quindi Gurpegi per un invisibile Iturraspe. Anche se dal punto di vista della creazione di gioco l'Athletic continua a latitare, l'ingresso di Carlos dà finalmente consistenza al centrocampo e la situazione difensiva migliora nettamente, tanto che Iraizoz rischia solo una volta al 51', con Alfaro che spedisce fuori da pochi metri un assist prezioso di Kome. Il cambio Llorente-Etxeberria non dà ai baschi la sperata scossa in attacco, ma serve comunque a tenere la palla lontano dall'area di rigore e restituisce un punto di riferimento ai centrocampisti, che possono scaricare su Nando e interrompere così la pressione degli isolani. Da parte sua, il Tenerife cala fisiologicamente il ritmo e la partita sembra dunque indirizzarsi sui binari del pareggio. Il punticino sarebbe però un premio immeritato per l'Athletic e i Leoni decidono di dare ai canari il giusto premio per la loro bella partita addormentandosi sulla punizione di Alfaro all'86': Mikel Alonso ringrazia e segna indisturbato di testa sul secondo palo. Per il fratello di Xabi, cresciuto come il regista del Madrid nella cantera della Real Sociedad, è un gol che vale doppio. I biancorossi tentano un improbabile assalto all'arma bianca nel finale e per due volte Toquero avrebbe sulla testa il pallone del pari, peccato che sprechi entrambe le volte concludendo debolmente e confermando con ciò di non essere il classico bomber che qualcuno, ahilui, si ostina a vedere dalla scorsa stagione.
Finisce dunque 1-0 per il Tenerife, risultato giustissimo che rappresenta la prima, meritata sconfitta stagionale in campionato per gli uomini di Caparros. I miei dubbi sulla gestione della gara da parte di Jokin li ho espressi in apertura e non intendo ripeterli un'altra volta; speriamo solo che l'utrerano abbia compreso di non poter stravolgere il suo undici come ha fatto ieri, perché non abbiamo la rosa delle prime della classe e non saranno certo tre vittorie di fila a cambiare questa realtà.

martedì 22 settembre 2009

3a giornata: Athletic 3-2 Villarreal.


Javi Martinez ha appena insaccato il terzo gol: Koi esulta (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; David López (73' Muniain), Javi Martínez (65' Yeste), Gurpegui, Gabilondo; Toquero, Llorente (79' Aketxe).
Villarreal: Diego López; Ángel, Godín, Marcano, Capdevila; Cani (53' Nilmar), Eguren, Ibagaza (17' David Fuster), Cazorla; Rossi (71' Pires), Llorente.
Reti: 11' e 39' Llorente, 49' Cani, 58' Javi Martínez, 84' Cazorla.
Arbitro: Muñiz Fernández (Comité asturiano).

Se è un sogno, non svegliateci. La terza vittoria su tre partite di Liga proietta l'Athletic in testa alla classifica, a pari punti con le due corazzate del campionato spagnolo, Barcellona e Real Madrid, e rappresenta una delle migliori partenze nell'intera storia del club. La soddisfazione più grande è però rappresentata dal modo in cui i Leoni hanno interpretato le gare con Austria Vienna e Villarreal: il maggior latitante degli ultimi anni e anche delle prime uscite stagionali, il gioco, si è improvvisamente materializzato a Bilbao e ha regalato due prestazioni tra le migliori del recente passato biancorosso. L'undici visto in campo nell'ultima settimana non ha niente a che vedere con quella sbiadita accozzaglia di giocatori che troppe volte hanno deluso; al pressing e all'attenzione in fase difensiva, infatti, la squadra ha unito una circolazione di palla finalmente efficace, la capacità di effettuare transizioni veloci e la ricerca dell'azione manovrata, specie sulle fasce. Va da sé che la condizione fisica al top favorisce per il momento l'Athletic, visto che molte formazioni avversarie sono decisamente in ritardo di forma, ma è altrettanto vero che l'atteggiamento generale dei bilbaini sembra diverso, più maturo e consapevole dei propri mezzi; ho detto “sembra” perché era già successo che la squadra riuscisse ad esprimere un buon calcio per brevi periodi della temporada (l'anno scorso vi fu il filotto dei 3-2 contro Atletico Madrid, Valencia e Malaga, ad esempio), dunque godiamoci il buon momento dei Leoni restando comunque consapevoli che finora la mancanza di continuità è stata una delle principali pecche della gestione Caparros.
L'utrerano decide di praticare un turnover massiccio, cosa per lui piuttosto inusuale, e cambia ben sei giocatori: escono Ocio, Castillo, Susaeta, Yeste, Etxeberria e Muniain ed entrano Ustaritz, Koikili, David Lopez, Javi Martinez, Gabilondo e Toquero. Txingurri Valverde, che personalmente avrei preferito sulla panchina di casa, è invece alla ricerca della prima vittoria da allenatore del Submarino amarillo e schiera la miglior formazione a sua disposizione, con Rossi e Joseba Llorente a far coppia in avanti e Ibagaza in posizione di regista. Chi si aspetta il solito atteggiamento sparagnino e poco propositivo che l'Athletic esibisce contro rivali di buona caratura resta subito favorevolmente sorpreso, visto che i baschi piantano le tende nella metà campo altrui e tengono in mano il pallino del gioco, cercando di sfondare soprattutto sulle corsie laterali. Gabilondo al 10' spaventa Diego Lopez con una volee di sinistro alta di poco, ma dopo un solo giro di lancette ecco l'azione buona per il vantaggio: grande apertura sulla destra di Toquero per David Lopez, liberissimo e dunque in grado di alzare la testa e prendere la mira, cosicché Llorente deve solo spingere in rete la palla d'oro recapitatagli dall'esterno riojano. L'1-0 non appaga i Leoni, desiderosi come non mai di mettere al tappeto un avversario già fuori fase, e solo le grandi parate del portiere del Villarreal impediscono ai padroni di casa di scappare via prima della mezz’ora di gioco. Al minuto 39, però, Diego Lopez non si muove nemmeno sul diagonale mancino di Llorente, imbeccato ancora una volta da David Lopez dopo una palla recuperata dal solito, generosissimo Toquero. Il 2-0 è il giusto coronamento ad un primo tempo sontuoso dei Leoni, veramente impeccabili in ogni zona del campo; una menzione speciale la merita comunque capitan Gurpegi, che sembra tornato ai bei tempi in cui correva per tre e riusciva da solo a speccare gran parte delle trame avversarie. E i "marinai" del Submarino? Forse condizionati dall'uscita per infortunio di Ibagaza al 17', gli ospiti si fanno vedere dalle parti di Iraizoz solo una volta in 45', peraltro senza spaventare il numero 1 navarro.
La ripresa si apre con il classico fulmine a ciel sereno: un cross dalla sinistra di Capdevila coglie Ustaritz e Amorebieta con la testa ancora negli spogliatoi, Llorente fa da sponda per Cani e il numero 10 spiazza Gorka con un tiro di prima intenzione. Un gol subìto solitamente ha l'effetto di minare tutte le certezze dei Leoni e di rimettere in discussione partite che sembravano già chiuse, ma l'Athletic stavolta dimostra di avere carattere e non rinuncia a giocare, anzi. I biancorossi continuano ad attaccare come se nulla fosse e, dopo aver chiamato in causa almeno un paio di volte Diego Lopez, tornano in vantaggio di due reti grazie ad un cabezazo perfetto di Javi Martinez su corner di Gabilondo. C'è poco da fare, quando il navarro è libero da compiti esclusivi di marcatura è un giocatore potenzialmente devastante e la coppia che forma con Gurpegi, pur se non attrezzata dal punto di vista dell'organizzazione di gioco, è fisicamente eccezionale e può dare molto in termini di dinamismo e pericolosità nella trequarti altrui, specie se la manovra passa dalle fasce e non dal centro. La partita non cala di ritmo, anche se da parte dei bilbaini si intuisce la volontà di controllare il match più che di cercare il quarto gol; Caparros fa dunque tirare il fiato a Javi Martinez, leggermente contuso, David Lopez e Llorente, che viene sostituito dall’esordiente Aketxe (si sa poco di questo 20enne ex giocatore dell'Arenas de Getxo: anche Caparros, interrogato in merito, ha detto che non lo conosceva e che lo ha convocato dopo aver notato le doti del giovane durante gli allenamenti dei cachorros). All'84' una punizione di Cazorla buca un colpevole Iraizoz sul suo palo, ma nonostante 10 minuti finali di relativa sofferenza l'Athletic riesce a portare a casa una vittoria preziosissima.
Arriveranno tempi di magra in cui la condizione sarà scarsa e la squadra soffrirà, però adesso siamo in vetta e possiamo goderci appieno una sensazione fantastica a cui non siamo abituati.

sabato 19 settembre 2009

Girone L di Coppa UEFA: Athletic 3-0 Austria Vienna.


Llorente festeggiato dopo un gol (foto Marca).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola (75’ Zubiaurre), Ocio, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Gurpegui (82’ San José), Yeste, Muniain; Etxeberria, Llorente (59’ David López).
Austria Vienna: Safar; Standfest, Bak, Ortlechner, Suttner; Klein, Vorisek (77’ Madl), Dragovic, Emin Sulimani (31’ Liendl); Jun, Diabang (59’ Schumacher).
Reti: 7’ (rig.) e 24’ Llorente, 56’ Muniain.
Arbitro: Kevin Blom (Holanda).
Note: espulso al 70’ Suttner (AV) per gioco violento.

L'attesa è durata più di quattro anni, ma la rentrée europea dell'Athletic non ha deluso le attese dei tifosi biancorossi: 3-0 netto e una prova finalmente di spessore anche dal punto di vista del gioco, con un dominio sul terreno del San Mamés che è andato oltre al pur netto punteggio. L'Austria Vienna, che nel 2005 eliminò a sorpresa il lanciatissimo undici di Valverde espugnando la Cattedrale, si è dovuta inchinare di fronte ad una prestazione ricca di personalità e di buone trame da parte dei bilbaini, forse mai così in palla da quando Txingurri se ne andò da Bilbao (Caparros stesso ha dichiarato di aver visto la miglior partita dei suoi da quando siede sulla panchina basca).
L'allenatore di Utrera schiera per dieci undicesimi la formazione attesa (Gurpegi dentro per lo squalificato Javi Martinez), con l'unica, grande novità rappresentata da Etxeberria in luogo di Toquero; per il Gallo è una serata doppiamente speciale, poiché ritrova una maglia da titolare proprio in occasione della presenza numero 500 con la maglia dell'Athletic. La sua presenza non è meramente celebrativa, però, e fin dall'inizio il capitano si dimostra in buona condizione e molto desideroso di fare, e con lui anche il resto della squadra parte a spron battuto; il 4-4-2 piuttosto scolastico degli austriaci viene subito messo alla frusta dai Leoni, che fanno girare molto bene il pallone e tengono alto il ritmo, nel chiaro intento di voler forzare immediatamente il prevedibile fortino dei biancoviola. I piani dei padroni di casa si concretizzano al 7', quando un'azione personale di Susaeta viene conclusa dall'ala di Eibar con un cosiddetto piscinazo in area di rigore, un tuffo in bello stile sull'entrata in scivolata di Suttner che inganna l'arbitro e lo porta a fischiare il penalty: dagli 11 metri Llorente resta freddo e realizza l'1-0. Non è bello passare in vantaggio con una simulazione, ma l'Athletic legittima il vantaggio grazie ad una condotta di gara esemplare da ogni punto di vista, davvero con pochi eguali nella recente storia biancorossa. La manovra scorre fluida, viene condotta con combinazioni rapide palla a terra e per una volta non passa costantemente attraverso il lancio lungo dalle retrovie, cosa che mette in difficoltà palese una squadra molto fisica e poco tecnica come quella di Daxbacher. L'Austria Vienna si fa vedere una volta con Diabang (botta da fuori ben contenuta da Iraizoz), tuttavia cede metri sul campo del San Mamés e sembra in balia dell’ avversari. Al 24' ecco la conferma: Susaeta, imprendibile, scappa ancora una volta sulla destra e centra alla perfezione per Llorente, che conclude con una pregevole girata al volo e spedisce la sfera alle spalle di Safar. Il tecnico ospite tenta di scuotere la squadra con un primo cambio al 31' del primo tempo e dopo 5 minuti i suoi, trascinati dalle buone giocate di Jun, vanno vicini al gol ancora con Diabang, che viene ipnotizzato da Iraizoz e si fa parare la conclusione a tu per tu con l'estremo difensore navarro. Resta comunque l'impressione che gli austriaci arrivino al tiro più a causa dei cali di concentrazione della difesa basca che in virtù della loro manovra, frenata sempre sul nascere da un Gurpegi monumentale in interdizione. Carlos da solo fa il lavoro di due uomini e in tal modo Yeste può concentrarsi sulla creazione di gioco, fatto questo che, insieme ad una tranquillità e ad una convinzione raramente espresse in Liga, spiega in gran parte la buona serata dei Leoni. Il tempo si chiude con un palo di Muniain, in ombra all'inizio ma in fase ascendente negli ultimi minuti, e con un Athletic che tira il fiato e arretra un po' il suo baricentro, concedendo un paio di opportunità agli ospiti.
L'unica possibilità per i viennesi di riaprire il match consisterebbe nel segnare nei minuti iniziali della ripresa, tuttavia i bilbaini rientrano in campo con l'atteggiamento della prima mezz'ora e, dopo un paio di puntate in area altrui, chiudono la contesa al 56'. Autore del gol del sipario è Munian (non ancora 17enne, lo vorrei ricordare), che conclude con un tocco a porta vuota una splendida azione di Iraola e seppellisce definitivamente le poche speranze dei biancoviola di uscire indenni da Bilbao. Il resto del tempo è passerella, ravvivata dal rosso diretto a Suttner per un'entrataccia su Muniain, dalla traversa colta da David Lopez grazie ad un cross deviato e dalle parate di Safar sui tentativi di Susaeta e dello stesso Iker. Caparros fa riposare Llorente e Iraola e concede i primi minuti stagionali a Zubiaurre e San José, mentre il pubblico tributa un'ovazione a Gurpegi al momento della sua uscita dal campo. La partita si chiude con un'altra grande parata del portiere austriaco su destro a girare di Munian, gesto tecnico pregevolissimo che mette la parola fine ad un incontro piacevole e divertente, almeno per i tifosi zurigorri.
Parlare di vendetta è esagerato e francamente inappropriato per uno sport, anche se il fatto di giocare la prima partita di UEFA proprio contro la squadra che per ultima aveva affrontato (ed eliminato) i Leoni in Europa presentava un risvolto molto suggestivo. Il mio timore che la squadra scendesse in campo contratta e impaurita non si è realizzato, per fortuna, e si può affermare con tranquillità che l’Athletic si è dimostrato assolutamente all’altezza del palcoscenico continentale. Nell’altra partita del girone il Werder, favorito per il primo posto, ha ottenuto un importante successo esterno sul campo del Nacional da Madeira, cosa che rende i tre punti ottenuti dai biancorossi contro l’Austria ancora più preziosi. Ora ad attendere i bilbaini c’è l’esame-Villarreal: dopo tre vittorie su tre, due in Liga e una in UEFA, la squadra del mai troppo rimpianto ex tecnico Valverde giunge al momento giusto per testare le ambizioni degli uomini di Caparros.

mercoledì 2 settembre 2009

1a giornata: Athletic 1-0 Espanyol.


Toquero scocca il tiro della vittoria (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Castillo; De Marcos (53' Susaeta), Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (89' Gabilondo); Toquero (87' Yeste), Llorente.
RCD Espanyol: Kameni; Pillud, Roncaglia, Pareja, David García (61' Chica); Nakamura, Moisés, Verdú, Luis García; Iván Alonso (87' Callejón), Tamudo (77' Ben Sahar).
Reti: 77' Toquero.
Arbitro: Clos Gómez (Colegio aragonés).

Era molto importante, sia per la squadra che per Caparros, partire col piede giusto dopo le prestazioni non proprio esaltanti offerte dall’Athletic in coppa UEFA, e per questo motivo la vittoria nell’esordio liguero contro l’Espanyol vale doppio. Intendiamoci, il gioco non è stato certo esaltante e non si sono registrati sostanziali passi in avanti dal punto di vista tattico, ma va comunque dato atto al tecnico di aver schierato una formazione assai razionale, capace di far valere la miglior condizione fisica e di ottenere con merito i tre punti contro un avversario diretto per la permanenza in Primera.
Jokin non rispetta le indicazioni della vigilia e lascia fuori Yeste e Susaeta, al cui posto scendono in campo Gurpegi (nell'occasione anche capitano) e la nuova "perla di Lezama" Muniain, che diventa così il più giovane giocatore biancorosso ad esordire in Liga; per il resto, Toquero fa coppia con l'opaco Llorente di questo inizio di stagione e in difesa Ustaritz sostituisce l'infortunato Ocio. Nell'Espanyol tragicamente orfano di Daniel Jarque si attende con curiosità l'esordio di Nakamura, mentre c'è solo panchina per l'interessante attaccante israeliano Ben Sahar. Fin dall'inizio appare chiaro che gli ospiti, indietro di condizione e con molti elementi nuovi, non sono venuti a Bilbao per imporre il loro gioco; i pericos, infatti, tengono la linea difensiva molto bassa, lasciano la palla ai padroni di casa e li attendono nella propria trequarti, delegando al solo Tamudo il compito di allungare la squadra. L'intento di Pochettino è chiaro: intasare gli spazi e rendere problematica una manovra già di per sé poco fluida come quella dei Leoni. L'allenatore argentino deve però fare i conti con l'impostazione di gara scelta da Caparros, che in pratica rinuncia alla manovra centrale (nè Gurpegi né Javi Martinez sono registi) per favorire il gioco sulle fasce, dove si trovano due giocatori tutto pepe come de Marcos e Muniain. Il risultato è una partita che alterna fasi monotone di possesso palla biancorosso ad improvvise accelerazioni, prodotte sia dalle ali basche che dai contropiedi dei catalani; poca roba, comunque, e non a caso le palle-gol prodotte dalle due squadre sono scarse e neanche troppo nette. Llorente ci prova di testa al 9' (para Kameni), Nakamura fa trattenere il fiato al San Mamés per una punizione dal limite ma conclude alto, Toquero e Javi Martinez trovano ancora pronto il portiere camerunense. In questo contesto alquanto piatto sono le qualità di Muniain a lasciare a bocca aperta: il giovanissimo navarro mostra di possedere una tecnica non comune, è sfrontato quanto basta e mette sovente in ambasce la difesa espanyolista, che spesso deve ricorrere al fallo per fermarne le progressioni. Emblematica un'azione del cachorro al 37', con tre avversari saltati di netto e un quarto che lo stende nei pressi dell'area dopo l'ennesimo dribbling. Nonostante la verve di Iker e di de Marcos, anch'egli positivo sulla destra, il primo tempo si chiude sullo 0-0.
La ripresa vede quasi subito in campo Susaeta per l'ex Alaves, ma la mossa di Caparros non sembra dare la scossa necessaria al match. L'Athletic continua a tenere chiuso l'Espanyol nella propria metà campo senza però riuscire ad essere incisivo negli ultimi 20 metri, e man mano che i minuti trascorrono le superiori energie dei bilbaini non pesano più come ad inizio partita; per fortuna Gurpegi in mezzo è un leone e riesce da solo a spezzare quasi tutte le ripartenze avversarie. I minuti scorrono senza sussulti e sembra che la partita si avvii mestamente verso il fischio finale, ma al 78' un lancio col contagiri di Muniain pesca Toquero tra Chica e Pareja: Gaizka controlla benissimo a seguire col petto, supera di slancio il terzino biancoblu e conclude di potenza alle spalle di Kameni. E' il gol- vittoria, meritato sia dai Leoni che dal numero 2, generoso e faticatore come al solito. Llorente al 90' potrebbe fare il secondo ma spedisce alto, buon per lui che Callejon concluda fuori da buona posizione proprio allo scadere. Finisce dunque 1-0 e il risultato è senza dubbio la notizia migliore del pomeriggio agostano, insieme all'esordio folgorante di Muniain.
Il primo mattone è stato messo, di più non potevamo chiedere ad un Athletic ancora in rodaggio nonostante il precampionato "europeo".