domenica 15 luglio 2007

Vacanze!



Domattina parto per le (meritate...o no?) vacanze. Per circa un mese non potrò deliziarvi, si fa per dire, con le notizie provenienti da Bilbao. Abbiamo avuto per 2 anni delle estati assolutamente anonime e io me ne stavo a casa fino ad agosto, stavolta che c'è un sacco di carne al fuoco me ne vado...non che mi dispiaccia, sia chiaro, ma devo ammettere che un po' mi scoccia non poter seguire un mercato che si annuncia frizzante. Vorrà dire che tenterò di consolarmi con gli ingredienti classici di ogni vacanza, che taccio di mettere nero su bianco casomai passassero i miei genitori! A parte le idiozie, auguro a tutti delle buone ferie, con la speranza di ribeccarci su questo blog dopo un luglio proficuo per i colori biancorossi. Ciao a tutti e aupa Athletic!

sabato 14 luglio 2007

Un nuovo presidente, grandi progetti e altrettanto grandi paure.

Non ho parlato per nulla delle elezioni che si sono infine svolte nella giornata di ieri nel Palazzo di Ibaigane, storica sede dell'Athletic Club. Non l'ho fatto sia perchè a me piace parlare di calcio giocato, non di politica calcistica, sia perchè nessuno dei tre candidati, Macua, Ercoreca e Javier Gonzalez, mi ispirava una particolare fiducia. Negli ultimi giorni la mia personalissima preferenza era andata ad Ercoreca, se non altro perchè, in caso di una sua vittoria, Julen Guerrero e Josu Urrutia, indimenticate e indimenticabili bandiere del club, avrebbero fatto parte dello staff dirigenziale. Un certo peso questi due nomi lo hanno avuto se è vero che Macua, dato per sicuro vincitore con un margine piuttosto ampio, si è sì aggiudicato le elezioni, ma lo ha fatto con uno scarto davvero risicato (appena 750 voti di differenza tra lui ed Ercoreca, mentre Javier Gonzalez si è piazzato lontanissimo) che deve sicuramente far riflettere. L'avvocato dei palazzinari di Bilbao, infatti, ha meno del 40% dei voti e si spera che ciò influisca sulle decisioni future della dirigenza, le cui idee in materia di pubblicità sulle maglie, ingaggi di non-baschi e San Mamés Berria, il futuro stadio, sono subito apparse piuttosto sconfortanti. Sembra innanzi tutto che sia in fase avanzata il progetto di insozzare la gloriosa camiseta zurigorri, mai macchiata da sponsor alcuno, con una becera scritta commerciale, tuttavia siamo già pronti, a Bilbao e anche fuori, a dare battaglia (e in tal senso annuncio subito che sto per ritirare fuori la mitica immagine "No alla pubblicità" con cui chiudevo i mie post un paio di anni fa, quando questa idiozia balenava nella testolina di Lamikiz). Per quanto riguarda la filosofia degli acquisti del club, il passo indietro su Kepa, madre basca ma andaluso di nascita e formazione calcistica, non può che essere un segno positivo; meno tranquillo mi lascia il pensiero che fondamentalmente Macua è un rappresentante, per non dire prestanome, di una cricca di palazzinari interessati alle future speculazioni sul San Mamés Berria foraggiati a loro volta dal famigerato quotidiano El Correo, che sogna di fare con l'Athletic quanto già messo in atto con la Real Sociedad (trasformazione in Sociedad Anonima Deportiva, via libera a stranieri e spagnoli). Insomma, c'è poco da essere tranquilli, anche se il margine ridottissimo fra Macua ed Ercoreca potrebbe portare ad una minore intraprendenza del neo-presidente su questioni tanto delicate.
Dal punto di vista sportivo le cose vanno indubbiamente meglio. L'allenatore per il prossimo anno sarà Joaquin Caparros, vecchia volpe delle panchine iberiche, un tecnico preparatissimo, molto attento alla fase difensiva e bravo a lavorare con pochi mezzi e, soprattutto, con i giovani, fattore davvero importante per una società che fa della cantera la sua risorsa principale. Sul fronte degli arrivi sono stati fatti due ottimi colpi: dall'Osasuna arriverà a parametro zero Iñaki Muñoz, ottimo mediano 29enne, mentre dal Siviglia è stato preso Aitor Ocio (che sarà presentato domattina), il difensore che da anni è nei sogni dell'Athletic e per cui Clemente e Lamikiz litigarono la scorsa estate. Ocio costerà circa 3 milioni, mentre l'anno scorso avrebbe potuto arrivare a zero...evidentemente, il vecchio Jabo aveva ragione quando sostenne che non era stato fatto tutto il possibile per prendere il centrale di Vitoria. Si parla di ulteriori rinforzi (Ezquerro, Iraizoz, Cuellar, ala destra del Nastic, Xabi Prieto), tuttavia credo che sia prioritario, adesso, acquistare un terzino sinistro (Garrido, lo scrivo ormai per la centesima volta) e una punta (Joseba Llorente), in modo da completare due reparti che diventerebbero più che discreti. Non resta che seguire gli sviluppi di un calciomercato che mai come quest'anno si presenta ricco di nomi e di sogni per il popolo biancorosso.

venerdì 13 luglio 2007

Il pagellone 2006/07: i mister.

Sarriugarte 4: catapultato all'improvviso in una situazione più grande di lui, il giovane allenatore proveniente dal Bilbao Athletic è partito con un progetto pieno di novità e speranze, ma ha finito per naufragare miseramente dopo poche giornate di Liga. Ad agosto ha proposto un 4-3-3 modello Barcellona, con due mezzali tecniche, due esterni offensivi sempre pronti a scambiarsi e una difesa alta e dotata di terzini di spinta; sembrava un piano tattico ambizioso ma potenzialmente redditizio, invece è bastato il mezzo passo falso casalingo contro la Real Sociedad alla prima giornata (1-1 penoso dal punto di vista dello spettacolo) per far cambare idea al tecnico, che ha rinnegato tutte le idee estive e si è rifugiato in un più classico 4-2-3-1. La bussola è stata smarrita in questo momento e Sarriu non è riuscito, ahilui e ahinoi, a ritrovarla. Se n'è andato senza riuscire a vincere una sola volta al San Mamés, guadagnandosi così il titolo di peggiore allenatore della storia dell'Athletic. Non lo meritava, ma ha fatto ben poco per evitarlo.

Mané 6: chiamato al capezzale di una squadra moribonda col chiaro intento di rianimarla almeno un po', il baffuto mister di Balmaseda è partito alla grande: sconfitta di misura all'esordio al Bernabeu, quindi una striscia positiva con un ruolino di marcia da zona-UEFA. Dopo il vittorioso derby dell'Anoeta, nonostante qualche saliscendi di troppo sembrava fatta per la salvezza, invece l'Athletic è piombato in un periodo nerissimo e anche l'ex tecnico dell'Alaves è stato travolto dagli eventi. Di lui mi ha colpito in negativo l'insistenza con cui ha proposto certi giocatori ed evitato altri (emblematico che Urzaiz abbia giocato meno di Aduriz in uno schema che prevedeva un'unica punta e lanci lunghi dalla difesa), in particolar modo mi è sembrato assurdo l'ostracismo verso quei giovani che con Clemente avevano fatto benissimo (Dañobeitia mai considerato, Ustaritz rimandato in campo solo per cause di forza maggiore). Abbiamo rischiato di retrocedere perchè la paura ha invaso pure il mister, quasi incapace di intendere e di volere nelle ultime, tremende giornate...vedere per credere risultati come Athletic-Real 1-4, Siviglia-Athletic 4-1 e Racing-Athletic 5-4, mentre all'inizio la difesa era divenuta più stabile grazie al buon lavoro dell'allenatore. Se alla fine ci siamo salvati è più per demerito di Celta e Real Sociedad che per effettivi meriti nostri, ma il risultato è stato comunque quello sperato, anche se ottenuto all'ultimo tuffo. Perciò saluto Mané con una sufficienza piena e mi accingo a vedere all'opera Caparros, tecnico di ben altro spessore. Agur baffone!

giovedì 5 luglio 2007

Il pagellone 2006/07: gli attaccanti.

Urzaiz 8: se Iraola è stato il miglior giocatore dal punto di vista tattico, Isma lo è stato per il peso specifico dei suoi gol e per il coraggio che ha saputo infondere alla squadra. Non ha giocato moltissimo da titolare, visto che Mané gli ha spesso (e incomprensibilmente) preferito un Aduriz poco a sua agio nelle vesti di puntero, tuttavia è risultato imprescindibile per lo scarno gioco dell'Athletic con le sue spizzate e con la sua capacità di difendere le pallonate che arrivavano dalle retrovie, senza contare gli 8 gol, molti dei quali decisivi. Particolarmente importante il rigore dell'1-0 con il Maiorca, con Isma che è andato a strappare il pallone dalle mani di Aduriz dicendogli "Questo lo tiro io": portiere spiazzato, 3 punti fondamentali per la salvezza. Quando ha segnato lui l'Athletic, tranne che con il Betis, ha sempre vinto, segno evidente della dipendenza della squadra da questo bomber straordinario. Nei momenti più belli della Liga resterà anche il suo strepitoso gol in spaccata rovesciata contro il Recreativo, roba che se l'avesse fatta un Ronaldinho o un Totti saremmo ancora qui a parlarne. Se ne va da grande, anzi da immortale, perchè per sempre abiterà nel Pantheon di coloro che hanno difeso la maglia di questo club sputando sangue, sudore e lacrime a ogni partita. Agur, Isma.

Etxeberria 7: dopo un girone di andata da giocatore bollito, praticamente alla canna del gas, ha smentito tutti coloro che lo volevano in panchina (me compreso, perdonami Gallo se ho dubitato) con una seconda parte di Liga di altissimo livello. Il suo score finale (3 gol e 3 assit in 28 partite) conferma che ormai il suo rapporto con la rete avversaria è piuttosto conflittuale, ed è innegabile che l'ala di Elgoibar abbia imboccato il viale del tramonto, tuttavia le sue prestazioni nel finale di stagione hanno mostrato che Joseba è ancora in grado di dire la sua in questa squadra. Non sarà il giocatore imprendibile di qualche anno fa, anche perchè gioca ad altissimi livelli da quando è un ragazzino ed è più usurato di quanto mostri la carta d'identità, ma quando l'Athletic ha avuto bisogno di lui non si è tirato indietro, giocando con il coltello tra i denti e stantuffando sulla destra fino a quando finivano le forze. Fondamentale contro il Levante, partita nella quale ha servito l'assist decisivo a Gabilondo proprio come fece con Kuko Ziganda contro il Rayo nella partita salvezza del '96. Infinito.

Aduriz 6,5: 9 gol, ma soprattutto l'autogol di Serrano da lui provocato. Ecco, quest'ultima è l'immagine che fotografa alla perfezione la stagione a metà della punta di Donosti: un apporto molte volte insufficiente, spesso non per colpa sua, compensato da una generosità e da una caparbietà che lo hanno fatto comunque risultare uno degli uomini più importanti. Intendiamoci, non ha giocato bene e non ha ripetuto le belle prove dell'anno scorso, ma bisogna chiarire che Aritz non è attaccante da appena 9 gol in campionato; sotto porta è un rapace, in contropiede salta chiunque e conclude sempre molto bene, è bravo in acrobazia ed è un lottatore nato. Quest'anno è rimasto vittima di un equivoco tattico mastodontico: con Clemente, infatti, giocava punta unica perchè la squadra agiva esclusivamente di rimessa, mentre quest'anno è stato schierato da puntero "alla Urzaiz" col compito di far salire la squadra, di difendere la palla spalle alla porta e di spizzare di testa per gli inserimenti dei trequartisti, tutte caratteristiche che Aritz non possiede. Sono curioso, e molto, di vederlo finalmente in azione da seconda punta al fianco di un granatiere come Llorente...speriamo che il prossimo tecnico provi a percorrere questa strada.

Llorente 6:
la tentazione sarebbe quella di dargli un senza voto, visto che ha giocato poco e quasi sempre subentrando negli ultimi minuti; il 6 è per l'istintiva simpatia che nutro per il giocatore, per la speranza di vederlo crescere, non esplodere, la prossima stagione e per il gol pesantissimo segnato a Valencia, rete che ci ha permesso di conquistare un punto fondamentale (e per un solo punto ci siamo salvati). Inutile dire che la prossima temporada, dopo due stagioni negative, deve essere quella decisiva, sempre che qualcuno lo faccia giocare titolare più di due partite prima di depennarlo: o fa bene o si perde, vedo poche altre alternative. In bocca al lupo.

Dañobeitia n.g.: appena 4 partite in Liga per quella che era stata una delle migliori sorprese nella sciagurata stagione scorsa. Nè Sarriugarte nè Mané hanno mostrato di credere in lui, cosa piuttosto incredibile vista l'annata assolutamente mediocre di Gabilondo e le ottime prestazioni del ragazzo sotto Clemente. Va recuperato il più in fretta possibile, perchè è giovanissimo ma ha grandi potenzialità.

martedì 3 luglio 2007

Il pagellone 2006/07: i centrocampisti.

Iraola 8: non ci sono più parole per definire questo giocatore straordinario. Nel suo ruolo naturale, quello di terzino destro, non gioca quasi da due anni, eppure riesce a confermarsi ad ogni partita come uno dei più positivi, nonostante i continui cambi di ruolo che lascerebbero disorientato qualsiasi altro calciatore. In questa temporada Andoni si è dovuto inventare pivote di centrocampo, rivelando una visione di gioco e una capacità di dettare i tempi da mediano consumato; è stata ovviamente una soluzione di ripiego, eppure lui è riuscito a mascherare, con le sue indubbie qualità, la pesantissima assenza di Orbaiz e Tiko, i due registi della squadra. Punto più alto della stagione del numero 15 il derby di ritorno all'Anoeta, deciso da una sua doppietta di gran classe. E' stato tra i cannonieri della squadra con 5 gol (record personale eguagliato) ed è stato imprescindibile per carisma e qualità di gioco. Il migliore insieme a Urzaiz (ma, e lo chiedo implorando, tornatelo a far giocare da terzino destro).

Javi Martinez 7+: quando venne acquistato la scorsa estate nessuno, a parte gli esperti di calcio giovanile, conosceva le doti di questo polivalente centrocampista navarro, giovanissimo ma con un fisico già da granatiere (1,90 per 81 kg). Al termine della stagione si può dire senza dubbio che Javi Martinez sia stato una delle maggiori sorprese della Liga: mezzi fisici straripanti (impressionante la sua facilità di corsa, evidente quando pressa a tutto campo), buona tecnica, ottimo stacco di testa, è umile e sa sacrificarsi in copertura, tuttavia conosce i tempi di inserimento in area e sa far valere la sua prestanza in occasione dei calci da fermo. Dopo un girone d'andata eccezionale giocato da pivote, nel ritorno ha avuto un comprensibile calo di prestazioni, dovuto sia ad un leggero appannamento fisico, sia alle cervellotiche scelte di Mané, che lo ha schierato in troppe posizioni diverse e persino come trequartista destro, ruolo per il quale non ha nè lo scatto nè il dribbling funambolico richiesti. Nonostante il finale spento è stato comunque uno dei migliori della stagione. Considerato che ha solo 19 anni, può diventare una delle colonne dell'Athletic nelle prossime stagioni.

Yeste 6+: partito fortissimo, è solo grazie a lui se l'Athletic è riuscito a restare più o meno attaccato al treno-salvezza nelle prime, terribili giornate di Liga. Purtroppo per Fran e per la squadra, la pubalgia che lo tormenta da un paio di stagioni si è ripresentata puntuale anche quest'anno, condizionando pesantemente le sue prestazioni per quasi 3/4 di stagione. Spesso bersaglio di critiche gratuite e ingenerose, è sceso in campo infiltrato moltissime volte, stringendo i denti e rinviando la necessaria operazione chirurgica per non privare l'Athletic del suo contributo. Dal punto di vista realizzativo ha fatto il percorso inverso rispetto all'anno scorso (diversi gol all'inizio, poi il nulla), tuttavia è stato determinante con i suoi 6 assist, in particolar modo con le punizioni tagliatissime da cui sono nate molte delle reti biancorosse. Ha dimostrato grande attaccamento alla maglia ed è stato uno dei pochissimi applauditi dal pubblico del San Mamés, solitamente ipercritico con lui, all'ultima giornata contro il Levante. Bandiera.

Garmendia 6: temporada particolare per il ragazzo di Basauri. Veniva da un'ottima stagione nel Bilbao Athletic, ha ereditato l'8 di Guerrero ma all'inizio non ha goduto di grande stima presso tecnico e tifosi. Piano piano, soprattutto grazie a Mané, ha acquistato fiducia e la sua presenza in squadra si è fatta più corposa, ma proprio sul più bello, quando iniziava ad inserirsi tra gli 11 titolari, una serie di infortuni gli ha impedito di spiccare il volo. Tecnicamente è molto forte e sa ricoprire ruoli diversi, purtroppo però ha un fisico piuttosto gracile, soggetto molto spesso a guai muscolari. Un elemento nel quale bisogna credere.

Gabilondo 5,5: è un giocatore mediocre e mediocri sono state le sue prestazioni. Non ha la velocità nè lo spunto del trequartista sinistro, ed in effetti è più che altro un manovale della fascia, un lavoratore instancabile che porta su molti palloni senza però trovare le giocate illuminanti quando deve rifinire. Qualche cross, qualche buon assist e un gol pesantissimo, segnato di tacco contro il Valencia, non gli permettono comunque, a parer mio, di raggiungere la sufficienza piena, perchè troppe volte il suo gioco grigio e privo di accelerazioni ha intristito la manovra della squadra. Forse andrebbe provato come terzino di spinta, visto che generosità e spirito di sacrificio non gli mancano.

Murillo 5: l'anno scorso Clemente lo aveva avanzato dalla consueta posizione di stopper a quella di mediano davanti alla difesa, ruolo nel quale i suoi difetti atavici (lentezza impressionante, scarsa abilità nella marcatura stretta e nel gioco di testa) si notavano di meno e i pochi pregi (buon senso della posizione, capacità di contrastare efficacemente l'azione avversaria) venivano esaltati dal gioco difensivo della squadra. In questa stagione l'emergenza infortuni ha costretto Mané a schierarlo come centrocampista puro al fianco di Iraola, e si può ben dire che l'esperimento sia naufragato. Sufficiente fin quando si tratta di fermare l'azione, Murillo ha infatti mostrato tutte le sue lacune tecniche nella fase di impostazione: piedi di legno, visione di gioco pari a zero, allucinante lentezza e scarsa predisposizione al pressing lo hanno spesso reso uno dei peggiori in campo. E' un giocatore di cui si potrebbe fare a meno da subito, o al massimo potrebbe essere tenuto come ultima risorsa.

Orbaiz e Tiko n.g.:
si sono rotti quasi subito ed entrambi hanno dovuto affrontare infortuni molto pesanti e lunghi da smaltire. Ci sono mancati moltissimo, in particolare Don Pablo, e aver ottenuto la salvezza senza di loro e senza Gurpegi (in pratica tutta la linea mediana) resta un risultato di grande spessore.

Iturriaga e Beñat s.v.