martedì 31 maggio 2005

Il pagellone 2004-05: i portieri.

Aranzubia 6,5: il numero 1 dell'Athletic (anche se indossa il 13) non ha disputato la sua stagione migliore e ha compiuto un passo indietro rispetto agli ultimi due anni, anche se resta uno dei migliori interpreti del ruolo nella Liga. Nella prima parte della temporada ha comesso molti errori, alcuni dei quali pesanti, poi si è riscattato nel girone di ritorno e ha sfoderato prestazioni davvero ottime. Poco protetto da una difesa ballerina, ha pagato a caro prezzo le indecisioni di un intero reparto; le ultime partite, tuttavia, lasciano intendere che il periodo buio è passato. Perla della stagione: lo strepitoso miracolo su Figo al Bernabeu sul punteggio di 1-0 per l'Athletic.

Lafuente 6+: è stato il titolare nelle coppe, una scelta discutibile ma molto coerente di Valverde che ha preferito dare fiducia al secondo invece di toglierlo quando i match si facevano più impegnativi. E' più per sfortuna che per colpe sue se l'Athletic è stato eliminato, tuttavia non è un caso se nella partita più bella di UEFA (7-1 allo Standard Liegi) in porta ci fosse Aranzubia. E' un secondo portiere, più di quello non vale. Perla della stagione: la parata d'istinto sul tiro da due passi di Melli nella semifinale di ritorno di Copa del Rey; peccato che non sia risucito a ripetersi ai rigori.

Pampin 6 d'incoraggiamento: si è trovato ad esordire in prima squadra a causa della squalifica di Aranzubia, espulso contro la Real Sociedad, e del concomitante infortunio di Lafuente. Ha giocato due partite, una vinta e una persa, per poi tornare tra i cachorros del Bilbao B. In bocca al lupo per il prosieguo della carriera. Perla della stagione: l'esordio in Prima Divisione in occasione del derby.

PS I nomi in rosso sono quelli dei migliori del ruolo, a cui si riferiscono anche le foto.

lunedì 30 maggio 2005

Risultati 38a e ultima giornata.

Racing-Albacete 1-0: 33' Aganzo

Valencia-Osasuna 1-0: 81' Aimar

Numancia-Deportivo 1-1: 49' Tevenet rig., 59' Juanpa ag (D)

Mallorca-Betis 1-1: 53' Assunçao (B), 88' Pereyra

Atletico Madrid-Getafe 2-2: 22' Cubillo rig. (G), 46' e 90' Richard Nuñez, 54' Craioveanu (G)

Sevilla-Malaga 0-2: 75' Duda, 90' Baiano

Villarreal-Levante 4-1: 23' Reggi (L), 41' Josico, 45' e 90' Forlan, 93' Figueroa

Real Sociedad-Barcelona 0-0

Zaragoza-Real Madrid 1-3: 25' Owen, 43' Oscar Gonzalez (Z), 54' Roberto Carlos, 90' Ronaldo

Classifica:
Barcelona 84
R. Madrid 80
Villarreal 65
Betis 62
Espanyol 61
Sevilla 60
Valencia 58
Deportivo 51
Athletic 51
Málaga 51
Atlético 50
Zaragoza 50
Getafe 47
R. Sociedad 47
Osasuna 46
Racing 44
Mallorca 39
Levante 37
Numancia 29
Albacete 28

I verdetti della stagione.
Barcellona campione di Spagna. Real Madrid qualificato direttamente alla Champion's League, Villarreal e Betis ai preliminari. Espanyol e Siviglia in UEFA insieme all'Osasuna, finalista di Copa del Rey con il Betis che però, come detto, è in Champion's. Valencia e Deportivo all'Intertoto. Retrocedono Albacete, Numancia e Levante. Pichichi (capocannoniere) della Prima Divisione è Forlan con 25 reti, seguito da Eto'o (24), Oliveira (22) e Ronaldo (21). Zamora (miglior portiere) Victor Valdes del Barcellona, con Casillas, Leo Franco (Atletico Madrid) e Reina dietro di lui, ma con un coefficiente comunque inferiore a 1 gol subito a partita.

38a giornata: Espanyol 2-0 Athletic.

(As)

Espanyol (4-2-3-1): Kameni; Jarque, Lopo, Soldevilla, David García; Ito, Alex; Maxi (70' Ibarra), De la Peña (72' Fredson), Velamazán (62' Coro); Tamudo.
Athletic Club (4-2-3-1): Aranzubia; Iraola, Murillo (36' Lacruz), Prieto, Felipe; Orbaiz, Tiko; Solabarrieta, Jonan (60' Yeste), Ezquerro; Llorente (60' Urzaiz).
Reti: 35' Velamazán, 46' Lopo.
Arbitro: Lizondo Cortés.
Note: espulso Jarque (E) al 66' per doppia ammonizione.

Tre sconfitte nelle ultime tre partite di campionato, eliminazione nella semifinale di Coppa del Re, fuori dalla UEFA e anche dall'Intertoto: questo il bilancio del finale di stagione dell'Athletic. Gli addii di Valverde, Ezquerro e Del Horno, la stanchezza, il mancato turnover, la panchina corta e chi più ne ha più ne metta, ma alla fine ciò che conta è il risultato e i biancorossi sono riusciti a concludere nel peggiore dei modi una stagione già piuttosto disgraziata. La partita di ieri, se possibile, è il riassunto perfetto della temporada 2004-05: squadra che gioca bene ma è sprecona davanti e distratta dietro, allenatore incapace di cambiare volto al match, scelte iniziali incomprensibili. Felipe, un mediano, a fare il terzino sinistro; Jonan, che non giocava da due mesi, in campo da titolare; Urzaiz a scaldare la panca per un'ora; Guerrero, il Capitano, che non riesce a trovare un pò di spazio nemmeno all'ultima di campionato, peraltro iniziata senza Yeste. I due gol presi sono stati poi un classico di quest'anno. Il primo è arrivato su di un fuorigioco mal scattato (e infatti L'Athletic non ha in rosa un giocatore uno capace di comandare la difesa), il secondo grazie alla beata solitudine del difensore Lobo, lasciato libero di colpire di testa sugli sviluppi di un corner. Errori che abbiamo visto ripetere fino alla nausea. L'Espanyol, a cui servivano i tre punti per arrivare in UEFA, ha giocato con impegno e si è meritato la vittoria, mentre i Leoni non sembravano entusiasti all'idea di accorciare le vacanze per giocare l'Intertoto e si sono adagiati nella ripresa, giocata tra l'altro con un uomo in più. Un bene, forse, perchè l'Intertoto costringe ad una preparazione anticipata che svuota le energie già ad aprile e non è neppure un grande viatico per la UEFA vera e propria (a memoria, ricordo solo il Bologna di Mazzone capace di arrivare in semifinale dopo aver vinto l'Intertoto). Dell'ennesimo smacco di Valverde verso Guerrero non voglio parlare, perchè in questo momento potrei solo insultare l'ormai ex mister bilbaino. Rimando tutti i giudizi ai prossimi giorni, quando scriverò le pagelle della stagione e proverò ad analizzare serenamente l'operato del Txingurri.

venerdì 27 maggio 2005

Joseba Llorente Etxarri.

Nato a Hondarribia, Gipuzkoa, il 24/11/1979. Attaccante in forza all'Eibar, 184 cm per 72 kg, fa della velocità e della rapidità in area le sue caratteristiche principali. Non è potentissimo ma si fa valere in acrobazia e riesce a sfruttare al massimo le proprie qualità di rapinatore d'area, che gli stanno consentendo di mettersi in evidenza nella classifica cannonieri della Segunda divisìon. Llorente, prodotto del vivaio della Real Sociedad, sembrava destinato da subito ad un futuro in prima squadra, però gli acquisti esterofili del club (Kovacevic, Lee Chun-Soo e soprattutto Nihat) hanno chiuso le porte in faccia a questo ragazzo, capace comunque di segnare 4 reti in 24 presenze, quasi tutte da subentrato, in Primera; per non ridursi a fare la fine di Oscar De Paula, attaccante basco eterna riserva nella Real, Llorente se ne è andato da San Sebastian alla fine del 2003. Lo scorso anno l'ambientamento, in questa stagione l'esplosione: 8 gol nelle prime 11 partite, altri 8 nelle restanti giornate, per un totale di 16 reti in 36 gare con un solo rigore battuto. L'Eibar lotta tuttora per la una storica promozione anche grazie alle sue eccellenti prestazioni. La versatilità (può giocare da prima e seconda punta o da trequartista esterno), il senso del gol e un'acquisita maturità lo rendono uno degli attaccanti baschi attualmente più appetibili.

L'Athletic più attivo degli ultimi anni.

José Luis Mendilibar dev'essere un uomo iperattivo. Ancora impegnato con l'Eibar nella lotta per salire in Primera, il tecnico di Zaldibar sta monitorando il mercato a 360° per strutturare un Athletic assolutamente competitivo per il prossimo anno. Le voci di mercato in arrivo da Bilbao per una volta non trattano solo di cessioni o rinnovi contrattuali, ma anche di veri acquisti, una parola che ad Ibaigane, sede del club, non si sentiva pronunciare da molto tempo. La partenza di Santi Ezquerro lascia un buco aperto sul settore sinistro; Arriaga ed Angulo, giovane ala mancina prestata quest'anno al Nastic di Tarragona, sono le soluzioni interne, tuttavia c'è ancora uno spiraglio che porta a Joseba Llorente, altro fedelissimo del tecnico all'Eibar. Arriaga non gioca titolare da un anno, Angulo sembra ancora acerbo e non ha convinto in Segunda, dunque Mendilibar potrebbe spingere per arrivare all'ex attaccante della Real Sociedad, che ha segnato quest'anno 16 reti in 36 gare. Un'altra opzione per il reparto offensivo, forse più concreta, è quella di David Karanka (nella foto). Il fratello del difensore dell'Athletic ha giocato a Bilbao nel 1999-00 e nel 2001-02, sommando 10 presenze e due gol, poi è stato ceduto al Real Murcia dove milita tuttora. L'anno scorso ha segnato 7 gol in 31 gare di Prima Divisione (la stagione precedente erano state 13 in 36 partite, però in Segunda), mentre in questo campionato ha giocato poco a causa di una pubalgia che lo ha tormentato per tutta la temporada. L'Athletic detiene nei suoi confronti il diritto di riscatto per 300.000 euro (come nel caso di Unai Exposito, di cui ho scritto pochi giorni fa) e Mendilibar sta seriamente pensando di farlo tornare all'ovile, anche perchè lo ha allenato nel Baskonia (stagione 1997-98, 27 partite e 15 gol) e ne apprezza umiltà e caratteristiche tecniche. Karanka è una prima punta classica, a differenza di Joseba Llorente che può giocare anche esterno, e ovviamente sarebbe riserva, vista la presenza di Urzaiz, Fernando Llorente e del rientrante Azkorra; tuttavia, in una stagione lunga è sempre meglio avere un giocatore in più, anche perchè Mendilibar potrebbe decidere di giocare con le due punte e un solo attaccante di scorta potrebbe non bastare. Seguiremo gli sviluppi anche di questa vicenda.

Andoni, cuore biancorosso.

(As)

Oggi ha rinnovato il suo contratto anche Andoni Iraola, e allora mi sento di poter dire che questi giovani promettono bene: attaccati alla maglia, vogliosi di vincere, sicuri di voler passare molti anni a Bilbao. Per un Del Horno che se ne va, attratto dalle sirene inglesi, ci sono giocatori di pari valore come Orbaiz e Iraola che prolungano, senza contare le firme di Arriaga, Moya e Urzaiz. Che bello sapere di poter contare su Andoni fino al 2010 (la clausola di 24 milioni dovrebbe tenere a bada eventuali acquirenti): è un calciatore che assicura quantità e qualità, un'ottima base per provare a vincere qualcosa in futuro. Con tutta sincerità, non credo che l'organico del Liverpool campione d'Europa sia di un altro pianeta rispetto a quello dell'Athletic...

La scheda di Iraola

Avevo detto che sarei tornato a parlare di Ezquerro e Del Horno solo davanti a notizie concrete e questo è il caso. Santi, infatti, ha annunciato proprio oggi il suo passaggio ufficiale al Barcellona; il riojano ha firmato un triennale con opzione per la quarta stagione e ha detto di aspirare a ritagliarsi un posto importante, oltre a varie amenità sulla concreta possibilità di vincere che c'è in Catalunya (e quindi non a Bilbao, il che è vero, però poteva risparmiarselo). Vabbè, ciao Santi, a me mancherai davvero tanto.

giovedì 26 maggio 2005

You'll never walk alone.

Dico solo una cosa: non c'è cosa più bella, oggi, di essere tifoso del Liverpool.

When you walk through a storm,

Hold your head up high,

And don't be afraid of the dark.

At the end of a storm,

There's a golden sky,

And the sweet silver song of a lark.

Walk on through the wind, Walk on through the rain,

Though your dreams be tossed and blown..



Walk on, walk on, with hope in your heart,

And you'll never walk alone.......

You'll never walk alone.



Walk on, walk on, with hope in your heart,

And you'll never walk alone.......

You'll never walk alone.

mercoledì 25 maggio 2005

Chi viene e chi va...

Entro la fine di questa settimana l'Athletic dovrebbe annunciare l'addio dei due "tormentoni" di mercato, Ezquerro e Del Horno, di cui si parla da così tanto che pure io mi sono rotto di aggiornare la situazione di continuo, peraltro con notizie spesso inutili. El Mundo Deportivo scrive addirittura che il Chelsea ha già fissato la data di presentazione di Asier (9 giugno, dopo le partite della nazionale spagnola), mentre As rende noti i termini del contratto che legherà Santi al Barça: quattro anni in blaugrana per il riojano, che il tecnico Rijkaard considera una pedina importante per la sua duttilità e bravura tecnica (sembra che voglia utilizzarlo a sinistra per poter spostare Ronaldinho al centro). Aspetteremo le conferme ufficiali di questi due trasferimenti.

Sul fronte degli arrivi, i quotidiani sportivi (Marca in testa) danno ormai per scontato l'acquisto di Gaizka Garitano, fortemente voluto da Mendilibar; non capisco bene cosa ce ne possiamo fare di un nuovo mediano, visto che in rosa ci sono già Orbaiz, Gurpegi, Tiko, Felipe, Bordas e Solabarrieta, anche se Garitano può giocare in più posizioni e magari (sto ipotizzando) anche in difesa.

[Qui ho interrotto un'ora fa causa chiusura aula pc all'uni, lo dico perchè il commento di Goiko anticipa il finale del post].

Ma c'è qualcos'altro che si muove. Unai Exposito (nella foto, è il giocatore con la maglia scura), terzino destro dell'Osasuna, potrebbe fare ritorno a Bilbao, dove ha giocato due partite in prima squadra nella stagione 1999-00. Il 25enne di Barakaldo ha svolto tutta la trafila nelle giovanili dell'Athletic, per poi esordire in Liga, tornare nel Bilbao B e finire quindi in prestito al Numancia, in Segunda division, nella temporada 2002-03 (38 presenze e 2 gol per lui). L'Osasuna lo ha acquistato l'anno seguente, tuttavia l'Athletic si è riservato un'opzione di acquisto a partire dalla seconda stagione, che sarebbe poi questa. Le buone prestazioni di Exposito e il mancato rinnovo di Cesar avrebbero convinto i dirigenti biancorossi a pagare i 270.000 euro che servono per riscattarlo, una cifra piuttosto bassa e facilmente copribile con i milioni che si ricaveranno dalla cessione di Del Horno. Il giocatore è felice di tornare a casa e Mendilibar ha dato il suo benestare. Credo che quello di Exposito sia davvero un buon acquisto; il ragazzo ha giocato molto bene quest'anno e all'Athletic serve un'alternativa decente ad Iraola, che peraltro ha un altissimo rendimento anche come ala ma è stato spesso costretto a fare il terzino per la mancanza di un altro buon interprete del ruolo.

Concludo rispondendo a Emi: su Zubiaurre non so nulla e vedrò di informarmi; Tarantino è piaciuto e sembra una valida alternativa a Del Horno, sicuramente più di Casas e Moya (che oggi ha rinnovato fino a giugno 2007); Merino è un vero tifoso e la sua cacciata è stata un'infamia di Valverde, e anche se le alternative nel suo ruolo non mancano, credo che sarebbe meglio averlo che giocarci contro!

Altri risultati della 37a giornata.

Osasuna-Espanyol 1-1: 3' Maxi Rodriguez, 22' Lopo ag (O)

Deportivo-Mallorca 0-3: 10' Farinos, 37' Arango, 63' Okubo

Getafe-Sevilla 0-0

Albacete-Real Sociedad 2-2: 9' e 33' Pacheco (A), 82' De Paula, 90' Uranga

Levante-Valencia 0-0

Malaga-Racing 2-0: 18' Edgar, 90' Amoroso

Barcelona-Villarreal 3-3: 16', 30' (rig.) e 70' Forlan (V), 33' Ronaldinho, 37' e 47' Giuly

Betis-Zaragoza 3-2: 36' Savio (Z), 58' Juanito, 69' Oliveira, 82' Fernando, 90' Oscar Gonzalez (Z)

Real Madrid-Atletico Madrid 0-0

Classifica:

Barcelona 83
R. Madrid 77
Villarreal 62
Betis 61
Sevilla 60
Espanyol 58
Valencia 55
Athletic 51
Zaragoza 50
Deportivo 50
Atlético 49
Málaga 48
Osasuna 46
Getafe 46
R. Sociedad 46
Racing 41
Mallorca 38
Levante 37
Numancia 28
Albacete 28

37a giornata: Athletic 0-2 Numancia.

(As)

Athletic Club (4-2-3-1): Aranzubia; Iraola, Murillo, Lacruz (52' Guerrero), Del Horno; Orbaiz, Gurpegui; Arriaga (52' Solabarrieta), Tiko, Ezquerro; Llorente.
Numancia (4-2-3-1): Juanma; Juanpa, Pignol, Ochoa, Tarantino (79' Graff,); Palacios, Pablo Sanz (74' Antonio); Velasco, Merino (83' Ros), Juanlu; Tevenet.
Reti: 8' Merino, 89' Tevenet (rig.).
Arbitro: Daudén Ibáñez.

Non è andata come sperava Txingurri Valverde, alla sua ultima apparizione al San Mamés come allenatore dell'Athletic. I suoi Leoni sono stati sconfitti dal Numancia, già ampiamente retrocesso, e in un colpo solo si trovano a dover dire addio alle residue speranze di UEFA e al piccolo record che stavano stabilendo nella Liga di quest'anno, quello delle reti consecutive segnate in casa (finora, i biancorossi erano andati sempre in gol a Bilbao). Il Numancia è salito correttamente in Bizkaia per giocarsela fino in fondo ed è uscito con una vittoria meritata, e se i tre punti non servono a nulla sul piano della classifica, gli uomini di Hernandez possono orgogliosamente sostenere di aver onorato l'impegno fino all'ultimo. L'Athletic, sceso in campo senza Yeste ed Etxeberria, infortunati, ed Urzaiz, squalificato, prova subito a fare la partita e sfiora il gol iniziale prima con Del Horno, desideroso di far bene nella sua ultima gara al San Mamés, quindi con Arriaga. All'8' minuto, però, il Numancia parte in contropiede con Tevenet, che buca una difesa distratta e serve all'ex Carlos Merino il pallone del comodo 0-1. Tanto per la cronaca, Merino non aveva mai segnato nello stadio di Bilbao quando indossava la maglia biancorossa. La reazione dell'Athletic è blanda e inadeguata per una squadra che deve vincere a tutti i costi, e le occasioni di Tiko, Arriaga e Llorente non mettono paura a Juanma. Nella ripresa entrano Guerrero e Solabarrieta (Arriaga, sfortunatissimo, si infortuna e deve abbandonare il terreno nonostante la buona gara disputata fin lì), ma è tutta la squadra ad aumentare il ritmo. Le azioni da rete fioccano copiose e ci vuole tutta l'abilità del portiere ospite per dire no a Del Horno, Guerrero ed Orbaiz; tuttavia, il fortino della squadra di Soria non cade, anzi. E' infatti il Numancia ad andare a bersaglio per la seconda volta grazie a Tevenet, bravo a trasformare un rigore generosamente concesso dal direttore di gara. Il triplice fischio sancisce il tramonto delle ambizioni europee dell'Athletic e, soprattutto, la fine simbolica della gestione Valverde: un biennio di emozioni contrastanti che analizzerò meglio a fine stagione.

domenica 22 maggio 2005

Don Pablo ha firmato.



Ecco una gran bella notizia: Orbaiz ha rinnovato ieri il suo contratto fino al 2010 (la clausola di rescissione, obbligatoria in Spagna, è stata fissata in 24 milioni di euro), il tutto in un solo giorno di trattative. Le parole di Don Pablo, giocatore per cui stravedo e che vorrei vedere a vita in biancorosso, spiegano alla perfezione i motivi di un accordo così rapido: "Sono molto felice perchè si è avverato il mio sogno di continuare a giocare per la squadra con cui ho debuttato in Primera; inoltre sono anche orgoglioso che il club mi abbia offerto un contratto a lunga scadenza, cosa che mi permetterà di integrarmi ancora di più con la squadra e con la città. A Bilbao mi sento come a casa e la mia prima scelta è sempre stato l'Athletic, il club che mi ha valorizzato e a cui sono più grato". Pablo ha concluso con una frase da grande: "Sogno di poter vincere un titolo nei prossimi anni. Questa stagione ha dimostrato che la squadra può arrivare a traguardi importanti e tutto il mondo se n'è reso conto; possiamo davvero vincere qualcosa e lavoriamo tutti i giorni per riuscirici". Parole da vero leader. Con questo rinnovo, Orbaiz si avvia dunque a concludere la sua carriera nell'Athletic, salvo clamorose sorprese; l'altro giorno Del Horno ha detto che offerte di squadre come il Chelsea non si possono rifiutare, ma per fortuna c'è ancora qualcuno che la pensa diversamente e che decide di seguire le orme di gente come Guerrero, Etxeberria e Urzaiz. E adesso pensiamo ai rinnovi di Yeste e Iraola.

giovedì 19 maggio 2005


Mi sembra doveroso omaggiare (anche se in ritardo) i campioni e lo faccio scegliendo la foto di Puyol, capitano del Barcellona e simbolo dell'orgoglio catalano, come ricorda la fascia che porta al braccio. Idealmente lo accomuno al grande Oleguer, difensore ottimo ma soprattutto persona coraggiosa e dalle spiccate qualità morali. Baschi e catalani, sempre uniti sempre fratelli!

Altri risultati della 36a giornata.

Numancia-Osasuna 2-2: 12' Ortiz (O), 16' Aloisi (O), 18' Miguel Pérez, 72' Miguel

Zaragoza-Deportivo 2-2: 27' e 38' Xisco (D), 58' e 65' Generelo

Racing-Getafe 2-1: 12' Ayoze, 36' Arizmendi, 52' Vivar Dorado (G)

Real Sociedad-Malaga 1-3: 45' Edgar, 58' e 68' Baiano, 82' Agirretxe (R)

Villarreal-Albacete 1-0: 68' Riquelme rig.

Atletico Madrid-Betis 1-2: 16' e 38' rig. Oliveira (B), 53' Melli ag

Espanyol-Valencia 2-2: 19' Rufete (V), 33' Tamudo rig., 67' David Garcia ag (V), 90' Toni Velamazan

Sevilla-Real Madrid 2-2: 19' Sergio Ramos, 42' Javi Navarro ag (R), 74' Zidane (R), 89' Baptista

Levante-Barcelona 1-1: 34' Rivera, 60' Eto'o (B)

Classifica:
Barcelona 82
R. Madrid 76
Villarreal 61
Sevilla 59
Betis 58
Espanyol 57
Valencia 54
Athletic 51
Zaragoza 50
Deportivo 50
Atlético 48
Málaga 45
Getafe 45
R. Sociedad 45
Osasuna 45
Racing 41
Levante 36
Mallorca 35
Albacete 27
Numancia 25

Il Barcellona è matematicamente campione di Spagna per la 17°volta; Numancia e Albacete sono già retrocesse in Segunda.

L'addio a Del Horno e il futuro gramo.

(As)

Il passaggio quasi sicuro di Del Horno al Chelsea potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore, secondo quanto riportato oggi dai principali quotidiani sportivi spagnoli. Si cominciano a definire chiaramente anche le cifre dell'affare: 14 milioni di euro al club di Bilbao (anche se As alza la quota a 17-18 milioni) e 4 milioni lordi a stagione per il giocatore, a cui è stato proposto un contratto quadriennale. Il procuratore di Del Horno, Jokin Barcena, e Peter Kenyon del Chelsea hanno già trovato un accordo di massima e si aspetta solo la ratifica dell'Athletic per annunciare il trasferimento in Premier di Asier, fortemente voluto da Mourinho che non sembra troppo soddisfatto dei suoi attuali esterni sinistri, Gallas e Bridge. Sempre As riporta però la notizia di un possibile impedimento tra le due società, dovuto alla recente consuetudine delle squadre inglesi di pagare i giocatori stranieri in due tronconi: la parte maggiore subito, il resto più avanti a seconda del rendimento del nuovo acquisto. Una formula usata con i recenti "colpi" spagnoli (Xabi Alonso e Reyes) e dovuta all'incognita dei problemi di ambientamento, che non dovrebbe comunque costituire un ostacolo nell'affare-Del Horno.

Il futuro gramo cui accennavo nel titolo riguarda il fronte degli acquisti. Premesso che Del Horno verrà sostituito con un prodotto "interno", sia esso Casas (che però non ha convinto granchè quest'anno), Moya, Tarantino o il giovanissimo Amorebieta, classe '85, non si vedono nomi importanti nel futuro del club. L'unico rinforzo certo è il cavallo di ritorno Gaizka Garitano, capitano dell'Eibar e fedelissimo del futuro tecnico biancorosso Mendilibar, un mediano di 30 anni che di per sè non rappresenta un grande investimento per il futuro, vista anche l'età non più verde. Se parte Ezquerro, cosa quasi certa considerando le parole di ieri del ds del Barça Begiristain ("Ezquerro è un giocatore interessante"), può arrivare un altro uomo di fiducia di Mendilibar, quel Joseba Llorente autore di 16 gol in Segunda; un trasferimento tutt'altro che certo, vista la presenza in rosa di una seconda punta come Arriaga. L'acquisto a parer mio più urgente, quello di un difensore centrale, continua purtroppo a restare confinato nel mondo delle idee, anche a causa della scarsa offerta attuale. Cruchaga dell'Osasuna ha 31 anni e non rende più come qualche stagione fa, Labaka della Real Sociedad è molto acerbo e non sembra comunque granchè (un pò come il nostro Murillo), dunque il nome più interessante resta quello di Aitor Ocio. L'ex difensore dell'Athletic, un centrale in grado di coprire all'occorrenza tutte le zone della difesa, è in scadenza nel 2006, perciò bisognerebbe fare un'offerta in soldoni al Siviglia; difficile, ma con i milioni in arrivo dal Chelsea ci si potrebbe fare un pensierino, soprattutto vista la qualità del giocatore. Altri nomi sono quelli di Jaio del Ferrol, in scadenza quest'anno, e dei canterani Goikoetxea (fisicamente un pò piccolo), Ustaritz (bloccato spesso dagli infortuni), Tarantino e Amorebieta, nati centrali e quindi utilizzabili in questo ruolo; il secondo, un granatiere di 190 cm per 77 kg, sembrerebbe essere particolarmente apprezzato da Mendilibar, che al 90% lo porterà in prima squadra con Tarantino. Insomma, un quadro non proprio paradisiaco. Ma il bello dell'Athletic è proprio questo: mentre mezza Europa spende e spande, spesso a caso e senza ottenere vittorie, noi siamo impegnati a racimolare informazioni su dei ragazzini che il prossimo anno difenderanno i colori biancorossi. Una cosa che trovo meravigliosa.

mercoledì 18 maggio 2005

Fernando Llorente Torres.

(As)

Nato a Iruñea-Pamplona (Nafarroa) il 26/02/1985. Centravanti, 1,93 m per 88 kg, è l'erede designato di Urzaiz al centro dell'attacco dell'Athletic. Filiforme, all'apparenza esile ma molto potente, è fortissimo di testa e risulta particolarmente abile nel gioco di sponda, anche se sa tenere bene il pallone per far salire i propri compagni; destro naturale, è dotato di una buona tecnica a dispetto delle lunghe leve ed ha un tiro discreto che potrà solo migliorare. Ha iniziato la stagione nelle fila del Bilbao Athletic, la formazione B, poi, complici un infortunio di Urzaiz e il litigio tra mister Valverde e Gorka Azkorra (il centravanti di riserva finito in prestito al Recreativo di Huelva), è stato portato in prima squadra ed ha subito esordito contro l'Espanyol, impressionando tutti per bravura e personalità; finora ha giocato 13 gare in Liga, quasi tutte da subentrato, segnando 3 gol, mentre in Coppa lo score è di 3 reti in quattro match (contando la partita giocata in UEFA il totale arriva a 18 presenze e 6 reti). Il suo maggior difetto è il rapporto ancora un pò conflittuale con il gol, ma la giovane età gioca tutta a favore del giocatore, per cui è stato addirittura coniato il paragone con Ibrahimovic. Senza scomodare l'asso della Juventus, ritengo che Llorente sia un attaccante dalle grandi qualità, ottimo come boa in un 4-2-3-1 o come ariete al fianco di una punta rapida e dal buon fiuto del gol, come ad esempio Arriaga. Il futuro all'Athletic sembra suo, visto anche il grandissimo attaccamento del giocatore alla maglia biancorossa, una caratteristica imprescindibile per chi aspiri a giocare nel club bilbaino.

Trovate la scheda anche su FootballArt.

martedì 17 maggio 2005

Sul Mundo Deportivo scrivono che Valverde il prossimo anno allenerà il Valencia: secondo me non vincerà nulla, ma probabilmente mi sbaglio. L'importante è che non lo riveda più a Bilbao... ciao Txingurri, io però Eskerrik asko (grazie) non te lo dico nemmeno sotto tortura.

36a giornata: Mallorca 4-3 Athletic.

Real Mallorca (4-4-2): Moyá; Cortés, Iuliano, Ballesteros, Poli; Campano (79' Jorge López), Pereyra, Farinós (75' De los Santos), Arango; Víctor Casadesús, Okubo (71' Tuni).
Athletic Club (4-2-3-1): Aranzubia; Murillo, Prieto (69' Del Horno), Lacruz, Casas; Orbaiz, Gurpegui; Ezquerro (69' Urzaiz), Yeste (20' Arriaga), Tiko; Llorente.
Reti: 10' Farinós (rig.), 27' Llorente, 30' Gurpegui, 48' e 62' Víctor, 51' Okubo, 58' Orbaiz.
Arbitro: Velasco Carballo.

Può una stagione finire nel giro di cinque giorni? L'Athletic dimostra che sì, effettivamente può. Dopo la sconfitta in Coppa col Betis mercoledì, i Leoni di Bilbao perdono sul campo del Maiorca e danno l'addio definitivo ad ogni velleità europea per il prossimo anno (salvo miracoli o Intertoto, che io non farei). Intendiamoci, il 4-3 rimediato al Son Moix è frutto di una delle partite più scandalose degli ultimi mesi, con l'arbitro, il signor Velasco Carballo, che fischia un rigore inesistente per i padroni di casa, ne nega uno enorme ai baschi e concede di tutto e di più ai mallorquini (Iuliano in testa), liberi di picchiare impunemente i giocatori di maggior classe come Llorente e Yeste. Il numero 10 biancorosso deve lasciare il campo per un'entrata durissima di Campano dopo appena 20 minuti, quando l'Athletic è già sotto 1-0 a causa del succitato rigore, concesso dall'arbitro forse per premiare il tuffo di Okubo in area e trasformato da Farinos; al posto di Yeste, lesionato al ginocchio e alla caviglia della gamba destra, entra il sostituto naturale di Etxeberria, Arriaga, tenuto ovviamente in panchina a favore di un Tiko fuori ruolo, come avevo previsto nel post precedente. La reazione rabbiosa dei bilbaini porta ad uno-due prezioso: prima Llorente, autore di una gran partita, fa secco Iuliano e batte Moya con un tiro dal limite dell'area (assist di Arriaga, che non giocava da tre mesi perchè ritenuto inutile), quindi Gurpegi insacca di testa un corner di Tiko. Nel secondo tempo, però, la squadra crolla; Valverde, che a inizio stagione ruotava tutti senza motivo, con l'avvicinarsi di giugno ha pensato bene di eliminare il turnover, e le conseguenze si vedono. Gli 8/11 della formazione sono reduci dall'impegno con il Betis e non reggono il caldo di Maiorca. I padroni di casa segnano due reti in tre minuti, tuttavia l'Athletic ha ancora la forza di pareggiare grazie ad uno splendido calcio di punizione di Orbaiz. E' solo un'illusione, perchè Victor concede il bis e mette dentro di testa la rete del 4-3, preziosissima per la disperata rincorsa alla salvezza dei mallorquini; Cuper ordina di difendere il vantaggio e viene facilitato dalla stanchezza dei baschi, anche perchè Valverde lascia in panchina i freschi Guerrero e Jonan per inserire Del Horno e Urzaiz, bolliti più o meno come i titolari. Llorente all'85' potrebbe fare 4-4, ma il suo colpo di testa su assist di Urzaiz (ma allora possono giocare insieme! Che strano...) va fuori di poco. L'annata dei Leoni finisce col triplice fischio del vergognoso Carballo; le ultime due partite servono solo per le statistiche, e magari per far giocare qualche riserva. Anche se, conoscendo quel furbone di Valverde, mi sa che prima di mettere in campo certa gente torna a giocare lui...

sabato 14 maggio 2005

Chelsea, offerta per Del Horno.

Roman Abramovich, il mafioso russo che per divertirsi tra un reato e l'altro ha comprato due squadre di calcio, è uno che non ha problemi di liquidità. Con i milioni di rubli di dubbia provenienza che ha accumulato dopo il disfacimento dell'URSS e della CSI, il presidente del Chelsea e del CSKA Mosca può permettersi di comprare chi gli pare e quando gli pare, visto che può fare offerte assolutamente fuori mercato e inarrivabili per delle squadre che non abbiano dei criminali sulla poltrona del comando. Questo schifosissimo personaggio, peraltro con molte analogie con Berlusconi, a parer mio ha portato nel calcio inglese una sporcizia e una disonestà che la Premier finora non conosceva. Non capisco come faccia certa gente, che pure dice di odiare (giustamente) il corrotto calcio italiano, a sostenere il Chelsea e un allenatore come Mourinho, uno che fattura più di 10 milioni di euro l'anno e si permette pure di fare l'arrabbiato e di prendere per il culo giornalisti e tifosi, ovvero persone che non guadagneranno in una vita quello che lui busca in una sola stagione. Chiudo la premessa, che però mi sembrava doverosa. Per farla breve, Abramovich vuole Del Horno. Non so bene cosa se ne faccia il Chelsea, visto che ha in rosa uno dei difensori sinistri più forti del mondo, Wayne Bridge; in ogni caso, il mafioso russo è pronto a sborsare una cifra intorno a 14 milioni per avere il nostro numero 3. La clausola di rescissione di Asier è di 20 milioni, ma anche per 6 milioni di euro in meno la sua vendita sarebbe un affare colossale vista la mancanza di liquidi che affligge il 90% delle squadre di calcio. Che Del Horno se ne vada è un fatto ormai assodato, però preferirei i soldi del Real Madrid a quelli sporchi di sangue di Abramovich e spero che Lamikiz, il quale ha smentito ogni tipo di contatto col Chelsea, non ceda alle lusinghe del russo. Tornando a parlare di calcio, la perdita di Del Horno, giocatore troppo ambizioso e "fighetto" (ancorchè molto, molto forte) per restare a Bilbao, lascia aperta una falla tecnica di non facile aggiustamento. Il futuro tecnico dell'Athletic Mendilibar ha fatto sapere di poter fare a meno di lui, perchè in rosa ci sono già Casas e Moya e in più tornerà dal prestito al retrocesso Numancia Francisco Javier Tarantino. Come sempre, la speranza dell'Athletic è riposta nei giovani.

Stagione finita per Joseba Etxeberria. Il Gallo si è infortunato durante la partita contro il Betis e ha subito una microrottura fibrillare ai muscoli della gamba destra, lesione che lo terrà fuori per almeno tre settimane. Mancano solo tre giornate al termine della Liga, perciò è assolutamente impossibile che Etxebe torni in campo prima della fine della temporada. Spero di vedere finalmente titolare Joseba Arriaga, anche se ormai Valverde mi ha abituato alle mosse più indecenti pur di non schierare gente che non gli piace; già so che mi toccherà rivedere Tiko sulla fascia come mercoledì sera...

venerdì 13 maggio 2005

Semifinale di ritorno di Copa del Rey: Athletic 0-0 Betis (4-5 d.c.r.).

(As)

Athletic Club (4-2-3-1): Lafuente; Iraola, Lacruz, Prieto, Casas (61' Del Horno); Orbaiz, Gurpegui; Etxeberria (61' Ezquerro), Tiko, Yeste; Urzaiz (96' Llorente).
Real Betis Balompié (4-2-3-1): Doblas; Melli, Juanito, Rivas, Luis Fernández; Assuncao, Arzu (121' Lembo); Joaquín, Benjamín (91' Denilson), Fernando (72' Varela); Oliveira.
Sequenza dei rigori: Del Horno parato, Assuncao gol, Yeste gol, Oliveira alto, Tiko gol, Joaquín gol, Orbaiz gol, Denilson gol, Iraola gol, Lembo gol, Ezquerro parato, Luis Fernández gol.
Arbitro: Megía Dávila.
Note: partita sospesa al 5' del secondo tempo per poco più di 10 minuti a causa di un black-out all'impianto di illuminazione.

Le speranze dell'Athletic di raggiungere la trentaseiesima finale di Coppa, la prima negli ultimi venti anni, si infrangono contro una barriera che spesso ha bruscamente spezzato i sogni di noi italiani: il dischetto del rigore. Ai biancorossi ed al Betis non bastano 120' minuti (170' totali con la gara di andata, anch'essa conclusasi 0-0) per segnare un misero golletto, dopo che le due sfide di campionato avevano regalato ben 11 segnature; imprecisione, sfortuna e bravura dei portieri trascinano questa semifinale infinita fino all'estrema conseguenza dei penalty, meccanismo necessario e crudele che condanna infine la squadra basca e promuove i biancoverdi di Serra Ferrer. Valverde presenta una formazione a parer mio sciagurata, proponendo Casas al posto di Del Horno per bloccare Joaquin e Tiko trequartista in luogo di Ezquerro: solo un caso che i due esclusi siano in procinto di lasciare il club a fine stagione? In ogni caso, le "epurazioni" di Txingurri contribuiscono solo a rinforzare il Betis, con l'ultima chicca dell'esclusione di Guerrero, un giocatore che nel finale avrebbe fatto molto comodo. Il modo migliore per contenere Joaquin, ispiratissimo ma non al meglio, sarebbe stato quello di attaccarlo, di costringerlo a sfiancarsi dietro Del Horno, e infatti la marcatura di Casas, bloccato in difesa, non serve a niente. Stesso discorso per Tiko, incapace di creare pericoli e di rifornire adeguatamente Urzaiz e gli esterni. Non è un caso se nel primo tempo, tolte due occasioni nei primi 10 minuti (colpo di testa centrale di Gurpegi e tiro forte, ma altrettanto centrale, di Yeste), l'Athletic non riesce mai a produrre azioni pericolose; il Betis, subita l'iniziale sfuriata basca, controlla bene ed impone progressivamente il proprio ritmo al gioco, sfiorando il vantaggio proprio in chiusura di tempo: ci vuole un grandissimo riflesso di Lafuente per respingere il tiro da due metri di Melli, arrivato sugli sviluppi di un corner. Nella ripresa Valverde sostituisce Casas con Del Horno ed Etxeberria, infortunato, con Ezquerro. Dopo 20 secondi dal suo ingresso, il riojano viene steso al limite dell'area da Juanito: l'arbitro segnala il rigore, poi converte giustamente il penalty in semplice calcio di punizione dopo la segnalazione dell'assistente. Urzaiz, fin lì pressochè nullo, inizia a ricevere rifornimenti con continuità e tutto l'Athletic cresce con lui. Yeste impegna Doblas con una gran botta, purtroppo centrale; Oliveira, servito involontariamente da Lafuente, risponde con un diagonale destro su cui il portiere rimedia all'errore precedente; ma sono gli ultimi 10 minuti quelli in cui l'Athletic sfiora davvero il passaggio alla finale. Prima Urzaiz stacca benissimo in area, concludendo però alto di poco, quindi Ezquerro, in beata solitudine sul secondo palo, manda clamorosamente alto il colpo di testa da due passi con Doblas già fuori causa. I supplementari, ricchissimi di tensione, sono emozionanti e spettacolari come i 90 minuti precedenti. Il Betis sfiora la rete con Denilson (traversa di testa per lui), ma l'Athletic risponde con Gurpegi e Llorente, che vanno a meno di mezzo metro dal gol vittoria con due cabezazos su calcio d'angolo. La partita si chiude con il maledetto 0-0 ancora intatto. Lotteria dei rigori: Del Horno ed Ezquerro, proprio loro, si fanno parare il tiro da Doblas e il Betis vince. Nient'altro da dire tranne che l'Athletic, per quanto fatto vedere nelle due partite, meritava sinceramente di passare il turno; non è successo, ma i Leoni ci hanno provato fino alla fine, giocando una partita straordinaria per cuore ed intensità. Grazie lo stesso ragazzi!

Le mie pagelle del match:

Lafuente 6,5: confermato portiere di Coppa da Valverde, non tradisce la fiducia del mister e si dimostra sicuro e concentrato per tutti i 120'. Commette solo l'errore del rinvio involontario per Oliveira, peraltro riscattato dall'intervento sul seguente tiro del brasiliano. Bellissima la parata su Melli al 43', un miracolo che purtroppo non ripete nei rigori.
Iraola 7,5: questo ragazzo non finisce mai di stupire. A 23 anni gioca la semifinale con la sicurezza di un veterano, riuscendo ad assicurare grande spinta in avanti e ottime chiusure in difesa. Segna il suo rigore e invita il San Mamés a farsi sentire. Un piccolo gigante.
Lacruz 6,5: gara precisa e senza sbavature; si intende alla perfezione con Prieto e chiude tutte le eventuali falle che si aprono dietro. Un pò carente di testa, ma si sa che in acrobazia non è granchè anche a causa di una statura non eccelsa.
Luis Prieto 7: Oliveira non è in serata, ma se non lascia traccia di sè è soprattutto a causa della guardia strettissima e asfissiante del numero 14 basco. Non sarà un fulmine di guerra, però è estremamente efficace nell'uno contro uno, non commette troppi falli ed è uno dei marcatori a uomo migliori della Liga. Partita perfetta.
Casas 4.5: Valverde lo schiera per limitare Joaquin: operazione fallita in pieno. Non hai mezzi tecnici nè la velocità per contenere l'ala destra andalusa, in più non spinge ed è disastroso in fase di appoggio. Il tecnico biancorosso lo toglie per disperazione, ma l'errore è a monte. (Dal 61' Del Horno 6,5: con lui in campo la musica cambia e non è un caso che Urzaiz inizi a ricevere più cross dopo il suo ingresso. E' fondamentale per questa squadra e tenerlo fuori è equivalso ad un vero e proprio suicidio tattico. Peccato per il rigore, calciato molto male).
Gurpegi 6,5: come al solito non fa mancare grinta e peso specifico in mezzo al campo. Corre per tre, pressa e tampona in ogni zona del rettangolo verde e sfiora anche la rete nel secondo tempo supplementare. Sarebbe stato stupendo battere il Betis con un suo gol, viste le dichiarazioni e le allusioni di Lopera e co. nei suoi confronti, ma ieri non era proprio serata.
Orbaiz 7: più lo vedo giocare e più mi impressiona. Polmoni ma soprattutto cervello, smista un'infinità di palloni e riesce a coprire efficacemente la zona centrale del campo da una trequarti all'altra. Splendide alcune aperture da regista di gran classe. Completa il suo partidazo con un'esecuzione perfetta dagli undici metri.
Etxeberria 5: dispiace dirlo ma questa gara è lo specchio fedele della brutta stagione del giocatore di Elgoibar. Nonostante si presenti a questo appuntamento dopo alcune partite molto positive, il Gallo non ne azzecca una: si dribbla da solo, salta raramente l'uomo, crossa poco e alla fine si infortuna pure. In ogni caso, sarebbe stato comunque da sostituire. (Dal 61' Ezquerro 6,5: dopo 20 secondi dal suo ingresso fa secchi due uomini prima di essere steso al limite da Juanito. Con i suoi dribbling ubriacanti è il vero crack del match e fornisce all'attacco l'imprevedibilità e la pericolosità che mancavano. Un unico errore, ahilui pesantissimo, macchia una partita altrimenti maiuscola: il gol fallito incredibilmente a 5' dal termine dei tempi regolamentari. Il rigore sbagliato è un episodio, ma per sua sfortuna Santi passerà alla storia di questa gara come colui che avrebbe potuto regalare la finale all'Athletic e invece l'ha fatta svanire).
Tiko 6: dentro a sorpresa al posto di Ezquerro, non giustifica la scelta di Valverde con la sua prestazione. Fa il compitino, smista qualche pallone interessante e prova anche la conclusione, ma in definitiva non lascia il segno come avrebbe dovuto. E Guerrero guardava dalla tribuna...
Yeste 6,5: da vero leader cerca di guidare la squadra al successo attraverso gli assist e la conclusione personale, che prova in due occasioni senza fortuna. Generoso, corre senza alcun risparmio e finisce stremato, sparendo dalla gara nei supplementari a causa di un vistoso calo fisico; ciò nonostante, tira il rigore alla perfezione.
Urzaiz 6: nel primo tempo è solo nella morsa di Juanito e Rivas, molto bravo di testa, e finisce quasi per non toccare il pallone. Con l'ingresso di del Horno ed Ezquerro i rifornimenti aumentano e l'ariete navarro cresce sensibilmente. Peccato per quel cabezazo finito alto, un colpo che di solito non sbaglia. (Dal 96' Llorente 6: entra e si fa subito sentire. Tiene alta la squadra, spizzica di testa un paio di buoni palloni e sfiora il gol su azione d'angolo. Il massimo che poteva fare l'ha fatto).

Valverde 4: qualcuno dirà che sono prevenuto, tuttavia non credo di esagerare nel sostenere che il tecnico ha grandi responsabilità in questa sconfitta, pur se arrivata solo ai rigori. Il primo errore lo ha commesso nel lasciare fuori dai convocati Guerrero, un uomo che poteva tornare utilissimo con la sua innata capacità d'inserimento; inoltre, Yeste alla fine era cotto e non c'era nessuno da mettere al suo posto, perchè Valverde su cinque riserve aveva portato ben due difensori (Del Horno e Murillo). Il secondo sbaglio è stata la formazione iniziale: Casas andava spedito in tribuna, Del Horno ed Ezquerro dovevano partire titolari. Il terzo errore è legato all'innata incapacità di Valverde di cambiare volto alla squadra e di modificare l'inerzia di una partita; le sue sostituzioni sono sempre le stesse, via un centravanti dentro un centravanti, via un mediano dentro un mediano e così via; mai una variazione tattica e di modulo, mai un esperimento, mai un azzardo. E alla fine gli sbagli si pagano. Secondo lo stesso Txingurri, questa era la partita più importante della sua carriera e lui, purtroppo, l'ha persa.

mercoledì 11 maggio 2005

Stasera, che sera.

(As)

E infine ci siamo. Mancano poche ore alla sfida chiave della stagione ed è una bellissima sensazione tornare a giocare per qualcosa di veramente importante. La partita, inutile nasconderlo, è delle più difficili, e questo soprattuto per due motivi, la tenuta mentale dell'Athletic e le caratteristiche tecnico-tattiche del Betis. Sul primo punto non c'è molto da dire: la squadra biancorossa ha un'età media bassissima, ha solo tre o quattro giocatori esperti in grado di reggere la pressione senza problemi e ha già dimostrato di potersi smarrire nelle sfide che contano, come nella sciagurata partita di ritorno di UEFA contro l'Austria Vienna. Anche in quel caso si partiva dallo 0-0 esterno della gara di andata, ma gli uomini di Valverde giocarono troppo "di testa" e finirono per perdere 2-1. L'Athletic, è assodato, da il meglio di sè quando gioca senza fare calcoli, di puro istinto, e anche stasera l'indecisione su che tipo di match impostare potrebbe rivelarsi fatale. Da parte sua, il Betis sembra una squadra costruita per il tipo di incontro che si prospetta oggi. Letale sugli esterni, dove può contare su giocatori di livello mondiale, ha un impianto di gioco che si adatta magnificamente al contropiede: centrocampo solido, fasce mobilissime e una coppia di attaccanti devastante se lanciata in velocità e letale in uno dei suoi terminali, il brasiliano Oliveira, capace di segnare in qualsiasi modo come ben sa proprio l'Athletic, trafitto per tre volte dal biancoverde in occasione della partita di campionato del Febbraio scorso (terminata 4-4). Insomma, sarà durissima; vedo ancora favorito il Betis, diciamo che i biancoverdi hanno un buon 60% di probabilità di passare. Valverde non potrà bloccare le corsie laterali come all'andata perchè dovrà osare di più e avrà bisogno della spinta dei terzini offensivi Del Horno e Iraola, che dovranno sfiancarsi in un doppio lavoro fondamentale per gli esiti del match; temo molto il duello Del Horno-Joaquin, perchè il nostro Asier lascia spesso a desiderare in copertura: oggi non può permetterselo. La formazione dovrebbe essere quella tipo, con l'unica variante di Lafuente (no comment) confermato portiere di Coppa, anche se restano alcuni dubbi da sciogliere; in difesa dovrebbero piazzarsi Iraola, Lacruz (o Murillo), Prieto e Del Horno (ma Valverde potrebbe decidere di coprirsi un pò con Casas), in mediana Gurpegi (o Tiko) e Orbaiz, in attacco Etxebe, Yeste, Ezquerro e Urzaiz. Nel Betis Joaquin dovrebbe giocare al 90%, tuttavia potrebbe risentire ancora di un infortunio recente e accomodarsi in panchina. Il San Mamés si annuncia pieno in ogni ordine di posti e so già che l'apporto dei tifosi non mancherà in questa sfida che può valere il ritorno in finale dopo 20 anni esatti.

Guerrero guarderà la partita dalla tribuna; il Capitano, infatti, non è stato convocato per la gara di stasera. Non detesterò mai troppo Valverde per questo.

martedì 10 maggio 2005

Julen Guerrero Lopéz.

Nato a Portugalete (Bizkaia) il 7/01/1974. Senza molti giri di parole, possiamo dire che lui è l'Athletic, il giocatore simbolo, una vera e propria leggenda vivente di questa squadra. Trequartista centrale, 1,79 m per 71 kg, ha tutte le caratteristiche del fantasista moderno: classe cristallina, grande tecnica, visione di gioco e strepitoso senso dell'inserimento e del gol. Destro naturale, ha un piede educatissimo e lo dimostra servendo assist ai compagni, tirando efficacemente da ogni posizione e calciando da vero artista le punizioni; fisicamente minuto, ha un buono stacco di testa; è un pò lento ma riesce sempre a sorprendere per generosità e impegno. Per anni è stato uno dei centrocampisti più forti d'Europa ed è stato corteggiato da club di primissimo piano come Juventus e Real Madrid, ma lui ha sempre preferito rimanere nella squadra di cui è tifoso, anteponendo l'amore per i colori ai soldi e alle vittorie; per questo motivo, a Bilbao tutti lo amano e continuano a sostenerlo anche adesso, nel momento più difficile della sua carriera. La sua storia nell'Athletic inizia da giovanissimo e passa attraverso tutte le squadre minori del club; a 17 anni vince da capitano il titolo con la Juvenil, a 18 segna 6 reti in 12 gare con la formazione B e si guadagna il soprannome di Perla di Lezama, a 19 esordisce con Heynckes in prima squadra (Athletic-Cadiz 2-1) ed è subito titolare. Nello stesso 1993 gioca la prima gara in nazionale, di cui diverrà un punto fermo per 7 anni. I numeri della prima stagione biancorossa sono strepitosi, soprattutto se si considera l'età del giocatore: 37 presenze e 10 gol, a cui seguono 18 reti in 36 gare nella temporada seguente. Julen si trova presto ad indosare la fascia (da qui un altro soprannome, il Capitano) e inizia ad essere completamente identificato col club: chi dice Guerrero dice Athletic. Nel 1998, anno del centenario della squadra, la soddisfazione più grande per Julen, quel secondo posto che significa Champion's, una competizione nella quale il numero 8 si metterà in grande evidenza. Con il ritorno di Heynckes in panchina nel 2000 e complice anche un brutto infortunio, il Re Leone (altro sprannome) inizia un progressivo e incomprensibile allontanamento dall'undici titolare, situazione che si accentua con Valverde, suo ex compagno di squadra, che lo utilizza col gontagocce solo per scampoli di partita. Nonostante ciò, Guerrero realizza in questa stagione l'impresa di segnare il 100° gol in Liga con la maglia dell'Athletic, quella maglia che ormai gli si è cucita addosso come una seconda pelle. In totale, Julen somma 408 partite e 116 reti in prima squadra, così ripartiti: 354/101 in campionato, 39/11 in Coppa del Re, 8/2 in Champion's, 7/2 in UEFA; inoltre, conta 39 presenze e 13 gol con la Spagna e 9 gare e 6 reti con la rappresentativa basca, di cui è capocannoniere assoluto. Senza ombra di dubbio, il più forte giocatore dell'Athletic degli ultimi 20 anni.

La partita della vita.



Chi non è esperto di Liga non può capire cosa rappresenta la Copa del Rey, specialmente per una squadra dalla grande storia come l'Athletic. La coppa nazionale, infatti, in Spagna non è un trofeo decaduto e snobbato, buono solo per far scaldare le riserve; la Coppa è la più antica competizione spagnola, ideata ben prima del campionato, e conquistarla equivale ad un vero onore, un pò come accade in Inghilterra per la FA Cup. Le grandi non si risparmiano per vincerla, e lo dimostrano sia le formazioni mandate in campo da club come Barcellona (fuori al primo turno) e Real Madrid (a casa agli ottavi), che nelle loro partite hanno schierato fior di titolari, sia le polemiche e la delusione dei tifosi seguite alle eliminazioni di queste due squadre; l'albo d'oro della Copa, poi, è ricchissimo di affermazioni importanti, 17 per le merengues e ben 24 per gli azulgrana, tanto per rimanere ai due club più blasonati di Spagna. In tema di successi l'Athletic è messo benissimo: 23 vittorie e secondo miglior palmares dopo il Barça, tanto che i tifosi biancorossi parlano della Coppa del Re come della "loro" coppa, viste le soddisfazioni che il trofeo ha riservato al club. L'ultimo successo bilbaino è datato 1984, quando l'Athletic superò il Barcellona di Maradona per 1-0 grazie al gol di Endika (nella foto sopra). Da allora, una finale persa l'anno successivo e solo una lunga serie di delusioni, come la sconfitta contro il Real Madrid in semifinale nel 2002. La Copa rappresenta ancora oggi un trofeo ambito da tutte le squadre ed un eventuale successo dell'Athletic sarebbe vissuto come la riscossa dopo stagioni piuttosto avare di vittorie; per questo motivo, mi piacerebbe vedere in campo la vecchia guardia, quella che ha retto la baracca quando le cose non andavano e che merita davvero di giocarsi una finale. Urzaiz, Lacruz, Etxebe, Ezquerro e Guerrero di nuovo insieme per una nuova battaglia, forse l'ultima: troppo bello per essere vero. So già che il Capitano si accomoderà in panchina, che Isma prima o poi dovrà fare spazio a Llorente e che per Ezquerro questa potrebbe essere l'ultima partita importante della sua storia biancorossa; ma, almeno per stasera, fatemi continuare a sognare un altro pò.

lunedì 9 maggio 2005

Risultati 35a giornata.

Espanyol-Numancia 3-0: 55' Amavisca, 58' Coro, 83' Antonio (N) ag

Getafe-Real Sociedad 2-0: 31' e 42' Michel

Malaga-Villarreal 0-2: 63' Riquelme, 65' Cazorla

Albacete-Levante 3-1: 39' Francisco, 51' Redondo, 53' Mark Gonzalez, 60' Sergio Garcia (L)

Valencia-Barcelona 0-2: 28' Ronaldinho, 30' Eto'o

Deportivo-Atletico Madrid 2-0: 54' Luccin (A) ag, 82' Capdevila

Osasuna-Mallorca 1-1: 34' Farinos (M), 83' Milosevic

Real Madrid-Racing 5-0: 28' Owen, 36' rig. e 90' Ronaldo, 53' e 71' Raul

Betis-Sevilla 1-0: 7' Oliveira

Classifica:

Barcelona 81
R. Madrid 75
Sevilla 58
Villarreal 58
Espanyol 56
Betis 55
Valencia 53
Athletic 51
Deportivo 49
Zaragoza 49
Atlético 48
Getafe 45
R. Sociedad 45
Osasuna 44
Málaga 42
Racing 38
Levante 35
Mallorca 32
Albacete 27
Numancia 24

domenica 8 maggio 2005

35a giornata: Athletic 2-0 Zaragoza.

Athletic Club (4-2-3-1): Aranzubia; Iraola, Lacruz, Prieto, Del Horno; Orbaiz, Gurpegui; Etxeberría (86' Murillo), Tiko, Ezquerro (59' Yeste); Urzaiz (71' Llorente).
Real Zaragoza (4-1-4-1): Luis García; Ponzio, Alvaro, Milito, Aranzabal; Movilla; Cani (46' Galletti), Generelo (66' Oscar), Zapater (85' Camacho), Savio; Villa.
Reti: 54' Urzaiz, 83' Lacruz.
Arbitro: Teixeira Vitienes.

E' un Athletic che fa ben sperare per il ritorno di Coppa quello visto ieri contro il Saragozza. Squadra attenta, concentrata in difesa (la coppia Prieto-Lacruz è indubbiamente la migliore) e concreta davanti, brava a contenere le folate di uno degli attaccanti più interessanti di tutta la Liga, quel Villa autore fin qui di 15 gol. Davanti ai 38.000 splendidi tifosi del San Mamés, gli uomini di Valverde prendono subito il comando delle operazioni e si producono dopo pochi minuti in una verticalizzazione per Etxebe, che viene steso dal portiere appena fuori area; sarebbe espulsione, ma l'arbitro ammonisce solamente Luis García. La partita è viva ma non offre grandi emozioni fino alla mezz'ora, quando prima Ezquerro e quindi Zapater vanno vicinissimi al vantaggio: il riojano fa centro ma si vede annullare il gol per fuorigioco, mentre il giocatore aragonese si mangia lo 0-1 tirando alto da due passi dopo una miracolosa respinta di Aranzubia su Villa. La ripresa si apre col botto: Etxeberría, migliore in campo, salta due uomini, mette in mezzo dalla destra e Urzaiz può festeggiare il rinnovo del contratto con il 12° gol stagionale, il 105° in Liga con la maglia biancorossa. La rete dell'ariete di Tudela accende comprensibilmente il match: l'Athletic si difende con ordine e riparte di rimessa, mentre il Saragozza si getta in avanti alla ricerca di un pari prezioso per la propria classifica. Savio e Villa fanno rabbrividire i tifosi biancorossi, in particolar modo il secondo che, dopo aver saltato Aranzubia, viene fermato dall'arbitro a causa di un presunto fallo su Lacruz; Yeste, entrato al 59', potrebbe segnare il gol della sicurezza ma fallisce, dunque bisogna aspettare l'83' per il 2-0 che chiude il match: lo segna Lacruz, imbeccato solissimo sul secondo palo da un altro assist illuminante di Etxebe (il settimo quest'anno). Tre punti importanti per la rincorsa alla UEFA, ma soprattutto una prova incoraggiante in vista del Betis. Mercoledì sera c'è un appuntamento con la storia che questa squadra non può e non deve fallire.

venerdì 6 maggio 2005

Urzaiz, altri due anni da leone.



La notizia era nell'aria dopo l'intervista di ieri al quotidiano Marca, nella quale l'ariete navarro dichiarava di voler continuare a giocare nell'Athletic, e fortunatamente quei segnali si sono rivelati veritieri: il presidente Lamikiz ha infatti annunciato oggi il rinnovo di Urzaiz fino al 2007. La società è venuta incontro ai desideri dell'attaccante, offrendo un prolungamento per due stagioni e non per una soltanto, mentre il giocatore ha accettato di buon grado una riduzione dello stipendio che sembrerebbe piuttosto netta. Con i prossimi due anni in biancorosso, Isma toccherà quota 11 stagioni con il club di Bilbao, un traguardo importante che lo colloca in compagnia di assolute leggende dell'Athletic; finora Urzaiz ha disputato 353 partite ufficiali con i Leoni, segnando 117 gol (305 presenze e 104 reti in Liga): un posto nella Hall of Fame del San Mamés gli è ormai assicurato.

mercoledì 4 maggio 2005

Andoni Iraola Sagarna.



Nato a Usurbil (Gipuzkoa) il 22/06/1982. Terzino o centrocampista di fascia destra, 1,81 m per 71 kg, è il miglior prodotto del vivaio dell'Athletic Bilbao degli ultimi anni. Arcigno in difesa, molto propositivo in attacco, è impeccabile tatticamente e riesce a svolgere le due fasi con ottimi risultati. Tecnicamente dotato, ha un gran destro, che sfrutta sia nelle conclusioni che nei cross, salta l'uomo ed è spesso in grado di creare la superiorità numerica sulla fascia di competenza. Il suo maggior difetto è ancora la tenuta atletica, tuttavia è nettamente migliorato rispetto allo scorso anno, durante il quale veniva spesso sostituito nella ripresa a causa della mancanza di fondo. Nonostante la giovane età, Iraola è già adesso uno dei migliori uomini di fascia destra della Liga; nel passato campionato il numero 15 dell'Athletic è stato eletto miglior esordiente dell'anno e in questa temporada sta confermando le promesse del 2004. E' nell'orbita della nazionale maggiore spagnola e di alcuni grandi club (tra cui la Juventus), ma il fortissimo attaccamento del giocatore alla maglia biancorossa fa sperare in una sua lunga permanenza nel club bilbaino.

Trovate questa scheda (insieme a tante altre, su giocatori di moltissimi campionati) su Football Art. Grazie a Dario per il copyright!

lunedì 2 maggio 2005

Risultati 34a giornata.

Mallorca-Espanyol 3-2: 10' Ibarra (E), 51' e 81' Campano, 71' Arango, 90' Maxi Rodriguez (E)

Zaragoza-Osasuna 5-1: 11' e 86' Villa, 39' Savio, 60' Oscar Gonzalez, 64' Generelo, 66' Moha (O)

Racing-Betis 1-1: 62' Benayoun, 80' Dani (B)

Villarreal-Getafe 4-0: 14' Sorin, 18' e 51' Forlan, 46' Cazorla

Levante-Malaga 0-1: 38' Baiano

Barcelona-Albacete 2-0: 66' Eto'o, 90' Messi

Sevilla-Deportivo 2-0: 13' Adriano, 20' Jesus Navas

Numancia-Valencia 1-1: 75' Tevenet, 84' Vicente (V) rig.

Real Sociedad-Real Madrid 0-2: 83' e 90' Ronaldo

Classifica:

Barcelona 78
R. Madrid 72
Sevilla 58
Villarreal 55
Valencia 53
Espanyol 53
Betis 52
Zaragoza 49
Athletic 48
Atlético 48
Deportivo 46
Real Sociedad 45
Osasuna 43
Getafe 42
Málaga 42
Racing 38
Levante 35
Mallorca 31
Numancia 24
Albacete 24

34a giornata: Atletico 1-1 Athletic.

Atlético de Madrid (4-4-2): Leo Franco; Velasco, García Calvo, Perea, Antonio López; Ibagaza, Colsa, Sosa (66' Raúl Medina), Gronkjaer (46' Nano); Salva (58' Braulio), Fernando Torres.
Athletic Club (4-2-3-1): Aranzubía; Murillo, Gurpegui, Lacruz, Casas; Orbaiz, Tiko; Ezquerro, Yeste (76' Luis Prieto), Del Horno (46' Iraola); Llorente (46' Etxeberría).
Reti: 66' Etxeberría, 78' Colsa.
Arbitro: Alberto Undiano Mallenco.

Finiscono con questo pareggio le duplici speranze (dell'Athletic e anche dell'Atletico) di arrivare in Europa tramite la Liga; resta ad entrambe solo la Copa del Rey, e chi non la vince il prossimo anno il mercoledì se ne starà tranquillamente a casa. Intendiamoci, il risultato è più che giusto: partita brutta, poche occasioni da rete, squadre contratte e tecnici incapaci di osare. Nella prima frazione la perversione di Valverde raggiunge vette inarrivate. Il tecnico bilbaino abbandona il 4-4-2 da trasferta per schierare una formazione assolutamente sconclusionata con la perla di Del Horno (un terzino) in posizione di trequartista sinistro; naturale che sia l'Atletico a fare la partita, senza niente di trascendentale ma giocando perlomeno con ordine. Al terzo minuto Fernando Torres si esibisce in una semirovesciata stupenda (nella foto Eitb24) e chiama Aranzubia al miracolo, quindi è Salva a vedersi respingere dal portiere riojano due conclusioni insidiose. L'Athletic, non pervenuto fino a 10' dal termine, si fa vivo con Llorente, ma i suoi sono degli aggellerimenti più che due vere e proprie occasioni da rete. Nel secondo tempo restano negli spogliatoi Del Horno e Llorente (insieme a Gronkjaer dell'Atletico, infortunato, il migliore in campo nella prima frazione: Murillo non lo ha fermato una volta) per Iraola ed Etxeberría: il modulo è 4-4-2 con il Gallo ed Ezquerro di punta e Yeste, Iraola, Tiko e Orbaiz a centrocampo. La squadra basca inizia a giocare sul serio e impegna gli avversari con alcuni contropiede velocissimi; da uno di questi, al 66', nasce il triangolo tra Ezquerro ed Etxebe che porta quest'ultimo al gol, il terzo in Liga quest'anno (una miseria). L'Atletico, già alle corde, sparisce del tutto dal campo e non riesce ad organizzare una reazione davvero efficace. Valverde decide allora di facilitargli le cose, inserendo Luis Prieto per Yeste ed avanzando Gurpegi in mediana; l'assetto dell'Atheltic torna ad essere squilibrato e i colchoneros ne approfittano. Nell'azione del pari c'è anche un pò di sfortuna, perchè Orbaiz viene disturbato dall'arbitro al momento del rinvio e la palla finisce a Calvo, il cui tiro viene parato alla grande da Aranzubia che però non può far nulla sulla ribattuta da due passi di Colsa. Il pareggio, tuttavia, è meritato: un tempo per uno, un punto a testa e tutti a casa. Peccato che il suddetto punto non serva a nessuna delle due squadre. L'Athletic ha buttato la vittoria facendosi rimontare per l'ennesima volta in questa stagione; a parer mio le colpe del tecnico sono lampanti, ma preferisco parlarne a stagione finita, quando sarà tempo di fare un bilancio serio sul suo operato.