mercoledì 31 ottobre 2012

9a giornata: Athletic 1-2 Getafe.


Il Getafe segna e Gurpegi resta a terra infortunato: il momento dell'Athletic è veramente nero (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, Gurpegui (15' San José), Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe (59' Llorente), De Marcos, Muniain (75' Isma López); Susaeta, Aduriz, Ibai Gómez.
Getafe: Moyá; Valera, Abraham, Rafa, Miguel Torres; Juan Rodríguez, Xavi Torres; Pedro León (81' Alexis), Barrada, Diego Castro (70' Lafita); Álvaro Vázquez (76' Adrián Colunga).
Reti: 11' Juan Rodríguez, 58' Álvaro Vázquez, 94' San José.
Arbitro: Gil Manzano (Comité extremeño).

Terza sconfitta in una settimana e passo indietro più che preoccupante per l'Athletic. Se infatti a Valencia la rimonta dei padroni di casa era stata rocambolesca e frutto di una momentanea follia di Ander Herrera (calcione a gioco fermo a un avversario e rosso diretto) e a Lione i biancorossi, pur perdendo, non aveva affatto giocato male, ieri contro il Getafe abbiamo assistito a una prova deludente, per non dire sconfortante. Squadra priva di mordente, senza idee, quasi imbambolata: in una parola, orribile. Gli azulones in pratica hanno vinto senza fare nulla per meritarselo; un colpo di testa su calcio da fermo, un po' di contenimento (nemmeno troppo, per la verità) e la spettacolare chilena di Alvaro Vazquez a sentenziare la fine anticipata del match. In tutto questo, i bilbaini sono apparsi fisicamente a terra dopo la sconfitta europea di giovedì, senza contare che il gol subito a freddo e il contemporaneo infortunio di Gurpegi hanno tolto loro anche quelle poche certezze che avevano. La reazione non è riuscita ad essere efficace neppure quando Bielsa ha messo dentro l'artiglieria pesante, e le già scarse speranze di portare a casa almeno un punto si sono infrante sulla traversa colpita da Llorente.
Fare una cronaca della partita mi sembra inutile. In campo non è successo molto e chi ha assistito in diretta alla partita non ha potuto fare a meno di notare la sensazione d'impotenza trasmessa dall'Athletic, che purtroppo con la prestazione di domenica è tornato a mostrare i problemi in transizione offensiva che sembravano dimenticati. L'assenza di Herrera in tal senso è stata certamente pesante, ma più che altro ha pesato (e sta pesando da inizio stagione) il rendimento a dir poco negativo di alcuni dei pilastri della scorsa temporada: da Amorebieta a Muniain, passando per De Marcos e Susaeta, ci sono giocatori che evidentemente stanno mandando in campo i loro gemelli scarsi, altrimenti non si spiega la differenza abissale rispetto a qualche mese fa. In tal senso credo che la copertina spetti a De Marcos: nel derby contro l'Osasuna era stato il migliore in campo, mentre contro i madrileni è tornato a correre troppo spesso a vuoto, sfiancandosi senza riuscire mai a incidere. Non per gettare la croce addosso a Oscar, ci mancherebbe, ma la differenza rispetto a due settimane fa (per non parlare dell'anno scorso...) è stata netta. Per questo motivo le critiche continue a Bielsa al momento non mi trovano d'accordo: se Amorebieta si fa saltare anche da mia nonna, Susaeta non azzecca un cross e Muniain si incarta al primo tentativo di dribbling la colpa, più che in panchina, risiede nelle teste dei calciatori. Evidentemente la situazione ambientale continua ad essere elettrica, ed è questa l'unica cosa di cui si possa incolpare il Loco; eppure solo una settimana fa sembrava che tutti avessero ritrovato il bandolo della matassa e, come ho scritto in apertura, nonostante il risultato finale la squadra aveva ben figurato a Valencia e Lione, due campi non proprio facili. La sconfitta col Getafe è inappellabile, ma forse (e sottolineo il forse) è figlia più della stanchezza, della sfortuna e del momento negativo che di un'ulteriore involuzione sul piano del gioco.
Domani in Copa del Rey con l'Eibar e soprattutto domenica in trasferta a Granada ne sapremo di più. Io continuo ad essere convinto che questa squadra abbia tranquillamente le possibilità per rialzarsi ed uscire dal tunnel, ma adesso i Leoni devono dimostrarlo sul campo.

venerdì 12 ottobre 2012

7a giornata: Athletic 1-0 Osasuna.


Aduriz esulta con De Marcos e Iraola dopo il gol vittoria (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegui, Ekiza, Castillo (75' Aurtenetxe); Iturraspe, De Marcos, Herrera (78' San José); Susaeta, Aduriz (70' Llorente), Muniain.
Osasuna: Andrés Fernández; Oier, Lolo, Arribas, Damiá; Annan (30' Puñal), Timor; Sisi (30' Lamah), Armenteros, Nino; Llorente (64' Kike Sola).
Reti: 12' Aduriz.
Arbitro: González González (Comité Castellano-Leonés).

Se una rondine non fa primavera non sarà una sola partita a decretare l'uscita dell'Athletic dal tunnel, però ragazzi, ci voleva! La vittoria nel derby basco numero 2, quello con l'Osasuna, ha permesso in un sol colpo ai Leoni di uscire dalla zona retrocessione e, soprattutto, di ritrovare sensazioni tipiche della passata stagione e che sembravano perdute in questa prima parte di campionato. Finalmente siamo tornati a vedere un Athletic dinamico e padrone del campo, capace di imbastire ottime trame in velocità e di irretire gli avversari grazie al palleggio; certo, la fortuna ha dato una mano ai biancorossi (ben tre i pali colti dai navarri nel match), ma va detto che la loro affermazione è stata ben più netta del punteggio finale, ridotto al minimo scarto dalle parate miracolose di Andre Fernandez. Ma cos'è cambiato dalla batosta di San Sebastian e dal k.o. rimediato a Praga in UEFA (risultato che ha complicato terribilmente la campagna europea dei biancorossi)? Possibile che il ritorno di Ander Herrera e il ricorso forzato a Ekiza, autore di una prestazione impeccabile, siano bastati da soli a far voltare pagina? Sicuramente c'è stato altro in settimana, come dimostra la notizia di un confronto tra Urrutia e la squadra, e la reazione mostrata dai giocatori nel derby è un segnale molto positivo dopo settimane di timori e incertezze. La situazione dell'Athletic resta ancora parecchio complicata, tuttavia l'1-0 sull'Osasuna potrebbe rappresentare quel punto di svolta che l'anno scorso fu l'1-2 in trasferta ad Anoeta; solo le prossime partite, però, ci diranno se la prima, vera crisi dell'era-Bielsa è definitivamente alle spalle.
Il Loco sa di giocarsi molto contro i rojillos dell'ex Mendilibar, dunque spazio ad Herrera, appena recuperato, con Muniain riportato sulla fascia sinistra; in difesa Martxelo sceglie Ekiza per sostituire Amorebieta, squalificato e comunque pessimo nella sconfitta per 3-1 patita giovedì in terra ceca. Nei primi minuti la squadra è contratta, frenata psicologicamente dal peso delle ultime sconfitte, e l'Osasuna tiene il campo con buona personalità, ma al 12' ecco l'azione che deciderà la partita: De Marcos e Iraola combinano benissimo sulla destra, il numero 10 scappa con la sua solita falcata, guarda in mezzo e serve un ottimo pallone sul destro di Aduriz, che non ci pensa due volte e gira in rete di prima intenzione. Il gol sblocca l'Athletic e per una buona mezz'ora i padroni di casa sciorinano un grandissimo calcio, proprio come pochi mesi fa, stordendo i navarri grazie a combinazioni veloci palla a terra, sovrapposizioni continue e inserimenti preziosi dei centrocampisti; Aduriz sfiora il 2-0 con un colpo di testa su corner, poi è De Marcos ad andare per due volte vicino alla rete, prima spedendo alto dopo una torre del solito Aritz, poi trovando una superba risposta di Andres Fernandez sul suo diagonale da destra a conclusione di un contropiede splendidamente condotto da Muniain. Mendilibar non aspetta l'intervallo per correggere in corsa la sua formazione iniziale e al 30' inserisce Lamah e Patxi Puñal per Sisi e Annan; la mossa, coraggiosa, ha il pregio di ristabilire un po' d'ordine nel marasma osasunista e al contempo mette in campo la grande fisicità dell'esterno belga, che colpisce subito la parte alta della traversa con un cross da sinistra. In chiusura di tempo altro legno per i rojillos, stavolta con una gran punizione di Lolo che colpisce la traversa e si impenna ad Iraizoz forse battuto, forse no. Resta comunque la sensazione che quelle dell'Osasuna siano fiammate, mentre l'Athletic riesce finalmente ad elaborare il gioco bielsiano senza grandi intoppi; nella ripresa, infatti, i padroni di casa riprendono decisamente il controllo delle operazioni e vanno più volte a un passo dal gol della sicurezza, negato da Andres Fernandez due volte a De Marcos (un vero duello personale, quello del numero 10 e del portiere avversario), una a Susaeta e una a... Lolo, il cui intervento in spaccata ad anticipare Aduriz stava per trasformarsi in un beffardo autogol. La pecca principale dei Leoni è il non riuscire a chiudere la partita, perché si sa che in questi casi la beffa è in agguato. E la beffa quasi si realizza a meno di dieci minuti dal termine, quando una bordata su punizione dal limite di Timor sorprende Iraizoz nella sua zona di competenza: per fortuna ci pensa San Palo a respingere in luogo del portiere, terzo ed ultimo legno colpito dai navarri in questo derby per loro stregato.
Finisce dunque 1-0, risultato giusto per il gioco espresso dalle due squadre e per il numero di occasioni da rete costruito (i pericoli per l'Athletic in pratica sono arrivati solo da calcio da fermo); il pareggio sarebbe stato una punizione forse ingiusta per gli zurigorri, ma va detto che Bielsa, con la consueta onestà, ha dichiarato che la partita sarebbe potuta terminare 4-0 come 1-1, sottintendendo che l'Osasuna, pur facendo pochino in termini di azioni manovrate, è andata comunque molto vicino al gol. Ora la pausa, poi Valencia e Lione: la stagione dei Leoni è già ad un momento cruciale.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 5,5: passo indietro dopo il derby con l'Erreala (ma non dopo Praga, dove è stato pessimo). L'Osasuna arriva raramente dalle sue parti, ma tolto un intervento su Joseba Llorente sembra poco reattivo e non in gran giornata. Per sua fortuna ci sono i legni a salvarlo, specie sulla saetta di Timor che lo aveva sorpreso sul palo di competenza. Gastone.
Iraola 6,5: altro giocatore rispetto alla giornata precedente, corre e si inserisce con grande facilità ed è un ottimo supporto per un De Marcos comunque ispiratissimo. Non soffre Sisi, mentre deve faticare di più contro Lamah, elemento dalla grande fisicità e non disprezzabile tecnicamente. Comunque se la cava e completa una buona partita.
Gurpegi 7: probabilmente la sua miglior prestazione da difensore centrale. Sicuro e molto concentrato per tutti i 90 minuti, commette solo un paio di errori e per il resto è praticamente perfetto. Speriamo che, come Javi Martinez lo scorso anno, riesca ad emergere nel nuovo ruolo dopo un periodo di faticoso adattamento iniziale. Comunque incoraggiante.
Ekiza 7,5: ha giocato tre partite da titolare e per tre volte la squadra non ha subito gol, un caso? Davvero non si capisce come Bielsa non riesca ad apprezzarlo appieno, visto che ha la rapidità e il senso della posizione necessari per tappare i buchi che spesso si aprono e per effettuare i recuperi ai quali lo schema del Loco chiama spesso i difensori... anche con l'Osasuna è impeccabile e non sbaglia praticamente niente. Al momento gioca molto meglio di un Amorebieta che vive di rendita dopo l'anno scorso, speriamo che anche il rosarino se ne convinca.
Castillo 5,5: anche in un contesto positivo non riesce a risaltare, e a questo punto la sensazione che sia poco adeguato ad una Primera "alta" si fa sempre più concreto. Difende male e quando spinge non riesce ad essere incisivo, dunque a conti fatti risulta più dannoso che altro. Per fortuna il rientro di Aurtenetxe dovrebbe segnare il suo ritorno in panchina (dal 75' Aurtenetxe 6: di stima, ben ritrovato).
Iturraspe 7+: nelle scorse giornate si era segnalato come il più in palla tra i centrocampisti, pur senza riuscire a incidere granché a causa della apatia dei compagni. Grazie alla presenza di Herrera, che gli offre sempre una sponda per imbastire il dialogo palla a terra, il suo peso nella partita stavolta è ben diverso: chiude, imposta, inizia ogni azione, insomma è un uomo-ovunque capace anche di incidere sulla manovra. Sembra che stia crescendo in personalità rispetto alla scorsa stagione, buon segnale.
De Marcos 8: migliore in campo per distacco, con questa prestazione chiude la bocca a tutti i critici (me compreso) che iniziavano a dubitare delle sue condizioni in questo avvio di temporada. D'un colpo cancella ogni perplessità e si ripropone ai livelli altissimi di qualche mese fa, spaccando letteralmente la partita con le sue accelerazioni impossibili da fermare per gli avversari e con un moto perpetuo davvero incredibile. Meriterebbe il gol, ma almeno tre miracoli di Andres Fernandez gli negano la seconda marcatura stagionale. Ritrovato.
Herrera 7: importantissimo solo per la presenza, col suo ritorno tutta la squadra ricomincia a girare e ad esprimere il calcio di alto livello che sa proporre. La visione di gioco e la capacità di trovare i compagni smarcati sono da giocatore di caratura assoluta, chiaro che con lui in campo tutto diventi più facile. Esce stremato ma consapevole di essere fisicamente a posto (dal 78' San José s.v.).
Susaeta 6,5: il meno ispirato dei giocatori offensivi biancorossi, fa comunque il suo senza strafare e non demerita. Come spesso gli accade è un po' arruffone quando si tratta di concludere l'azione e a volte finisce per sprecare delle iniziative interessanti, ma col suo movimento e con i suoi dribbling è sempre una minaccia per gli avversari. Nella ripresa sfiora due volte la rete, trovando un grande Andres Fernandez davanti a sé.
Aduriz 7+: la sua partita è la dimostrazione che, se servito in modo adeguato in area, è tuttora un attaccante letale. Riceve tre palloni puliti: uno lo sbatte dentro con una gran girata di destro, uno lo spedisce alto d'un soffio con un bel colpo di testa e il terzo lo trasforma (sempre di testa) in un assist al bacio per De Marcos. Con quello ai navarri è già a quota 4 gol in Liga, se i compagni capiscono come assisterlo al meglio può battere tranquillamente il suo record di 12 segnature stagionali ottenuto con la maglia del Maiorca (dal 70' Llorente 6: non fa caso ai fischi che gli piovono addosso dopo l'ingresso in campo e mette sul terreno di gioco grande voglia ed energia. Va al tiro due volte, senza fortuna).
Muniain 7: non aveva convinto come vertice alto in sostituzione di Herrera (mentre l'anno scorso in quella posizione aveva giocato benissimo), ma una volta riportato a sinistra torna a far vedere tutta la sua classe. Inarrestabile quando parte in dribbling per accentrarsi, serve assist deliziosi ai compagni e regala sprazzi di grande qualità. Unica pecca: non tira mai, però ci siamo (quasi) abituati. Croce e delizia.

Bielsa 7: stavolta azzecca tutto, a partire dalla formazione per finire con i cambi. Dopo la sconfitta con lo Sparta Praga evidentemente si fa sentire dai suoi giocatori e i risultati si vedono, in più è agevolato dal rientro di Herrera che risulta fondamentale per dare equilibrio alla manovra. Adesso viene il difficile, ovvero continuare sulla strada appena imboccata.

martedì 2 ottobre 2012

6a giornata: Real Sociedad 2-0 Athletic.


Griezmann al tiro: il francese è stato uno dei migliori in campo (foto Athletic-club.net).

È ufficiale: l'Athletic è in crisi. Non si tratta però di una semplice crisi di gioco o di risultati, bensì di qualcosa di più profondo e difficile da spiegare, qualcosa che va oltre il cattivo stato di forma di molti giocatori, i passaggi sbagliati e gli errori difensivi: in discussione è il rapporto tra i calciatori e Bielsa, che pare quantomeno incrinato e sta generando voci impazzite sul futuro dell'allenatore argentino a Bilbao. La prestazione della squadra nel derby basco all'Anoeta è stata sconfortante soprattutto per la mancanza di convinzione, carattere e garra dei Leoni, surclassati in ogni aspetto, mai in partita e apparsi quasi rassegnati; un atteggiamento stranissimo e incomprensibile, a meno che non si voglia credere a una scelta ponderata dei giocatori, a una precisa volontà di lasciare nel Botxo l'impegno per favorire l'addio del Loco. Se così fosse mi auguro che la squadra parli al più presto con Urrutia, perché la situazione al momento è insostenibile e rischia addirittura di degenerare... la differenza tra una grande temporada e una stagione vissuta ai margini della zona retrocessione è più labile di quanto si pensi ed il destino di una squadra che (non) gioca come l'Athletic sabato è quello di lottare fino a maggio nella parte destra della classifica, senza dubbio. Ciò non toglie che, per quanto possa valere, sono e sarò sempre dalla parte di Bielsa e non certo da quella di chi tira indietro la gamba e smette di correre dopo 10 minuti. Lasciando da parte la dietrologia potremmo sottolineare la condizione atletica insufficiente di molto giocatori, l'assenza di Herrera che sta pesando moltissimo sull'economia del gioco, l'instabilità che deriva dalla cattiva gestione di Llorente (meglio fuori rosa che in campo per 30 minuti), ma la realtà è che la differenza fra l'Athletic di pochi mesi fa e questa copia sbiadita è tale da far sorgere parecchi dubbi anche a chi non è un complottista di professione. Una sola cosa è certa: 0 tiri in porta in 90 minuti sono indegni di un club come quello zurigorri.
Sulla partita c'è poco da dire. I Leoni, con Amorebieta per Ekiza rispetto al pareggio col Malaga, partono bene e nei primi minuti tengono il campo con sufficiente autorità, pur peccando di imprecisione negli ultimo 25 metri. Poi, in modo del tutto simile a quanto accaduto contro l'Espanyol, col passare dei minuti si afflosciano, abbassano le linee fino a schiacciarsi nella propria metà e cedono il comando delle operazioni agli avversari, che senza fare granché si ritrovano padroni dell'incontro. L'unico schema offensivo diventa il pelotazo dalle retrovie, tanto che sembra quasi di vedere una registrazione dell'epoca-Caparros, mentre il pressing tutt'altro che forsennato dei txuri-urdin è più che sufficente per mettere a nudo le difficoltà difensive dei biancorossi, che negli ultimi 10 minuti del primo tempo riescono a mantenere lo 0-0 solo grazie a tre interventi decisivi di Iraizoz. Nel secondo tempo servirebbe una scossa, ma al rientro dagli spogliatoi l'Athletic è grigio e senza ritmo proprio come nella prima frazione; Bielsa prova a cambiare qualcosa inserendo San José per Iturraspe, già ammonito, ma l'ingresso di un difensore puro non aiuta la fase di non possesso e ha l'effetto di far arretrare ancor di più il baricentro della squadra. La Real spinge, sfiora il gol con un'azione personale di Ilarramendi (slalom tra le belle statuine zurigorri e tiro sventato da un salvataggio in scivolata di Iraola) e al 62' finalmente passa con Griezmann: l'azione spiega il momento di confusione totale dei Leoni molto più di cento articoli, visto che una difesa totalmente schierata riesce a farsi prendere d'infilata prima da Agirretxe, che sfonda a sinistra senza trovare opposizione, e quindi dal fantasista francese, dimenticato nel cuore dell'area e libero di battere a rete (il suo tiro, peraltro, non è una cannonata, ma Gurpegi appostato sulla linea non riesce a deviarlo). Il Loco non perde tempo e al 66' manda in campo Llorente al posto di Castillo, varando così un 3-4-3 nel quale Aduriz gioca largo e Nando è il riferimento centrale; non c'è però il tempo di valutare l'impatto del nuovo assetto, perché dopo appena 5 minuti Amorebieta, già ammonito (e graziato del secondo cartellino pochi secondi prima), mura in area col braccio un tiro a botta sicura di Xabi Prieto e si guadagna l'ennesima espulsione di una carriera che, a 27 anni, lo "consacra" già giocatore più espulso della storia del club. Vela trasforma il rigore e la partita si chiude con 20 minuti di anticipo, visto che l'Athletic non ha la forza per attaccare in modo ordinato e i donostiarri, cavalieri nell'occasione, decidono di non infierire e non sfruttano come potrebbero le voragini che si aprono nella metà campo biancorossa.
Il 2-0 dell'Anoeta fa male, molto male. Non tanto, come detto, per il risultato in sé, anche se perdere un derby non è mai piacevole. No, a sconcertare e lasciare senza parole è stata la passività di tutti, tolti giusto due o tre elementi; è stata la mancanza di reazione dopo l'1-0, quasi come se nessuno si aspettasse altro dalla partita; è stato il rendersi conto che sembra passato un secolo rispetto a quando sbancavamo Old Trafford o l'Arena auf Schalke. In settimana sono attese novità da parte della dirigenza, vedremo cosa succederà ma è chiaro che la situazione attuale non è più tollerabile.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 7,5: diamo a Cesare quel che è di Cesare, il migliore in campo dell'Athletic è lui. Affronta le polemiche e le richieste di titolarità per Raul con grande carattere, e ripaga la fiducia di Bielsa con una prestazione superba, tenendo a galla i suoi con quattro paratissime prima di arrendersi al destro sporco di Griezmann. Quasi prende il rigore di Vela, impossibile chiedergli di più.
Iraola 5: invisibile in fase offensiva, dietro prova a contenere Griezmann come può ma deve arrendersi alla classe e alla maggior freschezza atletica del francese. La cosa più bella della sua partita è il salvataggio su Ilarramendi, per il resto naviga a vista e finisce per smarrire la rotta.
Gurpegi 5: l'anno scorso Javi Martinez ci mise qualche partita per adattarsi compiutamente al ruolo di difensore centrale e sbocciò proprio contro la Real, Carlos invece neppure con i cugini riesce a trovare il bandolo della matassa. Lento e poco reattivo in marcatura, regge l'urto finché gli avversari non spingono forte, poi naufraga insieme ai compagni. Forse va ripensata la sua riconversione.
Amorebieta 4: ormai ho perso la speranza di vederlo concentrato e affidabile per tutto un campionato, senza le amnesie che da sempre lo contraddistinguono. Titolare un po' a sorpresa al posto di Ekiza, tra i migliori col Malaga, non ne azzecca una neanche per sbaglio. Saltato spesso come un birillo, rimedia due gialli evitabili e lascia la squadra in 10 e sotto di due reti. Irrecuperabile.
Castillo 4,5: partita oscena, e chi si chiedeva perché non giocasse mai è servito. Saltato in ogni modo da Xabi Prieto, che lo umilia più volte nascondendogli il pallone sotto il naso, non riesce a opporsi neppure a Zurutuza e in difesa lascia più buchi di un colabrodo; in attacco prova qualche sortita, ma non mette un cross decente che sia uno. È in scadenza, se qualcuno gli propone il rinnovo è un folle (dal 66' Llorente s.v.: non riceve un solo pallone giocabile in quasi mezz'ora di gioco, impossibile giudicarlo).
Iturraspe 6: è l'unico che a centrocampo ci mette un po' d'intensità, pressando e raddoppiando con buona costanza. In fase d'impostazione non riesce però a trovare i tempi giusti per servire i compagni, anche perché c'è poco movimento e l'unico deciso a dialogare con lui è Muniain. Esce perché a rischio espulsione dopo aver beccato un giallo nel primo tempo (dal 54' San José 5: più di mezz'ora ad alto tasso di impalpabilità, deve dare maggior solidità alla difesa ma fallisce clamorosamente il compito. Abbaglio notevole di Bielsa).
De Marcos 5: continua il periodo-no, che lo vede fin da inizio stagione con scarsa benzina nel serbatoio e una gran confusione in testa. Il suo gioco elettrico, che vive di fiammate e improvvise accelerazioni, risulta controproducente se non è supportato dalla condizione fisica, e al momento l'ex Alaves è più dannoso che inutile. Irriconoscibile.
Muniain 6: uno dei pochissimi che non ne vuole sapere di arrendersi e prova in ogni modo a cambiare il corso di un match già scritto. Scende spesso nella sua metà campo per prendere palla e portarla in avanti, visto che nessuno riesce a farlo, ma in tal modo la Real ha buon gioco nel raddoppiare o triplicare la marcatura su di lui per disinnescarlo non appena entra in possesso della sfera; nonostante l'eccesso di egoismo, tira fuori dal cilindro alcune giocate eccellenti ed è l'ultimo ad alzare bandiera bianca.
Susaeta 5: ad Anoeta lo stanno ancora cercando per capire se fosse in campo o no. Non salta mai l'uomo, non mette un cross neppure per sbaglio, calcia malissimo gli angoli e, in generale, vaga per il campo come un fantasma in un castello scozzese. Anima in pena.
Aduriz 5,5: l'impegno non si discute, ed è suo l'unico tiro (alto) dell'Athletic in tutta la partita. Purtroppo non riesce a incidere più di così, anche perché i compagni lo cercano poco e quasi sempre è da solo a lottare contro tutta la difesa errealista. Urgono nuove soluzioni offensive.
Isma Lopez 5: si propone spesso sulla sinistra, tuttavia la capacità tecnica non è all'altezza della generosità e della voglia di mettersi in mostra. Sbaglia molto, soprattutto i cross, e non riesce a far fruttare le sovrapposizioni e gli inserimenti che pure riesce a produrre. Al momento sembra patire il doppio salto di categoria (dal 60' Ibai s.v.: entra nel momento peggiore e può far poco per cambiare l'inerzia della partita).

Bielsa 5: grandissimo rispetto e stima per le sue qualità (umane prima che calcistiche), tuttavia anche stavolta le sue scelte non convincono del tutto. Innanzi tutto toglie dall'undici titolare un Ekiza in grande spolvero per rimettervi Amorebieta, protagonista in negativo del derby, quindi stupisce inserendo San José in mediana invece di avanzare Gurpegi, sempre spaesato come difensore. La squadra non crea pericoli ed è estremamente farraginosa dalla metà campo in avanti, segno che gli schemi offensivi non riescono ad essere efficaci come l'anno scorso. Tutto ciò non scaccia l'impressione che abbia perso il feeling con la squadra e che al momento la sua situazione sia simile a quella del capitano del Bounty nei giorni prima dell'ammutinamento. Non mollare Loco!