sabato 18 maggio 2013

Giù il cappello, signori!



Oggi ho deciso di postare il video integrale della conferenza stampa di ieri di MArcelo Bielsa. Chi capisce il castigliano se lo goda tutto, in particolare la seconda parte: esemplifica meglio di centnaia di articoli che tipo di uomo è il Loco, cos'è il calcio per lui e perché è una mosca bianca del futbol moderno. Per chi non comprende bene la lingua o non vuole passare mezz'ora davanti al video, vado a trascrivere i passaggi salienti della conferenza stampa.
Sul rinnovo: Yo de ninguna manera emplacé al club diciendo que no era yo el único que debía pronunciarse. No tiene importancia si quiero quedarme o no. Tiene importancia sólo si el club quiere que continúe.Yo sólo contestaré si el club me hace una propuesta para seguir. Nunca contesto sobre cuestiones hipotéticas. Non ho mai dato ultimatum al club dicendo che non ero l'unico che doveva parlare del rinnovo. Non ha importanza se io voglio o meno restare, ma solo se il club desidera che io continui. Risponderò solo quando il club farà una proposta per proseguire.
Sull'Athletic: El club es mucho más importante como institución que yo. Puede ser interpretado como falsa modestia. Pero lo dije siempre. Ayer dijo el presidente que quién pierde más si me voy. Yo o el Athletic. Siempre pierde más el que se va que el Athletic. Il club è molto più importante di me, l'ho sempre detto anche se potrebbe sembrare falsa modestia. Ieri il presidente ha chiesto chi perde di più se me ne vado, se io o il club. Sempre perde di più chi lascia l'Athletic.
Su sé stesso: Para ganar dinero, yo puedo ganar más dinero en otros lugares. Y para éxitos deportivos también puedo aspirar a otros sitios. Pero para mi el futbol no es cuestion de dinero ni de titulos. Posso guadagnare più soldi e vincere di più in altri posti. Ma per me il calcio non è questione né di soldi né di titoli.
Sulla squadra: Voy a recordar con más cariño esta etapa en la adversidad que la etapa en la que llegamos a las finales. Ricorderò con maggior affetto (la squadra) con cui ho passato questo momento di difficoltà piuttosto che quella con cui siamo arrivati alle due finali.

mercoledì 15 maggio 2013

35a giornata: Athletic 2-1 Maiorca.


La volée di Llorente che regala il raddoppio all'Athletic (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ekiza, San José (46' Iturraspe), Aurtenetxe; Gurpegui, De Marcos, Herrera; Susaeta, Aduriz (55' Llorente), Muniain (71' Ibai).
RCD Mallorca: Aouate; Hutton, Geromel, Fontás, Ximo; Tissone, Pina; Giovani Dos Santos, Martí (67' Nsue), Víctor (57' Arizmendi); Hemed.
Reti: 7' Aduriz, 78' Llorente, 80' Giovani dos Santos.
Arbitro: Hernández Hernández (Comité de Las Palmas).
Note: espulsi al 23' Fontás (M) e al 91' Ximo (M), entrambi per doppia ammonizione.

Missione (quasi) compiuta. Con la vittoria di sabato pomeriggio sul Maiorca, infatti, l'Athletic si è praticamente assicurato la sudatissima permanenza in Primera, visto che ai Leoni manca giusto un punto per raggiungere la salvezza matematica (punto che, in caso di sconfitte di Depor e Granada la prossima giornata, potrebbe anche non servire). Se solo pochi mesi fa mi avessero detto che a maggio avremmo esultato per una vittoria soffertissima con i baleari, e di conseguenza per esserci salvati a tre giornate dalla fine, credo che avrei riso di gusto per almeno un quarto d'ora; ma il calcio è lo sport che più ama smentire i pronostici, e in fin dei conti è già tanto aver portato a casa la pelle dopo una stagione del genere, perché di squadre che precipitano dopo aver sfiorato le stelle è piena la storia del futbol (l'esempio del Villarreal retrocesso l'anno scorso è quanto mai calzante). La lotta per non retrocedere è una guerra di nervi, dove spesso non vince la squadra dotata di maggior tasso tecnico. Per sopravvivere nei bassifondi della classifica servono palle quadrate e tenacia più che schemi e gran gioco, ragion per cui squadre come l'Athletic attuale rischiano sempre tantissimo quando vi restano invischiate; i risultati non arrivano ma c'è sempre la convinzione di potersi riprendere alla partita successiva, poi però le settimane passano e si finisce per rischiare seriamente di andare in Segunda senza aver capito bene come e perché. Conquistiamo il benedetto punto mancante e teniamoci stretta la salvezza, dunque, perché dopo una temporada del genere è l'equivalente di una finale di Coppa.
Rientra Herrera dopo la squalifica ed è lui l'unica novità nell'undici titolare rispetto alla partita di Vigo, conferma del fatto che Bielsa non ama cambiare quando non è costretto a farlo. Le cose si mettono subito benissimo per l'Athletic, che entra in campo con un buon piglio e al 7' raccoglie immediatamente i frutti del pressing alto: Tissone sbaglia a centrocampo, Aurtenetxe intercetta e pesca in area con un gran cross Aduriz, bravo a staccare in mezzo ai centrali e a battere l'incolpevole Aouate. Il Maiorca accusa il colpo, gli zurigorri invece giocano sul velluto e al 24' avrebbero la possibilità di chiudere definitivamente la questione grazie ad un calcio di rigore assegnato per fallo di mano di Fontas, peraltro espulso per doppio giallo: il tiro di Aduriz, però, è debole e centrale e viene respinto dal portiere ospite, poi l'arbitro annulla per una chiamata sbagliatissima del suo assistente il tap-in vincente di Muniain, servito da un tocco di Iraola quando si trovava almeno mezzo metro dietro la linea della palla. L'errore del numero 20 dagli 11 metri ha un effetto nefasto sui bilbaini, che temono palesemente di poter subire una nuova beffa e iniziano a giocare malissimo, con continui errori nei passaggi frutto di un nervosismo palpabile; il Maiorca, pur facendo poco o nulla (e con un uomo in meno...), riesce così a tenere botta e nel finale va anche vicino al gol con Victor, il cui destro a giro sul secondo palo viene disinnescato in bello stile da Iraizoz. Nella ripresa il canovaccio non muta: l'Athletic tiene palla ma sbaglia moltissimo quando deve verticalizzare, i maiorchini stanno chiusi alla ricerca dell'episodio ma fanno comunque soffrire tutto il San Mamés ogni volta che si avvicinano alla porta. Il gol annullato ad Ander Herrera a causa della presunta uscita del pallone prima dell'assist di Aduriz contribuisce a innalzare il clima da psicodramma collettivo, che un'uscita a vuoto di Iraizoz su corner rischia di trasformare in vera tragedia sportiva: per fortuna Nsue non impatta al meglio e spedisce fuori di un metro. Al 78' sembra fatta quando Llorente, segnalatosi dopo il suo ingresso in campo solo per un colpo di testa alto da buonissima posizione, insacca con una bella volée l'assist al bacio di Susaeta, ma dopo due minuti Giovani segna il 2-1 grazie a una strepitosa punizione dal limite e riapre il match. Gli ultimi giri d'orologio sono sofferenza pura, con i Leoni quasi paralizzati dalla paura di vedersi scappar via l'ennesima opportunità di chiudere il discorso salvezza, e quando Giovani può battere un'altra punizione da 25 metri lo stadio intero trattiene il fiato: il messicano batte tagliatissimo sul secondo palo, Iraizoz (partito in anticipo verso il primo) resta immobile e la palla, accompagnata dalle preghiere/maledizioni di un intero popolo, esce sfiorando il legno. L'"uuuuy!" del pubblico è una sorta di triplice fischio anticipato, ma prima di quello vero c'è il tempo per la seconda espulsione ai danni di un giocatore rojinegro, in questo caso Ximo. Quando il pessimo direttore di gara finalmente sancisce la fine della partita, e al 99% anche la permanenza in Primera dei biancorossi, è come se tutta Bilbao prorompesse in un liberatorio e quanto mai opportuno sospiro di sollievo.
Come detto in precedenza, stagioni del genere sembrano fatte apposta per apparecchiare retrocessioni clamorose, quindi averla scampata è già molto. Una temporada nata male e proseguita peggio, infatti, poteva concludersi in maniera ben più dolorosa per i nostri colori; la verità è che abbiamo rischiato moltissimo e per la salvezza dobbiamo ringraziare più l'insipienza di alcune squadre che la nostra capacità di reagire. Per concludere, è buffo notare come il gol che ci ha dato una bella fetta di Primera Division sia stato segnato proprio dall'uomo più criticato, fischiato e odiato degli ultimi tempi: un altro degli incredibili aneddoti che solo lo sport più bello del mondo è in grado di regalare.

martedì 7 maggio 2013

34a giornata: Celta 1-1 Athletic.


I giocatori biancorossi con il cognome materno sulla schiena in occasione della Festa della Mamma (foto Deia.com).

Real Club Celta de Vigo: Javi Varas; Jonny, Vila, Túñez, Bellvís; Borja Oubiña, Madinda; Augusto Fernández (76' Toni), Alex López (60' Orellana), Krohn Dehli (67' Mario Bermejo); Iago Aspas.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Aurtenetxe; Gurpegui, De Marcos, Iturraspe (59' Ibai); Susaeta, Aduriz (76' Llorente), Muniain.
Reti: 42' De Marcos, 83' Iago Aspas.
Arbitro: Velasco Carballo (colegio madrileño).

Se, per assurdo, mi venisse chiesto di dare un nome alla temporada 2012/2013 dell'Athletic, senza dubbio alcuno la chiamerei "La stagione delle Occasioni Sprecate". Occasioni sprecate in Europa, dove la squadra è riuscita ad uscire in un girone con Sparta Praga e Hapoel Kiryat Shmona. Occasioni sprecate in Coppa del Re, con l'eliminazione assurda contro l'Eibar, squadra che attualmente ha soli 4 punti in più rispetto al Bilbao Athletic in Segunda B. E, soprattutto, occasioni sprecate a raffica in Liga, in particolare ora che la salvezza dista solo pochi punti (punti che, però, continuano a non arrivare). La partita di venerdì al Balaidos di Vigo è stata una metafora perfetta del cammino in campionato dei Leoni, che sono passati in vantaggio al termine di un primo tempo difficile, hanno sprecato l'impossibile e si sono infine fatti raggiungere a pochi minuti dal fischio finale; il pareggio non è un risultato da buttare, anche perché la distanza dal terzultimo posto è ancora di 6 lunghezze, tuttavia è impossibile non recriminare per aver gettato al vento altri due punti che ci avrebbero avvicinato moltissimo alla salvezza matematica.
Bielsa sostituisce lo squalificato Herrera avanzando Iturraspe e completa il centrocampo a tre con De Marcos e Gurpegi, schierato in posizione di mediano; in attacco giocano Muniain e Aduriz, dunque c'è solo la panchina per Ibai e Llorente. I biancorossi iniziano forte, confermando tutti i progressi sul piano del gioco mostrati nelle ultime settimane, e nel primo quarto d'ora schiacciano il Celta nella propria metà campo e propongono un futbol frizzante e redditizio, visto che sfiorano due volte il gol; prima De Marcos e poi San José non riescono però a insaccare, anche se nel caso del numero 6 è la traversa a dire no al suo cabezazo a colpo sicuro. L'azione avvolgente e ad alto ritmo dei bilbaini ha il demerito di durare troppo poco, e col passare dei minuti il Celta, passata la tempesta, prende coraggio e mette la testa fuori; la proposta dei galiziani non va oltre il lancio in profondità per sfruttare la grandissima velocità di Iago Aspas, tuttavia i padroni di casa riescono comunque a creare qualcosa sfruttando soprattutto le palle inattive e il contropiede. Aspas, Alex López e Krohn Dehli chiamano all'intervento un Iraizoz reattivo, quindi è la traversa a salvare il portiere navarro da una perfida palombella di testa tentata ancora da Alex López, ma proprio nel miglior momento dei celesti arriva il gol dell'Athletic: Ekiza trova Iturraspe tra le linee, colpo di tacco del numero 8 per Aduriz che controlla e premia l'inserimento centrale di De Marcos, bravo a battere Javi Varas con un destro di prima intenzione. Nella ripresa le parti si invertono rispetto al primo tempo: il Celta inizia meglio e va vicino al pareggio con un sinistro ravvicinato di Augusto Fernández deviato in tuffo da Iraizoz, ma esaurisce presto (anche prima di quanto fatto dagli zurigorri in precedenza) la sua iniziativa e viene sopravanzato dalla ritrovata tonicità della squadra di Bielsa. Il rosarino ha un'ottima intuizione quando inserisce Ibai per Iturraspe, piazzando l'ex Sestao a sinistra e accentrando Muniain: il navarro tascabile è infatti ispirato e dal suo piede transitano quasi tutte le azioni pericolose dell'Athletic, un po' come accaduto l'anno scorso quando Iker, trovatosi a dover sostituire Herrera per quasi due mesi, da trequartista regalò prestazioni forse migliori rispetto a quelle fornite da ala sinistra. La velocità di Ibai, inoltre, crea più di un problema alla retroguardia gallega, come al 64' quando la sua azione viene arrestata solo dalla traversa, la seconda della giornata per i biancorossi. Ma l'occasione più clamorosa di tutto il match è quella che Aduriz sbaglia appena un minuto più tardi: Muniain chiede il triangolo al limite, entra in area e dà il pase de la muerte ad Aritz che, solissimo e ad un metro dalla porta sguarnita, mette fuori per la disperazione di tutto il popolo zurigorri. Dalle parti del Balaidos a questo punto si comincia a sentire un fortissimo puzzo di bruciato, che diventa ancor più penetrante quando Ibai spara alle stelle da posizione assolutamente favorevole. Non chiudere partite del genere è un peccato capitale e infatti il Celta, dopo aver sfiorato l'1-1 con un colpo di testa dell'ex di turno Bermejo, va a segno a meno di 10 minuti dal termine grazie a un bel sinistro di Iago Aspas, invero fortunato nel vincere un rimpallo a inizio azione. Beffa nella beffa, Aspas non doveva essere della partita per squalifica, ma il Comitato Disciplinare gli ha tolto l'ultima ammonizione rimediata con il Levante e lui ha potuto giocare (e segnare).
L'Athletic ottiene così un pareggio che va bene solo fino a un certo punto: vero che era importante uscire indenni dalla trasferta di Vigo, però i rimpianti per l'occasione persa non possono essere cancellati. Con una vittoria il discorso salvezza sarebbe praticamente chiuso, mentre adesso c'è da soffrire almeno fino alla partita col Saragozza alla Romareda per avere la certezza matematica della permanenza in Primera. Serve dunque un ultimo sforzo, nella speranza che gli attaccanti si sveglino già a partire dalla sfida cruciale di sabato che ci vedrà opposti al fanalino di coda Maiorca.