martedì 9 dicembre 2008
14a giornata: Racing 1-1 Athletic.
La punizione deviata di Yeste supera Toño per l'1-0 basco (foto As).
Racing Santander: Toño; Pinillos (70' Gonçalves), Garay, Marcano, Sepsi (55' Juanjo); Munitis, Colsa, Lacen (77' Luccin), Serrano; Pereira, Tchité.
Athletic Club Bilbao: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; David López (93' Xabi Etxebarria), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (64' Gurpegui); Vélez (74' Garmendia), Llorente.
Reti: 49' Yeste, 83' Colsa.
Arbitro: Rafael Ramírez Domínguez (Comité andaluz).
Note: espulso al 76' Orbaiz (A) per doppia ammonizione.
Come valutare il pareggio del Sardinero? Due punti persi più che uno guadagnato, senza dubbio, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno questo "Derby del Norte" ha mostrato un Athletic sicuro in difesa, preciso nel mantenere le distanze tra i reparti e capace di occupare in modo logico gli spazi, anche nell'ultimo quarto d'ora di inferiorità numerica. Di certo è bene calare un velo pietoso sul gioco espresso dai Leoni, però la partita di ieri è stata una di quelle gare che un commentatore classico definirebbe "giocata prevalentemente a centrocampo", e va detto che i biancorossi l'hanno interpretata meglio degli avversari; il fatto che Llorente non abbia ricevuto un pallone decente in 90' è più frutto dell'impostazione tattica generale del match che degli arcinoti difetti bilbaini, pur ancora presenti e ben lontani dall'essere stati risolti.
E' la partita che segue la settimana di polemiche sulla presunta combine di Athletic-Levante e Caparros l'affronta con una formazione da battaglia: finalmente l'utrerano esaudisce le preghiere di molti tifosi e manda in campo Koikili al posto di Balenziaga, piazzando il rientrante Orbaiz in mediana (Yeste va pertanto a sinistra) e affiancando a Llorente Ion Veléz, più robusto e lottatore del peso piuma Garmendia; nota stonata l'assenza di Susaeta, tra i migliori domenica scorsa col Numancia, che lascia il posto a David Lopez. Da parte sua Muñiz propone il 4-4-2 delle ultime uscire del Racing, una delle squadre più in salute della Liga, con Munitis finto esterno destro e la coppia Pereira-Tchité in avanti. Il primo tempo, lo dico subito a scanso di equivoci, offre uno "spettacolo" da vietare ai minori, vista la forte componente di oscenità che caratterizza le prestazioni dei ventidue in campo; in pratica, in 45 minuti non si registra uno straccio di azione da gol, a meno che le conclusioni di Pereira e Llorente finite fuori non debbano essere considerate chiare occasioni da rete. Nel contesto di una partita inguardabile, bisogna almeno sottolineare la prestazione attenta del reparto difensivo bilbaino, nel quale Koikili mostra più applicazione e disciplina in entrambe le fasi dell'acerbo Balenziaga, e la capacità dei biancorossi di giocare corti e non lasciare varchi ai cantabrici; lodevole, poi, il lavoro in copertura di Javi Martinez, che segue Munitis quasi a uomo quando l'ex madridista si sgancia e si accentra verso l'area, così come va sottolineata la prova concreta e senza sbavature di Ocio e Amorebieta. Non sono tutte rose e fiori, però, e anche se il ritmo bassissimo del match dovrebbe dare più opzioni al regista Orbaiz, la manovra dell'Athletic perde di intensità ogni volta che giunge nella trequarti cantabrica: David Lopez è statico, Yeste fatica a incidere dalla sua posizione di ala e Veléz sa come battersi, ma col pallone tra i piedi è francamente nullo; Llorente resta così abbandonato nella morsa Garay-Marcano, bravi a raddoppiarlo sui palloni alti togliendo ai Leoni la loro fonte primaria di gioco, cosicché Nando è costretto a farsi servire troppo lontano dall'area per incidere, anche se un paio di sue progressioni palla al piede spaventano i padroni di casa (su una di queste il numero 9 entra in area e cade sul contrasto di Garay, ma pare accentuare un contatto davvero minimo). Il Racing fa anche meno degli ospiti e va da sé che per sbloccare una partitaccia del genere serva più che altro un evento casuale; tale evento si materializza in avvio di ripresa sotto forma di un calcio di punizione di Yeste, che viene deviato nettamente dal tocco in barriera di Sepsi e finisce per infilarsi in rete dopo aver preso in controtempo Toño. Il gol basco modifica lo scialbo copione recitato fin lì dai protagonisti, visto che i cantabrici devono adesso attaccare e l'Athletic può impostare il tipo di partita che preferisce, ovvero squadra chiusa e contropiede; sul campo, però, le cose non vanno così, perché il Racing si allunga terribilmente nel suo tentativo di forcing e i Leoni, rimanendo invece compatti, spezzano in due tronconi la squadra avversaria e diventano di fatto i dominatori del Sardinero. Muñiz inserisce Juanjo per Sepsi e passa ad un 3-4-3 ultraoffensivo, ma in tal modo la coperta diventa ancor più corta e i biancorossi hanno ampia licenza di raddoppiare sulle fasce e di creare azioni pericolose dalle parti di Toño. Non c'è da stupirsi, dunque, per la serie di palle-gol che capitano ai bilbaini: al 57' il portiere del Racing salva su un calcio di punizione di David Lopez e al 63' anticipa di un soffio Ion Velez, mentre al 71' Javi Martinez coglie l'esterno della rete con una bella girata di testa da azione d'angolo, dando a tutti l'impressione del gol. Caparros intanto mette dentro Gurpegi per Yeste e Garmendia per Ion Velez, nel tentativo ovvio di dare ossigeno e corsa nella zona nevralgica del campo. Quando la partita sembra ormai incanalata verso la prima vittoria esterna dei Leoni in questa Liga, ecco che Orbaiz combina la frittata rimediando un evitabilissimo secondo giallo al 76' e lasciando i suoi in 10 proprio prima del preventivabile assalto finale racinguista. I padroni di casa iniziano a premere, tuttavia non paiono in grado di impensierire una retroguardia finalmente all'altezza della situazione; in assenza di un errore clamoroso dell'Amorebieta o Balenziaga di turno, ci pensa dunque Iraizoz a regalare il pareggio ai cantabrici facendosi uccellare da un cross di Colsa che lo coglie troppo fuori dai pali. Gli ultimi minuti sono di grande sofferenza, il Racing ci crede e spinge con forza ma sono biancorosse le palle del possibile sorpasso, entrambe in pieno recupero: al 91' un superbo Iraola fa tutto da solo, avanza dalla mediana palla al piede, scarta due avversari e conclude nell'angolo trovando però un grandissimo Toño, mentre all'ultimo secondo è pazzesco l'errore di Amorebieta, pescato solo a centro area (in posizione più che sospetta di fuorigioco) da un calcio piazzato di Iraola e capace prima di concludere sul portiere, quindi di spedire fuori di testa la smanacciata di Toño. Un finale pazzesco, nel quale succedono più cose che in 90 minuti interi, chiude dunque una partita nella quale l'Athletic perde due punti che sembravano ormai in cascina. L'atteggiamento, però, sembra essere tornato quello giusto: concentrazione, compattezza e aggressività ci hanno regalato la salvezza l'anno scorso e devono essere le basi su cui costruire anche questa stagione. Le polemiche settimanali, poi, non sembrano avere lasciato grossi strascichi sul morale dei bilbaini e questo è senza dubbio un merito di quel gran motivatore che è Caparros.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: è stato davvero un piacere ritrovare il Koikili che ricordavamo, arcigno, difficile da superare e capace di spingere con intelligenza e buon profitto; Balenziaga è sicuramente un buon prospetto, ma il piccolo grande Koi deve essere titolare in questa stagione. Iraola è sempre eccezionale, salva due volte la porta biancorossa anticipando Pereira e per poco non regala ai Leoni un eurogol in chiusura che sarebbe stato da svenimento. Splendida l'interpretazione di entrambe le fasi da parte di Javi Martinez, cui Caparros chiede di sacrificarsi ricevendo una risposta davvero positiva; infine, la coppia Ocio-Amorebieta torna su livelli più che discreti e, nel caso di Nando, occorre proprio dire che non ne vedevamo l'ora.
Copertina in negativo per Iraizoz, solitamente affidabilissimo ma a cui si deve il "merito" del pareggio del Racing: capita, l'importante è riprendersi in fretta e Gorka non sembra il tipo che si abbatte. Non pervenuto, gol fortunoso a parte, lo Yeste versione ala sinistra, mentre sull'altra fascia David Lopez continua a suscitare dubbi amletici circa il suo impiego costante. Llorente e Ion Velez sono poco serviti e non riescono ad incidere, Orbaiz macchia una prova sufficiente con un'espulsione idiota che compromette il finale di gara.
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mamma mia che cappella Iraìzoz...
RispondiEliminaMamma che Nantes, quello che ricordi tu!!! Il più forte di sempre, capace di raggiungere una semifinale di Champions persa contro la Juve, futura Campione d'Europa. E poi Ouedec era eccezionale. Fu capace di segnare 5 reti in quella edizione di Champions, la 95-96, al pari di gente come Kluivert e Ravanelli e inferiore solo a Litmanen, Del Piero e Raul! Ti va di scrivermi un articolo su ciò che ricordi di quel Nantes? Puoi lavorarci su quanto vuoi, ovviamente solo se ne hai voglia. D'altra parte, un buon blog va curato sotto tutti i suoi aspetti e con più di un autore verrebbe curato due volte meglio! In più non molti capiscono di calcio francese e mi affascina vedere che non sono l'unico nell'universo dei blogger ad essere appassionato di esso. Fammi sapere.
RispondiEliminaTu parli dello stradominio del Lione che porta Sky a lasciar stare la Ligue 1... ipotesi discutibile, visto che allora non si dovrebbe trasmettere nemmeno la Serie A, ormai in mano all'Inter da tre-quattro anni... Comunque definirlo Skyfo non mi sembra giusto: ha offerto tanti buoni servizi come la Russian Premier Liga o la Bundesliga, è l'unico servizio a offrire telecronisti all'altezza (vuoi mettere Cerqueti con Caressa?), la decisione di non trasmettere la Ligue 1 è l'unica ingiusta...
Ricollegandomi al fatto dell'assenza di calcio francese in tv, mi risulta difficile tenere aggiornati i miei lettori anche sulle serie minori... farò il possibile ma non faccio promesse in quanto so di non essere sicuro di poterle mantenere... Ciao!
caressa buon commentatore? Caressa buon commentatore? Ho capito perchè ti piace il calcio francese...
RispondiEliminala chiamo Skyfo perché ha fatto diventare il calcio roba da salotto e non da stadio. Spegni la tv e accendi una torcia in curva ;)
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