martedì 12 luglio 2011

Il pagellone 2010/2011: l'allenatore.



Caparros 7: ho atteso l'elezione del nuovo presidente per scrivere il giudizio sul nostro (ormai ex) allenatore, giacché un'eventuale riconferma dell'utrerano in caso di vittoria di Macua avrebbe mutato la prospettiva di valutazione della sua stagione sulla nostra panchina. L'avventura di Jokin a Bilbao si è invece conclusa, dunque questa pagella non sarà solo una mera analisi della temporada appena passata, ma avrà anche un valore di giudizio complessivo del quadriennio caparrossiano, un periodo di luci e ombre che ha comunque avuto il merito di restituirci un Athletic competitivo ad alti livelli. Andiamo con ordine: che stagione è stata quella 2010/2011? Positiva, senza dubbio. Anzi, a dirla tutta quest'anno si è visto il miglior calcio da quando il tecnico andaluso si è seduto sulla panchina biancorossa; niente di trascendentale, è chiaro, eppure per diverse giornate il gioco rapido, verticale e basato sugli incroci dalle fasce è stato divertente e produttivo. Se a ciò si sommano l'ottima figura fatta in Copa del Rey (eliminazione a causa dei gol in trasferta contro il Barcellona, messo in difficoltà come da poche altre squadre nel corso della stagione) e la qualificazione alla prossima Coppa UEFA, peraltro evitando il passaggio dai turni preliminari, si può affermare tranquillamente che l'ultimo colpo sparato da Caparros sia stato anche il migliore, nonostante l'ormai classico calo in prossimità del traguardo che ha reso le giornate finali alquanto palpitanti. A questo punto, però, dobbiamo estendere il discorso a tutta l'esperienza di Jokin nel Botxo. Sono stati quattro anni difficili, intensi e caratterizzati dalle forti polemiche tra i due schieramenti venutisi a creare nella tifoserie bilbaina, quello degli anti-caparrossiani e quello degli strenui difensori del tecnico di Utrera. Non ho mai fatto mistero di appartenere al primo gruppo, per tutta una serie di ragioni che i lettori abituali del blog ben conoscono: gioco spesso oltre i limiti dell'inguardabilità (tranne qualche momento di ispirazione, che solo quest'anno è durato più di qualche giornata), atteggiamento eccessivamente conservativo in trasferta, bilancio negli scontri con le "grandi" più che deficitario, gestione cervellotica della rosa, scelte di mercato forzate e poco comprensibili. Per i suoi ammiratori, invece, Caparros ha fatto il massimo con quello che aveva a disposizione, ha dato un'identità definita alla squadra e ha fatto esordire giovani interessantissimi, mezze verità che non mi convincono del tutto; sono d'accordo sul fatto che Jokin ci abbia restituito una buona competitività, tuttavia credo che con quella rosa avrebbe potuto e dovuto fare di più (due campioni del Mondo e svariati nazionali giovanili ce li hanno in pochi nella Liga) e non sono mai stato convinto dalla sua gestione di alcuni giovani. La finale di Coppa del Re raggiunta e persa 4-1 col Barcellona nel è stato il punto più alto della sua parabola dal punto di vista dei risultati, mentre da quello del gioco la traiettoria è stata poco lineare: il primo anno Caparros si è preoccupato soprattutto di restituire solidità alla difesa (obiettivo raggiunto), il secondo e il terzo non è riuscito a dare schemi offensivi definiti ai suoi, infine durante il quarto si sono visti dei miglioramenti ma non si è mai avuta l'impressione di un'impronta chiara lasciata dall'allenatore. Tirando le somme, non credo che Jokin passerà alla storia come uno dei migliori allenatori sedutisi sulla panchina dell'Athletic, tuttavia a lui vanno ascritti indubbi meriti (primo fra tutti, quello di aver ridato credibilità alla squadra dopo un biennio nerissimo) e va reso onore per il coinvolgimento totale, in castigliano compromiso, con tutto l'ambiente bilbaino, che non a caso l'ha adottato da subito come fa con tutti i non baschi che nutrono affetto per la zurigorri. Un 7 pieno mi sembra perciò il voto migliore con cui salutarlo. Eskerrik asko, Jokin!

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