martedì 22 maggio 2007

35a giornata: Zaragoza 4-3 Athletic.


Mani nei capelli per Aritz Aduriz: non è bastata la sua prima tripletta in Primera per evitare l'ennesima sconfitta (foto Marca).

Real Zaragoza:
César; Diogo, Sergio Fernández, Gabriel Milito, Juanfran; D'Alessandro (72' Lafita), Zapater, Movilla, Aimar (93' Celades); Sergio García (81' Longás), Diego Milito.
Athletic Club Bilbao: Aranzubia; Expósito, Luis Prieto, Sarriegi, Amorebieta (46' Javi González); Murillo, Yeste; Iraola, Javi Martínez (56' Etxeberria), Gabilondo (83' Llorente); Aduriz.
Reti: 16' Diego Milito, 19' Diogo, 36' Aduriz, 38' Sergio Garcia, 45' Murillo (ag), 71' (rig.) e 78' Aduriz.
Arbitro: Pino Zamorano (C.T. Castellano-Manchego).

Se il miglior Athletic degli ultimi mesi (o, come scritto da alcuni quotidiani spagnoli, addirittura dell'anno) conclude un primo tempo giocato molto bene sotto 4-1, risulta facile capire la posizione in classifica dei Leoni, che ora guardano la zona salvezza con appena un punticino di margine sui cuginastri della Real Sociedad. I biancorossi hanno ad oggi la peggior difesa della Liga nel nuovo millennio, come sottolinea in un interessante articolo El Mundo Deportivo, e non perdono occasione per dimostrarlo, anche se la caduta verticale delle ultime giornate (5-4 a Santander, 4-1 a Siviglia, 4-1 col Madrid e 4-3 sabato) ha davvero del clamoroso. I discorsi sono sempre gli stessi: l'Athletic può anche giocare bene dal centrocampo in su, come alla Romareda, ma appena gli avversari affondano un minimo riescono a trovare la rete. Mancanza di pressione sui portatori di palla avversari, coordinazione difensiva inesistente, giocatori scarsi nell'uno contro uno e con poco senso della posizione sono lacune enormi e sotto gli occhi di tutti e purtroppo Mané, al contrario di Clemente lo scorso anno, non è riuscito a porvi rimedio. Certe scelte del tecnico continuano a sorprendermi e mi sembrano davvero incomprensibili: Ustaritz in panchina e Sarriegi in campo, Amorebieta utilizzato sulla fascia quando si ha in rosa un terzino come Javi Gonzalez, lo scandaloso Murillo sempre titolare sono solo alcuni esempi dello smarrimento e della confusione di cui mi sembra preda lo staff tecnico della squadra. E pensare che l'Athletic sceso in campo a Saragozza, pur con una formazione cervellotica che prevede Yeste a formare il doble pivote con Murillo, nei primi 15 minuti tiene il campo con autorità, gioca stabilmente nella trequarti avversaria e crea un grosso pericolo alla porta di Cesar grazie ad una sassata su punizione dal limite di Luis Prieto. Yeste in cabina di regia funziona, la pubalgia non gli permette di correre e il numero 10 è bravissimo a tenere il pallone per far salire la squadra o a smistarlo di prima negli spazi, mentre il lavoro "sporco", pressing alto e corsa a tappare i buchi, viene svolto da un ottimo Javi Martinez. Le certezze dell'Athletic vengono però spazzate via dalla prima vera accelerazione degli aragonesi, una palla in verticale per Diego Milito cui Prieto lascia troppo spazio in area per la battuta, forte e sotto la traversa, che fredda Aranzubia sul suo palo. Nemmeno il tempo di battere che il Saragozza raddoppia grazie ad una splendida azione orchestrata al limite dell'area basca, con la palla che circola veloce da sinistra a destra fino ad incocciare nell'esterno di Diogo che la spedisce alle spalle di un esterrefatto Dani. L'uno-due rapidissimo dei padroni di casa raffredda i bollori iniziali dell'Athletic, tuttavia la squadra di Mané continua a giocare in modo ordinato dal centrocampo in su, senza perdersi d'animo. Il premio al buon primo tempo dei Leoni arriva al 36', quando Aduriz approfitta di un errore di Sergio su palla alta, lo aggira e batte Cesar con un preciso destro da distanza ravvicinata. I bilbaini ci credono, Aduriz viene lanciato in area e si strattona con Sergio: l'azione è poco chiara, perchè i due si tirano la maglia a vicenda, tuttavia è il nostro numero 23 a uscire vincitore dal corpo a corpo e ad essere abbattuto. Pino Zamorano decide di non fischiare il rigore nè la punizione per il Saragozza, cosicché Aimar prende palla, avanza fino al limite dell'area senza trovare ostacoli (Yeste si limita a corrergli accanto, osservandolo senza disturbarlo) e serve infine con un tocco delizioso Sergio Garcia, splendido nel concludere l'azione con un destro liftato sotto l'incrocio opposto. Le facce di Aranzubia e di Mané dicono tutto sull'inconsistenza difensiva di questa squadra, incapace per tutto l'anno di tenere un risultato per più di cinque minuti, ma la rabbia per il mancato fischio dell'arbitro è grande: da un possibile rigore per l'Athletic al 3-1 per gli aragonesi, il boccone è amaro e difficile da mandar giù. Tanto per gradire, prima dell'intervallo Murillo (datemi un pizzicotto, non posso credere che uno schifo di giocatore del genere militi in Primera e sia addirittura titolare) pensa bene di infilare di testa Dani, realizzando il secondo autogol personale in stagione. 4-1 e partita virtualmente finita. L'inizio del secondo tempo è una pena, il Saragozza gioca al massacro e solo un paio d'interventi di Aranzubia evitano il cappotto. L'ingresso di Etxebe, però, restituisce un minimo di verve ai Leoni ed è proprio il Gallo a procurarsi il rigore trasformato nel 4-2 da Aduriz; nell'occasione i baschi reclamano e chiedono il rosso per Cesar, che viene solo ammonito dal pessimo Pino Zamorano. L'estemporaneo secondo gol riaccende una partita ormai spenta e il Saragozza, in notevole calo atletico, inizia a soffrire davvero. Al 78' Aduriz, immenso, svetta in area su corner di Iraola e fa 4-3. Mané si gioca la carta Llorente (metterlo prima, no?) e tutti si aspettano il forcing finale dell'Athletic, ma non accade più nulla fino al triplice fischio...così com'era iniziata, la veemente offensiva dei baschi si spegne, non essendo supportata da un gioco all'altezza e da un'ulteriore riserva di energie. Ennesima sconfitta in trasferta, dunque, e la situazione in classifica inizia a farsi quasi disperata.

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