venerdì 4 maggio 2007

Quale futuro?

Il doppio 4-1 rimediato contro Siviglia e Real Madrid ha mostrato chiaramente l'attuale impotenza dell'Athletic nei confronti delle squadre di rango, una situazione francamente impensabile solo due anni fa, quando la squadra di Valverde si permetteva il lusso di vittorie importanti (indimenticabili quelle contro le merengues) ed era un osso duro per tutti, specialmente al San Mamés. Adesso, per dirla con tutta sincerità, facciamo ridere. Qual è la causa dell'attuale, disastroso stato delle cose suelle rive del Nervion? La partenza simultanea dei due cardini della fascia sinistra, il terzino Del Horno ed il trequartista Ezquerro, ha lasciato scoperta un'intera zona del campo e il club non ha saputo coprire quella falla, investendo prima in canterani inadeguati (Casas, la meteora Angulo) per poi tentare di rimediare con un acquisto piuttosto anonimo (Gabilondo). La difesa, poi, è la solita croce e rappresenta un problema che negli ultimi anni sta perseguitando l'Athletic senza pietà; ciò è dovuto sia all'oggettiva assenza di giocatori di rilievo (il miglior centrale basco è in assoluto Aitor Ocio, non certo un Puyol o un Terry), sia ad un atteggiamento tattico della squadra spesso poco adeguato nella fase di non possesso: poco pressing, troppa distanza tra i reparti e difesa lasciata spesso in balia di sè stessa. L'assenza di Gurpegi si sta facendo sentire in tal senso, visto che il navarro fa del dinamismo e della pressione sui portatori di palla avversari le chiavi principali del suo gioco; la sua squalifica ha comportato un evidente squilibrio nel centrocampo dell'Athletic, impossibile da compensare per un mediocre come Murillo e aggravato ulteriormente dalle perdite per infortunio di Orbaiz e Tiko.
Un altro nodo da sciogliere riguarda il reparto offensivo, che l'anno scorso mostrò le corde e in questa stagione sta facendo, se possibile, ancora peggio. Il dilemma più grande riguarda Nando Llorente: bufala o potenziale campione? Finora il ragazzo ha fatto ben poco, ma è indubbio che non possa lasciare il segno se viene schierato solo 10 minuti a partita (non gioca titolare da un anno esatto). La scorsa temporada l'Athletic si salvò soprattutto grazie ai gol di Aduriz, un contropiedista nato che si adattava a meraviglia allo schema catenacciaro di Clemente, ma che non è in grado di giocare da boa in un 4-2-3-1 basato, come attualmente succede, sul lancio dalle retrovie o comunque sui cross dalle fasce. Non a casa Isma Urzaiz, specialista in questo tipo di gioco, un anno fa stava ai margini mentre adesso è uno degli uomini-chiave per la salvezza, insieme a Yeste e all'altro semipensionato Etxeberria. Quello dell'età è un altro bel problema per i bilbaini, che hanno una rosa giovane e inesperta ma al contempo contano ancora moltissimo, come detto, su alcuni senatori, lasciando presagire foschi scenari quando i vecchi della squadra saranno giocoforza costretti al ritiro.
A tutto ciò, credo che vada aggiunta una certa confusione che sta caratterizzando gli ultimi tempi della gestione Mané. Vedere in campo Sarriegi e sapere in panchina Luis Prieto e Ustaritz, di gran lunga il miglior difensore in rosa nonchè uomo decisivo l'anno scorso, fa restare sinceramente basiti, così come è inspiegabile il non utilizzo di Dañobeitia. Giovane di ottime speranze, portato in prima squadra da Clemente, è un brevilineo rapidissimo negli spazi stretti, dotato di un dribbling secco e di quell'imprevedibilità essenziale per un giocatore di fascia che ne fanno un esterno molto migliore di Gabilondo, classico soldatino che avanza sempre con lo stesso passo e gioca senza un briciolo di fantasia; per quale motivo Daño faccia panchina all'ex realista è un mistero che sembra non avere soluzione. Anche alcune mosse tattiche (Ustaritz mediano, Aduriz puntero, Javi Martinez che si è fatto praticamente tutte le zone del centrocampo) sono sembrate leggermente caotiche, e nonostante la buona impressione che il baffuto mister mi ha generalmente fatto, ritengo che il prossimo anno la dirigenza dovrebbe puntare su un altro tecnico (Mendilibar, Clemente ma soprattutto Irureta).
Per rinforzare i punti deboli che ho citato finora serve senza dubbio un mercato all'altezza, come non si vede a Bilbao da diverso tempo, e la probabile retrocessione della Real Sociedad concede all'Athletic un'occasione assolutamente da non perdere per acquistare diversi giocatori interessanti. Tre pezzi pregiati dei donostiarri, infatti, sono in scadenza a giugno e non rinnoveranno in caso di discesa in Segunda: Aranburu, ottimo centrocampista tuttofare (può giocare da mediano d'impostazione, da esterno destro e da trequartista centrale), Garrido, onesto terzino sinistro che ci servirebbe come il pane, e Xabi Prieto, trequartista di grande talento ma tremendamente incostante e con pochissima personalità. Per il resto, le strepitose prestazioni di Gorka Iraizoz in Coppa UEFA fanno nascere più di un pensierino sul portiere dell'Espanyol, vista l'impresentabilità di Lafuente e l'attuale incostanza di Aranzubia, mentre per la difesa il sogno risponde sempre al nome di Aitor Ocio, imprescindibile per restituire dignità ad un reparto che somiglia sempre più ad una barzelletta. Il problema delle punte sembra infine di difficile soluzione, perchè il sebatoio basco scarseggia non poco per quanto riguarda il parco attaccanti, nel quale spicca il solo Joseba Llorente, "pichichi" della Segunda Division con 17 reti. El Matador, come lo chiamano i tifosi del Valladolid, si è trasformato negli anni da seconda punta di movimento a centravanti d'area di rigore, sviluppandosi nel fisico e nelle capacità acrobatiche, tuttavia non ha mai giocato da titolare in Primera e rappresenta una notevole incognita. Dopo di lui, il vuoto o poco più: Diaz de Cerio è un onesto mestierante; Agirretxe ha fatto faville nella Real B ma nel Castellon, squadra di Segunda dov'è in prestito da gennaio, non gioca da un mese e mezzo, e comunque ha solo 20 anni; di Oskitz, campione del mondo under 19 e grandissima promessa del calcio basco, si sono perse le tracce in Segunda B, la serie C spagnola. Insomma, le incognite sono molte, senza contare che tutto dipende dal raggiungimento o meno della salvezza. Se penso che tre anni fa l'Athletic era in UEFA, mi viene da piangere...

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