martedì 31 agosto 2010

1a giornata: Hercules 0-1 Athletic.


Capitan Gurpegi lotta a centrocampo (foto Athletic-club.net).

Hércules: Calatayud; Cortés, Abraham Paz, Pamarot, Peña; Fritzler, Abel Aguilar (57' Kiko); Tote, Tiago Gomes (84' Cristian), Sendoa (68' Thomert); Portillo.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Amorebieta, San José, Aurtenetxe; Susaeta (84' Iturraspe), Gurpegui, Javi Martínez, Gabilondo (54' Muniain); Toquero (39' David López), Llorente.
Reti:
46' Llorente.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Colegio Madrileño)
Note: espulso all'89' Fritzler (H) per doppia ammonizione.

Si ricomincia esattamente da dove si era finito, e d'altra parte era quasi impossibile immaginare un Athletic diverso da quello uscito sabato sera con i tre punti dal Rico Perez. Il mercato estivo è stato pressoché nullo (i due nuovi acquisti Ibai e Igor Martinez hanno giocato con il Bilbao Athletic) e Caparros, forte dei risultati ottenuti sin qui, giustamente non ha ritenuto di dover cambiare niente dal punto di vista tattico, come era peraltro apparso chiaro nel precampionato. Ad Alicante i Leoni sono scesi in campo con una formazione identica per 9/11 a quella dello scorso anno: Gabilondo in luogo di Yeste e Aurtenetxe in campo dall'inizio sono state le uniche novità di rilievo. Anche la partita ha seguito la falsariga di tante esibizioni dei biancorossi, bravi a sfruttare l'episodio (un calcio di punizione dalla trequarti di Gabilondo deviato da Llorente alle spalle di Calatayud) ed a contenere la reazione dell'Hercules, squadra invero apparsa modesta e ancora priva dei giusti automatismi. Fin quando ha dovuto fare la partita l'Athletic si è visto solo con i soliti lanci lunghi per Llorente, con Toquero a correre intorno al numero 9 cercando di sfruttarne le sponde; dopo il gol, tuttavia, i Leoni sono apparsi più solidi (ottima la diga Gurpegi-Javi Martinez) e hanno mostrato qualche combinazione palla a terra grazie a Muniain, molto ispirato nel suo ruolo naturale di seconda punta. Gli alicantini hanno tentato una reazione ma sono stati frenati dalla presenza di un Portillo involuto e inguardabile, lontanissimo dal giovane bomber che vinse una Coppa dei Campioni col Madrid diversi anni fa; con Valdez e Trezeguet in campo sarebbe stato un altro discorso, anche perché la difesa bilbaina ha scricchiolato su un paio di iniziative dell'ottimo Tote. Insomma, primi tre punti col minimo sforzo: l'inizio ideale per un Athletic che quest'anno vuole centrare l'Europa.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6,5: si guadagna la pagnotta chiudendo lo specchio a Portillo nel primo tempo e mostrando sicurezza in occasione del forcing finale dell'Hercules.
Iraola 6: non soffre l'ex canterano biancorosso Sendoa, ma spinge poco rispetto ai suoi standard.
San José 5,5: si perde Portillo nell'occasione del primo tempo e buca il lancio di Tote spalacando la porta all'ex Osasuna nel secondo.
Amorebieta 6-: nel contesto di un pomeriggio tranquillo sbanda pericolosamente un paio di volte.
Aurtenetxe 6,5: è un terzino adattato e bada poco a salire, tuttavia assicura una copertura diligente della sua zona, senza contare che l'esperienza accumulata in Primera sarà utile in previsione di un futuro utilizzo da centrale; tirando le somme, un buon esordio.
Susaeta 7: uno dei pochi capaci di creare superiorità numerica e pericoli per la difesa avversaria. Sfiora la rete due volte, clamorosa la punizione che dà l'illusione del gol al 37' del primo tempo (dall'84' Iturraspe s.v.).
Gurpegi 6: quando c'è da impostare non si vede mai, ma è utilissimo come diga davanti alla difesa dopo il vantaggio.
Javi Martinez 6,5: prima frazione col freno a mano tirato, si scioglie progressivamente nella ripresa e finisce per dominare il centrocampo con le sue ampie falcate.
Gabilondo 6: come sempre non fa niente di trascendentale, però mette sulla testa di Llorente il pallone della vittoria (dal 54' Muniain 6,5: quando prende palla è sempre in grado di inventare qualcosa. Caparros lo schiera seconda punta e lui lo ripaga con una mezz'ora di grande qualità. Da riprovare in questa posizione).
Toquero 6-: non riceve un pallone pulito e si arrangia come può fino all'infortunio che lo toglie dai giochi (dal 39' David Lopez 5,5: non lascia tracce di sè nel match).
Llorente 6+: invisibile per 89 minuti, appare quando serve e segna il gol che decide l'incontro.

Caparros 6: stupisce negativamente quando inserisce David Lopez per Toquero, spostando Susaeta a supporto di Llorente, ma riprende quota schierando finalmente Muniain nel suo ruolo naturale. La prestazione della squadra è tutt'altro che trascendentale, ma il suo calcio è questo e ormai dovremmo esserci abituati. I tre punti comunque li conquista, partire bene era importante e Jokin c'è riuscito.

domenica 29 agosto 2010

Si comincia.


Un giovane Amorebieta posa con la maglia della nazionale venezuelana.

La telenevole è finita: con un comunicato ufficiale sul proprio sito, l'Athletic ha reso nota la rinuncia di Amorebieta alla convocazione del Venezuela per le due amichevoli del 3 e del 7 settembre prossimi, nonché - si ipotizza - per qualunque impegno futuro della vinotinto. Diciamo la verità, Nando non esce bene da questa vicenda. Prima aveva dichiarato di essere disponibile a giocare per il Venezuela, paese in cui è nato e ha vissuto per i primi due anni (i genitori, baschi di Iurreta, si trovavano lì per lavoro); in seguito alla presa di posizione dell'Athletic, contrario per motivi logistici legati agli spostamenti in Sudamerica, il giocatore ha preso tempo, e infine ha rifiutato l'agognata convocazione giunta pochi giorni fa. Per me questa pantomima aveva l'unico scopo di indurre Del Bosque a chiamarlo, ed evidentemente sono bastate delle generiche parole di considerazione del selezionatore per indurre il numero 5 biancorosso a tornare sui suoi passi. Non mi sembra che Nando abbia fatto una gran figura con la federazione venezuelana (e neppure con quella spagnola), ma almeno adesso le cose sono state chiarite. Amorebieta, tra l'altro, è stato protagonista dell'unica offerta vera arrivata all'Athletic per un suo giocatore: i russi del Rubin Kazan si sono visti rifiutare da Macua e soci un'offerta di 12 milioni di euro. E' stato giusto rispedire i soldi al mittente? Forse sì, anche se resto convinto che entro un paio d'anni Nando debba essere venduto per poter evitare di cedere altri prezzi pregiati. In fondo, non è cero insostituibile...

Chiuso il caso-Amorebieta, possiamo parlare della nuova stagione della Liga che inizierà ufficialmente fra tre ore con Hercules-Athletic. La partita è subito molto importante, poiché il calendario balordo che presenta Atletico, Valencia, Barcellona e Siviglia nelle prime otto gionate di campionato costringe i Leoni a fare assolutamente punti contro le rivali più abbordabili, onde evitare di ritrovarsi a fine ottobre nelle zone basse della classifica. Per la sfida di questo pomeriggio Caparros ha convocato 19 giocatori: Iraizoz, Raúl; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Castillo, Aurtenetxe; David López, Iturraspe, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegui, Javi Martínez; Llorente, De Marcos, Toquero, Muniain. Sono rimasti a casa gli infortunati Koikili, Ramalho e Velez, nonché i due volti nuovi Ibai e Igor Martinez, lasciati fuori per scelta tecnica insieme a Iñigo Perez, Balenziaga e Aitor Ocio. La formazione si discosterà da quella tipica dell'anno scorso solo sulla fascia sinistra: il giovanissimo Aurtenetxe ha scalato le gerarchie in precampionato e dovrebbe partire titolare al posto di Castillo, mentre il vuoto lasciato dall'addio di Yeste verrà presumibilmente riempito da Gabilondo. A centrocampo i giornali indicano un doble pivote composto da Gurpegi e Javi Martinez, ma credo che Jokin potrebbe puntare fin da oggi su Iturraspe in luogo di Carlos. Uno sguardo ai nostri avversari di oggi: l'Hercules di Alicante è tornato in Primera dopo un'assenza di 13 anni ed è tuttora un cantiere aperto, tanto che il tecnico Esteban Vigo si è lamentato con la stampa per il ritardo con cui sono arrivati gli ultimi rinforzi, che infatti non giocheranno oggi (tra loro il paraguaiano Valdez, assenza benefica per l'Athletic). Nelle fila degli alicantini si segnalano le vecchie glorie Rufete e Portillo e il bilbaino Sendoa Agirre, giunto finalmente nella massima serie a 34 anni. I precedenti in Liga dell'Athletic al "Rico Perez" sono di 5 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte in 19 incontri; l'ultima partita in casa degli alicantini risale al 2007, quando i gol di Llorente e Del Horno permisero di pareggiare 2-2 l'andata dei sedicesimi di Copa del Rey (al ritorno finì 2-0 per l'Athletic).

martedì 17 agosto 2010

La pretemporada va avanti.



Innanzi tutto vorrei illustrare la foto con cui si apre il post: si tratta dei Leones Italianos (me compreso) in visita all'hotel genovese che ha ospitato l'Athletic prima della partita con il Genoa. Nel gruppone si possono riconoscere Caparros, Gurpegi e il mitico "Txopo" Iribar, disponibili e gentili come sempre.
La partita è stata molto meno allegra e divertente rispetto al clima della foto, anche se ci siamo dati da fare per sostenere la squadra per tutti i 90 minuti; purtroppo lo spettacolo sul campo è stato davvero inguardabile, più per colpa dell'Athletic che del Genoa, e la vittoria per 1-0 dei grifoni (seconda sconfitta consecutiva dei bilbaini dopo l'1-2 di Wolverhampton) è stata legittima. Jokin ha proposto una squadra plausibile nel suo undici titolare (almeno fino alla coppia di attaccanti Toquero-Muniain, troppo leggera), ma non è riuscito a dare alternative ad un gioco tutto basato sui lanci lunghi che si è rivelato fin troppo facile da leggere per gli imponenti centrali rossoblu. Insomma, tirando le some non si sono visti né tiri né occasioni da gol evidenti per i biancorossi, incapaci di sviluppare trame concrete dalla mediana in su; positiva, invece, la prova del reparto difensivo, con il duo Amorebieta-Ustaritz raramente in difficoltà e gli esterni Iraola e Aurtenetxe poco presenti in fase di spinta ma piuttosto diligenti in copertura. La presenza del giovanissimo Jon nella formazione di partenza non è più una novità: Caparros sembra ormai intenzionato a promuoverlo terzino sinistro titolare, cosa che porterà ad un sovraffollamento clamoroso in quel ruolo. Attualmente a contendersi la maglia numero 3 vi sono infatti Aurtenetxe, Koikili, Castillo e Balenziaga, troppi galli per un solo pollaio, e non a caso stanno circolando voci su una possibile cessione di almeno uno di questi quattro giocatori (Castillo il più gettonato, giacché Koi è una riserva ideale e Balenziaga è stato spesso schierato ala sinistra). A proposito di movimenti in uscita, dispiace riportare la notizia del prestito di Diaz de Cerio al Cordoba, compagine di Segunda Division; la motivazione ufficiale è che all'ex attaccante della Real Sociedad servono minuti per ritrovare la forma migliore dopo il grave infortunio di quasi due anni fa, tuttavia sono spinto a credere che il rendimento del giocatore sia stato ritenuto insufficiente dalla guida tecnica dell'Athletic, soprattutto considerando l'abbondanza di giocatori offensivi nella rosa dei Leoni. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, le motivazioni che hanno portato all'acquisto di un calciatore praticamente mai utilizzato da Caparros, la cui vicenda mi ricorda sinistramente quella di Zubiaurre; una domanda sorge spontanea, per dirla alla Lubrano: il mercato viene fatto in accordo con l'allenatore oppure Caparros non viene consultato?

venerdì 30 luglio 2010

Aggiornamenti sul precampionato.



Dopo la vittoria per 3-1 sul campo del Braga, giunto secondo lo scorso anno nel campionato portoghese, i biancorossi hanno pareggiato ieri per 2-2 contro l'Alaves, squadra che attualmente milita in Segunda B. La formazione era imbottita di riserve, anche perché domani c'è da giocare un'altra amichevole a Lens, tuttavia alcuni elementi hanno ben figurato: bene De Cerio, discreto Balenziaga provato ancora da esterno alto di sinistra, ottimo Igor Martinez autore di un assist e di un gol. Il vitoriano si sta mettendo indubbiamente in luce fino a questo punto e rischia di creare più di un grattacapo a Caparros uando sarà il momento di decidere il partner in attacco di Llorente.
Oggi sono stati inoltre resi noti i numeri di maglia per la stagione 2010/2011, molto importanti in quanto in Spagna chi indossa un numero dall'1 al 25 fa parte esclusivamente della prima squadra, mentre chi ha numeri superiori al 25 può essere utilizzato anche nella squadra B (anzi, di partenza sta con il filial). In tal senso mi ha sorpreso la decisione di promuovere in pianta stabile Iñigo Perez, che eredita il 17 di Etxeberria, poiché pensavo di vederlo a mezzo servizio col Bilbao Athletic come l'anno scorso. Vi sono poi altre novità: il 10 di Yeste finisce sulle spalle di De Marcos, Balenziaga riceve il 19 lasciato libero da Zubiaurre, San José lascia il 12 per il 6 ed infine Iturraspe fa il salto definitivo tra i grandi prendendo il numero 8, indimenticabile simbolo di Julen Guerrero. Ai due nuovi acquisti (Ibai Gomez e Igor Martinez) e ai più giovani (Muniain, Ramalho, Aurtenetxe e Aitor Fernandez) è stato assegnato un numero superiore al 25 per averli a disposizione anche con i cachorros.

Ecco l'elenco completo dei numeri per la nuova stagione:

1. Gorka IRAIZOZ
2. Gaizka TOQUERO
3. KOIKILI Lertxundi
4. USTARITZ Aldekoaotalora
5. Fernando AMOREBIETA
6. Mikel SAN JOSÉ
7. DAVID LÓPEZ
8. Ander ITURRASPE
9. Fernando LLORENTE
10. Óscar DE MARCOS
11. Igor GABILONDO
12.
13. RAÚL Fernández
14. Markel SUSAETA
15. Andoni IRAOLA
16. Pablo ORBAIZ
17. ÍÑIGO PÉREZ
18. Carlos GURPEGUI
19. Mikel BALENZIAGA
20. AITOR OCIO
21. ION VÉLEZ
22. Xabi CASTILLO
23. Íñigo DÍAZ DE CERIO
24. JAVI MARTÍNEZ
25.

26. IGOR MARTÍNEZ
27. Iker MUNIAIN
28. IBAI Gómez
29. Jon AURTENETXE
30. AITOR FERNÁNDEZ
31. Jonas RAMALHO

martedì 13 luglio 2010

Il pagellone 2009/2010 (ultima puntata): l'allenatore.



Caparros 6: qualcuno forse si stupirà di questa sufficienza, visto che nel blog non si sono mai risparmiate le critiche verso il tecnico di Utrera e, soprattutto, verso il gioco spesso indecente che ha dato alla squadra. Ciò premesso, mi sembrava comunque ingiusto affibbiare un voto negativo all'allenatore che ha saputo portare l'Athletic a ridosso delle zone nobili della classifica, nonché a cavalcare per lunghi mesi attraverso le praterie sconfinate di una competizione difficile come la Coppa UEFA. I risultati finali (eliminazione in Europa, nulla di fatto in Liga) a parer mio sono giusti per quanto mostrato in campo dai Leoni, ma riconosco i meriti di Caparros nel tenere saldo lo spogliatoio e nel portare i suoi uomini a disputare una stagione per 3/4 sicuramente positiva. Vero è che il livello dell'ultima Liga è stato quanto di più basso visto negli ultimi anni, però la colpa di ciò non è certo di Jokin, che anzi è stato bravo a sfruttare la congiuntura favorevole per ottenere il miglior risultato liguero da quando guida i biancorossi. La prestazione fallimentare in Coppa del Re, la figura barbina rimediata contro l'Anderlecht e la mancata qualificazione alla prossima UEFA comunque pesano sul giudizio finale, positivo ma con grosse riserve. Sul non gioco e sulla gestione della rosa non mi esprimo per evitare l'ennesima ripetizione dei soliti concetti. L'anno prossimo dovrebbe essere l'ultimo con Caparros alla guida tecnica del club, vedremo se Jokin ci saluterà con un'altra stagione senza infamia e senza lode o se saprà finalmente far rendere la squadra per quelle che sono le sue vere potenzialità.

martedì 29 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: gli attaccanti.


Llorente anche quest'anno è stato il miglior attaccante della squadra (foto Athletic-club.net).

Llorente 8:
dato che molti tifosi lo criticano (addirittura ho sentito cose del tipo "senza di lui faremmo bene lo stesso, o forse meglio") voglio snocciolare i numeri, che solitamente non mentono. 23 gol stagionali, 14 in 37 partite di Liga, uno in Coppa del Re e addirittura 8 in 11 partite di UEFA: si può ancora sostenere, davanti a evidenze del genere, che Nando non sia fondamentale per l'Athletic? Tutto ciò senza dimenticare che il non-gioco espresso dalla squadra lo penalizza infinitamente, lui che nonostante il fisico imponente è un centravanti di manovra abile più con i piedi che di testa. Llorente potrebbe essere ancor più letale se innescato palla a terra, e invece è costretto a giocare praticamente sempre spalle alla porta, a fare a sportellate con i difensori avversari ed a tentare di far salire i compagni o di spizzare per le corse di Toquero (sic!). Che abbia fatto una grande stagione lo testimonia la convocazione per i Mondiali sudafricani, ma sono sicuro che pure l'anno prossimo avrà molti detrattori. Faccia orecchie da mercante, l'Athletic ha bisogno di lui.

Muniain 7: la più grande rivelazione della stagione biancorossa, nonché una delle maggiori sorprese dell'intera temporada di Liga. Delle qualità e delle caratteristiche tecniche di "Bart Simpson" ho già parlato diffusamente in questo post, dunque vorrei soffermarmi soprattutto sulla sua grande personalità, che gli ha permesso di affacciarsi alla ribalta più importante con una naturalezza incredibile. Sfrontato, mai intimorito e spesso capace di entrare subito nel match, Muniain è stato l'arma in più dell'Athletic in molte partite e ha realizzato sei gol complessivi nonostante l'impiego quasi esclusivo sulla fascia sinistra (per me sarebbe da provare come seconda punta, ma tant'è). A metà stagione ha avuto una flessione fisiologica vista l'età, poi nel finale si è ripreso e ha salutato tutti con uno splendido gol all'ultima giornata contro il Depor. Giocherà l'Europeo under 19 in estate, giusto premio per una bellissima stagione d'esordio.

De Marcos 6,5: altro giovane di grande qualità, è partito fortissimo impressionando tutti nella prima parte dell'anno. Gol e ottima prestazione contro il Barcellona in Supercoppa, gol decisivo col Tromsoe in UEFA: un grande inizio, insomma, frenato purtroppo dalla difficoltà di Caparros nel trovargli una collocazione stabile in campo e da una certa difficoltà di adattamento alla Primera che è sembrata più psicologica che tecnica. Ragazzi come lui hanno bisogno di certezze, sia tattiche che di impiego, ma Oscar si è trovato un po' troppo sballottato tra la fascia e l'attacco come seconda punta, lui che di ruolo è trequartista puro, e infine ha pagato le panchine di metà stagione, faticando a ritrovare brillantezza quando è stato nuovamente chiamato in causa. Resta comunque un ottimo prospetto su cui puntare nelle prossime stagioni, magari dopo avergli trovato una collocazione stabile nella formazione base.

Toquero 6+:
merita la sufficienza per gli otto gol realizzati, pochini per un attaccante che gioca titolare ma un'infinità tenendo conto delle sue caratteristiche. Gaizka resta in ogni caso un giocatore a parer mio non adatto alla Primera, con limiti tecnici e tattici precisi che lo rendono estremamente "leggibile" per le difese altrui; è generoso, certo, tuttavia potrebbe risparmiarsi gran parte delle sue corse a perdifiato verso il portiere o i difensori più lontani, corse che mai una volta ho visto indurre gli avversari all'errore. Se un attaccante così è riuscito a segnare 8 reti deve comunque avere un'indubbia forza mentale e una capacità di concentrazione che lo porta a sfruttare al meglio i pochi punti di forza del suo gioco: il colpo di testa, la capacità di inserirsi con prontezza sulle spizzate di Llorente, la combattività. Sicuramente Caparros lo proporrà tra i titolari anche l'anno prossimo, per me invece sarebbe come minimo la seconda riserva del reparto offensivo.

Diaz de Cerio, Etxeberria, Ion Velez s.v.

mercoledì 23 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: i centrocampisti.


Javi Martinez in azione: il navarro è stato ancora una volta il migliore in mediana (foto Athletic-club.net).

Javi Martinez 8:
non ci sono più aggettivi per descrivere questo giocatore straordinario, premiato giustamente da Del Bosque con la convocazione per i Mondiali sudafricani al termine di un'annata davvero strepitosa. Le sue caratteristiche tecniche sono note e più di una volta sono state descritte in questo blog, per cui mi preme più che altro sottolineare la maturità raggiunta dal navarro, che a 22 anni da compiere è già un esempio per carattere, correttezza e carisma. Per come sta in campo sembrerebbe un veterano, un reduce di mille battaglie, e invece è semplicemente un ragazzo con un'intelligenza calcistica davvero non comune. Polmoni d'acciaio, generosità e una capacità d'inserirsi per concludere definitivamente acquisita (i 7 gol stagionali, massimo in carriera, sono lì a dimostrarlo) rendono Javi Martinez il talento forse più fulgido dell'intera rosa, e non a caso più di un club di grande caratura sta bussando alla porta di Ibaigane per avere informazioni sul suo prezzo. Resterà? Io spero di sì, ma la possibilità che cambi aria non è poi così remota.

Gurpegi 7: la stagione della resurrezione dopo i due anni di squalifica e l'oblio della passata temporada. Carlos, cuore Athletic, carattere e grinta da vendere, non si è arreso davanti alle difficoltà, ha lavorato in silenzio e quest'anno si è preso la meritata rivincita sul destino avverso e su tutti i suoi detrattori. Non ha piedi fini ma in campo si fa sentire, specie quando viene schierato come frangiflutti davanti alla difesa, ed inoltre dà sempre un contributo di garra che risulta spesso fondamentale per caricare i compagni. E' stato peraltro il protagonista dell'unico esperimento tattico di rilievo proposto da Caparros quest'anno: l'utrerano lo ha infatti schierato spesso e volentieri come falso esterno destro, garantendo in tal modo una copertura degli spazi che ha dato i suoi frutti specie nella parte centrale della stagione. A lungo andare i difetti di questa soluzione (scarsa profondità sulla fascia, iperdifensivismo, banalizzazione delle trame offensive) si sono fatti sentire anche troppo, per cui il mediano navarro è stato riproposto al centro, specie dopo l'infortunio di Orbaiz. Con Javi Martinez non si integra benissimo, giacché nessuno dei due è un regista, ma in ogni caso resta una delle colonne su cui costruire la squadra nel prossimo campionato.

Susaeta 6,5: annata senza dubbio positiva per Markel, tuttavia a metà stagione c'è stata una flessione che gli ha impedito di raggiungere quella continuità che da sempre gli fa difetto. Ci sono stati passi avanti rispetto alla scorsa stagione, però non si può ancora parlare di esplosione definitiva (o comunque di avvenuta maturazione). La domanda di fondo su Susaeta, dunque, resta ancora senza risposta: potenziale campione o buon giocatore con alcuni picchi di gran classe? Spero di sbagliarmi, ma per quanto mi riguarda credo che la seconda opzione sia quella più vicina alla realtà. L'esterno destro di Eibar ha tecnica, facilità nel saltare l'uomo e buona confidenza con il gol, tuttavia ha un'evidente carenza di personalità e non viene ancora visto dai compagni come un riferimento pienamente credibile in avanti. Sta a lui convincerli, e convincerci, di poter fare di più e di meglio, soprattutto in termini di livello medio di rendimento e di concentrazione (basta con la ricerca testarda del dribbling anche quando non si è in giornata, tanto per fare un esempio). Ci riuscirà?

Iturraspe 6,5: era atteso l'anno scorso e invece si è presentato solo in questa stagione, ma l'importante è che alla fine sia arrivato. E' lui l'erede di Orbaiz come regista dell'Athletic: buona tecnica, lucidità e visione di gioco non gli fanno difetto, così come la personalità per prendere in mano la squadra e guidarla senza timore. C'è voluto l'infortunio di Don Pablo per aprirgli finalmente le porte della titolarità, nonostante fin dalla stagione precedente fosse in predicato di ritagliarsi uno spazio importante nella formazione maggiore: Caparros, dopo averne tessuto le lodi, lo aveva però accantonato e non sembrava molto propenso a lanciarlo definitivamente. Lo stop di Orbaiz ha fatto le veci dell'utrerano e Iturraspe si è così trovato a giocare con continuità nella seconda parte della stagione, mostrando di possedere qualità molto interessanti; non a caso, da quando si è fatto trovare pronto le voci su un arrivo del regista del Saragozza Ander Herrera si sono ridotte fin quasi ad azzerarsi. A parer mio merita una maglia da titolare anche nella prossima stagione, vedremo cosa deciderà Jokin.

Gabilondo 6: stagione in linea con il personaggio, senza infamia e senza lode. Tre gol, mai decisivi, e una serie di prestazioni sufficienti ma con poche luci, esattamente paragonabili a quelle che sono le caratteristiche del giocatore. Mi viene difficile scrivere di più su un calciatore di cui è difficile ricordare giocate significative o che si discostino dall'ordinato su e giù per la fascia senza grandi squilli, il compitino che Igor porta sempre a termine. Per questi motivi è comunque la riserva su cui si può contare in ogni momento e la sua presenza in rosa è sempre utile.

Yeste 6 (8 alla carriera in biancorosso): discorso diverso, diversissimo, quello che riguarda Fran, giocatore sul quale si può dire di tutto tranne che sia lineare e banalotto. Anche la sua uscita di scena è stata sopra le righe: una trattativa infinita per il rinnovo, l'addio senza il saluto del suo pubblico (l'ultima giornata di Liga, infatti, non giocò per infortunio), le foto nudo sulla barca a Maiorca, l firma finale con una squadra degli Emirati Arabi...insomma, tutto in linea col suo personaggio. Molti non lo apprezzano, parecchi lo detestano, ma per me restano i “10” come lui l'essenza di questo sport, la classe, l'estro, la sregolatezza che a volte fanno incazzare ma spesso fanno sognare. Guardatevi il suo ultimo gol in maglia zurigorri contro il Real Madrid: è la summa della sua sapienza calcistica, il modo ideale per andarsene dopo una vita passata a Lezama. Inutile riassumere qui la sua carriera o descrivere le sue caratteristiche: basti ricordare che avrebbe potuto fare di più certo, ma avrebbe anche potuto fare molto meno. Eskerrik asko, Fran.

Orbaiz 5,5: ormai sul viale del tramonto, il navarro non riesce più a dirigere l'orchestra come sapeva fare in passato ed è praticamente nullo sul piano del dinamismo, cosa non proprio eccezionale per un centrocampista centrale. Lento e compassato, può tornare utile contro squadre che fanno poco movimento o quando bisogna addormentare una partita, ma non mi sembra più adatto a rivestire un ruolo da titolare all'interno della squadra. Il tempo passa, gli infortuni pesano maledettamente e la concorrenza nel ruolo è agguerrita: ho idea che il prossimo anno per Pablo ci sarà poco spazio.

David Lopez 5: stagione assolutamente deficitaria per questo esterno che non ha mai convinto appieno da quando è arrivato nel Botxo. Caparros sembra aver preso atto che il giocatore non ha la qualità sufficiente per fare la differenza in Primera e si è comportato di conseguenza, schierandolo quasi sempre a partita in corso o comunque sostituendolo pressoché tutte le volte in cui lo ha fatto iniziare nell'undici titolare. Una scelta che condivido, visto che il riojano non mi ha mai entusiasmato. Il suo destino è rimanere a Bilbao come riserva fino alla scadenza del contratto.

Aketxe, Iñigo Perez, Muñoz s.v.

mercoledì 2 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: i difensori.


San José controlla Kakà durante Athletic-Real Madrid.

San José 7:
la sorpresa più lieta della stagione. Il 21enne centrale navarro, cresciuto nel settore dell'Athletic e prelevato nel 2007 dal Liverpool, ha iniziato la sua nuova avventura a Bilbao in sordina e non ha praticamente visto il campo fino a dicembre, quando gli infortuni di Aitor Ocio e Ustaritz gli hanno spalancato le porte della titolarità; Mikel è stato bravissimo ad approfittare dell'occasione, ha subito convinto Caparros e non è più uscito dall'undici-tipo fino al termine del campionato. Difensore rapido, tecnicamente non disprezzabile e molto sobrio negli interventi, ha mostrato notevole maturità e, nonostante un fisiologico calo, è risultato spesso uno dei migliori. La dirigenza non ci ha pensato due volte e ha esercitato il diritto di riscatto, riportandolo in terra basca per circa 3 milioni di euro. Considerati età e potenziale, soldi ben spesi.

Iraola 6,5: l'uomo che di secondo nome fa Regolarità anche quest'anno non ha tradito, pur non riuscendo a ripetersi sugli altissimi livelli della scorsa stagione. Il perché è presto detto: Andoni non ha riposato praticamente mai. 37 partite su 38 in Liga (una l'ha saltata per squalifica), 11 su 12 in UEFA (assente solo contro il Werder Brema al ritorno, match ininfluente ai fini della qualificazione), 2 su 2 in Coppa del Re, 2 su 2 in Supercoppa. Totale: 52 presenze su 54 gare ufficiali, roba che stenderebbe un bisonte. Gli infortuni di lungo corso di Zubiaurre e del canterano Boveda, elemento molto interessante, e l'assoluta fiducia che Caparros ripone nel terzino destro di Usurbil gli hanno impedito di tirare il fiato, anche perché i molteplici impegni hanno costretto i Leoni a giocare due partite a settimana per un lungo periodo di tempo. Iraola ha come sempre risposto con professionalità e applicazione esemplari, tuttavia a lungo andare ha risentito della stanchezza e ha concluso la stagione sulle gambe, come si suol dire, cosa che ha indotto Del Bosue a non considerarlo tra i papabili per il Sudafrica nonostante l'apprezzamento che il selezionatore ha espresso verso di lui. Resta comunque uno dei più positivi nell'annata appena trascorsa nonché uno dei 2-3 migliori elementi del club, come dimostra anche il recente interessamento della Juventus.

Koikili 6+: temporada senza infamia e senza lode per il laterale sinistro di Otxandio, passato indenne ancora una volta dal confronto con un terzino più quotato e potenzialmente più forte di lui. Dopo Del Horno e Balenziaga, questa stagione è toccato a Castillo fare i conti con l'ex campione di lotta greco-romana, rivelatosi concorrente ostico e difficile da scalzare nelle gerarchie di Caparros. Il tecnico ha alternato per tutto l'anno i due giocatori, preferendo Koi nelle manifestazioni nazionali (Liga, Copa e Supercopa) e Castillo in UEFA, ma tirando le somme si può dire che il vincitore morale del duello sia stato il primo, visto che anche stavolta partiva in svantaggio rispetto al nuovo arrivato. Disciplina tattica, impegno continuo e grande affidabilità difensiva sono le armi che Koikili utilizza per mettersi in luce e ritagliarsi il suo spazio in prima squadra. Una stagione di più, possiamo affermare che l'agente Koi ha compito la sua missione.

Amorebieta 6-: lievi miglioramenti rispetto all'anno passato, tuttavia non ci siamo ancora. Dopo la stagione di grazia 2007/08 e il brutto campionato successivo ci si aspettava di più dal basco-venezuelano, soprattutto dal punto di vista della tenuta mentale; Nando ha iniziato bene, poi le fatiche di una temporada lunghissima si sono fatte sentire e nell'ultima parte del campionato ha perso lucidità e sicurezza. A 25 anni compiuti ritengo si possa tracciare un primo bilancio della carriera di Amorebieta, discreta ma non così buona come i suoi mezzi avrebbero potuto consentirgli. Il problema è sempre lo stesso: un calciatore può avere anche un fisico bestiale, per dirla con Luca Carboni, però se manca di testa (intesa come cervello, non come elevazione) difficilmente diventerà davvero forte. Fernando ha tutto per essere un difensore di grande livello, tutto tranne la maturità, la calma in campo, la capacità di leggere le situazioni che deriva solo da un'applicazione mentale costante. Riuscirà il nostro eroe a fare il salto di qualità l'anno prossimo? Francamente, comincio a essere scettico.

Ustaritz 5,5: quella che alcuni anni fa sembrava la maggior sperenza dei Leoni per il reparto arretrato si è persa forse in modo definitivo. Anche in questa stagione, infatti, il povero Usta è stato bersagliato dalla solita raffica di infortuni che lo ha messo fuori gioco nel suo momento migliore, quando aveva occupato stabilmente il posto accanto ad Amorebieta dopo il crac del ginocchio di Aitor Ocio. D'altra parte il refrain della carriera del numero 4 è proprio questo: buone prestazioni, infortunio, mesi per tornare titolare, nuovo infortunio e via così, sempre la stessa storia. Un destino più da fragile attaccante che da roccioso difensore. Ustaritz sarebbe tutto fuorché un centrale scarso, ma non è possibile riuscire ad offrire un livello decente di prestazioni quando i muscoli cedono in continuazione. Il suo destino sembra dunque essere quello della perenne ruota di scorta: un peccato.

Castillo 5: doveva essere l'erede definitivo di Del Horno, ovvero quel terzino di spinta che a sinistra manca all'Athletic dai tempi di Asier, e invece si è rivelato un solenne buco nell'acqua. Quest'anno non mi ha mai convinto, specie nella parte centrale della stagione, e non ho capito il motivo per il quale si sia ritrovato a giocare più partite di Koikili, di gran lunga migliore nonostante non abbia fatto niente di eccezionale. Dimenticabile in fase difensiva, dove si sapeva che avrebbe faticato, Xabi ha deluso soprattutto al momento di spingere, lui che era stato preso per assicurare quei cross che Koi non ha nelle corde; l'ex errealista si è rivelato invece timido e poco propenso alle sovrapposizioni, senza contare che non è mai stato davvero incisivo nel mettere dentro quei traversoni che sono pane per i denti di Llorente. Cosa succederà quando Balenziaga rientrerà alla base? Caparros concederà un'altra occasione a Castillo o lo spedirà in prestito in Segunda?

Aitor Ocio, Zubiaurre, Boveda, Etxebarria, Aurtenetxe s.v.

lunedì 31 maggio 2010

Il pagellone 2009/2010: i portieri.


Parata plastica di Gorka Iraizoz (foto Athletic-club.net).

Iraizoz 6,5: stagione d'altri tempi per il numero 1 navarro, che ha disputato praticamente tutti gli incontri come uno Zoff anni '70. Il paragone con l'immenso Dino, però, finisce qui. Gorka ha infatti confermato di essere un portiere discreto e poco più, ben lontano dalla classe dei migliori estremi difensori della storia dell'Athletic. Quest'anno si sono rivisti ottimi interventi tra i pali alternati alle consuete insicurezze nelle uscite alte, e più in generale si è assistito ad un rendimento costantemente da 6 in pagella: pochi errori macroscopici, dunque, ma anche pochi interventi miracolosi. Iraizoz è questo, un portiere affidabile e senza grandi acuti, comunque capace di difendere con profitto la porta biancorossa in attesa della maturazione dei talentini di Lezama.

Armando s.v. (7 alla carriera): ha giocato solo tre partite, le due di Copa del Rey e l'ultima di Liga con il Depor, troppo poco per assegnargli un voto. La sua carriera, che si è conclusa al San Mamés proprio col match contro i galiziani, merita comunque di essere omaggiata, specie per gli ultimi tre anni passati con grande professionalità a Bilbao. Da sempre tifoso dei Leoni, Armando ha passato una vita a girare per mezza Spagna, tra Logroñes, Sporting Gijon, Alaves e Cadiz; a 37 anni non pensava più di poter coronare il sogno di difendere almeno una volta la porta dell'Athletic, e invece alcune fortunate circostanze (l'infortunio di Gorka, la perdita di fiducia di Aranzubia) lo hanno portato prima al trasferimento nel Botxo durante il mercato invernale del 2008, quindi a scendere in campo per tutto il girone di ritorno. Dopo la bottigliata in testa di Siviglia contro il Betis, poi, è diventato un idolo della tifoseria ed è sempre stato trattato con calore, come si è visto nel commovente giorno dell'addio al calcio. Rimarrà nel club come allenatore dei portieri. Eskerrik asko Armando!

venerdì 28 maggio 2010

Secondo acquisto.


Igor Martinez in azione nella partita Alaves-Zamora di quest'anno (foto Jaizki Fontaneda - noticiasdealava.com).

La notizia, ampiamente anticipata dai giornali nei giorni scorsi, ieri è divenuta ufficiale: Igor Martinez è un nuovo giocatore dell'Athletic. Il legame tra Ibaigane e l'Alaves è sempre molto saldo e il club di Vitoria non ha opposto resistenza al passaggio della perla della sua cantera ai Leoni, anche perché i biancoblu hanno clamorosamente fallito il ritorno immediato in Segunda e dovranno giocare un'altra stagione in Segunda B. Igor (87 partite e 12 gol in tre anni all'Alaves, 8 reti nella stagione appena conclusa) è un giocatore tecnico, veloce e versatile; il suo ruolo naturale è quello di mezzapunta, ma può occupare anche la fascia destra o agire da seconda punta accanto al centravanti. Molto contenuti i costi dell'operazione: si parla di 350.000 euro (200.000 subito, altri 150.000 se disputerà 25 partite), più il prestito di un paio di giocatori e la disputa di un'amichevole estiva a Vitoria, cifre ragionevoli per quello che è unanimemente considerato un ottimo prospetto. Fossi in David Lopez comincerei a preoccuparmi, giacché Caparros non utilizzerà certo il 21enne vitoriano da trequartista centrale...

Ibai Gomez è ad un passo dall'Athletic. L'esterno sinistro del Sestao, che in questi giorni è stato accostato ad altri club importanti di Segunda e di Primera, ha ricevuto l'offerta di Ibaigane: contratto biennale con prolungamento automatico per una terza stagione in caso di raggiungimento di un numero minimo di partite disputate. Le due parti sono molto vicine e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l'annuncio ufficiale della firma di Ibai, fortemente richiesto da Caparros visto che l'addio di Yeste lascia scoperto proprio un posto di centrocampista laterale sinistro.

Ieri è stata posta la prima pietra del San Mamés Barria, il nuovo impianto che sostituirà la mitica Cattedrale. Non ho mai parlato molto di questo argomento perché, nonostante riconosca il bisogno di un nuovo stadio, ho sempre trovato rivoltanti gli intrecci tra il governo basco del socialista Patxi Lopez, la giunta di Macua e la cricca di palazzinari di cui quel portento del nostro presidente è il prestanome. Non volendo spendere altre parole su questa vicenda dai retroscena alquanto loschi, mi limito a ricordare la protesta di alcuni lavoratori presenti ieri alla cerimonia: una ventina di manovali disoccupati ha esibito uno striscione ("Macua, Azkuna, Bilbao, Patxi López, obra pública: Trabajo para el pueblo") per sottolineare che le imprese edili incaricate di costruire il nuovo impianto assumono lavoratori portoghesi, pagati la metà, e lasciano a casa quelli locali.