sabato 25 settembre 2010

Convocati per Athletic-Barcellona.


Coda ai botteghini del San Mamés per assicurarsi i biglietti di Athletic-Barcellona (foto Deia.com).

Questa mattina Caparros ha diramato le convocazioni per la partita di domani sera (calcio d'inizio alle ore 22) contro il Barcellona. Questa la lista: Iraizoz, Raúl; Amorebieta, San José, Iraola, Aitor Ocio, Aurtenetxe; David López, Gabilondo, Gurpegi, Susaeta, Javi Martínez, Orbaiz, Iturraspe; Muniain, De Marcos, Llorente, Igor Martínez. Restano fuori per scelta tecnica Ustaritz, Balenziaga, Castillo, Íñigo Pérez (protagonista martedì scorso), Ion Vélez e Castillo, mentre Koikili e Toquero sono ancora infortunati. Fernando Llorente figura tra i convocati anche se la sua presenza in campo è ancora fortemente in dubbio: l'ariete riojano è uscito malconcio dalla partita con il Maiorca e al momento non è chiaro se potrà partire o meno tra i titolari. Secondo me Llorente giocherà, altrimenti Jokin avrebbe chiamato l'unica altra prima punta della rosa, Ion Velez, che invece guarderà l'incontro dalla tribuna. Il navarro sicuramente non sarà felice ma almeno ha un posto assicurato al San Mamés, al contrario delle centinaia di persone che ieri hanno affrontato una fila di tre ore per ottenere uno dei pochi biglietti ancora disponibili. Ci sono molte aspettative riguardo a questa partita e devo confessare che anch'io sto vivendo una vigilia tra la curiosità e la tensione: curiosità per scoprire quale atteggiamento tattico sceglierà Caparros e per verificare le reali potenzialità di questa squadra, tensione perché davanti ai Leoni ci saranno i fantastici campioni blaugrana, Messi escluso (il pestone di Ujfalusi lo terrà fuori per un paio di settimane). I precedenti casalinghi con il Barcellona sono positivi (41 vittorie, 17 pareggi e 21 sconfitte), tuttavia negli ultimi dieci anni ci sono state solo due vittorie biancorosse, di cui una all'ultima giornata della Liga vinta da Rijkaard che schierò una formazione rimaneggiatissima, a fronte di tre pareggi e ben cinque affermazioni dei catalani; l'anno scorso finì 1-1 con reti di Daniel Alves e Toquero.

giovedì 23 settembre 2010

4a giornata: Athletic 3-0 Mallorca.


Iturraspe festeggia Iñigo Perez dopo il gol del 3-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe, Javi Martínez; David López (66' De Marcos), Igor Martínez (72' Susaeta), Muniain (80' Íñigo Pérez); Llorente.
RCD Mallorca:
Aouate; Cendrós (65' Webó), Nunes, Ramis, Kevin; Martí, De Guzmán; Nsue, Pereira, Gonzalo Castro; Cavenaghi.
Reti:
43' David López, 61' San José (rig.), 92' Íñigo Pérez.
Arbitro:
Fernando Teixeira Vitienes (Comité cántabro).

L'Athletic brilla solo per un tempo, il secondo, ma per superare un Maiorca irriconoscibile 45 minuti di qualità bastano e avanzano. Finalmente qualcosa si muove in panchina: Caparros ha messo dentro dall'inizio Iturraspe, Muniain e Igor Martinez, ottenendo una risposta sicuramente positiva rispetto alle solite partite impostate solo sui lanci dalle retrovie per Llorente. Da tempo invocavo una soluzione di questo tipo, giacché i giocatori tecnici e capaci di dialogare palla a terra in rosa non mancano, e adesso spero che l'esperimento di martedì sera abbia un seguito; in realtà non ne sono troppo convinto, almeno a breve termine, perché Jokin sicuramente non prescinderà da Toquero quando rientrerà e vorrà sicuramente trovare un posto a Gurpegi, che - mi costa dirlo - quest'anno per me non dovrebbe essere titolare fisso. Sia come sia, al San Mamés si è vista una squadra con potenzialità veramente interessanti: Iturraspe è un signor regista e si completa alla perfezione con Javi Martinez, ormai divenuto un centrocampista universale, in grado di fare tutto benissimo; Muniain è pronto per giocare dall'inizio; Igor Martinez si candida a diventare una delle maggiori sorprese delle stagione. Se a tutto ciò si aggiungono Susaeta e De Marcos, ieri in panchina, e la carta-Iñigo Perez, altro giovane di qualità, il quadro si fa davvero succulento. Caparros, si sa, non è un tecnico che fa del gioco offensivo il suo credo, tuttavia rinunciare a tale abbondanza in luogo della classe operaia (Gabilondo, David Lopez, Toquero), dei mostri sacri (Orbaiz) o di un difensivismo spesso eccessivo (Gurpegi esterno destro) appare uno spreco pazzesco, un peccato capitale; speriamo che il 3-0 contro il Maiorca possa contribuire a cambiare la storia della stagione che è appena cominciata. Sicuramente il 4-2-3-1 proposto martedì ci ha messo un po' a carburare, tuttavia nella ripresa si sono intraviste le potenzialità di questa disposizione tattica: Iturraspe sa innescare palla a terra gli attaccanti, Llorente è una boa di grande qualità e la coppia Muniain-Igor Martinez (a cui deve aggiungersi Susaeta, troppo superiore a David Lopez) sa proporre inserimenti, tagli senza palla e scambi continui di posizione capaci di mandare in crisi qualsiasi difesa. Nel primo tempo, giocato maluccio da entrambe le squadre, ci sono stati ancora troppi lanci lunghi a saltare il centrocampo, probabilmente dovuti all'abitudine al pelotazo dei difensori centrali; quando nel secondo i Leoni hanno cominciato a dialogare palla a terra, però, la musica è cambiata e le occasioni da gol sono fioccate. L'Athletic sicuramente è stato fortunato in occasione del primo gol (un cross di David Lopez bucato dai centrali e che si è insaccato lemme lemme sul palo lontanto) ed è stato anche omaggiato di un rigore dubbio, ma va detto che il Maiorca è apparso solo la brutta copia della squadra di Manzano; quando si tira in porta una volta in 90' c'è poco da recriminare, come ha ammesso lo stesso Laudrup nel dopo gara. Ultima nota per l'età media della formazione schierata da Caparros: 23 anni e rotti, con ben 8 canterani su 11 dall'inizio (più altri due inseriti a partita in corso). Un altro calcio è possibile, per lo meno a Bilbao.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6: si riscatta della brutta serata di Gijon con una partita sobria e senza sbavature. Viene impegnato poco, è vero, ma appare sempre molto concentrato.
Iraola 6,5: capitano per le assenze di Orbaiz e Gurpegi, gioca una partita ordinata e senza squilli, riuscendo però ad appoggiare sempre l'azione offensiva con continuità. Contro il "Chori" Castro non soffre mai.
San José 7: annulla Cavenaghi insieme al collega e tira un rigore perfetto, chiudendo virtualmente il match.
Amorebieta 6,5: serata di tutta tranquillità, Cavenaghi prima e Webó poi gli rimbalzano contro senza riuscire a saltarlo una sola volta.
Aurtenetxe 6,5: la maturità e la sicurezza che dimostra partita dopo partita sono sorprendenti. Non spinge moltissimo, ma tiene la posizione e controlla senza patemi Nsue, il più attivo dei trequartisti avversari.
Iturraspe 6,5: a centrocampo sa starci, eccome. Buon senso della posizione, ottime geometrie, è un regista dotato e sa far girare velocemente il pallone. Attualmente è una spanna sopra ad Orbaiz.
Javi Martinez 6,5: la condizione è in crescita e le prestazioni migliorano di pari passo con essa. Contrasta, riparte e si inserisce senza pause: una colonna.
David Lopez 6+: fino al momento del gol è il peggiore dei centrocampisti avanzati, poi la rete casuale lo sblocca. Meglio nella ripresa, quando si rende pericoloso in un paio di occasioni, ma Susaeta è un'altra cosa (dal 66' De Marcos 6: entra subito nel vivo del gioco e dimostra di poter rendere molto di più con questo tipo di schema).
Igor Martinez 7: conferma tutto ciò che di buono aveva mostrato a Gijon. È tecnico, veloce e possiede la rara capacità di saper servire l'ultimo passaggio al momento giusto. Parte al centro e si scambia spesso con Muniain, facendo venire il mal di testa ai maiorchini. Può diventare importante per questa squadra (dal 72' Susaeta 6: dà un saggio delle sue qualità dribblando un avversario in un fazzoletto per poi servire l'assist da cui nascerà il 3-0. Cosa ci faceva in panchina?).
Muniain 7: quando parte palla al piede dà sempre l'impressione di poter creare qualcosa di pericoloso per gli avversari. Miglior biancorosso nel primo tempo, nel secondo è sempre attivo ed esce dal campo tra gli applausi (dall'80' Iñigo Perez 6,5: in dieci minuti mette Llorente davanti al portiere e segna il primo gol con l'Athletic. Ha qualità, deve entrare a far parte delle rotazioni a centrocampo).
Llorente 6-: il meno brillante della compagnia, sbaglia un paio di gol di cui uno clamoroso a fine gara (peraltro con De Marcos liberissimo dall'altra parte). Resta comunque fondamentale per la sua funzione di boa, e quando la squadra inizia a tenere la palla a terra sembra ancora più a suo agio.

Caparros 6,5:
finalmente tenta qualcosa di diverso rispetto al suo classico 4-4-2 rigidissimo e trova risposte confortanti. Ha una rosa giovane, ricca di talento e con grandi potenzialità, adesso sta a lui dare continuità alla partita col Maiorca. Per adesso onore al merito per quanto visto martedì.

martedì 21 settembre 2010

3a giornata: Sporting 2-2 Athletic.


Gurpegi suona la carica dopo aver segnato il gol del 2-1 (foto Athletic-club.net).

Sporting: Juan Pablo; Lora, Botía, Gregory, Canella; Eguren, Rivera; Nacho Novo (73' Luis Morán), De las Cuevas (78' Carmelo), Diego Castro; Sangoy (63' Barral).
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe; Gurpegui, Orbaiz (86' Iturraspe), Javi Martínez, Gabilondo (54' Susaeta); Igor Martínez (70' Ion Vélez); Llorente.
Reti:
12' De las Cuevas, 23' Sangoy, 28' Gurpegui, 58' Llorente.
Arbitro:
Álvarez Izquierdo (Colegio catalán).

Se dovessero chiedermi quali caratteristiche rendono immediatamente identificabile l'Athletic di Caparros, tra le altre citerei senza dubbio la "sindrome Stevenson o di Jekyll/Hyde", ovvero la capacità impressionante di mostrare due atteggiamenti completamente diversi nel contesto di una sola partita. Questa nota malattia calcistica, i cui primi sintomi cominciarono a intravvedersi più o meno quattro anni orsono, è tornata a manifestarsi sabato sera allo stadio El Molinon di Gijon e ha lasciato esterrefatti numerosi esperti per la violenza con cui si è presentata. Primo tempo molle, apatico, senza idee e condito da errori da oratorio; ripresa frizzante, volitiva e di buon livello tecnico-tattico. In mezzo, solo 15 minuti per riprendere fiato e bere qualcosa di fresco (il tè caldo lo lascio più che volentieri a Caressa). Spiegazioni? Poche e confuse, giacché ancora non si conoscono origini e cause della sindrome Stevenson. Di certo è stata una partita godibile e ha fruttato un punto che, per come si erano messe le cose dopo i primi 25 minuti di gioco, non dev'essere disprezzato.
Jokin stupisce riproponendo Gurpegi esterno destro, mossa che pareva inflazionata dopo essere stata utilizzata con risultati alterni (bene all'inizio, male nel finale di Liga) per larga parte della scorsa stagione; a centrocampo ritorna Orbaiz, che parte per la prima volta titolare, mentre a supportare Llorente c'è Igor Martinez, esordiente assoluto in Primera intorno al quale c'è grande curiosità dopo le ottime prestazioni nel precampionato. Lo Sporting di Preciado è in formazione tipo, con un 4-2-3-1 nel quale sono titolari i due nuovi acquisti Nacho Novo e Sangoy. La partita, purtroppo per i Leoni, viene subito mal indirizzata da un grossolano errore di Iraizoz, che si lascia sfuggire un crossetto innocuo di Novo e serve a De las Cuevas il più comodo degli assist. Il match è dunque subito in salita, i bilbaini danno segni di vita cogliendo un palo con Javi Martinez ma si fermano lì, ricominciando col solito monoschema del pelotazo e così sia. Che la difesa sia ancora un po' traballante, poi, lo dimostra il 2-0 dei padroni di casa, cui basta un lancio preciso di Rivera per bucare la retroguardia (Amorebieta viene risucchiato a sinistra, San José marca De las Cuevas e non c'è nessuno che scali sul centravanti) e mettere Sangoy solo davanti a Iraizoz; l'argentino è bravissimo nel controllare e tirare immediatamente, tuttavia le responsabilità del reparto arretrato basco sono evidenti. La notevole mazzata provocata dall'uno-due dello Sporting viene fortunatamente mitigata subito dal gol di Gurpegi, assistito nell'occasione da un bravissimo Igor Martinez: l'ex Alaves si sposta a sinistra su un ribaltamento di fronte, evita due avversari e trova con precisione la testa di Carlos nell'area piccola. L'Athletic sembra accontentarsi ed esaurisce qui la sua azione, mentre la squadra di Preciado controlla. A inizio secondo tempo, oltre a Susaeta, entra in campo anche la sindrome Jekyll/Hyde: i Leoni sono positivamente irriconoscibili, dominano il possesso palla ed esprimono un calcio gradevole, come se i continui lanci della prima frazione fossero stati fatti per scherzo. Al 54' Igor Martinez trova un corridoio fantastico per Llorente, sciagurato nello spedire fuori, ma dopo 4 minuti Nando si riscatta con un preciso colpo di testa su corner di Orbaiz. I bilbaini ora fanno la partita con grande convinzione e lasciano allo Sporting solo il contropiede, anche se gli asturiani sono sempre pericolosi e sfiorano il 3-2 grazie ad una nuova uscita a farfalle di Iraizoz; il gol sembra nell'aria, Susaeta e Llorente ci provano senza fortuna e l'incontro si avvia al termine. Proprio nel recupero l'Athletic avrebbe però il colpo del k.o.: Ion Velez, riapparso dopo una lunga assenza, tiene in gioco un pallone destinato ad uscire, Llorente serve Susaeta e Markel tira di prima intenzione, trovando purtroppo la grande risposta di Juan Pablo.
2-2 giusto o che ci va stretto? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Meglio la carbonara o l'amatriciana? Dichiarando conclusa la fiera delle domande inutili, teniamoci stretto il punto e pensiamo a fare bottino pieno domani contro il Maiorca di Michelino Laudrup.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: da sottolineare senza dubbio la bella prova di Igor Martinez, che esordisce senza paura in uno stadio difficile come il Molinon. Un assist, tanto movimento e una qualità di gioco evidentissima confermano le buone sensazioni che aveva trasmesso ad agosto, quando si era segnalato per i gol e il talento palla al piede; a parer mio è inferiore solo a Muniain come partner di Llorente, vedremo cosa deciderà Caparros nelle prossime partite. Gurpegi è l'altro uomo-copertina, non solo per il gol ma soprattutto per l'abnegazione e la capacità di adattamento che lo portano a saper essere decisivo in più di una posizione. Llorente è a quota tre gol in tre partite: serve altro da un centravanti? Aurtenetxe conferma di essere solido e affidabile, Javi Martinez mostra una condizione in crescendo.
Giornata-no per Iraizoz: commette un errore marchiano sul primo gol, non è particolarmente reattivo in occasione del secondo e rischia di combinare un'altra frittata a fine gara; in settimana si era parlato di un interessamento dell'Arsenal, di certo con questa prova non avrà convinto Wenger. Orbaiz, indicato da As come migliore in campo, a me non è piaciuto per nulla, sia per l'ormai cronica staticità che per la piattezza della sua regia; in rosa ci sono due prospetti come Iturraspe e Iñigo Perez, non sarebbe meglio provarli ogni tanto? Gabilondo regala l'ennesima prova incolore, la coppia San José-Amorebieta non è irreprensibile in occasione del 2-0.

sabato 11 settembre 2010

Stasera Athletic-Atletico.


De Marcos rientra nella lista dei convocati dopo l'assenza contro l'Hercules.

Seconda giornata di campionato e prima partita di prestigio della stagione 2010/2011 per l'Athletic: alle 22 scenderanno infatti sul terreno del San Mamés i Leoni e i "materassai" dell'Atletico Madrid. I nostri parenti poveri (l'Atletico venne fondato da alcuni studenti baschi residenti nella capitale come succursale dell'Athletic) sembrano d'improvviso diventati un'invincibile armata solo perché si sono aggiudicati la Supercoppa europea contro 11 zombi in maglia nerazzura, per poi vincere di goleada contro uno squadrone come lo Sporting Gijon; di fronte a questi due successi in serie - roba grossa - i giornali e l'ambiente colchonero si sono esaltati in maniera pazzesca, arrivando a delirare di un possibile ruolo da terzo incomodo per la vittoria della Liga. Come no. La partita di stasera rappresenta dunque un'occasione imperdibile per ridimensionare subito una delle nostre rivali storiche, che in questo momento viene pompata su tutti i media con una persistenza e una mancanza di obiettività che hanno quasi del ridicolo (per fare un esempio, oggi Marca.com titola sulla partita: "Primera prueba de fuego para el lider", come se l'Atletico fosse solo al comando e non in cima alla classifica dopo appena una giornata per differenza reti, peraltro a pari punti anche con l'Athletic). Caparros ha convocato i seguenti 18 giocatori: Iraizoz, Raúl; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Aurtenetxe; David López, Iturraspe, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegui, Javi Martínez; Muniain, De Marcos, Toquero, Llorente. Gabilondo e Toquero si sono pertanto ripresi dai loro infortuni, e bisogna dire che Gaizka ha fatto un mezzo miracolo recuperando in un paio di settimana dalla lesione alla caviglia che lo costrinse a uscire con le stampelle dallo stadio dell'Hercules; l'unica novità rispetto ad Alicante è rappresentata da De Marcos, inserito tra i convocati al posto di Castillo. Restano fuori per scelta tecnica anche Iñigo Perez, Balenziaga e Aitor Ocio, mentre Ion Velez e Koikili sono ancora infortunati. Nell'Atletico due assenze di rilievo, quelle di Fran Merida e soprattutto di Ujfalusi, colonna della difesa di Quique Sanchez Flores. Negli ultimi cinque anni i colchoneros hanno vinto per tre volte alla Cattedrale, anche se i precedenti a Bilbao restano nettamente a favore dei baschi, con 39 vittorie su 73 incontri (20 i successi madrileni, 14 i pareggi), l'ultima delle quali l'anno scorso, 1-0 con gol di Javi Martinez.

martedì 31 agosto 2010

1a giornata: Hercules 0-1 Athletic.


Capitan Gurpegi lotta a centrocampo (foto Athletic-club.net).

Hércules: Calatayud; Cortés, Abraham Paz, Pamarot, Peña; Fritzler, Abel Aguilar (57' Kiko); Tote, Tiago Gomes (84' Cristian), Sendoa (68' Thomert); Portillo.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Amorebieta, San José, Aurtenetxe; Susaeta (84' Iturraspe), Gurpegui, Javi Martínez, Gabilondo (54' Muniain); Toquero (39' David López), Llorente.
Reti:
46' Llorente.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Colegio Madrileño)
Note: espulso all'89' Fritzler (H) per doppia ammonizione.

Si ricomincia esattamente da dove si era finito, e d'altra parte era quasi impossibile immaginare un Athletic diverso da quello uscito sabato sera con i tre punti dal Rico Perez. Il mercato estivo è stato pressoché nullo (i due nuovi acquisti Ibai e Igor Martinez hanno giocato con il Bilbao Athletic) e Caparros, forte dei risultati ottenuti sin qui, giustamente non ha ritenuto di dover cambiare niente dal punto di vista tattico, come era peraltro apparso chiaro nel precampionato. Ad Alicante i Leoni sono scesi in campo con una formazione identica per 9/11 a quella dello scorso anno: Gabilondo in luogo di Yeste e Aurtenetxe in campo dall'inizio sono state le uniche novità di rilievo. Anche la partita ha seguito la falsariga di tante esibizioni dei biancorossi, bravi a sfruttare l'episodio (un calcio di punizione dalla trequarti di Gabilondo deviato da Llorente alle spalle di Calatayud) ed a contenere la reazione dell'Hercules, squadra invero apparsa modesta e ancora priva dei giusti automatismi. Fin quando ha dovuto fare la partita l'Athletic si è visto solo con i soliti lanci lunghi per Llorente, con Toquero a correre intorno al numero 9 cercando di sfruttarne le sponde; dopo il gol, tuttavia, i Leoni sono apparsi più solidi (ottima la diga Gurpegi-Javi Martinez) e hanno mostrato qualche combinazione palla a terra grazie a Muniain, molto ispirato nel suo ruolo naturale di seconda punta. Gli alicantini hanno tentato una reazione ma sono stati frenati dalla presenza di un Portillo involuto e inguardabile, lontanissimo dal giovane bomber che vinse una Coppa dei Campioni col Madrid diversi anni fa; con Valdez e Trezeguet in campo sarebbe stato un altro discorso, anche perché la difesa bilbaina ha scricchiolato su un paio di iniziative dell'ottimo Tote. Insomma, primi tre punti col minimo sforzo: l'inizio ideale per un Athletic che quest'anno vuole centrare l'Europa.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6,5: si guadagna la pagnotta chiudendo lo specchio a Portillo nel primo tempo e mostrando sicurezza in occasione del forcing finale dell'Hercules.
Iraola 6: non soffre l'ex canterano biancorosso Sendoa, ma spinge poco rispetto ai suoi standard.
San José 5,5: si perde Portillo nell'occasione del primo tempo e buca il lancio di Tote spalacando la porta all'ex Osasuna nel secondo.
Amorebieta 6-: nel contesto di un pomeriggio tranquillo sbanda pericolosamente un paio di volte.
Aurtenetxe 6,5: è un terzino adattato e bada poco a salire, tuttavia assicura una copertura diligente della sua zona, senza contare che l'esperienza accumulata in Primera sarà utile in previsione di un futuro utilizzo da centrale; tirando le somme, un buon esordio.
Susaeta 7: uno dei pochi capaci di creare superiorità numerica e pericoli per la difesa avversaria. Sfiora la rete due volte, clamorosa la punizione che dà l'illusione del gol al 37' del primo tempo (dall'84' Iturraspe s.v.).
Gurpegi 6: quando c'è da impostare non si vede mai, ma è utilissimo come diga davanti alla difesa dopo il vantaggio.
Javi Martinez 6,5: prima frazione col freno a mano tirato, si scioglie progressivamente nella ripresa e finisce per dominare il centrocampo con le sue ampie falcate.
Gabilondo 6: come sempre non fa niente di trascendentale, però mette sulla testa di Llorente il pallone della vittoria (dal 54' Muniain 6,5: quando prende palla è sempre in grado di inventare qualcosa. Caparros lo schiera seconda punta e lui lo ripaga con una mezz'ora di grande qualità. Da riprovare in questa posizione).
Toquero 6-: non riceve un pallone pulito e si arrangia come può fino all'infortunio che lo toglie dai giochi (dal 39' David Lopez 5,5: non lascia tracce di sè nel match).
Llorente 6+: invisibile per 89 minuti, appare quando serve e segna il gol che decide l'incontro.

Caparros 6: stupisce negativamente quando inserisce David Lopez per Toquero, spostando Susaeta a supporto di Llorente, ma riprende quota schierando finalmente Muniain nel suo ruolo naturale. La prestazione della squadra è tutt'altro che trascendentale, ma il suo calcio è questo e ormai dovremmo esserci abituati. I tre punti comunque li conquista, partire bene era importante e Jokin c'è riuscito.

domenica 29 agosto 2010

Si comincia.


Un giovane Amorebieta posa con la maglia della nazionale venezuelana.

La telenevole è finita: con un comunicato ufficiale sul proprio sito, l'Athletic ha reso nota la rinuncia di Amorebieta alla convocazione del Venezuela per le due amichevoli del 3 e del 7 settembre prossimi, nonché - si ipotizza - per qualunque impegno futuro della vinotinto. Diciamo la verità, Nando non esce bene da questa vicenda. Prima aveva dichiarato di essere disponibile a giocare per il Venezuela, paese in cui è nato e ha vissuto per i primi due anni (i genitori, baschi di Iurreta, si trovavano lì per lavoro); in seguito alla presa di posizione dell'Athletic, contrario per motivi logistici legati agli spostamenti in Sudamerica, il giocatore ha preso tempo, e infine ha rifiutato l'agognata convocazione giunta pochi giorni fa. Per me questa pantomima aveva l'unico scopo di indurre Del Bosque a chiamarlo, ed evidentemente sono bastate delle generiche parole di considerazione del selezionatore per indurre il numero 5 biancorosso a tornare sui suoi passi. Non mi sembra che Nando abbia fatto una gran figura con la federazione venezuelana (e neppure con quella spagnola), ma almeno adesso le cose sono state chiarite. Amorebieta, tra l'altro, è stato protagonista dell'unica offerta vera arrivata all'Athletic per un suo giocatore: i russi del Rubin Kazan si sono visti rifiutare da Macua e soci un'offerta di 12 milioni di euro. E' stato giusto rispedire i soldi al mittente? Forse sì, anche se resto convinto che entro un paio d'anni Nando debba essere venduto per poter evitare di cedere altri prezzi pregiati. In fondo, non è cero insostituibile...

Chiuso il caso-Amorebieta, possiamo parlare della nuova stagione della Liga che inizierà ufficialmente fra tre ore con Hercules-Athletic. La partita è subito molto importante, poiché il calendario balordo che presenta Atletico, Valencia, Barcellona e Siviglia nelle prime otto gionate di campionato costringe i Leoni a fare assolutamente punti contro le rivali più abbordabili, onde evitare di ritrovarsi a fine ottobre nelle zone basse della classifica. Per la sfida di questo pomeriggio Caparros ha convocato 19 giocatori: Iraizoz, Raúl; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Castillo, Aurtenetxe; David López, Iturraspe, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegui, Javi Martínez; Llorente, De Marcos, Toquero, Muniain. Sono rimasti a casa gli infortunati Koikili, Ramalho e Velez, nonché i due volti nuovi Ibai e Igor Martinez, lasciati fuori per scelta tecnica insieme a Iñigo Perez, Balenziaga e Aitor Ocio. La formazione si discosterà da quella tipica dell'anno scorso solo sulla fascia sinistra: il giovanissimo Aurtenetxe ha scalato le gerarchie in precampionato e dovrebbe partire titolare al posto di Castillo, mentre il vuoto lasciato dall'addio di Yeste verrà presumibilmente riempito da Gabilondo. A centrocampo i giornali indicano un doble pivote composto da Gurpegi e Javi Martinez, ma credo che Jokin potrebbe puntare fin da oggi su Iturraspe in luogo di Carlos. Uno sguardo ai nostri avversari di oggi: l'Hercules di Alicante è tornato in Primera dopo un'assenza di 13 anni ed è tuttora un cantiere aperto, tanto che il tecnico Esteban Vigo si è lamentato con la stampa per il ritardo con cui sono arrivati gli ultimi rinforzi, che infatti non giocheranno oggi (tra loro il paraguaiano Valdez, assenza benefica per l'Athletic). Nelle fila degli alicantini si segnalano le vecchie glorie Rufete e Portillo e il bilbaino Sendoa Agirre, giunto finalmente nella massima serie a 34 anni. I precedenti in Liga dell'Athletic al "Rico Perez" sono di 5 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte in 19 incontri; l'ultima partita in casa degli alicantini risale al 2007, quando i gol di Llorente e Del Horno permisero di pareggiare 2-2 l'andata dei sedicesimi di Copa del Rey (al ritorno finì 2-0 per l'Athletic).

martedì 17 agosto 2010

La pretemporada va avanti.



Innanzi tutto vorrei illustrare la foto con cui si apre il post: si tratta dei Leones Italianos (me compreso) in visita all'hotel genovese che ha ospitato l'Athletic prima della partita con il Genoa. Nel gruppone si possono riconoscere Caparros, Gurpegi e il mitico "Txopo" Iribar, disponibili e gentili come sempre.
La partita è stata molto meno allegra e divertente rispetto al clima della foto, anche se ci siamo dati da fare per sostenere la squadra per tutti i 90 minuti; purtroppo lo spettacolo sul campo è stato davvero inguardabile, più per colpa dell'Athletic che del Genoa, e la vittoria per 1-0 dei grifoni (seconda sconfitta consecutiva dei bilbaini dopo l'1-2 di Wolverhampton) è stata legittima. Jokin ha proposto una squadra plausibile nel suo undici titolare (almeno fino alla coppia di attaccanti Toquero-Muniain, troppo leggera), ma non è riuscito a dare alternative ad un gioco tutto basato sui lanci lunghi che si è rivelato fin troppo facile da leggere per gli imponenti centrali rossoblu. Insomma, tirando le some non si sono visti né tiri né occasioni da gol evidenti per i biancorossi, incapaci di sviluppare trame concrete dalla mediana in su; positiva, invece, la prova del reparto difensivo, con il duo Amorebieta-Ustaritz raramente in difficoltà e gli esterni Iraola e Aurtenetxe poco presenti in fase di spinta ma piuttosto diligenti in copertura. La presenza del giovanissimo Jon nella formazione di partenza non è più una novità: Caparros sembra ormai intenzionato a promuoverlo terzino sinistro titolare, cosa che porterà ad un sovraffollamento clamoroso in quel ruolo. Attualmente a contendersi la maglia numero 3 vi sono infatti Aurtenetxe, Koikili, Castillo e Balenziaga, troppi galli per un solo pollaio, e non a caso stanno circolando voci su una possibile cessione di almeno uno di questi quattro giocatori (Castillo il più gettonato, giacché Koi è una riserva ideale e Balenziaga è stato spesso schierato ala sinistra). A proposito di movimenti in uscita, dispiace riportare la notizia del prestito di Diaz de Cerio al Cordoba, compagine di Segunda Division; la motivazione ufficiale è che all'ex attaccante della Real Sociedad servono minuti per ritrovare la forma migliore dopo il grave infortunio di quasi due anni fa, tuttavia sono spinto a credere che il rendimento del giocatore sia stato ritenuto insufficiente dalla guida tecnica dell'Athletic, soprattutto considerando l'abbondanza di giocatori offensivi nella rosa dei Leoni. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, le motivazioni che hanno portato all'acquisto di un calciatore praticamente mai utilizzato da Caparros, la cui vicenda mi ricorda sinistramente quella di Zubiaurre; una domanda sorge spontanea, per dirla alla Lubrano: il mercato viene fatto in accordo con l'allenatore oppure Caparros non viene consultato?

venerdì 30 luglio 2010

Aggiornamenti sul precampionato.



Dopo la vittoria per 3-1 sul campo del Braga, giunto secondo lo scorso anno nel campionato portoghese, i biancorossi hanno pareggiato ieri per 2-2 contro l'Alaves, squadra che attualmente milita in Segunda B. La formazione era imbottita di riserve, anche perché domani c'è da giocare un'altra amichevole a Lens, tuttavia alcuni elementi hanno ben figurato: bene De Cerio, discreto Balenziaga provato ancora da esterno alto di sinistra, ottimo Igor Martinez autore di un assist e di un gol. Il vitoriano si sta mettendo indubbiamente in luce fino a questo punto e rischia di creare più di un grattacapo a Caparros uando sarà il momento di decidere il partner in attacco di Llorente.
Oggi sono stati inoltre resi noti i numeri di maglia per la stagione 2010/2011, molto importanti in quanto in Spagna chi indossa un numero dall'1 al 25 fa parte esclusivamente della prima squadra, mentre chi ha numeri superiori al 25 può essere utilizzato anche nella squadra B (anzi, di partenza sta con il filial). In tal senso mi ha sorpreso la decisione di promuovere in pianta stabile Iñigo Perez, che eredita il 17 di Etxeberria, poiché pensavo di vederlo a mezzo servizio col Bilbao Athletic come l'anno scorso. Vi sono poi altre novità: il 10 di Yeste finisce sulle spalle di De Marcos, Balenziaga riceve il 19 lasciato libero da Zubiaurre, San José lascia il 12 per il 6 ed infine Iturraspe fa il salto definitivo tra i grandi prendendo il numero 8, indimenticabile simbolo di Julen Guerrero. Ai due nuovi acquisti (Ibai Gomez e Igor Martinez) e ai più giovani (Muniain, Ramalho, Aurtenetxe e Aitor Fernandez) è stato assegnato un numero superiore al 25 per averli a disposizione anche con i cachorros.

Ecco l'elenco completo dei numeri per la nuova stagione:

1. Gorka IRAIZOZ
2. Gaizka TOQUERO
3. KOIKILI Lertxundi
4. USTARITZ Aldekoaotalora
5. Fernando AMOREBIETA
6. Mikel SAN JOSÉ
7. DAVID LÓPEZ
8. Ander ITURRASPE
9. Fernando LLORENTE
10. Óscar DE MARCOS
11. Igor GABILONDO
12.
13. RAÚL Fernández
14. Markel SUSAETA
15. Andoni IRAOLA
16. Pablo ORBAIZ
17. ÍÑIGO PÉREZ
18. Carlos GURPEGUI
19. Mikel BALENZIAGA
20. AITOR OCIO
21. ION VÉLEZ
22. Xabi CASTILLO
23. Íñigo DÍAZ DE CERIO
24. JAVI MARTÍNEZ
25.

26. IGOR MARTÍNEZ
27. Iker MUNIAIN
28. IBAI Gómez
29. Jon AURTENETXE
30. AITOR FERNÁNDEZ
31. Jonas RAMALHO

martedì 13 luglio 2010

Il pagellone 2009/2010 (ultima puntata): l'allenatore.



Caparros 6: qualcuno forse si stupirà di questa sufficienza, visto che nel blog non si sono mai risparmiate le critiche verso il tecnico di Utrera e, soprattutto, verso il gioco spesso indecente che ha dato alla squadra. Ciò premesso, mi sembrava comunque ingiusto affibbiare un voto negativo all'allenatore che ha saputo portare l'Athletic a ridosso delle zone nobili della classifica, nonché a cavalcare per lunghi mesi attraverso le praterie sconfinate di una competizione difficile come la Coppa UEFA. I risultati finali (eliminazione in Europa, nulla di fatto in Liga) a parer mio sono giusti per quanto mostrato in campo dai Leoni, ma riconosco i meriti di Caparros nel tenere saldo lo spogliatoio e nel portare i suoi uomini a disputare una stagione per 3/4 sicuramente positiva. Vero è che il livello dell'ultima Liga è stato quanto di più basso visto negli ultimi anni, però la colpa di ciò non è certo di Jokin, che anzi è stato bravo a sfruttare la congiuntura favorevole per ottenere il miglior risultato liguero da quando guida i biancorossi. La prestazione fallimentare in Coppa del Re, la figura barbina rimediata contro l'Anderlecht e la mancata qualificazione alla prossima UEFA comunque pesano sul giudizio finale, positivo ma con grosse riserve. Sul non gioco e sulla gestione della rosa non mi esprimo per evitare l'ennesima ripetizione dei soliti concetti. L'anno prossimo dovrebbe essere l'ultimo con Caparros alla guida tecnica del club, vedremo se Jokin ci saluterà con un'altra stagione senza infamia e senza lode o se saprà finalmente far rendere la squadra per quelle che sono le sue vere potenzialità.

martedì 29 giugno 2010

Il pagellone 2009/2010: gli attaccanti.


Llorente anche quest'anno è stato il miglior attaccante della squadra (foto Athletic-club.net).

Llorente 8:
dato che molti tifosi lo criticano (addirittura ho sentito cose del tipo "senza di lui faremmo bene lo stesso, o forse meglio") voglio snocciolare i numeri, che solitamente non mentono. 23 gol stagionali, 14 in 37 partite di Liga, uno in Coppa del Re e addirittura 8 in 11 partite di UEFA: si può ancora sostenere, davanti a evidenze del genere, che Nando non sia fondamentale per l'Athletic? Tutto ciò senza dimenticare che il non-gioco espresso dalla squadra lo penalizza infinitamente, lui che nonostante il fisico imponente è un centravanti di manovra abile più con i piedi che di testa. Llorente potrebbe essere ancor più letale se innescato palla a terra, e invece è costretto a giocare praticamente sempre spalle alla porta, a fare a sportellate con i difensori avversari ed a tentare di far salire i compagni o di spizzare per le corse di Toquero (sic!). Che abbia fatto una grande stagione lo testimonia la convocazione per i Mondiali sudafricani, ma sono sicuro che pure l'anno prossimo avrà molti detrattori. Faccia orecchie da mercante, l'Athletic ha bisogno di lui.

Muniain 7: la più grande rivelazione della stagione biancorossa, nonché una delle maggiori sorprese dell'intera temporada di Liga. Delle qualità e delle caratteristiche tecniche di "Bart Simpson" ho già parlato diffusamente in questo post, dunque vorrei soffermarmi soprattutto sulla sua grande personalità, che gli ha permesso di affacciarsi alla ribalta più importante con una naturalezza incredibile. Sfrontato, mai intimorito e spesso capace di entrare subito nel match, Muniain è stato l'arma in più dell'Athletic in molte partite e ha realizzato sei gol complessivi nonostante l'impiego quasi esclusivo sulla fascia sinistra (per me sarebbe da provare come seconda punta, ma tant'è). A metà stagione ha avuto una flessione fisiologica vista l'età, poi nel finale si è ripreso e ha salutato tutti con uno splendido gol all'ultima giornata contro il Depor. Giocherà l'Europeo under 19 in estate, giusto premio per una bellissima stagione d'esordio.

De Marcos 6,5: altro giovane di grande qualità, è partito fortissimo impressionando tutti nella prima parte dell'anno. Gol e ottima prestazione contro il Barcellona in Supercoppa, gol decisivo col Tromsoe in UEFA: un grande inizio, insomma, frenato purtroppo dalla difficoltà di Caparros nel trovargli una collocazione stabile in campo e da una certa difficoltà di adattamento alla Primera che è sembrata più psicologica che tecnica. Ragazzi come lui hanno bisogno di certezze, sia tattiche che di impiego, ma Oscar si è trovato un po' troppo sballottato tra la fascia e l'attacco come seconda punta, lui che di ruolo è trequartista puro, e infine ha pagato le panchine di metà stagione, faticando a ritrovare brillantezza quando è stato nuovamente chiamato in causa. Resta comunque un ottimo prospetto su cui puntare nelle prossime stagioni, magari dopo avergli trovato una collocazione stabile nella formazione base.

Toquero 6+:
merita la sufficienza per gli otto gol realizzati, pochini per un attaccante che gioca titolare ma un'infinità tenendo conto delle sue caratteristiche. Gaizka resta in ogni caso un giocatore a parer mio non adatto alla Primera, con limiti tecnici e tattici precisi che lo rendono estremamente "leggibile" per le difese altrui; è generoso, certo, tuttavia potrebbe risparmiarsi gran parte delle sue corse a perdifiato verso il portiere o i difensori più lontani, corse che mai una volta ho visto indurre gli avversari all'errore. Se un attaccante così è riuscito a segnare 8 reti deve comunque avere un'indubbia forza mentale e una capacità di concentrazione che lo porta a sfruttare al meglio i pochi punti di forza del suo gioco: il colpo di testa, la capacità di inserirsi con prontezza sulle spizzate di Llorente, la combattività. Sicuramente Caparros lo proporrà tra i titolari anche l'anno prossimo, per me invece sarebbe come minimo la seconda riserva del reparto offensivo.

Diaz de Cerio, Etxeberria, Ion Velez s.v.