venerdì 4 ottobre 2013

7a giornata: Granada 2-0 Athletic.


Ibai spreca l'occasione migliore dell'Athletic (foto Athletic-club.net).

Granada: Roberto; Nyom, Diakhaté, Murillo, Angulo; Iturra, Recio; Pereira (69' Foulquier), Buonanotte, Brahimi (80' Dani Benitez; 84' Fran Rico); El Arabi.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegi, San José, Laporte; Mikel Rico, Beñat (60' De Marcos); Susaeta, Herrera, Ibai (53' Muniain); Aduriz (72' Toquero).
Reti: 52' (rig.) e 61' El Arabi.
Arbitro: Álvarez Izquierdo (Catalunya).

Dopo 7 giornate, una porzione di Liga esigua eppure non trascurabile, la domanda è: qual è l'Athletic che Valverde ha in testa? Non parlo tanto di undici titolare, nonostante il turnover massiccio che ha quasi sempre utilizzato Txingurri, ma della filosofia di gioco, che francamente non sono ancora riuscito a capire. Che il nostro allenatore non sia più l'iper-offensivista di qualche anno fa lo si sapeva, però il suo progetto, la sua idea di squadra sono ancora avvolti nella nebbia bizkaina. Possesso palla? Contropiede? Pressing e verticalità? Mistero. La sconfitta inequivocabile di lunedì, simile in maniera inquietante a quella di Barcellona sponda Espanyol, non ha fatto che alimentare i dubbi al riguardo. Non c'è una sola spiegazione per la trasformazione dei Leoni furibondi e ispirati di Athletic-Betis negli agnellini di Granada, incapaci non solo di mettere tre passaggi in fila o di tirare in porta, ma anche di mostrare quell'orgoglio e quella furia agonistica che avevano permesso la rimonta sui sivigliani; e tutto ciò nonostante i titolari fossero gli stessi, compreso un Ibai versione "cugino scarso" di quello ammirato mercoledì scorso. Devo ripetermi: qui c'è qualcosa che non torna, a partire dal progetto di gioco di Valverde. Se in casa la squadra è corta, pressa fin dalla trequarti avversaria e gioca in modo straordinariamente verticale, tra Madrid, Cornellá e Granada abbiamo assistito a delle prestazioni imbarazzanti, veramente impossibili da difendere, e soprattutto senza uno straccio di idea. Se perfino una squadra tutt'altro che trascendentale come quella di Alcaraz riesce ad avere ragione degli zurigorri col minimo sforzo, bisogna interrogarsi a fondo su quanto fatto fin qui. Tutto ciò senza contare i dubbi sull'undici scelto da Txingurri: che senso ha spostare a sinistra Laporte, di gran lunga il migliore centrale della rosa, per far giocare l'inguardabile San José? Gurpegi è veramente indispensabile o si potrebbe pensare di panchinarlo, anche solo per provare i mai visti Etxeita (annunciato come un gran colpo estivo, e in effetti era conteso da mezza Liga) e Albizua (miglior giocatore del Bilbao Athletic l'anno scorso, rimasto nel Botxo nonostante fosse stato richiesto in prestito dall'Alaves in Segunda)? E perché insistere con Aduriz, che nelle ultime 23 partite ufficiali in maglia biancorossa ha segnato la miseria di due (2!) gol? Togliere Herrerin dopo una brutta partita, la prima dopo diverse prove incoraggianti, per rimettere un Iraizoz ormai bollito, è stata una mossa saggia? Domande che per il momento non trovano risposta, mentre Valverde un momento sembra arroccarsi a difesa delle proprie idee, un altro pare voler cambiare tutto per l'ennesima volta. Di certo non è l'inizio che il mister (e noi con lui) si aspettava, non tanto a livello di classifica, comunque positiva, quanto sul piano del gioco e della differenza tra rendimento in casa e in trasferta. Sulla partita in sé c'è poco da dire: primo tempo orrendo eppure giocato, se così si può dire, meglio dall'Athletic (che ha anche sfiorato il gol con Ibai e Susa), e ripresa altrettanto orrenda ma indirizzata sui binari del Granada da un rigore, fiscale ma che poteva starci, provocato da un intervento ingenuo di Herrera, che non ha visto un avversario e lo ha colpito nel tentativo di spazzare il pallone. Dopo il gol di El Arabi i Leoni sono letteralmente spariti, e stavolta a poco sono servite le mosse di Txingurri per cambiare il corso del match. Il 2-0, segnato ancora dal centravanti marocchino, ha certificato la resa incondizionata degli zurigorri, apparsi molli, demotivati e assolutamente confusi nell'applicazione delle direttive tattiche. Un mistero che ciò sia accaduto alla stessa, identica squadra che col Betis aveva dominato in lungo e in largo, avendo peraltro di fronte un avversario sicuramente non inferiore al Granada, anzi. Ora sotto con il Valencia, ripresosi dopo un inizio terrificante di temporada, per provare a capire qualcosa in più sulla dimensione attuale e le potenzialità di questa squadra.

sabato 28 settembre 2013

6a giornata: Athletic 2-1 Betis.


San José stacca e colpisce di testa per il gol del 2-1 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:  Iraizoz; Iraola, San José, Gurpegi, Laporte; Mikel Rico, Beñat; Susaeta (73' Muniain), Herrera (69' De Marcos), Ibai (86' Iturraspe); Aduriz.
Betis: Sara; Chica, Amaya, Paulao, Nacho; Matilla (66' Verdú), Xavi Torres; Juanfran, Chuli (72' Cedric), Salva Sevilla (51' Lolo Reyes); Jorge Molina.
Reti: 63' Jorge Molina, 73' De Marcos, 82' San José.
Arbitro: Iglesias Villanueva (comité gallego).

La seconda vittoria su due partite al nuovo San Mamés ha coinciso con la miglior prestazione del nuovo corso di Valverde, arrivata proprio dopo quella pessima di Cornelllà-El Prat (sconfitta della quale, per problemi di tempo, non sono riuscito a produrre un post, abbiate pietà). Un Athletic volitivo, determinato e apparso in ottima forma ha però rischiato di non vincere un match dominato a causa di uno di quegli elementi che rendono il calcio così affascinante: l'avversario che tira una o due volte in porta e segna. Il gol di Jorge Molina dopo un'ora di calcio spettacolo dei biancorossi avrebbe potuto tagliar loro le gambe, invece il giusto mix tra garra basca, intuizioni del tecnico e un po' di sano culo (il palo quasi al 90' dello stesso Molina) hanno fatto sì che il pubblico di casa potesse assistere alla prima, grande rimonta vecchio stile nel nuovo stadio.
Dopo la brutta caduta di Barcellona Valverde cambia molto, confermando che l'adozione di un turnover massiccio è una delle caratteristiche principali del suo "atto secondo"; stavolta escono Iturraspe, De Marcos e Muniain (fin qui il miglior giocatore dell'Athletic, a parer mio) ed entrano Herrera, Susaeta e Ibai. La partenza dei Leoni è subito veemente: la squadra gioca un ottimo calcio di possesso, rapido e verticale, e grazie ad un pressing furibondo chiude senza scampo il Betis nella sua trequarti, lasciando agli uomini di Pepe Mel il solo contropiede come arma offensiva. Purtroppo, però, i bilbaini tornano a palesare quella mancanza di profondità e di pericolosità negli ultimi 20 metri che ne sta rappresentando il vero Tallone d'Achille in questa prima parte di campionato; questo problema, secondo me, è dovuto in gran parte al pessimo momento di Aduriz, che sembra ancora quello del girone di ritorno della scorsa stagione, e dunque un giocatore lento ed involuto, incapace di dare fastidio alle difese avversarie e pochissimo ispirato al momento di concludere. La miglior dimostrazione di questo assunto è la clamorosa occasione fallita da Aritz al 20': solo davanti a Sara, l'attaccante guipuzcoano ha il tempo di prendere la mira e calciare senza alcun disturbo, ma colpisce male, di mezzo esterno, e spedisce di mezzo metro al lato dell'incrocio. Il ritmo biancorosso nella parte centrale della prima frazione cala e il Betis si fa vedere davanti, soprattutto con un gran tiro a girare di Matilla che chiama Iraizoz alla paratissima al 31', però gli ultimi minuti sono tutti di marca basca. Ibai, in particolar modo, conferma di essere maturato in modo eccezionale conducendo quasi tutte le azioni offensive zurigorri, e quando decide di fare da solo colpisce due traverse (l'ultima con la collaborazione di Gurpegi) nel giro di due minuti. Si va al riposo con buone sensazioni lasciate dall'Athletic, sensazioni peraltro confermate dall'ottimo inizio di ripresa.Dopo un intervento di Sara sul solito Ibai, al 58' i Leoni ottengono un rigore sacrosanto grazie a Susaeta (meno protagonista del collega di fascia opposta, ma autore di una prestazione comunque positiva), che ubriaca Xavi Torres con una doppia finta rapidissima e viene steso; sul dischetto si presenta l'ex Beñat, che calcia a mezza altezza e piuttosto centrale, consentendo a Sara di salire in cattedra e respingere. I biancorossi non si perdono d'animo, continuano a spingere e si vedono negare ancora una volta il gol dal portiere betico, che tocca in corner un gran destro di Susaeta, ma subito dopo arriva la doccia fredda: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, infatti, Jorge Molina incorna, Iraizoz respinge non benissimo e il centravanti biancoverde ha buon gioco nell'insaccare di piede da due passi. La rete degli ospiti sembra il coronamento perfetto di una partita stregata per l'Athletic, tuttavia la reazione della squadra è splendida e anche Valverde, in panchina, dimostra reattività e lucidità: Txingurri fa uscire Herrera, spentosi dopo un bel primo tempo, e inserisce De Marcos, il capocannoniere a sorpresa della squadra. Oscar impiega solo due minuti per confermarsi "on fire" e, su cross preciso al millimetro di Beñat, si inserisce come una punta di consumata abilità, colpisce di testa e beffa Sara con un tunnel. Sull'1-1 i bilbaini sentono di poter completare la rimonta, soprattutto dopo che Valverde toglie un Susaeta stanchissimo per inserire Muniain: Iker si sistema a destra e non sembra patire il cambio di fascia, ma al contrario entra subito in partita e si fa notare con alcune iniziative di grande qualità. All'82' i tempi sono maturi per il sorpasso: Ibai controlla la respinta della difesa del Betis dopo un corner, alza la testa e pesca dal cilindro un assist al bacio per San José, che mette dentro comodamente il 2-1 e si conferma più efficace nell'area avversaria che nella propria. Le emozioni però non sono finite, perché al minuto 86' un brutto pallone perso a centrocampo dagli zurigorri permette a Verdú, sempre delizioso nell'ultimo passaggio, di pescare di esterno Jorge Molina, che scavalca con un bel tocco Iraizoz ma vede la sua conclusione stamparsi sul palo.
Finisce dunque con la vittoria di misura dell'Athletic una bellissima partita, giocata con grande qualità dai padroni di casa ma ben interpretata anche da un Betis ordinato in difesa e mai domo. In casa biancorossa vanno sottolineate la prova strepitosa di Ibai e le ottime prestazioni di Beñat e Mikel Rico, che era stato molto criticato dopo l'Espanyol ma ha saputo reagire giocando una gara quasi perfetta in fase d'interdizione. La vittoria ha fornito ottime indicazioni a Valverde e, allo stesso tempo, gli ha lasciato in eredità un problema non di poco conto, perché Txingurri si trova adesso con due giocatori (De Marcos e Ibai) teoricamente non titolari in condizioni fantastiche. Sarà dura lasciare fuori qualcuno, i posti però sono limitati e il parco trequartisti comprende elementi come Muniain, Herrera e Susaeta che, oggettivamente, stanno giocando molto bene. Una possibile soluzione sarebbe l'accantonamento di Aduriz, ancora "cotto" dopo gli sforzi titanici dell'anno scorso, per inserire un falso nueve a scelta tra De Marcos (cosa che però non risolverebbe il dilemma-Ibai) e Muniain (con l'ex Sestao che diventerebbe titolare sulla fascia sinistra, ma Oscar ancora senza il posto fisso); un'altra ipotesi potrebbe prevedere l'utilizzo di De Marcos al posto di Herrera con Muniain di punta (o il contrario: Muniain fantasista e De Marcos centravanti), però francamente io non rinuncerei mai alla classe di Ander. Una nota frase fatta degli allenatori recita "vorrei avere io certi problemi", secondo me invece sarà difficile per Valverde trovare una soluzione davvero soddisfacente.

giovedì 19 settembre 2013

4a giornata: Athletic 3-2 Celta.


Il presidente Urrutia depone il mazzo di fiori davanti al busto di Pichichi (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Herrerín; Iraola, San José, Gurpegi, Laporte; Morán, Beñat (81' De Marcos), Herrera (69' Rico); Susaeta, Aduriz, Muniain (73' Ibai).
Real Club Celta de Vigo: Yoel; Hugo Mallo, Costas, Fontás, Toni; Oubiña, Álex López (72' Madinda); Augusto (72' Mina), Rafinha, Nolito (76' Orellana); Charles.
Reti: 14' Charles, 18' San José, 61' Iraola, 68' Beñat, 79' Mina.
Arbitro: Gil Manzano (Extremadura).

Diciamo la verità: un po' di paura c'era. Paura che il nuovo San Mamés, nonostante il suo splendido pubblico non sia cambiato, fosse diverso dal vecchio: più freddo, asettico, in una parola "moderno", nella peggior accezione del termine. Paura, soprattutto, che il celeberrimo aliento fosse scomparso insieme allo stadio dov'era nato. Sono però bastati solo pochi minuti per capire che i peggiori timori erano infondati. Certo, il Barria non è il catino dalle curve attaccate al campo del Viejo San Mamés, ma l'atmosfera è sempre la stessa, calda (a tratti infuocata) e passionale; per fortuna uno stadio è fatto di persone più che di mura, e il meraviglioso popolo basco in quanto a incitamento e amore per la squadra è sempre spettacolare. Alcuni dettagli, poi, sono davvero degni di nota: su tutti il busto di Pichichi spostato dalla tribuna d'onore al bordo del campo, com'è giusto che sia per uno che sul terreno di gioco si trovava come nel salotto di casa. Insomma, il nuovo stadio è bellissimo, più grande e con un ambientazo degno del vecchio, senza dimenticare che, al momento, è privo di una curva, che lo porterà ad una capienza superiore ai 50.000 posti; la nostalgia per l'impianto che ha ospitato per più di cent'anni le gesta dell'Athletic non sparirà mai, ma bisogna dare atto alla società di aver fatto un lavoro encomiabile. Insomma, poteva andare molto peggio.
Per quanto riguarda la partita, i Leoni sono riusciti ad inaugurare il nuovo impianto con una vittoria, tuttavia hanno faticato fino all'ultimo per portare a casa i 3 punti. Tatticamente il match si è delineato in modo chiaro fin dalle primissime battute: Athletic all'attacco (per non dire all'arrembaggio) con intensità e garra straordinarie, Celta ordinato in copertura e pronto a sfruttare ogni errore per perforare in contropiede l'altissima difesa biancorossa. Dopo alcune azioni molto pericolose degli uomini di Valverde, e con il gol che ormai sembrava nell'aria, è stato invece il Celta a colpire con Charles (veramente un ottimo attaccante, come la vittoria del trofeo Pichichi della Segunda aveva già indicato l'anno scorso), bravo a finalizzare una ripartenza rapidissima di Rafinha nata da un pallone sciagurato perso da Moran sulla trequarti basca. Il primo gol del nuovo San Mamés è stato dunque brasiliano, ma per vedere il primo di un giocatore dell'Athletic i tifosi hanno dovuto aspettare solo pochi minuti: al 18', infatti, San José ha insaccato la respinta di Yoel dopo un suo colpo di testa su corner di Beñat, assicurandosi così un posto nella storia del club. Ottenuto il pareggio, i Leoni hanno continuato a spingere peccando però di concretezza negli ultimi 20 metri, e per poco il Celta non ne ha approfittato; l'ennesimo contropiede degli uomini di Luis Enrique (partito stavolta addirittura da un calcio d'angolo zurigorri!) si è concluso con l'assegnazione di un rigore per fallo di Herrerin, invero uscito malissimo sull'avversario, ma per fortuna Charles ha calciato alto. Nella ripresa i ritmi furiosi del primo tempo si sono abbassati notevolmente, con l'Athletic a fare uno sterile possesso palla e gli ospiti a difendersi senza patemi. Al 61', però, è arrivata la zampata dei Leoni: Muniain ha ricevuto in posizione centrale al limite dell'area, ha controllato il pallone proteggendolo col corpo dalla carica di un difensore e ha servito con un colpo di tacco da applausi Iraola, bravo a prendere la mira e ad impallinare il portiere con un preciso piatto sul secondo palo. A questo punto i galiziani si sono gettati all'assalto e hanno scoperto fatalmente la propria difesa, bucata quasi subito da Beñat che, lanciato da San José, si è presentato davanti a Yoel e lo ha battuto con freddezza. Finita? Neanche per sogno. Herrerin, in giornata no (anche un altro fallo da rigore non fischiato per lui), ha bucato un'uscita in collaborazione con il neo-entrato Mikel Rico e si è fatto beffare da Mina. Sul 3-2 l'Athletic ha sofferto, pur sfiorando la quarta rete con De Marcos, ma è riuscito comunque a portare a casa la terza vittoria su quattro incontri di Liga.
Nonostante alcuni errori dei singoli e un assetto difensivo non ottimale, la squadra di Valverde ha mostrato notevoli progressi dal punto di vista del gioco e ha disputato senza dubbio la miglior partita del nuovo corso post-Bielsa. Molto bene Muniain, che sembra sulla strada per tornare quello di due anni fa, l'inossidabile Iraola e la coppia Beñat-Herrera, ma quasi tutti hanno disputato un ottimo match; Moran (comunque ripresosi alla grande dopo l'errore) ed Herrerin hanno sbagliato, ma sarebbe ingiusto gettare loro la croce addosso. In particolare, trovo che a Iago vada data un'altra occasione, perché fin qui aveva giocato molto bene e aveva dimostrato di poter spedire definitivamente in panchina Iraizoz. Concludo con un'annotazione: lunedì sera l'Athletic è sceso in campo con 10 canterani su 11, un numero pazzesco che ci rende ancor più orgogliosi di questa squadra. Sui giornali italiani chiaramente non lo avrete letto; d'altra parte, si sa, solo il Barcellona è un club di cantera...

venerdì 13 settembre 2013

Che fine ha fatto... Jonan Garcia?



La stagione 2003/2004 non parte con i migliori auspici per il giocatore più rappresentativo dell'Ahtletic moderno, Julen Guerrero: all'epoca il mitico numero 8 biancorosso sembra aver già imboccato il viale del tramonto, di sicuro favorito da un atteggiamento ambiguo dello spogliatoio e della guida tecnica, ed è ormai la riserva del rampante Francisco Javier Yeste, che ha esordito in prima squadra nel 1999 con Fernandez. Quando a dirigere la squadra viene chiamato Ernesto Valverde, promettente tecnico del Bilbao Athletic ed ex compagno di Guerrero, in molti pensano che si apriranno nuovi spazi per il Capitano, ma non sarà così. Nella nutrita pattuglia di cachorros che Txingurri decide di portare con sé, infatti, c'è anche un fantasista minuto e tecnicamente molto interessante, con una zazzera bionda che non può non ricordare proprio quella di Guerrero: il suo nome è Jon Andoni Garcia Arambillet, per tutti Jonan, e il suo destino sarà proprio quello di chiudere le porte dell'undici titolare a Julen, che in quella stagione giocherà solo 14 partite di cui ben 13 da subentrato, per un minutaggio totale ridicolo. Jonan, invece, gioca molto (23 presenze condite da 2 gol) e mette in mostra qualità tecniche non banali, che non a caso lo avevano portato a far parte dell'under 19 spagnola campione all'Europeo di categoria del 2002 (squadra, quella, in cui militavano elementi come Iniesta, Reyes e Torres). Quando tutto sembra andare bene per il giovane bizkaino, che gode della fiducia del tecnico ed è spesso titolare, qualcosa si rompe: nella stagione 2004/05 Jonan, in pratica, scompare dai radar della prima squadra e termina la temporada con la miseria di 13 presenze, molte delle quali da subentrato. Finisce qui, senza una motivazione vera e propria, l'avventura in biancorosso di un giocatore che veniva considerato una delle perle più preziose della cantera di Lezama; ma il calcio, si sa, è strano, e le ragioni del trionfo o del fallimento di un giocatore sono spesso inintelligibili. Penalizzato da un fisico poco adatto alla Primera e da una collocazione tattica non facilissima (è un "10", un fantasista puro con caratteristiche non in linea con quelle dei trequartisti attuali), Jonan viene bocciato da Mendilibar, arrivato a Bilbao dopo il biennio di Valverde, e inizia così una peregrinazione che, negli anni, lo porta a calcare campi di Segunda, Segunda B e Superliga greca con alterne fortune; dopo un'ottima stagione all'Alaves si è guadagnato il ritorno nella massima serie ellenica, dove gioca attualmente con la maglia del Kalloni F.C., squadra della città di Mitilene sull'isola di Lesbo. Un finale di carriera in uno dei luoghi simbolo dell'amore, com'è giusto che sia per quello che è uno degli ultimi interpreti del fantasista da calcio romantico.

venerdì 6 settembre 2013

Nuova rubrica: Pianeta Cantera con John Blasa.

Approfitto della pausa per le nazionali per presentarvi la nuova rubrica nella quale Matteo aka John Blasa, esperto e appassionato delle squadre giovanili biancorosse, seguirà l'andamento di Bilbao Athletic, Basconia, Juvenil de Honor e Juvenil Nacional; un appuntamento che avrei voluto inaugurare da tempo ma che, a causa del poco tempo a mia disposizione, avevo sempre dovuto rimandare. Ora invece, grazie all'ottimo lavoro di John Blasa, il blog ospiterà finalmente uno spazio attraverso il quale poter conoscere i risultati dei nostri ragazzi e seguire lo sviluppo dei cachorros più interessanti. Benvenuti sul Pianeta Cantera!

Bilbao Athletic



Inserito nel Gruppo II della Segunda B insieme a nomi importanti del calibro di Atletico Madrid B e Real Madrid C, più le solite avversarie come Real Sociedad B, Amorebieta, Sestao River, Peña Sport, Laudio e Barakaldo per citarne alcune delle più note, il Bilbao Athletic sarà chiamato a confermare le buone prestazioni della scorsa stagione, dov'è arrivato ad un passo dalla finale dei playoff promozione. A disposizione dei nostri una rosa composta dalle giovani speranze promosse dal Basconia e dai cachorros dello scorso anno, con una stagione di esperienza in più sulle spalle ed una grande voglia di mettersi in mostra; se poi la linea societaria degli ultimi tempi continuerà a prevedere partenze illustri, i sogni di ripetere la strada dei vari Laporte, Saborit e Moran per loro non saranno così utopici.

1a giornata: Peña Sport 2-3 Bilbao Athletic (Aketxe, Guillermo 2).
Prima giornata in trasferta a Tafalla (Navarra) contro il Peña Sport, squadra legata storicamente all'Osasuna e che ospita spesso qualche suo ex giocatore. Il Bilbao Athletic, schierato da Ziganda con un classico 4-2-3-1 (stesso schema degli avversari), scende in campo con Magunazelaia tra i pali, capitan Bustinza e Jon Garcia centrali di difesa con Magdaleno a sinistra e Markel Etxeberria sulla destra; il doble pivote è composto dal cavallo di ritorno Jon Iru ed Eguaras, mentre Jonxa Vidal, Sabin Merino e Ager Aketxe sono i trequartisti che agiscono alle spalle del puntero Guillermo. I padroni di casa partono subito forte e vanno in rete dopo 4 minuti con il loro bomber Toni su assist del trequartista Jimenez. La squadra del Cuco cerca di scrollarsi di dosso il gol preso a freddo e di trovare il pallino del gioco, ma è troppo nervosa come dimostrano i 3 gialli nel primo tempo ai danni di Vidal, Magdaleno ed Etxeberria. Nel secondo tempo Ziganda decide di togliere Etxeberria per mettere in campo il più offensivo Lekue e i risultati non tardano ad arrivare: minuto 50, punizione dal limite di Aketxe e prima rete stagionale per i cachorros. Il match entra nel vivo, i ritmi si alzano e dopo 3 minuti Guillermo va in gol ribaltando il risultato, ma al 57' è Garde a riportare sul 2-2 il punteggio con un colpo di testa. Al 68', però, Guillermo insacca la sua personale doppietta e ci porta definitivamente avanti. Per i nostri entrano il gioiellino Undabarrena al 78' al posto di Aketxe e il neo acquisto Barco per Sabin Merino negli ultimi minuti. Finisce così 3-2 per il Bilbao Atheltic, che in trasferta porta a casa i primi tre punti stagionali grazie alle ottime prestazioni di Aketxe e di un Guillermo che finalmente riesce a partire molto bene. Dopo tanto parlare che sia la sua stagione? Che sia lui il nuovo numero 9 che aspettiamo? La temporada è ancora lunga, ma la partenza è stata confortante.

2a giornata: Bilbao Athletic 2-2 Laudio (Guillermo 2).
Dopo la positiva trasferta in Navarra, la seconda giornata vede l'esordio casalingo del Bilbao Athletic contro il CD Laudio, squadra di Llodio (Alava) che tra le sue fila propone una nutrita batteria di ex biancorossi: Ander Artabe, in prestito dallo Juvenil, Ander Larrucea e Gorka Eraña, svincolati dal Bilbao Athletic, Joseba Del Holmo, Leone con un passato fugace in prima squadra, e Gorka Luariz. Per affrontare il Laudio, vincente all'esordio e arrivato a Lezama agguerrito e desideroso di fare bella figura, Ziganda propone la stessa squadra della prima di campionato e, come all'esordio, dopo 12 minuti andiamo sotto per una rete di German Beltran, al secondo gol in Liga e uomo più esperto degli avversari. Al 25' ci pensa il solito Guillermo a pareggiare, mentre 4 minuti dopo Jon Iru deve lasciare il campo per un infortunio la cui entità sarà da valutare; al suo posto scende in campo un altro giovanissimo di grande talento, Unai Lopez, nel giro delle rappresentative iberiche. Nella ripresa è ancora un meraviglioso Guillermo a segnare la sua seconda doppietta consecutiva, ma dopo pochi minuti Muniozguren realizza il 2-2 che non si sblocca più nonostante i cambi offensivi del Cuco, con l'ingresso di Lekue e Barco per Etxeberria e Sabin. 4 punti e secondo posto dietro a Conquense e Las Palmas B a punteggio pieno per i cachorros, che mostrano discrete qualità offensive con un  gigantesco Guillermo, autore di quattro reti e soprattutto di ottime prove come unica punta; i 4 gol presi mostrano invece delle lacune e delle disattenzioni difensive assolutamente da rivedere se vogliamo ancora una stagione da protagonisti. Chiaramente è ancora presto per dare giudizi, ma qualche segnale positivo come sempre emerge dalla nostra Cantera di Lezama. Aupa Bilbao Athletic!

CD Basconia



Il Gruppo 4 della Tercera Division, dove milita il Basconia, è la casa di Gernika, Cultural Durango, Alaves B, Santutxu, Zalla, Leoia e Arenas, solite note delle nostre parti; vedremo nel corso della stagione il valore dei nuovi talenti sfornati dalle squadre Juvenil e che apporto sapranno dare ai gialloneri.

1a giornata: Oiartzun 2-2 Basconia (Villalibre, Santamaria).
Esordio degli uomini di Vicen Gomez  in trasferta al Karla Lekuona, stadio della squadra guipuzcoana dell'Oiartzun. I gialloneri scendono in campo con Jon Ander in porta, Agirrezabala, Corral, Yeray e Elgezabal in difesa, De Eguino e il portoghese Monteiro  in mediana e Barrenetxea, Aitor Seguin e Bengoa dietro Asier Villalibre, stellina e grande speranza stagionale, una delle tante. Partenza difficile con una difesa che sembra poco solida visti gli interpreti scelti (gli esterni non sono difensori purissimi), ragazzi che probabilmente devono trovare ancora affiatamento; ne approfittano i padroni di casa, che mantengono il pallino del gioco per tutto il primo tempo e che passano al 19' con l'ala sinistra Fernandez. Durante l'intervallo Jurgi e Iturraspe, due ottime pedine e possibili crack stagionali, entrano per dare solidità alla linea mediana e imprevedibilità alla manovra offensiva; il Basconia migliora e al 72' Villalibre, esordiente in Tercera a soli 15 anni, pareggia con una bella rete al termine di un'azione personale iniziata dalla sinistra. Entra anche Gorka Santamaria, bomber reduce da un infortunio e possibile puntero futuro al pari di Guillermo (bello il duello a distanza tra i due), al posto di Seguin al 75' e subito va in rete con la sua straordinaria potenza e classe. Il Basconia invece di chiudere spreca sparando alle stelle diverse occasioni e anche l'arbitro sembra molto casalingo, allora al minuto 87, come vuole il classico adagio, Bereziartua pareggia con un gol in un fuorigioco più che dubbio. Amaro in bocca per i nostri, che hanno dimostrato carattere nella rimonta ma ingenuità nel non chiudere i conti, in un esordio comunque sostanzialmente positivo.

2a giornata: Basconia 4-0 Retuerto (Seguin, Villalibre 2, Barrenetxea).
Esordio casalingo contro un Retuerto che, nei colori e nello stemma, assomiglia tantissimo al nostro Athletic Club, nonostante sia un piccolo club di Barakaldo che alla prima ha perso in casa 1-0 contro l'Arenas. In campo vanno Jon Ander in porta, Jimeno, Yeray, Corral, Iriondo da destra a sinistra in una difesa che sembra più quadrata rispetto alla prima giornata, Iturraspe e Barrenetxea in mediana con Seguin, Bengoa e Jurgi alle spalle di Villalibre; partono dunque titolari i giovani di belle speranze che negli scampoli contro l'Oiartzun hanno fatto intravedere le loro ottime doti tecniche. Nonostante la netta superiorità gualdinegra, Jon Ander deve subito compiere un miracolo all'inizio del match in un inquietante déjà vu di tutti i match giocati finora anche dal BA, dove nei primi minuti siamo sempre andati sotto. Grazie al nostro portiere si rimane sul pari e può così iniziare la goleada! Seguin semina il panico e si procura un penalty che trasforma per il vantaggio, poi nella ripresa (dopo che Iriondo si é mangiato il 2-0 nel finale di primo tempo) al 64' Villalibre va in gol di testa su assist di Bengoa e si ripete un minuto dopo, quando Santamaria è già pronto a bordo campo per sostituirlo: gli avversari battono dal centro dopo aver incassato la seconda rete, Villalibre vola, intercetta il passaggio alla difesa e va a siglare la sua personale doppietta. Jurgi Oteo e Seguin fanno venire il mal di testa ai difensori avversari e Barrenetxea chiude il match con la quarta rete su una bella palla del solito Seguin. Ottimo esordio all'Artunduaga dei gialloneri, bravi a risistemare le cose dopo il primo incontro ed a mostrare già la rapidità e la grande qualità tecnica dei suoi migliori elementi (senza dimenticare che il coloured Williams è ai box per infortunio). Se continueranno su questa strada, anche a Basauri ci sarà da divertirsi. Aupa Basconia!

Juvenil de Honor e Juvenil Nacional non hanno giocato, in quanto i rispettivi campionati inizieranno questo fine settimana.

martedì 3 settembre 2013

3a giornata: Real Madrid 3-1 Athletic.


Iago, comunque positivo, viene superato da Isco per l'1-0 madridista (foto Athletic-club.net).

Real Madrid: Diego López; Arbeloa, Pepe, Ramos, Marcelo (86' Carvajal); Khedira (69' Casemiro), Modric; Cristiano Ronaldo, Isco, Di María; Benzema (73' Jesé).
Athletic: Iago Herrerín; Iraola, Gurpegi, Laporte, Balenziaga; Iturraspe (46' Morán), Mikel Rico (46' De Marcos), Beñat; Susaeta, Aduriz, Muniain (65' Ibai).
Reti: 25' e 72' Isco, 46'pt Ronaldo, 79' Ibai.
Arbitro: Clos Gómez (Aragón).

Neanche la presenza in panchina di Valverde, l'ultimo allenatore capace di vincere con l'Athletic in casa del Real Madrid, è servita per sfatare la maledizione del Bernabeu: da allora (19 febbraio 2005, Real Madrid-Athletic 0-2) ci sono state 9 sconfitte di fila, con un passivo imbarazzante di gol subiti, ben 33, a fronte di sole nove reti segnate. La partita di domenica (calcio d'inizio a mezzogiorno, LFP sempre più imbarazzante) ha confermato questo andamento tutt'altro che positivo, con l'aggravante di una prestazione assolutamente anonima da parte dei Leoni; se nel biennio di Bielsa, in particolare il primo anno, la squadra aveva messo in seria difficoltà le merengues nonostante i pesanti passivi finali, stavolta è stata resa quasi incondizionata, tolti 20 minuti iniziali di buon calcio difensivo (in attacco, però, avrebbe potuto giocare lo stesso Valverde in giacca e cravatta, nessuno se ne sarebbe accorto). Peccato, perché il Madrid al momento appare una squadra tutt'altro che irresistibile e ha sofferto maledettamente il pressing iniziale dei biancorossi, denunciando una condizione fisica poco brillante e un'assimilazione degli schemi di Ancelotti ancora non ottimale.
Due le novità nell'undici basco rispetto alla vittoria con l'Osasuna: a sinistra gioca Balenziaga al posto di Saborit, escluso nonostante la buona prova nel derby, e a centrocampo c'è l'esordio di Mikel Rico, ultimo acquisto in ordine di tempo, che sostituisce Ander Herrera sulla cui panchina pesa senza dubbio l'offerta ricevuta in settimana dal Manchester United. Nel Madrid che aspetta Bale manca Illarramendi, che si perde così il suo personale derby di Euskal Herria, ma c'è Isco, l'altra stella del mercato estivo. La partenza dell'Athletic è sorprendente e per i primi 20 minuti sono gli uomini di Valverde a farsi preferire ai padroni di casa; la squadra, molto corta, occupa benissimo gli spazi, pressa i portatori di palla avversari fin dalla loro trequarti (spesso attaccando l'uomo con due o addirittura tre giocatori) e attua un fuorigioco molto alto, rischioso ma anche produttivo. I blancos sembrano capirci davvero poco, storditi dal movimento continuo e dall'applicazione feroce degli avversari, però rischiano pochissimo davanti a Diego Lopez (ormai promosso titolare ai danni di Casillas anche da Carletto) ed è questa mancanza di efficacia il peccato mortale che impedisce ai Leoni di portare a casa un risultato positivo. Nel loro momento migliore, infatti, gli zurigorri difendono benissimo e non permettono ai madridisti di salire con continuità, tuttavia non riescono in alcun modo a tradurre la loro superiorità nella prima parte di gara in occasioni da gol; Susaeta corre a vuoto come nelle peggiori giornate, Muniain è in palla ma gira troppo lontano dalla porta, Aduriz è un ectoplasma e un paio di tentativi dalla distanza dei centrocampisti risultano velleitari. Insomma, Diego Lopez non deve effettuare nemmeno una parata, elemento che sottolinea più di ogni discorso la mancanza di efficacia dell'Athletic negli ultimi 20 metri. Poi, com'era logico, i bilbaini abbassano i ritmi altissimi tenuti dai primi minuti, cosa del tutto logica se si considera che la stagione è appena iniziata, e il Madrid viene fuori. Herrerin è chiamato a intervenire su Di Maria e due volte su Ronaldo, che lo mette in difficoltà soprattutto con un gran tiro da fuori sul quale il portiere basco risponde molto bene; anche Iago, però, può fare ben poco quando, al 25', Iraola non sale su un filtrante di Benzema e tiene clamorosamente in gioco Isco, che controlla e da due passi insacca. I Leoni provano la reazione e vanno vicini al pareggio con una bella punizione di Beñat, ma col passare dei minuti cedono nettamente il comando delle operazioni ai padroni di casa e non riescono più a mettere la testa fuori dalla propria metà campo; gli uomini di Ancelotti, d'altro canto, fanno tanto possesso palla senza spingere più di tanto, creando solo un paio di buone occasioni con Benzema. Quando sembra che si andrà all'intervallo sull'1-0, ecco l'azione che fa calare buona parte del sipario sulla partita: punizione dai 25 metri, la difesa zurigorri sbaglia ancora una volta a salire per il fuorigioco e lascia in posizione regolare addirittura tre avversari, dei quali Ronaldo è il più lesto ad avventarsi sul pallone per girarlo di testa alle spalle di Herrerin. Valverde a inizio ripresa manda dentro Moran e De Marcos (non Herrera, mossa che era stata interpretata come indizio di una quasi certa partenza di Ander) per Rico e Iturraspe, ma è chiaro che nella rimonta non crede neppure lui; il 3-0 di Isco certifica quanto espresso dal campo, ovvero che l'Athletic in azione al Bernabeu non ha possibilità di strappare punti ai rivali di sempre. Il gol di Ibai nel finale e un possibile calcio di rigore provocato da Sergio Ramos sono un contentino che non ha neppure l'effetto di aumentare i rimpianti: troppo spuntati i Leoni per mettere seriamente in difficoltà in Madrid, che vince dunque in modo meritato e senza troppi patemi il primo Clasico della stagione.
20 minuti di buona intensità difensiva, compensata negativamente dall'inesistente pericolosità in attacco, non possono certo bastare per avere ragione di una delle migliori squadre del mondo, e la terza partita di Liga del nuovo corso di Valverde lo ha ribadito senza pietà. Attorno all'Athletic del Txingurri-bis continuano ad alimentarsi diversi dubbi, causati in primis dal notevole cambio di stile di gioco rispetto alla prima esperienza di Ernesto sulla nostra panchina, e corroborati in seconda battuta dai continui cambi di modulo e formazione, con alcuni nuovi arrivati (su tutti Kike Sola ed Etxeita) relegati fin dalla prima giornata ad un inspiegabile ruolo secondario; siamo appena all'inizio della stagione e ci sarà tempo per dissiparli, ma è di certo un bene aver ottenuto due vittorie contro Valladolid e Osasuna per dare più sicurezza all'ambiente. Intanto Ander Herrera alla fine è rimasto e, aldilà delle modalità nebulose del suo mancato passaggio allo United, averlo tenuto  a Bilbao almeno per qualche altro mese è di certo un'ottima notizia.

venerdì 9 agosto 2013

Chiuso per ferie.


Cari lettori, le mie (meritate?) ferie stanno per cominciare, dunque vi saluto e vi avviso che il blog resterà chiuso fino all'ultima settimana di agosto. Vista la natura del viaggio per me sarà molto difficile pubblicare qualcosa anche tramite Facebook e Twitter, ma in ogni caso siete liberi di utilizzare questo spazio per commentare e scambiarvi informazioni sull'Athletic; chiaramente la moderazione sarà assente, perciò vi invito a scrivere nel modo più corretto possibile (so che è una raccomandazione pressoché inutile, ma è sempre meglio farla). Buone vacanze, beti aupa Athletic!

martedì 6 agosto 2013

Il punto sulla cantera.


Santa Maria de Lezama (foto Euro.stades.ch).

Com'è ormai tradizione da qualche anno, a fine stagione mi è sembrato doveroso tracciare una panoramica sulle nostre tre principali squadre giovanili, Bilbao Athletic, Basconia e Juvenil de Honor: il futuro della prima squadra si trova infatti a Lezama, e cercare di capire quali sono i prospetti più interessanti della nostra cantera è quasi un obbligo per ogni appassionato. Anche stavolta, non potendo chiaramente guardare direttamente le squadre, mi sono avvalso del fondamentale blog La Cantera del Lezama per reperire tutte le informazioni sui giocatori; colgo dunque l'occasione per ringraziare Javi, ideatore e curatore principale di quello che è diventato, a tutti gli effetti, il portale del calcio giovanile biancorosso, e vi linko anche il suo profilo twitter, sempre ricco di notizie e spunti interessanti. C'è però una novità rispetto al passato: il pezzo sullo Juvenil è stato infatti scritto da Matteo aka John Blasa, lettore e commentatore storico del blog con una passione e una competenza sconfinate nel campo della cantera; spero che questa prima collaborazione sia solo un inizio, perché avrei sempre voluto aprire una finestra costante sul mondo delle giovanili biancorosse ma l'assenza di tempo (è già tanto se riesco a scrivere della prima squadra in modo più o meno regolare...) me l'ha sempre impedito. Ringrazio quindi anche Matteo e vi invito senza ulteriori indugi a immergervi nel fantastico mondo di Lezama. Buona lettura!

Juvenil de Honor 2012-13
La temporada si è appena conclusa per i nostri giovani made in Lezama, motivo di orgoglio e nostro principale serbatoio per il passaggio nelle nostre squadre satellite, il Basconia ed il Bilbao Athletic. In quest'ultima stagione è stata la leva 1994/95 a dominare, con i classe '94 all'ultimo anno prima dell'obbligato salto di categoria, ed anche qualche 1996 già troppo abile per affrontare i pari età. Il lungo cammino in campionato ha mostrato per l'ennesima volta la bontà del vivaio che abbiamo a disposizione: sotto la guida dell'allenatore Gontzal Suances, di Armando per i portieri e del delegato Josu Larrazabal, abbiamo conquistato la vittoria nel Campionato Regionale basco, uno dei sette raggruppamenti della divisione nazionale Juvenil. Al termine del campionato si è svolta una sorta di playoff tra le prime dei gironi, più la vincente degli spareggi tra le migliori seconde, per determinare il campione assoluto, ma per nostra sfortuna siamo usciti già al primo turno contro un magistrale Siviglia, che andrà poi a diventare Campeon Juvenil Nacional. Questo risultato non inficia però il giudizio sulla grande annata dei nostri talenti, che meritano un voto elevatissimo per aver letteralmente dominato il proprio gruppo, conquistato con due turni di anticipo con 21 vittorie, 6 pareggi e solamente 3 sconfitte nelle 30 partite regolari, con 81 gol fatti e 27 subiti! Miglior giocatore giovanile è stato senza dubbio il coloured Iñaki Williams, pitxitxi grazie a 31 reti in 31 partite (playoff inclusi, 35 reti totali contando le coppe), attaccante con una velocità e uno strapotere fisico incredibili; il classe '94 militerà in questa temporada nel Basconia, in attesa di maturare e di ricevere la chiamata più importante. Un altro elemento fondamentale è stato l'eclettico centrocampista offensivo mancino Asier Etxaburu, il più dotato di due fratelli gemelli, autore di 9 reti liguere e di numerosi assist per Williams, anche lui attualmente al Basconia. Jurgi Oteo, trequartista/ala classe '96, brucia le tappe: 31 partite in campionato e 8 gol, sembra già un predestinato e approda ai gialloneri ben 2 anni prima dei pari età del Juvenil. Altra colonna della squadra è stato il difensore Yeray Alvarez, classe '95, muro della nostra difesa e sempre presente, in coppia con Imanol Corral o con il capitano Ander Santamaria. I due baschi francesi Maecky Lubrano e Yanis Rahmani, rispettivamente difensore e centrocampista di discrete doti, entrambi '95, sono stati spesso chiamati in causa e si sono egregiamente mossi in campo. Per quanto riguarda gli altri, Jon Ander Felipe e Alex Remiro si sono divisi il compito di portiere, giocando discretamente entrambi ma senza stupire a livello di Kepa. Il terzino sinistro Urtzi Iriondo, molto forte in proiezione offensiva, il centrale Unai Bilbao (fermo praticamente tutto l'anno per gli infortuni) e il solido laterale destro Jon Agirrezabala hanno completato il pacchetto arretrato. A centrocampo, la mezzapunta Unai Lopez ha incantato con la sua classe sopraffina, tanto da essere passato al Basconia già a metà anno (ora è nella rosa del Bilbao Athletic); i mediani Iker De Eguino e Gorka Iturraspe (fratello di Ander) hanno mostrato discreta affidabilità, mentre il promettentissimo Ander Mediavilla ha dovuto fare i conti con la seconda rottura del crociato in un anno e mezzo. In attacco, l'esterno offensivo Iker Revuelta è stato spesso utilizzato come cambio in corsa nonostante le grandi qualità, il meno talentuoso Jagoba Borja ha invece cominciato da titolare per finire in panchina negli ultimi due mesi. Il bomber Gorka Santamaria, sul quale si riversano molte delle speranze per la delantera futura dell'Athletic, è stato chiamato solo per i playoff, dove la squadra purtroppo è uscita sconfitta a causa di un'autorete di Gorka Iturraspe all'88' minuto dopo il pareggio di Jurgi Oteo, in una gara casalinga sfortunatissima che non ci ha visto demeritare per nulla contro coloro che sarebbero divenuti poi i campioni di categoria. La maggior parte dei talentini citati sono passati in Tercera con il Basconia, mentre qualche giovane elemento che ha avuto solo poche occasione entrerà in pianta stabile nel gruppo nella stagione in corso: si tratta di elementi di assoluto talento, vere e proprie promesse del calibro di Xiker, Mediavilla, Villalibre, Aspiazu, Lander Hernande e Zaton, più qualche giocatore più esperto a cui verrà data una seconda chance come Rahmani, Ander Santamaria e Iker Revuelta, in attesa che sboccino i futuri campioncini scuola Lezama... una certezza per il futuro zurigorri! Aupa txapeldunak!
Stagione 2013/2014
Arrivi: Julen Uriguen (Gernika); Camilo Bobadilla (Danok Bat); Unai Etxebarria (Getxo); Xiker Ozerinjauregi, Gorka Ruiz, Andoni Lopez, Iñigo Cordoba, Lander Hernandez, Jon Aspiazu, Imanol Freije, Mikel Zaton, Asier Villalibre (Juvenil Nacional); Iñigo Baqué, Asier Parra (Cadete A).
Partenze: Corral, Etxaburu, Iturraspe, Jon Ander Felipe, Remiro, Yeray, Williams, Jurgi, Agirrezabala, Urtzi Iriondo, De Eguino, Unai Bilbao (Basconia); Borja (Sodupe, prestito).
Rosa: Markel Areitio, Unai Etxebarria (portieri); Maecky Lubrano, Ander Santamaria, Xiker, Andoni Lopez (difensori); Yanis Rahmani, Mediavilla, Revuelta, Uriguen, Gorka Ruiz, Iñigo Cordoba, Baqué, Jon Aspiazu, Freije, Zaton, Parra (centrocampisti); Camilo, Lander Hernandez, Villalibre (attaccanti).

Basconia
Nell'anno del centenario abbiamo purtroppo dovuto registrare la seconda stagione consecutiva non all'altezza delle aspettative per il club giallonero, che ha pagato oltremodo una rosa troppo corta e una difesa che, fin dal precampionato, era sembrata agli esperti di Lezama il vero punto debole della squadra. Peccato per quei giocatori promossi prima del tempo dal Juvenil la cui progressione si è un po' bloccata, per i quali c'è dunque il rischio di vedersi superare dagli ottimi prospetti in arrivo dallo Juvenil de Honor.
Portieri: il reparto probabilmente migliore. Fino a metà stagione il titolare è stato Kepa Arrizabalaga, la più grande promessa di Lezama nel ruolo, poi promosso nel Bilbao Athletic a causa dell'infortunio occorso a Serantes; da quel momento Urtzi Erleaga e Alex Remiro si sono alternati, dimostrando di possedere ottime qualità (soprattutto il secondo). Per quest'anno, conferma di Remiro e promozione di Jon Ander Felipe dallo Juvenil.
Difesa: come detto in apertura, le maggiori delusioni si sono concentrate in questo settore. C'erano molte aspettative riguardo al terzino destro Markel Etxeberria e al centrale Oscar Gil, ma per vari motivi (il primo per cattivo rendimento, il secondo a causa degli infortuni) entrambi non hanno mantenuto le promesse. Degli altri tre centrali, Mikel Fernandez è stato discreto nonostante i numerosi problemi fisici, Unai Elgezabal ha sofferto parecchi infortuni e Asier Molinos ha offerto un rendimento piuttosto scadente. Il terzino sinistro (ma impiegato anche nel mezzo) Ander Artabe è stato il migliore del reparto, mentre l'altro laterale sinistro Eneko Zabaleta non è stato all'altezza della situazione.
Centrocampo: una delle "perle" della cantera, Iker Undabarrena, era l'osservato speciale in questa zona del campo e, nonostante un calo fisiologico nel finale, ha dimostrato di essere un progetto di giocatore davvero eccellente. Un regista ( ma non solo) dalle straordinarie qualità tecnico-tattiche, probabilmente il centrocampista di Lezama più completo e con maggiori possibilità di approdare in prima squadra. Accanto a lui si sono disimpegnati con buona disinvoltura Nestor Salinas e Martin Bengoa, mentre Aitor Kortabitarte, una seconda punta riadattata, ha faticato moltissimo, pagando a caro prezzo l'uniformazione delle giovanili al 4-3-3 della prima squadra. Chi si è messo in luce è invece Unai Lopez, già citato nella parte riguardante lo Juvenil e che ha confermato in Tercera tutte le sue potenzialità; per quanto riguarda i giocatori di fascia, a destra Iñigo Lekue si è fatto preferire al portoghese Victor Monteiro, mentre a sinistra il classe '95 Aitor Seguin, giocatore di cui si parla ormai da alcuni anni, ha iniziato forte per poi calare a metà stagione, proprio come fatto da quasi tutti i suoi compagni di squadra.
Attacco: stagione strepitosa per Sabin Merino, attaccante polivalente (può giocare da prima punta o, all'occorrenza, sulla fascia) che ha tutto per diventare un giocatore di prima fascia pur essendo molto meno noto, ad esempio, del più reclamizzato Guillermo. 16 reti in 34 partite lo hanno portato dritto al Bilbao Athletic, dove speriamo possa confermarsi vista l'attuale penuria di punte basche. Gorka Santamaria resterà invece al Basconia: attaccante molto giovane (è un altro classe '95) e dotato di un senso del gol straordinario, è stato frenato quest'anno da un grave infortunio, senza il quale avrebbe segnato molto più delle 11 reti in 27 partite di campionato collezionate a fine stagione; resta comunque un prospetto interessantissimo, senza dubbio uno dei centravanti più forti di tutte le giovanili biancorosse.
Stagione 2013/2014
Arrivi: Corral, Etxaburu, Iturraspe, Jon Ander Felipe, Remiro, Yeray, Williams, Jurgi, Agirrezabala, Urtzi Iriondo, De Eguino, Unai Bilbao (Juvenil de Honor); Mikeldi Jimeno (Balmaseda); Iñigo Barrenetxea (Danok Bat).
Partenze: Urtzi, Molinos, Etxeberria, Gil, Mikel Fernandez, Artabe, Lekue, Salinas, Unai Lopez, Undabarrena, Sabin (Bilbao Athletic); Zabaleta (Arenas); Kortabitarte (Portugalete).
Rosa: Alex Remiro, Jon Ander Felipe (portieri); Agirrezabala, Corral, Elgezabal, Yeray, Urtzi Iriondo, Unai Bilbao (difensori); Bengoa, Barrenetxea, Etxaburu, Iturraspe, De Eguino, Seguin, Monteiro, Jurgi, Jimeno (centrocampisti); Gorka Santamaria, Williams (attaccanti).

Bilbao Athletic
Temporada strepitosa per i ragazzi di Ziganda, capaci non solo di raggiungere i playoff promozione dopo un'assenza decennale, ma anche di regalare prestazioni di qualità eccellente grazie a un gioco fluido e propositivo, degno davvero di palcoscenici migliori. I cachorros, inseriti in un gruppo di ferro (basti pensare che due delle quattro promosse in Segunda sono venute da lì), hanno fatto una magnifica figura di fronte a corazzate come Eibar e Alaves, e solo una buona dose di sfortuna li ha privati della vittoria in semifinale con l'Huracan Valencia; poco importa di quella sconfitta ai rigori, però, perché il vero trofeo per una squadra filial è la creazione di giovani calciatori in grado di competere al livello più alto, e in tal senso il Bilbao Athletic ha sicuramente portato a casa un risultato di assoluto prestigio.
Portieri: fino al l'infortunio di febbraio che gli ha fatto perdere tutto il resto della stagione, Jon Ander Serantes ha offerto un rendimento impeccabile, pur essendo consapevole di non avere futuro in prima squadra. Kepa Arrizabalaga, chiamato a sostituirlo, ha alternato buone prestazioni a qualche insicurezza tipica dell'età, mentre Gorka Magunazelaia non è sembrato possedere il livello qualitativo richiesto per salire ulteriormente di livello.
Difesa: Unai Albizua, il capitano, è stato fantastico tutto l'anno, e si è senza dubbio meritato la convocazione per il precampionato della prima squadra e, successivamente, la chiamata dell'Alaves, con cui dovrebbe firmare a giorni. Al suo fianco si sono disimpegnati con ottimi risultati Aymeric Laporte, a metà stagione passato stabilmente alla prima squadra, e Jon Garcia, confermatosi difensore di estrema affidabilità come già era stato nel Basconia. Passando ai laterali, a sinistra Enric Saborit (giocatore da anni sotto i riflettori) ha disputato una buona stagione pur non avendo ancora espresso appieno il suo potenziale, mentre la sua riserva Egoitz Magdaleno ha giocato pochino ma ha lasciato intravedere ottime qualità; a destra, Unai Bustinza si è confermato terzino solido e propositivo, perfettamente in grado di sostituire uno Jonas Ramalho aggregato quasi tutto l'anno con la prima squadra (ma quando ha giocato è sempre stato uno dei migliori). Diego Royo ha giocato pochissimo dovendo recuperare da un brutto infortunio e, nonostante appena un paio d'anni fa fosse indicato tra i canterani più promettenti, ha purtroppo chiuso qui la sua storia in biancorosso.
Centrocampo: senza dubbio il reparto più ricco di elementi di talento dell'intera rosa, come dimostra il fatto che due dei migliori (Javier Eraso e Alvaro Peña, a dire il vero un po' troppo discontinuo) abbiano dovuto lasciare Bilbao a causa della sovrabbondanza di centrali di qualità. Il migliore della stagione è stato senza dubbio Erik Moran: centrocampista di buona tecnica e grande senso tattico, ha disputato una temporada strepitosa e si è guadagnato prima l'esordio con i Leoni in Coppa UEFA, quindi la convocazione di Valverde per il precampionato, con Txingurri che ha deciso (è notizia di ieri) di confermarlo nei 25 che disputeranno la prossima Liga. A brillare di luce propria è stato anche il talento di Ager Aketxe, mancino educatissimo in grado di disimpegnarsi come mezzala, trequartista o esterno offensivo; piede sopraffino e gran visione di gioco, è uno dei maggiori indiziati per un futuro salto in prima squadra. Molto positiva anche la stagione di Iñigo Eguaras, classico mediano di contenimento che in campo si fa sempre sentire (e nell'Athletic il solo Gurpegi ha caratteristiche del genere), mentre Iñigo Ruiz de Galarreta è rimasto ai box tutto l'anno causa infortunio. Per quanto riguarda le ali, da sottolineare la grandissima stagione di Jonxa Vidal, piccoletto rapidissimo, dotato di un gran dribbling e molto freddo davanti al portiere, insomma un altro elemento da tenere in grande considerazione; Asier Goti, in possesso di un gran fisico, ha invece ribadito di non avere mezzi tecnici adeguati per salire di categoria. Molto bene l'ex Real Sociadad Alain Eizmendi, comunque chiuso in prospettiva prima squadra, mentre Igor Martinez non ha trovato spazio neppure nel filial. Infine la grande speranza di questo settore del campo, Iker Guarrotxena: ala classica, è un giocatore che risalta per dribbling e tecnica, senza dimenticare l'ottimo rapporto tra minuti giocati e gol; se completerà il suo processo di maturazione, potrebbe diventare a breve un punto di riferimento per il Bilbao Athletic, e non solo.
Attacco: finalmente Guillermo! Il giovane centravanti bilbaino, indicato da anni come possibile crack, dopo alcune stagioni in ombra si è ritagliato un ruolo da protagonista nel grande campionato dei cachorros: balbettante all'inizio, è letteralmente esploso nella seconda parte della stagione, durante la quale ha segnato gran parte dei suoi 13 gol totali; ancora deve maturare fisicamente e mentalmente, ma la sua annata è stata una conferma di cui c'era un gran bisogno. Le grandi prestazioni di Guille hanno relegato ai margini Lander Yurrebaso, che ha perso via via spazio con il procedere della temporada, mentre Ion Etxaniz, atteso con grande curiosità dopo lo splendido campionato giocato l'anno scorso in prestito al Sestao, a causa di un grave infortunio non è mai sceso in campo (il fatto che i responsabili di Lezama abbiano deciso di tenerlo in rosa anche per questa stagione è comunque positivo).
Stagione 2013/2014
Arrivi: Urtzi, Molinos, Etxeberria, Gil, Mikel Fernandez, Artabe, Lekue, Salinas, Unai Lopez, Undabarrena, Sabin (Basconia); Arnaez (Amorebieta); Mario Barco (UD Logroñes); Jon Iru (Sestao).
Partenze: Serantes, Goti (Barakaldo); Eraso (CD Leganes); Peña (Lugo); Eizmendi (Eibar, in prestito dalla Real Sociedad); Royo (svincolato); Yurrebaso (svincolato); Igor Martinez (Mirandes); Albizua, Moran, Ruiz de Galarreta, Laporte, Ramalho (Athletic).
Rosa: Arrizabalaga, Maginazelaia, Urtzi (portieri); Arnaez, Artabe, Bustinza, Etxeberria, Jon Garcia, Magdaleno, Saborit (?), Gil, Mikel Fernandez, Molinos; Aketxe, Eguaras, Jon Iru, Guarrotxena, Vidal, Lekue, Salinas, Unai Lopez, Undabarrena (centrocampisti); Barco, Etxaniz, Guillermo, Sabin (attaccanti).

venerdì 2 agosto 2013

Il pagellone 2012/2013: il mister.



Bielsa 6: non è facile dare il voto ad un proprio mito. Perché con i miti, non è difficile ammetterlo, non si è mai obiettivi: si rischia di essere sempre troppo teneri, oppure di sconfinare nell'ipercriticità proprio per tentare di apparire più imparziali di quel che si è. Il mio pensiero su Bielsa è noto ai frequentatori abituali del blog, ma in ogni caso qui lo trovate esposto nella miglior maniera di cui sono stato capace (link). In questo breve post vorrei evitare di ripetere concetti già espressi decine di volte, per cui mi concentrerò solo sull'analisi nuda e cruda di ciò che il Loco ha fatto sulla panchina dell'Athletic nella stagione appena trascorsa; o meglio, cercherò di concentrarmi al massimo sui dati oggettivi, anche se, come dicevo in apertura, non è detto che ci riesca. Non è stata una temporada facile per l'allenatore di Rosario, resosi subito protagonista di un pesante screzio con la società a causa dei lavori di Lezama (qui il post che scrissi all'epoca); da lì in avanti niente è andato per il verso giusto, sia dal punto di vista sportivo che da quello relazionale (con la Giunta Urrutia, s'intende, perché la maggioranza della tifoseria lo ha amato e lo ama alla follia), e la sua esperienza alla guida degli zurigorri si è conclusa, come tutti sapete, in maniera brusca e piuttosto polemica. Ma che giudizio dare alla capacità di gestione di Bielsa durante quest'annata burrascosa? Io sono per la sufficienza piena (avrei voluto alzare il voto, ma penso che in quel caso non avrei tenuto fede ai miei proclami di oggettività). Sì, è stato rigido nel non voler cambiare schema e sistema di gioco anche di fronte a rovesci clamorosi; sì, non ha gestito nella maniera migliore alcune situazioni delicate (non solo Llorente, ma anche il dualismo Iraizoz-Raul); sì, non ha ottenuto risultati all'altezza dell'anno precedente; sì, ha diviso l'ambiente come mai nessuno prima di lui; e sì, ha dato l'impressione di aver calibrato male il lavoro fisico (questo già a partire dalla prima stagione). Sono d'altronde i suoi difetti atavici, e niente e nessuno riuscirà mai a limarli (e per fortuna: il bello di Bielsa è il suo carattere unico). Credo però che ben pochi allenatori, messi nella stessa situazione nella quale si è trovato lui, sarebbero riusciti a uscirne così bene: perché l'Athletic, per come si erano messe le cose a un certo punto della temporada, ha veramente fatto un mezzo miracolo a salvarsi senza dover aspettare l'ultima giornata. Qui bisogna fare un piccolo inciso per dare a Urrutia ciò che è di Urrutia: un altro presidente avrebbe forse ceduto alle sirene che chiedevano a gran voce l'esonero dell'allenatore (e confesso che, dopo l'1-3 nel derby con la Real, anche a me quella era sembrata una soluzione fattibile), lui invece ha tenuto duro e ha probabilmente evitato guai peggiori; i salvatori della patria in realtà finiscono spesso per fallire miseramente, e per fortuna ci siamo risparmiati cose come Lotina al Villarreal o, per restare in Italia, Cavasin alla Samp. Con piglio ferreo e un'estrema convinzione nelle proprie idee, condita da quella dose di buona sorte indispensabile per ogni condottiero di successo (Napoleone dixit), Bielsa ha tirato l'Athletic fuori dalle sabbie mobili e ha mantenuto abbastanza agevolmente la categoria, risultato che a febbraio sembrava tutto fuorché scontato. Per me è un grandissimo merito, e il fatto che molti non si rendano del calibro di quest'impresa la rende ancora più grande: significa infatti che tutto è parso meno complicato rispetto al famigerato "biennio nero", mentre in realtà il contesto era molto, molto simile. Sarà stato per il carisma immenso dell'allenatore, o forse per i ricordi dei fasti dell'anno precedente, fatto sta che nessuno ha mai avuto davvero la percezione di poter retrocedere; in cuor nostro sapevamo tutti che Bielsa avrebbe salvato la squadra e avevamo una cieca fiducia in lui anche nei momenti più duri (nonostante sbandamenti passeggeri, come quello che ho confessato poc'anzi). E il Loco, alla fine, non ci ha deluso. Scusate se è poco.

martedì 30 luglio 2013

Il pagellone 2012/2013: gli attaccanti.


Aduriz, re dei bomber biancorossi e miglior attaccante dell'anno.

Aduriz 7+: prima parte di stagione clamorosa, poi il crollo (soprattutto fisico) che lo ha portato a segnare solo 2 gol nelle ultime 17 partite giocate in Liga, contro i 12 siglati nelle prime 19. In ogni caso, senza le sue prestazioni eccellenti nella metà iniziale dell'annata le cose per l'Athletic si sarebbero messe molto peggio, anche se i suoi gol non sono serviti ad avanzare nelle coppe o a raggiungere una posizione in classifica più tranquilla prima del rush finale del campionato. Purtroppo lo scarso utilizzo di Llorente e la sparizione dai radar bielsiani di Toquero alla lunga hanno penalizzato anche lui, perché con un diverso dosaggio delle energie non ci sarebbe stato il calo fisiologico della seconda parte della temporada e i suoi numeri avrebbero potuto persino essere migliori dei 18 gol totali segnati, di cui come detto 14 nella Liga (record personale di Aritz). Il campo ha confermato ciò che già si sapeva di lui: attaccante molto dotato ma che non manca mai di aiutare la squadra (cosa che forse ne limita lo score realizzativo), è un lottatore nato e sa sempre farsi valere in area avversaria, dov'è temuto soprattutto a causa della grande abilità nei colpi di testa. L'arrivo di Kike Sola potrebbe togliergli spazio, giacché Valverde predilige punte in grado di far salire la squadra ma anche di dialogare con i compagni più che i finalizzatori puri, ma ciò non toglie che il suo apporto di gol sarà sempre prezioso per la causa biancorossa.

Ibai 7: vero dodicesimo uomo dell'Athletic, l'esterno di Santutxu ha offerto un rendimento eccellente per tutta la stagione, soprattutto considerando che ha giocato gran parte delle sue partite da subentrato. Classico calciatore in grado di entrare immediatamente in partita, in più di un'occasione è riuscito a cambiare l'inerzia di gare che sembravano già scritte, dando vitalità ad un attacco spesso asfittico grazie al suo gioco elettrico e al movimento continuo. Difetti? Talvolta è un po' precipitoso quando deve decidere come concludere un'azione, ed inoltre non è abbastanza freddo davanti al portiere. Ciò nonostante è riuscito a segnare cinque gol, tra cui spiccano il destro al volo nel derby con la Real Sociedad e il colpo di tacco (!) che ci ha regalato la salvezza in casa del Saragozza. Forse non abbastanza dotato per essere titolare (ha comunque giocato diverse partite dal primo minuto, soprattutto a causa dell'annataccia di Muniain), è una risorsa importantissima a partita in corso, anche per le notevoli capacità come uomo-assist. Un asso nella manica che anche Valverde sarà felice di potersi giocare nelle situazioni più spinose.

Susaeta 6,5: stagione fatta di alti e bassi, ha comunque concluso con 11 gol (7 in Liga e 4 in Europa) ed è anche riuscito a conquistare la nazionale, con la quale ha esordito a novembre, segnando, nell'amichevole Panama-Spagna 1-5. Ormai è evidente che il nostro numero 14 non è quel campione che sembrò poter diventare ai tempi del suo approdo in prima squadra, nel 2007, tuttavia è indubbio che abbia fatto grandi progressi con Bielsa dopo gli anni in chiaroscuro con Caparros, progressi che lo hanno reso una colonna dell'Athletic e un giocatore di sicuro riferimento per i compagni. Aspettarsi nugoli di avversari lasciati col sedere per terra dopo un dribbling o giocate impossibili sulla linea di fondo concluse con assist da dover solo spingere in porta è sbagliato, ma senza dubbio da Markel avremo sempre impegno e prestazioni abbastanza solide (nonostante la tendenza a eclissarsi dal match di tanto in tanto), condite di tanto in tanto da qualche bel gol e, più spesso, da cross invitanti per le punte. La sua dimensione è questa e, a dirla tutta, io me lo tengo stretto.

Llorente 6: non ho intenzioni di spendere ulteriori parole sulla telenovela che ha occupato un anno e mezzo della recente storia biancorossa, per cui mi limiterò a dire che capisco il giocatore, mi sembra comprensibile il suo desiderio di fare un'altra esperienza e critico solo le modalità del suo addio, che poteva essere gestito in ben altra maniera. Ciò premesso, c'è poco altro da aggiungere riguardo alle prestazioni sportive del riojano, che ha risentito oltremodo della mancata titolarità: una cosa del tutto logica per un giocatore della sua struttura fisica, senza contare che Nando non è mai stato un mostro di tenuta mentale. Costretto ad accontentarsi di spezzoni di partita di 20, 30 minuti al massimo, Llorente ha faticato moltissimo a trovare un minimo di condizione; quando lo ha fatto, almeno parzialmente, sono arrivati tre gol fondamentali per la salvezza, contro Deportivo, Maiorca e Saragozza. Sua è stata l'ultima rete dell'Athletic a San Mamés, la vendetta perfetta per un giocatore che è stato tutto l'anno al centro delle critiche feroci della tifoseria. Da parte mia c'è tuttora solo affetto e riconoscenza per un attaccante straordinario, capace di regalarci emozioni fortissime nel suo percorso in maglia zurigorri. Ci mancherà.

Toquero 5,5: difficile dare un giudizio all'annata del vitoriano, utilizzato talmente poco da meritarsi quasi un "non giudicabile". Bielsa infatti non lo ha mai considerato non solo titolare, ma neanche prima riserva per il ruolo di centravanti, dimensione che almeno gli aveva permesso di trovare un po' di spazio al primo anno con l'argentino al timone; Gaizka ha così passato una temporada a intristirsi in panchina, collezionando la miseria di 16 presenze senza gol in Liga (una da titolare, il resto da subentrato e spesso a meno di 5 minuti dal fischio finale) e di 6 presenze con 2 reti nelle coppe. Numeri che ben rappresentano lo scarso apprezzamento del Loco nei confronti del numero 2, provato talvolta in posizione di ala ma con scarsi risultati. Troverà più spazio con Valverde? Io non ci scommetterei, anzi.

Isma Lopez 5: il ritorno del Figliol Prodigo non sempre è coronato da un lieto fine, e purtroppo la temporada del navarro lo ha dimostrato. Ex perla di Lezama persasi per strada, dopo un campionato straordinario al Lugo, in Segunda B, è stato riacquistato dall'Athletic e su di lui si sono concentrate molte aspettative. Ha iniziato alla grande, con una doppietta nel preliminare UEFA allo Slaven Belupo, ma nelle altre occasioni concessegli da Bielsa non ha mai inciso, dando l'impressione (soprattutto in Liga) di non avere una cilindrata adeguata alla categoria. In pratica la sua stagione è durata tre mesi, perché dopo le ultime partite tra novembre e dicembre non ha più visto il campo. Il fatto che società e giocatore si siano da poco accordati per la rescissione del contratto la dice lunga... Isma si è accasato allo Sporting Gijon in Segunda: personalmente trovo che il doppio salto non gli abbia giovato e sono curioso di vedere cosa potrà combinare in seconda serie, anche perché l'Athletic si è riservato una clausola di acquisto al termine della prossima stagione.

Muniain 4,5: sono volutamente duro con Iker, perché criticare chi non ha mezzi adeguati non è corretto, mentre diventa doveroso quando si parla di giocatori in possesso di un bagaglio tecnico che è appannaggio di pochi. La stagione del navarro è stata semplicemente vergognosa, tra prestazioni scadenti in campo e comportamenti non adeguati fuori, ed è passata come un soffio di vento in un pomeriggio estivo, senza lasciare tracce degne di nota; un solo squillo, il bellissimo gol (unico in Liga!) segnato al Valencia, è infatti troppo poco per uno che potrebbe incidere in ogni partita e contro qualsiasi avversario. Senza dubbio Muniain, convocato un anno fa nell'Olimpica al termine di una stagione massacrante, si è presentato al ritiro dello scorso agosto in condizione fisiche pessime, tuttavia non basta questo per spiegare una temporada deludente sotto tutti i punti di vista; forse ha pesato anche la necessità di doversi confermare ad alti livelli dopo le grandi prestazioni al primo anno di Bielsa, però a molti è sembrato che il navarro fosse scarico, sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente. Ora è chiamato a dimostrare che si è trattato solo di un incidente di percorso, altrimenti la sensazione di averlo sopravvalutato, che già ha iniziato a serpeggiare tra gli appassionati, potrebbe diventare una tristissima certezza.

Igor Martinez n.g.: solo 6 presenze in totale e un addio a fine stagione con pochi rimpianti da parte della società. Prometteva molto quando arrivò a Bilbao dall'Alaves, forse più dell'altra stella dei vitoriani De Marcos, ma alla prova del campo non ha convinto; a sua parziale giustificazione va detto che un brutto infortunio lo ha fermato proprio quando sembrava poter fare il salto di qualità, ma al momento per lui non c'è spazio e bene ha fatto a cercarsi un'altra sistemazione (il Mirandes in Segunda, ottimo per valutare il suo effettivo potenziale). Personalmente non mi dispiacque al suo primo anno in biancorosso, pur non impressionandomi in modo particolare, tuttavia se non è mai riuscito a ritagliarsi uno spazio importante un motivo ci sarà.