martedì 3 gennaio 2012

Un nuovo inizio.

Cari amici vecchi e nuovi, è con grandissima felicità che posso finalmente annunciarvi la rinascita ufficiale di questo blog, fermo ormai da tre mesi a causa di una congiuntura di eventi che ho provato a riassumervi nel post di benvenuto di qualche giorno fa. Il problema principale è stato quello di Splinder: la notizia della chiusura della piattaforma che mi aveva ospitato per 6 anni mi è arrivata come una mazzata tra capo e collo, anche perché all'inizio quei (censura) di Dada sono rimasti in silenzio, generando in tal modo una montagna di voci sulla data in cui i blog sarebbero stati cancellati. Fortunatamente dopo un po' ci è stato fatto sapere che avevamo tempo fino al 31 gennaio per salvare i nostri contenuti e trasferirli su un'altra piattaforma, ma a quel punto mi sono dovuto scontrare con una procedura di migrazione lunga e complessa, resa peraltro ancor più difficoltosa dal doppio lavoro che sto svolgendo in questo periodo e che non mi ha lasciato molto tempo per il trasloco da Splinder a Blogger. Alla fine ce l'ho fatta, e anche se la grafica resta provvisoria sono riuscito almeno ad importare e catalogare per data ed etichette tutti i vecchi post. Devo dire che rivedere ogni singolo articolo scritto dall'aprile del 2005 ad oggi è stato bello ed emozionante: ho rivissuto periodi della mia vita molto diversi, ho ripercorso la storia dell'Athletic in questi ultimi anni e mi sono fatto grandi risate rileggendo alcune opinioni che oggi, com'è normale che sia, sono cambiate radicalmente (su tutte, il mio giudizio su Ernesto Valverde, all'epoca condizionato dall'ostracismo nei confronti di Julen Guerrero). Per riprendere il filo del discorso adesso serve un bel post riassuntivo, che è per l'appunto quello che state leggendo adesso. Vi avverto subito che sarà molto lungo, quindi preparatevi! Scusandomi per la latitanza, vi dò ancora una volta il benvenuto su Athletic Club Bilbao - Il blog italiano, con la speranza che questo spazio possa essere animato e vivace anche più di quello vecchio.

Marcelo Bielsa e l'Athletic.
Di solito non sono un granché con le previsioni, però stavolta ho avuto ragione a predicare pazienza dopo le prime, negative giornate di Liga. D'altra parte non serviva un tecnico diplomato al supercorso di Coverciano per capire che il passaggio dal 4-4-2 di Caparros (rigido, bloccato e privo di soluzioni offensive elaborate) al calcio di Bielsa sarebbe stato tutt'altro che indolore: credo infatti che non esistano sulla faccia della Terra due concezioni di futbol così agli antipodi, ed era preventivabile che ai Leoni sarebbe servito più del mese di precampionato per assimilare gli schemi del Loco e i movimenti coordinatissimi da essi implicati. Per questo motivo sono convinto che le critiche riversatesi sul rosarino a inizio stagione fossero quasi tutte preconcette, figlie da un lato dell'ostilità verso Urrutia (voluto fortemente dalla base, come dimostrato dallo scarto abissale rifilato a Macua alle elezioni, ma avversato da un apparato mediatico quasi tutto schierato dalla parte dell'ex presidente e della sua cricca politico-affaristica), dall'altro dell'affetto di molti tifosi verso Caparros; non si spiegano, altrimenti, i fiumi di parole rancorose e spesso maligne scaricati su Bielsa dopo tre partite, roba che al confronto la capacità di giudizio di un Sandro Bondi verso Berlusconi potrebbe essere definita specchiata e intellettualmente onesta. Per fortuna il nostro mister attuale è un gran signore, come dimostrato dall'atteggiamento tenuto nei confronti del mondo biancorosso: primo critico di sé stesso, obiettivo e franco, l'ex ct del Cile ha saputo conquistare in primis la fiducia dei tifosi, quindi ha convinto anche i più scettici tra i suoi detrattori dando alla squadra un impianto di gioco che negli ultimi anni a Bilbao non si era mai visto. Le prestazioni da urlo contro Barcellona e Siviglia hanno segnato la svolta definitiva nel rapporto tra Bielsa e l'ambiente bizkaino, tanto che adesso si può affermare che tra Marcelo e la famiglia zurigorri sia scattata la scintilla; vedere per credere lo striscione "Athletic Karajo!" (Athletic, dai cazzo!, in slang argentino) che da qualche settimana fa bella mostra di sé sugli spalti del San Mamés.

Il gioco.

Come detto, all'inizio non è stato facile per l'Athletic trovare il bandolo della matassa, ma per fortuna la qualità della rosa (tasto su cui in passato ho battuto molte volte) e la capacità di apprendimento, dovuta all'età media molto bassa della maggioranza dei giocatori, hanno reso la fase di adattamento meno lunga del previsto. Come sempre un ruolo decisivo è stato giocato dalla piscologia, e non è un caso che la striscia di 10 partite senza sconfitte da fine settembre a fine novembre sia cominciata con il 2-0 sul Paris Saint-Germain e la successiva vittoria nel derby in casa della Real Sociedad, due risultati che hanno dato alla squadra la convinzione nei propri mezzi che fin lì era mancata. Adesso, dopo i primi sei mesi della gestione-Bielsa, è possibile analizzare con sufficiente obiettività l'impatto della filosofia calcistica dell'argentino sulla realtà biancorossa, storicamente orientata su un'idea di gioco più britannica che latina (gioco sulle fasce, fisicità e sviluppo verticale e diretto dell'azione piuttosto che passaggi orizzontali, trame elaborate e palla a terra). Da questo punto di vista, è innegabile che il Loco abbia decisamente rotto con la tradizione del passato ed abbia applicato il suo credo senza dubbi di sorta, riuscendo a dare alla squadra un'impronta ben definita e un gioco piacevole e spumeggiante. Abbandonato il "suo" 3-3-1-3 in favore di un 4-3-3 più tagliato sulle caratteristiche dei singoli, Bielsa non ha rinunciato ai cardini del proprio sistema: pressing altissimo, difesa mista zona-uomo (certe marcature dedicate, tipo Amorebieta su Messi in ogni zona del campo, sono davvero rare oggigiorno), fraseggi continui senza alzare quasi mai il pallone, intercambiabilità di ruoli, dominio del possesso palla, insomma tutti quegli elementi che agli appassionati fanno amare le squadre del rosarino da tempi non sospetti. C'era la fondata paura che una tattica di questo tipo non attecchisse in un club come quello basco, sia per le succitate ragioni storiche, sia perché era dai tempi di Valverde che i Leoni non tentavano un approccio maggiormente aggressivo (oltre al quadriennio di Caparros, insufficiente dal punto di vista della fase offensiva, non vanno dimenticati i due anni da incubo Mendilibar/Clemente e Sarriugarte/Mané, conclusi con due salvezze ottenute all'ultimo tuffo). La prova del campo, invece, ha mostrato non solo che il calcio di Bielsa, una volta digerito, riesce a coniugare bel gioco e risultati, ma anche che i calciatori dell'Athletic sono oltremodo adatti (per età, caratteristiche fisiche e capacità tecniche) ad interpretarlo nel modo migliore. Era almeno dal 2005 che i tifosi zurigorri non vedevano i propri beniami esprimersi a questi livelli, con grande continuità e momenti di bellezza sfolgoranti, senza dimenticare che l'Athletic è tornato finalmente a giocarsela alla pari con tutte le migliori, Barcellona incluso. Insomma, il morale è alto sia dentro che fuori Lezama, e per la prima volta da parecchio tempo c'è la sensazione di poter puntare a grandi traguardi.

I più e i meno.

Il giocatore simbolo dell'Athletic di Bielsa per me è Oscar De Marcos, la cui trasformazione da oggetto misterioso a jolly insostituibile è paradigmatica del nuovo corso che sta iniziando a Bilbao. Preso dall'Alaves con la fama di futura stella, il vitoriano fece bene al primo anno, utilizzato da Caparros come seconda punta o ala destra, ma non seppe ripetersi in quello successivo, durante il quale finì ai margini (collezionò solo 15 presenze totali, meno di quelle già ottenute in questa temporada) venendo bocciato senza appello dopo un tentativo di riconversione, peraltro dagli esiti discreti, in terzino di spinta. Sinceramente questa stagione ci si aspettava poco da lui, invece il Loco ha dimostrato subito di apprezzarne le caratteristiche, in special modo la facilità di corsa, l'adattabilità e la capacità di sacrificio che lo rendono uno di quei jolly che il rosarino ama alla follia, un po' come Vidal che nel Cile veniva usato da esterno, da centrale, da mediano e da terzino; allo stesso modo, De Marcos ha cambiato molti ruoli (laterale sinistro, ala, incursore di centrocampo) e ogni volta si è fatto trovare pronto, risultando in più di un'occasione migliore in campo e scendendo raramente sotto la sufficienza piena. Ha polmoni, visione di gioco discreta, piede pulito e buon tiro, inoltre davanti al portiere è freddo (retaggio dei suoi trascorsi di attaccante puro) e ha già messo insieme 4 gol; tirando le somme, un giocatore preziosissimo e in fase di ascesa prepotente. A molti osservatori piace più quando gioca sulla fascia, mentre io lo preferisco centrocampista per come sa dialogare con i compagni e, soprattutto, inserirsi a rimorchio; in ogni caso, è lui una delle sorprese più liete di questa prima parte di stagione, non solo dell'Athletic ma della Liga tutta. Altro giocatore-copertina è senza dubbio Muniain, i cui partitoni ormai non fanno più notizia nonostante questo ragazzo abbia appena compiuto 19 anni. Pazzesco per maturità, classe e personalità, Iker sta pagando adesso un calo fisiologico dopo una prima parte di stagione da urlo. C'è però un dubbio sulla sua posizione in campo: meglio vertice alto del trivote di centrocampo (posizione nella quale ha giocato, benissimo, durante l'assenza di Herrera) o ala sinistra in attacco? Per me il suo ruolo ideale è quello di trequartista con licenza di inserirsi negli spazi aperti dall'unica punta, ma in questo caso la coabitazione con Ander diventa difficile a meno di non voler arretrare l'ex Saragozza... Bielsa sembra prediligere Herrera dietro Llorente (o Toquero) con Muniain largo a sinistra, posizione nella quale Bart Simpson mi pare un po' lontano dal cuore del gioco, vedremo se in futuro cambierà qualcosa. Tra gli altri promossi metto senza dubbio Aurtenetxe, gran bella conferma, un ritrovato Amorebieta (tranne quando prova ad impostare, un pianto), le garanzie Llorente, Iraola e Gurpegi (quest'ultimo finché non si è rotto), e pure Gabilondo, autore fin qui di una stagione positiva. Meritano un discorso a parte Herrera, Iturraspe e Iñigo Perez: il primo, dopo un inserimento complicato dall'infortunio al ginocchio, sta prendendo pian piano possesso delle chiavi del centrocampo; Itu gode della confidenza di Bielsa, ha giocato alcune buone gare ma deve ancora imporsi e mostrare maggior personalità; il navarro, scartato nel precampionato dal Loco, ha convinto col passare delle settimane l'allenatore e si è ritagliato spazi importanti in prima squadra, segnalandosi per l'ottimo piede sinistro e per una generosità che in mediana lo rendono prezioso.
Giudizio in sospeso, invece, per Javi Martinez, Susaeta e Toquero. Il numero 24 sta vivendo una temporada complessa a causa dello spostamento in difesa, scelta che francamente reputo poco condivisibile, e anche quando è stato schierato a centrocampo non ha inciso come sa e può fare; non dico che stia giocando male, tutt'altro, solo che noto nettamente la mancanza delle sue corse coast-to-coast e dei suoi inserimenti a fari spenti, nonché della sua presenza fisica e carismatica sulla linea mediana dello schieramento. Susaeta, molto utilizzato, ha alternato buone cose a prestazioni confuse e segnate dalle solite scelte incomprensibili (ad esempio, dribbling inutili o passaggi cervellotici che neppure i compagni capiscono); in questo momento è in ripresa, tuttava David Lopez, pur giocando pochino, ha mostrato stranamente di essere più in palla. Toquero non ha convinto del tutto, pur mettendo in mostra le solite doti di corsa e generosità, anche se va detto che il ruolo di unica punta in sostituzione di Llorente non è adatto alle sue caratteristiche.
Veniamo infine ai bocciati, che per il momento si concentrano soprattutto in difesa. L'arretramento di Javi Martinez ha tolto spazio a San José ed Ekiza, e pur non potendo dire che i due, quando sono stati chiamati in causa, abbiano fatto male, è chiaro che al momento sono solo riserve. Koikili e Zubiaurre non hanno ancora visto il campo, Aitor Ocio è fuori per infortunio ma non avrebbe comunque giocato un solo minuto. Gorka Iraizoz ogni tanto è stato decisivo con le sue parate, ma troppe volte a inizio campionato si sono persi punti per colpa sua: niente di clamoroso, diciamo che un 5,5 è il voto più adatto.

Liga.

Ha ragione Bielsa: l'Athletic in campionato ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Dopo il primo mese di assestamento, infatti, i bilbaini hanno iniziato a giocare un gran calcio, ma a conti fatti si sarebbe potuto ottenere di più; sfortuna, mancanza di cattiveria e qualche distrazione di troppo hanno privato i Leoni di almeno 5-6 punti, con i quali la squadra adesso sarebbe in zona Champion's. Andiamo a vedere nel dettaglio cos'è accaduto negli incontri di Liga che ho "bucato".
Athletic- Barcellona 2-2 (21' Herrera, 23' Fabregas, 79' Llorente, 91' Messi): partita clamorosa dei Leoni, raggiunti solo nel recupero da un Barcellona in difficoltà come poche volte quest'anno. Due volte in vantaggio, i biancorossi peccano d'ingenuità subendo un gol evitabile al 91', ma mettono comunque a referto una prestazione superba, specie nella prima frazione. Il cambio di mentalità, oltre che di gioco, rispetto all'era Caparros è evidente: con l'utrerano era impensabile poter vincere certe partite, mentre adesso c'è la sensazione di poter fare risultato contro chiunque.
Siviglia-Athletic 1-2 (5' Iraola, 14' Jesus Navas, 71' De Marcos): la dimostrazione di quanto detto sopra si ha dopo una settimana al Sanchez Pizjuan, campo che negli ultimi anni aveva riservato ai Leoni una serie di scoppole davvero pesanti. Con il piglio della squadra di rango, l'Athletic mette sotto per 90 minuti una formazione ostica come quella andalusa e ottiene la prima vittoria di grandissimo prestigio dopo le imprese mancate di un soffio contro Valencia e Barcellona. Fondamentale lo spostamento di Muniain dietro le punte con l'arretramento di Herrera, mossa che spariglia le carte e fa pendere la bilancia dalla parte dei baschi. Una curiosità: è la prima partita nella quale Bielsa schiera i suoi con il 3-3-1-3.
Athletic-Granada 0-1 (31' Iñigo López): sfortuna e incapacità di violare il muro avversario sono le ragioni della sconfitta che mette fine alla serie di 10 risultati utili consecutivi degli zurigorri. Il catenaccio degli ospiti regge dopo il gol di Lopez (primo tiro del Granda nello specchio) e l'Athletic appare senza idee e un po' stanco. Interessante l'analisi di Iñigo Perez a fine gara: serve un piano B per fronteggiare adeguatamente le squadre che si chiudono.
Maiorca-Athletic 1-1 (2' Alvaro, 46' pt Amorebieta): una delle peggiori partite dell'era Bielsa insieme alla trasferta di Gijon. Caparros imbriglia i Leoni impostando la partita nel modo che conosce meglio, ovvero intasando la propria trequarti e puntando sulle ripartenze veloci dei propri attaccanti; il gol a freddo di Alvaro, propiziato da un rinvio ciccato in area da Amorebieta, e la prestazione non ottimale di molti giocatori dell'Athletic (Muniain ed Herrera su tutti) fanno il resto, per fortuna lo stesso Amorebieta rimedia insaccando il gol del pari. Pareggio meritato per una partita francamente brutta, con tanti giocatori biancorossi alla canna del gas.
Athletic-Racing 1-1 (79' Aurtenetxe, 92' Alvaro): altri due punti buttati via in pieno recupero, anche se stavolta il rammarico è ancora più grande perché davanti ai Leoni c'è un Racing tutt'altro che irresistibile. La squadra sbaglia troppo nel primo tempo, trova un gol meritato (nonostante il calo nella ripresa) con Aurtenetxe a 10' dalla fine ma non riesce a tenere il vantaggio, facendosi rimontare da Alvaro proprio all'ultimo tuffo. Peccato, la squadra comunque sembra in ripresa.
Athletic-Saragozza 2-1 (7' Susaeta, 22' Ponzio rig., 86' Toquero): partita pesantemente condizionata dall'errore dell'arbitro sul rigore assegnato al Saragozza. Javi Martinez, infatti, entra sul pallone ma si vede fischiare fallo con conseguente espulsione; l'Athletic, che stava dominando, incassa l'1-1 e si ritrova pure con l'uomo in meno. La reazione della squadra è però eccezionale e porta a un dominio assoluto sul match, risolto poi da Toquero con un tocco sotto misura su assist di uno strepitoso De Marcos. Tre punti assolutamente meritati per i Leoni.

Coppa UEFA.

Inserito in un girone all'apparenza non troppo complicato, l'Athletic si è comportato in maniera egregia ed è stato bravissimo ad evitare il trappolone-PSG: i parigini hanno perso punti preziosi contro il Red Bull Salzburg e hanno finito per far entrare nei giochi per il passaggio del turno anche gli austriaci, cosa che avrebbe potuto rivelarsi molto pericolosa se i Leoni fossero rimasti invischiati in questa lotta a tre per la qualificazione. La truppa di Bielsa, però, ha inanellato una vittoria dopo l'altra, con l'unico passo falso del 2-2 interno proprio contro il Salisburgo, e ha ottenuto il passaggio matematico del turno come prima classificata alla penultima giornata, mentre ai francesi non è bastato battere proprio i biancorossi nell'ultima partita per superare i bibitari e approdare agli ottavi. Quello che sembrava un gruppo in cui ci sarebbe stato da lottare solo col PSG per il primo posto si è dunque rivelato tutt'altro, e bene ha fatto Bielsa a non sottovalutare l'impegno europeo facendo giocare sempre l'undici titolare (cui ha dato riposo solo nell'ininfluente trasferta al Parco dei Principi). Ora per l'Athletic c'è la Lokomotiv Mosca, squadra ostica ma non impossibile; se i baschi dovessero superare l'ostacolo russo si regalerebbero un appuntamento con la storia: per loro ci sarebbe la vincente di Ajax-Manchester United. Solo a scriverlo vengono i brividi!

Copa del Rey.

Al primo turno il Real Oviedo, squadra di Segunda B, è stato superato con un doppio 1-0. Ora l'Athletic è atteso dall'Albacete, altra compagine di Segunda B, e l'andata si giocherà proprio stasera al "Carlos Belmonte". Ciò che rende ottimisti, tuttavia, non è tanto il prossimo turno piuttosto abbordabile, quanto l'inserimento dei biancorossi nella parte più favorevole del tabellone della Coppa. Il club bilbaino è stato infatti sorteggiato nel lato che comprende formazioni di Segunda e di Primera "bassa" (Mirandes - addirittura di Segunda B -, Racing, Cordoba, Espanyol, Real Sociedad, Maiorca), mentre nel lato opposto si trova tutta la crema della Liga, ovvero Barcellona, Real Madrid, Valencia, Siviglia; ciò non significa che l'Athletic sia già in finale, questo è chiaro, tuttavia non si può negare che la strada verso l'atto conclusivo della competizione sia tutt'altro che in salita. C'è poi un dato confortante da ricordare: per due volte nella loro storia gli zurigorri hanno sconfitto l'Oviedo nelle eliminatorie e per due volte si sono poi aggiudicati la Copa. Nient'altro che una curiosità statistica, però...

Rosa: infortuni e mercato.

La situazione più preoccupante è senza dubbio quella di Llorente: uscito all'intervallo della partita di ritorno contro lo Slovan del 1 dicembre, sembrava dovesse fermarsi per una decina di giorni al massimo e invece è ancora fuori (non è stato convocato neppure per l'incontro di Copa del Rey di stasera). Il problema al ginocchio sinistro non accenna a risolversi e anche l'ultimo allenamento per Nando si è concluso con una borsa di ghiaccio sull'articolazione, mentre Bielsa si è affrettato a dichiarare che il numero 9 non è ancora pronto. Purtroppo i tempi di recupero sono nebulosi e non vorrei che il centravanti riojano dovesse sottoporsi a un intervento di pulizia al ginocchio, eventualità che lo terrebbe lontano dai campi per almeno uno o due mesi. Intanto qualche giorno fa è stato operato Xabi Castillo, che dovrà rimanere fermo fino al termine della stagione per superare la tendinopatia cronica al ginocchio destro; una sfortuna per il terzino di Durango, perché se è vero che da quando è stato prelevato dalla Real Sociedad ha fatto poco per giustificare il suo acquisto, bisogna anche ammettere che Bielsa sembrava averlo rilanciato durante il precampionato. Castillo si unisce all'altro lungodegente Aitor Ocio, la cui stagione è finita praticamente prima di cominciare (e comunque sarebbe stato sempre ai margini), mentre il povero Zubiaurre dovrebbe rientrare a breve anche se ipotizzare un suo impiego futuro sembra più fantascienza che altro (la vicenda di Iban è talmente kafkiana che meriterebbe un libro, "Il terzino che non riusciva a giocare"). Igor Martinez, infine, ha recuperato dall'infortunio che lo sta tenendo fuori da inizio stagione e nelle prossime settimane potrebbe fare capolino nella lista dei convocati di Bielsa. Dal punto di vista del mercato, segnalo con piacere il rinnovo di Iñigo Perez, passato dalla situazione di scartato alla firma fino al 2015, mentre non si segnalano operazioni in entrata o in uscita. Aduriz, invocato dal San Mamés in occasione di Euskal Herria-Tunisia (0-2 per gli africani il risultato finale), rimarrà a Valencia almeno fino a giugno, mentre stanno uscendo delle indiscrezioni secondo cui l'Athletic sarebbe interessato a Zurutuza della Real Sociedad. Buon giocatore, per carità, ma con tutti i centrocampisti che Lezama sta sfornando (Ruiz de Galarreta su tutti) a cosa servirebbe il basco-francese dei cugini? Io continuo a sostenere che l'unico ruolo in cui siamo scoperti, tra prima squadra e giovanili, è quello di vice-Llorente, per il quale mi muoverei decisamente verso Kike Sola dell'Osasuna (è un ex canterano dell'Athletic, cosa da non sottovalutare); altre operazioni mi sembrano inutili, anche perché Bielsa non mi sembra un grande amante delle rotazioni.

6 commenti:

  1. Grande Edo come al solito, grandissimo e completissimo post. Stasera abbiam pareggiato, ma va bene così. Speriamo di trovare si un sostituto di Nandone, ma la vedo dura.... Speriamo torni presto!

    ciao

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  2. articolo puntualissimo come sempre, ci mancavano le tue analisi lucide post-gara sull'Athletic. Aupa Leones!
    panner39

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  3. finalmente! ero in piena crisi d'astinenza! ;)
    ZènonLigre

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  4. Ciao Reza, trovare un sostituto di Nando non è facile anche perché il panorama basco non offre moltissimo: le ipotesi più probabili sono il terzo ritorno di Aduriz (minestra riscaldatissima) o Kike Sola dell'Osasuna, non un fenomeno. A Lezama centravanti interessanti ci sono, ma sono tutti troppo giovani ed inesperti per fare il salto in Prmiera, secondo me.

    Panner e Zènon: grazie mille ragazzi, aupa!

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  5. Sono contento il blog abbia riaperto!

    Onestamente a me piacerebbe vedere un bel risultato nelle due Coppe, perchè l'inizio "zoppo" e l'infortunio a Llorente rendono difficile un inseguimento della Champions in campionato, nonostante le due squadre sulla carta più pericolose in quell'ottica, Malaga e Siviglia, hanno una classifica simile a quella basca (c'è anche da dire che in un anno da harakiri per Atletico Madrid e Villareal, un quarto posto sembra veramente un'occasione da non perdere).

    In Copa del Rey c'è un tabellone onestamente che meglio non si potrebbe (poi nel calcio si può uscire con chiunque, eh, l'andata con l'Albacete l'ha dimostrato, ma la finale è alla portata) e andrebbe seguita fino alla fine.

    In E.L., la Lokomotiv è insidiosa ma rimane la quarta squadra moscovita (perfino la quinta, storicamente...), il viaggio a Est sarà duro ma alla Cattedrale si può fare risultato: a quel punto contro lo United andrà come deve andare, ma sicuramente potrebbe venirne fuori una sfida di grandissimo fascino.

    Gio.

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  6. Ciao Gio, quello che dici è giustissimo: l'occasione per puntare al quarto posto è quantomai ghiotta, tuttavia siamo solo al primo anno con Bielsa e non sarebbe giusto pretendere subito il massimo; io sarei felicissimo se la squadra si qualificasse per la UEFA continuando a esprimere un calcio pregevole e divertente.
    In Coppa del Re effettivamente ci ha detto bene,ma si tratta di una competizione imprevedibile perciò attenzione ai facili trionfalismi. Intanto iniziamo col battere l'Albacete nella gara di ritorno, cosa che per me sarà parecchio complicata...
    Capitolo Coppa UEFA: hai inquadrato alla perfezione la Loko, non c'è altro da aggiungere. L'ottavo col Manchester United sarebbe un sogno, pensare di giocare all'Old Trafford suscita sensazione meravigliose... speriamo di arrivarci (e comunque i Red Devils hanno di fronte l'Ajax, non i primi venuti)!

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