martedì 24 gennaio 2012

Recupero 1a giornata: Real Madrid 4-1 Athletic.


Lo sgambetto di De Marcos a Özil cha causerà il rigore del 3-1 (foto Athletic-club.net).

Real Madrid: Casillas; Arbeloa, Ramos, Varane, Marcelo; Granero (73' Lass), Xabi Alonso; Özil, Kaká (78' Callejón), Cristiano Ronaldo; Benzema (67' Higuaín).
Athletic:
Iraizoz; Iraola, Javi Martinez, San Jose, Amorebieta (61' Ibai); Iturraspe, Herrera, De Marcos; Susaeta (67' Iñigo Pérez), Llorente (61' Toquero), Muniain.
Reti:
12' Llorente; 1-1, 24' Marcelo, 46' e 65' C. Ronaldo (rig.), 85' Callejón.
Arbitro:
Mateu Lahoz (Comité Valenciano).
Note: espulso al 64' De Marcos (A) per fallo da ultimo uomo.

Mai tabellino fu più ingannevole: i numeri diranno pure che l'Athletic ha perso di goleada il Clasico col Madrid (ebbene sì, non c'è solo quello tra merengues e Barcellona), ma non raccontano la storia di una partita che i Leoni hanno giocato meglio per un tempo e disputato alla pari fino al secondo calcio di rigore assegnato ai padroni di casa. Da parte mia, sono comunque più che orgoglioso della squadra biancorossa, che non ha rinnegato la sua natura e ha quindi cercato di impostare la sua partita sul fraseggio e sulla qualità delle azioni offensive; non mi aspettavo niente di meno dal Loco Bielsa, tuttavia vedere l'Athletic "torellare" il Madrid (quando solo un anno fa contro certe squadre si vedevano solo botte e pallonate a casaccio...) è stata una grandissima soddisfazione. Peccato per il risultato, chiaramente, però certe sconfitte aiutano a crescere più delle vittorie e credo che questo sia stato un caso del genere.
Bielsa deve fare a meno di Aurtenetxe, squalificato, e per sostituirlo piazza la mossa a sorpresa: sulla sinistra va infatti Amorebieta, che non giocava terzino dai tempi del Clemente-ter, e ad affiancare Javi Martinez al centro c'è San José; nessuna novità nel resto della formazione, mentre a livello di ruoli bisogna sottolineare che, come nelle ultime due uscite, Herrera gioca più arretrato e De Marcos agisce da finto-trequartista, poiché in realtà si scambia spesso e volentieri con Muniain lasciando al giovane navarro lo spazio centrale alle spalle di Llorente. Nel Madrid non c'è Pepe, fermo per infortunio (diplomatico?) dopo le polemiche della partita col Barça, e al suo posto gioca Varane; in attacco si rivede Özil, che insieme a Kaká risulterà il migliore dei blancos. Pronti via e l'Athletic fa vedere anche agli uomini di Mourinho che non è più la squadra timorosa e senza idee di qualche mese fa: gli zurigorri, infatti, provano subito a impadronirsi del centrocampo e a dominare il possesso palla come sono soliti fare da quando alla loro guida c'è il Loco, senza distinzioni tra casa e trasferta; le meringhe dimostrano invece di attraversare un momento poco brillante, riflesso del periodo grigio del loro cervello Xabi Alonso, e si affidano unicamente alle loro enormi individualità e al contropiede, letale quando in rosa ci sono giocatori tanto dotati di classe e velocità. Al 12', però, sono i Leoni a colpire su un contrattacco rapidissimo: Javi Martinez, servito direttamente da Iraizoz, parte con una delle sue classiche cavalcate, scambia con Herrera (splendido il pallone di ritorno del bilbaino) e centra per Llorente, che sbuca sul secondo palo eludendo la diagonale di Arbeloa e insacca al volo di piatto sinistro. I baschi legittimano il vantaggio esibendo un ottimo calcio, fatto di applicazione difensiva, pressing e rapide combinazioni palla a terra, ma purtroppo mancano il colpo del k.o. con De Marcos, che sbuccia incredibilmente a porta vuota un pallone respinto da Casillas dopo una conclusione di Muniain. Gol sbagliato, gol subito: l'Athletic perde un brutto pallone in transizione offensiva, Marcelo triangola prima con Ronaldo e poi con Benzema, sfrutta un rimpallo per entrare in area e fulmina Iraizoz, fin lì chiamato in causa solo con tiri centrali. Si interrompe così l'imbattibilità di Gorka, che si ferma a 20' dal record di Iribar. Iraola e compagni non si scompongono dopo il pari, continuano a cercare di tenere il pallone e, pur sbagliando qualche passaggio di troppo (cosa che facilita le ripartenze madridiste), si fanno apprezzare molto più dei tanto decantati avversari, che per tutto il primo tempo non fanno che sperare nell'invenzione di uno dei loro campioni senza mostrare uno straccio di elaborazione. I biancorossi, al contrario, impressionano per il loro futbol de toque e potrebbero anche andare al riposo in vantaggio, ma prima De Marcos fa la barba al palo con un destro da fuori, quindi Llorente, pescato solo davanti a Casillas al termine di un esaltante 4 contro 3, controlla male, è costretto a calciare col sinistro per evitare il ritorno di un difensore e la mette incredibilmente fuori da posizione favorevolissima. Si va all'intervallo con la sensazione che i Leoni pagheranno i troppi errori di finalizzazione, e puntualmente quello che era un vago sospetto diventa realtà dopo un minuto della ripresa, quando Iturraspe strattona ingenuamente Kaká in area: calcio di rigore e Ronaldo, fin lì pressoché invisibile, trasforma il 2-1. I bilbaini accusano il colpo e iniziano a latitare davanti, dunque Bielsa prova a dare una sterzata al match con un doppio cambio col quale dimostra di avere un'audacia non inferiore alla propria locura. Se l'ingresso di Toquero per Llorente si può spiegare sulla base della necessità di avere in campo un attaccante capace di portare il pressing sulla linea difensiva avversaria (compito che Nando, non al 100%, non riusciva più a svolgere), la mossa di togliere Amorebieta per Ibai, un attaccante, col conseguente arretramento di De Marcos nel ruolo di terzino è un colpo di genio, o di follia, di cui sarebbe stato interessante valutare l'efficacia; purtroppo, l'espulsione dello stesso numero 10 a causa di un fallo da ultimo uomo su Özil, oltre a provocare il secondo penalty segnato da Ronaldo ha l'effetto di depotenziare immediatamente l'intuizione del tecnico argentino, buona o cattiva che fosse, e va da sé che in 10 contro 11 e sotto di due gol l'Athletic si vede impossibilitato a cambiare l'andamento della partita. A mettere la definitiva parola "fine" sulla gara ci pensa poi la terna arbitrale, che prima non vede un calcione a palla lontana di Lass su Toquero, meritevole senza dubbio del rosso diretto, e dopo appena un minuto ignora l'entrata di Sergio Ramos direttamente sulla caviglia di Ibai in piena area di rigore, fallo che avrebbe dovuto portare al rigore per gli ospiti e all'espulsione dell'andaluso per doppia ammonizione. Il signor Mateu Lahoz non è di questo avviso e fa finta di nulla, aggiungendo queste due notevoli macchie a una direzione casalinga e poco equilibrata, col Madrid lasciato libero di picchiare a centrocampo mentre ai Leoni non è stato concesso niente. I 20 minuti finali sono di pura accademia per i padroni di casa, che rimpinguano il loro bottino con la rete del 4-1 di Callejon e mettono così a referto l'ennesima goleada stagionale (del tutto immeritata, stavolta).
La serie di 7 partite senza sconfitte dell'Athletic si interrompe dunque al Bernabeu, tra errori, sfortuna e un arbitraggio ancora una volta ostile ai baschi. Resta comunque la soddisfazione per aver giocato una partita da protagonisti e per aver messo in difficoltà la squadra di Mourinho come a nessun altro, Barcellona a parte, era riuscito. La sconfitta brucia, tuttavia preferisco mille volte perdere una partita del genere che vincere segnando un gol e facendo le barricate per 89 minuti. Le partite contro le prime della classe dicono che siamo tornati a guardare dritto negli occhi le migliori squadre della Liga, e anche se stavolta non abbiamo raccolto niente resta la convinzione di poter puntare ancora più in alto, quando i nostri giocatori (che, ricordiamolo, hanno un'età media bassissima) avranno accumulato l'esperienza necessaria per portare a casa incontri come quello di domenica sera.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6: punito ben oltre i propri demeriti, sembra davvero un altro rispetto a qualche settimana fa. Sicuro in ogni fase del gioco, uscite comprese, è sempre attento e risponde presente quando il Madrid lo chiama in causa. Il primato di Iribar è lì a un passo, tuttavia il gol di Marcelo non gli permette di superarlo. Non posso dire di essere troppo scontento: il Txopo è il Txopo...
Iraola 6,5: preoccupato più di difendere che di attaccare, in avanti si vede molto meno del solito e la fase offensiva ne risente. C'è da dire, però, che dietro disinnesca un cliente come Cristiano Ronaldo, che in pratica non lo salta mai e finisce per giocare una partita molto sotto la sufficienza (rigori a parte). Positivo.
Javi Martinez 7: gigantesco. Solo il mese scorso avevo sollevato qualche dubbio sul suo spostamento in difesa, tuttavia le sue ultime prestazioni mi hanno fatto ricredere, e di molto. Nonostante il centrocampo continui ad essere un altro senza di lui, non si può negare che il navarro sia sempre più autorevole e sicuro dietro; se poi riesce a unire questa nuova attitudine al ruolo con la vecchia predisposizione a partire in progressione palla al piede (come in occasione del gol biancorosso), beh, il quadro si fa veramente interessante. Chiedere per informazioni a Benzema, bravo ma contenuto benissimo e mai in grado di liberarsi per il tiro.
San José 6,5: Bielsa gli dà fiducia e lui lo ripaga con una prestazione solida e senza sbavature. Non mostra la ruggine da panchina ed è sempre concentrato, cosa che talvolta gli manca, specie quando deve chiudere in seconda battuta su Kaká. Nel secondo tempo soffre come tutti i compagni della difesa.
Amorebieta 6: mossa a sorpresa del Loco, torna ad occupare la corsia sinistra come faceva talvolta a Lezama e con Clemente. Chiaramente la sua indole lo porta a contenere più che a proporsi, e anche quando si spinge avanti mostra tutti i suoi limiti tecnici. Pure non demerita, e anzi presidia con buona sicurezza la sua zona di competenza. Sacrificato sull'altare del tentativo di rimonta (dal 61' Ibai 6: continua a mostrare sprazzi interessanti, anche se gioca sempre troppo poco per incidere. Stavolta avrebbe mezz'ora a disposizione, ma ci si mette l'espulsione di De Marcos a complicare le cose. Si guadagna comunque un rigore visto da tutti tranne che dall'arbitro).
Iturraspe 5: non è un mediano di ruolo, e se contro altri avversari riesce a cavarsela, in questa occasione può fare poco quando viene puntato da un certo Kaká. In difficoltà fin dall'inizio, mostra buone cose solo in fase di possesso, mentre in contenimento si accanisce cercando anticipi che non gli riescono. Ingenuo, troppo ingenuo sul rigore: trattenere a quel modo un avversario che non aspetta altro per cadere è un errore marchiano.
Herrera 7,5: a parer mio il migliore in campo per l'Athletic, e non è una novità nelle ultime partite. Abbina geometrie deliziose a un senso della posizione che lo fa essere sempre nel cuore del gioco: orchestra la manovra biancorossa come un regista consumato, si prende tanti falli e mette lo zampino in ogni azione pericolosa. Cala alla distanza, com'è normale che sia, ma è indubbio che il suo arretramento sia stato assolutamente proficuo.
De Marcos 5: non offre una prestazione da applausi, vero, però il suo match non sarebbe neanche da buttare. Purtroppo per lui, c'è la sua firma su due degli episodi che decidono in negativo la sfida: prima spreca un pallone che è più di un rigore in movimento, quindi provoca il penalty del 3-1 e si becca pure il rosso. Con più lucidità sarebbe potuto essere uno dei protagonisti di questo Clasico. Peccato.
Susaeta 5,5: non incide e, in generale, non fa niente che sia degno di nota, cosa che per un attaccante non è proprio il massimo. Prova a proporsi, si offre per l'uno-due e mette dentro un paio di cross, tuttavia non salta mai l'uomo e non riesce a creare la superiorità dal suo lato, per tacere dei buchi in fase di ripiegamento che lascia alle scorrerie di Marcelo. Partita anonima, merita la sostituzione (dal 67' Iñigo Pérez s.v.).
Llorente 6: bel gol a parte non è il solito Nando. Preso nella morsa Ramos-Varane, gli riesce difficile liberarsi e per tutto il primo tempo viene fermato regolarmente quando prova qualcosa, ragion per cui comincia a cercare l'appoggio invece dello spunto personale. Fallisce in modo clamoroso il possibile 2-1 per l'Athletic e da lì non si riprende più. Ancora non è al meglio, Bielsa lo toglie perché non riesce a pressare il portatore di palla ad inizio azione (dal 61' Toquero 6: messo dentro per disturbare i centrali del Madrid e creare scompiglio coi suoi movimenti da trottola, non ha tempo per far nulla perché dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo la squadra resta in 10. Ci mette comunque la solita abnegazione e provocherebbe pure l'espulsione di Lass, se solo Lahoz e i suoi collaboratori non chiudessero gli occhi).
Muniain 6: meno intreprendente del solito, sembra più preoccupato di rientrare in difesa che di smarcarsi tra le linee per attaccare centralmente l'area del Madrid. Quando lo fa, peraltro, crea i presupposti del 2-0 e risulta difficilmente marcabile, ma continua ad accendersi a intermittenza. Paradossalmente si prende maggiori responsabilità dopo il rosso a De Marcos: troppo tardi.

Bielsa 6,5: ho letto diverse critiche al nostro allenatore, soprattutto per la gestione dei cambi, critiche che però non condivido. Imposta una partita gagliarda e ha il merito di non snaturare la sua squadra, ottenendone in cambio un primo tempo che l'Athletic avrebbe meritato di chiudere con almeno un gol di vantaggio. Nella ripresa decide di osare e lo fa senza guardare in faccia a nessuno, cosa che me lo fa apprezzare ancora di più: sostituisce senza troppi riguardi un Llorente che non correva più e prova l'azzardo con Ibai al posto di Amorebieta, spostando De Marcos nella posizione di terzino sinistro ultraoffensivo. La mossa secondo me era giusta, purtroppo l'espulsione di Oscar non permette di verificarla all'atto pratico. Nel dopo-partita è sempre un signore: dichiara che il Madrid ha meritato (mica tanto...) e non fa polemica con l'arbitro. Altro stile.

4 commenti:

  1. pienamente d'accordo con l'analisi!una sconfitta che ci puo solo far crescere.non avevo dubbi sul fatto che Bielsa lo facesse e non avevo dubbi sul fatto che avremo sofferto parecchio la velocita del real.cmq bisogna imparare e crescere convinti del proprio valore e della propria filosofia di gioco!
    l'unica cosa che mi ha lasciato un po perplesso è la scelta di Amorebieta terzino 8forse meglio un giocatore di ruolo anche se meno esperto)

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    1. Ciao Junior, secondo me Amo a sinistra aveva un senso: con Aurtenetxe squalificato e Koikili che non gioca da mesi (senza contare che non ha finora goduto della fiducia del tecnico...), le alternativa erano due, arretrare De Marcos in posizione di terzino o riproporvi Iñigo Perez dopo lo sfortunato esperimento contro l'Espanyol. Entrambe queste opzioni erano iper-offensive e probabilmente Bielsa non se l'è sentita di rischiare, tanto più che San José in questo momento sta giocando molto bene. Poi per me Amorebieta non ha neanche demeritato, anzi.

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  2. Di solito mi trovo d'accordo con te su tutto. Qui a metà. Il primo tempo l'athletic se l'è giocato alla pari, sbagliando 2\3 occasioni davanti al portiere davvero ghiotte per raddoppiare. Ma il Madrid ogni volta che saliva faceva paura. Erano più veloci, più dinamici e si vedeva che l'athletic avrebbe dovuto giocare con più raziocinio dopo il vantaggio. Se fosse rientrato negli spogliatoi in vantaggio, forse, avremmo visto un altro match. A me Amorebieta terzino non è piaciuto. Primo perché non è il suo ruolo e si vede, secondo perché ha sparacchiato in avanti un bel po' di palle alla viva il parroco. Llorente, oltre al gol, s'è divorato un'altra occasione colossale. Poi era stanco e preso in mezzo alla coppia di centrali. Purtroppo perdere certi palloni a centrocampo non te lo puoi permettere con il Real.

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    1. Ciao, il tuo inizio mi ha ricordato il mitico Garzya del "Sono pienamente d'accordo a metà col Mister" ;)
      Il Madrid ha una squadra nata per il contropiede ed è normale che quando Kaká, Özil e Ronaldo partono in velocità la difesa soffre; ciò nonostante, non ho mai avuto la sensazione che le merengues avessero altre opzioni al di fuori dell'azione personale, e infatti sono sempre venuti avanti a fiammate. Poi è chiaro che facessero paura, d'altra parte hanno i migliori del mondo in svariati ruoli!
      La prova di Amorebieta secondo me va scissa: in appoggio alla manovra offensiva ha fatto ridere (non ha tecnica, c'è poco da fare, e soprattutto non è a suo agio col pallone tra i piedi), in difesa è stato ampiamente sopra la sufficienza. Un 6 di media mi pare onesto. Bielsa comunque lo sapeva, evidentemente voleva maggior copertura da quella parte (o non voleva rischiare troppo con un terzino improvvisato).
      Llorente e pure Muniain mi sono piaciuti poco, più da 5,5 che da 6, ma alla fine uno ha segnato e l'altro qualcosa ha fatto. Il cambio di Nando con Toquero comunque mi è sembrato giusto proprio per quanto hai scritto tu.

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