mercoledì 29 novembre 2006

De "misterum" natura: da Sarriugarte a Mané.

E così, finalmente, la Urkijo si è decisa a cambiare. Questa decisione doveva e poteva essere presa prima, ma il beffardo gol di Llorente al Valencia ha fatto più danni che altro, visto che la gioia per il punto preso al "Mestalla" si è presto tramutata in rabbia per le sconfitte contro Espanyol e Siviglia. Sarriugarte, nella conferenza d'addio, ha mantenuto la linea delle ultime settimane: più che assumersi le colpe, il minimo che avrebbe dovuto fare visti i risultati, ha tirato in ballo i soliti fattori esterni, quali la pressione della stampa, una certa prevenzione nei suoi confronti ed un ambiente tutt'altro che semplice da gestire. Nonostante il mancato (più o meno) mea culpa, non mi sento di dargli tutti i torti. E' stato chiamato in estate in sostituzione di Clemente, e nessuno mi toglie dalla testa che Lamikiz lo abbia scelto più per fare un dispetto al Rubio (della serie: anche un carneade può allenare questo popò di squadra che ho fatto contro il tuo parere) che per convinzione. D'altra parte, puntare su di un emerito sconosciuto, senza esperienza di calcio di livello, quando erano liberi personaggi del calibro di Lotina, Mané, Camacho e Luis Fernendez, tanto per citarne alcuni, tutto sembra fuorchè la conseguenza di un ragionamento ponderato ed operato in un'ottica di lungo periodo. Catapultato da un giorno a un altro in una realtà distante anni luce dal suo Bilbao Athletic, Sarriugarte si è subito dovuto innanzi tutto scontrare con l'ostilità di uno spogliatoio che, lasciatemelo dire, non è degno degli Athletic del passato: pieno di fighetti, di mezzi giocatori che si credono fenomeni, di divette, che hanno soppiantato nel numero gli Urzaiz, i Gurpegi, gli Orbaiz, insomma quella gente che quando scende in campo con la maglia zurigorri lo fa accesa da un sacro furore. La perdita di Carlos per squalifica e l'addio al calcio giocato del Capitano, Julen Guerrero, non hanno certo aiutato Sarriu, che però ha inizato subito a metterci del suo. Per tutta l'estate ha provato un improbabile 4-3-3, abbandonato in fretta e furia dopo poche giornate di Liga; ha messo fuori rosa Javi Gonzalez e Solabarrieta, due esterni che potevano tornare utili (e poi io adoro Javi); ha scelto di puntare su Aranzubia, per poi accantonarlo alla terza partita. In seguito, la mancanza di risultati lo ha mandato nel pallone, cosa avvenuta a parer mio almeno 1-2 mesi fa, ed é qui che la dirigenza doveva intervenire, ringraziandolo per il lavoro svolto e mandandolo a fare esperienza in Segunda B. Ma la neo-presidentessa non ne ha avuto il coraggio, forse frenata dal fatto di avere un mandato pro-tempore, forse colpita dal precedente di Mendilibar, esonerato da Lamikiz ed ora alla guida di un grande Valladolid in Segunda. Ma Mendi, come ho già avuto modo di scrivere, è un tecnico bravo e preparato a cui, lo scorso anno, mancavano esperienza e presa sul gruppo (non è un mistero che qualcuno gli abbia giocato contro); Sarriugarte, invece, è un allenatore alle primissime armi e nemmeno troppo promettente, come poteva essere Txingurri Valverde. Insomma, il buon Felix (nome poco adatto alla situazione) ha cominciato a sbagliare schemi e formazioni, inventandosi cose mai viste (Urzaiz spostato a sinistra, Yeste ala destra, Exposito terzino sinistro, Adurtiz arretrato quando si vede lontano 10 km che è una punta nata, Llorente sempre in panca, ecc ecc), finendo per essere eliminato dalla Coppa del Re e per trovarsi in zona retrocessione in campionato. Un disastro annunciato. E adesso il povero Sarriugarte se ne va, portando con sè il poco invidiabile record di unico allenatore dell'Athletic a non aver mai vinto al San Mamès. Sperando che la situazione non sia irrimediabile, confidiamo adesso in Mané, ingaggiato solo fino al termine della stagione, di modo che il presidente che verrà eletto allora non si trovi a subire un allenatore sgradito. Anche questa temporada, dunque, si annuncia ricca di sofferenza e per nulla rivolta al futuro; dobbiamo salvarci, non c'è tempo per programmare. E' questa la cosa che a parer mio fa più arrabbiare: abbiamo ottimi giovani in rosa e li stiamo bruciando a causa della stoltezza del signor Lamikiz, un presidente tra i meno lungimiranti della storia del club. Ma la sua era fa già parte del passato, per fortuna. Stringiamoci attorno ai nostri Leoni per questo campionato buio, forse più buio di quello passato, ed auguriamoci, oltre alla salvezza, un futuro presidente in grado di investire nel futuro di questa squadra, che potrebbe davvero diventare roseo. Beti aupa Athletic, sempre con te!

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