giovedì 19 marzo 2009
27a giornata: Athletic 2-5 Real Madrid.
Il momento chiave del match, l'espulsione di Yeste (foto Athletic-club.net).
Athletic: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili (46' Balenziaga); David López (52' Gurpegi), Javi Martínez, Orbaiz (56' Susaeta), Yeste; Toquero, Llorente.
Real Madrid: Casillas; Sergio Ramos, Pepe, Metzelder, Heinze; Robben (66' Faubert), Lass, Sneijder, Marcelo; Raúl (64' Higuaín); Huntelaar (79' Parejo).
Reti: 22' Robben, 34' Heinze, 36' Heinze (ag), 45' Llorente, 47' e 61' Huntelaar, 84' Higuaín (rig.).
Arbitro: Muñiz Fernández (Colegio Asturiano).
Note: espulsi Yeste (A) al 37' per comportamento non regolamentare, Ion Vélez (A) al 57' e Luci (allenatore in seconda dell'Athletic) al 71' entrambi per proteste e direttamente dalla panchina.
Non è stata fortunata la trasferta annuale a Bilbao di noi Leones Italianos, solitamente più abituati a festeggiare che a deprimerci per una sconfitta di tali proporzioni. Le dimensioni del passivo non ingannino, però: l'Athletic, supportato come sempre da un pubblico strepitoso (noi italiani compresi), può uscire a testa alta da questo Clasico giocato con intensità e grande cuore, anche se con poco raziocinio.
Dopo il semi-turnover di Barcellona, Caparros torna a schierare la sua formazione-talismano, quella per intenderci vittoriosa contro il Siviglia in Copa, e dunque ecco rientrare dal primo minuto Aitor Ocio, David Lopez e Toquero; assenze pesanti in casa madridista, con Ramos costretto a rinunciare a Cannavaro e Gago: l'ex tecnico del Tottenham piazza Metzelder al centro della difesa, conferma Marcelo esterno sinistro di centrocampo e sposta Sneijder a fare coppia con Lassana Diarra sulla mediana. La Catedral è strapiena e le sue antiche mura amplificano all'inverosimile le urla dei 40.000 tifosi biancorossi, in mezzo ai quali, sparsi in Curva Nord, ci sono anche 35 hintxak italiani che non si risparmiano nell'animare la squadra. I Leoni partono a mille e cercano di mettere la partita sull'unico piano nel quale possono fare la differenza, quello del ritmo: difesa alta, aggressività a centrocampo e raddoppi continui sulle fasce non danno respiro alla manovra del Real e creano anzi una pressione costante nei pressi della porta di Casillas, pressione alla quale non si accompagnano però adeguate occasioni da rete. Una punizione dal limite di Yeste e alcuni calci d'angolo in serie non sono sufficienti a superare il numero 1 merengue, che proprio al San Mamés giocò dieci anni fa la sua prima partita nella Liga, e il non riuscire a concretizzare una prima parte di assoluta superiorità è il maggior peccato dei biancorossi. Il Madrid, da grande squadra qual è, colpisce invece alla prima occasione seria che riesce a creare e lo fa col suo uomo di maggior classe, quel Robben che, nelle giornate di grazia, è un folletto inafferrabile dalle movenze leggere eppure devastanti. Servirebbero i raddoppi di Yeste per contrastarlo, ma Fran (pur giocando una grande partita) non conosce il significato della parola "ripiegamento" e abbandona spesso Koikili a degli uno contro uno che lo vedono sconfitto in partenza. Emblematica l'azione del primo gol: Robben cede palla a Sneijder, scatta subito passando a doppia velocità il solitario Koi, supera Ocio in dribbling stretto appena dentro l'area e trafigge Gorka con un gran sinistro sotto l'incrocio opposto. L'Athletic sbanda e per gli ospiti si aprono d'improvviso gli spazi che per 20 minuti erano stati minuziosamente serrati dai baschi: ancora Robben spreca alla mezz'ora, scegliendo il tiro da posizione decentrata invece dell'assist per Raul o Huntelaar appostati a centro area, quindi Heinze pare chiudere anticipatamente la contesa con un inserimento in anticipo su Gorka (e sulla difesa tutta, presa d'infilata in modo dilettantesco) coronato dall'incornata che vale il 2-0. Nonostante il risultato e l'arbitraggio di Muñiz Fernandez, che è tutto fuorché casalingo (due bilbaini ammoniti nei primi 5' di gioco, a fronte dell'impunità concessa a Lass e soprattutto Heinze), il pubblico della Catedral non molla e intona canti a non finire per la sua squadra, che a sorpresa reagisce e trova subito l'1-2. La giocata è polemica e si sviluppa a partire da un contrasto sulla fascia dopo il quale Sneijder resta a terra, con i Leoni a proseguire l'azione senza mettere la palla fuori: Yeste va al tiro, Casillas respinge a mano aperta ma sul seguente cross rasoterra di David Lopez c'è il goffo intervento di Heinze, che in scivolata anticipa il proprio portiere e insacca. Iker protesta vibratamente, Yeste lo spintona in maniera più che ingenua e l'arbitro lo espelle con severità forse esagerata. La scempiaggine del numero 10 resta e aggrapparsi alla sceneggiata stile Oscar di Casillas serve a poco. Nonostante l'inferiorità numerica, l'Athletic ci crede e riesce ad ottenere un insperato pareggio proprio in chiusura grazie a Llorente, il cui perfetto colpo di testa su punizione di David Lopez incoccia nel palo, carambola sul portiere avversario e si insacca.
La gioia per il 2-2 è moltissima, tuttavia le prospettive per la ripresa sono fosche vista l'inferiorità numerica, grazie a cui il Real si trova a poter disporre di un vantaggio tattico che, a lungo andare, non può non rivelarsi fatale per i padroni di casa. Caparros toglie Koikili, in bambola e già ammonito, ed inserisce Balenziaga, lasciando Llorente isolato in avanti e spostando Toquero sulla fascia sinistra, mossa obbligata che depotenzia la manovra già di per sé poco omogenea dell'Athletic. Non c'è nemmeno il tempo di valutare l'assetto deciso dall'utrerano che le merengues tornano avanti: i biancorossi perdono palla e si trovano spezzati in due tronconi troppo distanti, i difensori rinculano dentro l'area e per Huntelaar è un gioco da ragazzi stoppare il suggerimento di Raul e beffare Iraizoz con un rasoterra sul primo palo che passa sotto le gambe di Iraola, un po' troppo generoso nella marcatura dell'olandese. Il vantaggio riporta i madridisti sul velluto, giacché i Leoni devono giocoforza scoprirsi per tentare la rimonta, e sull'ennesimo contropiede di Robben è ancora Huntelaar a sigillare il 2-4 con un pallonetto di ottima fattura. La rete, giunta peraltro appena dopo un'occasionissima di Javi Martinez (tiro salvato da Casillas con un gran balzo), frustra la mossa di Caparros di inserire Susaeta per Orbaiz e di fatto chiude i conti; prima della calata del sipario, però, c'è ancora tempo per la quinta rete ad opera di Higuain, una vera coltellata per i tifosi che comunque non smettono mai di cantare e di protestare per la condotta di gara dell'arbitro, che permette tutto al Real e niente all'Athletic (vedere per credere l'ammonizione ad Amorebieta per un'entrata sul pallone, le gomitate di Heinze condonate sempre e comunque, il tocco di mano in area di Pepe non sanzionato e le espulsioni dalla panchina di Velez e dell'allenatore in seconda Luci).
Tirando le somme, abbiamo assistito ad una partita bella ed emozionante, partecipando con grande calore al tifo sfrenato del San Mamés e guadagnandoci ancora una volta la simpatia degli altri aficionados biancorossi. Peccato per il risultato, ma la nostra spedizione in terra basca è stata senz'altro positiva.
Le pagelle dell'Athletic:
Iraizoz 6: incassa cinque gol senza troppe colpe, e anzi ne evita almeno un altro paio. Sulla rete di Heinze la sua uscita può sembrare avventata, tuttavia l'errore è più dei compagni che se lo fanno sfuggire che suo.
Iraola 5,5: positivo quando spinge, non soffre troppo Marcelo ed è bravo a tenerlo basso con le sue scorribande. Commette però due gravi mancanze: non controlla bene Huntelaar in occasione del 2-3 (il pallone gli passa sotto le gambe) e falcia Marcelo regalando al Real il rigore che fissa il punteggio sul risultato definitivo.
Aitor Ocio 5,5: prova a guidare il reparto arretrato con la solita esperienza, anche se il coordinamento difensivo viene a mancare più di una volta. Nel primo tempo si arrangia come può, nella ripresa la squadra è allo sbando e anche lui paga dazio.
Amorebieta 5: Huntelaar è un brutto cliente e certi duelli rusticani sulla trequarti difensiva dell'Athletic lo dimostrano. Costantemente sulle spine, finisce per perdere lucidità ed è fuori posizione quando l'olandese batte per due volte Iraizoz. Si becca il giallo su un intervento pulito e molto bello: non era serata.
Koikili 4,5: all'inizio riesce a tenere Robben e sembra potergli prendere le misure, poi però viene abbandonato da Yeste e si trova spesso preso in mezzo tra l'olandese e Sergio Ramos. Ridicolizzato dall'ex Chelsea sul primo gol, perde la bussola e non riesce più a ritrovarsi. Già ammonito, viene giustamente sostituito da Caparros a inizio ripresa (dal 46' Balenziaga 6: entra e sembra ispirato in un paio di discese, peccato che la doppietta di Huntelaar tagli le gambe alla squadra. Se non altro, riesce a contenere di più Robben grazie alla propria velocità).
David Lopez 6: sufficienza risicata che si guadagna col cross che provoca l'autorete di Heinze e con l'assist a Llorente per il 2-2. Presenza quasi invisibile, gioca con troppa timidezza e ben presto i compagni iniziano a preferirgli uno Yeste ispirato, almeno fino all'infausta espulsione (dal 52' Gurpegi 6: lotta da par suo anche se è spesso in inferiorità numerica a centrocampo. Si guadagna l'ovazione del San Mamés quando va a rifilare una gomitata all'impunito Heinze. Cartellino giallo e applausi per lui).
Javi Martinez 6: inizia come tutto l'Athletic, con grande ritmo e intensità, poi si spegne progressivamente, ingabbiato in una partita spezzettata dai falli e che presto si fa molto dura. I madridisti lo picchiano senza ritegno quando prova a partire e l'arbitro non lo tutela mai, contribuendo in ciò a farlo sparire dal match. Generoso, se non altro.
Orbaiz 5: non è una partita da geometri, specie se disegnano traiettorie con calma (quasi con lentezza) come il navarro. In un contesto del genere servono più i guantoni che il righello, Caparros lo capisce troppo tardi (dal 59' Susaeta 6: qualche spunto apprezzabile, ma entra troppo tardi).
Yeste 5: il migliore dell'Athletic nella prima mezz'ora, è ispirato come nelle giornate di grazia e da solo spaventa la retroguardia del Real con azioni palla al piede e conclusioni da fuori, anche se la sua latitanza nella fase difensiva si fa sentire. Scalda per due volte i guanti di Casillas, originando peraltro il gol dell'1-2, ma rovina tutto commettendo un'ingenuità non nuova per lui quando spintona il portiere avversario e si becca il rosso. Casillas esagera, lui però dovrebbe capire di avere 30 anni, non 12.
Toquero 5: un ectoplasma che vaga sul terreno della Catedral, si batte e corre moltissimo ma non riesce a lasciare tracce del suo passaggio. Ha un'unica occasione, nel secondo tempo, e non trova di meglio che sparacchiare in curva.
Llorente 6,5: compito improbo quello del numero 9, chiamato a duellare da solo contro una coppia di centrali fisicamente potentissimi quali Pepe e Metzelder. Non ha molti palloni giocabili e uno di questi lo mette dentro con un gran colpo di testa, mostrando di essere ormai diventato un centravanti maturo e pericoloso per ogni difesa. Nel secondo tempo non ha più rifornimenti e sparisce lentamente, anche se resta uno degli ultimi ad arrendersi.
Leones Italianos 10 e lode: è nelle sconfitte che si vede l'attaccamento di una tifoseria e non c'è alcun dubbio sul fatto che gli italiani abbiano risposto "presente" nonostante il duro passivo a sfavore dell'Athletic. Presentatisi in 35, tifano senza sosta, seguono i cori di incitamento della Norte anche sul 2-5 e si meritano gli abbracci caloroso e le manifestazioni di amicizia degli hintxak baschi a fine gara. Grandi!
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ah ah era dai tempi di rambaudi che non leggevo ectoplasma!
RispondiEliminacomunque rivista in tv la spinta di yeste non mi sembrava poi cosi tanto grave!
ciao junior!
In effetti la spinta non è nulla di che, Casillas esagera parecchio...diciamo però che la sciocchezza di Yeste resta enorme, poteva benissimo tornare a centrocampo invece di mettersi a fare il galletto col portiere madridista. Ciao!
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