lunedì 3 settembre 2007

2a giornata: Barcellona 3-1 Athletic.

FC Barcelona: Valdés; Zambrotta, Márquez, Oleguer, Abidal; Xavi, Touré, Deco (67' Iniesta); Messi, Henry (62' Giovani), Ronaldinho (78' Milito).
Athletic Club Bilbao: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; David López, Tiko (58' Muñoz), Javi Martínez, Gabilondo (46' Ion Velez); Susaeta (82' Cuéllar); Aduriz.
Reti: 8' e 35' (rig.) Ronaldinho, 71' Susaeta, 73' Yaya Touré.
Arbitro: Megía Dávila (Col. Madrileño).
Note: espulsi Márquez (B) al 77' per doppia ammonizione e Koikili (A) all'80' per gioco violento.

Premessa: sono ancora senza Adsl (domani verrà un tecnico a casa, speriamo che la situazione si risolva) e, come avete notato, non sono riuscito a postare nulla sullo 0-0 con l'Osasuna e soprattutto sul ritorno a Bilbao di Del Horno. Cercherò di rimediare non appena possibile, per ora mi limito al racconto della sconfitta di ieri. A presto, spero!

L’Athletic di Caparros non esce del tutto bocciato dal Nou Camp, più che altro se ne torna a casa con l’invito a studiare meglio e ad impegnarsi di più per la prossima interrogazione seria. Il tecnico di Utrera sceglie la prudenza e propone un 4-4-1-1 con Ustaritz al posto dello squalificato Ocio, Tiko e Javi Martinez in mediana e il talentino Markel Susaeta, grande sorpresa del precampionato, alle spalle di Aduriz. Non c’è Asier Del Horno, il figliol prodigo tornato a Bilbao in prestito dal Valencia, e al suo posto gioca Koikili. I padroni di casa non possono schierare i Fantastici Quattro a causa dell’infortunio di Eto’o, dunque spazio al classico 4-3-3 di Rijkaard con Messi a destra, Henry a sinistra e Ronaldinho in mezzo, mentre l’unica novità è Oleguer centrale al posto dell’infortunato Puyol. L’inizio è ovviamente di marca blaugrana e nei primi minuti il possesso palla è tutto a favore del Barcellona, con l’Athletic che pressa solo dopo la metà campo e tiene dunque le linee molto ravvicinate tra loro, badando a difendersi più che a rifornire Aduriz; il chiaro intento di Caparros di costruire il match sul binomio catenaccio+contropiede naufraga però prestissimo, appena al 7’, causa un fallo di Iraola su Ronaldinho ai 25 metri: l’asso brasiliano si incarica della battuta della punizione, mira l’angolo in alto alla sinistra di Iraizoz e lo infila grazie ad un bolide davvero portentoso. Non impeccabile il piazzamento di Gorka nell’occasione, ma va detto che il tiro del numero 10 è una sassata che toglie le ragnatele dal “sette” della porta basca, dunque le colpe del portiere sono minime. Incassato il colpo, l’Athletic non muta stile di gioco e continua ad aspettare al varco il Barcellona come se si fosse sullo 0-0, lasciando al solo, ottimo Susaeta il compito di aprire la difesa catalana (impresa alquanto improba per uno sbarbatello al debutto in Liga). E’ proprio Susaeta ad impegnare Victor Valdes con un tiro-cross dalla sinistra, ma il pericolo per il portiere è relativo e il break basco risulta alquanto estemporaneo. A rendersi più volte pericolosi sono infatti i catalani, che attaccano muovendo armoniosamente un tridente in cui Ronaldinho ed Henry esaltano per la loro capacità di scambiarsi la posizione e Messi rappresenta la vera mina vagante; i tre assi dimostrano un’intesa splendida e più di una volta mettono in ambasce la difesa bilbaina, tagliata a fettine dai loro movimenti allo stesso tempo ordinati e fantasiosi. Proprio da uno scambio al bacio sull’asse Brasile-Francia dell’attacco blaugrana, al 35’, scaturisce il penalty del raddoppio: Ronaldinho centra per Henry, il numero 14 anticipa sull’uscita Iraizoz ma non può evitarlo e va a colpirlo col piede destro sul volto, mentre Amorebieta spazza il pallone due metri prima della linea. Gorka resta a terra, dolorante, e tutti si preoccupano per lui, quand’ecco l’arbitro commettere il primo errore marchiano del match con l’assegnazione del rigore al Barça, decisione francamente scandalosa e senza alcuna motivazione seria (il replay mostra in modo chiaro che è Henry a colpire involontariamente Iraizoz sullo slancio dopo il tocco in anticipo, dunque non si capisce in cosa consista il fallo fischiato al nostro numero 1). Ronaldinho va sul dischetto, aspetta che Gorka si riprenda, lo batte con un rasoterra perfetto che il portiere può solo intuire e, dopo l’esultanza, va ad abbracciare l’estremo difensore navarro a cui sembra quasi chiedere scusa per il gol appena realizzato. I campioni si riconoscono anche dallo stile.
Sotto di due reti, l’Athletic termina il primo tempo alle corde e in stato confusionale, tuttavia si ripresenta in campo dopo l’intervallo con spirito più pugnace. Ion Velez sostituisce il sempre mediocre Gabilondo ed affianca Aduriz in avanti, mentre Susaeta va a destra e David Lopez si sposta a sinistra; i biancorossi avanzano il proprio raggio d’azione e provano a mettere pressione ai portatori di palla del Barça, liberi di impostare senza patemi per tutto il primo tempo. Intendiamoci, quando i catalani spingono fanno male (vedi palo di Henry e varie iniziative “made in Messi”), tuttavia l’Athletic prova a riaprire il match con generosità e grande forza d’animo. I bilbaini creano due notevoli palle-gol: prima Ion Velez, lanciato dalle retrovie, presentatosi solo davanti a Valdes traccheggia troppo al momento di concludere e si fa rimontare e chiudere da Oleguer, quindi Susaeta sfiora il palo su punizione dal limite. Il sigillo alla grande prova del canterano è però solo rimandato, visto che al 70’ è lui il più lesto a raccogliere una corta respinta del portiere blaugrana su cross di Iraola e ad infilarlo con un maligno piatto di prima intenzione, che passa a pochi millimetri da diverse gambe prima di varcare la linea di porta. Nemmeno il tempo di progettare un ultimo quarto d’ora d’assalto che l’Athletic subisce il 3-1, opera di Yayà Tourè con la decisiva collaborazione di un guardalinee: il pallone calciato dall’africano coglie infatti la parte interna della traversa e ritorna in campo, il gioco prosegue e solo dopo una trentina di secondi l’arbitro raccoglie la segnalazione del suo assistente e convalida il gol del Barcellona. Decisione sbagliata a giudicare dai vari replay proposti dalla tv spagnola, che sembrano tutti confermare che il pallone non è rimbalzato aldilà della linea bianca. Caparros manda dentro Muñoz e Cuellar per Tiko e Susaeta e l’Athletic si prepara ad affrontare l’ultima parte di gara senza più speranze di fare risultato, visto che i padroni di casa si limitano a mantenere il controllo della sfera (cosa peraltro riuscita benissimo in tutto il secondo tempo) e lasciano a Messi, Ronaldinho e allo scalpitante Giovani dos Santos, futuro campionissimo al suo esordio in Liga, il compito di creare grattacapi alla difesa basca (meravigliosa un’azione dei tre alla mezz’ora: discesa di Messi sulla destra, dribbling su Ustaritz e palla dentro, Ronaldinho salta a gambe aperte facendo velo per Giovani che conclude a girare di sinistro, spedendo la sfera di poco a lato). Il secondo giallo rimediato da Marquez a dieci minuti dal termine sembra conferire un’ultima speranza al club di Bilbao, tuttavia il pessimo direttore di gara trova il modo di riparare all’inferiorità numerica del Barça mostrando a Koikili un rosso diretto per un fallo tattico, magari giusto un po’ violento e passibile dunque di giallo, ai danni di Giovani partito palla al piede. Con questa perla arbitrale alla rovescia, la terza ai danni dell’Athletic, si conclude un match giocato maluccio dai biancorossi, che meritano comunque un applauso per il caparbio tentativo di recupero operato nella ripresa; magari in futuro si potrebbe osare di più fin dall’inizio, perché si sa che lasciare il pallino del gioco al Barcellona e pensare solo a difendersi non è il massimo quando si hanno contro fenomeni come quelli blaugrana. Infine, so che non è bello prendersela con l’arbitro, e so anche che i catalani hanno strameritato la vittoria e l’avrebbero ottenuta in ogni caso, ma davvero non posso non dire nulla all’indirizzo del direttore di gara. Un rigore inesistente, un gol fantasma convalidato e un rosso inventato pendono sul piatto dei regali ai padroni di casa: due gol su tre sono stati confezionati dal Barça con l’aiuto di Megía Dávila, un po’ troppo, mi pare, persino per una squadra tanto superiore come lo è stato il Barcellona rispetto all’Athletic. Tre indizi fanno una prova, come si suol dire, e a questo punto non serve Grissom per muovere un’accusa formale alla giacchetta nera madrilena. La squadra di Rijkaard è stata immensa, ma anche l’arbitro ci ha messo del suo...un fatto che rende questa sconfitta più amara di quanto dovrebbe essere.

I migliori e i peggiori nell’Athletic: da applausi la partita di Markel Susaeta, 20 anni, nessun timore reverenziale e tanta qualità nei piedi. Il canterano si rivela fin dal primo tempo l’uomo più pericoloso tra i biancorossi e si segnala per alcune azioni davvero interessanti, specie quando si trova a partire da una delle due fasce per poi accentrarsi e tentare la giocata, tiro o assist che sia. Caparros lo schiera subito titolare e lui lo ripaga con una prestazione importante ed un gol: bravo. Iraizoz, forse un po’ sorpreso da Ronaldinho sul primo gol del Barcellona, si riscatta compiendo alcuni ottimi interventi, in particolar modo uno su Deco nella ripresa. Javi Martinez si presenta al Nou Camp in gran spolvero: corre per due, recupera e gioca molti palloni ed è sempre il primo ad inserirsi negli spazi lasciati sguarniti dal centrocampo avversario. Generoso come al solito Aduriz, Amorebieta è terribilmente scomposto ma almeno non si fa saltare sempre come un birillo.
Dal lato dei peggiori, giornata da incubo per Koikili, costretto a fronteggiare un Messi francamente immarcabile; l’espulsione è più che altro un errore dell’arbitro, ma rappresenta la degna conclusione di una partita durissima per l’ex giocatore del Sestao, abituato senza dubbio a marcare giocatori di caratura molto meno pregiata del giovane campione argentino. Gabilondo è sempre il famigerato Uomo Invisibile, e stavolta non arriva un golazo memorabile a risollevare una prestazione a dir poco incolore. Ion Velez viene inserito a sorpresa nel secondo tempo (Llorente in panchina non l’ho ben capito), è servito poco e male ma ha il demerito di sprecare un’occasione d’oro a tu per tu con Valdes; il Barcellona concede poche chance come quella, un peccato che il canterano non l’abbia saputa cogliere. Non pervenuto David Lopez, mentre Ustaritz, di solito rognoso nell’uno contro uno, si fa ipnotizzare troppe volte dalle magie dei prestigiatori blaugrana.

2 commenti:

  1. Sicuramente il Barcellona avrebbe vinto ugualmente ma essere la squadra più forte della Liga e ricevere puntualmente aiuti arbitrali è una vergogna;a parti invertite non sarebbe stato rigore e la palla sarebbe rimbalzata fuori.Comunque sono fiducioso per la stagione.Aupa Athletic

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  2. Neanche a me piace prendermela con l'arbitro e non dico che abbiamo perso per colpa sua, però è stato veramente scandaloso, errori grossolani tutti a favore blaugrana e risultato, comunque sia, falsato. Spero facciano qualcosa quelli della dirigenza, mi basterebbe non essere più arbitrato da Megìa Dàvila (madrileno e madridista?). Sulla partita dei nostri, invece, io sono contentissimo: non c'è assolutamente quella sensazione di impotenza che c'era negli ultimi 2 anni. La squadra (che ricordiamo ha più assenze di una scuola ad agosto) ha giocato bene ed armonicamente. Ovvio che la tattica era prudente, ovvero difesa e contropiede, ma la difesa era ordinata e il contropiede era organico, anche se siamo stati troppo imprecisi tecnicamente. Recuperati i giocatori di maggior qualità (Etxebe, Yeste, Orbàiz, Ocio e Asier), secondo me in futuro potremmo tentare anche colpacci del genere. Basta che non ci arbitra Megìa Dàvila ;D

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