martedì 7 ottobre 2008

6a giornata: Sevilla 4-0 Athletic.

Sevilla FC: Palop; Konko, Squillaci, Escudé, Fernando Navarro; Maresca, Romaric (57' Duscher); Jesús Navas, Renato (77' Chevantón), Diego Capel (62' Adriano); Kanouté.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz, Javi Martínez (61' Garmendia), Gabilondo (46' Susaeta); Yeste; Llorente (54' Ion Vélez).
Reti:
26' Kanouté, 40' Renato, 76' Adriano, 81' Chevantón.
Arbitro:
Rodríguez Santiago (colegio Cast. Leonés).

Comincia nel peggiore dei modi il poker di partite ai confini del possibile che attende l'Athletic tra ottobre e inizio novembre: 4 pere al Sanchez Pizjuan e tutti a casa, a riflettere sugli errori commessi e ad osservare una classifica che comincia a farsi preoccupante. Ancora una volta non può non essere sottolineata l'assoluta mancanza di pericolosità dell'attacco bilbaino, nonostante Caparros abbia schierato finalmente Yeste in posizione di trequartista dietro Llorente; oltre a ciò, tuttavia, risalta negativamente anche la prestazione orribile del reparto arretrato biancorosso, che finora non ha confermato l'ottimo standard mostrato l'anno scorso: quattro gol tutti insieme i Leoni li avevano subiti una sola volta nel passato campionato, peraltro proprio a Siviglia all'ultima giornata, mantenendosi poi su una media dignitosissima di poco più di una rete incassata a partita, mentre nelle prime giornate della nuova Liga hanno già concesso molto più del dovuto. Un aspetto, questo, su cui lo staff tecnico dovrà soffermarsi con attenzione, perché il decimo posto della stagione 2007/2008 è stato conquistato più con la solidità del reparto arretrato che con i numeri dell'attacco e dunque la squadra non può permettersi amnesie difensive come quelle di ieri.
Joaquin Caparros torna a Siviglia, dove ha senza dubbio raggiunto il punto più alto della sua carriera di allenatore, deciso ad interrompere la serie di 10 partite utili consecutive degli andalusi e a dare una delusione a Manolo Jimenez, suo secondo a Villarreal diversi anni fa, tecnico capace ma non troppo amato dal pubblico sevillista; per fare ciò Jokin ha in mente un piano semplice e chiaro: bloccare le fasce, piazzare un uomo tra le linee per disturbare il doble pivote Maresca-Romaric e giocare in contropiede sfruttando il pressing feroce garantito da Javi Martinez nel mezzo. Si spiegano così le scelte di Gabilondo, più difensivo, in luogo di Susaeta per contrastare Jesus Navas e di Yeste schierato, come detto, da guastatore con libertà di movimento sulla trequarti dei padroni di casa. L'idea di Jokin è buona e funziona per i primi 25', durante i quali l'Athletic si difende con ordine, rischia solo su un colpo di testa di Renato da azione d'angolo, sventato da Iraizoz con un bellissimo riflesso, e pur senza essere incisivo davanti riesce comunque a controllare la partita. Quando sembra che le cose stiano andando bene, ecco che arriva un errore da dilettanti a rompere le uova nel paniere: al 26' Balenziaga, fin lì molto attento nella marcatura di Navas, si addormenta al limite dell'area e si fa soffiare la sfera dall'esterno destro del Siviglia, che gli sbuca alle spalle, gli ruba il pallone e serve a Kanouté un assist impossibile da sbagliare. Andalusi in vantaggio con pochi meriti, baschi che entrano in un tunnel nerissimo da cui usciranno solo al fischio finale. I biancorossi si fanno vedere al 37' con il loro primo tiro in porta, opera di un volenteroso Gabilondo, tuttavia l'inerzia del match è saldamente nelle mani degli uomini di Jimenez, padroni assoluti del centrocampo, e il raddoppio cala come una scure sugli eventuali propositi di rimonta dei Leoni: Navas ubriaca di finte Balenziaga, lo salta e centra per Renato, la cui incornata da due passi non lascia scampo a Iraizoz. 2-0 al 40', la tattica caparrossiana tramonta definitivamente e per il Siviglia diventa tutto facile, visto che l'Athletic è per forza di cose costretto ad attaccare alla ricerca del gol che riaprirebbe il confronto e lascia pertanto i fianchi scoperti al contropiede andaluso. Il secondo tempo diventa così il gioco del gatto col topo, e non occorre sottolineare a chi tocchi la parte del vorace felino... Caparros opera due sostituzioni, una logica (Susaeta per Gabilondo) e un'altra poco comprensibile (Velez per Llorente, quando io avrei tolto un centrocampista per provare le due punte), ma esclusa una grande occasione per Ion, che supera in dribbling Palop e si vede deviare in corner da Navarro il seguente tiro a botta sicura, i Leoni continuano a creare poco e a palesare grandissime difficoltà quando si trovano ad attaccare una difesa schierata. Al 60' ci si mette anche la sfortuna, sotto forma di un contrasto a centrocampo nel quale Javi Martinez ha la peggio ed è costretto a lasciare il posto a Garmendia (si parla di un mese di stop per il navarro), tuttavia l'imbarazzante dominio mostrato nell'ultima mezz'ora dal Siviglia c'entra poco con la malasorte; i bilbaini semplicemente non esistono ed elencare la palle-gol create dagli andalusi dal 65' al 90' sarebbe solo frustrante. Le reti di Adriano, che finalizza al 76' uno contropiede da manuale del calcio (tre tocchi di prima, Renato-Kanouté-Maresca, palla filtrante, corsa irresistibile del brasiliano e gol), e di Chevanton all'81' sull'ennesima disattenzione difensiva dei baschi rendono più umiliante la sconfitta e ben rappresentano la disfatta totale della squadra di Caparros, scioltasi come neve al sole dopo il primo gol del Siviglia. Un atteggiamento arrendevole e così poco battagliero non si vedeva da tempo ed è un viatico tutt'altro che positivo in vista della prossima gara col Barcellona, una di quelle partite nelle quali “garra” ed orgoglio sono fondamentali per ottenere un risultato positivo, considerato l'enorme gap tecnico che esiste tra le due squadre. La settimana di pausa per gli impegni delle nazionali (a proposito, Iraola è stato ancora convocato da Del Bosque, complimenti ad Andoni) non poteva arrivare in un momento più opportuno.

2 commenti:

  1. Peccato veramente per questa sconfitta che, oltretutto, è anche molto pesante. Adesso bisognerà metterci tutto l'impegno e l'orgoglio necessari per battere il Barça che, tra l'altro, sta segnando a raffica...

    Edo, volevo farti una domanda che c'entra, in parte, con il discorso nazionali: sai se sono già in programma delle partite per la nazionale di Euskal Herria (come quella della scorsa stagione con la nazionale catalana)?

    Grazie e Aupa Athletic!

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  2. Ciao Billi, la nazionale basca gioca sempre almeno una volta all'anno nel periodo natalizio, solitamente qualche giorno dopo Natale, e negli ultimi tempi ha fatto anche amichevoli a fine stagione. Non so ancora con chi giocherà stavolta ma la partita ci sarà, questo è certo.

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