martedì 20 novembre 2012

12a giornata: Real Madrid 5-1 Athletic.


Ramos, solissimo, incorna il pallone del 2-0 (foto Deia).

Real Madrid: Casillas; Arbeloa, Pepe, Sergio Ramos, Coentrao; Xabi Alonso, Modric; Özil (62' Khedira), Callejón (70' Di María), Cristiano Ronaldo; Benzema (69' Morata).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ekiza, Aurtenetxe; Gurpegui (78' Castillo), Iturraspe, Muniain (46' Llorente); Susaeta, Aduriz (67' Toquero), Ibai Gómez.
Reti: 12' Aurtenetxe (ag), 30' Ramos, 32' Benzema, 42' Ibai, 56' Özil, 67' Khedira.
Arbitro: Teixeira Vitienes (comité cántabro).

Sconfitta senza appello al Bernabeu per l'Athletic, seppellito dal Madrid sotto una montagna di 5 gol che addirittura non rappresentano appieno il divario visto in campo tra le due squadre. Come ammesso con signoriltià da Bielsa al termine della gara, le differenze sono state insormontabili: troppo rapida e ficcante la manovra delle merengues perché la difesa biancorossa, tragica come nelle peggiori giornate di questa prima parte di stagione, potesse metterci una pezza. In generale, i Leoni sono stati dei comprimari nel contesto di una partita dominata dagli avversari; lenti, con poco mordente e mentalmente già sconfitti dopo l'1-0, i bilbaini hanno avuto un moto d'orgoglio solo dopo il gol di Ibai, ma il loro tentativo di rimonta non fa che aumentare i rimpianti per ciò che non è stato fatto dal primo minuto. Chiaramente non è potuto mancare il classico errore arbitrale, una costante quando si gioca al Bernabeu, con Teixeira Vitienes che ha negato un rigore colossale sul punteggio di 3-1. Ma non abbiamo perso per questo, inutile recriminare.
Bielsa arriva a Madrid con tre assenze pesanti, quelle di Amorebieta, De Marcos ed Herrera; la sua mossa consiste nello spostare Gurpegi in mediana, avanzando Iturraspe (con Muniain trequartista) e inserendo Ekiza in difesa e Ibai sulla fascia sinistra. Per cercare di salvare la pelle al Bernabeu servirebbero aggressività, compattezza e velocità nelle ripartenze, ma bastano pochi minuti per capire che, al contrario, l'Athletic sceso in campo è imbolsito, leggero nei contrasti e inesistente nella trequarti avversaria. Il Madrid spadroneggia fin dall'inizio, mantenendo un possesso palla molto alto e verticalizzando a piacimento senza trovare né il filtro della mediana, né l'opposizione della difesa biancorossa. Esemplare, in tal senso, l'azione dell'1-0: Benzema scatta quasi da metà campo e davanti a sé trova un'autostrada, con San José immobile e Aurtenetxe troppo lontano per chiudere in tempo; Iraizoz completa l'opera con la solita uscita a metà strada e il pallonetto che scaturisce dal contrasto tra il francese e il numero 3 basco lo castiga senza speranza. I Leoni non riescono a reagire, soprattutto perché un centrocampo a 3 senza Herrera e De Marcos non ha quasi ragion d'essere, e per gli uomini di Mourinho tutto sembra facile come in una partitella del mercoledì. Il 2-0 di Ramos è un atto d'accusa verso la gestione delle palle inattive da parte della difesa bilbaina, il 3-0 di Benzema è una perla rara che però mostra anche tutte le lacune di San José, involuto e lontano anni luce dalle prestazioni del primo anno nel Botxo. Quando il sipario sembra già calato dopo neanche un tempo, il fulmine a ciel sereno di Ibai (primo gol in Liga per lui) riaccende improvvisamente la partita. Nella prima parte della ripresa, infatti, gli zurigorri provano generosamente a riaprire la contesa grazie al pressing alto e ad un atteggiamento tattico spregiudicato, figlio del coraggio (o dell'incoscienza) di Bielsa, che mette dentro Llorente per l'acciaccato Muniain e vara un 4-4-2 che in fase offensiva diventa un 4-2-4 da assalto all'arma bianca. Il Madrid rincula un po', anche se davanti è sempre pungente, ma l'Athletic è in partita e crea qualcosa davanti a Casillas, finché al 56' Teixeira Vitienes non decide di indirizzare le cose. Impossibile dare una definizione diversa davanti al calcio di rigore non assegnato per il fallo di mano clamoroso in area di Coentrao, episodio ancor più grave del normale visto che, sul contropiede che segue, Özil segna il 4-1 che chiude ogni discorso. Il 5-1 di Khedira (in collaborazione con Iraizoz...) serve solo per le statistiche, e in pratica negli ultimi 20 minuti i Leoni non sono in campo.
La scoppola, come dicevo in apertura, ci sta tutta per quanto visto sabato sera ed è inutile appellarsi al solito errore arbitrale o alle numerose assenze per giustificarla. L'attuale fragilità psicologica della squadra è evidente e basta pochissimo per far crollare tutto; inoltre il divario col Madrid, la squadra che gioca meglio in Spagna, è tale da poter essere colmato solo con la famosa "prestazione perfetta" che  al momento l'Athletic non riesce ad offrire. I rimpianti vengono da quei minuti tra il gol di Ibai e la rete del 4-1 nei quali i bilbaini hanno tenuto bene il campo e hanno messo in difficoltà, almeno parzialmente, i loro avversari, dimostrando che con una gestione diversa della gara avrebbero potuto ottenere molto di più. Il discorso è sempre quello: serve continuità, non solo da partita a partita ma anche all'interno dei 90 minuti. In ogni caso il Bernabeu non è il campo dove poter fare il salto di qualità. Sono sempre più convinto che la Liga non abbia 38 giornate, ma 34 più 4 partite fuori categoria, dove se giochi al 120% forse pareggi; e nei due incontri in trasferta le possibilità di non uscire con le ossa rotte sono risicatissime (non a caso c'è chi vorrebbe presentarsi al Bernabeu e al Camp Nou con il Bilbao Athletic). In chiusura, vorrei segnalare il comportamento ignobile dell'arbitro rispetto ai cori offensivi contro Gurpegi e Susaeta: sollecitato dal capitano biancorosso a prendere provvedimenti, visto che i "Gurpegi yonky, muerete" e i "Puta ETA puta Susaeta" sono andati avanti per tutta la durata del match, l'ineffabile Teixeira Vitienes ha detto testualmente "Yo no oigo nada" ("Non sento nulla") e ha chiuso la questione, guardandosi peraltro dallo scrivere qualcosa nel referto. No comment.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 5,5: bombardato da più di 20 tiri delle merengues, si oppone a molti di essi in maniera ottimale. Nei momenti decisivi, però, manca: sull'1-0 resta a metà strada, sul 2-0 non esce e si fa infilare da un paio di metri di distanza. Luci e ombre.
Iraola 6: diligente, gioca bene contro Özil (che, gol a parte, è il meno pericoloso tra le fila del Madrid) e cerca di limitare i danni. Si vede poco davanti e continua a denunciare una certa carenza di brillantezza.
Ekiza 5,5: continua a essere a parer mio il più convincente del pacchetto arretrato, anche in un contesto derelitto come quello di sabato sera. E' l'unico in grado di chiudere i buchi che si aprono spesso grazie all'ottima velocità di base, e nell'uno contro uno è difficile da saltare. A quando la titolarità?
San José 4,5: disastroso, è colpevole in tutti i primi 3 gol del Real Madrid, che sono poi quelli che scavano il solco decisivo tra le due squadre. Molle, svagato e pessimo in marcatura, è il lontano parente del centrale solido ammirato al primo anno di Athletic. Involuto.
Aurtenetxe 5,5: si trova davanti un Cristiano Ronaldo meno concreto del solito e prova a tenerlo con alterne fortune. Con San José come centrale di riferimento non si trova benissimo, e forse vorrebbe essere lui a giocare nel mezzo come faceva nello Juvenil. Una soluzione da tenere presente per il futuro.
Gurpegi 5,5: riportato al suo ruolo originario, quello di mediano, si trova nel mezzo a una mareggiata blanca difficile da tenere sotto controllo. Fa quel che può, tra avversari che entrano e cori vergognosi che lo offendono, e finisce prima del 90' a causa di un infortunio muscolare che lo terrà fuori un mese (dal 78' Castillo s.v.).
Iturraspe 5,5: gioca più avanzato del solito, in una posizione che dovrebbe favorire le sue capacità di palleggio, tuttavia è troppo statico per interpretare al meglio la mezzala "alla De Marcos". Per mettersi in luce avrebbe bisogno di compagni vicini con cui scambiare il pallone, condizione che si realizza solo nei primi dieci minuti della ripresa. Depotenziato.
Muniain 5: per sua sfortuna resta in campo nella metà di partita più brutta dell'Athletic. Gli arrivano pochi palloni e anche quando riesce a girarsi si trova sempre in mezzo a un nugulo di avversari che quasi sempre gli soffiano la sfera. Infortunato, esce all'intervallo e salterà sicuramente la trasferta israeliana di giovedì (dal 46' Llorente 5: sbaglia una buona occasione e non entra mai in partita. Sempre più paradossale la sua situazione dopo che ieri non si è presentato in conferenza stampa).
Susaeta 5: in gol all'esordio con le Furie rosse, assolutamente fuori dal match al Bernabeu. Poco preciso nei cross e in difficoltà contro Coentrao, che non riesce quasi mai a saltare, ha un sussulto a inizio ripresa e si guadagna il rigore che Teixeira Vitienes non vede. Da lì in poi torna nell'anonimato più totale.
Aduriz 5: è un lottatore nato, ma anche lui può fare poco trovandosi da solo contro una batteria di centrali del calibro di Pepe e Ramos. Mal assisito dai compagni, non riesce ad andare mai al tiro e quando viene sostituito sembra più demoralizzato che altro. Depresso (dal 67' Toquero s.v.).
Ibai 6: è l'unico davanti che, gol a parte, tenta qualcosa per smuovere la situazione. Generoso e lucido quando è in possesso palla, trova una bellissima rete che per lui è anche la prima in assoluto in Liga. Giusto premio per un ragazzo straordinario, tanto umile quanto efficace in campo.

Bielsa 5: impossibile non bocciare l'allenatore dopo una sconfitta di queste proporzioni, anche se alcune attenuanti ci sono. L'insistenza con il 4-3-3 dello scorso anno talvolta risulta controproducente, specie in campi come il bernabeu dove un atteggiamento più prudente sarebbe forse più consigliabile (anche perché la squadra non difende con l'intensità di qualche mesa fa). Testardo e incrollabile, ma gli vogliamo bene anche per questo.

giovedì 15 novembre 2012

11a giornata: Athletic 2-1 Sevilla.


Esultanza biancorossa dopo il gol di De Marcos (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, Gurpegui, Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe, De Marcos, Herrera; Susaeta, Aduriz (77' San José), Muniain (72' Isma López).
Sevilla FC: Palop; Cala, Fazio, Spahic, Navarro; Medel (65' Kondogbia), Maduro (46' Reyes); Navas, Campaña (46' Babá), Rakitic; Negredo.
Reti: 26' De Marcos, 46' pt Susaeta, 78' Negredo (rig.).
Arbitro: Hernández Hernández (Comité canario).
Note: espulso al 75' Herrera (A) per doppia ammonizione.

Vincere senza soffrire? No, grazie! Non basta un tempo giocato a ottimi livelli, infatti, per consentire ad un Athletic la "mission impossible" di portare a casa tre punti senza dover faticare fino all'ultimo secondo di partita, anche se stavolta (e per fortuna) non ci sono state beffe dell'ultimo secondo come a Valencia o Lione. Finalmente gli uomini di Bielsa sono riusciti a dare un minimo di continuità alle loro prestazioni in campionato: la seconda vittoria consecutiva ha consentito dunque ai Leoni di issarsi ad una più tranquilla quota di metà classifica, ossigeno puto in vista della doppia trasferta liguera Bernabeu-Camp Nou che li attende nelle prossime due settimane (inframezzata da un incontro casalingo col Depor da vincere ad ogni costo). Come detto, però, anche domenica si è rischiato grosso. In vantaggio di due reti e in controllo della situazione (pur soffrendo molto di più a causa dell'ingresso di un buon Reyes), l'Athletic ha rischiato di rovinare tutto e di gettare al vento altri punti preziosi. E pure in questo caso la frittata l'ha combinata Ander Herrera, che era al rientro dopo l'espulsione del Mestalla e ha visto un nuovo cartellino rosso, stavolta a causa di un doppio giallo evitabile (il secondo è stato comunque molto fiscale); per fortuna San José si è comportato molto bene una volta in campo e, nonostante il 2-1 di Negredo su rigore concesso per un tocco di mano netto di Iraola, i biancorossi hanno portato a casa una vittoria importante per il morale e anche per la classifica, che ora li vede più o meno a metà della tabla, con 4 punti di margine sulla zona retrocessione e cinque lunghezze di ritardo rispetto al quarto posto, l'ultimo utile per la qualificazione in Champion's League. La partita è stato il classico match a due facce: molto bene il primo tempo, nel quale i bilbaini hanno mostrato sprazzi di buon calcio e sono andati in rete due volte con De Marcos e Susaeta, e ripresa giocata in apnea a causa del ritorno degli andalusi e dell'inferiorità numerica. I giocatori dell'Athletic continuano a fare molti errori, soprattutto nella misura dei passaggi e nelle conclusioni a rete, ma stavolta sono stati più compatti in fase difensiva e hanno finalmente potuto contare sull'apporto di Iraizoz, decisivo per la vittoria con alcuni veri e propri miracoli nel corso della ripresa. Chiaramente alla squadra serve ancora continuità, ma proseguendo su questa strada Bielsa i suoi potranno senza dubbio salvare una stagione iniziata davvero in modo pessimo.

lunedì 5 novembre 2012

10a giornata: Granada 1-2 Athletic.


Iturraspe contro Mikel Rico, vicino all'Athletic in estate e anche ieri tra i migliori dei suoi (foto Athletic-club.net).

Granada CF: Toño; Nyom, Mainz, Diakhaté (76' Floro Flores), Siqueira; Iriney (83' Orellana), Mikel Rico; Brahimi, Torje (78' Ighalo), Dani Benítez; El Arabi.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Amorebieta, Gurpegui, Aurtenetxe; Iturraspe (54' San José), De Marcos, Muniain; Susaeta, Aduriz (66' Llorente), Ibai (78' Castillo).
Reti: 12' (rig.) e 26' Aduriz, 53' El Arabi.
Arbitro: Muñiz Fernández (Asturiano).

Col minimo sforzo possibile l'Athletic si aggiudica una vittoria preziosissima, una vera e propria boccata d'ossigeno dopo la terribile settimana delle tre sconfitte consecutive. La prima affermazione liguera in trasferta non ha segnato però il ritorno del gioco frizzante visto a tratti a Valencia e Lione, tutt'altro; si è trattato di un match spigoloso, esteticamente brutto e che, nonostante la notevole differenza di valori in campo e il doppio vantaggio dopo 45' (propiziato peraltro da un errore grossolano dell'arbitro), i Leoni hanno rischiato di gettare letteralmente al vento nell'ultima parte. Un paio di buone parate di Iraizoz e la scarsa mira degli attaccanti di casa hanno impedito il peggio, e Bielsa è tornato a respirare.
Con Herrera squalificato ed Ekiza ancora infortunato le scelte per il Loco sono quasi obbligate: in difesa è salda la coppia Gurpegi-Amorebieta, Muniain fa le veci di Ander come trequartista e sulla fascia sinistra trova spazio Ibai, apparso molto più in palla di un fin qui deludente Isma Lopez. Nel Granada rientra Dani Benitez e ovviamente parte dall'inizio Mikel Rico, oggetto del desiderio bilbaino durante il mercato estivo ma rimasto in Andalusia a causa delle richieste esose del suo club. L'inizio delle due formazioni è al piccolo trotto, la paura è tangibile e il "primo non prenderle" regna sovrano. Dopo una punizione centrale di Benitez e un'iniziativa isolata di Mikel Rico, a dare la sveglia alla partita ci pensa... Muñiz Fernandez. Il fischietto asturiano, autore in passato di alcune direzioni da censura nei confronti dell'Athletic, stavolta favorisce smaccatamente i bilbaini inventandosi un rigore per una gomitata di Diakhaté su Aduriz che: a) è leggerissima, e b) avviene con il pallone palesemente irraggiungibile per l'attaccante donostiarra. Lo stesso Aduriz si presenta dagli 11 metri e calcia senza dubbio il miglior rigore visto in casa zurigorri negli ultimi anni, spiazzando Toño e portando i suoi sull'1-0. La reazione del Granada è confusa e mostra tutti i limiti di una squadra volenterosa ma arruffona, che in avanti schiera solo mezze figure incapaci di lasciare il segno; Torje, Dani Benitez e Brahimi provano ad innescare El Arabi in ogni modo, ottenendo in cambio solo un paio di mischie e le ammonizioni di Amorebieta e Gurpegi. E poi, al 26', il capolavoro di Aduriz: Ibai gestisce un buon contropiede sulla sinistra e apre di esterno per Aritz, che fa una magia sul primo controllo e prova il filtrante per Muniain; la difesa respinge, ma l'ex di Maiorca e Valencia è il più veloce ad avventarsi sul pallone e il sinistro che esplode dal limite è imprendibile per Toño. 0-2, terza doppietta stagionale e ottavo gol in dieci partite per Aduriz, che fa così registrare la miglior partenza di un attaccante dell'Athletic dai tempi di Eneko Arieta (nove reti nelle prime dieci giornate di Liga nella stagione 1959/60). Sopra di due lunghezze i Leoni controllano, lasciando il possesso palla agli avversari e limitandosi alle ripartenze veloci; in chiusura di tempo Ibai e Aduriz vanno vicini al terzo gol, quindi Ibrahima rischia di riaprire la contesa con una volee dal lato destro dell'area che però esce di molto. Al rientro in campo (con Muñiz Fernandez che fischia senza accorgersi che Iraizoz non è ancora tornato tra i pali...) il Granada, chiamato al tutto per tutto, si butta avanti e sfiora subito il gol con El Arabi, che spara altissimo da buona posizione. I bilbaini soffrono ma sembrano in grado di tenere, tuttavia al 53' lo stesso El Arabi ci prova da lontano e Iraizoz, tanto per cambiare, la combina grossa facendosi infilare da un pallone tutt'altro che irresistibile. Bielsa corre ai ripari inserendo San José per Iturraspe e subito il navarro, come al solito più efficace nell'area avversaria che nella propria, sfiora il 3-1 con una bellissima rovesciata dopo un palo colpito di testa da Aduriz. Le squadre si allungano e la partita diventa pazza, con occasioni da ambo le parti fallite in serie. De Marcos e Muniain perdonano di fronte a Toño, mentre dalla parte opposta Iraizoz si riscatta parzialmente dicendo no negli ultimi minuti a Siqueira e Floro Flores.
Finisce dunque 2-1 per l'Athletic al termine di una partita che, se di certo non ha segnato un passo avanti dal punto di vista del gioco, quantomeno ha visto i Leoni in grado di portare a casa un risultato positivo, evitando quelle rimonte all'ultimo minuto fatali al Mestalla e allo Stade de Gerland. Ci voleva una vittoria per scacciare fantasmi passati e recenti, ora l'imperativo è darle continuità a partire dall'impegno in UEFA di giovedì con il Lione.

mercoledì 31 ottobre 2012

9a giornata: Athletic 1-2 Getafe.


Il Getafe segna e Gurpegi resta a terra infortunato: il momento dell'Athletic è veramente nero (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, Gurpegui (15' San José), Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe (59' Llorente), De Marcos, Muniain (75' Isma López); Susaeta, Aduriz, Ibai Gómez.
Getafe: Moyá; Valera, Abraham, Rafa, Miguel Torres; Juan Rodríguez, Xavi Torres; Pedro León (81' Alexis), Barrada, Diego Castro (70' Lafita); Álvaro Vázquez (76' Adrián Colunga).
Reti: 11' Juan Rodríguez, 58' Álvaro Vázquez, 94' San José.
Arbitro: Gil Manzano (Comité extremeño).

Terza sconfitta in una settimana e passo indietro più che preoccupante per l'Athletic. Se infatti a Valencia la rimonta dei padroni di casa era stata rocambolesca e frutto di una momentanea follia di Ander Herrera (calcione a gioco fermo a un avversario e rosso diretto) e a Lione i biancorossi, pur perdendo, non aveva affatto giocato male, ieri contro il Getafe abbiamo assistito a una prova deludente, per non dire sconfortante. Squadra priva di mordente, senza idee, quasi imbambolata: in una parola, orribile. Gli azulones in pratica hanno vinto senza fare nulla per meritarselo; un colpo di testa su calcio da fermo, un po' di contenimento (nemmeno troppo, per la verità) e la spettacolare chilena di Alvaro Vazquez a sentenziare la fine anticipata del match. In tutto questo, i bilbaini sono apparsi fisicamente a terra dopo la sconfitta europea di giovedì, senza contare che il gol subito a freddo e il contemporaneo infortunio di Gurpegi hanno tolto loro anche quelle poche certezze che avevano. La reazione non è riuscita ad essere efficace neppure quando Bielsa ha messo dentro l'artiglieria pesante, e le già scarse speranze di portare a casa almeno un punto si sono infrante sulla traversa colpita da Llorente.
Fare una cronaca della partita mi sembra inutile. In campo non è successo molto e chi ha assistito in diretta alla partita non ha potuto fare a meno di notare la sensazione d'impotenza trasmessa dall'Athletic, che purtroppo con la prestazione di domenica è tornato a mostrare i problemi in transizione offensiva che sembravano dimenticati. L'assenza di Herrera in tal senso è stata certamente pesante, ma più che altro ha pesato (e sta pesando da inizio stagione) il rendimento a dir poco negativo di alcuni dei pilastri della scorsa temporada: da Amorebieta a Muniain, passando per De Marcos e Susaeta, ci sono giocatori che evidentemente stanno mandando in campo i loro gemelli scarsi, altrimenti non si spiega la differenza abissale rispetto a qualche mese fa. In tal senso credo che la copertina spetti a De Marcos: nel derby contro l'Osasuna era stato il migliore in campo, mentre contro i madrileni è tornato a correre troppo spesso a vuoto, sfiancandosi senza riuscire mai a incidere. Non per gettare la croce addosso a Oscar, ci mancherebbe, ma la differenza rispetto a due settimane fa (per non parlare dell'anno scorso...) è stata netta. Per questo motivo le critiche continue a Bielsa al momento non mi trovano d'accordo: se Amorebieta si fa saltare anche da mia nonna, Susaeta non azzecca un cross e Muniain si incarta al primo tentativo di dribbling la colpa, più che in panchina, risiede nelle teste dei calciatori. Evidentemente la situazione ambientale continua ad essere elettrica, ed è questa l'unica cosa di cui si possa incolpare il Loco; eppure solo una settimana fa sembrava che tutti avessero ritrovato il bandolo della matassa e, come ho scritto in apertura, nonostante il risultato finale la squadra aveva ben figurato a Valencia e Lione, due campi non proprio facili. La sconfitta col Getafe è inappellabile, ma forse (e sottolineo il forse) è figlia più della stanchezza, della sfortuna e del momento negativo che di un'ulteriore involuzione sul piano del gioco.
Domani in Copa del Rey con l'Eibar e soprattutto domenica in trasferta a Granada ne sapremo di più. Io continuo ad essere convinto che questa squadra abbia tranquillamente le possibilità per rialzarsi ed uscire dal tunnel, ma adesso i Leoni devono dimostrarlo sul campo.

venerdì 12 ottobre 2012

7a giornata: Athletic 1-0 Osasuna.


Aduriz esulta con De Marcos e Iraola dopo il gol vittoria (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegui, Ekiza, Castillo (75' Aurtenetxe); Iturraspe, De Marcos, Herrera (78' San José); Susaeta, Aduriz (70' Llorente), Muniain.
Osasuna: Andrés Fernández; Oier, Lolo, Arribas, Damiá; Annan (30' Puñal), Timor; Sisi (30' Lamah), Armenteros, Nino; Llorente (64' Kike Sola).
Reti: 12' Aduriz.
Arbitro: González González (Comité Castellano-Leonés).

Se una rondine non fa primavera non sarà una sola partita a decretare l'uscita dell'Athletic dal tunnel, però ragazzi, ci voleva! La vittoria nel derby basco numero 2, quello con l'Osasuna, ha permesso in un sol colpo ai Leoni di uscire dalla zona retrocessione e, soprattutto, di ritrovare sensazioni tipiche della passata stagione e che sembravano perdute in questa prima parte di campionato. Finalmente siamo tornati a vedere un Athletic dinamico e padrone del campo, capace di imbastire ottime trame in velocità e di irretire gli avversari grazie al palleggio; certo, la fortuna ha dato una mano ai biancorossi (ben tre i pali colti dai navarri nel match), ma va detto che la loro affermazione è stata ben più netta del punteggio finale, ridotto al minimo scarto dalle parate miracolose di Andre Fernandez. Ma cos'è cambiato dalla batosta di San Sebastian e dal k.o. rimediato a Praga in UEFA (risultato che ha complicato terribilmente la campagna europea dei biancorossi)? Possibile che il ritorno di Ander Herrera e il ricorso forzato a Ekiza, autore di una prestazione impeccabile, siano bastati da soli a far voltare pagina? Sicuramente c'è stato altro in settimana, come dimostra la notizia di un confronto tra Urrutia e la squadra, e la reazione mostrata dai giocatori nel derby è un segnale molto positivo dopo settimane di timori e incertezze. La situazione dell'Athletic resta ancora parecchio complicata, tuttavia l'1-0 sull'Osasuna potrebbe rappresentare quel punto di svolta che l'anno scorso fu l'1-2 in trasferta ad Anoeta; solo le prossime partite, però, ci diranno se la prima, vera crisi dell'era-Bielsa è definitivamente alle spalle.
Il Loco sa di giocarsi molto contro i rojillos dell'ex Mendilibar, dunque spazio ad Herrera, appena recuperato, con Muniain riportato sulla fascia sinistra; in difesa Martxelo sceglie Ekiza per sostituire Amorebieta, squalificato e comunque pessimo nella sconfitta per 3-1 patita giovedì in terra ceca. Nei primi minuti la squadra è contratta, frenata psicologicamente dal peso delle ultime sconfitte, e l'Osasuna tiene il campo con buona personalità, ma al 12' ecco l'azione che deciderà la partita: De Marcos e Iraola combinano benissimo sulla destra, il numero 10 scappa con la sua solita falcata, guarda in mezzo e serve un ottimo pallone sul destro di Aduriz, che non ci pensa due volte e gira in rete di prima intenzione. Il gol sblocca l'Athletic e per una buona mezz'ora i padroni di casa sciorinano un grandissimo calcio, proprio come pochi mesi fa, stordendo i navarri grazie a combinazioni veloci palla a terra, sovrapposizioni continue e inserimenti preziosi dei centrocampisti; Aduriz sfiora il 2-0 con un colpo di testa su corner, poi è De Marcos ad andare per due volte vicino alla rete, prima spedendo alto dopo una torre del solito Aritz, poi trovando una superba risposta di Andres Fernandez sul suo diagonale da destra a conclusione di un contropiede splendidamente condotto da Muniain. Mendilibar non aspetta l'intervallo per correggere in corsa la sua formazione iniziale e al 30' inserisce Lamah e Patxi Puñal per Sisi e Annan; la mossa, coraggiosa, ha il pregio di ristabilire un po' d'ordine nel marasma osasunista e al contempo mette in campo la grande fisicità dell'esterno belga, che colpisce subito la parte alta della traversa con un cross da sinistra. In chiusura di tempo altro legno per i rojillos, stavolta con una gran punizione di Lolo che colpisce la traversa e si impenna ad Iraizoz forse battuto, forse no. Resta comunque la sensazione che quelle dell'Osasuna siano fiammate, mentre l'Athletic riesce finalmente ad elaborare il gioco bielsiano senza grandi intoppi; nella ripresa, infatti, i padroni di casa riprendono decisamente il controllo delle operazioni e vanno più volte a un passo dal gol della sicurezza, negato da Andres Fernandez due volte a De Marcos (un vero duello personale, quello del numero 10 e del portiere avversario), una a Susaeta e una a... Lolo, il cui intervento in spaccata ad anticipare Aduriz stava per trasformarsi in un beffardo autogol. La pecca principale dei Leoni è il non riuscire a chiudere la partita, perché si sa che in questi casi la beffa è in agguato. E la beffa quasi si realizza a meno di dieci minuti dal termine, quando una bordata su punizione dal limite di Timor sorprende Iraizoz nella sua zona di competenza: per fortuna ci pensa San Palo a respingere in luogo del portiere, terzo ed ultimo legno colpito dai navarri in questo derby per loro stregato.
Finisce dunque 1-0, risultato giusto per il gioco espresso dalle due squadre e per il numero di occasioni da rete costruito (i pericoli per l'Athletic in pratica sono arrivati solo da calcio da fermo); il pareggio sarebbe stato una punizione forse ingiusta per gli zurigorri, ma va detto che Bielsa, con la consueta onestà, ha dichiarato che la partita sarebbe potuta terminare 4-0 come 1-1, sottintendendo che l'Osasuna, pur facendo pochino in termini di azioni manovrate, è andata comunque molto vicino al gol. Ora la pausa, poi Valencia e Lione: la stagione dei Leoni è già ad un momento cruciale.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 5,5: passo indietro dopo il derby con l'Erreala (ma non dopo Praga, dove è stato pessimo). L'Osasuna arriva raramente dalle sue parti, ma tolto un intervento su Joseba Llorente sembra poco reattivo e non in gran giornata. Per sua fortuna ci sono i legni a salvarlo, specie sulla saetta di Timor che lo aveva sorpreso sul palo di competenza. Gastone.
Iraola 6,5: altro giocatore rispetto alla giornata precedente, corre e si inserisce con grande facilità ed è un ottimo supporto per un De Marcos comunque ispiratissimo. Non soffre Sisi, mentre deve faticare di più contro Lamah, elemento dalla grande fisicità e non disprezzabile tecnicamente. Comunque se la cava e completa una buona partita.
Gurpegi 7: probabilmente la sua miglior prestazione da difensore centrale. Sicuro e molto concentrato per tutti i 90 minuti, commette solo un paio di errori e per il resto è praticamente perfetto. Speriamo che, come Javi Martinez lo scorso anno, riesca ad emergere nel nuovo ruolo dopo un periodo di faticoso adattamento iniziale. Comunque incoraggiante.
Ekiza 7,5: ha giocato tre partite da titolare e per tre volte la squadra non ha subito gol, un caso? Davvero non si capisce come Bielsa non riesca ad apprezzarlo appieno, visto che ha la rapidità e il senso della posizione necessari per tappare i buchi che spesso si aprono e per effettuare i recuperi ai quali lo schema del Loco chiama spesso i difensori... anche con l'Osasuna è impeccabile e non sbaglia praticamente niente. Al momento gioca molto meglio di un Amorebieta che vive di rendita dopo l'anno scorso, speriamo che anche il rosarino se ne convinca.
Castillo 5,5: anche in un contesto positivo non riesce a risaltare, e a questo punto la sensazione che sia poco adeguato ad una Primera "alta" si fa sempre più concreto. Difende male e quando spinge non riesce ad essere incisivo, dunque a conti fatti risulta più dannoso che altro. Per fortuna il rientro di Aurtenetxe dovrebbe segnare il suo ritorno in panchina (dal 75' Aurtenetxe 6: di stima, ben ritrovato).
Iturraspe 7+: nelle scorse giornate si era segnalato come il più in palla tra i centrocampisti, pur senza riuscire a incidere granché a causa della apatia dei compagni. Grazie alla presenza di Herrera, che gli offre sempre una sponda per imbastire il dialogo palla a terra, il suo peso nella partita stavolta è ben diverso: chiude, imposta, inizia ogni azione, insomma è un uomo-ovunque capace anche di incidere sulla manovra. Sembra che stia crescendo in personalità rispetto alla scorsa stagione, buon segnale.
De Marcos 8: migliore in campo per distacco, con questa prestazione chiude la bocca a tutti i critici (me compreso) che iniziavano a dubitare delle sue condizioni in questo avvio di temporada. D'un colpo cancella ogni perplessità e si ripropone ai livelli altissimi di qualche mese fa, spaccando letteralmente la partita con le sue accelerazioni impossibili da fermare per gli avversari e con un moto perpetuo davvero incredibile. Meriterebbe il gol, ma almeno tre miracoli di Andres Fernandez gli negano la seconda marcatura stagionale. Ritrovato.
Herrera 7: importantissimo solo per la presenza, col suo ritorno tutta la squadra ricomincia a girare e ad esprimere il calcio di alto livello che sa proporre. La visione di gioco e la capacità di trovare i compagni smarcati sono da giocatore di caratura assoluta, chiaro che con lui in campo tutto diventi più facile. Esce stremato ma consapevole di essere fisicamente a posto (dal 78' San José s.v.).
Susaeta 6,5: il meno ispirato dei giocatori offensivi biancorossi, fa comunque il suo senza strafare e non demerita. Come spesso gli accade è un po' arruffone quando si tratta di concludere l'azione e a volte finisce per sprecare delle iniziative interessanti, ma col suo movimento e con i suoi dribbling è sempre una minaccia per gli avversari. Nella ripresa sfiora due volte la rete, trovando un grande Andres Fernandez davanti a sé.
Aduriz 7+: la sua partita è la dimostrazione che, se servito in modo adeguato in area, è tuttora un attaccante letale. Riceve tre palloni puliti: uno lo sbatte dentro con una gran girata di destro, uno lo spedisce alto d'un soffio con un bel colpo di testa e il terzo lo trasforma (sempre di testa) in un assist al bacio per De Marcos. Con quello ai navarri è già a quota 4 gol in Liga, se i compagni capiscono come assisterlo al meglio può battere tranquillamente il suo record di 12 segnature stagionali ottenuto con la maglia del Maiorca (dal 70' Llorente 6: non fa caso ai fischi che gli piovono addosso dopo l'ingresso in campo e mette sul terreno di gioco grande voglia ed energia. Va al tiro due volte, senza fortuna).
Muniain 7: non aveva convinto come vertice alto in sostituzione di Herrera (mentre l'anno scorso in quella posizione aveva giocato benissimo), ma una volta riportato a sinistra torna a far vedere tutta la sua classe. Inarrestabile quando parte in dribbling per accentrarsi, serve assist deliziosi ai compagni e regala sprazzi di grande qualità. Unica pecca: non tira mai, però ci siamo (quasi) abituati. Croce e delizia.

Bielsa 7: stavolta azzecca tutto, a partire dalla formazione per finire con i cambi. Dopo la sconfitta con lo Sparta Praga evidentemente si fa sentire dai suoi giocatori e i risultati si vedono, in più è agevolato dal rientro di Herrera che risulta fondamentale per dare equilibrio alla manovra. Adesso viene il difficile, ovvero continuare sulla strada appena imboccata.

martedì 2 ottobre 2012

6a giornata: Real Sociedad 2-0 Athletic.


Griezmann al tiro: il francese è stato uno dei migliori in campo (foto Athletic-club.net).

È ufficiale: l'Athletic è in crisi. Non si tratta però di una semplice crisi di gioco o di risultati, bensì di qualcosa di più profondo e difficile da spiegare, qualcosa che va oltre il cattivo stato di forma di molti giocatori, i passaggi sbagliati e gli errori difensivi: in discussione è il rapporto tra i calciatori e Bielsa, che pare quantomeno incrinato e sta generando voci impazzite sul futuro dell'allenatore argentino a Bilbao. La prestazione della squadra nel derby basco all'Anoeta è stata sconfortante soprattutto per la mancanza di convinzione, carattere e garra dei Leoni, surclassati in ogni aspetto, mai in partita e apparsi quasi rassegnati; un atteggiamento stranissimo e incomprensibile, a meno che non si voglia credere a una scelta ponderata dei giocatori, a una precisa volontà di lasciare nel Botxo l'impegno per favorire l'addio del Loco. Se così fosse mi auguro che la squadra parli al più presto con Urrutia, perché la situazione al momento è insostenibile e rischia addirittura di degenerare... la differenza tra una grande temporada e una stagione vissuta ai margini della zona retrocessione è più labile di quanto si pensi ed il destino di una squadra che (non) gioca come l'Athletic sabato è quello di lottare fino a maggio nella parte destra della classifica, senza dubbio. Ciò non toglie che, per quanto possa valere, sono e sarò sempre dalla parte di Bielsa e non certo da quella di chi tira indietro la gamba e smette di correre dopo 10 minuti. Lasciando da parte la dietrologia potremmo sottolineare la condizione atletica insufficiente di molto giocatori, l'assenza di Herrera che sta pesando moltissimo sull'economia del gioco, l'instabilità che deriva dalla cattiva gestione di Llorente (meglio fuori rosa che in campo per 30 minuti), ma la realtà è che la differenza fra l'Athletic di pochi mesi fa e questa copia sbiadita è tale da far sorgere parecchi dubbi anche a chi non è un complottista di professione. Una sola cosa è certa: 0 tiri in porta in 90 minuti sono indegni di un club come quello zurigorri.
Sulla partita c'è poco da dire. I Leoni, con Amorebieta per Ekiza rispetto al pareggio col Malaga, partono bene e nei primi minuti tengono il campo con sufficiente autorità, pur peccando di imprecisione negli ultimo 25 metri. Poi, in modo del tutto simile a quanto accaduto contro l'Espanyol, col passare dei minuti si afflosciano, abbassano le linee fino a schiacciarsi nella propria metà e cedono il comando delle operazioni agli avversari, che senza fare granché si ritrovano padroni dell'incontro. L'unico schema offensivo diventa il pelotazo dalle retrovie, tanto che sembra quasi di vedere una registrazione dell'epoca-Caparros, mentre il pressing tutt'altro che forsennato dei txuri-urdin è più che sufficente per mettere a nudo le difficoltà difensive dei biancorossi, che negli ultimi 10 minuti del primo tempo riescono a mantenere lo 0-0 solo grazie a tre interventi decisivi di Iraizoz. Nel secondo tempo servirebbe una scossa, ma al rientro dagli spogliatoi l'Athletic è grigio e senza ritmo proprio come nella prima frazione; Bielsa prova a cambiare qualcosa inserendo San José per Iturraspe, già ammonito, ma l'ingresso di un difensore puro non aiuta la fase di non possesso e ha l'effetto di far arretrare ancor di più il baricentro della squadra. La Real spinge, sfiora il gol con un'azione personale di Ilarramendi (slalom tra le belle statuine zurigorri e tiro sventato da un salvataggio in scivolata di Iraola) e al 62' finalmente passa con Griezmann: l'azione spiega il momento di confusione totale dei Leoni molto più di cento articoli, visto che una difesa totalmente schierata riesce a farsi prendere d'infilata prima da Agirretxe, che sfonda a sinistra senza trovare opposizione, e quindi dal fantasista francese, dimenticato nel cuore dell'area e libero di battere a rete (il suo tiro, peraltro, non è una cannonata, ma Gurpegi appostato sulla linea non riesce a deviarlo). Il Loco non perde tempo e al 66' manda in campo Llorente al posto di Castillo, varando così un 3-4-3 nel quale Aduriz gioca largo e Nando è il riferimento centrale; non c'è però il tempo di valutare l'impatto del nuovo assetto, perché dopo appena 5 minuti Amorebieta, già ammonito (e graziato del secondo cartellino pochi secondi prima), mura in area col braccio un tiro a botta sicura di Xabi Prieto e si guadagna l'ennesima espulsione di una carriera che, a 27 anni, lo "consacra" già giocatore più espulso della storia del club. Vela trasforma il rigore e la partita si chiude con 20 minuti di anticipo, visto che l'Athletic non ha la forza per attaccare in modo ordinato e i donostiarri, cavalieri nell'occasione, decidono di non infierire e non sfruttano come potrebbero le voragini che si aprono nella metà campo biancorossa.
Il 2-0 dell'Anoeta fa male, molto male. Non tanto, come detto, per il risultato in sé, anche se perdere un derby non è mai piacevole. No, a sconcertare e lasciare senza parole è stata la passività di tutti, tolti giusto due o tre elementi; è stata la mancanza di reazione dopo l'1-0, quasi come se nessuno si aspettasse altro dalla partita; è stato il rendersi conto che sembra passato un secolo rispetto a quando sbancavamo Old Trafford o l'Arena auf Schalke. In settimana sono attese novità da parte della dirigenza, vedremo cosa succederà ma è chiaro che la situazione attuale non è più tollerabile.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 7,5: diamo a Cesare quel che è di Cesare, il migliore in campo dell'Athletic è lui. Affronta le polemiche e le richieste di titolarità per Raul con grande carattere, e ripaga la fiducia di Bielsa con una prestazione superba, tenendo a galla i suoi con quattro paratissime prima di arrendersi al destro sporco di Griezmann. Quasi prende il rigore di Vela, impossibile chiedergli di più.
Iraola 5: invisibile in fase offensiva, dietro prova a contenere Griezmann come può ma deve arrendersi alla classe e alla maggior freschezza atletica del francese. La cosa più bella della sua partita è il salvataggio su Ilarramendi, per il resto naviga a vista e finisce per smarrire la rotta.
Gurpegi 5: l'anno scorso Javi Martinez ci mise qualche partita per adattarsi compiutamente al ruolo di difensore centrale e sbocciò proprio contro la Real, Carlos invece neppure con i cugini riesce a trovare il bandolo della matassa. Lento e poco reattivo in marcatura, regge l'urto finché gli avversari non spingono forte, poi naufraga insieme ai compagni. Forse va ripensata la sua riconversione.
Amorebieta 4: ormai ho perso la speranza di vederlo concentrato e affidabile per tutto un campionato, senza le amnesie che da sempre lo contraddistinguono. Titolare un po' a sorpresa al posto di Ekiza, tra i migliori col Malaga, non ne azzecca una neanche per sbaglio. Saltato spesso come un birillo, rimedia due gialli evitabili e lascia la squadra in 10 e sotto di due reti. Irrecuperabile.
Castillo 4,5: partita oscena, e chi si chiedeva perché non giocasse mai è servito. Saltato in ogni modo da Xabi Prieto, che lo umilia più volte nascondendogli il pallone sotto il naso, non riesce a opporsi neppure a Zurutuza e in difesa lascia più buchi di un colabrodo; in attacco prova qualche sortita, ma non mette un cross decente che sia uno. È in scadenza, se qualcuno gli propone il rinnovo è un folle (dal 66' Llorente s.v.: non riceve un solo pallone giocabile in quasi mezz'ora di gioco, impossibile giudicarlo).
Iturraspe 6: è l'unico che a centrocampo ci mette un po' d'intensità, pressando e raddoppiando con buona costanza. In fase d'impostazione non riesce però a trovare i tempi giusti per servire i compagni, anche perché c'è poco movimento e l'unico deciso a dialogare con lui è Muniain. Esce perché a rischio espulsione dopo aver beccato un giallo nel primo tempo (dal 54' San José 5: più di mezz'ora ad alto tasso di impalpabilità, deve dare maggior solidità alla difesa ma fallisce clamorosamente il compito. Abbaglio notevole di Bielsa).
De Marcos 5: continua il periodo-no, che lo vede fin da inizio stagione con scarsa benzina nel serbatoio e una gran confusione in testa. Il suo gioco elettrico, che vive di fiammate e improvvise accelerazioni, risulta controproducente se non è supportato dalla condizione fisica, e al momento l'ex Alaves è più dannoso che inutile. Irriconoscibile.
Muniain 6: uno dei pochissimi che non ne vuole sapere di arrendersi e prova in ogni modo a cambiare il corso di un match già scritto. Scende spesso nella sua metà campo per prendere palla e portarla in avanti, visto che nessuno riesce a farlo, ma in tal modo la Real ha buon gioco nel raddoppiare o triplicare la marcatura su di lui per disinnescarlo non appena entra in possesso della sfera; nonostante l'eccesso di egoismo, tira fuori dal cilindro alcune giocate eccellenti ed è l'ultimo ad alzare bandiera bianca.
Susaeta 5: ad Anoeta lo stanno ancora cercando per capire se fosse in campo o no. Non salta mai l'uomo, non mette un cross neppure per sbaglio, calcia malissimo gli angoli e, in generale, vaga per il campo come un fantasma in un castello scozzese. Anima in pena.
Aduriz 5,5: l'impegno non si discute, ed è suo l'unico tiro (alto) dell'Athletic in tutta la partita. Purtroppo non riesce a incidere più di così, anche perché i compagni lo cercano poco e quasi sempre è da solo a lottare contro tutta la difesa errealista. Urgono nuove soluzioni offensive.
Isma Lopez 5: si propone spesso sulla sinistra, tuttavia la capacità tecnica non è all'altezza della generosità e della voglia di mettersi in mostra. Sbaglia molto, soprattutto i cross, e non riesce a far fruttare le sovrapposizioni e gli inserimenti che pure riesce a produrre. Al momento sembra patire il doppio salto di categoria (dal 60' Ibai s.v.: entra nel momento peggiore e può far poco per cambiare l'inerzia della partita).

Bielsa 5: grandissimo rispetto e stima per le sue qualità (umane prima che calcistiche), tuttavia anche stavolta le sue scelte non convincono del tutto. Innanzi tutto toglie dall'undici titolare un Ekiza in grande spolvero per rimettervi Amorebieta, protagonista in negativo del derby, quindi stupisce inserendo San José in mediana invece di avanzare Gurpegi, sempre spaesato come difensore. La squadra non crea pericoli ed è estremamente farraginosa dalla metà campo in avanti, segno che gli schemi offensivi non riescono ad essere efficaci come l'anno scorso. Tutto ciò non scaccia l'impressione che abbia perso il feeling con la squadra e che al momento la sua situazione sia simile a quella del capitano del Bounty nei giorni prima dell'ammutinamento. Non mollare Loco!

martedì 25 settembre 2012

5a giornata: Athletic 0-0 Malaga.


L'inchino di Iribar al pubblico del San Mamés durante l'omaggio dedicatogli in occasione del cinquantesimo anniversario del suo esordio con l'Athletic (foto athletic-club.net).

Athletic Club: Raúl; Iraola, Ekiza, Gurpegui, Castillo; Iturraspe, De Marcos, Muniain (87' Toquero); Susaeta, Aduriz (46' Llorente), Isma López (46' Ibai).
Málaga: Caballero; Gámez, Demichelis, Weligton, Monreal; Toulalan (78' Iturra), Camacho; Joaquín (67' Portillo), Isco, Eliseu; Saviola (57' Santa Cruz).
Arbitro: Mateu Lahoz (Comité Valenciano).

Per molti commentatori la cosa migliore di domenica sera è stata la celebrazione per l'inimitabile Iribar, a 50 anni esatti dall'esordio del Txopo con la zurigorri: una cerimonia toccante, che è iniziata con un pasillo d'onore composto da alcuni grandi ex portieri dell'Athletic, tra i quali Imanol Etxeberria e Andoni Zubizarreta, è proseguita con una poesia cantata in basco solo per lui e si è conclusa con applausi e cori da parte di un pubblico commosso. In realtà anche dal punto di vista puramente sportivo non sono mancati i motivi di soddisfazione, uno su tutti quello zero alla voce "gol incassati" che si è materializzato per la seconda volta quest'anno dopo la vittoria sul Valladolid della terza giornata. La partita è stata molto tattica e non ci sono state grandi occasioni da rete, tuttavia  l'Athletic ha mostrato dei progressi interessanti, sia dal punto di vista fisico che da quello del gioco, e il fatto di aver ottenuto un risultato positivo contro una delle squadre più in forma della Liga, reduce peraltro dal roboante 3-0 rifilato allo Zenit in Champion's, è indicativo della buona prestazione della squadra. In particolare, ci sono stati molti meno errori in transizione offensiva, ovvero si sono persi molti meno palloni a centrocampo evitando così quei ribaltamenti di fronte che, molto più delle singole prestazioni dei difensori, sono stati la causa dei troppi gol subiti dalla squadra nelle prime uscite stagionali. Segnali incoraggianti si erano già intravisti giovedì contro l'Hapoel Kiryat Shmona, partita finita 1-1 solo grazie ai miracoli a ripetizione del portiere avversario (alla fine il conto dei tiri era stato di 28 a 4 per i Leoni...); la caratura modesta degli israeliani non autorizzava a mostrarsi troppo ottimisti, ma il pareggio rimediato contro gli uomini di Pellegrini ha certificato che i biancorossi stanno cominciando a carburare, un po' come successe lo scorso anno. Peccato per l'uno contro uno Susaeta-Caballero all'81' perso dal nostro numero 14: una vittoria sarebbe stata il miglior viatico possibile per il derby di sabato prossimo ad Anoeta. Resta comunque la convinzione di aver ottenuto un buon punto e, soprattutto, c'è soddisfazione per le prove molto buone di Ekiza, che ha blindato la difesa, e di Raul, molto sicuro nelle poche occasioni in cui il Malaga lo ha chiamato in causa. Che il posto da titolare di Iraizoz abbia finalmente iniziato a vacillare?

martedì 18 settembre 2012

4a giornata: Espanyol 3-3 Athletic.


Llorente esulta dopo il gol del 2-2 (foto Athletic-club.net).

RCD Espanyol: Cristian Álvarez; Javi López, Raúl Rodríguez, Héctor Moreno, Capdevila (74' Tejera); Forlín, Víctor Sánchez; Rui Fonte (66' Stuani), Verdú, Wakaso (82' Víctor Álvarez); Longo.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegi, Amorebieta, Iñigo Pérez (41' San José); Iturraspe, De Marcos (46' Ibai), Muniain; Susaeta, Aduriz, Isma López (69' Llorente).
Reti: 18' Javi López, 43' Verdú, 55' Aduriz, 72' Llorente, 80' Longo, 82' Aduriz.
Arbitro: Pérez Montero (comité andaluz).
Note: espulso all'81' Longo (E) per doppia ammonizione.

Giusto un paio d'anni fa una partita come quella di domenica avrebbe fatto notizia, ma da quando a Bilbao comanda il Loco nessuno si stupisce più, anzi, "pazzie" del genere sono diventate quasi normali... E invece c'è stato davvero poco di normale in quanto accaduto a Cornellá El Prat: un primo tempo dominato dai padroni di casa, una ripresa con un Athletic arrembante, sei gol, una espulsione e tantissime occasioni da rete. Una partita divertente, in fondo, ma come spesse accade in questi casi anche segnata dagli errori difensivi delle due squadre che, non a caso, hanno incassato più gol in queste prime quattro giornate di Liga. Alla fine il punto va bene ad entrambe, ma sia Bielsa che Pochettino avranno molto su cui riflettere.
L'Athletic si presenta a Barcellona con la formazione sperimentale di questo inizio di temporada: Gurpegi gioca centrale in difesa, il terzino sinistro è Iñigo Perez e in attacco ci sono Isma Lopez a sinistra e Aduriz centravanti; solo panchina per Llorente, mentre Muniain giostra da trequartista centrale in luogo dell'infortunato Herrera. I Leoni partono bene, tengono il campo con sufficiente autorità e provano ad elaborare pazientemente il loro calcio di possesso, pur faticando ad essere incisivi negli ultimi 20 metri, ma basta la prima azione elaborata dell'Espanyol per far emergere tutti i problemi difensivi biancorossi: la circolazione di palla dei catalani prima dell'inserimento vincente di Javi Lopez è ficcante e ben elaborata, tuttavia non è ammissibile che la linea difensiva si imbarchi a tal punto da lasciare tutto il fianco sinistro scoperto (in più c'è l'errore di Isma Lopez che non segue l'uomo e lo lascia entrare in area senza contrastarlo minimamente). L'1-0 è una mazzata e i bilbaini, incapaci di reagire, consegnano le chiavi della partita ai padroni di casa; in avanti Aduriz è isolato mentre a centrocampo Iturraspe e soprattutto De Marcos sono lontanissimi dalla condizione dello scorso anno, problema non da poco visto che il lavoro e la corsa dei centrocampisti sono fondamentali nel gioco di Bielsa per assicurare protezione alla linea arretrata. Aldilà delle prestazioni dei singoli (Gurpegi bocciato, Amorebieta discreto) il problema dell'Athletic è proprio questo: la distanza tra i reparti è enorme e i difensori sono esposti continuamente all'uso contro uno in campo aperto, situazione che metterebbe in ambasce chiunque. Inoltre è innegabile che dietro ci sia molta meno sicurezza rispetto a qualche mese fa, vedere per credere Longo che, solo in mezzo a tre, riesce a stoppare, entrare in area e concludere senza opposizione; la respinta di Iraizoz sul tiro dell'italiano capita giusta giusta sul destro di Verdú, e proprio in chiusura di tempo il raddoppio è servito. Nella ripresa Bielsa inserisce Ibai per uno spento De Marcos (al 41' aveva dovuto mandare in campo San José per l'infortunato Iñigo Perez) e la musica cambia immediatamente, grazie soprattutto alla verve e all'ottimo piede del nuovo entrato; non a caso il gol del 2-1di Aduriz nasce da un calcio di punizione ottimamente battuto da Ibai, a dimostrazione del fatto che l'ex Valencia è letale se imbeccato coi tempi giusti dalla fasce. I Leoni attaccano sfiorando il gol almeno tre volte, poi il Loco decide di osare alla ricerca del pareggio e al 69' ecco servito l'esordio stagionale in Liga di Llorente, che va a far coppia davanti con Aritz; passano solo tre minuti e, al primo pallone toccato, il numero 9 colpisce con un gran diagonale sinistro, sfogando con un'esultanza rabbiosa tutta la tensione accumulata in questi mesi. Probabilmente il riojano a gennaio si accorderà con qualche altro club, Juventus in testa, ma al momento è impensabile non farlo giocare: finché resta a Bilbao deve essere utilizzato, magari proprio in tandem con Aduriz e con Muniain alle loro spalle. L'inerzia del match a questo punto è tutta dalla parte dei biancorossi, ma all'80' un nuovo pastrocchio difensivo è servito: Wakaso scappa in contropiede (ennesima palla persa in transizione offensiva, altro problema notevole di questo inizio di stagione) senza che nessun centrocampista lo stenda, Longo taglia tra i centrali dettando il passaggio in profondità e si invola solitario, prendendo clamorosamente di sorpresa Gurpegi. La ciliegina sulla torta ce la mette Iraizoz, che esce poco convinto e viene impallinato senza problemi dall'interista in prestito. Finita qui? Nemmeno per sogno. Prima lo stesso Longo viene espulso per doppia ammonizione, col secondo giallo rimediato a causa dell'esultanza, quindi alla prima palla lanciata in avanti Susaeta mette dentro un cross clamoroso per Aduriz, che gira in porta al volo e segna un bellissimo 3-3. Nel finale le squadre, sbilanciatissime, potrebbero anche segnare il gol vittoria, ma il risultato non cambia.
È il primo punto in trasferta per un Athletic ancora lontano dalla forma e dal gioco migliori, un Athletic che segna molto ma che incassa ancor di più (12 reti fin qui, media di 3 gol subiti a partita). Alcune scelte di Bielsa continuano a non convincere: Ibai in panchina è sprecato, Gurpegi non riesce a trovare la giusta misura in difesa (ma anche Javi Martinez ci mise diverse settimane per registrarsi come difensore, l'anno scorso) e Iñigo Perez non ha il passo del terzino, tanto che viene da chiedersi in che condizioni sia Castillo per non riuscire a giocare neppure un minuto. C'è poi il rebus-attacco: Aduriz e Llorente possono giocare insieme, è proprio necessario doverne scegliere uno solo o si può prospettare un cambio di modulo? Vedremo intanto se il rosarino farà un po' di turnover nel giovedì europeo contro gli israeliani dell'Hapoel Kiryat Shmona o se, come suo solito, schiererà i titolarissimi.

sabato 8 settembre 2012

40 milioni e una casella da riempire.


Natxo Monreal con la maglia del Malaga.

L'acquisto di Javi Martinez da parte del Bayern Monaco non solo ha portato nelle casse dell'Athletic una cifra pazzesca, 40 milioni di euro, ma ha reso anche possibile l'estensione del mercato dei biancorossi oltre il 31 agosto: le regole della LFP, infatti, consentono una deroga alla chiusura delle operazioni in entrata per quelle squadre che perdono un giocatore per rescissione unilaterale del contratto, ovvero il caso del mediano di Aiegi. Tale deroga vale per l'acquisto (entro il 30 settembre) di un solo calciatore e serve quindi a ripianare il buco nella rosa lasciato dal tesserato che rescinde, ma per una società con la particolarissima politica di acquisizione dell'Athletic questo limite non è certo un problema. In questi giorni stanno girando molte voci su alcuni nomi "caldi", e visto che il campionato è fermo per la pausa-nazionali niente di meglio di un bel post riassuntivo per presentare i papabili ed esprimermi in merito al loro possibile arrivo.

"Natxo" Monreal, Pamplona 26/07/1986, terzino sinistro, Malaga: probabilmente è il giocatore con più probabilità di approdare a Bilbao. Laterale sinistro moderno, non si limita a presidiare la propria zona di competenza ma ama accompagnare l'azione offensiva e cercare la linea di fondo per il cross, fondamentale tecnico nel quale risalta grazie a un piede davvero educato. Formatosi nella cantera dell'Osasuna, in passato è stato accostato molte volte all'Athletic, tuttavia le esose richieste di Izco lo hanno sempre reso irraggiungibile; l'anno scorso si è trasferito per 6 milioni al Malaga degli sceicchi e adesso, dopo la loro fuga precipitosa, è sul mercato insieme a mezza squadra. Un paio d'anni fa sembrava l'erede designato di Capdevila in nazionale, dove conta sette presenze, ma l'esplosione di Jordi Alba con tutta probabilità lo relegherà ad un ruolo di rincalzo anche in futuro. A parer mio è un elemento affidabile e di buona qualità, però mi è sempre sembrato un giocatore un po' sopravvalutato. L'obiezione principale che muovo al suo acquisto, in ogni caso, riguarda il ruolo: come terzini sinistri ci sono già Aurtenetxe e Castillo, senza contare l'adattabile Iñigo Perez e quel Saborit che scalpita nel Bilbao Athletic. Un eventuale arrivo di Monreal avrebbe l'effetto di tarpare le ali alla progressione di quest'ultimo, uno dei migliori prospetti di Lezama, e sinceramente non vedo perché sacrificare uno dei nostri ragazzi sull'altare di questo giocatore buono ma non buonissimo. Bocciato.

Raul Garcia, Pamplona 11/07/1986, centrocampista, Atletico Madrid: per struttura fisica e caratteristiche tecnico-tattiche sarebbe il miglior sostituto possibile di Javi Martinez. Alto, possente e duttile, è passato da giocare mediano nell'Atletico a giostrare da trequartista nell'Osasuna di Mendilibar, dove si è rilanciato a suon di gol e grandi prestazioni dopo alcune stagioni opache, e non sarebbe strano vederlo utilizzato da Bielsa come centrale difensivo dedito all'impostazione. Quando venne preso dai colchoneros, dopo tre anni ad altissimi livelli con i navarri, era capitano dell'Under 21 spagnola e considerato un futuro titolare della nazionale maggiore; in seguito anche lui è stato contagiato dal virus del Calderon, poi però è riuscito a tornare alla ribalta una volta assaggiata l'aria di casa. Simeone vorrebbe tenerlo ma la società deve fare cassa, quindi potrebbe andarsene per una cifra relativamente contenuta (si parla di 7-8 milioni). L'unico dubbio riguarda la scarsa simpatia che da anni mostra verso i Leoni: dalla frase del 2005 "so che l'Athletic mi cerca, ma preferisco andare in altre squadre" al commento sulla retrocessione della Real Sociedad "avrei preferito che fosse successo all'Athletic", il navarro non ha mai nascosto di non amare la zurigorri. Sarà lui il rimpiazzo del conterraneo Javi Martinez? I tifosi sono divisi tra chi lo considera un elemento ottimo e chi lo vede come un anti-Athletic da lasciare dove sta. Io sono col secondo partito: bocciato.

Mikel Rico, Arrigorriaga 01/11/1984, centrocampista, Granada: è l'opzione preferita di Bielsa, che già quest'estate lo avrebbe voluto a Bilbao. Il motivo è semplice: il centrocampista bizkaino è un giocatore estremamente polivalente, dotato di grande corsa e con una straordinaria capacità di sacrificio. Poco appariscente in campo, è in realtà fondamentale per l'equilibrio tattico della sua squadra, e non a caso la società andalusa chiede per lui non meno di 10 milioni. Cresciuto nelle giovanili nell'Athletic, Mikel Rico non è riuscito ad esplodere a Lezama e ha dovuto guadagnarsi con grande determinazione il palcoscenico della Primera Division, passando per Conquense (Segunda B), Poli Ejido (Segunda) e Huesca (Segunda B e Segunda) prima di approdare al Granada, con il quale ha conquistato la massima serie lo scorso anno. Il salto di categoria non lo ha spaventato, tutt'altro, e ha disputato una stagione da incorniciare (36 presenze e 3 gol), risultando il migliore nel sondaggio di fine campionato tra i tifosi. Sarebbe il giocatore ideale per dare un cambio a De Marcos: mezzala che ama allargarsi per dare un appoggio ai giocatori di fascia, è dotato di discreta tecnica e soprattutto ha una resistenza straordinaria, caratteristica che gli permette di disputare i 90 minuti a ritmi molto alti; è inoltre capace di disimpegnarsi anche come schermo davanti alla difesa e come laterale, alto o basso non fa differenza. L'unico problema è il costo del cartellino, assolutamente spropozionato rispetto al valore del giocatore, anche se è vero che i 40 milioni appena incassati potrebbero permettere un acquisto fuori mercato. Promosso con riserva (sul prezzo).

Beñat Etxebarria, Igorre 19/02/1987, centrocampista, Betis: doveva essere il pezzo forte della campagna acquisti estiva, invece sembra che a Bielsa non interessi più di tanto. Per me invece è un "pallino" da quando lo vidi esordire al minuto 84 di Osasuna-Athletic 1-1 dell'ottobre 2006: pensai subito che quel minuto centrocampista dall'ottimo tocco di palla avrebbe potuto affermarsi con la zurigorri, ma a Lezama evidentemente facero considerazioni diverse visto che lo lasciarono libero al termine della stagione successiva. Il Betis lo ha ripescato dal Conquense e Pepe Mel gli ha dato fiducia, consegnandogli le chiavi della squadra; il resto lo ha fatto Beñat, che ha raggiunto una costanza di rendimento e una qualità di gioco tali da aprirgli le porte della nazionale (ieri è stato il migliore contro l'Arabia Saudita). Classico centrocampista da tiki-taka, abilissimo nel palleggio e dotato di buona tecnica, gioca sempre a uno o due tocchi, in modo semplice ma non banale, e pur non essendo l'uomo in grado di accendere la luce con un passaggio geniale è comunque in grado di distribuire il pallone in maniera lucida e razionale. Bielsa, come detto, non stravede per lui e lo considera al massimo un'alternativa ai titolari, e in ogni caso la richiesta del Betis (20 milioni) è assurda per un elemento che gioca in Primera da un anno e mezzo. La cosa interessante è che il suo contratto scade a giugno 2014 e lui non ha ancora rinnovato... Rimandato (ovvero da prendere a parametro zero a dicembre 2013).

Altre opzioni: esistono ma sono tutte più o meno remote, dunque le elenco giusto per onor di firma. Il Loco si è invaghito di Antoine Griezmann l'anno scorso, ma le possibilità che il francese arrivi sono pressoché zero; stesso discorso per altri due elementi della Real Sociedad, il difensore Iñigo Martinez e il centrocampista Ruben Pardo, visto che il presidente dei donostiarri, Aperribay, ha detto di non voler cedere i suoi gioelli all'Athletic. Nessuno parla di rinforzare l'attacco, mentre io credo che, in attesa di capire cosa farà Llorente, non sarebbe male tutelarsi con un'altra punta. I nomi sono sempre gli stessi: Imanol Agirretxe (ma anche in questo caso c'è il problema-Aperribay) e Kike Sola dell'Osasuna, il giocatore che, per caratteristiche fisiche, ricorda più da vicino il nostro numero 9. Reduce da un infortunio che lo ha tenuto fuori praticamente tutta la scorsa stagione, sta lottando per ritagliarsi uno spazio nell'attacco dei rojillos; un suo arrivo, al momento, è perciò del tutto improbabile.

mercoledì 5 settembre 2012

3a giornata: Athletic 2-0 Valladolid.


Striscione di Herri Norte su Javi Martinez (traduzione: Kaiser Aiegi = marciume. L'Athletic non è in vendita!).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegui, Ekiza, Íñigo Pérez (87' San José); Iturraspe (46' Ruiz de Galarreta), De Marcos, Muniain (88' Toquero); Susaeta, Aduriz, Isma López.
Valladolid: Jaime; Rukavina, Jesús Rueda, Marc Valiente, Peña; Ebert (83' Lolo), Álvaro Rubio (61' Sastre), Víctor Pérez, Omar; Óscar (78' Bueno), Javi Guerra.
Reti: 69' Aduriz, 75' Susaeta.
Arbitro: Del Cerro Grande (Comité madrileño).

Ci voleva, ci voleva eccome questa prima vittoria in Liga. D'un colpo solo il 2-0 al Valladolid ha scacciato i molti fantasmi che aleggiavano sul San Mamés e in particolar modo quello (a dir poco ingombrante) del "traditore" Javi Martinez, omaggiato dallo striscione non proprio amichevole che avete visto in apertura di post. Inoltre i disfattisti e gli anti-Bielsa, ai quali evidentemente la lezione della stagione passata non è servita, per un po' rimarranno quieti, visto che la vittoria di domenica consente di andare al riposo della pausa per le nazionali con due punti in più rispetto alle prime tre giornate del campionato 2011/2012.
Domenica non ho potuto vedere la partita, ma tra articoli e video mi sono fatto un'idea abbastanza chiara. Il gioco ancora è molto distante dal livello raggiunto l'anno scorso, e non potrebbe essere altrimenti visto che tutti i migliori giocatori sono in ritardo di condizione, tuttavia sono stati raggiunti due obiettivi non trascurabili: la squadra è riuscita a proporre alcuni spezzoni di buon calcio e, soprattutto, è riuscita a non incassare gol dagli avversari dopo le nove reti totali subite contro Betis e Atletico Madrid. L'inserimento di Ekiza si è rivelato azzeccato e ha dato maggior sicurezza a un Gurpegi che, apparso spaesato al fianco di un San José non adeguato, ha ritrovato efficacia e letture tattiche da vero difensore centrale, ruolo in cui peraltro era stato provato con risultati interessanti anche alcune stagioni orsono. A centrocampo Iturraspe è stato positivo nonostante la sostituzione, Muniain ha mostrato notevoli passi avanti e Ruiz de Galarreta ha confermato di essere un elemento su cui poter puntare già adesso; buone notizie si sono avute anche dall'attacco, con un Aduriz versione "killer dell'area di rigore" (un pallone buono, un gol), un Isma ispirato e concreto e un Susaeta che ha deliziato la Cattedrale con una rete di grandissima caratura, un destro a girare sul secondo palo che ha ricordato da vicino i celeberrimi gol "alla Del Piero". Certo, ci sono stati anche diversi problemi: la manovra non è stata molto fluida, nel primo tempo la difesa ha concesso troppo al Valladolid, che con Javi Guerra ha sprecato un paio di ottime occasioni, e la squadra non ha mostrato quegli automatismi tipici del gioco di Bielsa che ormai dovrebbero essere stati ben assimilati, tuttavia le attenuanti sono molte e assolutamente reali, quindi l'unica cosa che conta è essersi sbloccati, psicologicamente e dal punto di vista della classifica, dopo un inizio di temporada tormentato più che altro dalle note vicende di mercato. Ci voleva, ci voleva eccome questa vittoria.