venerdì 25 gennaio 2013

Dopo il giro di boa.

Con la sconfitta al San Mamés rimediata contro il Rayo Vallecano si è chiuso il girone di andata di una Liga fin qui nerissima per l'Athletic Club. Il giro di boa del campionato è, tradizionalmente, il momento giusto per tracciare un primo bilancio della stagione, dunque ne approfitterò per ricapitolare quanto successo fin qui e anche per parlare di quelle competizioni (Copa del Rey e UEFA) che ho colpevolmente trascurato a causa di vari impegni personali. Sarà un'analisi per punti, più razionale nell'esposizione e facile da commentare qualora ne abbiate voglia. Buona lettura!

Liga: 21 punti. 6 vittorie, 3 pareggi, 10 sconfitte. 23 gol fatti (quinto peggior attacco), 39 subiti (peggior difesa). I numeri di questa primera vuelta biancorossa sono impietosi, quasi drammatici nella loro asettica descrizione di una realtà lontana anni luce dai fasti di qualche mese fa. La squadra che incantava il mondo, che imponeva al Barcellona un pareggio acciuffato da Messi per il rotto della cuffia sotto un diluvio epico, che giocava divinamente in casa come in trasferta e che sapeva dare, giornata dopo giornata, delle vere e proprie lezioni di calcio a tutti, non esiste più. Come ciò sia stato possibile resta il mistero più grande, e francamente devo dire che ho esaurito ipotesi e tentativi di dare una spiegazione all'inspiegabile. Sicuramente si è trattato di un processo lento, iniziato con le voci delle dimissioni di Bielsa a luglio, proseguito con la querelle sulle opere non finite a Lezama e che non ha mai smesso di crescere e fagocitare pezzo dopo pezzo l'ambiente bilbaino, sorta di Blob calcistico impossibile da fermare. La fuga di Javi Martinez al Bayern e l'inizio della telenovela-Llorente hanno finito di sfasciare uno spogliatoio già provato dalle delusioni delle due finali perse e dal caos estivo, e da lì in poi niente è andato nel verso giusto. L'inizio della Liga è stato al rallentatore, come già accaduto l'anno scorso, solo che, a differenza della stagione passata, la squadra non ha mai dato segnali incoraggianti e non c'è stata nessuna partita della svolta, quella cioè in grado di sbloccare un intero gruppo a livello mentale. Un anno fa il derby dell'Anoeta, vinto 2-1 al termine di un match che sarebbe potuto finire in mille modi, rappresentò la chiave di volta dell'intero progetto bielsiano, dando ai giocatori convinzione nei propri mezzi e, soprattutto, nel nuovo modo di gioco adottato dal rosarino. Stavolta invece nessuna vittoria, per quanto importante e ben ottenuta, è riuscita a far cambiare passo ai Leoni. L'impressione è che gli zurigorri non stiano avanzando, pur in mezzo a mille difficoltà, lungo il cammino tracciato l'anno scorso, ma che si stiano trascinando stancamente, che stiano arrancando senza sapere bene quale direzione seguire. Non c'è continuità né progettualità, solo un demoralizzante peregrinare tra sconfitte (tante) e risultati positivi (pochi), un vagare a tentoni nel blackout totale della sinergia tra club, allenatore e giocatori che tanto aveva reso nel 2011/2012. Chi va in campo non rende, chi siede in panchina ha le idee poco chiare, chi comanda a Ibaigane non riesce a gestire determinate situazioni; risultato: lo spogliatoio è una polveriera sempre sul punto di esplodere e sta minando in modo serissimo l'intera stagione. L'andamento nella Liga è stato più che altalenante, ma il momento critico si è avuto dopo una mini-serie positiva di due vittorie consecutive a inizio dicembre che sembrava in grado di rilanciare le ambizioni dell'Athletic; dopo, invece, sono arrivate tre sconfitte di fila che hanno fatto sprofondare i bilbaini a tre passi dal baratro, aumentati di uno dopo il pareggio in casa del Betis di lunedì. Insomma, la situazione non è rosea e i 9 punti di distanza dal sesto posto, l'ultimo utile per la qualificazione europea, non autorizzano a sognare. Anche perché prima c'è da pensare alla salvezza.

Copa del Rey: che non fosse aria, per i colori biancorossi, si era capito già al momento del sorteggio, quando l'Athletic era stato estratto dalla parte "sbagliata" del tabellone, quella cioè dove già si trovavano sia Barcellona che Real Madrid (con l'aggiunta, tanto per gradire, di Malaga e Valencia). Il modo in cui i Leoni hanno salutato la competizioni di cui sono vicecampioni in carica, tuttavia, ha dell'inammissibile. Va bene venire eliminati prima del previsto, e in fondo ci può stare anche di cadere contro una squadra che gioca due serie più in basso (il Mirandés dell'anno scorso insegna), però non si può cadere senza combattere, senza neppure tentare di guadagnarsi la qualificazioni. Onore massimo all'Eibar, discreta formazione di Segunda B con ambizioni di ascenso, ma per chi ha visto entrambe le partite (e io sono tra questi, purtroppo) lo spettacolo è stato davvero miserabile. Se lo 0-0 dell'andata allo stadio Ipurua era stato giustificato con la scusa del campo pesante e anche più stretto del normale, l'1-1 (in rimonta!) che ha suggellato il passaggio del turno degli armeros di Gaizka Garitano agli ottavi è stato davvero uno schiaffo a tutti i tifosi biancorossi. Una squadra molle, senza nerbo né grinta alcuna, si è fatta mettere sotto da degli onesti semiprofessionisti che, a ben guardare, non hanno neppure disputato la partita della vita. È bastata una prestazione onesta dei guipuzcoani per permettere loro di eliminare l'Athletic, ed è stata questa la parte più brutta della vicenda. C'era una finale da difendere e gli zurigorri non ci hanno neanche provato. Un modo ben triste di chiudere la storia del San Mamés nella competizione più cara al club di Bilbao.

Europa League: dopo la soffertissima qualificazione al turno preliminare contro i croati dello Slaven Belupo, dal'urna di Nyon l'Athletic aveva avuto un responso più che positivo. Tolti i francesi del Lione, infatti, Gurpegi e soci avevano pescato due formazioni non propriamente irresistibili, lo Sparta Praga e i poco conosciuti israeliani dell'Hapoel Kiryat Shmona. Il pareggio casalingo contro l'Hapoel ha fatto suonare un primo campanello di allarme, smorzato però dalle circostanze più che sfortunate nelle quali è maturato (20 tiri a 2, pali, miracoli del portiere, ecc). Quando però i Leoni hanno incassato tre sconfitte di fila (Praga, Lione in casa e in trasferta) la situazione è degenrata in maniera irrimediabile, e a nulla sono serviti i quattro punti nelle ultime due giornate, giocate peraltro con una squadra composta i maggioranza dai ragazzini del Bilbao Athletic. Bisogna dire che in questa competizione i biancorossi hanno palesato più sfortuna che altro; nel doppio confronto con il Lione e nella prima partita contro l'Hapoel, infatti, gli uomini di Bielsa avrebbero meritato di più, anche se l'eliminazione in un gruppo del genere brucia eccome. Diciamo che anche la competizione continentale ha confermato come questo non sia l'anno buono degli zurigorri.

Giocatori: tranne alcuni rari casi, gli autori della cavalcata dello scorso anno sembrano le controfigure di loro stessi. In difesa, Aurtenetxe non ha trovato continuità a causa degli infortuni, Amorebieta ha fatto letteralmente ridere (con lo zenith al contrario del rigore assurdo contro l'Eibar che è costato il passaggio del turno in Copa) e San José, ancora una volta, ha evidenziato limiti caratteriali e anche tecnici; sufficienti Iraola, che si è salvato con esperienza, ed Ekiza, bravo a conquistarsi un posto da titolare dopo un inizio ai margini. Tra i nuovi (inteso anche chi aveva giocato poco o nulla la passata stagione), Castillo si è rivelato il mediocre giocatore che si temeva fosse, Gurpegi ha sostanzialmente fallito la sua riconversione a centrale difensivo (poco efficace in contenimento, non riesce a incidere neppure in impostazione, risultando sostanzialmente inutile) mentre la nota più lieta è senza dubbio Laporte, subito tra i migliori nonostante sia appena maggiorenne. Passando al centrocampo, è quasi impossibile non notare che sono tutti calati tranne Herrera, l'unico elemento che sta disputando una temporada probabilmente migliore rispetto all'anno scorso. Iturraspe (anche se in misura minora), De Marcos e soprattutto Muniain, utilizzato spesso come trequartista con esiti disastrosi, stanno ampiamente deludendo, e non a caso il peggioramento del gioco è coinciso con il loro calo. Il caso di Bart Simpson è emblematico del periodaccio di tutta la squadra: immarcabile solo pochi mesi fa, non riesce più ad azzeccare un dribbling, una giocata e neppure un passaggio che vada più in là di due metri; in più dimostra di essere testardo come un mulo e sembra voler risolvere le partite da solo, cosa che lo porta a tentare di continuo una soluzione personale che non gli riesce praticamente mai. In avanti il quadro non è molto più confortante. Sparito quasi subito Isma Lopez, sotto-utilizzati Toquero e Igor Martinez, le note liete sono Ibai ed ovviamente Aduriz, senza i cui gol i Leoni sarebbero nel letame fino al collo, mentre anche Susaeta sembra suo cugino scarso più che il giocatore che si è anche conquistato la nazionale. Se volete leggere di Llorente non vi resta che aspettare un paio di capoversi.

Bielsa: anche lui sembra un po' in confusione. L'insistenza con la quale continua a proporre il 4-3-3 dell'anno scorso sfiora talvolta il masochismo, soprattutto perché il problema principale della squadra, ovvero il numero enorme di gol incassati, potrebbe essere risolto blindando maggiormente la difesa grazie all'aumento degli uomini a centrocampo; un passaggio ad un 4-4-2, per esempio, che senza dubbio sarebbe un passo indietro dal punto di vista stilistico, ma che potrebbe portare benefici a corto raggio. Bielsa però è fatto a modo suo e per lui, persona coerente, la ricerca del risultato passa inderogabilmente attraverso l'espressione di un gioco piacevole, armonioso e offensivo; le sue idee ci hanno portato a due finali e non devono essere rinnegate alle prime difficoltà. Peraltro il limite maggiore visto finora è la condizione fisica precaria di molti elementi della rosa, e si sa che i calciatori devono essere al 100% per poter esprimere il calcio a 100 all'ora del rosarino. L'uscita da entrambe le coppe potrebbe migliorare la situazione, visto che non ci sarà più da giocare ogni tre giorni e i Leoni potranno tirare il fiato. La domanda è: Bielsa sarà ancora l'allenatore dell'Athletic il prossimo anno? Io credo di no. Nella vita mai dire mai, ma le varie situazioni createsi dall'estate e i risultati non soddisfacenti mi portano a pensare che l'avventura del Loco sulla nostra panchina si concluderà al termine del secondo anno di collaborazione. E Kuko Ziganda già scalpita...

Il caso Llorente: la notizia di ieri, ufficiale, è che Llorente ha firmato con la Juventus per la prossima stagione. Auguri e figli maschi, visto che andrà a giocare per la Vecchia Signora. L'incubo però non finisce, visto che il baldo riojano resterà in rosa fino a giugno... non a dare il suo contributo in campo, visto quanto lo sta utilizzando Bielsa, ma l'obiettivo di Urrutia non è certo quello di assicurarsi i suoi gol per qualche altro mese. Qui ci sono in ballo l'etica e i valori di un club differente da tutti gli altri, come io e altre persone dei Leones Italianos stiamo (inutilmente, ahimè) cercando di far capire da tempo anche ai giornalisti italiani. Vi lascio il link all'articolo scritto da me e dal presidente Emiliano Gabrielli sull'argomento, mentre in soldoni il mio pensiero è: sbagliato criminalizzare Llorente (non tutti sono Julen Guerrero, ci sta che un calciatore professionista abbia ambizioni diverse), ma lui ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare in termini di gestione della vicenda. Addio, non ci mancherà.

35 commenti:

  1. Insomma mi sa che ci mancherà. Anche umanamente è una persona squisita. Ad ogni modo spero che si trovi un suo sostituto o uno che la butti dentro al più presto.

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    1. Non lo conosco come persona e non posso dire se sia squisito o meno, di certo il modo in cui ha scelto di andarsene non è proprio quello del classico gentleman. Come giocatore ovviamente lascerà un vuoto importante, ma l'Athletic è sopravvissuto a ben altre perdite e saprà superare anche questa. Peraltro mi sembra che uno che la butti dentro già ci sia ;)

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  2. paolopin
    Caro Edoardo, come ho scritto una volta su facebook, nell'articolo tuo e del presidente riguardo il caso Llorente, ci sono parole sante!

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  3. volevo fare due osservazioni, partendo dal fatto che il pezzo scritto è fatto benissimo (come al solito d'altra parte!)
    1) sul modulo, prima di leggere il tuo pezzo, pensavo basta passare con un centrocampo a 4...e infatti centrocampo a 4 è stato tirato fuori...prima di tutto i grandi allenatori si vedono anche nella capacità di cambiare il modulo per rendere la squadra più equilibrata, la testardaggine non porta lontano, penso anche allenatori più "blasonati" come Ancelotti che continua a riproporre il suo albero di natale con li Psg e non decolla...ora con un 442, non è detto che non si giochi bene, non esiste il solo 433 per fare calcio spettacolo, anche perchè il 442, si trasforma facilmente in 424, il Barcellona di Guardiola non era un 433, ma un mischiotto di diversi moduli...poi Muniain sulla trequarti proprio non lo si può vedere...Muniain è un ala, punto. e nel 442 potrebbe fare male...il BVB Dortmund, che sta giocando secondo me benissimo, mi ricorda i Leones dello scorso anno, non gioca con un 433, eppure sta dando lezioni di calcio ovunque vada...
    2)caso Llorente, ho letto l'articolo, concordo si e no...partendo dal presupposto che non dovrebbe secondo me esistere l'idea di cartellino, (come negli sport americani), dato che i calciatori sono lavoratori come tutti gli altri (tralascio commenti su stipendi e altro), ma di base lo sono, percui come un manager, o un operai qualsiasi, che cambia posto di lavoro non viene comprato dalla società "rivale", non vedo perché una squadra dovrebbe vendere un giocatore (tra l'altro molto da periodo schiavista)...un giocatore si trasferisce finito il contratto, o se un'altra squadra offre di più, al massimo si potrebbe stabilire contratti di 3 anni al massimo, cosi i calciatori hanno l'opportunità di cambiare se vogliono...ma l'abolizione del cartellino, consentirebbe alle società di essere più protette da situazioni di ricattabilità...penso a Walcott dell'Arsenal, che sotto minaccia che avrebbe lasciato i Gunners a fine anno a costo zero, ha ottenuto quello che voleva...detto questo, anche in questo caso la testardaggine non aiuta, già facendo giocare solo baschi (benché come idea mi piaccia, e la possa condividere sul piano prettamente culturale, soprattutto dopo tutto quello che è successo nel passato,in particolar modo nel periodo franchista, da un punto di vista sociologico-e lo dico da ricercatore in Antropologia Culturale- risulta quasi "razzista" l'identità la si può dimostrare in tanti modi, con questo non dico che bisognerebbe comprare tonnellate di stranieri, anzi io sono dell'idea che si possano crescere i propri giocatori e rimanere competitivi, ma se ci fosse l'occasione per migliorarsi perché no?
    dicevo di testardaggine, ora vero che i Leones non comprerebbero nessun'altro, anche se non è proprio cosi, dato che possono comprarsi altri giocatori baschi, ad esempio Benat e quei soldi avrebbero fatto comodo, ma non è vero che non c'è costo su Llorente ad esempio, 17 anni di formazione sono un bel costo, io ho lavorato prima di trasferirmi all'estero a vivere, e lo faccio comunque tutt'ora con i ragazzi di una polisportiva, come allenatore, e i costi di gestione, seppur minimi rispetto alla squadra di professionisti ci sono, oltre che rischiare di spaccare lo spogliatoio come è avvenuto quest'anno...rischiare, perché ragazzi qua si sta rischiando, la retrocessione per una questione di principio mi sembra troppo, come anche il caso di Javi Martinez gestito da entrambe le parti da dilettanti, cosi pure con Bielsa, direi che le ultime vicende sono davvero state gestite male, e il solo trincerarsi dietro la baschità mi è sembrata una mossa azzardata e allo stesso di comodo, non sapendo come uscire dal pantano...io adoro questa squadra e l'idea delle squadra etc etc, la camiseta, ma sono anche realista e certi atteggiamenti a volte ripeto sono controproducenti...

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    1. Ciao Matteo, non ho ben capito il punto 1 del tuo discorso... Bielsa non ha tirato fuori nessun centrocampo a 4, anche ieri si è giocato col classico 4-3-3 (e mis embrava di averlo scritto nel pezzo). Muniain in realtà l'anno scorso fornì le prestazioni migliori da trequartista in luogo di Herrera, e a parer mio sarebbe più efficace come seconda punta che da esterno; personalmente mi piacciono le ali che puntano l'uomo, cercano il fondo e crossano, mentre Iker è uno di quei falsi esterni che in realtà cercano sempre di accentrarsi per tentare il passaggio o la conclusione.
      Per quanto riguarda il punto 2, vi hai riassunto moltissimi temi, anche complessi, che meriterebbero non una ma 4 o 5 risposte articolate. Riassumendo, posso dirti che: a) il fatto di giocare solo con i baschi non c'entra nulla con il nazionalismo o tantomeno con il razzismo, ma ha precise motivazioni storico-sportive (il calcio in Spagna nasce nei Paesi Baschi e i giocatori baschi sono stati per decenni i migliori) che poi, una volta assimilate, sono divenute una tradizione irrinunciabile anche (ma non solo) per ragioni identitarie. Il fatto però che l'Athletic attuale sia multiculturale e che in passato sia stato pieno di inglesi (come testimonia il suo nome) basta a cancellare tutte le pseudo-accuse di razzismo. B) Interessante la questione del cartellino, considera però che gli sport americani hanno impianti totalmente diversi tra draft e free agency, quindi non sono realtà paragonabili. C) Non è testardaggine, ma una semplice constatazione. Urrutia dice: non ci servono soldi, dunque un giocatore va via solo se lo vogliamo vendere noi o se un altro club si presenta qui e paga la clausola rescissoria. Giusto? Sbagliato? Sia come sia, la linea di Ibaigane è questa. 5 o 6 milioni per un calciatore come Llorente non rappresentano nulla, visto che solo di diritti di formazione si parla di almeno 20 milioni a star bassi. L'Athletic potrà perdere un po' di soldi ma di sicuro sta dando un esempio a tutti i ragazzi che ora sono nelle giovanili di Lezama. D) Il caso Javi Martinez non è stato gestito da dilettanti: il Bayern si è presentato e ha pagato sull'unghia i 40 milioni per la rescissione unilaterale. Non vedo cosa potesse gestire Urrutia. E) Personalmente non vedo atteggiamenti controproducenti, la partita di ieri ad esempio ha mostrato che non serve Llorente per vincere bene contro la seconda forza della Liga.

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    2. sul modulo, intendevo che si può passare al centrocampo a 4 senza per forza rinunciare al gioco, al bel gioco...e a volte quando gli allenatori si ostinano con il loro modulo che hanno in testa, non sempre giova a loro favore....a volte adattarsi anche alla situazione psicologica della squadra può essere un vantaggio...magari un centrocampista in più in questo momento di difficoltà aiuterebbe la squadra...poi lungi da me di accusare di razzismo l'Athletic Club, mai...era solo una constatazione, che va bene essere legati al territorio, e la storia dei paesi baschi, non solo sportivamente la conosco molto bene, feci un esame in antropologia culturale su baschi, gaelici e altre minoranze culturali...già la definizione mi fa storcere il naso...detto questo, penso che a volte si potrebbe tornare indietro e ingaggiare qualche spagnolo in più...ma a me va bene anche cosi, non è che li tifo di meno per questo!javi martinez ammetto di non aver seguito benissimo la trattativa, ma mi ricordo di un suo passaggio notturno al centro allenamenti...e questioni pendenti tra società e il giocatore...vero che 6 mln non coprono 20 mln, anche se non costa cosi tanto formare un giocatore! ma cosi facendo rischi invece di distruggere uno spogliatoio...era questo il punto che contestavo come atteggiamenti controproducenti...

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    3. Bielsa ha le sue convinzioni, prendere o lasciare, ma intanto ora che la squadra può tirare il fiato e non deve più giocare ogni 3 giorni le cose stanno migliorando.
      Sinceramente non capisco questa insistenza sull'ingaggiare spagnoli, se conosci (come sostieni) la storia della squadra e di Euskal Herria ti dovrebbe essere tutto chiaro.
      Javi Martinez si è comportato come un idiota (pensa che è andato a fare le visite mediche a Monaco di notte e mezzo mascherato, manco fosse un ladro), mentre l'Athletic si è comportato in maniera irreprensibile.
      Secondo te prendere un giocatore a 12 anni e portarlo fino alla Coppa del Mondo nel pieno della maturità calcistica non ha un valore di svariati milioni? A parte questo, lo spogliatoio mi è sempre sembrato abbastanza unito nonostante le avversità, e c'è da dire che l'esempio dato dal club alle nuove generazioni è di quelli indelebili.

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  4. Ciao Edo, è molto tempo che non passo dal tuo blog. Ero curioso di leggere qualcosa sul caso LLorente. Al di là del mio tifo per la Juve, dove tra l'altro non spasimo per l'arrivo del centravanti, anch'io penso che la somma di tanti nobili principi rischia di essere controproducente. Del resto l'Athletic ha dovuto pur capitolare sulla scritta della camiseta. Passi per la non facile gestione di avere solo baschi in squadra (del resto la scuola basca rimane sempre molto interessante), però rinunciare ad un gruzzolo subito non mi sembra una scelta economicamente saggia. A meno che, non ci siano altre ragioni che non conosco.
    Un caro saluto.
    Antonio

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    1. Ciao Antonio, ben trovato! Secondo me la Juve ha fatto un gran colpo, bisogna solo vedere se l'ambiente avrà pazienza... Llorente non è il classico bomber a cui basta un solo pallone per segnare, di solito se ne mangia parecchi davanti al portiere (pur "pesando" moltissimo sul gioco della squadra, e facilitando il compito a chi si inserisce da dietro) e temo che alla prima partita non buona la gente se lo sbranerà. Riguardo al braccio di ferro tra il riojano e la società, come dicevo a Matteo Urrutia ha dichiarato di non aver bisogno di soldi (l'Athletic è una delle pochissime società europee in attivo pieno, se il fair play finanziario fosse una cosa seria sarebbe la società più virtuosa del continente) e quindi non ha ritenuto di svendere il giocatore. Può sembrare strano, ma per lui contano più i principi dei milioni, peraltro inutili visto che le finanze sono a posto e al momento non ci sono fenomeni baschi da poter prendere a un prezzo ragionevole (a meno che non sia ritenuto saggio pagare 20 milioni per un giocatore cresciuto a Lezama come Benat). La questione dello sponsor sulla maglia purtroppo è figlia di trame oscure tra politica e interessi finanziari, speriamo che alla scadenza del contratto Urrutia mandi a quel paese Petronor e chi ha svenduto la nostra storia per un piatto di lenticchie.

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  5. ah...su Muniain, vero che gioca da esterno per rientrare, ma come pur trequartista non lo vedo...sullo sponsor maglia, io li abolirei tutti...orrendi!

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    1. Non so se lo hai visto l'anno scorso da vice-Herrera: devastante. Ripeto, per me è più una seconda punta o trequartista che un esterno, ma non credo comunque di capirne più di Bielsa.
      Sugli sponsor non posso che concordare!

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  6. Grandissima partita ,peccato che te la sei persa!
    sopratutto grande Herrera,però più che simile a Pizarro
    mi ricorda sempre di più RIVERA per certe movenze e per i passaggi smarcanti.

    UGO

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    1. Herrera è di gran lunga il migliore quest'anno, e aumentano i rimpianti per non averlo potuto avere quasi mai al 100% la scorsa stagione causa pubalgia. Sinceramente i paragoni mi piacciono poco e non sono neanche bravo a trovarli :)

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  7. ecco seconda punta l'ho trovato più efficacie senz'altro...poi è vero che il trequartista moderno ha molto più spazio di manovra....eheh...non voglio che vengano ingaggiati giocatori spagnoli o di altre bandiere perchè cosi fan tutti, la storia c'è, non si discute, ma si può anche cambiare senza aver paura di tradire le radici, le tradizioni...detto questo va bene cosi...su Bielsa, a me piace come persona, come allenatore, etc etc...ma una cosa che non mi piace in generale è l'intransigenza, in tutte le cose...soprattutto nel calcio/sport, fatto di adattabilità...ora ok, ci sono meno gare e ci si sta ripigliando...ma prima in certi momenti si poteva correggere il tiro, e forse avremmo qualche punto in più senza l'ansia di essere risucchiati nella lotta per non retrocedere...poi forse sono io l'intransigente che vede solo centrocampi a 4 di solito in linea per coprire tutta la larghezza del campo, con varianti di difesa/attacco, 343 442...ma questi sono discorsi molto soggettivi...poi su Martinez, come detto non sapevo bene la situazione, mi ricordavo di questo fatto di entrata in notte nel centro allenamenti, non avevo seguito bene, dato che mi stavo trasferendo all'estero a vivere e in quel momento con tutto l'amore che ho per i leones erano il mio ultimo pensiero;)...per carità lo spogliatoio ha retto, anche per ragioni ovvie, di gruppo...ma qualche problema secondo me lo ha creato senz'altro, per carità non è stato devastato, ma 5-6 punti per me sono stati persi, e anche il secondo posto in EL...
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    tornando un secondo sui giocatori, conosco la storia dei paesi baschi, storia che dal 1937 fino alla fine della dittatura ha visto cose indicibili, come tutte le dittature d'altra parte, ma ricordo anche le brutte pagine del terrorismo, o le pagine di Sabino Arana che professava comunque la superiorità della razza basca su quelle che circondavano i paesi baschi....come detto, l'intransigenza non sempre porta buone cose, e lo dico da svizzero, con la nostra intransigenza su tanti aspetti...sono orgoglioso delle mie radici e delle nostre tradizioni, ma cerco anche di aprirmi...

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    1. comunque sempre massimo rispetto ovviamente per il popolo basco, non vorrei essere sembrato contro...anzi...

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    2. Innanzi tutto non è vero che non vengono ingaggiati spagnoli o stranieri, l'unico requisito è che siano cresciuti nelle giovanili di una squadra basca; in secondo luogo, l'unicità dell'Athletic risiede nella propria filosofia, senza la quale sarebbe una squadra come tutte le altre. Scusami se te lo dico, ma se confondi la tradizione con la testardaggine non hai ben capito cos'è questo club. Tralascio poi i discorsi sull'ETA e sul nazionalismo basco perché questo è un blog di calcio e tale deve rimanere, ma posso dirti che non sono assolutamente d'accordo con te.

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    3. non so cosa dire, avrò buttato via tempo a studiare la realtà basca, se non ho capito nulla...vero che è un blog del calcio, concordo, ma ricordati che soprattutto in spagna, politica e calcio vanno di pari passo...poi non so su cosa tu non sia d'accordo con me, ma va bene cosi, ci mancherebbe altro

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    4. Perdonami, non volevo essere offensivo, comunque non ho detto che non hai capito nulla dei baschi, ma che dai tuoi discorsi traspare una non comprensione di cosa rappresenta l'Athletic. Un Athletic senza la sua filosofia non sarebbe l'Athletic, ma una squadra come tutte le altre... e allora per quale motivo seguirlo? Lo hai detto tu che la politica di acquisizione di giocatori del club ti sembra testarda e (leggo tra le righe) poco sensata, ergo permettimi di dire che non hai ben chiaro il perché l'Athletic sia "l'ultimo baluardo", come da titolo di un ottimo libro di Simone Bertelegni del quale ti consiglio la lettura.

      Riguardo politica e calcio, è sempre stata mia precisa intenzione tenerle separate, in questo blog, visto che in passato ci sono stati episodi spiacevoli di incomprensioni, offese e sbarchi di idioti provocatori. Chi mi conosce sa come la penso sulla questione basca e tanto basta. Non sono d'accordo con quanto scrivi perché butti lì delle cose dandone lettura parziale, mentre non basterebbero tomi di centinaia di pagine per approfondire le questioni del nazionalismo e del terrorismo. Ciò detto preferisco non proseguire il discorso per i motivi che ti ho già spiegato.

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    5. parto dal tuo ultimo punto, va benissimo tenere il calcio e la politica separati sul blog, tenendo comunque in mente che sono legati tra di loro, perchè concordo con te si rischia a parte di entrare in ambiti diversi dal calcio, e soprattutto si rischia dimavere situazioni spiacevoli a livello discorsivo...d'altra parte la mamma del cretino è sempre incinta si dice dalla mie parti, almeno in italia, qua non so ancora cosa dicono;)
      secondo non me la sono mica presa, penso che ognuno ha diritto e dovere di esprimere la propria opinione, sempre in toni civili, come hai fatto tu, e come spero di aver fatto io...aldilà poi dei contenuti, opinabili...in effetti quello che ho scritto è stato buttato un pò nel calderone, e non è proprio passato il mio messaggio, ma su questo punto mi piacerebbe avere una tua visione, e se avessi tempo e voglia mi piacerebbe un tuo punto di vista, da non lasciare qua sul blog, essendo calcio, ma invitandoti sulla mia mail, ingosmurf@gmail.com
      capitolo acquisizione giocatori, la mia era un'osservazione più ampia, mi spiego, sono il primo a sostenere che i giocatori si possono formare in casa, penso ad esempio al Lione, che quest'anno ha tantissimi giocatori formati tra le mura amiche, e sperare poi di avere i soldi anche per trattenerli...fin qui non ci sono punti di disaccordo, ma due cose, la prima che evidentemente non conoscevo e avevo probabilmente capito male da articoli come sempre fatti col sedere da certa stampa, ovvero che soltanto i baschi potessero giocare nell'Athletic, invece il fatto che basti essere basco o essere cresciuto nelle cantere di squadre basche, percui deduco che un galiziano cresciuto nella cantera di una squadra basca vada bene, cambia non poco le carte in tavola( dico questo perchè recentemente era stato riportato un articolo in cui si diceva che i soci del club volevano solo baschi e non stranieri, intesi come non baschi, evidentemente era una traduzione approssimativa, in cui in realtà venivano esclusi i non canterani baschi...secondo se è confermata questa cosa, allora il mio commento precedente, fatto anche in buona fede, va cancellato...il libro ora lo cercherò e me lo leggerò senz'altro, anzi se hai altri spunti...

      ingosmurf@gmail.com

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    6. Appena ho tempo ti scrivo, così possiamo parlare un po' :)

      Sul discorso dei giocatori, purtroppo la disinformazione regna sovrana. La filosofia dell'Athletic in materia è di incorporare calciatori baschi o cresciuti nel vivaio di una squadra basca, quindi l'esempio che fai tu (un gallego formatosi nel vivaio della Real Sociedad) è corretto. Di casi del genere ce ne sono a bizzeffe, per rimanere al recente passato posso citarti David Lopez, Aranzubia ed Ezquerro, tutti e tre nativi de La Rioja ma cresciuti nelle cantere di Osasuna e Athletic. Per saperne di più ti consiglio "L'ultimo baluardo" o, meglio ancora, la sua versione aggiornata, "L'utopia calcistica dell'Athletic Bilbao", entrambi di Simone Bertelegni. Li trovi facilmente sul web.

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    7. grazie mille Edo. attendo tue nuove...

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  8. Ciao Edo,in Europa League si poteva benissimo passare il girone col secondo posto quindi,anche se abbiamo avuto sfiga coi francesini,dovevamo fare qualcosa di più contro i ciechi e gli israeliani.Fare 5 punti in 4 partite contro squadre del genere non esiste.In Copa del Rey siamo usciti al primo turno contro l'Eibar,la segunda B equivale alla Lega Pro Prima Divisione quindi è come se fossimo usciti giocando contro il Latina visto che anche i laziali come i guipuzcoani lottano per la promozione.E' vero che non saremmo mai andati lontano in nessuna delle due coppe però visto che eravamo i vicecampioni di entrambe mi aspettavo di più.Capitolo Liga:o la salvezza o la morte non aggiungerò altro.Marco

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    1. In Europa francamente ci ha detto male, all'andata con gli israeliani se fosse finita 5-0 non avremmo rubato nulla e col Lione ci stava il pareggio da loro e la vittoria a Bilbao... purtroppo quando ti dice male c'è poco da fare. Abbiamo pagato l'unica partita giocata veramente male, quella di Praga.
      In Copa del Rey nessuna scusa, ogni tanto qualche eliminazione clamorosa ci sta ma sul doppio confronto significa aver giocato con sufficienza e arroganza. Poi l'Eibar è una buona squadra, come il Mirandes l'anno scorso, ma da qui a venire sbattuti fuori ce ne corre.
      Perfetta la tua chiusura :)

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  9. Non passavo da questo blog da tempo! Di solito faccio un giro per capire come gioca l'Athletic e per vedere i titolari della squadra cercando di comprarli nella mia squadra dell'Athletic di soccermanager dove ho solo calciatori baschi come la tradizione reale insegna. Complimenti per l'analisi del caso Llorente. Ora la situazione mi è molto più chiara. Mi pare chiaro che il ragzazzo voglia provare a vincere qualcosa giocando e non come nei suoi successi con la Spagna. Credo che lui ritenga che rimanendo a Bilbao non possa mai avere la possibilità di vincere forse perchè non crede lui stesso nelle possibilità dei suoi compagni o forse anche per il fatto che Barça e Real sono di una altro pianeta (senza dimenticare le ottime stagioni di Atletico Malaga e Valencia). Non credo che alla Juve prenda più dei 4,5 mln offerti da Urrutia e penso ch abbia potenzialmente due possibilità: spaccare tutto e rappresentare il bomber d'area che tutti voloveano in bianconero oppure rappresentare il nuovo Bendtner dopo 4-5 partite in cui non incide minimamente. Non riesco a vedere vie di mezzo per il suo futuro in bianconero.

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    1. Ciao Marco, ricorda che puoi prendere anche non baschi cresciuti nel vivaio di una squadra basca, mi raccomando!
      Llorente è padronissimo di voler cambiare aria e io sono il primo a dire che non tutti possono essere come Julen Guerrero, tuttavia avrebbe potuto gestire la cosa in maniera molto diversa. Nessuno discute le sue ambizioni professionali (Champion's da protagonista), che sono del tutto legittime, semmai a colpire è il modo di andarsene dal club che lo ha cresciuto, fatto diventare professionista e regalato tante soddisfazioni. Un po' di riconoscenza in più non avrebbe guastato... Dal punto di vista della sua scelta bianconera, secondo me lui rischia parecchio. In Italia non c'è pazienza, non c'è cultura calcistica (il 90% della gente o non lo conosce o crede che sia una pippa) e Llorente rischia seriamente di fare flop, anche perché non è quel bomber implacabile che i tifosi juventini aspettano. Alla prima partita in cui sbaglierà 2 o 3 gol facili (gliene ho viste fare diverse...) apriti cielo, e chissà se lui avrà il carattere per affrontare la situazione.

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    2. eheh....argomento caldo, quello dei baschi non baschi da inserire nelle rose di soccer manager!
      su Llorente secondo me poteva quantomeno firmare un allungo del contratto con la promessa di essere venduto, e soprattutto non voler fare l'esoso al principio...sulla Juve concordo...l'Italia era l'ultimo posto, lo avrei visto in PL o in BL dove c'è di sicuro più pazienza nell'attendere i giocatori...sul carattere chissà...finora è stato in una realtà di bambagia, in italia lo sbraneranno...altro in partenza Amorebieta...ma anche lui a parametro zero?

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    3. Llorente e il fratello-manager hanno gestito malissimo la questione del rinnovo. Francamente anch'io ho pensato che avrebbe potuto rinnovare, magari previo abbassamento della clausola rescissoria, chiedendo a Urrutia di essere ceduto qualora l'Athletic avesse ricevuto offerte di suo gradimento; in tal modo avrebbe fatto ottenere soldi al club e non si sarebbe inimicato tutto l'ambiente.
      Amorebieta in pratica non ha risposto all'offerta di rinnovo fattagli dalla società, dunque Urrutia ha deciso di ritirarla. Tutto lascia pensare che a fine stagione se ne andrà a parametro zero pure lui.

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  10. da un lato meglio, nel senso piuttosto che avere gente scontenta che ti fa traballare la squadra, meglio dirsi addio...brutta cosa l'avarizia...comunque non lenso che Urrutia, avrebbe rifiutato una clausola più bassa e una eventuale cessione...

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    1. Sicuramente è meglio, d'altra parte si è visto finora cosa significa avere in rosa gente che non pensa al bene della squadra.
      Riguardo a Llorente, credo che un "gentlemen agreement" con Urrutia avrebbe potuto facilmente trovarlo, invece ha pensato di poter giocare al rilancio all'infinito o comunque non è stato chiaro. Di certo non si è comportato col rispetto dovuto al club che lo ha fatto diventare quello che è oggi.

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    2. purtroppo Llorente è il classico prodotto sociale moderno, dove la riconoscenza te la puoi ficcare su, non dico dove, ma ci siamo capiti, e dove tutto è dovuto e soprattutto tutti credono di essere fenomeni, a prescindere da chi hanno attorno...dato che di Messi, ne nasce uno ogni 30 anni, direi che Llorente è stato senz'altro aiutato nella sua formazione calcistica dal club, un pò come se un figlio diventato grande e indipendente se ne fregasse dei genitori, non vuol dire che deve viverci fino alla morte, ma deve essere grato loro per averlo tirato su...Llorente in effetti non era obbligato a rimanere, e ritengo anche giusto provare altre esperienze, io ho scelto ad esempio di trasferirmi dall'Italia, ma poteva appunto trovare un accordo, che ci metto la mano sul fuoco, gli sarebbe stato concesso...ma il vile denaro non guarda in faccia nessuno...

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    3. Non è una questione di denaro, Llorente aveva voglia di cambiare aria (e di vincere qualcosa) e per me la sua scelta va rispettata. Credo che la situazione creatasi non sia stata cercata ad arte dal giocatore, ma piuttosto che sia sfuggita di mano un po' a tutti. Sinceramente dipingere il riojano come un orco cattivo mi sembra assurdo, per me ha solo sbagliato credendo di poter gestire la cosa a suo piacimento.

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  11. indubbio che Llorente voleva provare altre esperienze, infatti l'ho detto nel commento...ma il denaro diciamo che aiuta molto a provare a cambiare...supponiamo che nessuna squadra gli offrisse di più dell'Athletic Club, nonostante abbia più possibilità di vincere, siamo sicuri che cambierebbe?

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    1. Credo di sì, infatti la Juventus lo pagherà meno di quanto prende a Bilbao. La questione non era solo economica, purtroppo.

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    2. a questo punto allora posso anche giustificare la sua partenza, se non chiede di più e prende anzi di meno....
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      volevo fare tra l'altro una considerazione su un punto che avevi messo nei tuoi commenti, che condivido al 120% ovvero i diritti televisivi e di conseguenza l'importanza delle partite...ci riflettevo in questi giorni, dopo aver visto United-Everton, partita che potenzialmente potrebbe essere un Real-Athletic Club...in PL ogni partita è in un certo senso importante, ma poi durante l'anno ci sono diversi scontri considerati di cartello (penso sia l'unico campionato al mondo con cosi tanti scontri di cartello)...in Spagna purtroppo si sono dimenticati davvero delle altre squadre...come se esistessero solo Barcellona e Real...tutte le altre come Valencia, Sevilla, Athletic, Atletico...che non hanno nulla di meno, anzi, rispetto a Everton, Arsenal...vengono paragonate a squadrette...

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