lunedì 7 gennaio 2013

18a giornata: Levante 3-1 Athletic.


Bielsa urla, ma i suoi continuano a non sentirlo (foto Athletic-club.net).

Levante: Munúa, Lell, Ballesteros, David Navarro, Juanfran (68' Nikos), Diop, Iborra (83' Juanlu), El Zhar, Míchel, Rubén, Roger (72' Ángel).
Athletic Club: Iraizoz, Iraola, Ekiza, Laporte, De Marcos, Gurpegui, Herrera, Muniain (45' Amorebieta), Susaeta, Aduriz (76' Llorente), Ibai (64' Igor Martínez).
Reti: 6' Aduriz, 26' Lell, 45' Iborra, 69' El Zhar.
Arbitro: Paradas Romero (comité andaluz).
Note: espulso al 43' Laporte (A) per fallo da ultimo uomo.

Comincia come era finito, con una sconfitta con due reti di scarto, il 2013 dell'Athletic. Per continuare sulla scia delle banalità, si potrebbe dire "anno nuovo, vita vecchia", ma forse non è il caso di aggiungere ulteriore sale sulle ferite aperte di questa squadra. Al Ciutat de Valencia si è infatti vista una prestazione penosa dei Leoni, che ancora una volta hanno confermato di non riuscire a dare continuità al proprio gioco non solo da partita a partita, ma anche all'interno di un solo match; e a questo punto, con una sola partita prima del giro di boa della Liga, sorgono inquietanti domande sui giocatori e su Bielsa. Devo ammettere che anche io, pur mantenendo immutati stima e affetto per il mister, comincio a vacillare: dopo 18 giornate mi sembra che la situazione gli sia sfuggita di mano, altrimenti non si spiega la trasformazione dell'Athletic da squadra totale ad ammucchiata di zombi che vagano per il campo senza costrutto. Il tempo dei primi bilanci si avvicina, e francamente c'è poco da stare allegri.
I biancorossi vogliono dare continuità al successo esterno del Son Moix, ma si presentano in casa del Levante con le assenze pesanti di Aurtenetxe e Iturraspe, che si accomodano in panchina non essendo al meglio dopo i rispettivi infortuni; al loro posto giocano De Marcos come terzino (Ibai va a sinistra con Muniain che scala al centro) e Gurpegi nel suo ruolo naturale di mediano, mentre Laporte viene confermato al posto di Amorebieta accanto a Ekiza. L'inizio dei Leoni è promettente, la palla gira in modo abbastanza fluido e addirittura si rivedono alcune combinazioni nello stretto marchio di fabbrica della passata stagione. Proprio da una di queste triangolazioni nasce il gol del vantaggio basco: Herrera pesca alla grande Iraola dopo un ottimo contromovimento di Susaeta che apre un buco sulla fascia destra, il cross di Andoni, come sempre, è perfetto e Aduriz lo incorna come meglio non si potrebbe, rendendo vano il tentativo d'intervento di Munua. L'inizio col botto illude tutti sul possibile ritorno del "vecchio" Athletic, e invece col passare dei minuti (proprio come era successo a Maiorca) la squadra arretra il baricentro e viene messa sempre più sotto dagli avversari, che approfittano dei soliti, bruttissimi errori nei passaggi che avviano l'azione per creare azioni pericolose in contropiede. I bilbaini, da parte loro, scompaiono letteralmente dalla metà campo in su, e il gol del pari di Lell al 26' (De Marcos non lo chiude, Iraizoz si fa infilare sul suo palo) non sorprende per nulla. L'inerzia della partita è ormai saldamente dalla parte dei padroni di casa, in più al 43' ci si mette anche Laporte, fin lì senza dubbio il migliore dei suoi, e la frittata è fatta: il giovane francese valuta male un pallone lungo, forse anche a causa di un rimbalzo malandrino, si fa superare e per rimediare all'errore non trova di meglio che abbattere Roger lanciato a rete. Cartellino rosso diretto e indiscutibile. Bielsa decide di non aspettare e vuol subito inserire Amorebieta per un Muniain irriconoscibile, ma mentre il numero 5 aspetta a bordo campo, Iborra incorna il 2-1 che manda K.O. i biancorossi prima dell'intervallo. Sotto di un gol e con un uomo in meno l'impresa sarebbe difficile per qualsiasi squadra, figurarsi per un Athletic sempre in difficoltà quest'anno quando si è trovato a dover rimontare e con evidentissimi problemi nel giocare in 10 contro 11. Aduriz ci prova con un'azione solitaria, tuttavia è un fuoco di paglia che non viene supportato da uno straccio di manovra. Al 69' El Zahr mette dentro un giusto 3-1 e la partita finisce lì, con gli ultimi 20 minuti buoni solo per le statistiche come sottolinea l'ingresso di un Llorente protagonista di una situazione sempre più kafkiana.
Seconda sconfitta consecutiva per i Leoni, dunque, e a questo punto sarà bene mettere in un angolo i sogni europei per concentrarsi sulla distanza (sei punti, pochini) dalla zona retrocessione. La squadra non ha gioco, se non per brevissimi tratti lunghi giusto qualche minuto, e soprattutto non ha mordente, non ha garra; basta un piccolo ostacolo per minarne le certezze e per farla crollare, senza che ci sia nessuno in grado di reagire. Quando poi giocatori e tecnico non sono neppure in grado di far fruttare un vantaggio ottenuto a freddo, beh, c'è poco da fare. La scorsa temporada c'erano triangolazioni palla a terra, sovrapposizioni continue e un gioco avvolgente e aggressivo che incantava l'Europa, ma solo pochi mesi dopo di tutto ciò non è rimasto neppure il ricordo: forse è arrivato il momento di cominciare a chiedersi perché.

13 commenti:

  1. D'accordo al 100% e aggiungo a titolo personale che, a questo punto, ridimensionare le aspettative potrebbe salvare stagione e panchina a Bielsa. Perché anche il Chievo, che è una squadra pessima e senza gioco, ha chiuso il girone d'andata a 24 punti, tre più di questo Athletic e a +7 dall'ultimo posto. Qui siamo a 21, che è metà esatta dei 40\42 richiesti, frutto anche di prestazioni immeritorie come la vittoria al Son Moix.

    I colpevoli, ahimè, sono essenzialmente due giunti a questo punto: a) L'intransigenza di Bielsa che, dopo il discorso di fine campionato scorso, ha perso il controllo sulla squadra. b) i gravissimi problemi di spogliatoio con i casi Llorente e Amorebieta che hanno tolto serenità e aggiunto perplessità anche sulla gestione Urrutia (a livello manageriale: fallimentare). Perdere a 0 due giocatori del calibro di Llorente e Amorebieta è come spararsi su un piede. Speriamo di fare al più presto 40 punti perché questa temporada ormai è segnata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le aspettative vanno giocoforza ridimensionate, dopo un intero girone o quasi la situazione è preoccupante. Parlare di colpevoli mi sembra ancora prematuro, io più che altro vedo un mix di fattori diversi (i due da te citati più altri ancora) che ci hanno portato a ridosso del baratro; uscirne sarà dura, servono soprattutto coerenza e coesione.
      Non condivido il tuo giudizio su Urrutia, e anzi ho apprezzato il suo comportamento intransigente con Llorente. Se un giocatore decide di non rinnovare il presidente può farci poco...

      Elimina
  2. Ciao Edo,volevo dire a lasizzainpanca che il Chievo è si una squadra pessima ma ha una solidità difensiva incredibile,ha sempre costruito le sue salvezze così.Lo conosco bene visto che sono di Verona e lo tifo da una vita.Se l'Athletic avesse Sorrentino e la difesa del "Ceo" sarebbe in Europa senza problemi invece abbiamo un portiere che fa un miracolo ogni 5 papere(colpa sua anche il secondo gol del Lavente visto che è andato a farfalle) e una difesa che è un colabrodo.Quando parlo coi miei amici dico sempre che se si facesse una fusione tra Chievo(difesa) e Athletic(attacco) verrebbe fuori una bella squadretta.Aupa Athletic e Forza Ceo.Marco

    RispondiElimina
  3. Lo dici ad uno con la maglia di Lello Cerbone e che segue il Chievo da quando è in serie B con Malesani (sono di Udine). Diciamo che non è sempre stato così perché la squadra di DelNeri era tutto tranne che catenacciara. Dietro giocavano con Lanna, Moro, D'Angelo e D'Anna non proprio dei fuoriclasse. Poi ovvio: per resistere a certi livelli e con il conto in banca di Campedelli devi fare di necessità virtù. E il Chievo ha sempre trovato dei centrali difensivi degni di questo nome: Legrottaglie, Cesar, Yepes, Acerbi. Quest'anno c'è quella piaga di Dainelli e tanto, ma proprio tanto culo (partita con l'Atalanta docet). I problemi del Chievo sono e restano i gol perché ormai Pellissier è sul viale del tramonto, Thereau non è proprio un bomber e Paloschi rimane un grosso enigma a livello di continuità. Ricorda che giochiamo ancora con Eriberto\Luciano e che nonostante qualche nome di livello (Guana, i 2 Rigoni e Jokic) il gioco espresso è poverissimo. Mai come quest'anno secondo me. E Sorrentino è super.

    Aggiungo che il problema dell'Athletic è sì che prende troppi gol, ma soprattutto che non propone più un gioco d'attacco di livello. Aduritz, unica punta, ha segnato praticamente tutti i gol della squadra. Llorente manco l'ha visto il campo quest'anno. Ma sono gravissime le lacune a livello d'impostazione. Perché se l'Athletic creasse di più, certe situazioni di contropiede non si verificherebbero. La leziosità nella propria tre-quarti è un boomerang se non sai come far sfociare la manovra d'attacco. L'inizio del secondo tempo con il Levante è paradigmatico: si è creato qualche pericolo con il solito Aduritz, ma soprattutto non sembrava stessimo in inferiorità. Poi prendi il contropiede e boom, finito il match. Altro grave problema: i gol sui calci da fermo, una mareggiata quest'anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tifoso del Chievo da Udine?E tifi anche l'Athletic?Basta non parlo più hai già tutta la mia stima!!!Marco

      Elimina
    2. Del Chievo non parlo, non seguo la serie A e non saprei assolutamente dire la qualità delle prestazioni dei gialloblu. Concordo con lasizzainpanca quando fa dei distinguo tra quello attuale e il Chievo di Delneri, che era una gran bella squadra da veder giocare.

      Purtroppo quest'anno l'Athletic sbaglia l'impossibile in fase di impostazione, e va da sé che quando perdi continuamente palla nella tua metà campo diventa dura vincere le partite. Poi si tira pochissimo da fuori, per fare gol dobbiamo sempre arrivare a un metro dalla porta o non tiriamo.Taccio per amor di patria sui gol incassati da palla inattiva e sulla fragilità mentale quasi incredibile dei Leoni.

      Elimina
  4. Si, ero tifosissimo. Feci anche l'abbonamento nell'anno di Silvio Baldini e finché è rimasto in B andavo sempre a vederlo (detta così sembra sia vecchissimo, in realtà all'epoca avevo si e no 15\16 anni). Poi c'è stato un po' di disinnamoramento. Non ho digerito il ritorno di Delneri, la conseguente serie B e nemmeno il ritorno di Mimmo Di Carlo. Per carità niente di personale, ma il rinnovamento è necessario e il ciclo di Delneri era bello che terminato e ritengo Di Carlo un discreto tecnico, ma non è quello che serviva al Chievo quest'anno. E nemmeno Corini, per quanto sia nel mio cuore come giocatore, credo sia un tecnico di livello. La squadra ha ottimi palleggiatori a centrocampo, ma non esprime nulla del proprio potenziale e se la fortuna ci gira le spalle, la salvezza sarà durissima.

    L'Athletic è una passione risbocciata con Bielsa, anche se l'ho sempre seguito fin dai tempi di Julen, Urzaiz e Exteberria (grazie a pc calcio e a discendenze basche -pro zii abitavano ad Ondarroa-). Grazie a Edo ho imparato molte cose sull'Athletic e sulla sua mentalità e spero di riuscire ad andare a vedermi una partita in primavera. A proposito da Venezia con la Volotea arrivi a Bilbo con un bianco e un nero. tra l'altro nel mio cuore c'è sempre la speranza di trasferirmi là: prendo la laurea e dopo vedremo che fare. Amo tutto dei paesi baschi: dal clima, alla mentalità, ai paesaggi e persino le città (nonostante ce ne siano di molto più carine di Bilbao).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma non sei ancora membro dei Leones Italianos??? Sono riaperte le iscrizioni, a fine febbraio andiamo a Bilbao per il derby e poi abbiamo un sacco di contatti là, se volessi trasferirti in Bizkaia potresti attingerne a piene mani!

      Elimina
    2. Se mi mandi il link mi iscrivo immediatamente. Sono pigro e ci metto una vita a fare queste cose ;)

      Elimina
    3. Scrivimi una mail a edo14ath@gmail.com ;)

      Elimina
    4. Fatto. Grazie Edo. Obrigado.

      Elimina
  5. Edo..colpevole di non aver mai scritto sul tuo blog.
    Che vergogna.
    Torno sulla stagione dell'Athletic a tutto tondo.
    Ricordo d'estate il polverone sulle presunte dimissioni di Bielsa.
    Poi il caso Llorente, dove secondo me Urrutia ha sbagliato a non venderlo per una cifra inferiore alla clausola ma pur sempre buona alle varie squadre inglesi che lo chiedevano.
    Poi il vergognoso Javi Martinez che entra di soppiatto a Lezama.
    Infine la decisione di tenersi Nando in squadra dandogli un non ruolo di panchinaro.

    Sembra che la stagione dell'anno scorso, che ha portato pubblicità a una squadra che mantiene ancora dei valori in un calcio moderno senza scrupoli, abbia dato alla testa a tutti.
    Quelli che hanno fatto scelte preziose e dimostrato capacità indiscusse siano stati sosituiti da fratelli gemelli negati.
    Le colpe vanno equamente divise. Eravamo in presenza di una squadra talentuosa che con Caparros ha sempre viaggiato in acque tranquille a ridosso della qualificazione europea. Non posso pensare che la mancanza di Javi Martinez faccia da sola crollare il valore dei biancorossi (non considero Llorente che nel ruolo è stato sostituito da Aduriz in maniera superdegna).

    Se devo descriverla con una parola...mi pare che siamo vittima di una superdiffusione di orgoglioni (da Llorente a Urrutia passando per Bielsa e Javitzu e chi più ne ha più ne metta) che hanno frantumato per mancanza di comunicazione, sia a livello di tempi che di modi, clima e spirito di una squadra che l'anno scorso tutta Europa ha ammirato e ci ha resi fieri di loro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Shame on you Marco!

      Scherzi a parte, non posso che condividere quanto scrivi. La stagione è nata male (e qui penso alla notizia del possibile esonero di Bielsa mentre stavamo giocando i Mondiali Antirazzisti) ed è proseguita sempre peggio, con casini a livello di società, di spogliatoio e infine anche tecnici. La tifoseria è sempre più spaccata tra anti-Bielsa e pro-Bielsa, tra diffamatori e strenui difensori di Bielsa, tra contestatori feroci e irriducibili estimatori di Llorente... chiaramente in questo caos sarà difficile tirar fuori qualcosa di buono.
      Dal punto di vista strettamente calcistico, credo che una minore rigidità tattica del mister potrebbe darci una mano, almeno finché non saremo a distanza di sicurezza dalle zone pericolose della classifica.

      Elimina