mercoledì 26 marzo 2008

29a giornata: Athletic 1-0 Getafe.

Athletic Club: Aranzubia; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Del Horno; Susaeta (69' David López), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (84' Garmendia); Etxeberria (68' Gabilondo), Llorente.
Getafe CF: Abbondanzieri; Cortés, Belenguer (78' Kepa), Tena, Licht; Casquero, De la Red; Cotelo (82' Juanfran), Albín, Gavilán (66' Sousa); Uche.
Reti: 29' Etxeberria.
Arbitro: Ramírez Domínguez (Comité andaluz).

Vale doppio la vittoria, meritatissima, dell'Athletic contro il Getafe. Vale doppio per tre motivi, tutti ugualmente importanti: dimostra che la squadra sta finalmente imboccando il sentiero giusto (3 vittorie nelle ultime 3 partite parlano chiaro); rispecchia appieno una partita ben giocata dai nostri, capaci di surclassare con intensità e grinta il calcio organizzato e geometrico degli uomini di Laudrup; permette ai Leoni di tornare a respirare un'aria decente in classifica, grazie ai sette punti di margine sulla zona retrocessione, roba che non si vedeva da tre anni, e a quel -6 dalla zona UEFA che stuzzica alquanto i nostri palati, ormai poco abituati a gustarsi pietanze internazionali, seppure di terz'ordine (leggi: Intertoto).
Dopo le polemiche seguite ai fischi nel minuto di silenzio per Carrasco e dopo lo shock della bottigliata ad Armando al "de Lopera", l'Athletic torna in campo deciso a concentrarsi solo sul calcio giocato. Caparros schiera il 4-4-2 casalingo, ma deve fare a meno di Aitor Ocio, rimpiazzato come sempre da Ustaritz, e ovviamente di Armando, ancora alle prese con i postumi dell'aggressione subita a Siviglia; in attacco spazio ad Etxeberria, alla caccia del gol numero 100 in biancorosso, sulla destra Susaeta è confermatissimo al posto di David Lopez. Davanti ad un Getafe imbattuto da sei partite e che non perde in trasferta dalla giornata numero 19, i Leoni iniziano all'arrembaggio, mostrando un furore agonistico che alza immediatamente il ritmo di gioco e mette in chiara difficoltà gli ospiti, sulle gambe dei quali inizia a farsi sentire il peso dei molteplici impegni affrontati fin qui (la squadra di Laudrup è rimasta l'unica in Spagna impegnata su tre fronti, Liga, Coppa del Re e UEFA). La prima mezz'ora è tutta di marca bilbaina e le occasioni si susseguono senza sosta, passando soprattutto per Llorente che si mostra attivo e ispirato, ma poco concreto al momento di concludere (clamorosa la palla spedita alle stelle al 22' dopo una respinta del portiere). L'occasione più ghiotta, però, capita a Pablo Orbaiz, che approfitta di una sciagurata escursione fuori porta di Abbondanzieri - una mattana tipica del Pato, che scarta due avversari ben lontano dalla sua porta e finisce poi per perdere palla - e conclude da centrocampo, trovando però il salvataggio sulla linea di Belenguer a scongiurare l'1-0. L'appuntamento con il gol del vantaggio è solo rimandato e l'Athletic lo raggiunge meritatamente al 28' proprio col protagonista più atteso, Joseba Etxeberria. Il Gallo, mobile e volitivo, si fa trovare prontissimo alla deviazione sottomisura sul cross dalla sinistra di Del Horno e realizza con un bel tocco di destro la sua centesima rete ufficiale con la maglia dell'Athletic: è la stagione dei record per Etxebe, che quest'anno aveva già festeggiato il gettone numero 400 con i biancorossi e la quattrocentesima partita nella Liga spagnola. Ottenuto il gol, i padroni di casa diminuiscono leggermente la pressione offensiva, anche se restano molto bravi a soffocare le iniziative del centrocampo avversario, vero punto di forza del Getafe, e si fanno vedere con Llorente e Yeste dalle parti di Abbondanzieri, prima che De la Red, in pieno recupero, spaventi Aranzubia con un colpo di testa fuori di poco. Per evitare la paura di un altro dei tipici cali biancorossi nei secondi tempi servirebbe un gol in apertura di ripresa, e per poco Llorente non regala la sicurezza ai suoi con una scaltra deviazione in area, ancora su cross di un buon Del Horno, che supera il Pato ma viene respinta dal palo. E' il 53' e questo episodio fa temere il peggio, ossia una di quelle rimonte viste troppe volte in questa temporada a Bilbao, invece la squadra continua a tenere alti i ritmi e a controllare senza troppi patemi le timide offensive del Getafe, a cui difetta la condizione fisica più che la voglia di recuperare il risultato. Le palle-gol si diradano notevolmente e l'Athletic rischia solo quando Uche, al minuto 67, si presenta indisturbato davanti ad Aranzubia ma viene fermato da un'ottima uscita del portiere riojano. All'83' entra Garmendia per Yeste e dopo appena un minuto il povero Joseba, saltato per contendere il pallone ad Abbondanzieri, viene colpito involontariamente alla testa dal portiere argentino e ricade pesantemente a terra. I giocatori, le panchine e lo stadio tutto trattengono il respiro, perchè sulle prime sembra che il numero 8 giaccia al suolo incosciente, poi per fortuna Garmendia si alza e lascia il terreno di gioco sulle sue gambe, nonostante un'espressione spaesata e un leggero trauma cranico che gli verrà diagnosticato in ospedale. Nulla di grave, solo che l'Athletic resta in dieci e per poco non subisce la peggiore delle beffe. Al 91', infatti, Albin riceve da Kepa e lascia partire un sinistro di prima intenzione da quasi 30 metri: il tiro è perfetto, Aranzubia si distende ma nulla può, per fortuna c'è il palo a frapporsi fra il Getafe e il gol del pareggio, che sarebbe davvero stato una doccia fredda a dir poco immeritata per i Leoni. Come detto, però, il palo salva la porta biancorossa e con essa anche tre punti preziosissimi. Adesso la squadra di Caparros può guardare con un discreto vantaggio alla zona retrocessione, mentre alzando gli occhi vede vicino a sé i posti "europei"; fare calcoli adesso è inutile, bisogna però dire che è bello tornare a parlare di UEFA dopo tutto ciò che abbiamo passato. Il consiglio è comunque quello di volare basso e non farsi trascinare da facili entusiasmi: pensiamo a salvarci il più presto possibile, solo dopo saremo autorizzati a sognare qualcosa di più.

4 commenti:

  1. Sono molto contento x le ultime 3 vittorie consecutive ma concordo con te Edo: prima la salvezza, poi il resto :) AUPA ATHLETIC!

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  2. Ottimo Athletic nel primo tempo e, come al solito, seconda frazione di sofferenza. Secondo me, ed è forse il miglior traguardo che si poteva auspicare Caparros al termine di questa stagione, a tratti si intravede un buon gruppo che potrà regalare molte soddisfazioni il prossimo anno. Diciamo con più continuità di "primi tempi" e meno "secondi tempi". Tra l'altro, dandogli ampia fiducia, non va dimenticato il buon contributo dato da Llorente, che ormai può solo crescere. E non è poco. In sintesi, è proprio il torneo che ci voleva per avere la consacrazione definitiva il prossimo anno. Bene la società, bene i giocatori, bravissimo il tecnico. Aupa!

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  3. Devo dire che sono sollevato più che altro dalle scarse conseguenze dell'infortunio di Garmendia, che in diretta sembrava davvero essere grave.
    Il risultato comunque non guasta, anzi, finalmente si raccolgono i frutti del gioco di Caparròs che aldilà di tutto sembra oggi avere un senso, in quanto estremamente basato sul collettivo e poco sulle individualità.

    Alex

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  4. Grangol: sì, nel secondo tempo siamo calati, ma devo dire che abbiamo rischiato pochissimo e non abbiamo lasciato completamente l'iniziativa agli avversari, come troppe volte è successo. Il calo nella ripresa è certamente l'aspetto su cui più Caparros dovrà lavorare da qui alla fine del torneo e anche per il prossimo anno, tuttavia credo che ci siano già stati miglioramenti sensibili rispetto a un solo mese fa. Questa squadra soffriva terribilmente sull'aspetto della tenuta psicologica (leggi: troppi giocatori "timidi" e non pienamente convinti delle potenzialità loro e della squadra), ora che sono arrivati risultati positivi in serie anche la convinzione è aumentata. Le prestazioni di Llorente sono un esempio di quanto ho detto, si vede chiaramente che Nando gioca con più tranquillità e fiducia nei propri mezzi (notevoli, aggiungerei).

    Alex: su Jokin devo dire che, a un certo punto della stagione, cominciavo a temere che fosse confuso e che non fosse lui l'uomo giusto per l'Athletic. La squadra non aveva un impianto di gioco ben definito, i moduli cambiavano di partita in partita e anche l'undici-tipo non era chiaro. Adesso Caparros sembra aver ripreso il controllo della situazione, bene così, ci serve un condottiero sicuro che renda più saldo l'ambiente, formi i giovani più interessanti e restituisca al club la sua giusta dimensione dopo due stagione travagliatissime.

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