Susaeta si dispera, l'Athletic non va (foto Deia.com).
Valencia: César; Bruno, David Navarro, Ricardo Costa, Mathieu; Pablo (82' Feghouli), Topal, Manuel Fernandes, Mata (65' Vicente); Aduriz, Soldado (75' "Chori" Dominguez).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Aitor Ocio, Aurtenetxe; Gurpegui, Orbaiz (46' Susaeta), Javi Martínez (68' Muniain), Gabilondo; Igor Martínez (59' Toquero), Llorente.
Reti: 11' Aduriz, 91' Vicente, 93' Gabilondo.
Arbitro: Velasco Carballo (colegio madrileño).
Avete presente quando, nel film "Matrix", il protagoista Neo ha un deja-vu con un gatto nero? La bellissima Trinity si preoccupa e gli rivela che "un deja-vu è un'imperfezione di Matrix". Bene, se fossimo realmente dentro la Matrice inizierei seriamente a preoccuparmi, perché ogni volta che vedo l'Athletic mi sembra sempre di rivedere la stessa partita (eccezion fatta per quella con il Maiorca, va detto). E francamente diventa noioso, per me che scrivo come per voi che leggete, ripetere per la milionesima volta le stesse cose. Lo spartito contro le squadre forti è sempre uguale: partenza al rallentatore, tutti dietro e si attacca solo con le pallonate dalla difesa; il fatto che tale atteggiamente finora non abbia portato neppure ad ottnere uno straccio di punto evidentemente non è sufficiente per convincere Caparros che magari si potrebbe tentare altro, tanto per vedere l'effetto che fa. Peraltro credo che un atteggiamento diverso, più propositivo, sarebbe foriero di risultati migliori, visto che il Valencia capolista, quando è stato attaccato nella ripresa, è riuscito a tirare in porta solo un paio di volte (segnando in contropiede, ma questo è un altro discorso). Mi fa ridere Jokin che nel dopo gara dichiara che i suoi non entrano in campo convinti di potersela giocare alla pari: chi se non lui, di grazia, dovrebbe dare l'esempio? Presentare una formazione con Gurpegi e Gabilondo esterni e Orbaiz in mediana secondo lui cosa induce a pensare, che ce la vogliamo giocare a viso aperto o che pensiamo innanzi tutto a non prenderle? Io rimango basito, davvero. Va bene perdere, ma sentirsi pure prendere per il culo non è piacevole.
Come detto, Caparros decide di confermare la formazione iper-difensiva già proposta contro il Barcellona, con l'unica novità di Aitor Ocio, titolare dopo parecchi mesi, al posto dello squalificato Amorebieta. Emery opta per le due punte, dunque parte dall'inizio il mai troppo rimpianto Aritz Aduriz (che oggi è stato chiamato da Del Bosque in nazionale. Complimenti a lui e un cordiale vaffanculo a chi decise di svenderlo). Dopo cinque minuti di gioco - ma già la lettura della formazione era indicativa - si capisce che sarà una classica partita da trasferta dei Leoni, il che implica ovviamente un non-gioco diffuso e l'intasamento degli spazi. Il Valencia ci mette però pochissimo a prendere le misure ai baschi, capisce di poter sfondare a sinistra dove Pablo Hernandez è imprendibile e dopo 11 minuti va in vantaggio: Soldado si sposta sulla sinistra e attira fuori San José, combina proprio con Pablo, evita Aurtenetxe e Javi Martinez e mette in mezzo per Aduriz, che sfrutta un mezzo errore di Iraizoz (Gorka si tuffa in anticipo aspettandosi un rasoterra, invece l'ex Getafe lo scavalca con cross a mezza altezza) e mette dentro comodamente di testa. Giusta l'esultanza di Aritz, che avrebbe finito la carriera con noi se qualcuno non avesse deciso di cederlo, pensando peraltro di poterlo sostituire con Ion Velez e compagnia. La reazione biancorossa è inesistente, e d'altra parte c'è poco da aspettarsi da un centrocampo in cui sugli esterni giostrano un mediano e un cursore banalissimo e in mezzo transita Orbaiz, costantemente in difficoltà contro la velocità e gli inserimenti di Manuel Fernandes. Caparros, che alla mezz'ora dovrebbe togliere mezza squadra, sposta Orbaiz a destra (!), mossa mai vista, e accentra Gurpegi, trovando se non altro maggiore stabilità, anche se è impossibile creare qualcosa con una formazione del genere. Il Valencia in ogni caso domina in lungo e in largo, sfiora almeno 3-4 volte il raddoppio e non rischia nulla. A fine primo tempo lo "zero" alla casella tiri in porta dell'Athletic è una rappresentazione perfetta della partita penosa dei bilbaini.
La ripresa inizia con un cambio logico: Susaeta dentro al posto di Orbaiz. L'ingresso del numero 14 cambia subito il match, perché dà profondità ad almeno una delle fasce e consente di provare a giocare palla a terra. L'Athletic non fa niente di eccezionale, intendiamoci, ma è schierato con un undici più razionale e riesce a creare qualcosa dalle parti di Cesar, pur non costruendo palle gol clamorose. Al 58' Jokin mette dentro Toquero per alzare maggiormente il pressing e il buon Gaizka dimostra di poter essere utile in situazioni tattiche del genere, andando anche pericolosamente al tiro. Il Valencia comunque rischia sempre pochissimo e si ha l'impressione che Emery nell'intervallo abbia suggerito ai suoi di lasciare il pallone ai Leoni, già poco fantasiosi normalmente e nell'occasione privi pure di un regista; in ogni caso i valenciani, pur se provati dall'impegno di Coppa Campioni, reggono bene l'urto e riescono a tenere lontano dall'area di rigore gli attaccanti baschi. Al 68' esce Javi Martinez, infortunatosi in uno scontro con Cesar, e non avendo alcun centrocampista centrale in panchina (Iturraspe e Iñigo Perez non sono stati convocati...) l'allenatore di Utrera inserisce Muniain a sinistra e accentra Gabilondo. Tranne un tiro alto all'83' di Toquero, che nell'occasione anticipa Susaeta meglio piazzato, non succede nulla fino allo scoppiettante recupero. Prima Vicente segna il 2-0 in contropiede (un gol di gran classe per l'eterno infortunato del Valencia), quindi Gabilondo accorcia le distanze a un minuto dalla fine con una punizione all'incrocio. Il risultato non cambia e l'Athletic incassa così la seconda sconfitta consecutiva, sconfitta assolutamente meritata e che poteva essere evitata con un po' più di coraggio da parte del tecnico.
Ci troviamo dunque a recriminare per l'ennesima volta su una partita buttata via a causa di un primo tempo letteralmente non giocato; d'altra parte non è sempre domenica e non si può pensare di rimontare ogni volta uno svantaggio, anche perché il Valencia non è lo Sporting Gijon e credo che l'abbia ampiamente dimostrato. Meglio smetterla qui e passare ai voti, la voglia di ripetere sempre i medesimi concetti sinceramente mi è passata da un pezzo.
Le pagelle dell'Athletic.Iraizoz 6-: non è irreprensibile sul primo gol, poi fa il suo senza sbavature. Incolpevole in occasione del 2-0 di Vicente.
Iraola 7: nel primo tempo è l'unico a tentare altre soluzioni rispetto al
pelotazo dalle retrovie e solo per questo meriterebbe un monumento. Con Susaeta davanti spinge con maggior intensità, è un peccato non poterlo vedere sempre in tandem con un altro elemento di qualità. Particolare non trascurabile: annulla Mata.
San José 6+: soffre come tutti nei primi 45 minuti, poi fa vedere che con la squadra meno schiacciata dietro è capace di tenere alta la linea e di difendere con efficacia.
Aitor Ocio 5: ha addosso tanta di quella ruggine da risultare quasi dannoso nella prima mezz'ora, nella quale stenta moltissimo a tenere la posizione. Col passare dei minuti ritrova un minimo di ritmo partita e migliora, ma non convince. La colpa ovviamente non è sua, anche perché soluzioni alternative rispetto all'impiego di un giocatore fuori da quasi un anno c'erano (Ramalho, Aurtenetxe centrale con Balenziaga a sinistra).
Aurtenetxe 5: al Mestalla comprende cosa significhi giocare contro una delle squadre migliori della Liga. Soffre moltissimo Pablo Hernandez, che lo salta spesso, in più non è aiutato da Gabilondo e lascia troppi spazi agli avversari. Ha comunque il merito di non perdere la testa, dote importante specie se si pensa alla sua età, e alla fine riesce in qualche modo a limitare i danni. Partite come questa lo aiuteranno sicuramente a maturare.
Gurpegi 6,5: inizia nell'ormai abituale posizione di esterno destro, ma ormai l'efficacia di questa soluzione è ridottissima. Al Valencia basta cambiare fascia, isolando Mata e giocando quasi sempre su Pablo, per aggirare l'ostacolo e creare scompiglio. Caparros lo rimette al centro dopo mezz'ora e lui dimostra che il suo ruolo naturale è quello di mediano, tappando ogni falla e limitando un Manuel Fernandes che stava diventando straripante. Sarà il caso di dire basta al confinamento di Carlos sulla fascia?
Orbaiz 4: inguardabile, il peggiore in campo per distacco. Inutile in regia perché i compagni lo scavalcano sempre coi lanci lunghi, è deleterio in fase di contenimento perché viaggia a meno della metà della velocità degli avversari. Caparros gli evita l'onta di una sosituzione dopo un terzo di gara spostandolo sulla destra, dove almeno tiene la posizione e non fa danni. Il motivo per cui venga ancora schierato titolare è un mistero paragonabile alle Piramidi o al Santo Graal: sarà il caso di chiamare Giacobbo per un'indagine di Voyager? Bollito (dal 46'
Susaeta 7: entra lui e la partita cambia. Salta l'uomo, cerca sempre l'uno contro uno e mette dentro dei cross decenti. Fa quello che deve fare un'ala, insomma, e lo fa bene. Giorni fa ha detto di soffrire per la sua condizione di riserva: Susa, stai pur certo che soffriamo anche noi vedendoti in panchina, e tanto).
Javi Martinez 6,5: regge la baracca nella prima frazione, tamponando ovunque e sfiancandosi in un lavoro di copertura che frustra le sue innate capacità d'inserimento. Nella ripresa, protetto da Gurpegi, gioca sempre puntando l'area altrui e va alla conclusione un paio di volte. Esce dopo uno scontro con il portiere, speriamo non sia niente di grave (dal 68'
Muniain 6,5: subito in partita, col suo gioco elettrico mette in difficoltà i difensori del Valencia, come dimostra con l'azione che porterà al gol di Gabilondo nella quale si incunea al centro della trequarti e viene steso al limite. Altro rompicampo per gli amanti degli indovinelli: com'è possibile che Caparros gli preferisca Gabilondo?).
Gabilondo 5: As lo indica come migliore in campo tra i Leoni, ma evidentemente abbiamo visto due partite diverse. Sulla fascia non riesce a imbastire un'azione degna di nota, in più latita in fase difensiva e lascia che Aurtenetxe venga travolto; meglio al centro, dove i suoi tocchi semplici e puliti hanno per lo meno un senso, tuttavia il motivo della sua titolarità mi sfugge. Il gol non lo riabilita.
Igor Martinez 5+: anche lui non ha colpe particolari per la sua brutta prestazione, causata dalla ricerca ossessiva della testa di Llorente da parte dei compagni che lo estromette dal gioco. Fa sinceramente rabbia vedere un talento del genere costretto a rincorrere dei palloni impossibili, e per di più Caparros lo toglie proprio quando l'Athletic inizia a mgliorare. Utilizzato così serve a poco (dal 59'
Toquero 6,5: dimostra che può dire la sua se il contesto tattico è quello adeguato. Messo dentro per pressare e disturbare l'inizio dell'azione
ché, fa il suo dovere egregiamente e riesce anche ad andare al tiro in due occasioni. Quando bisogna alzare il pressing e aggiungere peso a centro area è utile, molto più che da titolare).
Llorente 5,5: ancora una volta mi è toccato leggere diverse critiche verso di lui sui siti dei tifosi baschi, che evidentemente ad ogni azione pretenderebbero che Nando stoppasse il pallone, saltasse i suoi marcatori e la piazzasse all'incrocio con una botta da fuori. Come si può contestare un centravanti costretto per 90' a battersi spalle alla porta contro due o tre difensori non lo capisco. Capita anche di leggere che Llorente giochi meglio quando è in nazionale: e ci credo, lì lo servono palla a terra o con dei cross dal fondo, non con le pallonate dalla difesa. In pochi capiscono che un attaccante del genere, se innescato decentemente, sarebbe sul podio dei cannonieri da almeno un paio d'anni... Premessa a parte, non gioca benissimo contro il Valencia, ma non possiamo sempre chiedergli i miracoli.
Caparros 5: la Liga era iniziata con proclami europei e promesse di maggior aggressività contro le squadre migliori del torneo, eppure contro Atletico, Barcellona e Valencia abbiamo visto il solito film che a Bilbao va in onda da quattro anni. Mi sembra lapalissiano che il primo responsabile di ciò sia l'allenatore, ancora una volta troppo timoroso e incapace di dare uno straccio di gioco alla squadra. Quando a Lezama la squadra si allena sugli schemi cosa fa? Piazza Llorente in mezzo a tre uomini e giù pallonate? Capivo l'atteggiamento prudente le prime stagioni, quando c'era da ricostruire dopo annate tribolatissime, ma è possibile che la situazione sia rimasta la stessa e non si sia minimamente evoluta? E' possibile che siano titolari i più scarsi? E' possibile vedere in campo Gabilondo e Orbaiz quando in panchina ci sono Muniain e Susaeta e a casa sono rimasti Iturraspe e De Marcos? Abbiamo una rosa che può competere per il quinto-sesto posto: sfruttiamola! Tutto ciò per tacere di Orbaiz ala destra e della genialata di far giocare dall'inizio tutti e tre i centrali di centrocampo convocati, cosicché quando Javi Martinez è dovuto uscire al centro è andato Gabilondo. Sono errori talmente grossolani da far nascere qualche sospetto, perché Jokin è sì un difensivista, ma è anche un tecnico navigato e capace. Che le scarsissime speranze di rinnovo gli abbiano tolto motivazioni, un po' come successe il secondo anno al Depor?