domenica 1 aprile 2012

Andata dei quarti di Coppa UEFA: Schalke 04 2-4 Athletic.


Si festeggia nello spogliatoio dell'Athletic dopo l'impresa contro lo Schalke 04 (foto Athletic-club.net).

Schalke 04:
Hildebrand (46' Schober); Uchida, Papadopoulos, Matip, Fuchs; Hoger (55' Holtby), Jones; Farfán, Raúl, Draxler (55' Jurado); Huntelaar.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Javi Martínez, Amorebieta, Aurtenetxe (71' Iñigo Pérez); Iturraspe, De Marcos (85' Ekiza), Herrera (Ibai, 46'); Susaeta, Llorente, Muniain.
Reti:
20' Llorente, 21' e 59' Raúl, 72' Llorente, 81' De Marcos, 93' Muniain.
Arbitro:
Pedro Proenza (Portugal).

Minuto 62 di Schalke-Athletic: Raul chiede l'uno-due al limite dell'area, la palla si impenna dopo un goffo intervento di Amorebieta e l'ex capitano del Madrid, migliore in campo a 35 anni suonati, la spedisce alle spalle di Iraizoz con una demivolee da urlo. È il gol del vantaggio per i Minatori, e l'impressione è che per i Leoni possa davvero finire male. Le mie testuali parole davanti alla tv sono lapidarie: finisce 4-1, la squadra è cotta. Dieci minuti più tardi Llorente segnerà il 2-2 e la partita cambierà totalmente, fino a portare al risultato eccezionale che tutti conoscete. Il calcio è strano, hanno ripetuto tutti i commentatori utilizzando una delle frasi fatte più abusate di questo sport; eppure è tremendamente difficile non scadere nella retorica dopo una partita come quella di ieri, nella quale gli zurigorri sono passati attraverso ogni situazione possibile in un incontro di football, o quasi. Rapidamente in vantaggio, hanno incassato l'1-1 dopo un paio di minuti, sono andati sotto, hanno rischiato l'imbarcata, hanno trovato un pareggio più o meno casuale, sono ripassati in vantaggio, hanno visto gli avversari sfiorare il pari e hanno infine segnato una rete pesantissima ai fini del passaggio in semifinale. Una girandola di emozioni, un continuo alternarsi di momenti di esaltazione e di delusione che è stato metafora di una partita pazza, piena di ribaltamenti di fonte, di grandi giocate e di errori marchiani. Non è stato un match per i cultori dello 0-0 come risultato perfetto, nè per i maniaci della fase difensiva; è stato però un inno al divertimento e al calcio d'attacco, con momenti quasi zemaniani per come le squadre erano spaccate in due.
Lo Schalke, diciamola tutta, esce tanto beffato dalla gara di andata dei quarti quanto il Manchester United era uscito umiliato da quella degli ottavi. La truppa di Stevens, piena di ragazzi interessantissimi e con un Raul versione eterna giovinezza, gioca meglio per lunghi tratti dell'incontro e, specie nel primo tempo, sembra trovare le chiavi giuste per imbrigliare l'Athletic: pressing continuo, raddoppi sul portatore e marcatura serrata su Llorente, visto retrocedere talvolta fin quasi a metà campo per tentare il dialogo con i compagni; sulle fasce, poi, la grande spinta di Uchida e Fuchs obbliga Muniain e Susaeta a essere più prudenti del solito, anche se espone lo Schalke a rischi frequenti quando i Leoni riescono a distendersi. Non è un caso che lo 0-1 venga innescato proprio da un errore di posizionamento di Fuchs, che viene preso in mezzo da una sovrapposizione di De Marcos (azione classica, questa, col numero 10 che si allarga e Susaeta che taglia al centro), non riesce a intervenire sul lancio di Iraola per Oscar e lascia un'autostrada all'ex Alaves; l'azione si sviluppa premiando l'entrata di Markel, sul cui destro Hildebrand fa la frittata e regala a Llorente un comodo appoggio in rete. Dopo appena 120 secondi, però, Raul segna con una rete "alla Raul" (inserimento a fari spenti sul primo palo e tocco in anticipo sul difensore) e rimette la sfida in parità. È da questo momento in avanti che i padroni di casa prendono decisamente il comando delle operazioni, e pur senza costruire occasioni da gol clamorose occupano la trequarti basca e non rischiano nulla dietro. L'Athletic non riesce a sviluppare il suo gioco e dà l'idea di essere in grossa difficoltà: il palleggio di centrocampo si interrompe spesso prima di iniziare, le fasce non funzionano come al solito e per il povero Llorente non ci sono palloni giocabili, mentre al contempo la difesa soffre lo scarso filtro in mediana e si espone pericolosamente agli uno contro uno al limite dell'area. A livello di singoli deludono soprattutto Muniain ed Herrera, quest'ultimo con la scusante del principio di pubalgia, e non sorprende che all'intervallo Bielsa apporti dei correttivi: fuori proprio Herrera, dentro Ibai Gomez che va a sinistra, con Muniain spostato in posizione di trequartista. La mossa del Loco dà i suoi frutti, Iker entra nel vivo del gioco e l'Athletic guadagna metri e convinzione; nel momento migliore dei biancorossi, però, arriva il gol di Raul descritto in apertura, e per i Leoni inizia la paura. Lo Schalke infatti sfiora più volte la terza rete, in particolare con un pallonetto da urlo del suo scatenato capitano che finisce a lato di un niente, e i bilbaini sembrano del tutto sulle gambe, svuotati sia mentalmente che fisicamente (troppo poco turnover?). Con un po' di fortuna e tanto carattere l'Athletic resiste ed esce fuori dal momento più buio della stagione grazie alla rete di Llorente, talmente sorprendente da tagliare le gambe a Huntelaar e soci e da ribaltare del tutto la situazione: ora sono i bilbaini a volare sulle ali dell'entusiasmo, mentre i Minatori rinculano e subiscono il momento negativo. Muniain dietro le punte è devastante ed è il suo destro che conduce il contropiede del 2-3, con la palla che passa da Ibai, arriva a Susaeta e finisce a De Marcos per il più comodo dei tap-in dopo un'inguardabile respinta di Schober (entrato al 46' in luogo dell'infortunato Hildebrand). Lo Schalke va al tappeto, viene contato ma non si arrende, e nel giro di un paio di minuti coglie un palo con Huntelaar e costruisce una palla gol clamorosa con Raul, murato di piede da un Iraizoz strepitoso; potrebbe finire qui, ma il 3-3-1-3 finale del Loco (dentro Ekiza per De Marcos, squadra iper-offensiva nonostante il vantaggio!) esalta la capacità dei biancorossi di lanciarsi negli spazi e produce il gol del 2-4, una sentenza quasi definitiva sul passaggio del turno: vedere per credere come Susaeta si lanci alla rincorsa di un pallone quasi perso, lo sradichi ad un avversario e avanzi in compagnia di tre compagni per poi servire al centro dell'area Muniain, libero di indirizzarlo sotto l'incrocio alla destra del portiere.
Insomma, finisce in gloria una partita che avrebbe potuto andare molto diversamente. Il pareggio a un certo punto sarebbe stato quasi stretto per lo Schalke, ma va detto che l'Athletic ha avuto la forza e il carattere per non mollare e ha sempre fatto il suo gioco, come peraltro capita ad ogni partita; a volte certi atteggiamenti si pagano (penso per esempio al gol dello Sporting di domenica scorsa, visto peraltro dal vivo, con Susaeta che tenta di mandare in porta un compagno invece di temporeggiare, perde palla e fa partire il contropiede dell'1-1 in pieno recupero), in altre occasioni sono invece redditizi come non mai. Inutile dire che l'eliminatoria è pesantemente indirizzata dalla parte dei Leoni, ma guai a perdere la concentrazione: le semifinali, traguardo storico, sono ad un passo e sprecare un'opportunità del genere sarebbe davvero imperdonabile.

8 commenti:

  1. grande Athletic, ma io voglio sottolineare come in questa settimana i giornalai italiani stiano facendo enorme pressione affinchè i migliori giocatori vadano via, dai più forti e noti come Nando e Javitxu, ai meno noti come Susaeta e De Marcos, ma soprattutto su Bielsa, che sembra già destinato all'Inter chissà per quale motivo. E poi vorrei pure sottolineare quanto mi ha fatto incazzare il fatto che la prestazione dell'Athletic di Barcellona sia stata denigrata dalle testate più importanti, dimenticandosi del piccolissimo particolare che i ragazzi erano reduci appena 48 ore prima da un match massacrante fisicamente e nervosamente
    panner39

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma vedi Panner, i giornalai italioti ormai non sanno far altro che parlare di mercato o di moviola, sono rimasti in pochissimi a concentrarsi sugli aspetti tecnico-tattici o ad analizzare le cose in profondità. Quindi lascia che parlino senza darci peso (io non leggo mai notizie di mercato, al 99% sono bufale), sono anni che TMW o altri sitacci del genere danno per certo Llorente al Liverpool o Javi Martinez al Barcellona, m però mi risulta che siano ancora con noi...

      Elimina
  2. Ignobile la decisione pro-Barcellona di far giocare in anticipo per l'impegno di coppa dei catalani, dimostrando una volta di più quanto l'Europa League sia snobbata dalla stessa UEFA.
    In questi casi si dovrebbe rinviare il match come successo in Francia tra Montpellier e Marsiglia, con il Montpellier in piena lotta per il titolo, quindi nella stessa identica situazione del Barca. La squadra ieri poteva e doveva fare di più, visto che non ha mai tirato in porta, ma era evidente che le pile erano scariche. 48 ore per recuperare sono impensabili.

    Discorso mercato. E' il nome di Bielsa e le vittorie prestigiose ad aver girato l'attenzione sulla squadra. Ma sono i classici fuochi di paglia della stampa. Certo, Bielsa è certamente il più richiesto ed è lui il principale artefice di questa buona stagione. Dovesse andar via sarebbe una disdetta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'appecoronamento della Lfp ai desiderata del Barcellona è vergognoso; secondo me sarebbe davvero servito un gesto eclatante per far capire a chi di dovere che questa situazione ha stufato tutti. Se la Liga dev'essere quella attuale, tanto vale assegnare il titolo in una sfida andata/ritorno tra Madrid e blaugrana e non rompere le palle alle altre 18.

      Le news di mercato sono incommentabili normalmente, figuriamoci quando c'è di mezzo l'Athletic...

      Elimina
  3. p.s. Gagliarda prova difensiva degli zurigorri ieri. Davanti Toquero non jela fà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In difesa bene Ekiza, soprattutto. Toquero da prima punta stenterebbe in Segunda, contro il Barcellona è improponibile.

      Elimina
  4. Beh per quello che riguarda l'opinione pubblica è evidente che l'Athletic è diventata un po la moda del momento un po come Stramaccioni (che mi son gia rotto le palle di sentirlo nominare)!Ogni giornalista ne deve parlare purtroppo anche a vanvera (es.ieri sul pessimo skysport24 hanno detto :prova opaca dell'Athletic a barcellona che solo 2 giorni prima aveva passeggiato a Gelsenkirken)
    per quello che riguarda la partita di coppa devo dire che era parecchio che non mi esaltavo cosi!
    talmente emozionante e strana che è difficile dare una valutazione al nostro gioco.per lunghi tratti sembravamo dover cedere alla forza dello Schalke che in effetti mi sembrava meglio messo in campo e piu vivace atleticamente.per lunghi tratti abbiamo confermato un po il momento negativo facendo gli stessi errori che abbiamo commesso contro lo sporting.non riusciamo piu a salire con la squadra e gestire il ritmo partita.troppi palloni persi a metà campo subito dopo aver riconquistato il pallone che, primo,lanciano il contropiede avversario, secondo, ci costringono a continui ripiegamenti (soprattuto centrali di centrocampo e fasce),che ci fanno correre a ritmi forsennati per 90 minuti.
    il gol di llorente al 70 ha poi cambiato tutto, spazi ampi e Muniain trequartista a spingere il contropiede ci hanno permesso di dilagare in maniera inaspettata.
    adesso per il ritorno vietato abbassare la guardia perche hanno la forza e il caratteere di venirsela a giocare a Bilbao senza nessun timore.Chissà se Bielsa aspettandosi una partita simile agli ultimi 20 minuti della gara d'andata non schiererà subito Muniain dietro a Llorente

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah bellissimo il paragone con Stramaccioni! In effetti è così, ogni tanto i giornalai si fissano e finchè non passa la "febbre" tocca sentire ogni genere di idiozia.

      Ottima la tua analisi del match, in effetti perdiamo troppi palloni e in tal modo subiamo moltissimi contropiedi... Purtroppo fisicamente non siamo al meglio e si vede. Il gol del 2-2 però ha ribaltato tutto, segni che nel calcio forza mentale e convinzione sono fondamentali.

      Giovedì mancherà Iturraspe, quindi Bielsa dovrà giocoforza cambiare qualcosa. Potrebbe anche mettere Ekiza dietro con Javi in mediana, Muniain chissà: io lo vedo meglio trequartista, ma secondo me il Loco metterà all'inizio Herrera per poi riservarsi un cambio con Iker all'intervallo, proprio come ha fatto in Germania.

      Elimina