lunedì 23 giugno 2014

Il pagellone 2013/2014: i difensori.


Un bell'intervento di Laporte, senza dubbio il migliore dei difensori biancorossi (foto Uefa.com).

Laporte 8: stagione eccezionale per il centrale francese, che ha sbagliato giusto un paio di partite e, per il resto, ha fornito delle prestazioni sempre sopra la media. Dopo un periodo di adattamento fisiologico al nuovo partner, Gurpegi, è stato impeccabile, confermandosi (e non era facile) centrale solidissimo, difficile da superare, bravo di testa e con un sinistro da centrocampista; a dirla tutta è addirittura migliorato rispetto al primo anno da "pro", riuscendo ad evitare quelle insicurezze tipiche dell'esordio e dimostrandosi maturo come un veterano. Difficile trovargli difetti tecnici, perché anche nella lettura delle situazioni di gioco, nel posizionamento e nella capacità di comandare la difesa (nonostante gli appena 20 anni di età!) è francamente dotato; a parer mio in futuro dovrà solo cercare di limitare certi eccessi, dovuti alla personalità strabordante (come le incursioni palla al piede alla libero vecchio stampo), e aumentare il livello di concentrazione. Cose del tutto marginali per un ragazzo che, già adesso, è uno dei miglior difensori del continente. A fine campionato avrei scommesso su una sua partenza, viste le fortissime sirene catalane, ma il ritocco del contratto con l'Athletic indica che almeno per un'altra stagione resterà a Bilbao (ottima scelta). Scandaloso che Deshamps non lo abbia portato in Brasile.

Gurpegi 7,5: mea culpa, mea maxima culpa. Lo avevo criticato parecchio a inizio stagione, ritenendolo inadatto al ruolo di leader della difesa, ma a suon di prestazioni mi ha smentito, quindi mi cospargo volentieri il capo di cenere di fronte a Carlos. Resto convinto che, essendo un mediano adattato, non abbia le caratteristiche per comandare il reparto (cosa che in effetti ha fatto più spesso Laporte), ma a livello di concentrazione, cattiveria agonistica e spirito di sacrificio è davvero il numero 1 della squadra. Capitano nel senso più puro della parola, ha dimostrato di avere spalle larghissime dopo la vicenda del rosso a Ronaldo, per la quale ha ricevuto offese pesanti anche da giornalisti professionisti, oltre che dai soliti tifosi beceri; c'è voluto un brutto infortunio per fargli alzare bandiera bianca a marzo, ma siamo tutti certi che tornerà più forte di prima, come ha sempre fatto dopo i tanti momenti bui della sua carriera.

Balenziaga 7: tra le sorprese più liete della temporada, l'ex Real Sociedad ha dimostrato sul campo che, con lui, la maglia del terzino sinistro ha trovato finalmente un proprietario credibile. Richiamato dopo due ottime stagioni a Valladolid, Mikel ha fatto subito vedere di essere un altro giocatore rispetto al 20enne inesperto che arrivò a Bilbao nel 2008 (e che perse il posto in favore del più regolare Koikili): il piede è sempre buono e sa mettere in mezzo cross invitanti, ma l'efficacia in copertura e la concentrazione massima hanno costituito una bella novità per chi non lo aveva seguito di recente e lo ricordava solo per la sua prima tappa con la zurigorri. Non è un fenomeno ma è anche molto di più di un onesto mestierante, cosa che potrebbe consentirgli di restare titolare a lungo.

San José 7: non è un santo di mia devozione, per usare un'espressione iberica con cui si rivela di apprezzare o meno qualcuno, tuttavia è innegabile che abbia disputato il miglior campionato da quando è tornato a Bilbao. Per leggerezza nei contrasti, tendenza ai cali di concentrazione e scarsa capacità di lettura tattica lo ritengo il peggior centrale della rosa, ma se tre signori allenatori (e con visioni del gioco molto diverse) come Caparros, Bielsa e Valverde gli hanno dato fiducia, considerandolo titolare o comunque prima alternativa, una ragione ci sarà. Probabilmente i motivi sono la buona capacità di palleggio e la discreta visione di gioco, caratteristiche assimilabili a quelle di un mediano, che lo rendono utile in fase di impostazione e per uscire bene dal primo pressing avversario; tutto ciò senza dimenticare l'estrema pericolosità sui calci piazzati e gli ottimi tempi di inserimento, che anche quest'anno gli hanno permesso di realizzare un buon numero di reti (5, davvero niente male per un difensore). Gol a parte, il suo contributo è stato in ogni caso di rilievo.

Iraola 6,5: passano gli anni, cambiano i governi e le mezze stagioni non esistono più, ma l'incrollabile certezza rappresentata dal numero 15 resiste. È vero, non è più un ragazzino (32 le candeline spente giusto ieri) e gli undici campionati consecutivi in prima squadra (tutti conclusi con più di 30 presenze, un record per la Primera) iniziano a farsi sentire; l'impegno, l'applicazione tattica e l'estrema efficacia, specie in fase offensiva, sono però sempre quelle dei giorni migliori, anche se aumentano le pause e i minuti trascorsi in panchina a riposare. Sottovalutato forse persino a Bilbao, come succede spesso con giocatori del genere capiremo la sua importanza solo dopo che smetterà col calcio; per me è già ora, e per distacco, il miglior terzino destro iberico degli ultimo 10 anni. Per gestirlo nel modo migliore tra i molti impegni della prossima temporada (nonché per iniziare una "transizione morbida" propedeutica all'addio) sarà opportuno trovare un sostituto diverso da De Marcos, volenteroso ma sprovvisto dei movimenti difensivi di un terzino. Bustinza e Ramalho sono avvisati.

Etxeita 6: probabilmente pure lui dovrebbe far parte del gruppone dei non giudicabili che chiuderà le pagelle, tuttavia ho voluto premiarlo per il suo atteggiamento esemplare nel contesto di una stagione difficilissima a livello personale. Rientrato a Bilbao dopo aver vinto la Segunda con l'Elche, sembrava poter diventare il nuovo partner di Laporte al centro della difesa, o almeno una delle alternative principali insieme ad Ekiza, invece è sparito dai radar subito dopo un precampionato poco convincente e di lui si sono perse le tracce. Non è partito durante il mercato invernale, nonostante fosse stato richiesto proprio dall'Elche, ed ha alternato per settimane panchina (poca, e comunque senza mai entrare) e tribuna (tanta), vedendosi passare avanti non solo Gurpegi e San José, ma addirittura il canterano Albizua. In tutto ciò ha resistito senza fare polemica, aspettando pazientemente il proprio turno, e alla fine il momento è arrivato alla 33a giornata: out Gurpegi e Laporte, Valverde lo ha scelto per affrontare il Levante e lui ha risposto con una prestazione perfetta, meritandosi gli elogi del mister nel dopo gara. Ha chiuso la temporada giocando titolare contro l'Almeria. Merita più spazio, speriamo possa trovarlo a breve.

Saborit 5: spiace dare un'insufficienza a un giocatore giovane e promettente, sceso peraltro pochissimo in campo, ma è innegabile che il catalano abbia rappresentato una delle maggiori delusioni stagionali, specie per chi segue da vicino i "prodotti" del vivaio di Lezama e si aspettava grandi cose da lui. Nonostante Valverde abbia dimostrato di crederci, spedendo Aurtenetxe al Celta e proponendolo titolare alla seconda e all'ottava giornata, Enric non ha convinto ed è finito nell'ombra, surclassato da un Balenziaga più continuo ed efficace in entrambe le fasi. In particolare, Saborit ha mostrato gli stessi difetti che aveva già palesato con il Bilbao Athletic: tendenza ai cali di concentrazione, scarsa attitudine difensiva e, soprattutto, mancanza di cattiveria agonistica, garra e personalità, peccato gravissimo in un club portato per tradizione a perdonare la mancanza di talento ma non l'indolenza. Deve maturare, la Primera al momento gli va larga (anche se non per caratteristiche tecniche). Un prestito è sicuramente la soluzione migliore per tutti.

Albizua, Ekiza n.g.: impossibile dare un voto ai due centrali. Albizua, il migliore l'anno scorso nel Bilbao Athletic, è stato tenuto in rosa nonostante le richieste dalla Segunda, scelta poco comprensibile visto che è sceso in campo 4 volta e mai da titolare; al 99% andrà in prestito nella serie cadetta con un anno di ritardo. Ekiza, partito dall'inizio nella prima giornata di Liga, è stato continuamente tormentato dagli infortuni e non è riuscito a riprendersi un posto tra i convocati, finendo la stagione con la miseria di 2 presenze (una in Copa) e neppure 90' giocati. Lo vuole l'Olympiacos: per me sarebbe un errore cederlo, ma gli spazi, visto che Laporte rimarrà almeno un altro anno, sono limitati e i centrali in rosa in sovrannumero. Il rischio di perderlo, insomma, è elevato.

lunedì 16 giugno 2014

Ongi etorri Borja!



Borja Viguera è ufficialmente un giocatore dell'Athletic. Venerdì ha firmato un triennale (scadenza 30 giugno 2017) con una clausola rescissoria di 30 milioni. Dandogli il benvenuto nella familia zurigorri, vi propongo di seguito i numeri di una carriera in ascesa costante (fonte: Wikipedia, Transfermarkt).

Temporada Club Categoría Liga Copa Total
Part. Goles Part. Goles Part. Goles
2006/07 Real Sociedad B Segunda División B 38 9 - - 38 9
2007/08 Real Sociedad B Segunda División B 31 9 - - 31 9
Real Sociedad Segunda División 3 0 - - 3 0
2008/09 Real Sociedad B Segunda División B 22 6 - - 22 6
Real Sociedad Segunda División 2 0 - - 2 0
2009/10 Real Sociedad Segunda División 4 0 - - 4 0
2010/11 Real Sociedad Primera División 5 0 2 0 7 0
Gimnàstic de Tarragona
(cedido)
Segunda División 5 2 - - 5 2
2011/12 Gimnàstic de Tarragona
(cedido)
Segunda División 10 1 1 0 11 1
Albacete Balompié
(cedido)
Segunda División B 9 1 - - 9 1
2012/13 Deportivo Alavés Segunda División B 37 17 5 3 42 20
2013/14 Deportivo Alavés Segunda División 42 25 2 1 44 26
Total carrera 208 70 10 4 218 74

venerdì 13 giugno 2014

Il pagellone 2013/2014: i portieri.


Iraizoz con la fascia da capitano contro il Barcellona al Camp Nou.

Iraizoz 7,5: dopo le brutte prestazioni della scorsa stagione, senza dubbio la peggiore da quando è a Bilbao, in pochi avrebbero scommesso sulla sua rinascita (io non ero tra questi). Invece il gigante navarro ha stupito tutti, firmando una temporada di altissimo livello e rimettendo forse in discussione i piani della società per il futuro - da Lezama premono infatti Kepa e Alex Remiro. Partito titolare senza però aver convinto Valverde, ha perso il posto a causa di un lieve acciacco alla seconda giornata e ha dovuto aspettare più di un mese per tornare in campo; quando lo ha fatto, però, non ha più mollato un centimetro e ha lasciato a Herrerin solo le briciole (la Coppa del Re e tre partite di Liga, l'ultima di campionato e due saltate per infortunio). Bravo tra i pali, ma non è una novità, e più sicuro del solito nelle uscite, ha messo anche la sua firma sul grande campionato della squadra e si è sicuramente tolto delle belle soddisfazioni dopo le critiche (a parer mio giustificate) degli ultimi anni. I numeri lo confermano: con una media di 0,97 gol incassati a partita, Iraizoz è stato il secondo portiere meno battuto del torneo, superato solo dal fenomenale Courtois. Bentornato.

Iago Herrerín 6,5: come ho avuto più volte modo di affermare, la grande stagione di Iraizoz è dovuta anche alla concorrenza di buon livello rappresentata dal 26enne bilbaino, che tutto sommato ha ben figurato all'esordio in Primera. Cresciuto a Lezama, ha fatto tutta la trafila fino al Bilbao Athletic ed è poi stato ceduto all'Atletico Madrid B, quindi è stato ripreso dopo la splendida stagione al Numancia in Segunda; era riuscito anche a conquistare la maglia da titolare a inizio stagione, poi però una brutta partita contro il Celta, alla quarta giornata, lo ha fatto tornare in panchina. Poco male per un portiere che non si era mai misurato prima con la categoria: l'esperienza che ha fatto si rivelerà sicuramente utile nella prossima stagione, anche perché, con l'apertura del fronte europeo, ci saranno molte più possibilità per mettersi in luce. Dal punto di vista tecnico lo considero un buon elemento: esce molto, anche a costo di sbagliare, ha un'ottima gestione dell'area piccola ed è piuttosto reattivo tra i pali. Parte senza dubbio come numero 12, ma non è detto che debba restare in panchina per sempre.

giovedì 5 giugno 2014

Quale Athletic per la prossima stagione?


Borja Viguera, attaccante dell'Alaves vicinissimo all'Athletic (foto Lavozdegalicia.es).

Con l'inizio della prossima Liga fissato ufficialmente per il 24 agosto, possiamo mettere definitivamente in archivio la stagione 2013/2014 e pensare alla prossima, che si annuncia eccitante come poche altre nella recente storia del club. Ernesto Valverde ha scelto il 7 luglio come data per la ripresa degli allenamenti: ma da chi sarà composta la rosa zurigorri che affronterà l'andata dei preliminari di Champion's League il 19 agosto? Vediamo, reparto per reparto, quali potrebbero essere i cambiamenti più significativi.

Porta: Txingurri ha espresso chiaramente di volere tre portieri, in quanto l'apertura del fronte europeo rende impossibile affrontare la temporada con i soli Iraizoz ed Herrerin (confermatissimo, anche perché le grandi prestazioni del navarro sono anche figlie della sua concorrenza di buon livello). Raul Fernandez, di rientro da un prestito non felicissimo al Numancia, dovrebbe essere la scelta scontata, ma la sorpresa è in agguato: Kepa Arrizabalaga, la più grande promessa di Lezama nel ruolo, potrebbe essere promosso dal Bilbao Athletic. Lo scenario più probabile, a quel punto, sarebbe un prestito in Segunda o all'Eibar, della cui clamorosa promozione ho parlato nello scorso post, però Valverde potrebbe anche decidere di aggregarlo alla prima squadra, cosa che comporterebbe la cessione di Raul; una scelta possibile ma che, a parer mio, si spiegherebbe solo se il tecnico volesse provarlo subito come titolare, altrimenti non vedo come potrebbe giovargli un anno da secondo o terzo portiere. C'è anche una terza ipotesi: tenere Kepa nel filial, facendolo allenare con la prima squadra, e convocarlo in caso di bisogno.

Difesa: il nome caldo, come potrete facilmente immaginare, è quello di Aymeric Laporte. Il ventenne francese è reduce da una stagione clamorosa per rendimento e personalità mostrata sul campo, e chiaramente le sue qualità, già note da tempo, hanno condotto sulle sue tracce vari club europei di prima fascia. Il Barcellona, impegnato in una profondissima opera di rinnovamento, è indubbiamente il più interessato a Laporte, giocatore che corrisponde perfettamente al profilo richiesto da Luis Enrique: giovanissimo ma con esperienza, molto bravo in impostazione, forte fisicamente e dotato di ottima tecnica. Come sempre l'Athletic è stato chiaro: il numero 4 non è in vendita e, se qualcuno lo vuole, deve sborsare per intero i 36 milioni della clausola rescissoria. Una cifra importante, ma di certo non insormontabile per i blaugrana. Aldilà delle dichiarazioni di facciata, l'impressione è che Aymeric accetterebbe al volo un'eventuale offerta del Barça; in ogni caso, se non partirà quest'anno lo farà il prossimo, perché è ambizioso e non ha legami particolari con la maglia zurigorri. Di fronte ad un eventuale addio del francese, il pacchetto dei difensori centrali dovrebbe comunque fornire sufficienti garanzie, anche se al momento quattro giocatori (Gurpegi, Ekiza, Etxeita e San José, che ha rinnovato pochi giorni fa fino al 2018) sono forse pochini per far fronte a tre competizioni. Non ho citato di proposito Albizua, poiché al 99% sarà ceduto in prestito in Segunda. Per quanto riguarda i terzini, Iraola e Balenziaga sono inamovibili, mentre non è ancora chiaro quali saranno i loro ricambi. Valverde, in particolare, ha bisogno di un laterale destro in grado di offrirgli buone garanzie, perché Andoni comincia a sentire il peso degli anni e De Marcos, pur lodevole per tenacia e applicazione, rende sicuramente di più quando può giocare a centrocampo. Tramontata l'ipotesi dell'acquisto di Anaitz Arbilla, autore di un buon campionato con la maglia del Rayo ma accasatosi all'Espanyol, Txingurri dovrà scegliere tra Ramalho, di rientro da un prestito tutto sommato positivo al Girona, o Unai Bustinza, colonna del Bilbao Athletic che si aggregherà alla prima squadra durante il ritiro precampionato e dovrà giocarsi bene le sue carte. Ramalho non sembra particolarmente apprezzato dal mister, mentre Bustinza a Lezama è molto considerato e può vantare anche una buona adattabilità come difensore centrale, caratteristica che potrebbe pesare parecchio in caso di cessione di Laporte. La riserva di Balenziaga dovrebbe invece essere Aurtenetxe, al quale Valverde è intenzionato a dare un'altra chance dopo il prestito così così al Celta, mentre Saborit, richiesto dall'Eibar, con tutta probabilità cercherà di dimostrare il suo valore in Primera con la casacca degli armeros. Le chiacchiere su Monreal, che ogni estate viene accostato alla maglia biancorossa, vanno infine prese per ciò che sono: pura spazzatura da calciomercato di luglio.

Centrocampo: anche qui ruota tutto intorno a un nome, quello di Ander Herrera. Richiesto già un anno fa dal Manchester United, l'ex Saragozza sembra ora nel mirino di svariati altri club, su tutti il solito Barcellona. Senza dubbio l'eventuale perdita di Herrera impoverirebbe la squadra, ma a parer mio è altrettanto vero che i ricambi ci sono e permetterebbero una transizione morbida verso una formazione titolare priva del numero 21. Pur con caratteristiche diverse, infatti, Beñat potrebbe prendere in mano senza troppi problemi le redini del gioco della squadra, anche se è naturalmente portato a giocare da pivote più che da trequartista; un problema tattico non insormontabile per Valverde, che ha messo proprio il recupero dell'ex Betis tra le priorità della prossima stagione. L'asse portante della mediana, formato da Iturraspe e Mikel Rico, è chiaramente intoccabile, così come Moran, al quale Txingurri darà probabilmente più spazio, e De Marcos, jolly di enorme importanza nello scacchiere tattico dell'allenatore. Incerta invece la situazione di Iñigo Perez, rientrato a gennaio dal prestito al Maiorca per alcuni problemi di salute e che, al momento, non sembra avere spazio in prima squadra. Ruiz de Galarreta si è ripreso perfettamente dal grave infortunio al ginocchio e tornerà in prestito al Mirandes, dove stava facendo benissimo prima del crac, per ritrovare minuti e ritmo partita. Non sono previsti movimenti in entrata, dunque l'unico "acquisto" sarà la promozione dal Bilbao Athletic di Aketxe, centrocampista talentuosissimo per il quale un prestito (magari all'Eibar) potrebbe essere perfetto. Unai Lopez, altra perla di Lezama che sembrava destinata al salto in prima squadra, rimarrà almeno inizialmente con i cachorros, anche perché la partecipazione all'Europeo under 19 con la selezione spagnola non gli avrebbe comunque permesso di aggregarsi ai "grandi" per la pretemporada.

Attacco: l'unica operazione in entrata del mercato estivo biancorosso dovrebbe riguardare proprio questo reparto. Si tratta dell'acquisto di Borja Viguera, attuale pichichi della Segunda Division con la maglia dell'Alaves; il riojano, tesserabile dall'Athletic in quanto cresciuto nel vivaio della Real Sociedad, costerà solo 1 milione e andrà a rinforzare un parco attaccanti che, tolto Aduriz, nella scorsa stagione non ha fornito grandi certezze a Valverde. Viguera ha 27 anni e si trova nel pieno della maturità calcistica: ai tempi di Zubieta era considerato una grande promessa, poi gli infortuni interruppero la sua progressione e lo costrinsero a ripartire dalla Segunda B. A Vitoria è rinato, ha vinto il campionato e si è confermato goleador implacabile nella categoria superiore; non è tanto un centravanti puro, quanto piuttosto una seconda punta/trequartista che preferisce partire da lontano, tuttavia non ha troppi problemi nell'agire da unico riferimento offensivo. Pur avendo già giocato qualche partita in Primera è praticamente un esordiente sul palcoscenico della Liga, dunque il suo acquisto rappresenta un discreto salto nel buio; il prezzo basso e le ottime prestazioni con la camiseta del Glorioso hanno comunque indotto Ibaigane a puntare su di lui. L'arrivo di Viguera dovrebbe portare ad uno sfoltimento del reparto: con Aduriz imprescindibile e Sola da considerare quasi un neo-acquisto, dato che ha saltato praticamente tutta la temporada a causa degli infortuni muscolari, a giocarsi l'ultimo posto in rosa saranno Toquero e Guillermo, che verrà promosso in pianta stabile dal Bilbao Athletic. Le ultime voci danno Guille, bisognoso di spazio per completare il processo di maturazione, vicino all'Eibar con la solita formula del prestito, cosicché il buon Gaizka dovrebbe guadagnarsi un altro anno nel Botxo grazie allo spirito di sacrificio, molto apprezzato da Txingurri, e ad una certa versatilità tattica. Per quanto riguarda gli esterni offensivi (De Marcos, Susaeta e Ibai e Muniain), l'unica novità riguarda Iker, ed è positiva: Marca scrive infatti che il giocatore avrebbe trovato l'accordo per il rinnovo fino al 2018 con il club. Da valutare, infine, la situazione di Guarrotxena, autore di uno splendido campionato nel Bilbao Athletic; l'ala destra svolgerà la preparazione estiva con la prima squadra e Valverde dovrà decidere se dargli un dorsal o se mandarlo a farsi le ossa in Segunda tramite un prestito.

venerdì 30 maggio 2014

Defiende al Eibar.



Nessuno pensa che la vita sia giusta, dunque perché dovrebbe esserlo il calcio? La Sociedad Deportiva Eibar, espressione di un paese gipuzkoano di poco più di 27.000 anime, domenica scorsa ha ottenuto matematicamente la prima, storica promozione in Primera Division; uno splendido traguardo per un club che, tra le società basche di seconda fascia, è probabilmente il più importante degli ultimi decenni, potendo contare su un totale di 26 stagioni trascorse in Segunda (delle quali 18 consecutive, un record assoluto). Il miracolo sportivo compiuto sul campo da una squadra con il presupuesto (il budget totale) più basso della categoria (3,9 milioni di Euro), tuttavia, potrebbe non essere sufficiente: il Real Decreto1251/1999 sulle Sociedades Anónimas Deportivas impone infatti alla dirigenza degli armeros un aumento del capitale sociale, che dovrà passare dagli attuali 400.000€ a 2,2 milioni circa. Insomma, un club finanziariamente sano, senza alcun debito nei confronti di banche e fisco (cosa che non accade agli attuali campioni della Liga, ai vincitori della Champion's League e ai loro rivali catalani, tanto per dire) e con una gestione esemplare, potrebbe essere relegato d'ufficio in Segunda B.
Noi non ci stiamo. Come Leones Italianos siamo tifosi dell'Athletic, certo, ma anche innamorati di Euskal Herria e difensori di tutte le sue espressioni culturali, comprese quelle sportive. L'Eibar ha scritto una pagina importante della storia calcistica recente, riuscendo a conquistare la Primera con una squadra piena di onesti operai (in gran parte baschi) della pedata; un'impresa che, stante la trasformazione del futbol in un business che premia solo chi è in grado di assicurare ascolti e incassi stellari, rappresenta un unicum che va ben oltre i casi del Chievo e del Sassuolo nostrani, "dopati" da patron che sono tutto fuorché sprovvisti di quattrini. Capitan Arruabarrena e i suoi compagni (tra loro altre vecchie conoscenze dell'Athletic, come Eneko Boveda, Yuri Berchiche, Urko Vera, Alain Eizmendi e Ander Capa), invece, possono contare solo su una base di 3.500 soci, che ogni partita affollano le tribune del vecchio Ipurua (cha ha una capienza di 5.250 spettatori). L'ingiustizia che si sta per consumare non deve accadere. Possiamo impedirlo, il tempo non manca. L'Eibar ha infatti aperto una sottoscrizione popolare per raggiungere entro luglio il milione e 700.000€ che mancano. Il nome dell'iniziativa è "Defiende al Eibar" e, al momento, la cifra raccolta è quasi la metà del totale. Contribuire a salvare una realtà come quella degli armeros è doveroso per chi crede che un altro calcio sia possibile, specie se queste storie avvengono nei "nostri" amati Paesei Baschi.

http://www.defiendealeibar.com

sabato 24 maggio 2014

Un Athletic da sogno.



Con il pareggio in casa dell'Almeria, ininfluente per la classifica finale (ma che, sommato ad altri risultati, ha purtroppo contribuito alla retrocessione dell'Osasuna), si è conclusa una delle migliori stagioni dell'Athletic degli ultimi 30 anni. Tolte infatti le leggendarie annate del Clemente I, le ultime vincenti della storia biancorossa, e la cavalcata dei Leoni di Fernandez che portò al secondo posto nel 1997/98, trovare una temporada capace di unire un altissimo livello qualitativo a dei risultati eccellenti, come accaduto in quella appena conclusa, è praticamente impossibile. Un discorso a parte merita il biennio Bielsa, a parer mio irripetibile per emozioni e portata rivoluzionaria del discorso tattico impostato dall'allenatore di Rosario, ma bisogna ricordare che in Liga la squadra non raggiunse mai il rendimento mostrato dai ragazzi di Valverde in questa stagione.
Partiamo dai numeri, che, seppur insufficienti a restituire il quadro complessivo, sono comunque indicativi della bontà di quanto fatto da Txingurri e dai suoi giocatori. Dopo aver incassato ben 65 reti nella scorsa temporada, la difesa ha fatto segnare un record per il nuovo millennio: 39 i gol totali subiti da Iago e Iraizoz (miglior risultato dal 1989/90), con un dato relativo al girone di ritorno (15) veramente impressionante; per dare un'idea, il Madrid ne ha presi 38, il Barça 33 e l'Atletico blindatissimo del Cholo 26. Merito dell'esplosione di Laporte, senza dubbio, ma soprattutto dello splendido lavoro di Valverde, mostratosi tecnico meno arrembante e più riflessivo rispetto agli esordi. La scelta di un blocco ben definito (Iraola, Gurpegi, Laporte e Balenziaga, con De Marcos alternativa ad Andoni e San José prima riserva dei centrali) ha sicuramente contribuito alla maggior solidità del reparto, e al mister va riconosciuto anche di non aver mai messo in discussione le proprie decisioni, specie a inizio stagione quando, da più parti, veniva chiesta la testa di un Gurpe non proprio a suo agio come difensore puro. Buonissimi anche i numeri relativi alla fase offensiva: 66 gol segnati (mai così tanti dal 1996/97, quando furono 72 ma con 4 giornate in più) e massimo personale in carriera raggiunto da Aduriz (16), Ibai (8, in 18 partite), Muniain (7), Ander Herrera e Mikel Rico (5). In generale, dunque, la squadra ha trovato spesso la via della rete e lo ha fatto con tanti giocatori diversi, in particolar modo in una prima parte dell'anno nella quale Aritz aveva le polveri bagnate (primo gol segnato all'ottava giornata); in tal senso è esplicativo il caso di De Marcos, utilizzato spesso come "asso nella manica" da giocare a partita in corso e risultato decisivo con 3 reti nelle prime 6 partite di campionato. Infine, il dato sul rendimento degli zurigorri in Liga. Il San Mamés è tornato ad essere un fortino quasi inespugnabile (13 vittorie, 4 pareggi e solo 2 sconfitte, contro Espanyol e Atletico Madrid), ma è stato il cammino fuori casa a risultare particolarmente positivo: la squadra ha infatti sommato 27 punti lontano da Bilbao, frutto di 7 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte, e per trovare numeri simili bisogna risalire a più di 10 anni fa, precisamente alla stagione 2001/02, quando i Leoni, guidati allora da Jupp Heynckes, totalizzarono 28 punti nelle gare esterne.
Un'annata da record, c'è poco altro da aggiungere. L'artefice principale di questo vero e proprio miracolo sportivo (perché portare una squadra con la filosofia unica dell'Athletic nel gotha europeo è un evento che appartiene più al trascendente che al reale) è, senza alcun dubbio, Ernesto Valverde. La sua gestione del gruppo nel dopo-Bielsa è stata esemplare: ha preso una squadra prosciugata nella testa e nel fisico e l'ha completamente rianimata, dandole nuove motivazioni e tenendola sempre unita. Emblematico il fatto che nessuno dei meno utilizzati (penso soprattutto a Beñat ed Etxeita, i due acquisti estivi passati, più o meno velocemente, dallo status di stelle a quello di meri rincalzi) abbia mai esternato il dispiacere per non giocare in modi meno che urbani, chiaro segno del rispetto per lo spogliatoio  e della stima per l'allenatore nonostante le sue scelte penalizzanti. Txingurri ha dimostrato coi fatti di essere un ottimo allenatore e soprattutto un uomo di grande intelligenza. Non ha pensato neanche per un istante, infatti, di fare terra bruciata dell'esperienza del Loco, ma ne ha mantenuto i lati positivi cercando, allo stesso tempo, di migliorare quelli deboli. Non a caso, come dimostrano i numeri elencati sopra, l'attacco è rimato esplosivo (anzi, si è segnato pure di più anche senza Llorente, il principale bomber degli ultimi anni), mentre la difesa, il vero tallone d'Achille del biennio di Bielsa, si è trasformato in un vero e proprio punto di forza. Bisogna inoltre rilevare come Valverde sia notevolmente maturato rispetto alla sua prima esperienza sulla panchina zurigorri: meno intransigente tatticamente (l'utilizzo variabile del 4-1-4-1, del 4-3-3 e del 4-2-3-1, così come delle due punte a partita in corso, ne è chiara prova), più attento alle transizioni difensive e senza quella rigidità nelle sostituzioni che lo caratterizzavano anni fa, si è rilanciato alla grande nell'élite degli allenatori della Liga e si è tolto diverse soddisfazioni nei confronti di chi lo aveva giudicato bollito dopo la brutta esperienza a Villarreal e la qualificazione Champion's con il Valencia sfumata all'ultima giornata della scorsa stagione. L'unico rilievo che potrei muovergli è l'uso forse troppo parsimonioso del turnover, anche se l'assenza di un fronte "europeo" ha favorito l'impiego di un undici titolare ben definito (la controprova si avrà fra qualche mese). In Coppa del Re, invece, nessuna critica: la sconfitta contro l'Atletico è stata onorevole e, sul campo, loro hanno meritato di batterci.
Se Valverde è stato un condottiere di grandissimo polso, anche le sue "truppe" hanno fatto qualcosa di straordinario. I giocatori, tolto qualche caso, hanno offerto un rendimento medio eccellente, e più di uno ha addirittura toccato il picco massimo della propria carriera. Iraizoz (che non giocava così bene dai tempi della finale di UEFA raggiunta con l'Espanyol), Gurpegi, Laporte, Balenziaga, Mikel Rico, Iturraspe, Herrera, Muniain, Ibai, Aduriz: tranne qualche pausa fisiologica nell'arco della temporada, tutti sono stati spettacolari. Chiaramente analizzerò uno per uno nelle pagelle di fine anno, ma un tributo già adesso mi sembrava doveroso.
Si è chiusa insomma una stagione che è andata ben aldilà di ogni più rosea aspettativa iniziale. Personalmente avevo pronosticato un Athletic in lotta per il sesto, massimo quinto, posto, e mai mi sarei aspettato che i Leoni potessero puntare così in alto al primo anno con un nuovo allenatore. Migliorarsi sarà impresa quasi impossibile, specie se dovesse arrivare la benedetta qualificazione alla fase a gruppi di Champion's League, ma anche confermarsi costituirà un'impresa difficile: la concorrenza in Spagna è spietata e, sebbene in Italia questo concetto non sia ancora chiaro, "hay Liga", ovvero ci sono molti club capaci di fare la voce grossa alle spalle di Madrid e Barcelona (e, forse, Atletico, se riuscirà a tenere chi di dovere). Il Sevilla di Emery ne è esempio lampante, ma guai a sottovalutare realtà come Villarreal, Real Sociedad o Valencia. Servirà una campagna di rafforzamento ben studiata, ad iniziare dalla conferma di alcuni dei pezzi da novanta della rosa. Il tempo per analizzare al meglio la situazione comunque non mancherà. Intanto vi invito, se già non lo avete fatto, a cliccare "Mi piace" sulla pagina Facebook del blog, perché è lì che, d'ora in avanti, posterò news e "ultime di mercato". Come già avevo avuto modo di scrivere, sto pensando ad una ristrutturazione grafica e contenutistica di questo spazio, che passi in primo luogo per un'integrazione più marcata con i social: con Facebook dedicato alle notizie e Twitter alle partite (ho in mente una sorta di "diretta tweet" per quegli incontri che avrà modo di vedere), il blog dovrebbe diventare una sorta di magazine dedicato a editoriali, articoli di analisi e di approfondimento a 360° sul mondo biancorosso, da Lezama alla storia del club. Per adesso mi limito a fornirvi un breve calendario dei prossimi pezzi, che saranno il pagellone finale, un focus sulla situazione di mercato e un riassunto della stagione delle giovanili (non necessariamente in quest'ordine), dopo i quali dovrei mettere mano alla grafica. Stay tuned!

mercoledì 7 maggio 2014

Champions!



1998-2014: dopo16 anni siamo di nuovo in Champion's League, anzi, in Txampions! Il comodo 3-0 sul campo di un Rayo molto ben disposto nei nostri confronti ci ha regalato il quarto posto matematico, che in soldoni significa preliminare di agosto; le prossime settimane ci diranno se lo affronteremo come teste di serie o meno, ma l'importante è essere tornati nella massima competizione continentale e aver dimostrato, una volta di più, come la filosofia dell'Athletic riesca a coniugare tradizione e risultati. Da Guerrero, Urzaiz, Alkorta, Urrutia ed Etxeberria a Susaeta, Aduriz, Laporte, Iraola e Munian: sono passati quasi 20 anni e una squadra unica, composta da ragazzi cresciuti in una regione di 3 milioni di abitanti grande meno della Lombardia, è tornata sul palcoscenico più prestigioso. Anche se, in realtà, non se n'era mai andata. Aupa Athletic!

mercoledì 16 aprile 2014

33a giornata: Athletic 3-0 Malaga.



Vittoria netta e mai in discussione per l'Athletic contro il Malaga, schiantato letteralmente dal gioco frizzante degli zurigorri e castigato senza possibilità di appello da un Aduriz sontuoso. L'ariete di Donostia, che si trova in uno stato di forma eccezionale, somma già 15 reti in Liga (record assoluto per lui), una in più dell'anno scorso e con ben 8 partite in meno. Considerando poi il lunghissimo periodo di appannamento iniziale, costituito da 7 gare consecutive senza segnare, si capisce benissimo la crescita verticale nell'arco della temporada di Aritz, sul quale io stesso avevo iniziato a nutrire dei dubbi vista la sua partenza al rallentatore. Per fortuna erano solo le scorie della scorsa stagione, davvero massacrante per lui, ma una volta ritrovata la forma el Zorro è tornato il solito cannoniere implacabile, anzi è andato anche oltre i suoi soliti standard; non a caso, su vari media spagnoli si comincia a ventilare di tenerlo in considerazione per Brasile 2014. Speculazioni sulla roja a parte, è innegabile che Aduriz stia attraversando uno dei momenti più felici della sua intera carriera, facilitato (come lui stesso ha detto) da una squadra capace di creare molte palle gol e di metterlo quindi in condizione di andare a rete con grande facilità. In fondo, il grande merito di Valverde è stato proprio di non smarrire il gioco d'attacco imposto da Bielsa, nonostante le sacrosante modifiche per evitare le imbarcate difensive; semplificando, si potrebbe dire che Txingurri sia riuscito nell'impresa, sulla carta assai complicata, di unire gli automatismi offensivi del Loco alla solidità e alla garra dell'Athletic di Caparros. Tutto ciò senza tralasciare l'inserimento dei giovani, come dimostra la scelta di puntare su un ottimo Erik Moran per sostituire l'infortunato Mikel Rico. Intanto mancano 5 partite alla fine del campionato e i punti di vantaggio sul Siviglia, quinto, sono ancora 6. Il calendario è da brividi (Barcellona al Camp Nou, scontro diretto col Siviglia in casa, trasferta col Rayo, derby con la Real al San Mamés e chiusura sul campo dell'Almeria), ma se i biancorossi si giocano bene le proprie carte potrebbero coronare il loro sogno, impensabile solo pochi mesi fa: regalare una qualificazione Champion's a Bilbao 14 anni dopo il secondo posto dei Leoni di Luis Fernandez e Julen Guerrero.

lunedì 14 aprile 2014

Athletic vs Atletico.



Inizio, come spesso accade ultimamente, scusandomi per l'assenza prolungatissima. Purtroppo non ho molto tempo per aggiornare il blog e, se devo dirla tutta, quando il tempo c'è è la voglia a mancare. Scrivere di calcio e Athletic mi piace ancora da matti, quindi non sto pensando assolutamente di chiudere questo spazio; è la sua struttura, la sua forma, che dev'essere ripensata. Il blog, nato nove anni fa con il nome improponibile di "Athletic Club Bilbao Unofficial Fansite", è figlio di un'altra epoca, anche se sembra assurdo dirlo. Non voglio fare il Nonno Simpson della situazione, però nel 2005 le cose erano diverse: la Liga in tv era difficile da vedere (tranne che per le due solite note), lo streaming su Internet era ancora pionieristico e io stesso, per informarmi, spesso non avevo altro che il televideo, qualche sms da Bilbao e i giornali online del giorno dopo. Il blog era quindi uno strumento quasi di servizio, e come tale lo avevo impostato: cronaca delle partite, qualche notizia importante, approfondimenti una tantum. Adesso, però, la storia è diversa. Tra Fox, streaming, Youtube e altro, chiunque riesce a vedere sintesi e gol quasi in tempo reale, mentre di mercato parlano anche i siti italiani. Insomma, mi sembra che il blog sia pieno di contenuti obsoleti, o comunque poco interessanti. L'idea che ho in mente è di renderlo meno cronachistico e più di approfondimento, con meno tabellini e più focus su cantera e aspetti tecnico-tattici impossibili da sviscerare appieno nei report delle partite. È solo un'idea, chiaramente, e a questo punto vedrò di svilupparla dopo la fine della temporada, ma in ogni caso aspettatevi delle novità.
Un esempio di post che potrete trovare in futuro è quello che vi vado a proporre di seguito, nato da una domanda che mi è venuta in mente davanti alla splendida prestazione con cui l'Atletico Madrid ha demolito il Barcellona in Champion's: ma la squadra di Simeone è davvero tanto più forte dell'Athletic? Per rispondervi, ho pensato ad un confronto ruolo per ruolo tra i titolari colchoneros e quelli zurigorri; lo schema è un 4-1-4-1, plausibile per entrambe le squadre, e ho considerato solo i più presenti nell'undici base dei due tecnici. Ecco chi vince la sfida, almeno secondo me.
Iraizoz vs Cortouis: probabilmente uno dei duelli meno equilibrati. Iraizoz sta vivendo una delle sue migliori stagioni da quando è a Bilbao, tanto da aver rintuzzato brillantemente i tentativi di Iago Herrerin di imporsi come titolare, ma resta comunque distante anni luce dal livello del belga di proprietà del Chelsea, uno dei migliori al mondo nel ruolo (soprattutto alla luce della giovane età). Curtouis.
Iraola vs Juanfran: non sono tra quelli che impazziscono per Juanfran, che considero un buon terzino ma nulla più, mentre chi mi legge conosce la mia passione per Iraola, a parer mio uno dei laterali destri più sottovalutati degli ultimi 10 anni. Andoni è in chiaro declino fisico, come dimostrano le molte panchine riservategli quest'anno da Valverde, ma se è al 100% continuo a preferirlo al colchonero. Iraola.
Gurpegi vs Godin: due stagioni super per entrambi, anche se va detto che Gurpegi è un centrale adattato, quindi merita forse un elogio ancor maggiore. L'uruguagio, però, è un difensore più forte; per qualità individuali non è tra i top del ruolo, ma con il sistema di Simeone si è subito trovato alla grande ed è diventato il leader di uno dei pacchetti arretrati più rognosi d'Europa. Godin.
Laporte vs Miranda: lungi da me sostenere, come ho letto (mi sembra di ricordare) sul Guerino online, che Miranda non sia neppure tra i primi 100 difensori brasiliani, ma al momento ritengo che il centrale francese dell'Athletic gli sia già superiore. Per personalità e qualità tecnico-tattiche, Laporte si candida senza dubbio a finire ai primissimi posti della classifica dei migliori difensori del mondo entro breve tempo. Insomma, el Loco Bielsa non sbagliò quando decise di portarlo in prima squadra. Laporte.
Balenziaga vs Filipe Luis: come per i portieri, anche in questo caso non c'è gara. Balenziaga si è rivelato un discreto terzino sinistro (una casella che, negli ultimi anni, è stata molto complicata da riempire per l'Athletic), ma il brasiliano è di un altro livello, ed è stato bravissimo a confermarsi a Madrid dopo il brutto infortunio patito proprio contro gli zurigorri ai tempi del Depor. Filipe Luis.
Iturraspe vs Gabi: il capitano dell'Atletico è un giocatore roccioso, ordinato e di grande esperienza, ma non mi ha mai impressionato. Iturraspe, pur con qualche pausa ogni tanto, quest'anno sta dimostrando una qualità notevole in fase di organizzazione, tanto da richiamare l'attenzione di alcuni grandi club e del ct Del Bosque, e anche una buona attitudine da incontrista. Iturraspe.
Susaeta vs Arda Turan: Markel è un'ala che sa regalare giocate deliziose, però non fa della continuità (nell'arco di una stagione così come in un singolo incontro) il suo punto di forza. Vado col turco, calciatore che apprezzo oltremodo per la capacità di coniugare la qualità ad una cattiveria agonistica non comune. Arda Turan.
Ander Herrera vs Raul Garcia: due tipologie di centrocampisti diversissime. Ander è un classico trequartista di manovra di scuola iberica, estremamente dotato per il palleggio e con una visione di gioco di alto livello; il navarro, invece, è un incursore che ama il gioco verticale e gli inserimenti a rimorchio. Nonostante consideri il nostro numero 21 in assoluto superiore, Raul Garcia sta giocando una grandissima stagione ed è perfetto per la tattica di Simeone. Raul Garcia.
Mikel Rico vs Tiago: regista compassato il portoghese, tuttofare senza un compito preciso il basco. L'annata strepitosa (soprattutto la prima metà), l'apporto di concretezza al gioco della squadra e la lentezza del portoghese mi fanno propendere per il secondo, nonostante il notevole gap tecnico tra i due calciatori. Mikel Rico.
Munian vs Koke: duello interessante se ce n'è uno. Due talenti assoluti della Liga, due giocatori chiamati a segnare le sorti del calcio spagnolo del futuro come pochi altri. Il poliedrico Koke, schierabile praticamente in tutti i ruoli dal centrocampo in su, contro la seconda punta meno compresa degli ultimi anni (non a caso è confinata sulla fascia sinistra). Muniain sta avendo un ottimo impatto sul campionato dell'Athletic, ma il suo rivale (a 22 anni appena compiuti) è probabilmente l'uomo più decisivo dei materassai dopo Diego Costa. Koke.
Aduriz vs Diego Costa: l'Aduriz delle ultime uscite è sicuramente di un altro pianeta rispetto al centravanti abulico di inizio stagione. La distanza rispetto a Diego Costa, tuttavia, resta notevole: il brasiliano naturalizzato spagnolo è senza dubbio uno dei migliori attaccanti continentali dell'anno, se non il più in palla, e le sue prestazioni parlano da sole. Diego Costa.
L'1 contro 1 tra Athletic e Atletico finisce dunque 7-4 per i colchoneros, pur con qualche asterisco (Ander e Muniain su tutti). Continuo a credere che la distanza tra le due squadre sia meno netta di quella indicata dalla classifica della Liga, ma ciò non deve sminuire i madrileni, tutt'altro; essere primi in campionato e aver raggiunto una storica semifinale di Champion's con una rosa di certo non fantasmagorica è un risultato pazzesco, merito in primis dello stratega Simeone. La lezione, per l'Athletic e per "le altre 18", è chiara: un'idea di gioco precisa (che magari rifugga dal tiki-taka ad ogni costo, che andrebbe fatto solo con un certo tipo di giocatori), un'applicazione feroce e la fiducia nei propri mezzi possono condurre lontano, anche lontanissimo. Complimenti al Cholo e ai suoi ragazzi, con la speranza di poter seguire le loro orme in un futuro prossimo.

martedì 11 marzo 2014

27a giornata: Valencia 1-1 Athletic.


Valencia 1-1 Athletic Club - Highlights di Goals_Arena

Valencia CF: Alves; Joao Pereira, Senderos, Mathieu, Bernat; Keita, Parejo; Feghouli, Jonas (73' Vargas), Fede (85' Javi Fuego); Alcacer.
Athletic Club: Iraizoz; De Marcos (58' Iraola), Gurpegi, Laporte, Balenziaga; Iturraspe; Susaeta (89' Guillermo), Mikel Rico, Herrera, Muniain; Aduriz (82' Toquero).
Reti: 23' Alcacer, 52' Aduriz (rig.).
Arbitro: Fernández Borbalán (Andalucía).

Pareggio prezioso per l'Athletic al Mestalla, campo sempre complicato per gli zurigorri. Il punto, già buono prima del posticipo del lunedì, è diventato ottimo ieri sera al termine di Real Sociedad-Rayo Vallecano, partita che ha visto la clamorosa vittoria in rimonta dei madrileni (da 2-1 a 2-3): ora i Leoni hanno un margine di otto lunghezze sui cugini donostiarri e di sette sul Villarreal, a cui faranno visita nella prossima giornata.
L'1-1 in casa del Valencia è un risultato giusto, frutto in un primo tempo di marca biancorossa e di una ripresa nella quale i padroni di casa hanno giocato meglio, pur non costruendo occasioni evidenti. Quelle occasioni che, invece, l'Athletic ha sprecato nei primi 45', tra errori grossolani (Aduriz che sbuccia il tiro solo di fronte a Diego Alves, dopo neanche un minuto), pali (splendido tiro a giro di Herrera, ieri il migliore) e salvataggi clamorosi (Jonas su Mikel Rico). In mezzo a tutto ciò, come spesso accade, a segnare sono stati gli avversari, bravi ad approfittare di una delle loro poche azioni offensive degne di nota per siglare con Alcacer l'1-0; peccato che Feghouli, autore del pase de la muerte, fosse in netto fuorigioco al momento di essere servito in profondità. L'arbitro ha però compensato questo errore netto con l'assegnazione di un rigore quantomeno generoso ai bilbaini per una spinta di poco conto ai danni di Herrera; dal dischetto Aduriz, autore di una tripletta al Granada una settimana fa, si è confermato on fire e ha realizzato il decimo gol stagionale. Dopo l'1-1 gli uomini di Valverde hanno abbassato i ritmi, complice sicuramente un po' di stanchezza, e tranne un bel tiro di Muniain finito fuori di poco non si sono più visti dalle parti di Alves, mentre il Valencia ha mostrato più brillantezza e si è reso pericoloso con alcune incursioni sventate bene da un Laporte in grandissimo spolvero. Alla fine si è rivisto in campo Toquero, al rientro dopo l'infortunio, che sicuramente sarà una carta importante per Txingurri se ripeterà i buoni spezzoni di gara giocati nel girone di andata.
Ora tutti con la testa a lunedì prossimo, quando l'Athletic si giocherà una buona fetta delle proprie speranze-Champion's al Madrigal.