giovedì 18 settembre 2014

1a giornata del girone H di Champion's League: Athletic 0-0 Shakhtar.


Non è andata come speravamo. Il ritorno dell'Athletic nella fase a gruppi della Champion's dopo ben 16 anni era iniziato nel migliore dei modi: San Mamés strapieno, la tradizionale offerta floreale al busto di Pichichi da parte di Srna (lo Shakhtar esordiva infatti alla Catedral), la musica più amata da calciatori e tifosi europei... ma una volta scesi in campo, i Leoni hanno dovuto fare i conti con un avversario duro e coriaceo, tutt'altro che il facile boccone che il sempre iper-ottimista ambiente zurigorri si era immaginato. Se il successo sul Napoli aveva spinto qualcuno a volare probabilmente troppo alto, lo 0-0 lo ha riportato coi piedi per terra: la Champion's League è una competizione terribilmente difficile, e la differenza tra una squadra che ci gioca ogni anno, talvolta da protagonista, e un'altra che vi si affacciava ieri per la prima volta nel nuovo millennio si è vista tutta. Quel grandissimo allenatore che risponde al nome di Mircea Lucescu (69 anni e non sentirli) ha preparato la partita alla perfezione e i suoi giocatori, come sempre, hanno seguito le indicazioni del romeno in modo perfetto. Se a tutto ciò si aggiunge l'emozione dell'esordio che ha appesantito le gambe di molti giocatori dell'Athletic, l'imprecisione negli ultimi 25 metri (difetto che sta diventando un peccato capitale per i biancorossi) e un equivoco tattico di cui parlerò più avanti, risulta chiaro come questa prima partita del girone H sia stata veramente dura per i bilbaini. L'Athletic è partito forte, con un pressing alto e la solita intensità sulle fasce, ma lo Shakhtar non si è scomposto e ha fatto leva sulle ottime doti di palleggio dei suoi giocatori (6 brasiliani in campo fanno la differenza, in tal senso) per superare i primi 10 minuti di forcing; dopodiché, i Leoni hanno perso slancio e gli ucraini hanno preso in mano le redini del gioco, chiamando più volte in causa Iraizoz e lasciando ben poche possibilità di ripartire a Muniain e compagni. I 90 minuti sono passati con poche emozioni, due mezze palle-gol zurigorri (una per Mikel Rico e l'altra per Ibai, con conclusioni purtroppo deboli e centrali), una punizione sull'esterno della rete sempre di Ibai e tanto, troppo Shakhtar. Niente di trascendentale per i minatori, intendiamoci, ma in ogni caso sono stati loro a dominare il possesso palla e a gestire i tempi del gioco. Valverde ha tentato di cambiare le carte in tavola, ma gli ingressi di Susaeta, Aketxe e Guillermo non sono serviti a far girare il match, nonostante il buon impatto soprattutto del giovane Ager. Il problema più evidente emerso ieri, ma comunque già palesatosi nelle prime giornate di campionato, è la difficoltà nel trovare una connessione proficua tra il doble pivote del centrocampo e il reparto offensivo; in altre parole, la partenza di Herrera per Manchester ha lasciato scoperta la squadra in un punto nevralgico dello schema di Txingurri, che aveva pensato di avere il ricambio in casa ma si sta probabilmente ricredendo. Beñat, infatti, è troppo lento e compassato per poter incidere in posizione avanzata: la colpa chiaramente non è del giocatore, però insistere nel proporlo come vertice alto potrebbe minare in modo consistente la già flebile autostima che il numero 7 ha ricostruito in estate dopo una temporada molto complicata. Per esprimersi al meglio, a parer mio l'ex Betis dovrebbe giocare nel suo ruolo naturale di centrocampista centrale di manovra, tuttavia al momento è chiuso dall'intoccabile coppia Iturraspe-Mikel Rico e potrebbe trovare spazio in tal senso solo con il turnover. Le alternative si chiamano Unai Lopez, Aketxe (che purtroppo si è rotto un dito del piede e ne avrà per almeno un mese e mezzo) o Muniain, con Ibai titolare sulla sinistra, altrimenti un'altra soluzione potrebbe essere una rischiosa modifica del sistema di gioco. La scelta non sarà facile per Valverde, eppure non sembra più rinviabile se si vuole evitare di essere prevedibili nella metà campo altrui come a Barcellona e ieri con lo Shakhtar.
Migliori e peggiori: sugli scudi Iraizoz, indubbiamente in un momento magico, l'impeccabile coppia Gurpegi-Laporte e un Mikel Rico inesauribile. Male invece il già citato Beñat, Muniain (del tutto fuori dal match) e Aduriz, controfigura sbiadita del bomber implacabile del preliminare col Napoli.

Athletic Club: Iraizoz; De Marcos, Laporte, Gurpegi, Balenziaga; Iturraspe, Mikel Rico; Ibai, Beñat (63' Susaeta), Muniain (74' Aketxe); Aduriz (76' Guillermo).
Shakhtar: Pyatov, Srna, Kucher, Rakitskiy, Azevedo; Fernando Lucas (72' Fred), Stepanenko; Costa Teixeira, Taison (79' Marlos); Adriano (88' Gladkiy).
Arbitro: Tasos Sidiropoulos (Grecia).

Foto: Athletic-club.net.

4 commenti:

  1. Anche de marcos mi ha deluso moltissimo, una buonissima spinta ma non ha fatto un cross decente. Ha solo corsa e pochissima tecnica, spero che iraola torni al più presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo momento Valverde sembra preferire De Marcos, che trovo migliorato nel ruolo ma che ritengo ancora di molto inferiore a Iraola. In effetti come piede Oscar non è il massimo, però non mi sembra neppure uno scarpone :)

      Elimina
  2. Mi sa che ci giocheremo il secondo posto col Porto,l'importante comunque è fare 6 punti col Bate Borisov per assicuraci almeno l'Europa League.Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Porto e lo Shakhtar secondo me sono alla pari, noi un gradino sotto. Serve l'impresa a Leopoli o al Dragao. Per quanto riguarda la EL, credo che 6 punti col BATE dovrebbero essere fattibili ;)

      Elimina