mercoledì 9 maggio 2012

Presentazione Atletico-Athletic.


Quando la gente dell'Athletic, fra qualche anno, ripenserà alla stagione 2011/2012, la percepirà chiaramente come una delle annate più incredibili di questo club. Una temporada che, a prescindere dal risultato delle due finali che ancora attendono i Leoni, è già entrata di diritto nel Pantheon zurigorri al fianco della cavalcata in UEFA del '77, del secondo posto del '98, della Coppa del Re strappata al Real Madrid del 1958 e ai tanti successi dei primi decenni del football iberico. Adesso, tuttavia, non è facile rendersi pienamente conto di quanto sta succedendo: tutto è troppo vicino, troppo vivido, troppo travolgente per poter essere analizzato col giusto distacco. Di certo nessuno, neanche il meno cauto tra i già iper-ottimisti tifosi bilbaini, avrebbe potuto pronosticare un cammino del genere per l'Athletic di Bielsa, e se in Copa del Rey la squadra è stata favorita da una spiccata fortuna nei sorteggi (prima del Barcellona il club è stato abbinato ad una sola formazione di Primera, il Maiorca), in Coppa UEFA il discorso è stato del tutto diverso, visto che i biancorossi hanno affrontato ed eliminato gente del calibro di PSG, Schalke 04 e soprattutto Manchester United (senza dimenticare rivali con nomi meno altisonanti ma comunque pericolosissimi, vedi Lokomotiv Mosca e Sporting). E così siamo arrivati alla prima delle due finali, senza dubbio la più prestigiosa perché mette in palio un titolo continentale, quell'alloro che manca nel palmares dell'Athletic e che renderebbe la leggenda del club ancor più grande. Tra noi e la gloria imperitura una squadra che, intrecci del destino, ci deve tutto: l'Atletico Madrid, che venne fondato nel 1903 da alcuni studenti baschi residenti nella capitale e inizialmente portava il nome di Athletic Madrid. Anche se sembra una frase fatta, la partita è realmente aperta a qualsiasi risultato. I colchoneros si presentano all'appuntamento di Bucarest forti di un cammino fin qui immacolato, fatto di 11 vittorie su 11 incontri e di alcune prestazioni davvero convincenti, su tutte il doppio confronto in semifinale con il Valencia. Partita molto male, dopo l'esonero di Manzano la seconda squadra della capitale ha ripreso quota in Liga, dove sta combattendo per il quarto posto, e inanellato l'ottima serie europea di cui sopra; autore del cambiamento è stato il Cholo Simeone, allenatore che personalmente non mi entusiasma ma che si è calato alla perfezione in una realtà che spesso valica i confini dell'isteria. Niente di più facile per chi è stato un idolo della tifoseria dei "materassai" come l'argentino, la cui avventura attuale all'Atletico mi ricorda da vicino quella di Conte sulla panchina della Juventus. Dopo aver cambiato pelle dal punto di vista mentale, i biancorossi madrileni sono migliorati molto anche dal punto di vista del gioco; abbandonato il 4-4-2 a rombo di Manzano, che esponeva la difesa a bruttissime figure, Simeone ha ridisegnato un undici che ultimamente schiera con un 4-2-3-1 classico, formato da una mediana dotata di muscoli (Gabi, Mario Suarez) e fosforo (Tiago) e da un ottimo trio di mezzepunte (Arda Turan, Diego e Adrian) dietro a quella straordinaria macchina da gol che risponde al nome di Radamel Falcao. Proprio il colombiano è stato con Diego il giocatore che maggiormente ha goduto i benefici dell'arrivo del Cholo sulla panchina colchonera, mentre la rivelazione stagionale Adrian Lopez ha iniziato forte ed è rimasto sempre su livelli altissimi, tanto che Reyes è stato sacrificato senza troppi rimpianti (anche perché è stato ripescato Salvio e in panchina c'è un Koke scoppiettante). In realtà il 4-2-3-1 di base si trasforma in fase offensiva in un 4-4-2 atipico, dove Diego e Arda Turan partono dalle fasce per accentrarsi alternativamente e sfruttare i movimenti sempre intelligenti di Adrian, che gravita alle spalle di Falcao ma è bravissimo nell'allargarsi per aprire la difesa e fare spazio agli inserimenti dei compagni (occhio anche ai terzini Filipe Luis e Juanfran). Stasera l'Atletico non potrà contare su Tiago, squalificato, e su due giocatori di secondo piano, Silvio e Fran Merida; Simeone dovrebbe schierare Curtuois (molto bravo) in porta; Juanfran, Godin, Dominguez (o Miranda, più difficilmente Perea) e Filipe Luis in difesa; Gabi e Mario Suarez in mediana; Arda Turan, Diego e Adrian sulla trequarti, dietro l'inamovibile Falcao come unica punta.
Punto di forza: senza dubbio la fase offensiva. I movimenti che ho brevemente descritto prima sono probabilmente i più difficile da leggere per una difesa, e servirà tutta la concentrazione del pacchetto arretrato dei Leoni per evitare il peggio.
Punto debole: Filipe Luis e Juanfran sono due ottimi terzini di spinta, ma lasciano spazi interessanti che Muniain e Susaeta dovranno riuscire a sfruttare al meglio.
Il più pericoloso: sarebbe scontato dire Falcao, che ha già superato quota 30 gol stagionali, o Diego, in grande spolvero nelle ultime giornate. Per andare un po' controcorrente vorrei scegliere Arda Turan, un mio pallino da tempo, tuttavia più di tutti temo Adrian. È difficile da marcare, viene da un'annata spettacolare e ha dimostrato di saper segnare con continuità, soprattutto in Europa.

L'Athletic, che arriva a Bucarest senza squalificati o infortunati, metterà in campo la sua formazione tipo, quella che ogni tifoso ormai conosce a memoria come un mantra. Inutile ripeterla, speriamo solo che i ragazzi rimangano tranquilli (evitando il "braccino" visto nell'andata con lo Sporting) e siano consapevoli della portata dell'incontro di stasera. A giudicare dalle parole di Llorente, con cui vi saluto, sembrerebbe proprio di sì: "Sappiamo cosa ci giochiamo ma soprattutto sappiamo per chi lo facciamo". Aupa Athletic!

PS Non sono riuscito a scrivere nulla sulla partita con il Real Madrid e sul vergognoso comportamento di Cristiano Ronaldo, ma volevo ricordare al portoghese che lui, al contrario dei Leoni, anche per quest'anno non giocherà alcuna finale europea. E quel braccio la prossima volta mettitelo dove non batte il sole.

21 commenti:

  1. ahahah chiusa fenomenale del pezzo grande Edo! Hai pienamente ragione, quest'anno sembra quasi che sia una naturale conseguenza del livello raggiunto dalla squadra le due finali ottenute, ma è cmq un qualcosa di eccezionale.....la storia ci aspetta!
    panner39

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    1. Il primo appuntamento è andato, speriamo nel secondo...

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  2. Grandi leoni!
    Mi ricordo la mia visita qualche anno fa al San Mames.. Forza Athletic!

    Stefano

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  3. grazie lo stesso, grazie ragazzi
    AUPA ATHLETIC BETI ZUREKIN
    ZènonLigre

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  4. Onore ha chi ha lottato con orgoglio, disonore alle aquile franchiste ostentate senza ritegno.
    Il calcio ha un dio crudele che infrange i sogni più belli.
    Aupa Athletic! Beti zurekin!
    oggi più che mai fieri di questi colori

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    1. Ma io mi e vi domando: la UEFA non può fare nulla per quei simboli franchisti in curva? Ma non sono per il fair play lorsignori? Frente Atletico schifoso come sempre.

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  5. Ho visto solo ora com'è andata la gara ma mi sento di sottoscrivere quello che già dicevi nel post di commento alla vittoria sullo Sporting, ossia che il risultato della finale non intacca per nulla una delle migliori stagioni di sempre dell'Athletic, né il livello del gioco espresso nel corso della stagione.

    PS: dubito fortemente che l'Athletic avrebbe fatto lo stesso cammino se dopo 4 partite di campionato avessero esonerato Bielsa per prendere Manè :)
    Ho visto che c'è stata un'invasione di campo durante la finale, ma non ho letto il messaggio che portava il tizio sulla maglietta. Era un basco?

    Alex

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    1. Ciao Alex, non so che dirti sull'invasore, in diretta non l'ho visto e non ho trovato foto. Mah!
      Giustissimo il tuo discorso sull'esonero, per fortuna Urrutia è una persona seria e non uno che usa il fantomatico "progetto" come foglia di fico.

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  6. Disastroso. Per l'amor di dio perdere ci sta. Ma per la storia di questo club, per i valori che rappresenta, per l'importanza dell'evento mi sarei aspettato qualcosa di più a livello nervoso. Premetto che ho visto solo il secondo tempo, quando ormai tutto era compromesso, ma anche quando i Leones si sono svegliati (71' circa) si vedeva chiaramente che qualcosa comunque non andava. E quel qualcosa era l'atteggiamento. Abituato a vederli giocare di prima su ogni triangolazione dalla metà campo in su, mi chiedevo come mai tenessero palla così tanto, in serpentine inutili, salvo poi scaricare (male) quand'era troppo tardi. Un sacco di errori dovuti alla tensione nervosa e qui Bielsa è purtroppo mancato. So che in rueda de prensa ha fatto incessantemente harakiri e se lo conosco bene, credo non abbia chiuso occhio ieri sera. C'è un'anima metafisica in me che non può non ringraziare i ragazzi e l'allenatore per quanto fatto in quest'annata speciale. Ma c'è anche l'anima razionale e 'tattica' che non riesce a darsi pace per aver giocato e perso in quel modo una finale. La fotografia della partita sta tutta nelle azioni tambureggianti che hanno portato al tiro prima Ibai, poi De Marcos ed infine Susaeta. In altri tempi almeno uno di quei palloni sarebbe entrato. E nel capovolgimento di fronte, tutto troppo facile per l'Atletico Madrid che gioca all'italiana, la palla arriva a Falcao defilato in area a sinistra con Javi Martinez a due metri da lui che si fa saltare come un birillo, tiro e palo. C'è da dire che forse l'unica differenza tra i due 'atletici' è stata che da una parte c'era Falcao e dall'altra l'ombra di Llorente. Ma non è solo questo: al di là degli errori dei singoli che ci possono stare nell'economia di un match ad alta tensione, l'atteggiamento difensivo, che è quello che quest'anno ho sempre rimproverato ai ragazzi, è stato molle. Con il gioco che abbiamo, difendere così bassi e lontani dall'uomo è un suicidio. E così è stato. Contratti, pavidi e con poca lucidità avrebbero dovuto compensare il gap tecnico con quella voglia da 'dentro o fuori' con cui hanno affrontato Manchester, Schalke e Sporting. Invece c'era più paura di perdere che voglia di vincere e questo 'El Loco' avrebbe dovuto prevederlo trattandosi di una squadra giovanissima e con zero esperienza internazionale. Mi è sembrato di rivedere la finale di Champions del Valencia delle meraviglie, sciolto come neve al sole, di fronte alle insidie nervose che una finale può provocare. Peccato perché tra le due finali questa certamente era la più abbordabile e anche quella che contava di più. Ora ci aspetta il Barcellona sperando che gli uomini chiave rifiatino e recuperino un po' di condizione. Male, malissimo Iraola che non ha azzeccato un passaggio in impostazione. Bene Muniain per la voglia, meno bene per la lucidità con cui avrebbe dovuto concludere le sue azioni personali. Mi piace sempre di più Ibai. Inigo Perez invece non lo capisco proprio. Di Amorebieta si conoscono gioie e dolori inutile mettergli la croce addosso, anche se quell'errore ha affossato la partita. Non riesco proprio a darmi pace, come Iker a fine match. Ora recuperiamo la testa perché difficilmente ci qualificheremo per l'Europa il prossimo anno e l'obiettivo che ci rimane improbo. Contro il Barca bisogna giocare come non ci fosse un domani.

    p.s. Edo ha ragione quando dice che Toquero non è da neanche da Interregionale.

    Gio\La gravità uccide (wordpress)

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    1. A molte delle cose che scrivi ho risposto nel nuovo post, come ho scritto secondo me la differenza l'ha fatta l'aspetto mentale a cui si è sommato quel gol a freddo (se sfanghiamo i primi 15-20 minuti e prendiamo confidenza la partita cambia).
      Llorente male, però va anche detto che ne aveva sempre 2 o 3 addosso e gli saranno arrivati al massimo un paio di palloni puliti, mentre Falcao (ottimo giocatore, per carità) ha fatto il bello e il cattivo tempo perché è stato marcato come peggio non si poteva. I difensori erano sempre troppo lontani dall'uomo, come noti tu, strano perché l'Athletic marca a uomo nella zona... altro indizio che non c'eravamo di testa.
      A livello di singoli concordo su Iraola e Ibai. Amorebieta ha fatto ridere, la peggior partita dell'anno e stavolta non c'entrano i noti limiti (solitamente è troppo irruente, ieri era docile come un agnellino). Inigo Perez a me non dispiace, però il mediano non è il suo ruolo. Muniain ha dimostrato carattere, però non ricordo una sua percussione che abbia portato a qualcosa, tranne quel tiro da fuori nel primo tempo. Un po' pochino per uno come Iker. Toquero per me andrebbe messo stabilmente sulla fascia, dove la facilità di corsa e il buon cross possono essere utili alla squadra, mentre da attaccante è spesso penoso.

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  7. Purtroppo hanno sentito troppo la partita. Praticamente l'Athletic non ha giocato. Rimarranno comunque sempre nei miei ricordi il pianto struggente di Muniain e di Ibai Gomez, due ragazzi molto giovani che hanno vissuto con passione una serata che non si ripeteva da 35 anni. Il prossimo anno ci saremo ancora (per l'accesso all'Europa League la partita contro il Barca non conta in quanto il Barca è in Champions) e lottando sempre fino all'ultimo respiro, dimostreremo ancora una volta a tutto il Mondo che il calcio di una volta, fatto di sentimenti, esiste ancora. Per questo motivo, secondo me, l'Athletic ha vinto lo stesso, dimostrando che il calcio può essere vissuto con passione ed identità verso dei colori che rappresentano in parte un popolo.
    Ale

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    1. Commento iper-condivisibie, è bello sapere che anche noi tifosi italiani dell'Athletic sappiamo guardare oltre il risultato!

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  8. Ciao a tutti, ragazzi. Il morale è chiaramente sotto i tacchi. Tutte le mie considerazioni le scriverò oggi in un post sulla partita, non voglio anticipare nulla per evitare stucchevoli ripetizioni. Fatemi però dire una cosa: non sono orgoglioso, sono stra-orgoglioso di questi ragazzi che ci hanno regalato un torneo da urlo. Ieri è andata male, ma noi vinciamo sempre, solo esistendo e resistendo. Oggi più che mai, ATHLETIC BETI ZUREKIN!

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  9. ha ragione chi ha detto, poco qui sopra, che ieri sera l'Athletic non ha giocato da Athletic... però devo dire che io paura l'avevo.
    La forma mostrata dai colchoneros nelle precedenti partite parlava chiaro, mentre noi sembravamo mostrare un pò la corda. Speravo, francamente, che l'importanza della posta in palio avrebbe rigenerato le forze dei ragazzi ma, viceversa, ne ha annebbiato la lucidità e fatto andare molti in confusione. Probabilmente non avremmo segnato nemmeno giocando per un giorno intero. Pace, è la legge dello sport, dura lex sed lex. Esserci stati, come accenna Edo, è stata già una grande vittoria.
    Non getto la croce addosso a nessuno, anzi, in una giornata come questa voglio essere ottimista e pensare che si possa essere aperto un ciclo vincente che ci darà grasse soddisfazioni (a partire, perchè no, dalla finale di Copa del Rey...). Se il Loco è riuscito ad ottenere certi risultati in un solo anno con una squadra che ha ampi margini di miglioramento, non foss'altro per l'età dei giocatori, beh, allora spero proprio che arrivi la gallina domani piuttosto che l'uovo oggi.
    Su con il morale, avremmo firmato tutti, ad inizio anno, per una stagione del genere !!!
    AUPA ATHLETIC !!!!

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    1. Più che della forma fisica avevo paura del blocco mentale... temevo di vedere un'altra partita tipo l'andata con lo Sporting, e purtroppo è andata così.
      Ma guai ad abbattersi! Sottoscrivo tutto quanto hai scritto, specie l'ultima frase. Inoltre è verissimo che questa squadra ha solo iniziato il suo ciclo, se in estate riusciamo a tenere i migliori e a rinforzare la rosa il prossimo anno potrebbe essere anche migliore di questo ;)

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  10. Probabilmente l'emozione e la poca abitudine a giocare partite di questa foggia deve aver imbolsito le gambe (ed il cervello "calcistico")dei ragazzi. In una gara secca commettere un errore può costar caro, commetterne due diventa letale, al raddoppio di Falcao (bel giocatore col nome che sembra uscito dalla penna di Gabo Marquez)la gara è finita, sarebbe servito il miracolo e tra batti e ribatti, una traversa e qualche palla sbagliata di un soffio si è capito che non era aria. Detto ciò credo sia doveroso tributare una applauso alla squadra, a tutti pure a quelli che ieri sera sono mancati nel momento più importante. Un applauso al Loco ed pure ai tifosi, come sempre eccezionali.....gli altri, quelli delle aquile del cazzo si è visto poi come hanno festeggiato (hanno danneggiato pure il Prado, sul sito de La Stampa ci son le foto)....Aupa Athletic, classe differente!

    Charlie

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    1. Analisi perfetta, abbiamo giocato male ma ci ha anche detto sfiga in diversi momenti-chiave del match, e chiaramente in una finale in gara secca sono gli episodi a decidere il risultato finale.
      Mi unisco all'applauso e alle offese per i mentecatti che hanno messo in scena quei bei "festeggiamenti", d'altra parte dalle merde del Frente c'è da aspettarsi questo e altro. Come i loro cugini, non sanno perdere e neppure vincere.

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  11. Vorrei farvi sorridere un po'....qualche giorno fa su un quotidiano, credo "El Correo", è uscita la notizia che un gruppo di tifosi dell'Athletic hanno sbagliato destinazione....invece di andare a Bucarest sono andati a Budapest...mi spiace per loro se la notizia fosse vera. Verificherò. Comunque, la cosa quantomeno mi fa sorridere. Un saluto.
    Ale

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    1. È tutto vero Ale, l'errore è stato di un'agenzua di viaggi e 400 malcapitati si sono ritrovati in Ungheria... Si vede che non era proprio giornata per gli athleticzalek!

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