giovedì 10 maggio 2012

Finale di Coppa UEFA: Atletico 3-0 Athletic.


Il pianto disperato di Muniain a fine partita: l'Athletic ha perso la seconda finale europea della sua storia (foto Noticiasdenavarra.com).

Atletico Madrid: Courtois; Juanfran, Miranda, Godín, Filipe Luis; Mario Suárez, Gabi; Diego (90' Koke), Arda Turan (93' Domínguez), Adrián (88' Salvio); Falcao.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Javi Martínez, Amorebieta, Aurtenetxe (46' Ibai Gómez); Iturraspe (46' Iñigo Pérez), Ander Herrera (63' Toquero), De Marcos; Susaeta, Llorente, Muniain.
Reti: 7' e 34' Falcao, 85' Diego.
Arbitro: Wolfgang Stark (Ger).

È finita nel peggiore dei modi, come mai avremmo voluto che si concludesse, un'avventura straordinaria che rimarrà comunque scolpita per sempre nella memoria di ogni tifoso e nella storia dell'Athletic Club di Bilbao. La delusione è tanta anche adesso, a mente fredda, e non potrebbe essere altrimenti visto il risultato della partita di ieri, reso ancor più amaro dalla bruttissima prestazione dei Leoni; tuttavia, non cambia di una virgola il sentimento di gratitudine e riconoscenza per i nostri giocatori, splendidi protagonisti di una cavalcata esaltante che ha portato migliaia di persone ad accorgersi per la prima volta della realtà biancorossa. Neppure la bruttissima sconfitta di Bucarest potrà cancellare le imprese di Old Trafford e Gelsenkirchen, la vittoriosa sofferenza con la Lokomotiv o la grande rimonta contro lo Sporting, e pazienza se ancora una volta siamo caduti proprio di fronte all'ultimo ostacolo: la vittoria dell'Athletic è riuscire a rimanere fedele alla propria filosofia, e questo titolo nessuno (se non noi stessi) ce lo potrà mai togliere.
Purtroppo ieri - come temevamo in parecchi - i giocatori hanno "sentito" troppo il match, sia a causa della scarsa esperienza in incontri del genere, sia perché la consapevolezza di giocare non solo per la gloria personale o della squadra pesa moltissimo in determinate occasioni; inoltre, credo che abbia pesato parecchio l'assenza di Gurpegi, l'unico elemento della rosa col carisma e il carattere per scuotere i propri compagni. Come già accaduto nella semifinale di andata a Lisbona, più che ad una grande prestazione degli avversari si è assistito a una scena muta dell'Athletic, nonché all'assenza del famoso "piano B" del quale Bielsa parlava mesi fa e che in pratica non è mai stato messo a punto, pecca questa tra le più gravi della gestione del Loco. Per dirla in poche parole, i Leoni per vincere devono giocare sempre meglio della squadra che si trovano di fronte, perché sono strutturalmente incapaci di aspettare per ripartire o anche solo di trovare delle varianti al loro gioco di possesso; un po' il ribaltamento di quanto successo con Caparros, che in quattro anni non riuscì a dare alternative alla sua idea di gioco diretto e spiccatamente difensivista. Ieri i bilbaini, sia singolarmente che a livello globale, sono stati molto al di sotto dei loro standard e all'Atletico è bastato condurre una partita accorta per aggiudicarsi la coppa senza troppi patemi. Diciamo pure che la fortuna non è stata dalla nostra, tra il gol incassato a freddo e quella palla che nella ripresa non voleva saperne di entrare, ma la vittoria dei colchoneros è stata comunque netta e meritata.
Un giornalista della Gazzetta scriverebbe che Simeone ha imparato ad allenare grazie all'esperienza italiana, mentre in realtà il Cholo si limita a riproporre il medesimo atteggiamento adottato da Sà Pinto in semifinale: il tentativo, chiaro, è quello di lasciare i centrali liberi dal pressing per concentrare l'interdizione a centrocampo e forzare il lancio per Llorente, controllato sempre da almeno due giocatori. Questa tattica aveva fruttato allo Sporting la vittoria casalinga e aveva messo a nudo le difficoltà dell'Athletic nell'affrontare un avversario schierato a protezione della propria area, soprattutto se dotato di interpreti offensivi di livello; Simeone imposta la gara proprio a partire da questa considerazione e ordina ai suoi di entrare subito in campo con grande aggressività per sfruttare la partenza lenta dei Leoni, raramente capaci di carburare prima del quarto d'ora. Il gol di Falcao al 7' nasce proprio da una palla persa a centrocampo (la terza dal fischio iniziale, dato indicativo) e si perfeziona grazie al talento del colombiano, che salta un Amorebieta troppo molle e insacca con un sinistro a giro sul secondo palo sul quale Iraizoz non può nulla. La partita si mette in discesa per l'Atletico, che si raccoglie dietro la metà campo in attesa solo di un altro errore avversario, ma l'Athletic lentamente esce dal torpore e prova ad esprimere il solito calcio ragionato, anche se la lucidità scarseggia ed emerge la tendenza che caratterizzerà quasi tutte le offensive zurigorri, ovvero la ricerca ossessiva dello sfondamento centrale. Su uno dei pochi cross dalle fasce Llorente va vicinissimo al pareggio (il suo destro al volo, sbucciato, esce comunque di poco), per il resto si assiste a troppe iniziative che si spengono di fronte al muro eretto al limite dell'area dell'Atletico. Solo in rari casi a qualcuno viene in mente di allargare il gioco o di provare il tiro da fuori, e peraltro quando Muniain sceglie di calciare da lontano impegna severamente Curtuois. Nel momento migliore dei Leoni, però, arriva come una mazzata il raddoppio colchonero, propiziato da un errore in disimpegno di Amorebieta che Arda Turan trasforma in un assist al bacio per Falcao, bravissimo a scherzare Aurtenetxe (invero inguardabile nel suo intervento) e a superare ancora una volta l'incolpevole Iraizoz.
All'intervallo Bielsa gioca il tutto per tutto e inserisce Ibai e Iñigo Pérez per Aurtenetxe e Iturraspe, spostando De Marcos nel ruolo di terzino sinistro e accentrando Muniain. Ai Leoni servirebbe una rete nei primi 5 minuti e alla prima azione per poco non ci scappa subito il 2-1: Bart Simpson fugge a destra, entra in area e cerca Llorente con un piattone sul palo lontano, trovando però il miracoloso intervento di Miranda che salva in spaccata. L'inizio sembra promettente, ma ben presto l'Athletic torna a sbattere contro la solidissima organizzazione difensiva degli avversari; i passaggi sbagliati, lo scarso movimento e la serata anonima di Llorente fanno il resto, e nonostante qualche bella iniziativa di un Ibai in grandissimo spolvero Curtois rischia poco. Intorno al 70' gli uomini di Bielsa costruiscono le occasioni migliori, una con Ibai (tiro al volo alto di poco) e l'altra, clamorosa, con Susaeta, liberato da un rimpallo a pochi metri dalla porta ma fermato da un intervento perfetto del portiere dell'Atletico. Insomma, non è serata e la terza rete dei materassai (firmata da Diego, che semina difensori in versione belle statuine) mette la parola fine a una partita già compromessa. La traversa finale colpita da Ibai è la fotografia perfetta della gara giocata dai bilbaini, anche se le immagini-simbolo di Bucarest rimarranno quelle dei giocatori dell'Athletic in lacrime: non semplici occhi lucidi da finale persa, ma vere e proprie crisi di pianto a cui c'è poco da aggiungere per spiegare il legame simbiotico tra club, squadra e tifosi che esiste a Bilbao.
Abbiamo perso. Abbiamo mancato un appuntamento forse irripetibile per scrivere una pagina di storia del calcio. Abbiamo lottato, sofferto e aspettato 35 anni per poi giocare una partita tra le peggiori dell'anno (il plurale non è casuale: anche i tifosi - compresi noi italiani - ieri erano troppo tesi, e troppo sconfortati dopo l'uno-due avversario). Tutto vero. Ma siamo ancora qui, a far vedere a tutto il resto del globo terracqueo che possiamo farcela, nonostante tutto e contro tutti. Con una squadra di ragazzi dai principi saldi e dal cuore grande così, una squadra di compaesani che non ha eguali in nessun altro campionato. Con una tifoseria pazzesca, che ieri ha perso la UEFA e oggi canta più forte di prima. Col nostro spirito indomabile, perché "un vasco nace donde quiere" e non importa essere di Bilbao per sentirselo sotto la pelle. L'Athletic ha perso, viva l'Athletic.

26 commenti:

  1. Sottoscrivo parola per parola. Soprattutto il finale. Forse le vittorie appagano, arricchiscono il palmares, costringono anche il tifoso più metafisico a sperare e credere che una vittoria sia più importante di una sconfitta. Invece conta anche come ci arrivi a giocare una finale, il percorso che hai fatto, le imprese che hai affrontato e vinto, quando il dentro-fuori non è affidato ad una partita singola, ma ad un atteggiamento, ad una voglia senza eguali. il 2-3 dell'Old Trafford con decine di occasioni da una parte e dall'altra rimane lo spot più bello per una competizione che quest'anno sembrava la Champions League. Man Utd, Schalke, Sporting, Valencia, Man City e che l'Athletic ha portato fino in fondo, fino a quel metro in meno che forse ti sottrae la gloria ma non la gioia. Perché l'Athletic forse rappresenta quell'unica realtà che ti può far amare il calcio, nonostante il calcio.

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    1. Sicuramente la vittoria sarebbe stato il giusto coronamento per un cammino europeo stupendo, molto più ricco di ostacoli e difficoltà rispetto a quello del pur meritevole Atletico Madrid. Ma alla fine, come dici tu, questa sconfitta ci fa amare ancor di più questo club e ci fa capire che nello sport, e anche nella vita, ci sono cose più importanti dei risultati. Si chiamano valori, sentimenti, emozioni. E sinceramente non li baratterei mai per una coppa.

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  2. Erano anni che non mi emozionavo prima di una partita,e quest'anno
    mi è capitato più volte.Anch'io forse razionalmente;anche se il cuore non voleva,mi sono trovato a inveire contro il Loco(lo sò non è giusto)per qualche sua scelta per mè incomprensibile.
    Non fare giocare Ibai mettendo Iker dietro Nando e,ma questa è una mia personale idea dentro Ekiza al posto di Amorebioeta.
    Comunque annata MEMORABILE!!!!!!!

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    1. Bielsa per tutta la stagione si è basato su una formazione titolare netta e definita, perché avrebbe dovuto cambiare proprio nell'ultimo atto? Si è affidato a chi lo aveva portato a Bucarest, e non vedo come dargli torto. Forse l'inserimento di Ibai dall'inizio sarebbe stato consigliabile, ma sono discorsi molto comodi col senno di poi (Herrera ad esempio era stato mostruoso contro lo Sporting). Amorebieta è il titolare e ha dimostrato sul campo di meritarsi la maglia, molto più di un Ekiza che è stato ai livelli dello scorso anno solo raramente. Poi è chiaro che Nando abbia completamente sbagliato la partita, ma può capitare a chiunque.

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  3. Aupa Athletic eta beti zurekin gaude.
    Aupa peña Leones Italiones, todos juntos a por El FC barcelona.

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  4. E'da 6 mesi che ho scoperto l'esistenza di questa meravigliosa realtà spagnola(o basca) e me ne sono subito innamorato.Grazie Athletic per avermi insegnato i veri valori dello sport e per avermi fatto capire cosa sono il Madrid e il Barça,2 società orribili tifate da gente senza personalità.
    NI BARCA NI MADRID ATHLETIC!!!!!!!!!

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    1. Basca, basca.. ;)

      Le grandi squadre, quelle vincenti, saranno sempre tifate. Da piccoli ci si esalta per Juve/Milan/Inter, a meno di non abitare in realtà con club storici e radicati in serie A o di non incrociare periodi d'oro di qualche squadra solitamente di secondo piano (io ad esempio sono toscano ma conosco diversi sampdoriani, diventati tifosi grazie alle imprese della formazione di Boskov). Stesso discorso per i campionati esteri, così quando qualcuno, come te, si aggiunge alla famiglia dell'Athletic dopo averne scoperto l'unicità è sempre una conquista. Ongi etorri (Benvenuto in basco)!

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  5. condivido in pieno tutta l'analisi fatta.
    piu del risultato finale ,quello che piu mi ha lasciato l'amaro in bocca è il modo in cui è scaturito.tutto troppo facile per l'atletico.non so se è successo anche a voi alla tana del bradipo ma io dopo meta del primo tempo avevo gia la sensazione che la partita ormai fosse andata e dalle immagini televisive anche i nostri sulle tribune dell'arena di bucarest sembravano pensarla in questo modo.
    la differenza l'ha fatta sicuramente l'inesperienza !in queste partite bisogna avere la giusta mentalita,saper aspettare ,invece noi siam partiti a razzo beccandoci subito il contropiede dell'1 a 0 e poi è stato facile per loro chiudersi e contrattaccare.
    si spera che questa sconfitta non intacchi la convinzione nei nostri mezzi e che non intacchi neppure la filosofia portata dal Loco.
    credo che questo sia l'inizio di un buon ciclo!con o senza Bielsa (speriamo con)la strada da seguire è questa!c'è un buon mix di giocatori giovani e altri nel top della forma e quest'anno è stato sicuramente importante per la crescita di tutti!
    sotto con il barca ...

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    1. Ciao Junior, purtroppo hai pienamente ragione: abbiamo sentito troppo la partita, tutti. Nel post ho scritto "Abbiamo lottato, sofferto e aspettato 35 anni per poi giocare una partita tra le peggiori dell'anno (il plurale non è casuale: anche i tifosi - compresi noi italiani - ieri erano troppo tesi, e troppo sconfortati dopo l'uno-due avversario)" proprio perché l'atmosfera di cui parli era palpabile. Ma come giustamente scrivi in conclusione questa sconfitta non è il crollo di tutto, ma solo la base per ripartire: il gruppo è ottimo e ha le potenzialità per continuare a fare benissimo. Speriamo che in estate non ci siano cessioni eccellenti e che, in caso di addio di Bielsa, la società prenda un allenatore con la stessa filosofia di gioco.

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  6. ci riprovo...
    Devo dire che in queste occasioni, trovo spesso più significativa la tristezza dei perdenti rispetto alla gioia spesso smodata dei vincitori. Ma in particolare l'altra sera c'è una scena che mi ha colpito, e che nobilita questo sport nel suo più autentico significato. Il regista staccava continuamente fra i giocatori del Bilbao in lacrime e quelli del Madrid che festeggiavano la vittoria. Ad un certo punto è stato inquadrato un giocatore del Bilbao (mi pare che si chiami Toquero) che, piangendo, applaudiva gli avversari. Gli brillavano gli occhi, non solo di lacrime.

    Per quanto mi riguarda, a lui assegno il mio personalissimo trofeo Fair-Play dell'anno, che è anche più importante della stessa Coppa Uefa. BRAVO!

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    1. non per fare il pignolo ma hai fatto due errori.Il primo hai chiamato l'Athletic il "Bilbao" cosa che fa arrabbiare molto i suoi sostenitori,secondo il madrid è il real madrid mentre noi abbiamo giocato contro l'Atletico per il resto condivido.Ciao

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    2. Purtroppo Stefano è incappato in un errore indotto dalla stampa sportiva italiana, che continua a chiamare la nostra squadra "il Bilbao" mentre il suo nome è Athletic Club. Sembra una cosa da niente, ma qualcuno chiama forse "il Bergamo" la gloriosa Atalanta?
      Giusta anche la seconda correzione: in Spagna il Real Madrid è "il Madrid" (e non il Real, come si dice in Italia: con "Real" si abbreviano Real Saragozza e Real Sociedad), l'Atletico Madrid è "l'Atletico", mentre il nostro club è detto semplicemente "l'Athletic".

      Bellissima la tua notazione su Toquero, pensa che questo ragazzo tre anni fa giocava in Segunda Division B (la nostra serie C) ed è arrivato a disputare una finale europea... ciò che hai scritto fa onore a lui e al club tutto.

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  7. scrivo 3 cose senza polemica ma con tanta amarezza...alla fine del primo tempo della finale di copa.

    1) stima e riconoscenza per bielsa. ma le finali si giocano per vincere non per fare bella figura. fosse stato meno presuntuoso e ostinato, e avesse imitato di matteo forse saremmo durati piú di 2 minuti. forse è rimasto prigioniero di se stesso e della sua fama di profeta del bel calcio offensivo; se avesse pensato alla squadra senza titoli da 30 anni, forse avrebbe giocato due finali diverse.
    ripeto, questo non muta stima e gratitudine.

    2) ma uno meglio di iraizoz non c'è in giro per bilbao. rimpiango il vecchio armando. mi è simpatico ma non è un fenomeno.

    3) oltre al madrid io odio anche il barcellona: quando c'è da dare una mano non gli manca mai. rigore ed espulsione di piquet macroscopici!

    nonostante questo: grazie lo stesso. aupa athletic!

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    1. 1) Sapevamo che Bielsa è questo, prendere o lasciare. Quando abbiamo vinto 3-2 a Manchester o 4-2 a Gelsenkirchen abbiamo giocato come contro il Barça: potevamo essere presi a sberle, invece è finita in trionfo. Il catenaccio non esiste per il Loco, che vuole vincere perché la sua squadra ha giocato meglio, non a forza di colpi di culo. E poi parliamone, di Di Matteo: aveva preventivato che i suoi avversari prendessero un totale di 5-6 legni e sbagliassero due rigori decisivi tra semifinale e finale? Se sì, dovrebbe smettere di allenare e fare il mago, altrimenti valutiamo obiettivamente come ha vinto la Coppa.
      Comunque in campo non va Bielsa, e i giocatori francamente non ne hanno più da tempo. Il ritorno con lo Sporting è stato il colpo di coda di una squadra alla frutta, e se in campo la gente non corre (come venerdì) c'è poco da fare. Mi dirai che l'allenatore avrebbe dovuto utilizzare di più le riserve, però ho sentito molta gente lamentarsi del poco turnover e poi arrabbiarsi quando giocavano Gabilondo e David Lopez. La coperta è corta.

      2) A me Iraizoz non piace, e lo dico da tempo. Alterna grandi parate a topiche enormi. Nello specifico, però, gettargli la croce addosso mi sembra sbagliato.

      3) Ormai Barcellona e Madrid sono le due facce della stessa medaglia. Squadre che partono con un vantaggio enorme sulle avversarie, fornito loro da una politica economica scellerata della LFP, ma che non si accontentano e infarciscono le loro vittorie con simulazioni, proteste continue ed errori arbitrali più o meno netti. Personalmente i catalani prima mi erano simpatici, adesso non li sopporto.

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  8. errata corrige: piqué.
    piquet faceva il pilota...

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  9. Non l'ho nemmeno vista. Finale amarissimo come da previsione. Annata che diventa tragica pensando all'ultimo mese e mezzo. Con parecchie, ma proprio parecchie cose da rivedere negli schemi, nella mentalità, nel carisma del proprio allenatore.

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    1. Annata tragica? Dopo la partita di venerdì ho ripensato allo scontor-salvezza col Levante di cinque anni fa e ho fatto i dovuti paragoni, provaci anche tu e vedrai che la prospettiva muterà. Se questa è stata una brutta stagione, con due finali e un campionato pieno di ottime prestazioni, chissà come sono per te quelle belle.
      Personalmente non posso fare altro che ringraziare i ragazzi e l'allenatore per tutte le emozioni che ci hanno regalato, e pazienza per chi (ho sentito anche questo...) dice che sarebbe stato meglio uscire agli ottavi che perdere in finale. Posso capire la rabbia del momento, ma con un po' di lucidità non si possono cancellare godimenti assoluti come Manchester per una coppa persa all'ultimo atto.

      Schemi, mentalità e carisma dell'allenatore sono i medesimi di quando sbancavamo Old Trafford. Allora andavano bene a molti, oggi invece sento solo critiche. Mah, decidetevi. Peraltro Bielsa è forse il tecnico più carismatico del pianeta, e lo dicono i suoi colleghi e i suoi ex giocatori, non io.

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    2. Ciao Edo è vero tu che sei tifoso da molto di questa meravigliosa realtà BASCA(stavolta ho scritto giusto)hai vissuto veramente annate orribili come una quasi retrocessione,io invece mi sono visto subito 2 finali di cui una europea dopo 35 anni e mi ritengo fortunatissimo.
      Capitolo Barça:ma la piantano i giornali catalani di dire che c'è un gemellaggio tra tifoserie? Quelli dell'Athletic non sopportano i culè basta andare su un qualsiasi forum spagnolo della squadra e ti rendi subito conto di quanta antipatia ci sia nei confronti del Barça e del barcellonismo.

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    3. In realtà tra le tifoserie i rapporti sono buoni, e l'anti-centralismo (o antimadridismo) le accomuna da sempre. Il problema è il Barcellona attuale, che personalmente non sopporto per l'atteggiamento e che di fatto ha lo stesso potere del Madrid. Comunque a fine partita i tifosi dell'Athletic hanno tributato un lunghissimo applauso al giro di campo del Barça con la Coppa, segno che l'antipatia di cui parli non esiste.

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  10. ciao edo,

    io non ho criticato bielsa tout court. dico solo che le vittorie contro sporting e soprattutto united sono venute in un momento della stagione in cui tutto girava. a maggio la squadra faceva enorme fatica a segnare e la condizione generale era piuttosto calata. forse bielsa doveva tenerne conto e impostare due partite diverse. non dico di snaturare completamente il proprio gioco, ma di adattarlo non solo all'avversario, ma soprattutto alle condizioni contingenti dei calciatori. tradotto: sai che l'atletico fa pressing a 1000 all'ora e contropiede, ma soprattutto sai che non hai la gamba per far girare il pallone o braccare gli avversari come nei giorni migliori, aspettali, abbassa i ritmi, lascia un po' il pallino a loro...
    ecco, diciamo che mi aspettavo un'interpretazione diversa delle finali, soprattutto in considerazione delle difficoltà contingenti della squadra.

    detto questo, bielsa è un grande, ha costruito una bella squadra e lo dobbiamo solo ringraziare.

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    1. Ti capisco Andrea e probabilmente hai ragione, ma va anche detto che in entrambe le finali abbiamo preso gol nei primissimi minuti a causa di errori banali, e a quel punto le partite si sono messe malissimo per noi e benissimo per gli avversari (soprattutto l'Atletico).

      Bielsa da questo punto di vista è un tecnico molto rigido, e la rigidità estrema non è mai un bene. Al netto della gratitudine, ha commesso degli errori e sicuramente avrebbe potuto almeno tentare di sviluppare un tipo di gioco alternativo (il famoso "plan B"). Non lo ha fatto e questa è la sua colpa maggiore, insieme al poco turnover.

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  11. edo capisco la delusione delle due finali perse malamente (a proposito, dispiace contraddirti ma gran colpa è di Bielsa e del fatto che in Athletic-Brcça di campionato si era illuso di poter fare gara pari con i catalani, così al Calderòn di Madrid ha mandato allo sbaraglio la difesa) ma aspetto con ansia il tuo pezzo di fine stagione con i voti e il commento. Senza quello la stagione dei nostri amati Leoni per me non conclude.
    panner39

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    1. Ciao Panner, oggi ho ripreso a postare e nei prossimi giorni vedrai il blog tornare alla piena attività ;)

      Tranquillo, io posso essere contraddetto, non sono il Papa :) Per me un Athletic al 100% avrebbe potuto fare gara pari con il Barcellona, il problema è che siamo arrivati a fine campionati stanchissimi e svuotati psicologicamente. Peccato. Bielsa magari avrebbe potuto apportare dei correttivi, però si sa com'è fatto. E c'è da dire pure che in entrambe le finali abbiamo preso gol subito, soprattutto con l'Atletico questa cosa ci ha tagliato le gambe.

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    2. hai ragione, il calo fisico non l'avevo considerato ed è stato invece decisivo, ma anche questo è stato causato dal poco turn-over di Bielsa, che però non poteva fare altro perchè per creare un undici base solito bisogna rodarlo facendolo quasi sempre giocare assieme....all'anno prossimo, e che magari l'Athletic torni a vincere! Beti Aupa Athletic!
      panner39

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