Da quando Joaquin Caparros si è seduto sulla panchina dell'Athletic, circa due anni e mezzo fa, dal punto di vista tattico la squadra raramente ha mostrato soluzioni alternative al 4-4-2 scolastico del tecnico di Utrera. Quattro difensori in linea, due ali, un regista, un mediano, un centravanti e una seconda punta mobile: solo in rarissimi casi la disposizione dell'undici biancorosso si è discostata da questo schema. A volte sono cambiati gli interpreti, ma si può tranquillamente sostenere che Jokin è uno di quegli allenatori che preferisce adattare gli uomini allo schema e non viceversa. La novità rappresentata da quello che ho chiamato "fattore Gurpegi" non modifica questo assunto, visto che il 4-4-2 di Caparros resta, ma rappresenta comunque la soluzione tattica più interessante vista nelle ultime stagioni.
Di cosa si tratta? Molto semplice: invece di inserire un'ala pura, sulla corsia di destra viene fatto giocare stabilmente un mediano, Gurpegi appunto. Niente di rivoluzionario, dunque, ma tale mossa ha avuto degli effetti benefici sulle prestazioni dei Leoni (rispecchiati peraltro dalla buona posizione di classifica) da meritare di essere approfondita. Diciamo subito che il Gurpegi finto esterno destro è stato provato dal tecnico una prima volta in UEFA, a Brema, per rinforzare la fascia minacciata dal folletto Marin; quella sera finì 3-1 per i tedeschi e l'esperimento venne accantonato. Dopo una serie di risultati negativi, tuttavia, Caparros decise di rinforzare la linea mediana e tornò a proporre questa soluzione a Santander, ottenendo un prezioso 2-0. Da allora Carlos gioca stabilmente a destra, anche se con compiti ben diversi da quelli di un'ala, con Susaeta spostato a sinistra o in posizione di seconda punta dietro Llorente. Molti hanno parlato, per lo meno all'inizio, di un trivote Javi Martinez-Orbaiz-Gurpegi, ipotizzando dunque una sorta di 4-3-3 con nando centravanti e due esterni alti (Yeste e Susaeta, di solito); a parer mio, in realtà, i biancorossi giocano sempre con il loro classico 4-4-2, solo che i movimenti di Carlos non sono e non possono essere quelli di un esterno di ruolo, e anzi è proprio per questo che Jokin si è inventato un suo utilizzo in quella posizione.
Ma andiamo a vedere con l'ausilio delle immagini (mi sembra di essere a 90° minuto...) in cosa consistono i compiti specifici di Gurpegi. I fotogrammi sono stati tratti dalla diretta streaming di Malaga-Athletic della scorsa domenica.
Fase difensiva.
Da questa immagine è possibile apprezzare il posizionamento di Gurpegi durante un rilancio lungo della difesa avversaria. La palla spiove a centrocampo, più o meno presso il cerchio, e Carlos (cerchietto rosso, seminascosto dall'arbitro) stringe moltissimo: il terzino è lontano e alle sua spalle c'è Iraola che controlla l'esterno del Malaga, dunque lui può accorciare verso il centro per dare una mano a Orbaiz, sempre piuttosto lento nei recuperi. Nella linea a quattro dell'Athletic, infatti, abbiamo un'ala pura a sinistra (Yeste o, come domenica, Susaeta), Javi Martinez sul centro-sinistra, Orbaiz e Gurpegi; uno dei compiti principali di Carlos è quello di aiutare Orbaiz nel recupero del pallone e in tal modo di coprire la difesa, che in passato veniva spesso presa d'infilata a causa dello scarso schermo fornito da Pablo. Tocca alla seconda punta (Toquero) occuparsi della corsia di destra nella trequarti avversaria, ovvero di seguire il terzino sinistro qualora si sganciasse (da qui nasce la confusione sul 4-3-3 e i due esterni alti, che tali non sono: è solo uno dei due attaccanti che scende per coprire il buco). Il movimento a stringere verso il centro, effettuato talvolta anche in fase di pressing, è uno dei principali di Gurpegi e spiega anche la maggior solidità difensiva di cui gode la squadra da quando gioca col navarro a destra.
Ecco invece una disposizione più classica: dal basso verso l'alto abbiamo Susaeta, Javi Martinez, Orbaiz e Gurpegi (cerchietto rosso), un'immagine che mostra chiaramente lo schieramento a 4 in linea del centrocampo basco. In questo caso il Malaga ha recuperato palla ed è ripartito subito, dunque Carlos è rimasto largo per contenere l'avanzata del suo uomo; non può stringere verso Orbaiz, quindi tocca a San José (l'ultimo dietro la linea dei centrocampisti), il centrale, salire per contenere l'uomo che sta partendo davanti a Pablo nel caso in cui lo dovesse superare in velocità.
Riassumendo, in fase difensiva Gurpegi presidia la fascia, ma è sempre pronto a scalare per presidiare il centrocampo, sicuro che Iraola alle sue spalle e Toquero davanti a lui penseranno agli esterni avversari. Il fantomatico trivote si realizza quando la squadra deve contenere: Javi Martinez e Carlos si occupano di contrastare gli avversari, mentre Orbaiz attende di chiudere o di far ripartire l'azione col suo ottimo destro.
Fase offensiva.
Gurpegi, si è detto, non è un'ala di ruolo. Non sa saltare l'uomo e va pochissimo al cross, anche perché non è questo ciò che Caparros gli chiede.
Il tipico movimento offensivo di Carlos è quello di allargarsi per favorire l'inserimento da dietro di Iraola. L'immagine cattura il momento in cui Gurpegi ha già scambiato con Andoni e si appresta ad inserirsi centralmente per portare via un uomo dalla fascia; Orbaiz e Javi Martinez accompagnano a loro volta l'azione, pronti ad entrare in area (specialmente il secondo) per sfruttare il traversone del compagno. A questo punto Iraola ha due soluzioni: o crossa verso Llorente o cerca il fondo, ingaggiando l'uno contro uno col suo avversario diretto. Solitamente Gurpegi resta sulla fascia fino alla trequarti, quindi si inserisce o si ferma per non squilibrare troppo la squadra; raramente è lui ad andare sul fondo, e lo fa solo quando vi si trova costretto perché Iraola non è riuscito a salire per tempo. In questo caso, spesso è la seconda punta (Toquero) ad allargarsi, ricevere palla e crossare, dandogli modo di cercare l'area per tentare il colpo di testa.
Ecco un altro esempio di quello che dicevo. Iraola sta dialogando con Susaeta, scambiatosi di fascia con Toquero, e Gurpegi si è spostato verso il centro. Questo movimento è tipico: non essendo un'ala, è difficile che Carlos tenti di andare via sulla fascia ed è normale che prediliga l'inserimento e il taglio verso l'area.
In conclusione, il "fattore Gurpegi" è senza dubbio in grado di spiegare per quale motivo il reparto arretrato dell'Athletic sia tornata su livelli accettabili dopo le vacche magre dello scorso campionato: non volendosi privare dell'unico regista della squadra, Orbaiz, Caparros gli ha affiancato un mastino capace sia di proteggerlo che di coprire la fascia, liberando nel contempo Javi Martinez da compiti esclusivi di contenimento. La mossa è senza dubbio buona dal punto di vista difensivo, mentre da quello offensivo i conti non tornano: a destra c'è poca profondità e si rischia di disperdere il buon lavoro sugli esterni visto nelle prime giornate di Liga. Non a caso, attualmente i Leoni incassano pochi gol ma segnano anche col contagocce, e bisogna ringraziare la capacità di sfruttare i calci piazzati per molte delle vittorie ottenute quest'anno. Quando c'è da sviluppare la manovra sono sempre dolori, e rinunciare ad un uomo di fantasia per inserire un mediano sulla fascia non è certo la soluzione migliore se si vuole iniziare ad esprimere un gioco decente.
la tua ricerca è molto interessante ed esatta, però ci sono da dire due cose: la prima l'hai detta anche tu ed è il quasi nulla che si riscontra nel gioco offensivo visto che per questo modulo con tre centrocampisti tutte le partite Caparros rinuncia a Muniain e De Marcos, che sono quelli che possono dare un po' della fantasia di cui parlavi e la seconda è che è vero che così il centrocampo fa molto filtro e ci si difende meglio, ma quando capita che il centrocampo viene "bucato" per errori di qualcuno o per la bravura degli avversari la difesa dietro è molto insicura, sarà per gli errori singoli o di reparto ma Amorebieta, San Jose o Ustaritz e i due terzini danno sempre la sensazione di paura di fronte all'avversario, cosa che ho riscontrato nella partita di Palma di Mallorca (anche se ne ho viste poche di partite intere dell'Athletic per poter dare un giudizio completo)
RispondiEliminapanner39
Mah, sinceramente questa paura dei nostri difensori non l'ho mai vista. Possiamo discutere dei piazzamenti non sempre all'altezza di Amorebieta, degli errori di inesperienza di San José o di certe amnesie di Ustaritz dovute allo scarso utilizzo, ma come capacità tecniche siamo di fronte a tre centrali più che discreti. Se la squadra si lascia schiacciare nella propria trequarti, come a Maiorca, o lascia i difensori continuamente esposti all'uno contro uno, allora diventa difficile per chiunque; pensa ad esempio a Cannavaro, che ha rimediato decine di brutte figure a Madrid non certo per colpe esclusivamente sue.
RispondiEliminaforse ho detto male, paura nel senso agonistico, paura di affrontare viso a viso l'avversario, poi può essere che è una mia sensazione sbagliata anche perchè ripeto che ho visto poche partite intere dell'Athletic, sicuramente Amorebieta Ustaritz e gli altri sono buoni difensori, il primo in particolare (se limitasse gli errori sarebbe veramente forte)
RispondiEliminaNon capisco bene cosa intendi per paura agonistica. Paura di fare un uno contro uno? E ci credo: ti può andare bene una, due volte, ma ogni difensore sa che se viene lasciato solo contro un avversario lanciato che gli arriva di fronte ha ben poche possibilità di non farsi saltare. In realtà a me sembra che dal punto di vista del confronto fisico e dell'affrontare a viso apero gli avversari abbiamo giocatori anche piuttosto bravi...
RispondiEliminaMamma mia spero di non rivedere Gurpegi sulla fascia anche contro il Madrid anche perche in quella zona gioca Arbeloa che è il punto debole dei merengues e quindi va attaccato. Secondo me l'equilibrio si potrebbe trovare spostando Gurpe al centro con Javi e inserendo uno tra De Marcos e Muniain a destra. L'ultima vittoria contro il Madrid risale al settembre 2004 con le ultime quattro sfide vinte da loro; è ora di spezzare questa "racha". Aupa Athletic!!!
RispondiEliminaMarco
Arbeloa punto debole del Madrid? Mi sembra esagerato...magari non spinge molto, ma come difensore è rognosissimo visto che è un centrale adattato.
RispondiEliminaLa soluzione che prospetti tu, Marco, non è contemplata da Caparros, che ormai mi sembra più che affezionato ai tre mediani in campo contemporaneamente. Per questo mi auguro Muniain (o De Marcos) in avanti al posto di Toquero, altrimenti rassegniamoci ad un'altra partita fatta di palle lunghe e ricerca dell'episodio.
Caparros deve capire che la miglior difesa è l'attacco soprattutto in partite come queste. Schierare Gurpegi e Yeste sulle fasce e Llorente -Toquero davanti secondo me non ha senso, perchè si vuole fare una partita di rimessa ma poi come fai a ripartire se non schieri giocatori veloci(come Susaeta e Muniain). La vedo dura, speriamo bene ciao!
RispondiEliminaMarco
Mah, alla fine basta se recuperi palla nella trequarti avversaria non serve avere centometristi per ripartire. Il fatto è che non vedo un Caparros particolarmente interessato al gioco di rimessa: a lui basta difendere compatti e sfruttare una di quelle palle che possono sempe capitare (tipo un calcio da fermo).
RispondiEliminaedo è vero che l'uno contro uno è da evitare però ho visto più di una volta i nostri difensori aspettare l'avversario che gli arrivava davanti fino all'area di rigore o peggio anche dentro....a quel punto poi è meglio tentare un intervento piuttosto che far tirare l'avversario da pochi metri dalla porta. E poi, tornando all'idea nuova di gioco di Caparros, questa può andare bene contro squadre di media-bassa classifica che non hanno grandi giocatori per rompere l'equilibrio e contro le quali basta un calcio piazzato (nei quali ho visto poche squadre in Europa segnare così tanto) per vincere, ma contro il Real o squadre di medio-alta classifica così prima o poi vieni punito, quindi sono d'accordo con l'altro amico nel tentare di giocare la partita con più propositività
RispondiEliminaIl mio allenatore, ex giocatore di C, ci diceva che nell'uno contro uno chi difende deve temporeggiare il più possibile, in modo tale da far rientrare i compagni; d'altra parte, ricordo pochi grandi difensori buttarsi subito addosso all'uomo, semmai arretrano e attendono l'attimo giusto per intervenire. Comunque la difesa dell'Athletic mi pare incassi poco quest'anno, quindi grossi problemi non ne deve avere.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il gioco, ovviamente anche io sarei per un approccio diverso, più offensivo; in panchina però ci va Caparros e siccome in 2 anni e mezzo non ha mai variato il suo schema difensivistico, non credo che inizierà a cambiare proprio da domani.
Io ho visto pochissime partite dell'Athletic quest'anno, comunque credo che il giudizio sullo schema tattico debba prescindere da una partita come quella contro il Real. In queste occasioni, contro squadre più attrezzate, puoi essere punito sia con un baricentro basso, facendoti schiacciare sulla tua trequarti, sia cercando di giocare a viso aperto ed esponendoti alle giocate dei soliti "campioni" -cioè i giocatori forti e ben sponsorizzati che la stampa esalta spesso a prescindere dal loro rendimento :)-
RispondiEliminaIn termini di classifica mi sembra che lo stile compatto di Caparros paghi abbastanza, complice però il livello tecnico non eccelso della Liga di quest'anno. E forse, aldilà della mancanza del bel gioco, viste le cattive acque in cui l'Athletic si è trovato nel recente passato non è neanche una soluzione da disprezzare. Personalmente sono certo un ammiratore di Caparros, specialmente dopo la questione-Ustaritz dell'anno scorso, ma tant'è.
Alex
Ciao Alex, quello che dici è sicuramente vero, però a parer mio c'è una differenza sostanziale tra il catenaccio e un gioco più propositivo (che prescinde dal risultato finale): le giocate dei campioni ci sono comunque, ma se vieni assediato ne subisci molte di più, mentre se provi a imporre il tuo ritmo e tieni il pallone lontano dalla tua area più a lungo rischi di meno. Cito come esempio l'Osasuna, che quest'anno ha pareggiato sia col Real che con il Barcellona grazie a due partite in cui non ha snaturato la sua natura aggressiva (squadra corta, pressing alto e intensità); l'Athletic, invece, ha sì pareggiato 1-1 coi catalani, ma grazie ad un episodio (e alla scarsa concentrazione degli avversari, che il mercoledì erano attesi dalla sfida dentro-fuori con l'Inter) e non alla loro capacità di far valere il proprio gioco. Rinculare e difendere in 10 contro gente come le merengues secondo me ha poco senso, perché hanno giocatori in grado di saltare l'uomo e di scombinare qualsiasi piano; meglio tentare di pressare alto e di non fargli arrivare la palla, anche se c'è sempre il pericolo di finire la benzina dopo un'ora. Ci sono pro e contro, come in tutte le cose: a me piacerebbe solo vedere una squadra non remissiva e capace di far paura al Real, come succedeva con Valverde.
RispondiEliminaSu quanto scrivi in conclusione del tuo commento sono d'accordissimo, ma con una postilla: facciamo bene con squadre inferiori (e quest'anno, per fortuna, ce ne sono parecchie), ma stentiamo troppo con chi ci è superiore per rosa o anche solo come organizzazione di gioco,
Saluti e speriamo bene per stasera!
Grandi Leoni e grandissimo il loro Re Llorente!!!
RispondiEliminaMamma mia... la partita più importante del campionato, quella nella bolgia del San Mames contro il Mandril vinta, goduria massima!
Festeggiata alla grande la mia tessera 2010 della Pena! :)
Braveheart.
Bellissima partita bellissima cornice e grandissimo carattere della squadra che ha saputo soffrire per quasi 100 minuti! Onore a loro e Caparròs! Aupa Athletic!
RispondiEliminapanner39
Riguardo alla partita di ieri vorrei premettere che è bene separare il tifoso dall'appassionato di calcio. Come tifoso ho provato (e provo tuttora) un godimento assoluto: battere il Real multimiliardario non ha prezzo, così come vedere la faccia affranta di quel simpaticone di CR9 all'uscita dal campo. Come appassionato, invece, devo dire che è stata una partita oscena dei Leoni: tre tiri in due minuti e poi solo pallonate a casaccio, roba che va bene per lo Xerez ma non per una club glorioso come il nostro. Insomma, espressioni come "grande partita", "eccezionali i giocatori" et similia qua non le leggerete, perché a parer mio la gara di ieri è stata quasi umiliante per la manifesta inferiorità che abbiamo mostrato in campo e che non dovrebbe essere tale vista la qualità della rosa, tanto più contro un avversario che gioca maluccio come hanno fatto le merengues. Ieri più che mai, secondo me, si è sentita l'esigenza di un cambio nella guida tecnica per garantirci quel salto di qualità che ci sarà sempre precluso giocando alla viva il parroco come contro il Madrid.
RispondiEliminaanche a me è sembrato così edo però come sai nel calcio contano i risultati e probabilmente Caparròs ha sfruttato uno dei pochi modi in cui potevamo almeno non buscarle dal Real, e cioè gran difesa e ripartenze...è ovvio che il gol iniziale ha tolto ai giocatori un po' di voglia di scoprirsi per cercare il gol visto che si era già in vantaggio e così è uscita questa partita. Certamente non si potrà sempre giocare così e vincere ma ieri è bastato
RispondiEliminapanner39
Ciao Edo e complimenti per la vittoria contro il real madrid.
RispondiEliminaSono d'accordo che si tratta di un 442 puro con l'utilizzo di Gurpegi sull'esterna destra. Nessun trivote, lo si vede chiaramente dai movimenti in campo.
E' ovvio che per caratteristiche Gurpegi qualcosa ci perde, e la squadra rinuncia ad un potenziale sull'esterna soprattutto in fase offensiva, ma non c'è dubbio che il collettivo ne guadagna in solidità.
Antonio
Ciao Antonio, grazie e scusa per il ritardo nella risposta. Sono assolutamente d'accordo con la tua osservazione: in fase difensiva la squadra guadagna solidità e peso specifico (Orbaiz o Javi Martinez, infatti, arretrano e vanno ad occupare la "terra di nessuno tra difesa e centrocampo), mentre in attacco palesa limiti evidenti in costruzione. Sabato sera al Riazor si è visto chiaramente come il filtro di Gurpegi sia davvero importante, specie in occasione del 2-0, quando Juca si è inserito senza che nessuno lo seguisse; con carlos in campo avremmo avuto un uomo in più in quella zona e dubito che sarebbe arrivata una rete del genere.
RispondiEliminaPanner: non discuto l'impostazione scelta da Caparros, dico solo che un conto è difendersi bene e andare in contropiede (come ha fatto ieri sera l'Inter dopo l'espulsione di Sneijder, per esempio), un altro è passare 85 minuti a rilanciare a caso come ha fatto l'Athletic contro il Real. Tra giocare chiusi cercando di ripartire e giocare a pallonate come all'oratorio ce ne corre.
RispondiEliminano ma hai ragione Edo, solo che con questo sistema del "tutti dietro al palla" in fase difensiva ha funzionato, e, tranne qualche disattenzione sporadica, la squadra ha tenuto bene contro gente come Kakà C.Ronaldo e Benzema
RispondiEliminapanner39
Per tenere ha tenuto, ma da una squadra di Prima Divisione (peraltro nelle zone alte) sarebbe lecito attendersi qualcosa di più del "tutti davanti a Iraizoz e speriamo che non segnino". Poi c'è anche da dire che il Real non era in serata, perché a ben guardare le palle-gol ce le hanno avute e anche parecchie, quindi ringraziamo Gorka e la dea bendata per la vittoria.
RispondiEliminasi certo nell'arco del campionato proporre questa impostazione tattica molto coperta (col Real Madrid però è comunque un'eccezione) non può portare a grandi traguardi, però la domanda che mi pongo sempre è se con un altro allenatore questa squadra giocherebbe meglio e otterrebe gli stessi punti che comunque, pur a volte con un gioco brutto all'inverosimile, sta portando Caparros
RispondiEliminaIl fatto è che l'Athletic di Caparros punta sempre a segnare per primo e poi chiudersi, perché se va in svantaggio sono dolori (vedi Maiorca o Depor); col Madrid abbiamo segnato subito ed ecco che è nata quella partita, ma se Llorente non avesse fatto gol al 2' di gioco forse i leoni avrebbero continuato ad esprimere il calcio arrembante visto nei primi 120 secondi.
RispondiEliminaAlla tua domanda non c'è risposta, impossibile dire se con un tecnico diverso avremmo gli stessi punti. Sicuramente potremmo avere un gioco più consono alle caratteristiche dei molti elementi tecnici che ci sono in rosa, e questo secondo me (visto il livello della Liga) potrebbe portare a dei buoni risultati. Quanto buoni non è dato saperlo, ma non scordiamoci che questa è la prima stagione in cui il non-gioco di Caparros ci fa stare in alto in classifica.
ma, visto che allora non conoscevo il mondo dell'Athletic, la squadra di Valverde che si qualificò per la Uefa era più forte di questa squadra oppure era il gioco che la portò a quei livelli?
RispondiEliminapanner39
Quell'Athletic aveva elementi di prim'ordine e giocava un calcio piacevole e spesso efficace, con tre mezzepunte rapide e tecniche (Ezquerro, Yeste ed Etxeberria) dietro a un centravanti (Urzaiz). Giocava palla a terra, subiva parecchi gol (anche per l'inadeguatezza di alcuni difensori, inferiori a quelli di adesso) ma segnava anche tanto. Poi Valverde aveva alcune pecche dovute all'inesperienza, ma di certo il suo Athletic è stato il più bello da vedere degli ultimi 10 anni.
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