mercoledì 26 giugno 2013

Una nuova stagione alle porte.


Valverde presentato ufficialmente da Urrutia sulla scalinata di Ibaigane (foto Deia.com).

Con l'addio di Bielsa si è chiusa definitivamente la temporada 2012/2013, un'annata sportiva povera di soddisfazioni ma che comunque ricorderemo a lungo per la sua fortissima carica emotiva.
Venerdì, con una conferenza stampa piuttosto dimessa nei toni, è stato presentato il nuovo allenatore; nuovo non proprio, visto che (come sapevano anche i sassi) si tratta di Ernesto Txingurri Valverde, sulla nostra panchina nel 2003/04 e nel 2004/05, nonché ex allenatore di varie squadre giovanili biancorosse e attaccante dei Leoni dal 1990 al 1996. Con l'arrivo di "Formichina", questo il significato del suo soprannome, iniziano dunque a delinearsi le strategie societarie per l'immediato futuro, a partire da un mercato che si annuncia molto più frizzante del solito. Andiamo a scoprire le novità che ci attendono, reparto per reparto (mister incluso).

Allenatore: Valverde è un tecnico che ama il calcio offensivo, anche se declina quest'idea in modo diverso rispetto a Bielsa. Se l'argentino è infatti maestro del futbol di possesso, anche se non del tiki-taka che va per la maggiore in Spagna, Txingurri predilige un gioco diretto, impostato sul recupero della palla (più in alto avviene meglio è) e sulla verticalizzazione immediata per le punte. Il suo schema di riferimento è il classico 4-2-3-1 "made in La Liga": terzini di spinta, doble pivote composto da un mediano di contenimento e da un regista arretrato, tre trequartisti in grado di dialogare e di scambiarsi le posizioni e un solo puntero di riferimento. Come ha giustamente notato Clemente in un'intervista di qualche giorno fa (raro momento di lucidità per il Rubio, che negli ultimi anni ha rilasciato più volte dichiarazioni degne di un avvinazzato), il Valverde che torna a Bilbao è un allenatore ancora saldamente offensivista, ma che ha però saputo trovare un equilibrio tattico che otto anni fa non aveva. Chi segue il blog da tanti anni ricorderà che non sono mai stato tenero con Ernesto durante la sua prima tappa a Bilbao; col senno di poi riconosco senza problemi di essere stato fin troppo parziale e di aver imputato a Valverde colpe non sue, ma all'epoca era accecato dal trattamento per me vergognoso riservato a Julen Guerrero, idolo assoluto... poi ho avuto modo di conoscere alcuni retroscena del caso-Guerrero e i mi sono in parte ricreduto, anche se lo smacco della mancata convocazione del Capitano per la semifinale di Copa del Rey col Betis brucia ancora oggi. In ogni caso, il tecnico appena rientrato nel Botxo è un signor allenatore, senza dubbio la scelta migliore che Urrutia poteva fare per il dopo-Bielsa. Nel suo primo biennio come allenatore dell'Athletic aveva dimostrato una certa rigidità tattica e una scarsa capacità di cambiare modulo e uomini a partita in corso, ma questi difetti sono stati limati grazie alle molteplici esperienze di una carriera che lo ha portato a giocare una finale UEFA con l'Espanyol e a vincere tre campionati greci con l'Olympiakos; considerando positiva anche la parentesi al Valencia, nella quale ha condotto a un soffio dalla zona Champion's (sfumata solo all'ultima giornata a causa di una sconfitta rocambolesca in casa del Siviglia) una squadra allo sbando prima del suo arrivo, si può dire che la sola esperienza negativa di Txingurri sia stato l'esonero di Villarreal.
Cosa aspettarsi da Valverde? Gioco diretto, mentalità offensiva ma anche maggior copertura in fase di non possesso. Prima dell'arrivo di Bielsa, il suo Athletic era stato il migliore del nuovo millennio per qualità di gioco, e di certo non dobbiamo aspettarci pallonate dalle retrovie o atteggiamenti speculativi. Le potenzialità della squadra sono buone e, a dirla tutta, sarà intrigante vedere dove potrà arrivare con una guida tecnica diversa ma al contempo non troppo lontana, per concezione calcistica, da quella del rosarino. La conferenza stampa di presentazione di Txingurri è stata molto dimessa, come se non si volessero irritare i tifosi scioccati dall'addio del Loco, ma credo che in campo la musica sarà un'altra. O, almeno, lo spero. Zorte on Ernesto!

Portieri e difensori: la stagione da poco conclusa ha dimostrato che Iraizoz non è uno di quei portieri che migliorano con l'età, anzi; a parer mio il navarro dovrebbe accomodarsi in panchina già da luglio e fare spazio alle nuove leve. Detto che Kepa Agirrezabala deve ancora maturare e dovrebbe pertanto difendere la porta del Bilbao Athletic, le alternative a Gorka restano Raul e Iago Herrerin. Il primo resta un'incognita a causa dello scarsissimo minutaggio concessogli da Bielsa e di alcune prestazioni alquanto dimenticabili, mentre il secondo rientra da un prestito molto positivo al Numancia in Segunda. Chissà, forse tra i due litiganti potrebbe godere il terzo... In ogni caso, le gerarchie sono tutte da definire.
Per quanto riguarda la difesa, il reparto centrale perde Amorebieta (accasatosi al Fulham) ma viene rinforzato da Xabi Exteita, che arriverà a luglio a parametro zero dall'Elche; centrale molto solido, fu scartato da Caparros ma ha saputo ricostruirsi pazientemente una carriera in Segunda, e quest'anno ha firmato una temporada strepitosa alla guida della difesa meno battuta della Liga Adelante. Torna a Bilbao desideroso di rivalsa e convinto di potersi guadagnare una maglia da titolare, sicuramente è un buon rinforzo. Il capitano del Bilbao Athletic Albizua potrebbe avere una chance in precampionato, ma con quattro centrali già in rosa (Ekiza, San José, Laporte e il già citato Etxeita) sarà difficile per lui guadagnarsi un dorsal. A destra Iraola, che esordì in Primera proprio con Valverde, sarà presumibilmente intoccabile (e comunque Ramalho è pronto a sostituirlo quando serve), mentre sulla corsia opposta la situazione è abbastanza nebulosa. Aurtenetxe deve recuperare terreno dopo un'annata alquanto negativa, e pur perdendo il potenziale rivale Castillo (57 presenze in quattro anni per lui, ennesimo acquisto insulso dell'era Macua... e pensare che c'è gente che rimpiange l'ex presidente!) ci sono due nomi che "spingono": uno è Saborit del Bilbao Athletic, atteso al definitivo salto di qualità, l'altro è Balenziaga, che la società può recuperare a costi contenuti (500.000 euro) dal Valladolid. L'ex terzino della Real Sociedad sta aspettando Valverde, che a questo punto deve decidere se aggregarlo alla prima squadra, recuperarlo per poi girarlo ad altre società (si è parlato di un interessamento del Torino) o lasciarlo definitivamente ai pucelani.

Centrocampisti: Beñat Etxebarria è un nuovo giocatore dell'Athletic. La notizia, nell'aria da settimane, è stata annunciata ufficialmente oggi, con la presentazione che si terrà questo venerdì. Costato 8 milioni (prezzo di saldo visto che andava in scadenza tra un anno), Beñat torna così nella squadra che lo ha cresciuto e per la quale tifa da sempre. A parer mio si tratta di un ottimo colpo: centrocampista dal tocco pulito e dalla grande visione di gioco, non un fenomeno ma comunque elemento di primissima fascia, il 26enne di Igorre porta a Bilbao esperienza (è tuttora nel giro della nazionale, anche se al momento non è tra i 23 selezionati), qualità e un'abilità sui calci piazzati che manca alla squadra dai tempi del miglior Yeste. Presumibilmente Valverde lo impiegherà come regista nel doble pivote, anche se può disimpegnarsi tranquillamente come mezzala, pur non essendo molto veloce, e come trequartista (in questo ruolo però si nota che è più un regolarista che un creativo tutto estro e intuizione). Per quanto riguarda gli altri, Gurpegi dovrebbe recuperare il suo antico ruolo di mediano rubapalloni, quello per intendersi dove ha dato il meglio della sua carriera, mentre per Iturraspe si annuncia un ridimensionamento nel minutaggio, anche se la sua polivalenza potrebbe riservare delle sorprese; Iñigo Perez, praticamente inedito quest'anno a causa di un grave infortunio, resta una forte incognita del reparto. Valverde, infine, deve anche decidere il destino di Erik Moran, uno dei giocatori più interessanti del Bilbao Athletic: il cachorro è richiesto da filiales importanti (tra i quali il Barcellona B), ma aspetta di sapere se avrà la possibilità di giocarsi le proprie carte in prima squadra. Sarebbe un peccato perderlo, ma è pur vero che i dorsales disponibili sono solo 25...

Attacco: la delicata situazione legata al ruolo di prima punta, lasciato scoperto dall'addio di Llorente, dovrebbe risolversi entro pochi giorni con l'acquisto di Kike Sola, centravanti dell'Osasuna che costituirà una valida alternativa al veterano Aduriz. Toquero potrebbe lasciare Bilbao (destinazione Celta?), mentre i giovani delle categorie inferiori, Guillermo su tutti, sembrano ancora acerbi per la prima squadra (intanto però il club ha rinnovato il contratto del bomber dello Juvenil Iñaki Williams, autore di 36 reti finora in stagione). Nessuna novità, invece, sul fronte dei trequartisti: Susaeta, Muniain, Herrera, Ibai, Isma Lopez, il rientrante Ruiz de Galarreta, utilizzabile anche come regista, e De Marcos (improponibile da centrale col sistema di Valverde) si giocheranno le tre maglie a loro disposizione. Qualcuno potrebbe anche partire, visto che la prossima stagione l'Athletic giocherà solo su due fronti; intanto c'è un giocatore che ha già salutato la compagnia svincolandosi al termine del proprio contratto: si tratta di Igor Martinez, che in tre anni non è purtroppo riuscito a incidere ed è stato quindi svincolato senza troppi rimpianti.

martedì 18 giugno 2013

Agur eta eskerrik asko, Loco!



Ed eccomi qui a scrivere il post che, in tutta sincerità, non avrei mai voluto pubblicare. Forse è per questo motivo, oltre agli impegni lavorativi pressanti, che ci ho messo così tanto a prepararlo: per diversi giorni ho faticato ad accettare la realtà delle cose e la mia elaborazione del lutto è stata lunga e faticosa, tanto da portarmi ad abbandonare per più di una settimana il blog (colgo l'occasione per scusarmi con chi ha postato dei commenti e non ha ricevuto risposta, ma non sono riuscito trovare lo slancio neppure per scrivere un paio di righe). La notizia ormai la sanno anche i sassi: Marcelo Bielsa non è più l'allenatore dell'Athletic. Il nome caldo per la prossima stagione è quello del cavallo di ritorno Valverde, ma di Txingurri e dei movimenti di mercato parlerò più avanti.
Ora mi preme soprattutto una cosa: ringraziare Bielsa. Ho pensato per molto tempo a quel che è successo a Bilbao, alle cause che hanno portato alla decisione di Urrutia di non rinnovare il contratto al rosarino e dei motivi sotterranei che sicuramente si trovano alle radici di questa scelta; la verità, però, è che non nutro alcuna voglia di indagare, ipotizzare, rovistare nel torbido o peggio, visto che per tutto l'anno spesso mi è toccato parlare di cose che col calcio giocato, purtroppo, c'entravano ben poco. È palese che l'addio forzato di Bielsa non sia motivato da cause puramente sportive; il Loco è tanto amato dalla tifoseria biancorossa, che infatti in queste ultime settimane gli ha tributato onori e attestati di stima riservati solo ai grandissimi della storia dell'Athletic, quanto mal sopportato dalla dirigenza. Cosa peraltro che conferma la sua fama di uomo ben poco malleabile, e dunque trattato con affetto ed estremo rispetto dai tifosi, innamorati del loro club e di coloro che vi si dedicano senza risparmiare energie, ma odiato da chi, dovendo spesso agire sottotraccia, deve fare i conti con un personaggio che non le manda a dire e che mette sincerità ed onestà ai primissimi posti nella propria scala di valori. Ecco dunque spiegati i contrasti con la dirigenza del Cile prima e con quella del nostro club adesso. Personalmente credo che a pesare, più dei (presunti) contrasti con Urrutia, siano stati i rapporti con altri membri della Giunta, fattisi tesissimi dopo la famigerata vicenda dei lavori di Lezama dello scorso luglio, in seguito alla quale venne peraltro paventata la possibilità di un esonero (qui il post che scrissi all'epoca); Bielsa alla fine rimase, ma senza dubbio qualcosa si ruppe e il conto gli è stato presentato adesso. A Urrutia semmai imputo la gestione oscena della vicenda, portata avanti con pochissima trasparenza, troppi silenzi e una mancanza di rispetto (verso l'allenatore e verso la tifoseria) che fa a pugni con il gure estiloa, lo stile-Athletic tanto sbandierato dal presidente in campagna elettorale; credo però che lui stesso si sia dovuto piegare a una scelta non condivisa ma presa a maggioranza dalla dirigenza, scelta che ha dovuto giocoforza avallare prendendosi le sacrosante (anche se talvolta faziose) critiche dell'ambiente. Sia come sia, ormai siamo di fronte al fatto compiuto e c'è poco da recriminare.
A me, come scrivevo prima, interessa soprattutto ringraziare Bielsa. Parafrasando Shakespeare, non sono venuto a seppellire (metaforicamente) Marcelo, ma a tesserne l'elogio. Bielsa è stato unico, anche se il suo vero impatto potremo giudicarlo solo tra qualche anno. E non sto parlando dal punto di vista dei risultati sportivi, incredibili il primo anno e mediocri il secondo. No, io parlo dell'uomo, dell'essere umano Bielsa: una persona eccezionale, un gigante di proporzioni epiche in un mondo di pigmei morali. In un contesto popolato di approfittatori, leccaculo, raccomandati, incompetenti, prezzolati, ipocriti o semplici idioti, El Loco è stato più di una boccata di aria fresca. Mi viene da citare Sciascia, e perché non farlo: "«Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre... [...]» (da Il giorno della civetta)". Ecco, tra ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà, Marcelo Bielsa è stato un uomo. Concetto da intendere non nella declinazione machista "a la Vieri" ("sono più uomo io di tutti voi messi insieme"), ma come splendida rappresentazione delle più alte qualità spirituali dell'essere umano. Le conferenze stampa di Bielsa andrebbero fatte vedere ai bambini nelle scuole (non scuole-calcio), perché meglio di ogni definizione da libro di testo spiegano cosa significhi essere una persona con un'etica superiore alla media. Bielsa è stato per noi allenatore, insegnante di calcio, stratega di una squadra a tratti fantastica, esempio di onestà, guida filosofica e, soprattutto, maestro. Maestro di vita più che di calcio. La sua lezione di certo è rimasta indelebile nella memoria di tutti, e la sua grandezza è stata confermata e ribadita dagli attacchi subdoli e rancorosi di chi (dirigenti dai volti sconosciuti, giornalisti - o giornalai - in perenne malafede, blogger incattiviti per la perdita del duo Macua-Caparros, eccetera) non lo ha mai voluto, ha dovuto masticare amaro di fronte ai successi dell'anno scorso e si è infine potuto togliere qualche soddisfazione (del menga) durante questa stagione, tormentata ma comunque conclusa con una salvezza a conti fatti tranquilla. D'altra parte c'è gente che gode a tagliarsi le palle, dunque perché stupirsi?
Io però vi dico una cosa. La dico a voi, pennivendoli con l'inchiostro al curaro; a voi, giocatori che avete barattato il privilegio di imparare calcio da Bielsa per degli allenamenti più leggeri; a voi, dirigenti con l'anima grigia come le vostre giacche di seta; e a voi, tifosucoli che preferite i lanci lunghi e le pedate di un Caparros allo spettacolo di certe partite a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere: lo rimpiangerete. Vi mancherà. Magari non lo ammetterete mai, ma quando vi ritroverete di notte, con le luci spente e lontano da tutti, ripenserete al 3-2 di Old Trafford, al 2-2 in casa col Barcellona o al 3-1 nella semifinale di ritorno di UEFA allo Sporting, e sarà allora che anche a voi cadrà una lacrima. Poi un'altra, e un'altra ancora. Piangerete perché il Loco Bielsa non siede più sulla nostra panchina, e capirete il valore di quest'uomo straordinario solo dopo averlo, irrimediabilmente, perduto.

"Allora abbiate ben chiaro ragazzi, ma ben chiaro e non prendetele come mere parole, che il responsabile sono io. Ma non dovete ignorare che non si può deludere un popolo, un popolo così fiducioso che, pur perdendo tre a zero e con la ferita ancora aperta, accoglie con un applauso una vostra minima giocata positiva al minuto ottanta. È un popolo davvero straordinario, ragazzi, e voi siete una fetta di questo popolo. Voi siete questo popolo. Siete le stesse persone delle quali stiamo parlando. Gente straordinaria, ma noi non siamo stati all’altezza. Io mi vergogno moltissimo, perché dopo aver giocato la partita che abbiamo giocato contro lo Sporting di Lisbona, quando gli obiettivi erano già raggiunti e dovevamo dimostrare la nostra grandezza, forza, personalità, fiducia a conferma di quanto fatto precedentemente, abbiamo fatto esattamente il contrario.
Insisto. Non mi sentirei responsabile se avessi gestito una squadra che non ha ubbidito, che non si è lasciata convincere, ma è successo esattamente il contrario. Alcuni non hanno giocato, ragazzi, Zubiaurre, Koikili, Aitor Ocio, persone che potevano arrabbiarsi, ma tutti eravamo uniti dietro al mio progetto. Io non ho niente da imputare a nessuno, ma per il vostro bene, per il vostro futuro, mi sento nell’obbligo di dirvi questo: avete deluso un popolo che non se lo meritava e non era necessario diventare campioni per non deluderlo. Che vi sia chiaro: serviva solo, come vi ho detto ieri, giocare per vincere invece di avere paura di perdere, perché per giocare per vincere, ragazzi, bisogna fare quel che avevamo preparato. E noi non l’abbiamo fatto.
Ormai tutto è storia passata; non ci sono partite da vedere, né cose da analizzare, né teste da mettere in ordine, né messaggi da trasmettere. La nostra opportunità l’abbiamo lasciata passare. Ed abbiate anche coscienza del fatto che siete giovani, molto giovani, miliardari precoci, non avete problemi né vi importa più di tanto quel che succederà, perché tutti avete già il futuro assicurato. E vi permettete di ridere..." (Marcelo Bielsa dopo Barcellona-Athletic 3-0, finale di Copa del Rey 2012)

martedì 4 giugno 2013

Titoli di coda sulla stagione 2012/13.



Con il 2-2 di sabato sul campo del Rayo Vallecano (reti di Susaeta e Aurtenetxe pareggiate da due errori colossali di Iraizoz, il secondo veramente incredibile...) si è chiusa una temporada che definire strana è poco. Una stagione nata sotto un segno infausto, visto che già a luglio sembrò che Bielsa fosse ai ferri corti con la dirigenza dopo la polemica sui lavori di ristrutturazione di Lezama, e proseguita in un crescendo di disgrazie fuori e dentro il campo: la cessione-shock di Javi Martinez, la telenovela Llorente, conclusasi come tutti saprete con l'addio travagliatissimo del numero 9, il mancato rinnovo di Amorebieta, le eliminazioni dalle Coppe, i risultati più che deludenti in campionato, eccetera eccetera. Alla fine la salvezza è stata ottenuta, anche se con qualche difficoltà di troppo, e addirittura si era aperto uno spiraglio in chiave europea a causa dei problemi economici di Rayo e Malaga che non potranno partecipare alla prossima Europa League a causa dei bilanci dissestati. Ogni velleità di qualificazione UEFA, tuttavia, è sfumata dopo l'inopinata sconfitta di una settimana fa col Levante, uno 0-1 casalingo che ha purtroppo rappresentato anche l'addio ufficiale al San Mamés; quello ufficioso è previsto per domani, mercoledì 5 giugno, e vedrà in campo l'Athletic opposto a una rappresentativa della Bizkaia.
In queste ultime settimane purtroppo non ho potuto scrivere nulla a causa di molteplici impegni lavorativi e personali, ma ero quasi convinto che non avremmo comunque ottenuto la qualificazione e così è stato; un risultato giusto alla luce di quanto fatto vedere quest'anno dai bilbaini, apparsi la copia più che sbiadita della squadra che incantò l'Europa solo pochi mesi fa. Anche ieri non sono riuscito a vedere la partita di Vallecas, perciò ho deciso di scrivere un post per tentare di spiegare cosa sta succedendo in questi giorni a Bilbao, cosa più facile a dirsi che a farsi. L'unico dato certo è che la giunta Urrutia è in grave, gravissima difficoltà, come mai era stata in questi due anni. La colpa, a mio avviso, va data esclusivamente al presidente e al suo modo poco ortodosso di gestire il club, sia per quanto riguarda gli aspetti decisionali, sia per ciò che concerne la comunicazione verso l'esterno (media, soci o semplici tifosi non fa differenza). Dico tutto ciò da storico simpatizzante di Urrutia, come ben sanno i lettori abituali, dunque senza timore di poter essere scambiato per qualcuno che scrive per partito preso: nelle ultime settimane Josu ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare, e al momento lo strappo con una consistente parte della tifoseria (quella, peraltro, che lo ha sempre difeso) appare evidente. Tutto ruota intorno al rinnovo del mister: gli anti-Bielsa, che sono anche anti-Urrutia, stanno incredibilmente ricevendo un assist clamoroso dal presidente, che sembra sempre più intenzionato a mandare via l'argentino per fare posto a Valverde. Qui non è in questione il ritorno di Txingurri a Bilbao, l'opzione migliore dal punto di vista tecnico in caso di addio del Loco, ma la gestione del tutto deficitaria del rapporto tra club e allenatore da parte del presidente. Urrutia non vuole più Bielsa? Lo comunichi al mister, poi convochi una conferenza stampa e spieghi le sue motivazioni. Urrutia vuole che il rosarino continui? Idem: glielo dica e lo faccia poi sapere al popolo biancorosso. Continuare con la strategia adottata in quest'ultimo mese non ha alcun senso, perché nel silenzio tombale di Ibaigane si inseriscono voci incontrollate che danno l'idea di una società in piena confusione; senza contare, cosa non secondaria, lo stallo ad ogni livello (soprattutto quello del mercato) creato dall'incertezza sul nome del nuovo tecnico, al quale è legata giocoforza la programmazione delle strategie future.
Il mio parere è che al 99% Bielsa non siederà sulla panchina zurigorri l'anno prossimo, nonostante la sua piena disponibilità a restare nel Botxo per un altro anno almeno; Valverde, intanto, dopo la partita di sabato ha dichiarato che non sarà più l'allenatore del Valencia, col quale ha fallito la qualificazione in Champion's proprio all'ultima giornata (a proposito: complimenti ai cugini della Real Sociedad per il quarto posto), dunque tutto sembra già scritto. Vedremo nei prossimi giorni, vero è che tra caso-Bielsa, polemiche riguardo ai prezzi altissimi dei biglietti per la despedida de San Mamés e immobilismo sul mercato, Urrutia col suo gioco del silenzio sta rovinando quanto di buono aveva pur fatto finora. L'ennesimo capitolo che non avremmo voluto leggere di un libro, quello della temporada 2012/2013, davvero tutto da dimenticare.