martedì 23 febbraio 2010

23a giornata: Athletic 4-1 Tenerife.


L'esultanza di Toquero, grande protagonista della vittoria di ieri (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Koikili; David López, Gurpegui (66' Etxeberria), Iturraspe, Gabilondo; Toquero (78' Muniain), Llorente (60' De Cerio).
Tenerife:
Sergio Aragoneses; Marc Bertrán, Culebras, Ezequiel Luna, Pablo Sicilia; Juanlu (75' Richi), Ricardo, Mikel Alonso (57' Kome), Ayoze (27' Manolo Martínez); Alfaro; Nino.
Reti:
18' Llorente (rig.), 23' Toquero, 53' Iraola, 59' Alfaro, 63' Gabilondo.
Arbitro:
Undiano Mallenco (Colegio Navarro).
Note:
espulso al 17' Culebras (T) per aver ostacolato una chiara occasione da gol.

Partita senza storia al San Mamés: contro la squadra peggiore della Liga per rendimento in trasferta (il Tenerife finora non ha mai vinto lontano dal proprio stadio) e in superiorità numerica dal 17' del primo tempo, i Leoni non hanno avuto problemi di sorta ad ottenere una meritata vittoria. Il successo consecutivo numero 4 tra le mura amiche permette così ai biancorossi di restare a -1 dalla zona UEFA, e sicuramente sarà utile per caricare a mille l'ambiente in vista della partita contro l'Anderlecht di giovedì prossimo.
Caparros (squalificato, in panchina al suo posto il vice Luci Martin) propone giustamente un po' di turnover, facilitato anche dalle espulsioni a Villarreal di Javi Martinez e Orbaiz, e schiera elementi non esattamente abituali come Gabilondo, David Lopez e Iturraspe; in difesa rientra Koikili, così come Toquero torna a far coppia con Llorente davanti. Il Tenerife propone il suo undici tipo e per Mikel Alonso, fratello del più noto Xabi, c'è aria di derby alla Cattedrale. L'inizio del match è equilibrato: l'Athletic tiene palla e prova a sfondare coi soliti lanci lunghi, mentre gli ospiti si difendono con ordine e ripartono grazie ai loro buoni palleggiatori; a dire la verità è il Tenerife a farsi preferire in fase di preparazione dell'azione, sviluppata sempre con la palla a terra e attraverso trame semplici ma ben strutturate, tuttavia gli isolani palesano ancora una volta il loro principale difetto, la mancanza di peso specifico in attacco. Ayoze, Juanlu, Alfaro e Nino sono ottimi giocatori, tecnici e divertenti, tuttavia nessuno di loro ha quella capacità di trovare la porta che fa la differenza in Primera. La difesa canaria, poi, non è delle migliori e non a caso è da un errore in disimpegno che al minuto 17 nasce l'episodio chiave della partita: cross di Amorebieta in proiezione offensiva, Luna svirgola e la palla arriva a Toquero, sgambettato da Culebras al momento del tap-in. Espulsione del centrale tinerfeño e rigore, trasformato in modo impeccabile da Llorente per l'1-0 basco. A questo punto Oltra decide di complicarsi la vita, perché tarda molto ad inserire un altro difensore e finisce per incassare anche il 2-0 di Toquero, servito da una torre di Llorente prolungata molto bene da David Lopez; nell'occasione è evidente l'errore di posizionamento del reparto arretrato canario, fattosi sorprendere da un rinvio di Iraizoz e da un inserimento non propriamente illeggibile del numero 2 biancorosso. In vantaggio di due gol e con l'uomo in più l'Athletic addormenta la partita, anche perché il match con l'Anderlecht incombe ed è saggio pensare soprattutto a risparmiare le forze. La ripresa è scoppiettante ma ha poco, pochissimo da dire: il Tenerife, già rassegnato, subisce immediatamente il 3-0 di Iraola e da lì la partita assume il profilo di un'amichevole del mercoledì pomeriggio. Luci Martin toglie Llorente e Gurpegi per dare qualche minuto a Diaz de Cerio ed Etxeberria, alla sua presenza liguera numero 450, i giocatori sembrano rilassati e ne viene fuori un'ultima mezz'ora piuttosto divertente. Alfaro trova il gol della bandiera con uno splendido destro al 59', ma Gabilondo dopo nemmeno 5 minuti rimette le cose in chiaro con un pregevole sinistro al volo; nella parte finale si susseguono numerose occasioni da gol per i Leoni, che sfiorano il 5-1 con Toquero (gran partita la sua, diamo a Cesare quel che è di Cesare), Diaz de Cerio, ancora Gabilondo e il Gallo, mentre i canari colgono una traversa in chiusura con Nino.
Punteggio largo, gioco discreto e tre punti: davvero non si poteva chiedere di più ai bilbaini, sicuramente facilitati nel compito dal rigore+espulsione decretato da Undiano Mallenco in apertura ma comunque apprezzabili per impegno e concentrazione. Il Tenerife era partito bene, tuttavia l'inferiorità numerica e il doppio svantaggio dopo 23 minuti hanno spento qualsiasi velleità negli uomini di Oltra, spariti dal campo in modo netto e anche piuttosto incomprensibile. Se solo fosse così facile anche giovedì a Bruxelles...

sabato 20 febbraio 2010

Andata dei sedicesimi di Coppa UEFA: Athletic 1-1 Anderlecht.


San Josè festeggiato dai compagni dopo il gol del pareggio (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Castillo; Gurpegui (55' Susaeta), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (46' Muniain); De Marcos (66' Toquero), Llorente.
RSC Anderlecht:
Proto; Gillet, Mazuch, Juhász, Van Damme; Legear, Kouyaté, Biglia, Kanu; Boussoufa (91' Matías Suárez), Lukaku (80' De Sutter).
Reti:
34' Biglia, 57' San José.
Arbitro:
Matteo Simone Trefoloni (Italia).

Diciamolo subito: ci aspettavamo tutti un'altra gara da parte dell'Athletic. In casa, nella partita di andata contro un avversario difficile ma non impossibile, la logica avrebbe voluto un atteggiamento aggressivo fin dal primo minuto di gioco, pressing alto e magari azioni palla a terra per mettere in difficoltà i centrali dell'Anderlecht, tanto macchinosi se puntati in velocità quanto raramente superabili sui palloni alti; già alla lettura delle formazioni, tuttavia, si è capito che Caparros aveva altro in mente. Il pareggio finale è giusto per quanto visto in campo, anche se innegabilmente è un risultato positivo soprattutto per i belgi, che fra una settimana potranno limitarsi a gestire il vantaggio e ad aspettare i Leoni per poi ripartire in contropiede, arma che hanno dimostrato di saper sfruttare benissimo grazie ad alcuni elementi tecnici e rapidi.
Muniain e Susaeta in panchina, Gurpegi esterno destro e Yeste a sinistra: Jokin decide di proporre il solito assetto coperto, mostrando di non voler impostare un match d'attacco e di preferire una tattica più accorta per far scoprire l'Anderlecht; lo 0-0, in fondo, è un punteggio che premia chi gioca in casa vista la regola dei gol segnati in trasferta. Jacobs però non ci casca, tiene la squadra corta a presidiare la propria metà campo e si affida alla capacità di ripartire dei suoi: Lukaku è un gigante con movenze da pantera, Boussoufa unisce il controllo di palla alla velocità di esecuzione e sulle fasce Kanu e Legear sono sempre pronti ad appoggiare l'azione o ad inserirsi per vie centrali. L'Athletic tiene palla ma come sempre produce poco o nulla, anche perché Llorente di testa non ha vita facile e De Marcos riesce a incidere solo quando si sposta sulle fasce; gli esterni, poi, non appoggiano nel modo adeguato l'azione offensiva, poiché Yeste manca di ritmo e Gurpegi è generoso ma non può cantare e portare la croce. I problemi dei biancorossi, insomma, sono i soliti e non è un caso che sia l'Anderlecht a rendersi pericoloso al 15' con Legear (colpo di testa parato da Iraizoz), al 24' con Boussoufa, che quasi sorprende Gorka con un tiro cross alzato in corner dal portiere navarro, e al 29' con Lukaku, il cui rasoterra su errore di Ustaritz fa la barba al palo. Ironia della sorte, è proprio Iraizoz (fin lì tra i migliori) a causare il vantaggio dei biancomalva: il tiro di Lukaku è tutto fuorché irresistibile, Gorka non trattiene e Biglia, appostato nei pressi, si getta sul pallone e insacca anticipandolo. Vantaggio giusto per i belgi, anche se l'Athletic va vicinissimo al pari proprio in chiusura con De Marcos che, pescato tutto solo in area da un tocco di Yeste, ritarda troppo il tiro e si fa murare da Proto. Caparros ripensa la formazione nell'intervallo e a inizio ripresa inserisce Muniain per uno Yeste fuori condizione, ripetendosi al 55' col cambio Gurpegi-Susaeta. Sarà un caso, ma appena due minuti dopo l'ingresso di Markel, uno degli uomini più in palla in questa stagione, i Leoni pareggiano: angolo corto di Orbaiz per Susaeta, conclusione del numero 14 dal vertice sinistro dell'area e tocco vincente di San José (Proto era comunque già battuto). Con due ali vere il gioco dell'Athletic ha finalmente un senso e l'Anderlecht rincula in modo evidente, rischiando di capitolare per un colpo di testa di Llorente al 65'; i belgi perdono terreno ma continuano a essere pericolosi grazie alla presenza di Lukaku, un vero e proprio fenomeno considerati i 17 anni da compiere, che da solo impegna i centrali ed è in grado di ribaltare l'azione come fa al 68', quando prende palla, la difende in mezzo a tre uomini e scarica un sinistro terrificante che sfiora il palo della porta di Iraizoz. Jokin inserisce Toquero per De Marcos e cerca di mettere ulteriore pressione sugli uomini di Jacobs, tuttavia la partita perde minuto dopo minuto di intensità: all'Anderlecht il risultato va benissimo e l'Athletic ha diversi uomini sulle gambe, cosa che impedisce ai bilbaini di dare continuità alla loro azione. L'ultimo brivido si ha al 91', con Llorente (invero un po' opaco) che controlla benissimo spalle alla porta, si gira rapidamente ma spara alle stelle.
A Bruxelles sarà durissima, visto che presumibilmente i belgi giocheranno sulla falsariga dell'andata e potranno lasciare l'iniziativa ai biancorossi, di cui ormai tutti conoscono i limiti quando sono costretti a fare la partita. Nota finale per gli scontri dopo il fischio finale: i tifosi dell'Anderlecht sono stati impresentabili, hanno fatto casino fin dal pomeriggio e non contenti hanno pure pensato di invadere il campo del San Mamés. Le bastonate che hanno preso gli avranno sicuramente chiarito che un conto è spadroneggiare a Liegi, Gand o Bruges, un altro è tentare di farlo a Bilbao.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 5: sicuro e bravo in un paio di occasioni, ma il gol subito è colpa sua e potrebbe pesare in modo decisivo sul passaggio del turno.
Iraola 6,5: deve attaccare con giudizio, perché sulla sua fascia c'è un brutto cliente, Kanu, e non si può permettere distrazioni. Annulla il brasiliano e quando spinge si fa sentire. Positivo.
San José 7: Lukaku è avversario in grado di tenere in apprensione un'intera difesa, tuttavia quando si incrocia con Mikel trova meno spazi. Il gol è preziosissimo e conferma il fiuto del navarro nell'aria avversaria.
Ustaritz 5,5: più insicuro rispetto al compagno di reparto, palesa una certa macchinosità dovuta alla ruggine da panchina. Sbaglia troppo e non è deciso nei contrasti. Urgono minuti per ritrovare lo smalto.
Castillo 4,5: peggiore in campo, di gran lunga. Non tiene Legear, si fa saltare da Lukaku sull'1-0 e non mette un cross che sia uno in 90 minuti. Lui titolare e Koikili in tribuna: dov'è l'errore?
Gurpegi 6: in fase di contenimento c'è sempre, e non a casa Kanu è il meno pericoloso degli elementi offensivi dell'Anderlecht. Quando c'è da costruire, però, serve a poco sulla destra. Giustamente sacrificato quando la squadra va in svantaggio (dal 55' Susaeta 7: incomprensibile la sua partenza dalla panchina. E' in forma, punta sempre l'uomo e crea la superiorità di cui c'è bisogno. Fornisce l'assist a San José ed è presente in quasi tutte le azioni pericolose dell'Athletic).
Orbaiz 6: fa il suo senza brillare particolarmente, dirigendo il traffico a centrocampo con ordine. Non è lui che può accendere la luce, tuttavia non demerita.
Javi Martinez 6,5: il doppio lavoro che fa senza battere ciglio è encomiabile. Diga frangiflutti davanti alla difesa, suona la carica quando bisogna assaltare il fortino di Proto. Insostituibile.
Yeste 5,5: non è in forma, l'infortunio patito contro l'Espanyol non gli permette di essere al 100%. Prova a dare la scossa, va al tiro e serve una palla d'oro a De Marcos, ma non può alzare i ritmi e viene sostituito (dal 46' Muniain 6,5: altro giocatore di cui risultano inspiegabili le panchine, col suo ingresso la partita cambia subito. Cerca l'uno contro uno e dà alla fascia sinistra la profondità che mancava, anche se Castillo non è un partner ideale. Meritava la maglia da titolare).
De Marcos 5,5: fumoso, poco incisivo quando viene servito, non trova spazi accanto a Llorente e si sposta spesso sulle fasce, dove dimostra maggior confidenza col gioco. Spreca una ghiottissima palla-gol a fine primo tempo (dal 66' Toquero 6: entra per mettere pressione ai centrali dell'Anderlecht, è confusionario ma in area si fa vedere).
Llorente 5,5: non è la sua partita. Ha un paio di buone occasioni ma le fallisce in modo netto, inoltre stenta ad incidere preso com'è nella morsa dei due centrali. Forse si rammarica nel vedere Lukaku servito spesso palla a terra, mentre lui viene cercato quasi sempre per la spizzata. Sprecato.

giovedì 18 febbraio 2010

Notizie del giorno.


La conferenza stampa di Caparros (foto Athletic-club.net).

Il gran giorno è arrivato: stasera alle 21 si gioca infatti la gara di andata dei sedicesimi di Coppa UEFA tra Athletic e Anderlecht. Questi i giocatori convocati da Caparros: Iraizoz, Armando; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Castillo; Yeste, Susaeta, Orbaiz, Gurpegi, Javi Martínez, Iturraspe; Etxeberria, Llorente, Muniain, Toquero, De Marcos. Per scelta tecnica restano fuori Koikili, David López e Gabilondo, mentre non sono stati convocati per infortunio Muñoz, Zubiaurre, Aitor Ocio, Ion Vélez e Díaz de Cerio.

Il tecnico dei Leoni in conferenza stampa ha ovviamente fatto leva sul carattere della squadra, che in determinate occasioni (vedi il ritorno della semifinale di Copa col Siviglia, ad esempio) è in grado di tirare fuori risorse inaspettate, o per meglio dire che non sempre riesce a mostrare. L'Anderlecht è comunque un rivale molto pericoloso: primi nel campionato belga, i biancomalva hanno vinto il loro girone davanti all'Ajax, sconfitto peraltro all'Amsterdam Arena con un sonoro 3-1. Occhio in particolare a Lukaku, 16enne attaccante di quasi due metri e attuale capocannoniere della Jupiler League, già sui taccuini delle squadre di mezza Europa.

Chiusura con il rinnovo di Toquero, che ha prolungato il suo contratto per due stagioni con un'opzione sulla terza. Gaizka è ormai uno dei beniamini della tifoseria e questa notizia è stata accolta con gioia, anche se personalmente non sono entusiasta della cosa. Chi segue il blog sa che ritengo Toquero un giocatore non da Primera e non capisco né il suo utilizzo da titolare né il rinnovo del suo contratto, a meno che l'innegabile simpatia ispirata dal giocatore non sia un fattore di decisiva importanza quando si tratta di operare delle scelte tecniche.

mercoledì 10 febbraio 2010

21a giornata: Athletic 3-2 Xerez.


Muniain e Llorente, protagonisti della vittoria sullo Xerez (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo; Gurpegui (61' De Cerio), Orbaiz (46' Susaeta), Javi Martínez, Muniain; Toquero (81' David López), Llorente.
Xerez CD:
Renan; Redondo, Leandro Gioda, Aythami, Casado; Moreno, Keita; Carlos Calvo (82' Alustiza), Víctor Sánchez (64' Bergantiños), Momo (78' Viqueira); Bermejo.
Reti:
2' Muniain, 10' Moreno, 41' Bermejo, 64' e 86' Llorente.
Arbitro:
Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).

Vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma l'Athletic ancora una volta ha fatto una fatica tremenda per ottenere i tre punti contro un avversario oggettivamente debolissimo, lo Xerez sempre più fanalino di coda. Gli andalusi sono anzi andati molto vicini ad ottenere un risultato positivo (che sarebbe stato peraltro meritatissimo) su uno dei campi più difficili della Liga, e possono recriminare solo per l'oggettiva debolezza della loro rosa, che tra difesa e attacco presenta 3-4 elementi non da Primera. E l'Athletic? Quello di sempre, purtroppo: confermando Gurpegi a destra in luogo di Susaeta, Caparros si è privato di un fondamentale fattore di gioco anche contro l'ultima in classifica, in più ci si è messo il pomeriggio non felicissimo della difesa a complicare le cose. Per fortuna i correttivi della ripresa, per quanto confusi, sono stati efficaci e hanno permesso di ottenere un risultato positivo in ottica "zona UEFA".
Come detto, Jokin tiene in panchina Susaeta, propone Muniain al posto di Yeste e inserisce Castillo per Koikili; nello Xerez risalta la presenza del centravanti Mario Bermejo, che giocò nel Bilbao Athletic ed ebbe modo di esordire in prima squadra nella stagione 1996/97. La partita si mette subito bene per i Leoni, che al 2' passano in vantaggio con un perfetto colpo di testa del minuscolo Muniain su assist al bacio di Toquero: sembra impossibile ma è proprio così! Una volta rotto il ghiaccio ci si aspetterebbe una partita in discesa per i padroni di casa, invece lo Xerez mostra di non avere timori di sorta (d'altra parte la squadra di Gorosito non ha niente da perdere e gioca giustamente ogni partita dando tutto) ed inizia a guadagnare metri e convinzione. Bermejo sfiora il pareggio con un pallonetto delizioso sventato da Iraizoz, quindi al 10' Moreno indovina una splendida conclusione al volo da 20 metri e fissa il punteggio sull'1-1. Tutto da rifare, dunque; i biancorossi tentano di fare la partita, tuttavia mostrano una tremenda macchinosità e non riescono a rendersi pericolosi dalle parti di Renan. C'è poco movimento e manca la circolazione di palla, anche perché si cerca sempre e soltanto il lancio lungo per un Llorente ben controllato dai centrali avversari; Gurpegi a destra è fuori partita, così come Castillo che risente della ruggine dovuta all'ultimo periodo trascorso in panchina. Lo Xerez lascia un'impressione migliore: gli andalusi non fanno nulla di straordinario, intendiamoci, però esprimono un futbol semplice e lineare fatto di difesa arcigna e contropiedi rapidissimi; Keita in mediana è un leone, mentre in avanti si segnalano Victor Sanchez, Momo e un attivissimo Bermejo. In chiusura di tempo è proprio una ripartenza rapida di Momo a tagliare a fette la difesa: il capitano xerecista salta netto Castillo e serve Bermejo evitando la chiusura di Amorebieta, il centravanti si smarca da San José e supera Iraizoz con un tocco sotto davvero pregevole.
Nella ripresa Caparros corre ovviamente ai ripari e inserisce Susaeta per Orbaiz, con Gurpegi che si sposta al centro. La pressione dell'Athletic aumenta e di pari passo aumentano anche i rischi di farsi prendere d'infilata, soprattutto perché Carlos conferma di non essere in giornata e perde un paio di palloni davvero pericolosi. Markel dà vivacità alla fascia ma Renan continua a correre pochi pericoli, dunque Jokin inserisce Diaz de Cerio e toglie Gurpegi; Leoni con tre punte, ma non bisogna ingannarsi: Toquero viene infatti piazzato...a metà campo, dove agisce da mediano accanto a Javi Martinez. Per fortuna dei biancorossi il navarro è in forma straordinaria e riesce a lavorare per due, mentre davanti si muove finalmente qualcosa: De Cerio impegna la difesa avversaria più di quanto facesse Toquero e Llorente non è più lasciato da solo contro i due centrali. Non a caso, al 64' Susaeta centra da destra, Nando svetta sopra il suo unico marcatore e incorna con un pallonetto alle spalle di Renan. I bilbaini continuano ad attaccare, tuttavia mostrano il disordine tipico delle squadre a corto di fiato; questo problema non riguarda però Susaeta, che prima impegna il portiere con un destro da fuori e quindi serve a Llorente il pallone del 3-2: da vedere il tocco da opportunista puro del numero 9, che devia di piatto sinistro e spiazza l'ottimo Renan. Lo Xerez non meriterebbe la sconfitta e per poco non sigla il 3-3 proprio al 90', quando Bermejo trova Alustiza e la spaccata dell'argentino finisce fuori di un soffio.
Il risultato con cui termina la partita sorride dunque all'Athletic, nonostante la superiorità dei padroni di casa sugli andalusi si sia vista solo a tratti nel secondo tempo. Passiva e senza mordente nella prima frazione, la squadra di Caparros è stata invece troppo arruffona nella seconda e può ringraziare gli assist di Susaeta e la vena di Llorente per il 3-2 finale. Vittoria stentata ma importante, che rilancia le ambizioni "europee" dei biancorossi.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: sugli scudi, come spesso in questa stagione, c'è Markel Susaeta, il cui ingresso dal 46' coincide con l'inizio della rimonta bilbaina. Il numero 14 dà alla fascia destra quello che Gurpegi non può assicurare, ovvero profondità e qualità; i due assist che mette a referto sono il frutto visibile di un approccio alla partita davvero azzeccato. Javi Martinez è ovunque: randella in mediana, si propone costantemente in avanti e prova anche a fare il regista nell'ultima mezz'ora, quando Caparros sposta Toquero a centrocampo (mossa questa da Oscar al contrario): è una grande prova di maturità per il navarro, bravo a restare concentrato nonostante le voci che lo vorrebbero al centro dell'interesse del Manchester City per la prossima stagione. Llorente gioca una partita anonima, tuttavia trasforma in gol due dei pochi palloni utili che transitano dalle sue parti, dimostrando (se ancora ce ne fosse bisogno) che in fase realizzativa per ora è l'unico attaccante su cui poter fare affidamento.
Castillo peggiore in campo: lento e quasi svagato, sbaglia spesso quando sale e in difesa lascia molto a desiderare, vedere per credere la facilità con cui Momo lo salta in occasione dell'1-2. Capita rarissime volte, ma Gurpegi stavolta non entra in partita; a destra sembra spaesato e non spinge, e una volta riportato al centro perde alcuni palloni pericolosissimi. Amorebieta e San José, infine, non piacciono: Nando non trasmette mai un'idea di sicurezza, Mikel è più incisivo ma ogni tanto ha dei cali di concentrazione che in Primera si pagano cari.

venerdì 5 febbraio 2010

Notizie del giorno.


L'articolo del Daily Mail sull'offerta del City per Javi Martinez (foto Marca).

La notizia, rimbalzata dal sito dell'inglese Daily Mail a quelli di Marca e As, è di quelle bomba: il Manchester City di Roberto Mancini (ma soprattutto degli emiri...) avrebbe individuato in Javi Martinez il giocatore ideale per rindorzare il centrocampo nella prossima stagione. Quando si parla dei citizens i soldi non sono un problema, dato che i mancuniani hanno alle loro spalle i petrodollari arabi: i 30 milioni di euro della clausola trescissoria del 21enne navarro sono bruscolini per Al Mansour e compagnia. Si potrebbe fare un altro tipo di discorso sulla moralità della provenienza di questi quattrini, sulla deriva ormai senza speranza del calcio moderno e su quanto questa politica da "io c'ho i soldi e faccio il cazzo che mi pare", un po' alla Marchese del Grillo, abbia fatto sprofondare nella melma il gioco che tutti noi amiamo, ma certe cose le conosciamo benissimo e, ahinoi, abbiamo imparato a conviverci. Il punto è un altro: l'operazione sarebbe o no conveniente per l'Athletic? Javi è un pilastro della squadra ed è senza dubbio uno dei migliori prospetti della Liga, tuttavia davanti a certe cifre è dura rifiutare; d'altra parte, il club biancorosso è sempre ricorso alla vendita dei suoi campioni per far fronte alle difficoltà finanziarie (penso a Garay, venduto negli anni '50 per ampliare il San Mamés, o alle cessioni di Zubizarreta e Julio Salinas negli anni '80), e 30 milioni sono davvero un'enormità. La cantera biancorossa, poi, in questo momento propone diversi centrali di centrocampo di buon livello, diversi per caratteristiche dall'ex perla delle giovanili dell'Osasuna, che ha qualità difficilmente riscontrabili negli altri mediani iberici, ma comunque di ottime prospettive: Iturraspe (tra i migliori sabato scorso), Iñigo Perez, Goñi, Aletxe, Mentxaka, Eraso e Ruiz de Galarreta offrono un pacchetto da cui la prima squadra potrebbe provare ad attingere già dal prossimo anno. Insomma, se l'offerta si concretizzasse io non direi di no.

Umiliazione per l'Athletic ieri pomeriggio allo stadio Ipurua di Eibar: in una amichevole contro i padroni di casa, i Leoni sono sinfatti tati sconfitti con un inequivocabile 4-1. In una squadra composta da riserve e giovanissimi hanno brillato solo Muniain e Diaz de Cerio, che si è ben battuto e ha anche realizzato il gol della bandiera. Da più parti è stata fatta notare la condizione approssimativa dell'ex attaccante della Real Sociedad: bella forza, Caparros non lo fa giocare manco per sbaglio; come si può recuperare un calciatore che è stato fermo più di 6 mesi se non lo si schiera mai? E' una situazione che mi ricorda quella di Gurpegi lo scorso anno, speriamo che anche l'epilogo segua la vicenda di Carlos, tornato titolare di prepotenza in questa stagione (e i gol di De Cerio ci servirebbero, altroché).

120.000 euro: ecco quanto pagherà il Governo basco per sponsorizzare la camiseta zurigorri in UEFA. Sarebbe interessante sapere quanto hanno contato i legami di Macua con la presidenza del governo regionale, ma non essendo un giornalista d'inchiesta (anzi, nemmeno un giornalista) mi limiterò a fare quello che professionisti ben pagati fanno sui media nostrani ogni giorno: lanciare il sasso e nascondere la mano.

Domenica prossima si gioca con lo Xerez, sempre ultimissimo ma che ha dato segnali di risveglio battendo la rivelazione Maiorca la scorsa giornata. Mancherà sicuramente Yeste, pestato duro sabato a Barcellona, e sono in dubbio anche Llorente (gastroenterite) e De Marcos, uscito malconcio dalla succitata amichevole con l'Eibar. Dovrebbero invece essere della partita gli altri due acciaccati post-Espanyol, Gurpegi e Ustaritz, così come rientreranno dopo la squalifica Javi Martinez e San José.

mercoledì 3 febbraio 2010

20a giornata: Espanyol 1-0 Athletic.


Luis Garcia batte Iraizoz e regala la vittoria all'Espanyol (foto As).

RCD Espanyol: Cristian Álvarez; Chica, Pareja, Víctor Ruiz, Dídac; Baena, Javi Márquez; Luis García, Verdú (90' Roncaglia), Callejón (67' Corominas); Osvaldo (81' Iván Alonso).
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ustaritz (60' Muniain), Amorebieta, Koikili; Gurpegui, Iturraspe, Orbaiz, Yeste (18' Susaeta); Toquero (65' De Marcos), Llorente.
Reti:
59' Luis García.
Arbitro:
Rubinos Pérez (colegio castellano-leonés).

Chi si era illuso dopo la vittoria con il Real Madrid può tornare con i piedi per terra: l'Athletic formato trasferta (3 sconfitte nelle ultime 4 partite fuori casa) conferma una volta di più la sua inadeguatezza e la mancanza di continuità che continua ad essere uno dei peggiori difetti di questa squadra. Se a la Coruña i Leoni avevano perso dopo aver disputato un'ora di buon livello, stavolta hanno giocato una partita penosa, praticamente da denuncia. Di fronte ad un Espanyol tutt'altro che irresistibile, infatti, i biancorossi non solo hanno palesato gli ormai arcinoti limiti d'impostazione, ma hanno anche tenuto ritmi incomprensibilmente bassi, rinunciando ad attaccare se non tramite le iniziative isolate di un volenteroso Susaeta. L'Athletic è questo, non se ne esce: se va in vantaggio è difficile rimontarlo e può fare risultato, altrimenti sono quasi sempre dolori, come si è visto contro i pericos.
A livello di formazione nulla si muove, giacché Caparros sembra aver dimenticato nuovamente il significato della parola turnover; le uniche novità riguardano Ustaritz e Iturraspe (alla fine forse il migliore per i baschi), che sostituiscono gli squalificati San José e Javi Martinez, per il resto l'undici di partenza è quello di sempre. Si torna a rivedere Gurpegi finta ala destra (soluzione che magari andrebbe accantonata di fronte a formazioni di bassa classifica come l'Espanyol), mentre a sinistra c'è Yeste. In casa Espanyol il tecnico Pochettino vara la linea verde e schiera titolari ben quattro canterani, Didac, Victor Ruiz, Baena e Javi Marquez. Già dalle prime battute si capisce che il match non sarà roba per palati fini: nel primo quarto d'ora si vedono contrasti parecchio duri (Ustaritz e Yeste ne subiscono le conseguenze e Fran deve lasciare il posto a Susaeta dopo soli 18'), la manovra latita da entrambe le parti e ci si affida soprattutto ai lanci lunghi e ad estemporanee azioni dei singoli. Non è un caso che le occasioni da rete si contino sulla dita di una mano: l'Athletic ci prova solo con Susaeta da fuori (palla a lato di poco), i padroni di casa impegnano due volte Iraizoz con tiri deviati sempre da Amorebieta, che costringono Gorka a dei colpi di reni non proprio ordinari. Si va all'intervallo tra gli sbadigli. La ripresa ricalca la prima frazione almeno fino al 59', quando Javi Marquez, uno dei migliori in campo, lascia partire un bel sinistro solo contenuto da Iraizoz: sulla deviazione del portiere navarro irrompe Luis Garcia ed è l'1-0 per i catalani. Jokin a questo punto si sveglia dal letargo e manda dentro Muniain per Ustaritz (Gurpegi arretra in posizione di difensore centrale) e de Marcos per un inesistente Toquero, nell'ovvio tentativo di recuperare una partita che gli sta sfuggendo di mano; con due giocatori in grado di stoppare il pallone senza mandarlo ogni volta a tre metri di distanza (ogni riferimento a Toquero è puramente voluto) e di dialogare rasoterra i bilbaini guadagnano metri, ma a dire la verità continuano a creare poco o nulla. E' anzi l'Espanyol a sfiorare il 2-0 con Coro, il cui colpo di testa viene salvato ancora da un ottimo Iraizoz. L'Athletic ci prova con Iraola (tiro dal limite deviato in corner da un difensore) e con qualche cross ben controllato da Cristian, tuttavia quando l'arbitro fischia la fine c'è poco da recriminare per questa seconda sconfitta consecutiva.
I baschi non sono riusciti a centrare la porta una sola volta in 90 minuti: quando si hanno a disposizione giocatori come Llorente, Susaeta, Muniain, de Marcos, Yeste e Iraola questo è un primato (in negativo, ma sempre primato è). Inutile commentare oltre, anche se vorrei fare un'ultima notazione: il contratto di Caparros è in scadenza, eppure non è stato ancora rinnovato. Che anche in società stiano cominciando a riflettere sull'operato dell'utrerano?