Non ho visto la partita perché mi trovavo a Torino per la riunione annuale dei Leones Italianos (una fortuna, visto come ci hanno massacrato in campo...), quindi vado a postare un'ampia sintesi della partita. Nota per i tifosi facili all'incazzatura: evitate di vedere il primo e il terzo gol onde risparmiarvi di eruttare la sequela di insulti verso il nostro portiere, e non solo lui, come invece ho fatto io. Buona visione, si fa per dire.
Ecco l'album fotografio della riunione, sempre divertente e animata: Leones Italianos a Torino.
lunedì 28 settembre 2009
giovedì 24 settembre 2009
4a giornata: Tenerife 1-0 Athletic.
Iraizoz ferma Nino: non è bastata una grande prestazione di Gorka per evitare la sconfitta (foto Athletic-club.net)
Tenerife: Aragoneses; Aitor Núñez (68' Dinei), Sicilia, Manolo Martínez, Bellvis; Ricardo (41' Mikel Alonso), Román Martínez; Kome, Richi (60' Omar), Alfaro; Nino.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Iturraspe (50' Gurpegui), Yeste, Gabilondo; Etxeberria (64' Llorente), Muniain (46' Toquero).
Reti: 86' Mikel Alonso.
Arbitro: Alfonso Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).
L'Athletic manca l'appuntamento con la storia (con la s minuscola, ovviamente), perde a Tenerife e fa così sfumare la possibilità di realizzare il suo miglior inizio liguero di sempre. Poco male per il record svanito, ché francamente certe cose lasciano il tempo che trovano, ma è la qualità della prestazione a suscitare il rammarico più forte. Si è rivista la squadra timida e impacciata di sempre, insomma, e dopo la sbornia della settimana passata non è stato un bello spettacolo. Caparros ci ha comunque messo del suo, in quanto è vero che i fronti sono tre e gli impegni ravvicinati, ma stravolgere una squadra come ha fatto Jokin a Tenerife raramente porta buoni frutti. L'utrerano non conosce mezze misure: l'anno scorso contava unicamente su un blocco di 13-14 giocatori, mentre in questo inizio di stagione non ha praticamente mai proposto la stessa formazione. Una via di mezzo tra le due alternative non sarebbe sgradita.
Come detto in precedenza, il mister biancorosso cambia mezza squadra in previsione della partita di sabato contro il "suo" Siviglia; in difesa rientrano Castillo e Aitor Ocio, tuttavia è a centrocampo e in attacco che vengono effettuate le rotazioni più stravaganti. Sia il doble pivote formato da Yeste e Iturraspe che la coppia offensiva Etxeberria-Munian, infatti, sono novità assolute e lasciano non pochi dubbi sulla loro efficacia reale. L'inizio shockante (errore in rinvio di Iraizoz e tiro centrale da buonissima posizione di Alfaro, al primo minuto) è il preludio ad un primo tempo imbarazzante per i Leoni, schiacciati dai padroni di casa nella propria metà campo e incapaci non solo di creare uno straccio di occasione da gol, ma anche di riuscire a disimpegnarsi con azioni ragionate e non con qualche pallonata in avanti. Yeste e Iturraspe hanno caratteristiche da costruttori di gioco più che da interdittori e la mancanza di Gurpegi, vero elemento chiave delle prime uscite stagionali, si sente forse più di quella di Llorente; in avanti, comunque, il Gallo e la nuova Perla di Lezama sono impalpabili, più per demeriti della squadra (e soprattutto dell'allenatore) che per loro colpa. Quando si schierano due seconde punte tecniche, leggere, inesistenti di testa e nel corpo a corpo, con l'aggravante per Etxebe della lentezza dovuta all'età, non bisogna stupirsi se il risultato è zero tiri in porta in 45', specie se il resto della squadra non riesce a giocare basso e a recapitare un pallone pulito dalla trequarti in su. L'Athletic ha due centravanti di ruolo, Llorente e de Cerio: è troppo chiedere all'allenatore di variare il gioco, se non il modulo, quando non è in campo un puntero? Aldilà dei discorsi tattici, resta il fatto che il Tenerife domina in modo palese e non riesce a portarsi in vantaggio solo per la grande serata di Iraizoz e per gli errori dei suoi attaccanti, che sbagliano alcune occasioni davvero clamorose. Alfaro, Nino e soprattutto un devastante Kome fanno il bello e il cattivo tempo nella metà campo bilbaina, confermando che i canari dispongono di buone risorse offensive e che Oltra sa come sfruttarle, specie nelle gare casalinghe. Ai padroni di casa manca la precisione ed è per questo motivo che all'intervallo il punteggio è ancora di 0-0.
Caparros comprende di aver sbagliato completamente formazione e corre ai ripari inserendo prima Toquero per Muniain (cambio poco comprensibile, serviva una prima punta e Gaizka non lo è), quindi Gurpegi per un invisibile Iturraspe. Anche se dal punto di vista della creazione di gioco l'Athletic continua a latitare, l'ingresso di Carlos dà finalmente consistenza al centrocampo e la situazione difensiva migliora nettamente, tanto che Iraizoz rischia solo una volta al 51', con Alfaro che spedisce fuori da pochi metri un assist prezioso di Kome. Il cambio Llorente-Etxeberria non dà ai baschi la sperata scossa in attacco, ma serve comunque a tenere la palla lontano dall'area di rigore e restituisce un punto di riferimento ai centrocampisti, che possono scaricare su Nando e interrompere così la pressione degli isolani. Da parte sua, il Tenerife cala fisiologicamente il ritmo e la partita sembra dunque indirizzarsi sui binari del pareggio. Il punticino sarebbe però un premio immeritato per l'Athletic e i Leoni decidono di dare ai canari il giusto premio per la loro bella partita addormentandosi sulla punizione di Alfaro all'86': Mikel Alonso ringrazia e segna indisturbato di testa sul secondo palo. Per il fratello di Xabi, cresciuto come il regista del Madrid nella cantera della Real Sociedad, è un gol che vale doppio. I biancorossi tentano un improbabile assalto all'arma bianca nel finale e per due volte Toquero avrebbe sulla testa il pallone del pari, peccato che sprechi entrambe le volte concludendo debolmente e confermando con ciò di non essere il classico bomber che qualcuno, ahilui, si ostina a vedere dalla scorsa stagione.
Finisce dunque 1-0 per il Tenerife, risultato giustissimo che rappresenta la prima, meritata sconfitta stagionale in campionato per gli uomini di Caparros. I miei dubbi sulla gestione della gara da parte di Jokin li ho espressi in apertura e non intendo ripeterli un'altra volta; speriamo solo che l'utrerano abbia compreso di non poter stravolgere il suo undici come ha fatto ieri, perché non abbiamo la rosa delle prime della classe e non saranno certo tre vittorie di fila a cambiare questa realtà.
martedì 22 settembre 2009
3a giornata: Athletic 3-2 Villarreal.
Javi Martinez ha appena insaccato il terzo gol: Koi esulta (foto Athletic-club.net).
Athletic: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; David López (73' Muniain), Javi Martínez (65' Yeste), Gurpegui, Gabilondo; Toquero, Llorente (79' Aketxe).
Villarreal: Diego López; Ángel, Godín, Marcano, Capdevila; Cani (53' Nilmar), Eguren, Ibagaza (17' David Fuster), Cazorla; Rossi (71' Pires), Llorente.
Reti: 11' e 39' Llorente, 49' Cani, 58' Javi Martínez, 84' Cazorla.
Arbitro: Muñiz Fernández (Comité asturiano).
Se è un sogno, non svegliateci. La terza vittoria su tre partite di Liga proietta l'Athletic in testa alla classifica, a pari punti con le due corazzate del campionato spagnolo, Barcellona e Real Madrid, e rappresenta una delle migliori partenze nell'intera storia del club. La soddisfazione più grande è però rappresentata dal modo in cui i Leoni hanno interpretato le gare con Austria Vienna e Villarreal: il maggior latitante degli ultimi anni e anche delle prime uscite stagionali, il gioco, si è improvvisamente materializzato a Bilbao e ha regalato due prestazioni tra le migliori del recente passato biancorosso. L'undici visto in campo nell'ultima settimana non ha niente a che vedere con quella sbiadita accozzaglia di giocatori che troppe volte hanno deluso; al pressing e all'attenzione in fase difensiva, infatti, la squadra ha unito una circolazione di palla finalmente efficace, la capacità di effettuare transizioni veloci e la ricerca dell'azione manovrata, specie sulle fasce. Va da sé che la condizione fisica al top favorisce per il momento l'Athletic, visto che molte formazioni avversarie sono decisamente in ritardo di forma, ma è altrettanto vero che l'atteggiamento generale dei bilbaini sembra diverso, più maturo e consapevole dei propri mezzi; ho detto “sembra” perché era già successo che la squadra riuscisse ad esprimere un buon calcio per brevi periodi della temporada (l'anno scorso vi fu il filotto dei 3-2 contro Atletico Madrid, Valencia e Malaga, ad esempio), dunque godiamoci il buon momento dei Leoni restando comunque consapevoli che finora la mancanza di continuità è stata una delle principali pecche della gestione Caparros.
L'utrerano decide di praticare un turnover massiccio, cosa per lui piuttosto inusuale, e cambia ben sei giocatori: escono Ocio, Castillo, Susaeta, Yeste, Etxeberria e Muniain ed entrano Ustaritz, Koikili, David Lopez, Javi Martinez, Gabilondo e Toquero. Txingurri Valverde, che personalmente avrei preferito sulla panchina di casa, è invece alla ricerca della prima vittoria da allenatore del Submarino amarillo e schiera la miglior formazione a sua disposizione, con Rossi e Joseba Llorente a far coppia in avanti e Ibagaza in posizione di regista. Chi si aspetta il solito atteggiamento sparagnino e poco propositivo che l'Athletic esibisce contro rivali di buona caratura resta subito favorevolmente sorpreso, visto che i baschi piantano le tende nella metà campo altrui e tengono in mano il pallino del gioco, cercando di sfondare soprattutto sulle corsie laterali. Gabilondo al 10' spaventa Diego Lopez con una volee di sinistro alta di poco, ma dopo un solo giro di lancette ecco l'azione buona per il vantaggio: grande apertura sulla destra di Toquero per David Lopez, liberissimo e dunque in grado di alzare la testa e prendere la mira, cosicché Llorente deve solo spingere in rete la palla d'oro recapitatagli dall'esterno riojano. L'1-0 non appaga i Leoni, desiderosi come non mai di mettere al tappeto un avversario già fuori fase, e solo le grandi parate del portiere del Villarreal impediscono ai padroni di casa di scappare via prima della mezz’ora di gioco. Al minuto 39, però, Diego Lopez non si muove nemmeno sul diagonale mancino di Llorente, imbeccato ancora una volta da David Lopez dopo una palla recuperata dal solito, generosissimo Toquero. Il 2-0 è il giusto coronamento ad un primo tempo sontuoso dei Leoni, veramente impeccabili in ogni zona del campo; una menzione speciale la merita comunque capitan Gurpegi, che sembra tornato ai bei tempi in cui correva per tre e riusciva da solo a speccare gran parte delle trame avversarie. E i "marinai" del Submarino? Forse condizionati dall'uscita per infortunio di Ibagaza al 17', gli ospiti si fanno vedere dalle parti di Iraizoz solo una volta in 45', peraltro senza spaventare il numero 1 navarro.
La ripresa si apre con il classico fulmine a ciel sereno: un cross dalla sinistra di Capdevila coglie Ustaritz e Amorebieta con la testa ancora negli spogliatoi, Llorente fa da sponda per Cani e il numero 10 spiazza Gorka con un tiro di prima intenzione. Un gol subìto solitamente ha l'effetto di minare tutte le certezze dei Leoni e di rimettere in discussione partite che sembravano già chiuse, ma l'Athletic stavolta dimostra di avere carattere e non rinuncia a giocare, anzi. I biancorossi continuano ad attaccare come se nulla fosse e, dopo aver chiamato in causa almeno un paio di volte Diego Lopez, tornano in vantaggio di due reti grazie ad un cabezazo perfetto di Javi Martinez su corner di Gabilondo. C'è poco da fare, quando il navarro è libero da compiti esclusivi di marcatura è un giocatore potenzialmente devastante e la coppia che forma con Gurpegi, pur se non attrezzata dal punto di vista dell'organizzazione di gioco, è fisicamente eccezionale e può dare molto in termini di dinamismo e pericolosità nella trequarti altrui, specie se la manovra passa dalle fasce e non dal centro. La partita non cala di ritmo, anche se da parte dei bilbaini si intuisce la volontà di controllare il match più che di cercare il quarto gol; Caparros fa dunque tirare il fiato a Javi Martinez, leggermente contuso, David Lopez e Llorente, che viene sostituito dall’esordiente Aketxe (si sa poco di questo 20enne ex giocatore dell'Arenas de Getxo: anche Caparros, interrogato in merito, ha detto che non lo conosceva e che lo ha convocato dopo aver notato le doti del giovane durante gli allenamenti dei cachorros). All'84' una punizione di Cazorla buca un colpevole Iraizoz sul suo palo, ma nonostante 10 minuti finali di relativa sofferenza l'Athletic riesce a portare a casa una vittoria preziosissima.
Arriveranno tempi di magra in cui la condizione sarà scarsa e la squadra soffrirà, però adesso siamo in vetta e possiamo goderci appieno una sensazione fantastica a cui non siamo abituati.
sabato 19 settembre 2009
Girone L di Coppa UEFA: Athletic 3-0 Austria Vienna.
Llorente festeggiato dopo un gol (foto Marca).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola (75’ Zubiaurre), Ocio, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Gurpegui (82’ San José), Yeste, Muniain; Etxeberria, Llorente (59’ David López).
Austria Vienna: Safar; Standfest, Bak, Ortlechner, Suttner; Klein, Vorisek (77’ Madl), Dragovic, Emin Sulimani (31’ Liendl); Jun, Diabang (59’ Schumacher).
Reti: 7’ (rig.) e 24’ Llorente, 56’ Muniain.
Arbitro: Kevin Blom (Holanda).
Note: espulso al 70’ Suttner (AV) per gioco violento.
L'attesa è durata più di quattro anni, ma la rentrée europea dell'Athletic non ha deluso le attese dei tifosi biancorossi: 3-0 netto e una prova finalmente di spessore anche dal punto di vista del gioco, con un dominio sul terreno del San Mamés che è andato oltre al pur netto punteggio. L'Austria Vienna, che nel 2005 eliminò a sorpresa il lanciatissimo undici di Valverde espugnando la Cattedrale, si è dovuta inchinare di fronte ad una prestazione ricca di personalità e di buone trame da parte dei bilbaini, forse mai così in palla da quando Txingurri se ne andò da Bilbao (Caparros stesso ha dichiarato di aver visto la miglior partita dei suoi da quando siede sulla panchina basca).
L'allenatore di Utrera schiera per dieci undicesimi la formazione attesa (Gurpegi dentro per lo squalificato Javi Martinez), con l'unica, grande novità rappresentata da Etxeberria in luogo di Toquero; per il Gallo è una serata doppiamente speciale, poiché ritrova una maglia da titolare proprio in occasione della presenza numero 500 con la maglia dell'Athletic. La sua presenza non è meramente celebrativa, però, e fin dall'inizio il capitano si dimostra in buona condizione e molto desideroso di fare, e con lui anche il resto della squadra parte a spron battuto; il 4-4-2 piuttosto scolastico degli austriaci viene subito messo alla frusta dai Leoni, che fanno girare molto bene il pallone e tengono alto il ritmo, nel chiaro intento di voler forzare immediatamente il prevedibile fortino dei biancoviola. I piani dei padroni di casa si concretizzano al 7', quando un'azione personale di Susaeta viene conclusa dall'ala di Eibar con un cosiddetto piscinazo in area di rigore, un tuffo in bello stile sull'entrata in scivolata di Suttner che inganna l'arbitro e lo porta a fischiare il penalty: dagli 11 metri Llorente resta freddo e realizza l'1-0. Non è bello passare in vantaggio con una simulazione, ma l'Athletic legittima il vantaggio grazie ad una condotta di gara esemplare da ogni punto di vista, davvero con pochi eguali nella recente storia biancorossa. La manovra scorre fluida, viene condotta con combinazioni rapide palla a terra e per una volta non passa costantemente attraverso il lancio lungo dalle retrovie, cosa che mette in difficoltà palese una squadra molto fisica e poco tecnica come quella di Daxbacher. L'Austria Vienna si fa vedere una volta con Diabang (botta da fuori ben contenuta da Iraizoz), tuttavia cede metri sul campo del San Mamés e sembra in balia dell’ avversari. Al 24' ecco la conferma: Susaeta, imprendibile, scappa ancora una volta sulla destra e centra alla perfezione per Llorente, che conclude con una pregevole girata al volo e spedisce la sfera alle spalle di Safar. Il tecnico ospite tenta di scuotere la squadra con un primo cambio al 31' del primo tempo e dopo 5 minuti i suoi, trascinati dalle buone giocate di Jun, vanno vicini al gol ancora con Diabang, che viene ipnotizzato da Iraizoz e si fa parare la conclusione a tu per tu con l'estremo difensore navarro. Resta comunque l'impressione che gli austriaci arrivino al tiro più a causa dei cali di concentrazione della difesa basca che in virtù della loro manovra, frenata sempre sul nascere da un Gurpegi monumentale in interdizione. Carlos da solo fa il lavoro di due uomini e in tal modo Yeste può concentrarsi sulla creazione di gioco, fatto questo che, insieme ad una tranquillità e ad una convinzione raramente espresse in Liga, spiega in gran parte la buona serata dei Leoni. Il tempo si chiude con un palo di Muniain, in ombra all'inizio ma in fase ascendente negli ultimi minuti, e con un Athletic che tira il fiato e arretra un po' il suo baricentro, concedendo un paio di opportunità agli ospiti.
L'unica possibilità per i viennesi di riaprire il match consisterebbe nel segnare nei minuti iniziali della ripresa, tuttavia i bilbaini rientrano in campo con l'atteggiamento della prima mezz'ora e, dopo un paio di puntate in area altrui, chiudono la contesa al 56'. Autore del gol del sipario è Munian (non ancora 17enne, lo vorrei ricordare), che conclude con un tocco a porta vuota una splendida azione di Iraola e seppellisce definitivamente le poche speranze dei biancoviola di uscire indenni da Bilbao. Il resto del tempo è passerella, ravvivata dal rosso diretto a Suttner per un'entrataccia su Muniain, dalla traversa colta da David Lopez grazie ad un cross deviato e dalle parate di Safar sui tentativi di Susaeta e dello stesso Iker. Caparros fa riposare Llorente e Iraola e concede i primi minuti stagionali a Zubiaurre e San José, mentre il pubblico tributa un'ovazione a Gurpegi al momento della sua uscita dal campo. La partita si chiude con un'altra grande parata del portiere austriaco su destro a girare di Munian, gesto tecnico pregevolissimo che mette la parola fine ad un incontro piacevole e divertente, almeno per i tifosi zurigorri.
Parlare di vendetta è esagerato e francamente inappropriato per uno sport, anche se il fatto di giocare la prima partita di UEFA proprio contro la squadra che per ultima aveva affrontato (ed eliminato) i Leoni in Europa presentava un risvolto molto suggestivo. Il mio timore che la squadra scendesse in campo contratta e impaurita non si è realizzato, per fortuna, e si può affermare con tranquillità che l’Athletic si è dimostrato assolutamente all’altezza del palcoscenico continentale. Nell’altra partita del girone il Werder, favorito per il primo posto, ha ottenuto un importante successo esterno sul campo del Nacional da Madeira, cosa che rende i tre punti ottenuti dai biancorossi contro l’Austria ancora più preziosi. Ora ad attendere i bilbaini c’è l’esame-Villarreal: dopo tre vittorie su tre, due in Liga e una in UEFA, la squadra del mai troppo rimpianto ex tecnico Valverde giunge al momento giusto per testare le ambizioni degli uomini di Caparros.
mercoledì 2 settembre 2009
1a giornata: Athletic 1-0 Espanyol.
Toquero scocca il tiro della vittoria (foto Athletic-club.net).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Castillo; De Marcos (53' Susaeta), Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (89' Gabilondo); Toquero (87' Yeste), Llorente.
RCD Espanyol: Kameni; Pillud, Roncaglia, Pareja, David García (61' Chica); Nakamura, Moisés, Verdú, Luis García; Iván Alonso (87' Callejón), Tamudo (77' Ben Sahar).
Reti: 77' Toquero.
Arbitro: Clos Gómez (Colegio aragonés).
Era molto importante, sia per la squadra che per Caparros, partire col piede giusto dopo le prestazioni non proprio esaltanti offerte dall’Athletic in coppa UEFA, e per questo motivo la vittoria nell’esordio liguero contro l’Espanyol vale doppio. Intendiamoci, il gioco non è stato certo esaltante e non si sono registrati sostanziali passi in avanti dal punto di vista tattico, ma va comunque dato atto al tecnico di aver schierato una formazione assai razionale, capace di far valere la miglior condizione fisica e di ottenere con merito i tre punti contro un avversario diretto per la permanenza in Primera.
Jokin non rispetta le indicazioni della vigilia e lascia fuori Yeste e Susaeta, al cui posto scendono in campo Gurpegi (nell'occasione anche capitano) e la nuova "perla di Lezama" Muniain, che diventa così il più giovane giocatore biancorosso ad esordire in Liga; per il resto, Toquero fa coppia con l'opaco Llorente di questo inizio di stagione e in difesa Ustaritz sostituisce l'infortunato Ocio. Nell'Espanyol tragicamente orfano di Daniel Jarque si attende con curiosità l'esordio di Nakamura, mentre c'è solo panchina per l'interessante attaccante israeliano Ben Sahar. Fin dall'inizio appare chiaro che gli ospiti, indietro di condizione e con molti elementi nuovi, non sono venuti a Bilbao per imporre il loro gioco; i pericos, infatti, tengono la linea difensiva molto bassa, lasciano la palla ai padroni di casa e li attendono nella propria trequarti, delegando al solo Tamudo il compito di allungare la squadra. L'intento di Pochettino è chiaro: intasare gli spazi e rendere problematica una manovra già di per sé poco fluida come quella dei Leoni. L'allenatore argentino deve però fare i conti con l'impostazione di gara scelta da Caparros, che in pratica rinuncia alla manovra centrale (nè Gurpegi né Javi Martinez sono registi) per favorire il gioco sulle fasce, dove si trovano due giocatori tutto pepe come de Marcos e Muniain. Il risultato è una partita che alterna fasi monotone di possesso palla biancorosso ad improvvise accelerazioni, prodotte sia dalle ali basche che dai contropiedi dei catalani; poca roba, comunque, e non a caso le palle-gol prodotte dalle due squadre sono scarse e neanche troppo nette. Llorente ci prova di testa al 9' (para Kameni), Nakamura fa trattenere il fiato al San Mamés per una punizione dal limite ma conclude alto, Toquero e Javi Martinez trovano ancora pronto il portiere camerunense. In questo contesto alquanto piatto sono le qualità di Muniain a lasciare a bocca aperta: il giovanissimo navarro mostra di possedere una tecnica non comune, è sfrontato quanto basta e mette sovente in ambasce la difesa espanyolista, che spesso deve ricorrere al fallo per fermarne le progressioni. Emblematica un'azione del cachorro al 37', con tre avversari saltati di netto e un quarto che lo stende nei pressi dell'area dopo l'ennesimo dribbling. Nonostante la verve di Iker e di de Marcos, anch'egli positivo sulla destra, il primo tempo si chiude sullo 0-0.
La ripresa vede quasi subito in campo Susaeta per l'ex Alaves, ma la mossa di Caparros non sembra dare la scossa necessaria al match. L'Athletic continua a tenere chiuso l'Espanyol nella propria metà campo senza però riuscire ad essere incisivo negli ultimi 20 metri, e man mano che i minuti trascorrono le superiori energie dei bilbaini non pesano più come ad inizio partita; per fortuna Gurpegi in mezzo è un leone e riesce da solo a spezzare quasi tutte le ripartenze avversarie. I minuti scorrono senza sussulti e sembra che la partita si avvii mestamente verso il fischio finale, ma al 78' un lancio col contagiri di Muniain pesca Toquero tra Chica e Pareja: Gaizka controlla benissimo a seguire col petto, supera di slancio il terzino biancoblu e conclude di potenza alle spalle di Kameni. E' il gol- vittoria, meritato sia dai Leoni che dal numero 2, generoso e faticatore come al solito. Llorente al 90' potrebbe fare il secondo ma spedisce alto, buon per lui che Callejon concluda fuori da buona posizione proprio allo scadere. Finisce dunque 1-0 e il risultato è senza dubbio la notizia migliore del pomeriggio agostano, insieme all'esordio folgorante di Muniain.
Il primo mattone è stato messo, di più non potevamo chiedere ad un Athletic ancora in rodaggio nonostante il precampionato "europeo".
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