domenica 8 marzo 2015

26a giornata: Athletic 1-0 Real Madrid.


Iraola omaggiato prima del match per le sue 500 presenze con l'Athletic (foto Athletic-club.eus).

Athletic Club: Iraizoz; De Marcos, Etxeita, Gurpegi, Balenziaga; Beñat, Mikel Rico (91' Toquero); Iraola, Muniain (64' Susaeta), Williams (73' Guillermo); Aduriz.
Real Madrid CF: Casillas; Carvajal, Pepe, Varane, Marcelo; Illarramendi (71' Jesé), Kroos (76' Lucas Silva), Isco; Cristiano Ronaldo, Benzema (80' Chicharito), Bale.
Reti: 26' Aduriz.
Arbitro: Undiano Mallenco (Colegio Navarro).

Ci sono vittorie (meritate o meno), grandi vittorie e imprese. Quella contro il Madrid, campione d'Europa e del Mondo in carica nonché capolista in Liga, appartiene indubbiamente al terzo gruppo. Non tanto per la caratura dell'avversario, comunque eccezionale, ma per come è arrivata. L'ultimo successo dei Leoni contro i blancos risaliva a 5 anni fa (16 gennaio 2015, Athletic- Real Madrid 1-0), ma allora si trattò di un mezzo furto: la squadra di Caparros passò in vantaggio dopo 2 minuti con Llorente, di testa su corner di Yeste, dopodiché passo il resto del match trincerata nella sua metà campo, rinunciando del tutto ad attaccare (sparacchiare palloni in avanti a caso non conta) e sperando nella buona sorte per sfangarla.
Ieri, invece, è stata tutta un'altra storia. Gli zurigorri hanno interpretato il primo tempo nel solco della prestazione di Copa contro l'Espanyol: pressing altissimo, voglia di arrivare sempre prima sulla palla e tanta qualità nel palleggio e nella manovra offensiva. Valverde finalmente ha risolto il nodo tattico della stagione, il trequartista: Muniain in quella posizione, e anzi libero di svariare sul fronte di attacco a suo piacimento (motivo per il quale molti giornalisti vedono l'Athletic schierato con un 4-4-2 a parer mio inesistente), ha tutto per consacrarsi definitivamente. L'inserimento in pianta stabile di Williams ha dato freschezza e fisicità alla fascia sinistra, mentre il nuovo assetto di quella destra (Iraola esterno alto e De Marcos terzino), sperimentato al Cornellà, anche ieri si è rivelato molto interessante: Andoni è dotato di una sapienza tattica e di un senso del gioco tali da poter essere efficace in ogni posizione del campo, e partendo davanti a De Marcos è in grado di dare quella "pausa", come dicono in Spagna, tipica dei centrocampisti centrali e che a destra permette a Oscar inserimenti devastanti da lontano. Il Madrid, ingabbiato dalla disposizione degli uomini di Valverde, per lunghi tratti è stato incapace di uscire in modo pulito dalla propria trequarti e in avanti non si è praticamente mai visto, mentre in difesa ha sofferto tantissimo e ha incassato il meritato gol biancorosso al 26'. L'azione, splendida, si è sviluppata sulla destra: la combinazione tra Iraola e De Marcos ha aperto il campo e fatto arretrare la linea difensiva delle merengue praticamente nella propria area, liberando la trequarti per l'inserimento di Mikel Rico; il cross del numero 17, tagliato e preciso, ha premiato il taglio diagonale di Aduriz, che poi ha girato splendidamente di testa spedendo il pallone sotto l'incrocio alla sinistra di Casillas. Un gol meraviglioso. L'Athletic ha contenuto la blanda reazione del Madrid fino al 45', trovando in Etxeita un baluardo assoluto, mentre nella ripresa la musica è cambiata. I madridisti hanno alzato ritmo e baricentro e hanno occupato quasi militarmente la metà campo avversaria, tuttavia gli zurigorri non si sono disuniti e, pur soffrendo, hanno continuato a difendersi con ordine senza rinunciare a farsi vedere davanti. Il reparto arretrato ha offerto in questa fase del match un rendimento esemplare: puntuali i terzini nelle diagonali, attenti e duri i centrali, efficace in ogni intervento il portiere. Iraizoz va lodato per due uscite salva-risultato su Benzema e Ronaldo, anche se nel finale ha rischiato di farsi battere da un cross sballato di Bale da 30 metri (per fortuna ci ha pensato San Palo). I Leoni hanno tirato poco, ma quando lo hanno fatto hanno rischiato di raddoppiare con Aduriz (palo anche per lui). Quando Undiano Mallenco ha fischiato la fine, lo stadio (finalmente all'altezza, troppe volte quest'anno il silenzio l'ha fatta da padrone) è esploso: campioni di tutto a casa, battuti, e Athletic per un pomeriggio sul tetto del Mondo calcistico.
Sicuramente adesso si sprecheranno i commenti del tipo "se solo avessimo giocato così tutto l'anno...", commenti che prevengo con un paio di obiezioni. Numero 1: l'Athletic non ha (e non avrà mai) una rosa in grado di competere ai massimi livelli in tre competizioni. L'anno delle due finali di Bielsa in Liga la squadra mollò a marzo, arrivando comunque svuotata di energie a maggio. La nostra filosofia è nota, applicarla mantenendo la massima categoria in uno dei migliori campionati del globo è la nostra vera vittoria. Numero 2: la preparazione, a parer mio, è stata completamente sbagliata. Dopo il preliminare col Napoli i giocatori si sono afflosciati e nelle partite del girone di Champion's hanno mostrato una condizione da fine temporada. Ora la gamba è tornata e i risultati si vedono. Speriamo di arrivare così all'appuntamento con la storia del 30 maggio. Numero 3: quando i risultati non arrivano, quando partite abbordabili vengono perse a causa di errori banali, quando la classifica si fa preoccupante, la tenuta mentale di un gruppo viene messa a dura prova, tanto più quando il gruppo stesso è formato da tanti giovani e giovanissimi. A un certo punto della stagione tutti abbiamo temuto di dover lottare fino all'ultima giornata per la salvezza, dunque essersi ripresi (fatto non banale) costituisce già un bel risultato. Al quale si aggiunge la 38a finale di Coppa del Re, non proprio bruscolini. Insomma, l'Athletic c'è. E ieri lo ha ribadito per l'ennesima volta, proprio di fronte alla squadra più forte e titolata del pianeta. Scusate se è poco.

Le pagelle dell'Athletic.
Iraizoz 6,5: praticamente inoperoso nel primo tempo, nella ripresa viene chiamato più volte all'intervento risolutivo. Sicuro su Isco, è bravissimo a scegliere il tempo giusto nell'uscita su Benzema e addirittura si supera su Ronaldo, la cui conclusione quasi dal dischetto viene stoppata dal navarro con la mano destra. Mezzo voto in meno per la dormita sul cross sbagliato di Bale che per poco non lo beffa.
De Marcos 7: non mi ha mai convinto nella posizione di terzino destro, ma va detto che con Iraola davanti sembra un altro. Più sicuro in difesa grazie ai raddoppi puntuali del numero 15, Oscar è libero di scatenare tutto il suo devastante potenziale di corsa quando si distende in avanti, risultando inarrestabile se ha campo per lanciarsi verso il fondo. È lui ad allargare la difesa del Madrid e a servire Rico nell'azione del gol. Positivo.
Etxeita 8,5: a parer mio il migliore in campo. Semplicemente strepitoso per tutto il match, controlla benissimo Benzema in tandem con Gurpegi ma è sugli inserimenti degli altri madridisti che dà il meglio di sé. Respinge almeno tre o quattro conclusioni pericolose e salva la situazione con un paio di chiusure che valgono quanto un gol. Al momento è il nostro miglior centrale. MVP.
Gurpegi 7: il vecchio leone ruggisce ancora. Non avrà più l'età (e le ginocchia, ahilui) per giocare ogni tre giorni, eppure dopo la grande partita contro l'Espanyol fa il bis di fronte a uno dei tridenti più forti del mondo. La brutta prestazione col Toro a qualcuno era sembrata il mesto congedo del capitano di mille battaglie, ma Carlos ancora non vuole appendere le scarpe al chiodo. Per fortuna.
Balenziaga 7,5: spesso criticato per la scarsa qualità e qualche buco difensivo di troppo, Mikel mette in mostra il meglio del suo repertorio contro il Madrid. Attento in difesa e propositivo quando sale, si merita più di un applauso per la generosità assoluta con cui affronta avversari di un'altra categoria. Salva la patria e il risultato con una diagonale (e relativa scivolata) provvidenziale su Benzema, servito da Ronaldo per un comodo tap-in dentro l'area piccola. Soldatino.
Mikel Rico 7,5: è un giocatore eccezionale, con un'intelligenza calcistica pari solo alla capienza dei suoi polmoni. Nonostante abbia piedi più delicati rispetto a un mediano standard, corre come un mulo e sa cantare e portare la croce come nessun altro in squadra. Tampona, ruba palla, si fa vedere per dare un appoggio facile ai compagni, raddoppia, si inserisce: è ovunque e sempre con grande efficacia. Suo l'assist per Aduriz (dal 90' Toquero s.v.).
Beñat 8: talvolta le insistenze degli allenatori sono incomprensibili. Valverde ha passato un anno e mezzo cercando di tarsformare un regista dotatissimo in un trequartista, ricevendo in cambio prestazioni sconfortanti e quasi perdendo un elemento di qualità. Vorrei che qualcuno mi spiegasse l'utilità di prendere Illarramendi, ieri un fanatsama, quando in rosa c'è un centrocampista con la classe e i tempi di gioco di Beñat. Ieri semplicemente splendido (non ha perso un pallone uno in transizione offensiva), l'ex Betis ha fatto vedere di cosa è capace se viene messo nel suo ruolo. Ritrovato.
Iraola 8: sarei tentato di dargli 502, come le sue partite ufficiali in maglia biancorossa. Un giocatore del genere nasce una volta ogni 30 anni e sarà impossibile sostituirlo quando si ritirerà. La mossa di Valverde di schierarlo ala potrebbe regalargli un finale di carriera più lungo del previsto: non corre più come quando aveva 20 anni, è chiaro, ma lo fa sempre in modo estremamente intelligente e la sua capacità di gestire la sfera è fondamentale quando l'Athletic deve avanzare. Marcelo contro di lui ci ha capito pochissimo. Clonatelo.
Muniain 7: un altro rigenerato dal cambio di ruolo. Sulla sinistra si stava intristendo, lontano dal gioco e dalla porta, mentre da quando è accentrato è un giocatore diverso. Libero di svariare e muoversi alle spalle di Aduriz, è un pericolo costante per la difesa avversaria e con le sue accelerazioni può mettere in difficoltà chiunque. Se inizia a tirare può veramente fare il salto di qualità. Stanco, esce dopo un'ora (dal 64' Susaeta 6,5: sta trovando poco spazio ultimamente, ma quando entra gioca bene. Non spreca palloni e prova un paio di azioni interessanti. Atteggiamento giusto per uscire dal suo momento-no).
Williams 8: partita clamorosa del classe '94 bilbaino, giocatore che ha tutti i mezzi per diventare un crack europeo nel giro di poche stagioni. Velocissimo e tecnico quanto basta, quando parte c'è sempre la sensazione (tipica dei calciatori di livello) che stia per accadere qualcosa. Dicono che sia un ragazzo serio e desideroso di migliorare: vederlo rincorrere gli avversari e chiudere un paio di volte in scivolata nella sua area conferma queste indicazioni. Lasciamolo crescere tranquillo, perché potrà regalarci tanto in futuro (dal 73' Guillermo 6: impatto discreto, si sacrifica sulla fascia ma non si nasconde. Altro ragazzo più che interessante, peccato solo per quell'infortunio che lo ha tolto di mezzo quando stava iniziando a mostrare belle cose).
Aduriz 8: Tre palloni giocabili. Tre colpi di testa. Una palla fuori non di molto, un gol superlativo, un palo. Sinceramente, non so cosa debba fare di più un centravanti. Se il buon vino migliora invecchiando, Aritz al momento vale quanto una bottiglia di Chateau Lafite del 1800. Prima o poi bisognerà pensare di trovargli una valida alternativa, ma finché gioca così... Infinito.

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